sabato 11 agosto 2012

Performance de Snake Platform: improvvisazione al Castello di Acquafredda, 19 agosto 2012, Siliqua

http://lasinorosso.myblog.it/media/01/01/4267483051.jpgDomenica 19 agosto 2012, alle ore 18.30, presso il Castello di Acquafredda a Siliqua si potrà assistere ad un evento caratterizzato dall’
improvvisazione guidata con il progetto “Snake_Platform” che coinvolgerà una ventina di musicisti.

“Snake_Platform” è un progetto di
Daniele Ledda sull’improvvisazione con un gruppo di composizione istantanea che utilizza un proprio repertorio di segnali e regole di
interazione, nato con il supporto del collettivo Improring Sardegna. È uno sviluppo ed una deriva del “game piece” di John Zorn: COBRA.


L'ensemble sarà distribuito spazialmente sui tre livelli principali delle rovine della fortezza medievale, rispettivamente a 150, 200 e 250
metri d'altezza, la performance avrà luogo al tramonto.

È necessaria la prenotazione per poter partecipare, il biglietto ha un costo di €
10.00 che comprende la visita guidata al castello di Acquafredda ed il concerto; riduzione ragazzi: € 7.00.

“Snake_Platform” è concepito
per un gruppo di improvvisatori ed un “suggeritore – direttore”. Fondamentalmente il direttore raccoglie le richieste dei singoli musicisti
e mostra dei segnali che determinano delle particolari interazioni tra gli esecutori, per questo si colloca a metà strada tra un gioco di
ruolo musicale ed un esperimento sociale. Il numero di improvvisatori, la strumentazione e la lunghezza del pezzo sono indeterminati, e non
essendo Cobra basato su una notazione
tradizionale, il risultato sonoro è molto differente da una esecuzione all’altra.



“Snake_Platform”:
Daniele Ledda, Prompter
Mauro Medda, Tromba
Matteo Leone, Batteria
Matteo Dessì, Chitarra el
Michele Pusceddu, Video

Francesco Medas, Chitarra
Walter Demuru, Elettronica
Marco Lampis, Elettronica
Silvia Corda, Tastiere ed oggetti amplificati
Giacomo Casti,
Narratore
Gaetano Marino, Voce
Roberta Cocco, Voce
Alessandro Cau, Percussioni
Gianfranco Fedele, Tastiere
Valter Alberton, Sax Tenore

Valter Mascia, Sax Soprano
Annalisa Pascai Saiu, Voce
Roberto Meloni, Campane Tibetane
Matteo Muntoni, Basso
Elia Casu, Chitarra
Andrea
Mereu, Giradischi

“L’improvvisazione gode del privilegio di essere l’attività più largamente praticata e, nel contempo, la meno conosciuta
e compresa....”
Così esordisce Derek Bailey nel suo libro “L’improvvisazione – sua natura e pratica in musica”.


Ritrovo:
Castello di
Acquafredda Siliqua, ore 18.30 (S.S. 293 Km 35 )
Possibilmente indossare scarpe robuste da trekking o da tennis e munirsi di una torcia!


Per prenotare (prenotazione obbligatoria):
Cell: 3491564023 - 3497428014
Email: antarias@tiscali.it

Evento su Facebook:
http://www.
facebook.com/events/260577137387761/

Info:
http://www.facebook.com/SnakePlatform
http://www.danieleledda.com/


daniele.ledda@gmail.com
Cell
380 2331564
http://www.castellodiacquafredda.it/

Video:
http://www.youtube.com/watch?v=giZSNxH5nSg

Alessia Mocci
Responsabile dell’
Ufficio Stampa di Snake_Platform
(alessia.mocci@hotmail.it)


Fonte:
http://oubliettemagazine.com/2012/08/08/performance-de-snake-platform-improvvisazione-al-castello-di-acquafredda-19-agosto-2012-siliqua/






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venerdì 10 agosto 2012

Non date per morta l'America: parola del futurologo Kurzweil


 
Non date per morta l'America
di FRANCESCO GUERRERA
La città si chiama Aurora ma da una settimana è il simbolo di un’America al tramonto.

La follia omicida di James Holmes, lo studente che ha ucciso 12 innocenti e ne ha feriti altri 58 alla prima di «Batman» in Colorado, ha sconvolto una nazione e accentuato la sua crisi di identità. I proiettili sparati dal 24enne con i capelli rossi e gli occhi da pazzo sono echeggiati nei televisori, case ed uffici di un paese che fa fatica a trovarsi ormai da anni. Non più superpotenza economica, senza un nemico chiaro con cui confrontarsi, e con il fiato della Cina sul collo, l’America è attanagliata dai dubbi.

L’atto barbarico di Holmes è un’altra batosta alla fragile psiche nazionale, la «prova» che nell’America di oggi nessuno è sicuro, nemmeno in un cinema di provincia del Colorado. Non se è possibile comprare 6000 pallottole per fucili e pistole su internet come fossero buoni del Tesoro.

L’ esortazione del presidente Obama - l’America deve far fronte al massacro di Aurora come «una grande famiglia» - è sintomatica del momento. Il carismatico «padre» del Paese, l’uomo più potente del mondo, non ha risposte, solo parole.

Con l’economia sull’orlo della recessione, il mondo della finanza alle corde e una quasi-guerra di classe tra i ricchi di Wall Street e i sempre più poveri che vogliono «occupare» il capitalismo, sembra naturale concludere che siamo ormai alla fine dell’impero americano. L’intelligencija fa la sua parte, riflettendo e fomentando l’idea che i giorni migliori del paese sono nello specchietto retrovisore.

