Casalino Pierluigi
sabato 8 luglio 2017
INTRODUCTION TO THE ETERNAL PROBLEM OF GOVERNEMENT
Casalino Pierluigi
L'EREDITA' DI ALFARABI
Casalino Pierluigi
venerdì 7 luglio 2017
INTERPRETAZIONE DEL FASCISMO
Casalino Pierluigi.
Fantozzi e la clonazione: ricordo di Paolo Villaggio
fonte Blasting News Italia
*di R. Guerra
ESTRATTO
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E' scomparso uno degli ultimi grandi comici del cinema e la cultura italiana. Paolo Villaggio, celebre soprattutto per la saga (10 film) cinematografica del ragionier Fantozzi con cui ha magnificamente illustrato la psicologia media e comune italiana per decenni. Ora Fantozzi è volato in paradiso come uno dei suoi ultimi film della serie: purtroppo non tornerà clonato come il suo ultimissimo, "Fantozzi 2000: la clonazione", vero e proprio travolgente volo nel futuro prossimo che merita già una breve analisi retrospettiva.
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Fantozzi, scomparso qualche tempo prima, viene clonato e riportato in vita per delibera del CDA della sua antica azienda che lo rivuole come esempio di impiegato perfetto e "robot" esecutore della politica aziendale. Da cui tutta una serie di eventi e paradossi, gag e battute che ricorda eccome, anche per il tema tecnologico, il migliore teatro di varietà che fu futurista e marinettiano, dello stesso Petrolini. Purtroppo, per i fans di Villaggio, la clonazione non è una tecnologia concreta.
Pierfranco Bruni da Corrado Alvaro ad Ernest Hemingway sino a raccontare Ovidio: il carisma di una scrittura
di Miriam Katiaka
Uno scrittore che ha rivoluzionato il relativismo di Pirandello. Ha riletto Pavese vicino a Nietzsche. Ha attraversato Alvaro nel labirinto. Vive Ovidio nella perenne solitudine. Cerca il mare come Hemingway. Infatti, di recente ha lavorato su Pirandello, Pavese, Corrado Alvaro, Giuseppe Berto, Ernest Hemingway. Percorsi che raccordano, da molti anni, la vita e la letteratura di Pierfranco Bruni. Di recente ha portato in teatro con l'attrice Imma Guarasci l'Alvaro che si vive in "Il viaggio accanto" (Ferrari editore). Un format che verrà ripreso in autunno per altre serate.
Bruni non è nuovo ad alcune forme di sperimentazione, ma in questi ultimi anni ha deciso di allontanarsi dalla critica letteraria che lo vede ancora tra iprotagonisti "rivoluzionari" e antiaccademici e "antiscolastici" oltre innovativi per dedicarsi completamente al romanzo, alla poesia e al teatro.
C'è stato un mutamento chiaro nel suo percorso letterario. Questo lo si può dire. Guarda alla letteratura, o alle letterature come egli preferisce che si dica, con una attenzione profondamente legata al suo modo di essere e non si lascia modulare da giudizi critici. Ma il suo interesse, comunque, resta sempre tematicizzato sulla metafora del viaggio.
In Alvaro, appunto, si parla di viaggio accanto. In Pirandello il viaggio che compie è quello alla ricerca della madre. In Berto, sul quale ritornerà, il padre resta un costante confrontarsi. Pavese resta il simbolo e il mito. Hemingway è il suo scavare nel proprio personaggio attraverso un'altra immagine reale e metaforica che è il mare. Il viaggio accanto è il mare.
Abbiamo chiesto a Pierfranco Bruni, sempre riservato e molte volte schivo di parlare di sè, cosa trova nel concetto di Alvaro che dice: "Nessuna libertà esiste quando non esiste una libertà interiore dell'individuo"?
Ha così risposto: "Ci sono diverse stagioni del nostro tempo durante il quale ci sentiamo invincibili e guaribili da tutto. Quando si arriva alla mia età lo sguardo diventa diverso. Io ho l'età ormai di Ernest Hemingway quando decise di farla finita con la vita. Un'età che ci attraversa e ci indica altre coordinate. Quindi ci si rende conto che si è realmente liberi da tutto. Per essere liberi da tutto questa libertà devi portarla nell'anima. Nulla può interessarti se non la propria vita. Ciò significa che alcun condizionamento mi può toccare. Io sono stato sempre libero. Non ho mai mentito a me stesso. Nella vita e nelle mie passioni. Nella letteratura e nel leggere la letteratura. Sono considerato scomodo anche per questo. Non mi adatto. Soltanto la tradizione mi affascina. Non leggo scrittori e poeti che non mi interessano, ovvero che non rientrano nel mio viaggio. Ho fatto delle scelte rigorose e precise. Ciò significa che non condiziono e non mi lascio condizionare".
La libertà del pensiero diventa così la libertà dell'agire?
"E' chiaro. Nel mio pensare, sottolinea Bruni, c'è il mio agire e agisco come penso. Sono antico di epoche trascorse ed ho attraversato i naufragi e vivo sempre con l'attrazione del vento d'altura".
