Il ritorno dell’“io” come forma di indagine interiore Negli ultimi decenni, in particolare a partire dagli anni Duemila, nella narrativa italiana si è assistito a un ritorno massiccio del narratore in prima persona. L’“io” narrante è spesso protagonista della vicenda o comunque implicato emotivamente e psicologicamente nella narrazione. Questo “io” può essere autobiografico, come nei romanzi di Elena Ferrante, oppure una costruzione letteraria che simula autenticità, come in molti romanzi di Paolo Cognetti o Walter Siti.
L’uso del narratore interno permette una vicinanza emotiva, un’introspezione che riflette la crisi dell’identità e del rapporto con la realtà. La letteratura non vuole più descrivere il mondo, ma mettere a nudo la percezione del mondo da parte di un soggetto fragile, disorientato, spesso alla ricerca di sé
,,,,Anche da evidenziare, in tale tendenza letteraria, sguardi passatisti antitecno e scienza deleteri: certo eccesso retotico solipsista autobiografico,,,Manca la bellezza del'avanguardia,,,