Da ideologi di destra come Pat Buchanan - il consigliere di Nixon e Reagan che ha scritto un libro intitolato «Il suicidio di una superpotenza» - alla sinistra liberal di Thomas Friedman, il columnist del New York Times la cui ultima opera si intitola «That Used to Be Us» (Un tempo questi eravamo noi), il mormorio dei benpensanti è un coro di laudatores temporis acti.

Il parossismo, quasi parodico, di questa mentalità è esemplificato in un monologo nella nuova serie televisiva di Aaron Sorkin - il creatore della «West Wing» - ambientata in uno studio televisivo. Parlando ad un gruppo di studenti, il protagonista, un vecchio anchorman incarnato da Jeff Daniels, urla: «Quando dite che l’America è il migliore paese del mondo, non ho la più pallida idea di che cazzo parliate. Il parco di Yosemite?».

Ma siamo proprio sicuri che l’America sia in declino terminale? Aurora è un capitolo tragico e la congiuntura economica e finanziaria non è certo favorevole, ma pazzia e recessione non portano automaticamente alla decadenza di un paese come gli Stati Uniti.

I molti critici dell’America di oggi fanno un errore abbastanza basilare e ben noto a chi studia economia - confondendo fattori ciclici e fattori strutturali. Mi spiego. Non c’è dubbio che gli Stati Uniti siano in un momento
di profonda crisi, economica e sociale. Ed è senz’altro possibile che l’economia Usa ricada nella recessione prima di essersi completamente ripresa dall’ ultima contrazione. I numeri sono deprimenti: dai dati sulla fiducia dei consumatori, al tasso di disoccupazione, al moribondo mercato immobiliare.

Persino il terziario, il settore dei servizi che ha tenuto l’economia a galla e dato posti di lavoro a milioni di persone per decenni, ha l’acqua alla gola. Basta guardare a Wall Street - che pochi anni fa era una fonte di orgoglio nazionale ed un’aspirazione per tanti giovani ed ora è diventata un sacco da pugile per politici, giornalisti e ragazzi del movimento «Occupy».

Attenzione, però, a sottovalutare gli Usa.

Chi li dà per morti deve prima considerare il contesto storico. Non è la prima volta che gli Stati Uniti hanno paura di essersi svegliati dal Sogno Americano. La Grande Depressione degli Anni 30, la crisi di fiducia scatenata dalla guerra in Vietnam e il senso d’impotenza rivelato dagli attacchi dell’11 settembre sono tre esempi di momenti critici nel passato di un paese ancora abbastanza giovane.

L’America è riuscita a superarli grazie alla flessibilità di un sistema politico - il federalismo - e di un’economia che, a differenza della rigidissima Europa, sono capaci di adattarsi ai tempi che corrono.

E’ possibile che la storia si ripeta in questo nuovo, difficilissimo, frangente. Un attento osservatore può già notare il cambiamento camelontico dell’economia americana, da gigante manifatturiero a mostro dei servizi, soprattutto finanziari, ed ora, campione di nuove tecnologie.

Non solo Facebook - una società che non esisteva nemmeno dieci anni fa ed Apple (e Google e Microsoft e Twitter etc etc). Ma anche esperimenti come Singularity, un’«università» non a scopo di lucro fondata da scienziati della Nasa, che è specializzata nello studio e nell’insegnamento di nuove tecnologie a gente in carriera.... C



O figure come Ray Kurzweil, l’inventore del software che permise ai computer di «ascoltare» voci umane e di tradurle sullo schermo. Ad una conferenza piena di manager d’impresa il mese scorso, ho sentito Kurzweil giurare di essere capace di «riprodurre» il cervello umano in un computer - una scoperta che, per esempio, potrebbe aiutare a debellare l’Alzheimer ed il morbo di Parkinson.... C
 
LA STAMPA
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=10387


Ferrara Buskers Festival 25: dedicato a Lucio Dalla

 

Ferrara – Si avvicina l’anteprima della venticinquesima edizione del Ferrara Buskers Festival e si consolidano le sinergie e le alleanze per far crescere nel tempo e nello spazio questa manifestazione, che da anni porta in città artisti e turisti da tutto il mondo.

L’organizzazione del Ferrara Buskers Festival si è da pochi giorni arricchita della preziosa collaborazione di Delphi International: le due realtà ferraresi sono accumunate da un importante anniversario, giacché quest’anno entrambe celebrano i 25 anni di attività nei rispettivi settori.

Alla società di marketing e comunicazione “di casa” il compito di curare l’immagine grafica di questa edizione del festival oltre all’acquisizione di nuovi partner e sponsor commerciali. In futuro si prevede un’estensione della collaborazione sotto ulteriori aspetti. ...CONTINUA

 

FERRARA 24ORE

http://www.ferrara24ore.it/news/ferrara/009433-manifesto-del-ferrara-buskers-festival-europa-tradizione-e-una-dedica-lucio-dall

 

I MAGICI TESORI DELLA COLLEZIONE MERZBACHER

 

