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mercoledì 13 aprile 2011

Resto del Carlino: Riccardo Roversi su Opere Futuriste Complete di Roby Guerra * from Gumwriters

1 opere futuriste complete resto del carlino.jpghttp://www.gumwriters.it/2011/04/06/roberto-guerra-carlino-ferrara/

 

Opere Futuriste Complete (1983-2000) “Guerra il più grande poeta futurista degli ultimi 30 anni” recensione di Riccardo Roversi da Il Resto del Carlino (29-3-2011)

E' con serena e consapevole responsabilità che mi sento di affermare che Roberto Guerra è probabilmente il più grande poeta futurista (o più esattamente post-futurista) italiano da 30 anni a questa parte. Fin dal primo libro: Fiori della scienza (1983), confermato dai successivi: Futuropa ('84), Yooroppa ('84), e Commodore 64 ('85), sino all'approdo a quei capolavori neofuturisti della maturità che sono L'Ariosto sulla luna ('88) e Le Muse impudenti ('97, coautore), ai quali vanno aggiunti gli inediti: Futurguerra 2017 clonare Majakowskij e Futurguerra remix, entrambi del 2000. L'intero corpus è ora riunito nell'antologia appena pubblicata dal titolo Opere Futuriste Complete 1983-2000 (ed. Nomade Psichico). E' il minimo che si potesse fare per un artista (ferrarese) di rara caratura. E se è vero che il primo verso del volume è un stringa di “linguaggio binario” , è altrettanto vero che si conclude con “benvenuto supercomputer dei cieli”: poli indiziari della marmorea coerenza che ha contraddistinto l'opera d'un autore più conosciuto altrove che qui, come dimostra l'inclusione nel nuovo numero di “Divenire” (3 e 4 ndr.), che ospita intellettuali (allineati) del livello di Vattimo e (trasgressivi) come Cecchini.

http://www.nomadepsichico.it

venerdì 4 marzo 2011

Gaia Conventi su Isabella Santacroce * from Gumwriters

Una che ne sa

marzo 4th, 2011

 


Proporvi le migliori frasi di Isabella Santacroce è come parlare del Circo Barnum in chiave metafisica. Lo si può fare, certo, ma poi non si sa in quanti avranno la fortuna di intuire la profondità dell’indagine.
Lo confesso, mi piace Isabella Santacroce, adoro il suo essere personaggio. E’ come Minnie che rinnega la Disney e si dà al bondage, Nonna Papera che sforna torte lisergiche e Candy Candy votata alla conduzione di un bordello. La Santacroce è questo e altro, l’ho capito leggendo i suoi status su facebook: lei non scrive per raccontare, preferisce ricevere commenti – idilliaci o schifati – di chi la prende sul serio.
Va bene tutto, purché se ne parli. Se le cose stanno così, allora anch’io voglio parlarvi della Santacroce, immaginando che i suoi fans mi metteranno sulla loro lista nera.
Tranquilli, non c’è problema, il nero è un colore che mi dona: s’intona al mio umorismo.
Quindi, senza nulla togliere alla Santacroce, senza nulla aggiungere alle sue opere, ecco una carrellata di “frasi ad effetto” prese sulla pagina facebook – una delle tante – dedicata all’artista.
Allacciate le cinture, serrate le manette e fate la punta ai tacchi a spillo… si parte!



La sua amicizia. Il suo modo di guardarla e viverla. Ambiguamente. Assomigliava. All’amore.”
Dalla Santacroce al punto croce il passo è breve: qui i punti saltano fuori come pulci da un cane bagnato che si scrolla senza ritegno. Può piacere – il cane intendo – o infastidire. Dipende dal vostro rapporto con le pulci.

“Sdraiata sull’erba con la bici accanto e un intero universo che le attraversava l’anima.”
Ci siamo sentiti tutti così, specialmente la volta in cui abbiamo bucato. Una lunga strada ghiaiata, il cellulare rimasto a casa, e tutto un universo di santi e beati che ci ha attraversato l’anima e ci ha levato il sacramento della Cresima!

