RICCARDO BERTANI- Glottologo di fama mondiale, è specialista delle lingue centroasiatiche,anche se i suoi studi sono ormai molto più ampi. Ha pubblicato: Poesie dei popoli dell'URSS: i Siberiani, Fiabe e leggende orocie, Narrativa ed epica dei Popoli siberiani, Verso l'estremo mattino: antologia epica dei popoli siberiani, ecc.
Numerosissime sono ormai le pubblicazioni a carattere etno-linguistico, apparse su diverse riviste come Il Polo dell'Istituto Geografico Polare, l'Universo dell'Istituto Geografico Militare, Soyombo dell'Associazione culturale Italia-Mongolia, ecc. Nell'arco degli ultimi vent'anni ha prodotto inoltre diversi saggi e pubblicazioni di carattere folklorico. Da diversi anni Bertani mantiene rapporti costanti con le istituzioni culturali di diverse città, oltre ad un interessante e significativo epistolario con diverse accademie e studiosi d'ltalia e d'Europa, come per esempio il mongolista Prof. Louis Hambis, od il Prof. Silvio Zavatti, esploratore polare che visse per molto tempo a contatto con gli eschimesi, ecc.
Nel 1976, lui, contadino di via Rimondella, fu invitato dal Prof. Carlo Alberto Mastrelli, direttore dell'Archivio Glottologico Italiano, a tenere una conferenza sui popoli paleoasiatici, presso l'Istituto di Lingue orientali dell'università di Firenze.
La Soprintendenza ai Beni Librari e Documentari della Regione-Emilia-Romagna ha disposto un intervento specifico, attuato dalla Biblioteca Comunale di Campegine, per la tutela e la valorizzazione del suo patrimonio librario e documentario.
Allora le fiamme vorticose del fuoco ai segni magici dello sciamano s'acchetarono. Solo il nojd poteva capire e domare le lingue del fuoco, quindi egli si prostrò dinanzi a esso, per sentire ciò che diceva Emm'ne-innk, lo spirito della madre terra che aveva sede dentro il fuoco.
Tutti assistevano in silenzio, sin quando, dopo un qualche minuto, lo sciamano balzò in piedi e protendendo il braccio in avanti come se stesse per essere aggredito, disse con voce grave:
- Il grande spirito Emm'ne-innk mi ha detto che stiamo per essere aggrediti da una potente schiera di nemici guidati dal perfido Kujva. Essa prevede che si svolgerà una grande battaglia e molti di noi saranno quelli che verranno uccisi, quindi Emm'ne-innk ci consiglia che se vogliamo salvarci dobbiamo emigrare verso il lontano lago di Kurr Javv'r.
Tutti allora decisero di trasmigrare verso il grande lago. Intanto l'orda di Kujva avanzava veloce, sterminando e distruggendo tutto ciò che incontrava nella tundra. Tra i Lapponi c'era un giovane capotribù di nome Pass'tles' Ciall'm, molto astuto e coraggioso, il quale disse:
- È cosa vergognosa fuggire verso il grande lago, lasciando qui la nostra terra a gemere sotto la tirannia dell'infido Kujva. In tal caso è meglio che ci ritiriamo sull'isola che sta al centro del lago Sedj, e là potremo sconfiggere facilmente l'odiato nemico. Li uccideremo come cani rognosi.
Qui tutti furono d'accordo, e dal più anziano al più piccolo si apprestarono ad imbracciare l'arco.
http://www.nomadepsichico.it/libro.php?id=6&pos=1&col=Capolavori
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