Nei libri di storia si legge che la notte tra il 9 e il 10 novembre 1938 è chiamata la "Notte dei Cristalli". Sinagoghe incendiate, negozi di cittadini ebrei saccheggiati, violenze a omicidi susseguitisi in Austria e in Germania. Questo spaventosa pagina di storia fa capire al Julius Merzbacher che è giunto il momento di andare in esilio. Comincia ad inviare in Svizzera il figlio di due anni, ma né lui, né la moglie riescono a seguirlo. Finiscono i loro giorni a Auschwitz. Sempre nel 1938 si denuncia "l'arte degenerata" degli artisti moderni, tra cui molti pittori tedeschi. quali Kirchner, Heckel o Beckman, ma anche stranieri, come Klee o Feininger, che entrarono a far parte quasi integralmente del fortunato fuggitivo di quell'anno terribile, Werner Merzbacher. A Martigny, in Svizzera, fino al 25 novembre 2012, a cura della Fondazione Pierre Gianadda, vengono esposte le opere di quella collezione straordinaria. Tele di di Van Gogh, di Munter, di Matisse, di Derain, di Vlaminck, di Braque, di Kandinsky, dei favisti, di Kupka, di Klee, di Lèger, di Notde, del gruppo Brucke, di Jawlensky, di Calder, di Picasso, di Mirò, riprese da musei e collezioni americane, francesi e svizzere, e riproposte nella splendida cornice dell'istituzione elvetica di Martigny. Nella mostra si distinguono soprattutto i seducenti lavori di Kandinsky, attraversati da una scienza sottile ed empirica della rappresentazione, come egli stesso enuncia nel suo celebre trattato "Lo spirituale nell'arte". L'esperienza visiva dell'evento, del resto, si prova ad ogni Kandinsky che si incontra, così come avviene di fronte ad ogni Klee. Tra ironia e suggestione, peraltro, tutti gli autori presentati nell'esposizione della Fondazione Gianadda, assumono una vena ironica e suadente al tempo stesso. Resta da studiare ancora il messaggio dell'opera controversa di Beckmann, "Donna serpente" , che viene offerta in termini quasi esoterici, alla riflessione di pubblico e critica. Il successo della manifestazione è assicurato dall'interesse che i singoli autori suscitano nelle loro variazioni e digressioni creative. un vero trionfo del colore e del suo mito.
 
Casalino Pierluigi, 10.08.2012

Ferrara: un saluto a Carlo Rambaldi, geniale uomo futurista


 
Roma, 10 ago. (Adnkronos/Ign) - E' morto Carlo Rambaldi, il padre di E.T. e tre volte premio Oscar per i migliori effetti speciali nel 1976 con King Kong, nel 1979 con Alien e nel 1982 con la creatura del film diretto da Steven Spielberg. A dare la notizia all'Adnkronos è stato l'assessore alla Cultura della Regione Calabria Mario Caligiuri.


Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio alla famiglia e al mondo del cinema ha espresso il suo commosso cordoglio per la scomparsa di Carlo Rambaldi che "conquistando tre Premi Oscar per gli effetti speciali aveva espresso e fatto conoscere in un campo innovativo il genio creativo degli italiani".

Mentre Caligiuri, nel rendere nota la morte di Rambaldi, aveva detto: "Scompare uno dei geni internazionali del cinema, un mago degli effetti speciali per tre volte premio Oscar, un esempio indiscusso della creatività italiana". Rambaldi si è spento a Lamezia Terme dove viveva da dieci anni e dove domani si svolgeranno i funerali.

Rambaldi era profondamente legato alla Calabria, poiché la moglie Bruna ha origini crotonesi e la figlia Daniela vive anch'essa a Lamezia Terme. "A conferma del legame con la nostra terra, il Comune di Altomonte, che più volte ha ospitato sue personali di pittura, nel 2008 gli aveva conferito la cittadinanza onoraria, consegnandogli le chiavi della città".

"Sono molto dispiaciuto", ha detto il regista Pupi Avati apprendendo della morte di Rambaldi. "L'ho conosciuto molto prima del suo grande successo - spiega Avati all'Adnkronos - prima che Dino De Laurentiis lo portasse in America. Ma già allora era considerato una specie di genio".... C
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Spettacolo/Addio-a-Carlo-Rambaldi-e-morto-a-86-anni-il-papa-di-ET-tre-volte-premio-Oscar_313588883844.html
 


Nel 1973, prosegue il regista, nella realizzazione di un film con Tognazzi dal titolo 'La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone', "lo convincemmo a costruire un grande fico alto più di dieci metri con rami e foglie che cambiavano in continuazione durante le riprese. E lui rimase con noi, insieme a sua moglie e alla sua famiglia, per tutto il tempo della produzione per cambiare le foglie del fico. Di recente - conclude Avati - ci siamo incontrati e abbiamo ricordato insieme questo episodio".

"E' stato un artigiano del cinema, un artista che ha lavorato con il sapore della gomma e della carta pesta, che ora non ci sono più a causa del computer". Così Gabriele Lavia, attore teatrale e regista cinematografico. "Lo conoscevo da tantissimi anni - ha detto Lavia all'Adnkronos - e mi dispiace proprio. Realizzò la faccia che indossavo per la scena del film Profondo Rosso quando vengo schiacciato da un'automobile".

"Ha sempre usato le mani e non i computer come adesso - dice ancora Lavia - proprio come un artigiano, in modo da far meravigliare il pubblico: che potesse dire accidenti come ha fatto a realizzarlo? E non sentire tanto è fatto al computer! Un artigiano che aveva portato una raffinatezza di alto livello nel cinema".