“Tra le mani solo foto. Immortalata contro voglia.”
La mestizia di questa frase mi ha messo i lacrimoni, la sto ascoltando mentre Carmen Consoli gracchia la sua “In bianco e nero”: “Le avrei voluto parlare di me, chiederle almeno il perché…”, già, ma vorrei domandarlo alla Santacroce.
”L’amore è uno specchio che la morte riflette.”
In effetti entrambi non hanno niente di meglio da fare. Ma che burloni!
......................
CONTINUA

http://www.gumwriters.it/2011/03/04/una-che-ne-sa/

 
 
Gaia Conventi

martedì 15 febbraio 2011

Zairo Ferrante: Pavese era dinanimista? from Gumwriters

Quel dinanimista di Pavese!

febbraio 14th, 2011

 

Zairo Ferrante ci invia un’interessante riflessione: Cesare Pavese era dinanimista?

Da tempo, con il dinanimismo, sostengo l’importanza di una Poesia e di un’Arte rivolta all’Uomo, ritenendole, innanzitutto, pure ed essenziali voci ed espressioni dell’anima. Sin dalla sua nascita, il movimento ha esortato il Poeta e l’Artista a rivolgere all’Uomo il proprio lavoro, che, servendosi di linguaggi semplici ed immediati, ha il compito di accompagnarlo e sostenerlo attraverso il suo viaggio nel “divenire”. Poesia ed Arte intese come spinta verso una vera rivoluzione delle anime e come arma contro la superficialità. Poeti ed Artisti che lavorino per l’Uomo e sopratutto con l’Uomo.
Parole, quelle del dinanimismo, forse dimenticate ma, sicuramente, non nuove e, a conferma di ciò, di seguito vi ripropongo uno scritto del grande Maestro Cesare Pavese, segnalatomi dal poeta argentino Carlos Sanchez, che qui sinceramente ringrazio.
Il saggio in questione s’intitola “Ritorno all’uomo” ed è stato pubblicato sull’Unità di Torino nel 1945. Non un semplice scritto, ma una vera e propria professione d’Amore nei confronti dell’Uomo e della sua Dignità. Non un semplice articolo di giornale ma un profetico invito rivolto soprattutto ai Poeti, affinché finalmente si decidano, con serenità e per completezza d’animo e di obiettivo, a tendere il proprio cuore all’anima dell’Uomo per salvare l’anima del Mondo e per raggiungere il proprio, e tanto desiderato, “nirvana” artistico.
Parole che, se contestualizzate con la dovuta umiltà, possono tranquillamente essere considerate il primo vero manifesto poetico del Dinanimismo.

Zairo Ferrante 13-2-2011


Da anni tendiamo l’orecchio alle nuove parole. Da anni percepiamo i sussulti e i balbettii delle creature nuove e cogliamo in noi stessi e nelle voci soffocate di questo nostro paese come un tiepido fiato di nascite. Ma pochi libri italiani ci riuscì di leggere nelle giornate chiassose dell’era fascista, in quella assurda vita disoccupata e contratta che ci toccò condurre allora, e più che libri conoscemmo uomini, conoscemmo la carne e il sangue da cui nascono i libri. Nei nostri sforzi per comprendere e per vivere ci sorressero voci straniere: ciascuno di noi frequentò e amò d’amore la letteratura di un popolo, di una società lontana, e ne parlò, ne tradusse, se ne fece una patria ideale. Tutto ciò in linguaggio fascista si chiamava esterofilia. I più miti ci accusavano di vanità esibizionistica e di fatuo esotismo, i più austeri dicevano che noi cercavamo nei gusti e nei modelli d’oltreoceano e d’oltralpe uno sfogo alla nostra indisciplina sessuale e sociale. Naturalmente non potevano ammettere che noi cercassimo in America, in Russia, in Cina, e chi sa dove, un calore umano che l’Italia ufficiale non ci dava. Meno ancora, che cercassimo semplicemente noi stessi.....
 
........... GUMWRITERS  http://www.gumwriters.it/2011/02/14/quel-dinanimista-di-pavese/
 
http://ebook-dinanimismo.myblog.it 
 

venerdì 4 febbraio 2011

Gaia Conventi: Qui Quo Quiz *from Gumwriters

Ormai abbiamo preso il vizio, le domande di Yahoo girano tra noi dello staff come fossero “robba bbuona”. Se volete essere dei nostri, date un bel tiro e diteci se non vi si apre un mondo psichedelico tutto da scoprire!