Forse anche per questo ritorna spesso nella sua Calabria e nella sua casa?
"La Calabria che vivo è una terra di memorie e di nostalgie che mi vivono. La mia casa è in Calabria. Le mie eredità spirituali sono in Calabria. Il mare di Calabria mi ha inventato e il paese del vento mi ha creato. Ci sono immagini che si fanno storia e la storia è un tempo che non si cancella".
Per questo ha scritto il suo viaggio accanto?
"Il mio viaggio accanto, dice Pierfranco Bruni, è un percorso che avevo la necessità di compiere. In questo libro c'è mia madre, mio padre, la mia terra, il labirinto, il mio giardino".
Anche nel suo viaggiare accanto a Pirandello ci sono frammenti del suo esistere?
"Vede, chiarisce Bruni, in ogni libro ci sono pezzi di vita. Soprattutto quando si abbandona i luoghi della critica e si comincia con i luoghi dell'esistenza".
Però ha dato vita a questo nuovo viaggio con "I cinque fratelli", nel quale racconta, insieme a sua figlia Micol, la storia e il destino della sua famiglia?
"Sì, quello è un libro che resta come il documento di una memoria. Un gioco tra verità e linguaggio giocato intorno alla finzione. È il libro della mia biografia autorizzata. Ma il mio cammino parte da molto lontano: con gli sciamani, i monaci tibetani, gli Orienti… Insomma, chiosa Bruni, è un viaggio dentro e accanto".
Pierfranco Bruni dopo il viaggio accanto e Pirandello?
"Sono già superate nel mio raccontarmi. Bisogna andare sempre oltre e non dimenticare. È uscito in e book una 'profezia' poetica 'ilcanto.vento', con Ferrari, e ora lavorerò per portare in teatro il mio Alvaro e il mio Pirandello. Poi il resto è altra cosa".
Ma nel suo percorso di oggi insiste anche Ovidio. Perché proprio Ovidio?
"Ovidio perché è il vero intreccio tra Occidente e Oriente. Tra la latinità e gli Orienti, non solo la Grecia ma anche il mondo dei Balcani. Poi perché è il poeta che non conosce conformismi mente abita, come Maria Zambrano, l'esilio. Senza Ovidio non ci sarebbe stato Dante Alighieri. Anzi Dante Alighieri non avrebbe capito l'esilio e neppure l'eros di Beatrice, immagine in trasparenza".
Innovatore nella tradizione, Pierfranco Bruni resta un punto centrale, un riferimento, di una letteratura che non si piega alla leggerezza, alla debolezza, alla cronaca, alla scurrilità della parola, del pensiero e ai relativismi che troneggiano. Resta uno scrittore elegante, con un forte stile e carisma, nella tradizione delle vere innovazioni letterarie e linguistiche. Se dovessi raccontarlo oggi direi che il suo modello non può che essere Hemingway, anche se viaggi nella letteratura Bruni ne ha fatti tantissimi.
La sua lettura ovidiana, come quella su Pavese, Alvaro e soprattutto Pirandello, è originalissima perché rilegge Ovidio attraverso sia la Zambrano che Vintila Horia?
"Horia è uno scrittore straordinario, afferma Bruni, e fa di Ovidio un esiliato eccezionale. Usciamo fuori dagli schemi conformistici per dare un senso alle esistenze della vita in viaggio che è la vita in esilio".
Kipple Officina Libraria pubblica Poesie, di Guido Antonelli
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Fisica. Ricercatori Unife coinvolti nell’osservazione di una nuova particella | estense.com Ferrara
...Alla collaborazione Lhcb partecipa attivamente un gruppo di fisici dell’Università di Ferrara (Roberto Calabrese, Eleonora Luppi, Luca Tomassetti, Massimiliano Fiorini, Luciano Pappalardo) e della sezione di Ferrara dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Wander Baldini, Concezio Bozzi, Stefania Vecchi). Completano il gruppo tecnologi, tecnici, giovani dottorandi e assegnisti. Il gruppo di Ferrara è fortemente coinvolto in numerose e importanti attività all’interno della collaborazione Lhcb, riguardanti sia la gestione della attuale presa dati (che terminerà nel 2018) che le attività di miglioramento e ottimizzazione previste per la futura presa dati ad alta luminosità, che inizierà nel 2020.
DELL'ALLEGORIA POLITICA IN DANTE
Casalino Pierluigi
giovedì 6 luglio 2017
JULES VERNE, L'UOMO CHE INVENTO' IL FUTURO
Casalino Pierluigi
Italian Institute for the Future. Sali a bordo della stazione spaziale del futuro!
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Stefano Bombardieri a Capalbio grazie a due ferraresi | estense.com Ferrara
E’ appena stata inaugurata a Capalbio la mostra di Stefano Bombardieri, nata da una collaborazione tra la curatrice e gallerista Maria Livia Brunelli e il commercialista ferrarese Massimo Masini, all’interno della rassegna d’arte contemporanea “Arte e vino”, alla sua seconda edizione in Maremma.
mercoledì 5 luglio 2017
AGAR, ISMAELE E MAOMETTO (E L'ISLAM)
Casalino Pierluigi
Peppino Impastato. Ricordare per continuare a V. Verde.