"Ricordo e mi mancherà il suo modo di parlare - continua Lavia - quando raccontava qualcosa sembrava un sogno. Mi colpiva perché sembrava lo stesso modo di parlare di Federico Fellini, Tonino Guerra e Cesare Zavattini".... C
 
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Spettacolo/Addio-a-Carlo-Rambaldi-e-morto-a-86-anni-il-papa-di-ET-tre-volte-premio-Oscar_313588883844.html

Commento allo scritto “Le ecoballe della bioagricoltura” di Giuseppe Gorlani

 
Mi ha stupito leggere l'articolo "Le ecoballe della bioagricoltura" di Riccardo Cascioli, tratto da Il Giornale. Cosa c'entrano tali riflessioni con la "nuova oggettività" alla quale in questo sito si dice di aspirare? Certo, l'"oggettività" impone di registrare tutto, ma poi si deve trarre dall'analisi una sintesi capace di orientare. Lo scritto in questione nega ogni valore all'ambientalismo e all'ecologia, basandosi implicitamente sul presupposto che il sistema sviluppista ed evoluzionista nel quale stiamo vivendo sia l'unico giusto e possibile e che solo esso sia capace di portare l'uomo – ridotto alla mera identificazione nel corpo fisico e nella mente dicotomica – verso il soddisfacimento di tutti i propri bisogni. Secondo chi scrive, ci si trova di fronte all'ennesimo esempio di hybris caratterizzante il mondo moderno, per il quale tutto ciò che è "natura" non si riduce ad altro che a oggetto di asservimento e di sfruttamento. Non vale se poi i risultati disperanti di simile visione sono sotto gli occhi di tutti; l'importante è affermare la supremazia di un uomo monco – che in quanto "monco" non è che bruto tra i bruti –, portando infelicità al pianeta intero, umani compresi.
Se con il termine tradizione intendiamo la trasmissione di valori immutabili, connaturati all'ente umano, consapevole di Essere, non vi è niente di tradizionale nell'articolo di Cascioli. Secondo la tradizione, infatti, l'umanità sta regredendo e decandendo viepiù, non migliorando. Se proprio vogliamo parlare di un "miglioramento" dobbiamo concepirlo nel senso di una sempre maggiore presa di coscienza dell'oscurità e della pochezza (scaturenti da un'ignoranza o mancanza principiale) che ci attanagliano e non già nel fatto, puramente relativo, che l'uomo stia materialmente evolvendo; in altre parole, è la presa di coscienza della pochezza che ci ammorba a suscitare in noi l'aspirazione alla Conoscenza, al Sublime, al Sacro, a Dio o che dir si voglia.
Se non ci rendiamo conto di essere malati, come potremo mai guarire? Coprendo con una patina di superficiale ottimismo la marcescenza di cui siamo infetti, aggiungeremo marcio al marcio, avviandoci verso il più completo annichilimento. Di ciò ci hanno parlato ad abundantiam Evola, Gnon, T. Burckhardt, Coomarswamy e altri grandi pensatori. Quest'ultimo, tra l'altro, nella sua pregevole raccolta di saggi Sapienza orientale e cultura occidentale dedica un saggio a L'illusione dell'alfabetismo. Del resto, basta dare una scorsa veloce al panorama culturale odierno per rendersi conto della vacuità che lo caratterizza. Che se ne fanno allora del saper leggere e scrivere le masse moderne? Alle masse è stato concesso di alfabetizzarsi unicamente per accedere alla neolingua barbarica, oggi imperante, finalizzata all'omologazione di tutte le differenze in nome di un'impossibile uguaglianza degli enti. In realtà, quelli che si avvalgono della cultura per occuparsi delle questioni fondamentali rimangono puntualmente pochi.
L'articolo in questione mi offre pure l'occasione di porre il dito in quella che ritengo una piaga del cosiddetto "tradizionalismo", coincidente, a livello ideologico e politico, con una sedicente "destra": il più totale disinteresse per l'ecologia interna ed esterna. E' senz'altro vero che negli ambiti ecologici prosperano spesso idee antitradizionali e materialistiche aberranti: la negazione tout court dell'antropocentrismo e dello status di prima persona dell'ánthropos, l'appiattimento degli enti a livello biologico, la confusione tra relativo e assoluto, ecc.; ciò tuttavia non giustifica l'atteggiamento di chi fa di ogni erba un fascio. L'assumere posizioni rigide e cieche e il non esercitare la discriminazione sono comportamenti che conducono alla sterile contrapposizione degli estremi.
Personalmente credo invece che il momento attuale sia il più opportuno per imparare ad esercitare il discernimento, riponendo innanzitutto al Centro il senso essenziale del nostro esistere (etim.: uscir fuori dall'Essere); significato che non spinge verso un "diventare" questo o quello, bensì ispira ad illuminarci, a risvegliarci e a reintegrarci nella Coscienza divina onnipervadente, la quale, come insegnano le Upanishad e altri testi sapienziali atemporali, non nasce e non muore.
Senza tale radicale riorientamento, qualsiasi azione non è che un cieco brulichio votato al niente. Scrive Andrea Emo in un suo Quaderno di metafisica: «E che cosa è infine per noi degno, degno di amore di attenzione di intenzione, di volontà? Nessuna cosa, nessun oggetto, poiché le cose e gli oggetti sono transitori, la loro natura è di sfuggire, di sparire, di attirare l'un l'altro e di trasformarsi l'un l'altro. Chi segue questi oggetti con entusiasmo cioè con passione, è trascinato da questo processus in infinitum, è trascinato al suo intenso processus in infinitum cioè alla follia. Quello in cui si deve porre volontà e fede è l'eterno».
A mio modesto modo di vedere, la citazione testé riportata non implica il disprezzo per la natura, intesa quale oggetto, né un'impossibile astrazione da essa, volta ad adharmiche biotecnologie o ad iperboliche "conquiste" scientifiche; essa, piuttosto, evidenzia l'assurdità dell'assolutizzare la "datità" relativa, estrovertendo in toto l'attenzione e proponendo miraggi di progresso irraggiungibili e insensati. Lo si deve sottolineare: l'uomo resterà sempre un alienato sino a che non comprenderà che la natura è la vibrazione, lo spanda, per dirla in sanscrito, dell'Ineffabile. Idea, intelligenza e azione sono un unicum, non realtà separate. Perciò l'ammirazione, la venerazione e la contemplazione della natura, nella sua coincidenza esterno-interno, sono segni di risveglio che non debbono e non possono restare lettera vuota, ma tradursi in stile di vita, in armonia, salute ed equilibrio. Giacchè è soltanto col superamento del dualismo conoscenza-azione, o individuo-mondo, che si può liberare la Via ostruita dall'ignoranza e dall'incoerenza ed emanciparsi dal nichilismo.
Giuseppe Gorlani

Non date per morta l'America: parola del futurologo Kurzweil



Non date per morta l'America
di FRANCESCO GUERRERA
La città si chiama Aurora ma da una settimana è il simbolo di un'America al tramonto.