Vi ricordo che il copia-incolla è assolutamente fedele all’originale.

Questa domanda ci ha lasciati perplessi, tutti a dire che in Italia si leggono solo i bestseller e poi sbuca fuori un lettore di nicchia. Ah, voi non la chiamate così?

Dove potrei trovare i racconti erotici di una tale Sig.ra Alba da Cuneo?

Si tratta di una Sig.ra di 47 anni che ha partecipato al programma “missione seduzione”, condotto da Lory Del Santo sul canale satellitare.

cartamoneta.jpg

Ma c’è anche chi non si fa irretire: c’è ancora gente che ha sani valori!

Su circa quanto si aggirano i contratti in denaro, per la pubblicazione di un libro con la casa editrice?

facendo un contratto con una casa editrice per la vendita e pubblicazione di un proprio libro, quanto può valere il contratto che mi potrebbero fare?
E, non contento delle risposte, aggiunge: un contratto con una casa editrice vale mediamente 50’000 euro, quindi se siete qui per darmi dei numeri bene, altrimenti, non voglio commenti! Grazie
Ecco, appunto, facciamoci il mazzo… ma per la mazzetta!
In ogni puntata – ormai questo è diventato un reality – non manca il fenomeno. Stavolta ci troviamo di fronte ad un raro esempio di fenomenessa!

Avere uno stile personalizzato di scrittura assicura la pubblicazione di un bestseller o il totale fallimento?

Ho un romanzo in mente da tempo, ma anche a causa dei miei studi all’Accademia d’Arte Drammatica ho uno stile teatrale con dialoghi che sembrano tratti da sceneggiature e abbondanza di puntini di sospensione.
Da un lato so che uno stile personale è spesso apprezzato e necessario per distinguersi dalla massa dei tanti scrittori totalmente sconosciuti, dall’altro non vorrei esagerare con l’originalità.
Cosa mi consigliate???

Tiratela di meno. No, non lo dice un utente di yahoo, lo dico io.
A volte non c’è nemmeno bisogno che io mi prodighi in rispostacce da strega cattiva…
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 http://www.gumwriters.it/2011/02/02/qui-quo-quiz/

Maria Silvia Avanzato: Rossotrevi e l’esperimento La5 di Gumwriters

L’esperimento La5: mentre Cecchini irrompeva, noi tenevamo d’occhio i fetenti

febbraio 2nd, 2011

Abbiamo recentemente scritto in merito all’azione futurista messa in atto dal nostro impavido e rivoluzionario Graziano Cecchini. Io, con addosso questo pigiamino coi cani, non sarei stata credibile come invasore della casa più spiata d’Italia. E, vista la mia gravosa inadeguatezza, ho deciso di “combattere il nemico dall’interno” (questa l’ha detta di recente anche Lucarelli, ricordate?) e sono andata alla guerra. La guerra. Il bombardamento neuronale più lungo al quale sia mai stata sottoposta. Avete presente la scena di Arancia Meccanica dove il protagonista viene costretto a sciropparsi film violenti mediante un diabolico congegno che gli spalanca le orbite?

Una buona fornitura di fette biscottate, una coperta di pile a più strati, mollettone in testa. Molte sigarette d’emergenza: le munizioni. Poi, la guerra. La vostra inviata speciale nel mondo della nevrosi più allarmante, acciambellata in poltrona come un gatto con le zecche.
Da una settimana a questa parte, io seguo il Grande Fratello. Lo seguo, capite la gravità del termine? Nel senso che mi sintonizzo in occasione del serale e non disdegno repliche su La5. Ah, permettetemi due parole su La5.
Il canale incredibile che vede, nella foto promozionale sotto, anche “una cosa che le donne non vorrebbero vedere affatto”: Marco Carta.