La presenza di Pirandello in Pierfranco Bruni con il tragico e la follia - Marilena Cavallo
La presenza di Pirandello in Pierfranco Bruni con il tragico e la follia
e il Novecento
Marilena Cavallo
L'attualità di Luigi Pirandello non è altro che contemporaneità. Ovvero il suo raccontare (tra versi e teatro, novelle e romanzi) è un raccontare tra storia e vita, tra umanità e recita, tra letteratura e personaggi, ma in fondo resta tra le maglie del nostro esistere. Il nostro esistere oggi è contemporaneità. Chi ha affrontato questo percorso in un libro recente che sta ottenendo importanti riscontri è Pierfranco Bruni con "Luigi Pirandello. Il tragico e la follia" (Nemapress editrice con Video di presentazione di Anna Montella: https://www.youtube.com/watch?v=vrzdqIxu5Ws).
www.youtube.comLuigi Pirandello il tragico e la follia - un libro di Pierfranco Bruni
Il Video di Anna Montella è un vero e proprio percorso didattico sia sul libro che su Pirandello. Una discussione sul libro si svolgerà il prossimo Tre maggio per l'Università della Terza Età nel Salone della Provincia di Taranto e l'Otto maggio nella sede del Castello di Leporano. Ha visto già da mesi numerosi incontri coinvolgenti: dalla Sicilia alla Calabria, dalla Puglia in Abruzzo, da Milano a Roma (qui ha fatto da scenario addirittura Casa Pirandello di via Bosio).Il libro di Bruni, oltre alle originalità che presenta (l'Oriente, il mondo sciamanico, il romanzo di Marta Abba e gli articolati intrecci di vita personale di Bruni stesso) si pone alcuni importanti interrogativi: Pirandello, tra uomo e scrittore, riuscirà a far capire quel "…io non potevo vedermi vivere…"?
Siamo così a Uno, nessuno e centomila del 1925: "'Era proprio la mia quell'immagine intravista in un lampo? Sono proprio così, io, di fuori, quando - vivendo - non mi penso? Dunque per gli altri sono quell'estraneo sorpreso nello specchio: quello, e non già io quale mi conosco: quell'uno lì che io stesso in prima, scorgendolo, non ho riconosciuto".
Pirandello si pone il problema dell'estraneo e Bruni coglie immediatamente questo aspetto. In Pirandello si legge: "Sono quell'estraneo, che non posso veder vivere se non così, in un attimo impensato. Un estraneo che possono vedere e conoscere solamente gli altri, e io no', E mi fissai d'allora in poi in questo proposito disperato: d'andare inseguendo quell'estraneo ch'era in me e che mi sfuggiva; che non potevo fermare davanti a uno specchio perché subito diventava me quale io mi conoscevo; quell'uno che viveva per gli altri e che io non potevo conoscere; che gli altri vedevano vivere e io no. Lo volevo vedere e conoscere anch'io così come gli altri lo vedevano e conoscevano. Ripeto, credevo ancora che fosse uno solo questo estraneo: uno solo per tutti, come uno solo credevo d'esser io per me. Ma presto l'atroce mio dramma si complicò: con la scoperta dei centomila Moscarda ch'io ero non solo per gli altri ma anche per me, tutti con questo solo nome di Moscarda, brutto fino alla crudeltà, tutti dentro questo mio povero corpo ch'era uno anch'esso, uno e nessuno ahimè, se me lo mettevo davanti allo specchio e me lo guardavo fisso e immobile negli occhi, abolendo in esso ogni sentimento e ogni volontà".
La lunga citazione è un messaggio per entrare nel giusto modello interpretativo del testo di Pierfranco Bruni attraversando le geografie dell'uomo – caos.
Il caos, dunque, è la rottura tra il destino dell'uomo e l'uomo che vive la profezia. Pirandello è molto attaccato al caso? Al Kaos? Ma lo scrittore è uno scrittore del destino. Degli inquieti destini tragici che vivono senza alcun rimedio, o scampo o reticenza, la "propria solitudine". In Pirandello, come afferma Bruni, insiste il tempo. Il tempo, in Pirandello, serve anche a stabilire un rapporto tra i ricordi e la memoria Ma con tutta l'intelligenza possibile non sapremo mai se sono i ricordi a imporci la nostalgia o se è la memoria stessa ad essere nostalgia. Ed ecco le maschere.
Le maschere? I volti i passanti i camminanti sono boschi e lune. Ognuno di noi vive di simboli. Abbiamo bisogno di non conoscere i segni che ci attraversano. Vivremmo la nostra vita rincorrendoli. Invece abbiamo bisogno di dormire. Il sonno dello sciamano. Mai quello della ragione.
Le maschere hanno i nostri viaggi. Le nostre passioni... il mistero... Quella passione e quel mistero che hanno attraversato tutta la vita di Pirandello. Viaggiare in termini di infinito nella scrittura di Pirandello significa viaggiare nel Novecento!