La follia omicida di James Holmes, lo studente che ha ucciso 12 innocenti e ne ha feriti altri 58 alla prima di «Batman» in Colorado, ha sconvolto una nazione e accentuato la sua crisi di identità. I proiettili sparati dal 24enne con i capelli rossi e gli occhi da pazzo sono echeggiati nei televisori, case ed uffici di un paese che fa fatica a trovarsi ormai da anni. Non più superpotenza economica, senza un nemico chiaro con cui confrontarsi, e con il fiato della Cina sul collo, l'America è attanagliata dai dubbi.

L'atto barbarico di Holmes è un'altra batosta alla fragile psiche nazionale, la «prova» che nell'America di oggi nessuno è sicuro, nemmeno in un cinema di provincia del Colorado. Non se è possibile comprare 6000 pallottole per fucili e pistole su internet come fossero buoni del Tesoro.

L' esortazione del presidente Obama - l'America deve far fronte al massacro di Aurora come «una grande famiglia» - è sintomatica del momento. Il carismatico «padre» del Paese, l'uomo più potente del mondo, non ha risposte, solo parole.

Con l'economia sull'orlo della recessione, il mondo della finanza alle corde e una quasi-guerra di classe tra i ricchi di Wall Street e i sempre più poveri che vogliono «occupare» il capitalismo, sembra naturale concludere che siamo ormai alla fine dell'impero americano. L'intelligencija fa la sua parte, riflettendo e fomentando l'idea che i giorni migliori del paese sono nello specchietto retrovisore.

Da ideologi di destra come Pat Buchanan - il consigliere di Nixon e Reagan che ha scritto un libro intitolato «Il suicidio di una superpotenza» - alla sinistra liberal di Thomas Friedman, il columnist del New York Times la cui ultima opera si intitola «That Used to Be Us» (Un tempo questi eravamo noi), il mormorio dei benpensanti è un coro di laudatores temporis acti.

Il parossismo, quasi parodico, di questa mentalità è esemplificato in un monologo nella nuova serie televisiva di Aaron Sorkin - il creatore della «West Wing» - ambientata in uno studio televisivo. Parlando ad un gruppo di studenti, il protagonista, un vecchio anchorman incarnato da Jeff Daniels, urla: «Quando dite che l'America è il migliore paese del mondo, non ho la più pallida idea di che cazzo parliate. Il parco di Yosemite?».

Ma siamo proprio sicuri che l'America sia in declino terminale? Aurora è un capitolo tragico e la congiuntura economica e finanziaria non è certo favorevole, ma pazzia e recessione non portano automaticamente alla decadenza di un paese come gli Stati Uniti.

I molti critici dell'America di oggi fanno un errore abbastanza basilare e ben noto a chi studia economia - confondendo fattori ciclici e fattori strutturali. Mi spiego. Non c'è dubbio che gli Stati Uniti siano in un momento
di profonda crisi, economica e sociale. Ed è senz'altro possibile che l'economia Usa ricada nella recessione prima di essersi completamente ripresa dall' ultima contrazione. I numeri sono deprimenti: dai dati sulla fiducia dei consumatori, al tasso di disoccupazione, al moribondo mercato immobiliare.

Persino il terziario, il settore dei servizi che ha tenuto l'economia a galla e dato posti di lavoro a milioni di persone per decenni, ha l'acqua alla gola. Basta guardare a Wall Street - che pochi anni fa era una fonte di orgoglio nazionale ed un'aspirazione per tanti giovani ed ora è diventata un sacco da pugile per politici, giornalisti e ragazzi del movimento «Occupy».

Attenzione, però, a sottovalutare gli Usa.

Chi li dà per morti deve prima considerare il contesto storico. Non è la prima volta che gli Stati Uniti hanno paura di essersi svegliati dal Sogno Americano. La Grande Depressione degli Anni 30, la crisi di fiducia scatenata dalla guerra in Vietnam e il senso d'impotenza rivelato dagli attacchi dell'11 settembre sono tre esempi di momenti critici nel passato di un paese ancora abbastanza giovane.

L'America è riuscita a superarli grazie alla flessibilità di un sistema politico - il federalismo - e di un'economia che, a differenza della rigidissima Europa, sono capaci di adattarsi ai tempi che corrono.

E' possibile che la storia si ripeta in questo nuovo, difficilissimo, frangente. Un attento osservatore può già notare il cambiamento camelontico dell'economia americana, da gigante manifatturiero a mostro dei servizi, soprattutto finanziari, ed ora, campione di nuove tecnologie.