E taccio altre cose che non vorrebbero vedere per non avvelenare l’articolo con le mie vedute politiche… fate i vostri conti. Non è difficile, vi ho dato un indizio.
Naturalmente, il “tecnico autorizzato” è venuto a soppiantare i miseri 6 canali d’ordinanza del mio televisore Aiwa di epoca garibaldina, con millemila canali (dei quali il 70% risulta criptato o non disponibile) e un televisore ultrapiatto sul quale mi sento tentata di proiettare anche le lastre del ginocchio scollato di mia nonna. In quell’occasione, mentre mi scroccava amabilmente un caffé, ricordo che l’uomo (un tipo rude e non sbarbato dai modi spicci) mi ha detto: “Vedrà, vedrà come le piace La5 che è un canale solo per le donne e mia moglie sta lì davanti tutto il giorno“.
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http://www.gumwriters.it/2011/02/02/l%e2%80%99esperimento-la5-mentre-cecchini-irrompeva-noi-tenevamo-d%e2%80%99occhio-i-fetenti/

martedì 1 febbraio 2011

Gaia Conventi: recensione a Moana Lisa Cyberpunk from Gumwriters

Pornobambole alla riscossa!

gennaio 31st, 2011

 



L’esperimento di fantahardscienza è pienamente riuscito, “Moana Lisa Cyberpunk – Doll’s Revolution (fiabe wireless postfemministe)” di Roberto Guerra si è rivelato un testo ricco di futurhumour, spunti satirici sulla città volante – chiamiamola Ferrara e ci capiamo al volo! – e bambole cibernetiche ricche di gadgets.
Il libro vanta la prefazione di Graziano Cecchini Rossotrevi e note dei futurologi Riccardo Campa, Ugo Spezza e Marco Milani, promotori del Connettivismo, la nuova fantascienza italiana.
Edito da “Diversa sintonia” nel 2010, quello di Roberto Guerra è un romanzo fuori dai soliti schemi: raccontiflash, sesso umano e umanoide, computer che ci mettono lo zampino e bambole dalla zampa caprina. Un tripudio alla libertà del godimento, al sorriso cattivello e politicamente scorretto.
Il nuovo lessico futurista e cosmico di Roberto Guerra è ben sintetizzato dalle frasi che introducono il testo, scelgo la prima, immaginando potrà chiarirvi le idee: “Mi considero un ambasciatore di Disneyland…” diceva Philip K. Dick, non a caso uno che di futuribile ne sapeva a pacchi.
Il cartaceo hard-disk - hard non a caso – di questa avventura stellare nel mondo del porno futuribile, è composto da nanofiabe le cui protagoniste spaziano da Moana a Paris Hilton, da Marylin a Mary Poppins. Il postfemminismo come medicina alla perdita di sana perversione, dove anche la carne in teflon ha bisogno di ritrovare l’umanità del fare quattro salti per il semplice gusto di farli. Dici niente!
In un nuovo secolo di maschiette – e non diciamo che è successo per caso, ci siamo state costrette – l’idea di cogliere il simbolismo-bambolismo di due belle gambe potrebbe spaventare chi legge la cronaca e si indigna. Non che indignarsi sia sbagliato, non che il bambolismo che si vede in giro sia la norma da seguire… ma se siamo fatti di carne, bisogna lasciar vivere anche quella. Diamole però il giusto senso – senso sensuale, rotolamenti ritmici di parole e sguardi – perché la Moana futurista non si vende per soldi, non si vende per la carriera: non si vende e basta. La pornobambola lo fa perché le piace farlo e ci tiene a dirlo in ogni nanofavola.
Parlare di sesso proprio ora che la tv non ci parla d’altro? Beh, potrebbe essere azzardato, ma se il sesso è anche gioco – se così non è, parliamo di mercificazione o di noia – tanto vale raccontarlo col sorriso. Roberto Guerra lo fa, in un cybertripudio di razzi a cui va cambiata una consonante e di bamboline lascive e molto manga.
Diversi i rimandi alla vita ferrarese, probabilmente li si coglie conoscendo la vita della città, ma va bene comunque: il divertimento è sempre assicurato e le ghignate non mancano. Potete prendere la cosa sul serio o prenderla dada come ho fatto io. L’universo maschile lo si indaga anche così, scoprendo che gli uomini ci amano tutte intere e, a volte, sotto quella maschera da mascalzoni spaziali, sono degli inguaribili cosmoromantici........
 
http://www.gumwriters.it/2011/01/31/pornobambole-alla-riscossa/

mercoledì 26 gennaio 2011

Paperville! da Gumwriters

Nessuno vorrebbe essere uno spazzolatore di code!

gennaio 24th, 2011

 


