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Visualizzazione dei post con l'etichetta storia del futurismo

Futuristi di confine Spazzapan...

DA LA STAMPA MARCO ROSCI TRIESTE Il doppio omaggio della Venezia Giulia al centenario futurista a Trieste e Gorizia, con cataloghi locali di ottimo livello grafico, ha caratteri nettamente differenziati. Quello triestino, intitolato alle Avangurdie di Regime 1920-1940, a cura di Piero Delbello, illustra con 400 manifesti, copertine di riviste e di libri, bozzetti la grafica fra le due guerre. Le prime due sezioni sono dedicate alla propaganda di manifestazioni e alla produzione libraria Per la Patria e Per il Duce. Nelle sezioni dedicate all'Opera Balilla, al Dopolavoro e alle istituzioni fasciste è evidente da un lato il progressivo trapasso dal linguaggio secessionista e déco al sintetismo futurista e costruttivista, con l’irruzione negli Anni 30 del montaggio fotografico. Dall’altro è martellante, esplicito od occulto, il tema della porta ma soprattutto barriera nazionale verso l’oriente slavo, che coincide con singolare contrasto con i cognomi originari di molti grafici ...

SE IL FUTURO HA UN FUTURO di Pierlugi Casalino

SE IL FUTURO HA UN FUTURO Il Futurismo ha lasciato una traccia. Non solo nello slancio verso un avvenire senza confini e senza limiti intellettuali e creativi. Ma anche rinnovando una riflessione su un futuro non devastante, ma in grado dare forma, suono e dinamismo all’anima del progresso. Il futuro ha, dunque, un futuro? La domanda ha del paradossale, ma nasconde una grande verità. E’ una domanda da futuristi o da nuovi futuristi, non da futuristi pentiti, ma più consapevoli. Da sempre il futuro si fonda sul passato. Il passato costruisce il futuro. Una mappa creata da intuizioni, previsioni, progetti, disegni e racconti. Spesso si tratta di occasioni mancate. Ma più frequenti sono i tentativi riusciti di formulare un’ipotesi realizzabile. In altri termini il futuro esiste nel modo in cui lo si racconta. Il futuro è aurorale, non ha un “prima ”, né un “poi”. Esiste quindi un rapporto tra il futuro e il suo immaginarlo. Come si investiga su una questione così apparentemente astratta,...

FUTURISMO URAGANO di Pierluigi Casalino

L’URAGANO FUTURISTA Fu un autentico uragano, che travolse ogni settore della società dell’epoca. Tutto passò al filtro della ventata futurista, avviata con la pubblicazione, nel 1909, su “Il Figaro” di Parigi del Manifesto di Marinetti. Si trattava di un documento poliedrico e trasgressivo, che inneggiava a un nuovo modo di vivere e di creare, di vedere il mondo e di cambiarlo. I primi programmi futuristi videro la luce nell’abitazione del fondatore, in via Senato, 2, a Milano. L’evento finì per lasciare un segno profondo tra le correnti artistiche e di pensiero dei primi decenni del Novecento e rappresentò certamente uno dei fenomeni culturali più importanti del XX secolo. Da un’atmosfera di idee ancora confuse e caotiche si sprigionò una fiammata, che ancora oggi resiste alle mode, “Il Futurismo”. Si trattava della rappresentazione e dell’imitazione delle movenze e dello spirito della corsa sfrenata della macchina, attraverso parole, voci e manifestazioni taglienti come lame. Un tra...