Non solo Facebook - una società che non esisteva nemmeno dieci anni fa ed Apple (e Google e Microsoft e Twitter etc etc). Ma anche esperimenti come Singularity, un'«università» non a scopo di lucro fondata da scienziati della Nasa, che è specializzata nello studio e nell'insegnamento di nuove tecnologie a gente in carriera.... C



O figure come Ray Kurzweil, l'inventore del software che permise ai computer di «ascoltare» voci umane e di tradurle sullo schermo. Ad una conferenza piena di manager d'impresa il mese scorso, ho sentito Kurzweil giurare di essere capace di «riprodurre» il cervello umano in un computer - una scoperta che, per esempio, potrebbe aiutare a debellare l'Alzheimer ed il morbo di Parkinson.... C

LA STAMPA
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=10387


L'ERETICO CROCETTA: LETTERA DI SGARBI AL CANDIDATO PRESIDENTE -

 

Elezioni in Sicilia: lettera del fondatore del PDR
al candidato alla Presidenza della Regione

Sgarbi: «Crocetta riferimento

 
imprevedibile di larghe intese»
«Sarai tanto più credibile quanto meno vincolato ai partiti.
Io e te abbiamo combattuto una battaglia disperata per la difesa
 
del paesaggio contro la violenza mafiosa dei finti ambientalisti
 
sostenitori dell’eolico e del fotovoltaico. La “Rivoluzione”
 
sta nella perfetta coscienza del valore dell’arte, della bellezza
 
e della millenaria civiltà della Sicilia, concretamente difese,
 
finendola con la cieca mistificazione del conflitto tra guardie
 
e ladri e delle varie trattative»
 

 
l'Ufficio Stampa
+39 380 54 75 045, +39 347 96 89 937


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Video: Tonino Casula, nuovo Cortronico con Marco Ferrazza

 
mercato%202d%20credits%20piccolo[1].jpg
 
nuovo cortronico in formato 2d e in formato stereo
 
 
 
 
tonino casula
MERCATO CHIUSO, BELLEZZA
 
musica
marco ferrazza
  
     
Gli  oggetti utilizzati in MERCATO CHIUSO, BELLEZZA (ring wave), sono aperti a predefinite mutazioni morfologiche, nonché a movimenti modificabili nel ritmo e nella frequenza.
 
Utilizzati ai margini delle loro specifiche funzioni referenziali, ma senza perdere la carica allusiva ai materiali del fondo ricavati dalle riprese di una telecamera, producono una felice e salutare ambiguità dello spazio.
 
La musica è di Marco Ferrazza, i materiali di scena di Nello Maimone.

 La visione stereo richiede l'uso di occhiali anaglifi rosso/ciano.

   

In ottemperanza del D.L. 196/2003 riguardante il trattamento di dati personali, è possibile modificare o cancellare i dati presenti nel mio archivio inviando una email all' indirizzo toninocasula@libero.itcon oggetto "cancella".

Affaire Cona: malati di Tutur electro, roba da Paperissima in streaming

Un tutore digitale per non perdersi a Cona

Presentato il "locator", mappa gps per orientarsi in ospedale

 

Come anticipato qualche giorno fa, per far fronte alle tante segnalazioni sulla difficoltà a muoversi dentro il labirinto dell’ospedale di Cona, l’azienda ospedaliera ha lanciato il servizio ‘Dove deve andare?’. Si tratta di un locator, un Gps accessibile dal sito dell’azienda (www.ospfe.it) che indicherà i luoghi migliori in cui parcheggiare e i percorsi da seguire per raggiungere un certo medico o un certo reparto, con tanto di immagini tridimensionali. Chi ha un telefono che dispone di una connessione dati potrà ovviamente utilizzarlo anche all’interno della struttura, tenendo però presente che il segnale nella parte più interna è piuttosto debole.

Questo problema dovrebbe essere superato con l’attivazione del sistema wi-fi che coprirà tutto l’ospedale..... C

 

http://www.estense.com/?p=237973

Nudo d’Amore, raccolta poetica di Antonio Pelliccia, Rupe Mutevole Edizioni

http://lasinorosso.myblog.it/media/01/01/4132534639.jpg“Ho lanciato nel cielo/ i miei pensieri/ oltre i confini/ del noto e del possibile/ ed ho visto/ nell’aria/ bruciare le fiammelle/ dei miei
sogni/ e dei miei desideri./ Non c’è spazio o futuro/ in questo mondo/ per le nostre illusioni,/ foriere/ di un diverso avvenire/ e di
nuove stagioni/ di piacere e di gioia./ Ed è tardi./ […]” – “Ed è tardi”
Lo sguardo dell’autore è rivolto verso il passato, un passato che
ha distrutto ogni illusione. La disperazione è la padrona di questa lirica intitolata “Ed è tardi”, un titolo evocatore di sensazioni
funeree, ombrose. La malinconia diviene ragione di vita dell’Io Poetante che in una notte gelata si crogiola ricordando le suggestioni
delle luminose mattine.
“Nudo d’Amore”, edito nel giugno del 2012 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni nella collana editoriale
“Trasfigurazioni”, è una raccolta poetica di Antonio Pelliccia (1954, Casalnuovo di Napoli). L’autore ha pubblicato con la stessa casa
editrice “Piccolo Canzoniere”, “Nuove Canzoni”, e la silloge “Canzoni d’inverno” all’interno della raccolta a quattro autori “Transiti
diversi”.
L’essenza de “Nudo d’Amore” è il tema dell’assenza della donna amata e, dunque, di una ragione di vita per esser felici, la
felicità si incontra come dono d’amore e consapevolezza dell’immediata gioia di aver qualcuno affianco. Le liriche trattano la tematica con
la cognizione di lontananza nel presente, con le logiche di disperazione conscia che ne nascono. L’io Poetico si ritrova solo a ricordare
in modo ossessivo l’assenza dell’amore.
“La tua assenza/ è il mio canto,/ la mia sola ragione,/ la tua assenza/ è il rimpianto sofferto/
del mio tempo,/ una lama che m’infiggi/ nel petto/ e la ferita/ che mi sanguina ancora./ La tua assenza/ è il profumo di fiore/ dei giorni
di dolore,/ l'unico fuoco/ che accende le mie ore,/ la tua assenza/ è il rosario che sgrano,/ semina di un ricordo/ per il tuo ritorno.” –
“Lamento”
L’assenza che genera il sogno di poter dimenticare, l’assenza che proietta un Io curioso verso le novità, verso l’esterno, verso
il viaggio esotico, verso le metropoli che pullulano di anime che si incontrano ogni giorno alla stessa ora senza mai scambiarsi una
parola. Una solitaria curiosità di definirsi meglio, di espandere ogni lato per poter abbracciare ogni angolo della propria mente.
“Ignoro/
se un riflesso/ anche minuscolo/ della mia lontananza/ ti appaia/ dentro lo specchio/ nel tuo volto/ quando ti guardi/ e cerchi di
apparire/ sempre più bella/ sempre più invitante/ ai passanti/ che incontri/ sotto i portici ariosi/ della tua Bologna./ Allora io m’
immagino/ che lungo il percorso/ tu ti mostri brillante/ e interessata/ agli sguardi rapaci/ e ai complimenti/ che ti piovono addosso/ e
quindi mi domando/ in che cosa consista/ e il come e il quando/ della mia esistenza/ nei tuoi pensieri/ e nei tuoi desideri./ […]” – “Sotto
i portici”