Io c’ero quella volta che il Paperaccio, giungendo a Paperandia, iniziò a pavoneggiarsi. Giungeva a noi col suo rotolo-papero di poesiole papereggianti, la carta l’aveva pagata cara, usava penna d’oca (convinta a spennarsi a suon di papereuro) e sfrontatamente ci deliziava con tale splendore.
Aveva investito sulle sue piume e voleva farci sapere che era stata una buona cosa.
Avete mai provato a raccontare a Paperaccio che le vostre poesie papere hanno visto la luce senza passare per il borsellino? Beh, a Paperandia succede così, ma magari Paperaccio non lo sapeva e quindi temeva gli raccontassimo delle emerite papere: noi scriviamo poesie, molto sentite, che giungono dai nostri cuori paperi come freccia dall’arco che scocca (si sente che siamo paperpoeti, eh?). Prendiamo il frutto del nostro paperatissimo lavoro e lo proponiamo ai “signori paperi della carta”. A volte ci sentiamo dire che di tali paperate si può fare a meno, ma a volte li convinciamo e ci passano carta gratis e penna d’oca gentilmente devolutaci dall’oca in persona (o in oca, se credete). A quel punto i “signori paperi della carta” ci fanno un contrattopapero: non ci chiedono papereuro, eh no, fanno una cosa strana: ogni carta che fai arrivare al pubblico papero, ti intaschi qualche papercents. Ma che cosa meravigliosa! A Paperandia, sapendo ben cercare tra i tanti “signori paperi della carta”, ne becchi uno che fa ancora il mestiere senza ficcarti in tasca le zampacce palmate!
Abbiamo provato a dirlo a Paperaccio: “Guarda che sulla tua carta ci sono errori che un papereditor avrebbe tolto, guarda che quella penna d’oca strappata a pagamento non dice che sei un papero scrivente… ma solo che riesci ad adoperarla senza ficcartela in un occhio!”. Paperaccio non voleva crederci, secondo lui eravamo invidiosi del suo investimento. “Ho pagato e mi hanno detto che sono un papero che sa scrivere carte e cartine, lo vedete?” e a nulla sono valsi i nostri consigli: “Tienti quei soldi e scrivi sulla cartacucina, tanto assorbe ogni paperata e il mondo papero non saprà mai nulla di questo tuo pavoneggiarti!”.
Lo dicevamo per il suo bene, ma Paperaccio no, non voleva saperne. Aveva rotto il papersalvadanaio e gli era inconcepibile che a Paperandia, invece di vuotarlo, lo si potesse riempire!
Ci sono paperi e paperi, come è giusto che sia. Paperi scriventi che cadono nella trappola dei “signori della carta a pagamento” e paperi scriventi che attendono il momento buono: scovano un pertugio papereditoriale e ci si infilano dentro… gratis. E’ fatica, una fatica papera che a volte ci fa sentire oche! Eppure, pagando papereuro sarebbe tutto più facile e più veloce. Se la carta poetica è un prodotto e lo spazzolino per code di papero è un prodotto: se pago uno e pago pure l’altro, che differenza c’è? Beh, diciamolo, per prima cosa nessuno – nemmeno Paperaccio in persona papera – andrebbe in giro a farsi bello di uno spazzolino da coda! Uno spazzolino da coda non ha una copertina, non ci scrivi il tuo nome sopra… e a nessuno importa scrivere sulla propria carta di identità papera: sono uno spazzolatore di code. E poi, se proprio vogliamo dirla tutta, non ci risulta che lo spazzolino papereggiante abbia mai divulgato idee ed emozioni (certo anche lo spazzolino, dato sul groppone, è un messaggio chiaro e lampante… ma continuiamo a pensare che la poesia faccia meno male e sia un tantino più intellettualpaperabile)....
 
C -    http://www.gumwriters.it/2011/01/24/nessuno-vorrebbe-essere-uno-spazzolatore-di-code/ 

Paper-G

lunedì 24 gennaio 2011

Gumwriters dada: E la Costalonga gli tira una... Scarpa!

gennaio 21st, 2011

Io amo Anna Costalonga, lo so, state già pensando il peggio… ecco che appoggia le cattiverie dell’amica del cuore!
In realtà Anna non dice cattiverie, Anna ha semplicemente il mio vizio: dire la verità. Non importa se poi qualcuno ci rimane male e ti leva il saluto, la verità va detta perché la dicono in pochi. Ecco quindi che la ritrovo nel blog “Sul Romanzo”, a raccontarci a suo modo – la verità, tutta la verità e che Dio ci fulmini se non la diciamo! –
“Le cose fondamentali” di Tiziano Scarpa.