Rupe Mutevole Edizioni sarà presente ad ottobre alla Fiera Internazionale del Libro di Milano:
http://oubliettemagazine.
com/2012/05/15/rupe-mutevole-edizioni-partecipa-alla-fiera-del-libro-di-milano-dal-26-al-29-ottobre-2012/
Lascio link utili per visitare il
sito della casa editrice e per ordinare il libro.
http://www.rupemutevoleedizioni.com/


http://www.reteimprese.it/rupemutevoleedizioni
http:
//www.facebook.com/pages/Ufficio-Stampa-Rupe-Mutevole/126491397396993

Alessia Mocci
Responsabile Ufficio Stampa Rupe Mutevole Edizioni

(alessia.mocci@hotmail.it)

Fonte:
http://oubliettemagazine.com/2012/08/09/nudo-damore-raccolta-poetica-di-antonio-pelliccia-rupe-mutevole-
edizioni/





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giovedì 9 agosto 2012

La destra ex Berlusconi è una mummia vivente..... Baci sovietici con Monti!

dopo il caso dell'intervista al wsj, alfano chiude la vicenda

Spread, incidente Monti Berlusconi
Alfano:«Per noi la vicenda è chiusa»

Al termine dell'incontro con presidente del consiglio,
il segretario del pdl Angelino Alfano smorza i toni

 

Angelino Alfano (Reuters)Angelino Alfano (Reuters)
«Per noi la vicenda è chiusa». Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, al termine dell'incontro con il premier Mario Monti, durato circa un'ora e mezza, si ferma a parlare con i giornalisti e mette la parola fine all'incidente causato dalle parole del professore al Wall Street Journal. «Siamo gente seria e positiva, che pensa all'interesse del Paese - spiega Alfano - ieri Monti ha chiamato Berlusconi esprimendogli il suo rammarico: per noi lì si è chiusa la vicenda».


L'INCONTRO - Durante l'incontro con il presidente del consiglio, Alfano ha presentato la proposta di abbattimento del debito pubblico elaborata dal Pdl. «Abbiamo ribadito con forza - ha spiegato Alfano - la nostra idea secondo cui la priorità è l'abbattimento del debito. È una sfida che abbiamo davanti perchè il nostro debito appesantisce il Paese ed è un problema che va risolto molto celermente». Obiettivi condivisi dal governo che infatti in una nota ha ricordato: «Nella legge di conversione del decreto per la revisione della spesa pubblica promulgato oggi dal presidente della Repubblica, sono previste diverse misure volte alla valorizzazione e successiva dismissione del patrimonio dello Stato sia degli immobili che delle partecipazioni pubbliche». Nel condividere le finalità della proposta del Pdl di abbattere il debito, il premier Mario Monti e ministro Vittorio Grilli hanno espresso «apprezzamento per la volontà del partito di collaborare con il governo per esaminare metodi e tempi del programma di dismissioni pubbliche».... C
 
http://www.corriere.it/politica/12_agosto_08/monti-alfano-caso-spread-wsj-vicenda-chiusa_296a5916-e179-11e1-9da2-92ad47219a78.shtml?fr=box_primopiano

Ferrara: Itinerando e la città attraverso il Cinema

Movietour fra i fotogrammi di Ferrara

 
7 Agosto 2012 |  

Ferrara - Venerdì 10 agosto Itinerando inaugura una serie di iniziative serali estive con un tour guidato in bicicletta attraverso un viaggio immaginario a Ferrara e al Castello Estense, filtrato dal particolarissimo sguardo della macchina da presa.

Ferrara è stata scelta infatti come location di tanti capolavori della storia del cinema: strade, mura, giardini, edifici antichi, hanno continuamente attirato l'attenzione di registi e produttori, costituendo il set ideale per innumerevoli racconti.

Una guida turistica illustrerà il contesto urbanistico e monumentale e un esperto di cinema, con l'aiuto di fotogrammi e foto di scena e la collaborazione di due attori, racconterà i momenti centrali della Ferrara cinematografica, in un intreccio di architettura, pittura, suggestioni letterarie e musicali, con particolare riguardo al Castello Estense.