Diciamolo: il titolo è impegnativo. Le cose fondamentali, ovvero le cose da cui non si può prescindere. Alla stessa stregua di quello che avviene per titoli magari più dotti come “I fondamenti della teoria del linguaggio” o “I fondamenti del calcolo differenziale ad uso dei licei e degli appassionati”, quando uno entra in libreria e lo scorge, non può non sentirsi minacciato. “Io racconto di cose fondamentali, dunque sono fondamentale, dunque sono imprescindibile: o mi compri o resti un ignorante”.

In effetti è un titolone, ma io scrivo “gialli da spiaggia” e devo quindi esimermi da cacciare in copertina robe del tipo “Il delitto perfetto”. Se ricordo bene qualcuno è arrivato a tanto, ma era una edizione a pagamento, cosa che implica la mancanza cronica di un editor che esclama “ma che cazzo dici?!”.
Il libro inizia come un diario della paternità: il protagonista non sa darsi pace, è galvanizzato dal fatto di essere diventato padre da appena poche settimane, al punto da ossessionarsi con l’idea di scrivere una confessione, che il figlio dovrà leggere quando avrà quattordici anni.
Detta così, è un’idea di fondo che potrebbe anche risultare accattivante.
In pratica, invece, sono stata costretta a sfogliare parecchie pagine di pura chiacchiera, prima di trovare qualche paragrafo che andasse al di là del rassicurante stereotipo o della abusata strizzatina d’occhio al lettore.
Ad ogni frase, mi assaliva un senso di stizza, un nervosismo: il protagonista parla direttamente al figlio appena nato.

Ora mi chiedo: ci si rivolgerà al lettore in veste di “futuro quattordicenne” o dovremo sorbirci lallazioni adatte ad un pubblico appena nato? La differenza è sostanziale, ma la faccenda resta comunque fastidiosa. A questo punto credo alzerò il telefono e chiederò ad Anna se le locuzioni tendono al “se fai il bravo ti compro il motorino” o al “dai, dì papà, dillo, dillo, dillo…”.
È nel quarantanovesimo minicapitolo, che avviene un colpo di scena, destinato a creare finalmente una dinamica nella trama.
Il pargolo si ammala gravemente, come già accennato: la disperazione del padre si tramuta nel passaggio dall’io-narrante alla terza persona, senza soluzione di continuità....

 
C-  GUMWRITERS

sabato 4 dicembre 2010

Gumwriters- Quei Pazzi degli Estensi!

Gli Estensi: che branco di matti!

dicembre 3rd, 2010

 
Avendo modo d’aggirarmi tra i loro possedimenti – e grazie al cielo Ferrara si è conservata attempata e “nature” come Brigitte Bardot – dovevo per forza decidere di farmeli amici. Con quelli moderni le cose vanno come vanno, ma sono gli Estensi di vecchia data ad attrarre maggiormente la mia attenzione… sì, lo so, a dirlo si fa la parte degli snob! Ebbene, sappiate che, nonostante un caratterino piuttosto indisponente, riesco anche a farmi amare da qualche ferrarese ancora in vita.
Oggi però non vi parlerò di loro, i vivi parlano già da soli – fin troppo – mentre ai defunti ci si pensa solo il 2 novembre. Ecco quindi che vi propongo due chiavi di lettura, la prima è “a modo mio” e la scovate negli articoli che ho dedicato (e continuerò a farlo, ma se scrivo qui non scrivo là e se scrivo là non scrivo qui… un bel casino!) a “Ferrara è una repubblica fondata sugli Estensi”.