Il tour toccherà le location di capolavori come Ossessione di Luchino Visconti, ripercorrerà le vicende de La lunga notte del '43 di FlorestanoVancini e de Il mestiere delle armi di Ermanno Olmi, si muoverà sui passi dei protagonisti de Il giardino dei Finzi Contini, di Vittorio De Sica, rivivrà le passioni di Al di là delle Nuvole di Antonioni, gli intrighi del film TV Nebbie e delitti e le atmosfere di E ridendo l’uccise di Vancini. .. C

 

ferrara24ore

http://www.ferrara24ore.it/news/ferrara/009409-movietour-fotogrammi-ferrara

 

Marcello Veneziani attacca Umberto Eco, eterno cattivo maestro...

Eco, cattivo maestro dai testi di piombo

Torna "Il costume di casa": una raccolta di pezzi degli anni Sessanta che ha gettato benzina sugli anni del terrorismo. Per screditare la destra confonde volutamente pensatori e picchiatori
Il libro è assai istruttivo, coincide con un’epoca cruciale che culmi­na nel ’ 68 e poi si intristisce nei cu­pi anni seguenti. È un libro coevo, per capire il clima, alla firma di Umberto Eco apposta al manife­sto di Lotta Continua contro il commissario Calabresi, poco do­po ucciso su mandato dei medesi­mi lottacontinuai. Pagine interessanti,non c’è dub­bio, a tratti acute, da cui traggo quattro o cinque spunti utili per ca­pire il presente. Parto da quel tem­po. Negli anni Sessanta c’era in Ita­lia una vera borghesia, dignitosa e ipocrita, come è poi la borghesia, che aveva senso del decoro e della morale, un discreto amor patrio, un reverenziale rispetto per le tra­dizioni culturali e religiose, anche se talvolta fariseo o filisteo. Le sue basi erano i costumi di vita eredita­ti, la buona educazione e le lezioni impartite dalla scuola del tempo. Eco demolisce quei santuari a uno a uno: il senso della tradizione e dei buoni costumi, il senso religio­so e il legame con la morale comu­ne, la meritocrazia e «l’illusione della verità». Auspica una «guerri­glia semiologica» (in quegli anni erano parole di piombo), nega il ri­spetto del latino - «L’ossessione del latino è una manifestazione di pigrizia culturale, o forse di forsen­nata invidia: voglio che anche i miei figli abbiano gli orizzonti ri­stretti che ho avuto io, altrimenti non potranno ubbidirmi quando comando»-distrugge i buoni senti­menti e il suo alone retorico che promanavano dal libro Cuore , li­bro di formazione di più generazio­ni che servì a edificare un sentire comune dell’Italia postunitaria e che per Eco è invece «turpe esem­pio di pedagogia piccolo borghe­se, paternalistica e sadicamente umbertina»; elogia Franti il cattivo... C
 
il giornale
 

Ferrara: Corse al trotto all'Ippodromo, ...9/16/23 agosto 2012


Nelle giornate del 2 - 9 - 16 - 23 Agosto 2012, avranno luogo all'Ippodromo Comunale quattro giornate di corse al trotto
FERRARA. Riapre i cancelli l’ippodromo di Ferrara per la tradizionale stagione estiva di corse al trotto. Sono state confermate complessivamente 4 giornate di gare come nel 2011, e si disputeranno ogni giovedì del mese di agosto , nei giorni 2 - 9 -16 - 23. Le gare avranno inizio alle ore 16, per un totale di otto corse in programma.
Nonostante il momento di grande difficoltà che il mondo dell’ippica italiana sta attraversando, l’ippodromo di Ferrara ha dimostrato il suo impegno e le giornate sono state confermate nello stesso numero della passata stagione, sia nel rispetto della tradizione ippica della città, sia perché nei pomeriggi d’agosto Ferrara, unico ippodromo di trotto attivo, si è ritagliato il suo spazio di simpatia fra gli appassionati frequentatori delle agenzie.
Grazie alle corse l’ippodromo potrà così godere di un riordino generale che riguarda in primis la pista di gara e quindi le aree verdi, che da quando è terminata la gestione da parte dell’Istituto Incremento Regionale Ippico sono venute a mancare.
Per gli appassionati ed i semplici curiosi ferraresi un appuntamento che si rinnova grazie alla sensibilità del Comune di Ferrara che vuole perpetuata la tradizione delle corse al trotto e di Nordest Ippodromi che rinnova il suo impegno nella gestione dell’impianto, pur in una fase così delicata per l’ippodromo ferrarese e per l’ippica in generale.
http://lanuovaferrara.gelocal.it/sport/2012/08/02/news/riapre-la-stagione-estiva-di-corse-al-trotto-1.5494132
 

Stefano Balice; arte, antiarte, oltrearte...

 

A proposito della Grande Espressione Artistica

 
Arte, Arte, Arte.
L'Arte coi concetti, l'Arte con la tecnica, l'Arte con la tradizione, eccetera.
Al di là di qualsiasi discussione già ampiamente trattata ovunque e da chiunque, dovremmo ricordarci che l'Arte - ve lo dico a denti stretti, voglio fare l'ingenuo - è espressione.
Ma in che modo l'Arte, che utilizza canali comunicativi scadenti come mostre, musei e patetici vernissage, può dirsi espressiva?
Se voglio esprimere, se voglio comunicare, lo faccio scegliendo di volta in volta gli strumenti che ritegno più adeguati. Il messaggio che trasmetto in questo modo agisce all'interno di un contesto, può mutare nel tempo, arricchirsi attraverso il confronto. Ma niente di tutto questo passa attraverso i musei. Niente di tutto questo ha a che fare con il Mondo dell'Arte. Per questo a noi
mavvisti piace parlare di arte, non-arte o oltrarte....C
 
PensieroEnarmonico/StefanoBalice/netfuturismo
 
http://pensieroenarmonico.blogspot.it/2012/08/a-proposito-della-grande-espressione.html
 

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