Il link vi rimanda al mio sito – perdonatemi la pubblicità occulta – semplicemente perché quel giorno avevo del tempo da perdere e ho diligentemente messo in ordine le puntate della saga (la famosa “saga mentale” se mi passate la battuta!). Le puntate escono a sorpresa, perché ad organizzarmi la vita ci pensa la mia segretaria – non ho alcuna segretaria, quindi fate un po’ voi! – mentre io mi diletto a scrivere. Di solito nascono come “note” sul mio profilo facebook, trasmigrano nel mio blog ferrarese “fatiquei” (ovviamente anche il titolo del blog è in ferrarese) per poi essere organizzati diligentemente nel mio blog “Il bandolo della matassa”: “saghe mentali”, appunto!
Ma c’è anche un modo più serio e diligente di conoscere gli Estensi, mica tutti sono cialtroni come me! Ecco quindi la seconda chiave di lettura: mi sono infatti imbattuta in un buon testo, leggero (beh, insomma, poi vi dirò…), pratico, con l’abc degli Estensi e qualche gustoso gossip d’annata....
 
continua GUMWRITERS

venerdì 3 dicembre 2010

Gaia Conventi- Il dinanimismo su Gumwriters

Dinanimismo.jpg

Gaia Conventi

Zairo Ferrante è un uomo coraggioso, lo è perché ha deciso di passare sotto i nostri ferri… e lui è pure laureato in Medicina e Chirurgia, vedremo quindi di non commettere niente di irreparabile.

Mio caro Zairo, ti useremo in maniera mirata per proporre sul nostro blog qualcosa di intelligente: sii all’altezza della situazione e rendici finalmente un sito letterario.
Grazie a te abbiamo scoperto il
dinanimismo e, pur augurandoti che lo conoscano tutti, vorremmo fare la figura di quelli che propongono qualcosa d’avanguardia: questo movimento poetico-artistico delle anime, potrebbe includere anche Gumwriters tra i suoi adepti? Tieni presente che puoi mentire spudoratamente, a noi fa piacere.

R: Innanzitutto grazie, erano anni che aspettavo un’intervista seria.
Però, la tua premessa e soprattutto la parola “intelligente” mi lasciano un pochino perplesso.
Non è che anche questa volta ho sbagliato posto?
Ad ogni modo andiamo avanti. Ormai siamo partiti!
Giusto per la cronaca hai omesso il termine che di diritto vi include nel dinanimismo, ossia: movimento poetico-artistico rivoluzionario delle anime.
E chi più del vostro gruppo parla alla gente con semplicità ed ironia, cercando di rivoluzionare ed agitare l’animo umano, generando così profonde riflessioni e sbalorditivi interrogativi sulla società?

Ascolta, mi sbilancio: volete diventare anche voi dinanimisti?

Dal tuo sito personale apprendiamo che “il movimento ha come obbiettivo quello di riavvicinare l’Arte e soprattutto la Poesia all’Uomo, in quanto pura ed essenziale voce della sua Anima”, un modo per dire che fin qui i poeti avevano sbagliato bersaglio? Un movimento nasce sulle ceneri di qualcosa che c’era prima oppure arriva e fa piazza pulita di tutto?

R: Insomma mi stai chiedendo, qui pubblicamente, di affermare o che io ho scoperto l’acqua calda, confermando che sono un idiota, o che Leopardi non aveva capito un fico secco? (Caro Giacomo… perdonami era un esempio, lo sai che ti voglio bene). Comunque, io non dico assolutamente che i poeti nel corso della storia abbiano sbagliato bersaglio, dico solo che il loro messaggio è stato ridotto, da una società troppo veloce e poco introspettiva che ci vuole ben omologati in difesa del mercato, a materia di “nicchia”. Insomma la poesia fino agli anni ’70 è stata sempre vicino agli uomini e spesso ha lottato con e per loro.

Qualcuno mi spieghi perché questo, oggi, non può essere possibile?

Invece, per rispondere alla tua seconda domanda, ti dico che il dinanimismo è un movimento che vuole fare piazza pulita dell’attuale sentimento, molto diffuso, “dell’elitarietà poetica ed artistica”. E per far questo cerca di trarre forza da quello che la Storia, i Poeti e gli Artisti, in tempi non molto lontani, ci hanno insegnato.
Ancora, credo proprio che questa sua doppia accezione sia la sua vera forza ed il suo elemento distintivo.
Ritengo sbagliato pensare che un qualcosa sia bello, utile ed innovativo solo se distrugge o supera il qualcosa che lo ha preceduto.

segue http://gumwriters.cortezteam.net/index.php/2010/11/il-dinanimismo-spiegato-ai-gumwriters/