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martedì 1 luglio 2014

Luca Siniscalco sulla mostra di Mimmo Rotella a Milano

LUUK MAGAZINE
Un segno indelebile: il décollage. Una matrice dadaista, commista a influenze di Pop Art, astrattismo americano, ricerche spaziali e materiche à la Fontana e Burri, graffittismo, manifesti pubblicitari, immaginari statunitensi. Questo il milieu a cui si abbevera l'ideatore del "Manifesto dell'epistaltismo". Questo il fermento che Mimmo Rotella insieme ammira, sperimenta e rifinisce.
È tale tensione artistica a essere protagonista di due fondamentali mostre milanesi che ripropongono contemporaneamente il valore estetico dell'opera di Rotella.
In primo luogo "Decostruzioni Urbane", allestita presso la galleria Il Castello Modern and Contemporary Art sino al 20 luglio 2014. L'esposizione comprende venti opere di Mimmo Rotella, alcune mai esposte al pubblico, parte della collezione privata di Adriano Conte e Marcello Conte, proprietari della galleria e curatori della mostra, che si avvale della direzione creativa di Elisa Ajelli. Dalle opere emerge un linguaggio innovativo, realmente avanguardistico, testimone di un percorso compiuto da Rotella dagli anni '40 fino alla fine degli anni '80.


Vi è poi la fondamentale esposizione presso Palazzo Reale, inaugurata il 12 giugno e aperta al pubblico fino al 31 agosto 2014. Si tratta di "Mimmo Rotella. Décollages e retro d'affiches", curata da Germano Celant, promossa e prodotta da Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale, Mimmo Rotella Institute e Fondazione Mimmo Rotella. L'esposizione, come rivela il titolo, è incentrata sulla pratica del décollage e riguarda il periodo compreso fra il 1953, anno delle prime sperimentazioni sul manifesto lacerato, e il 1964, con la partecipazione dell'artista alla XXXII Biennale di Venezia. La mostra espone circa centocinquanta opere, intervallando gli approfondimenti di momenti particolari dell'esperienza artistica di Rotella al confronto con lavori di altri grandi protagonisti dell'arte novecentesca, fra cui, per citarne solo alcuni, Marinetti, Prampolini, Burri, Fontana, Manzoni e Warhol.
Mimmo Rotella, Divertitevi a dare, 1959-60, décollage su tela, cm 110x100, collezione privata
Mimmo Rotella, Divertitevi a dare, 1959-60, décollage su tela, cm 110×100,
collezione privata
Le esposizioni rivelano così la natura dell'estetica di Rotella, tutta inserita in una dinamica di ritaglio, articolazione e accostamento, una dimensione topologica improntata a una frammentarietà dispersiva rinviante a un piano reale ma sempre interrogante. Un'arte complessa e concettuale, in dialogo con una società di massa disgregata dall'artista per conferire ad essa forme nuove.
Luca Siniscalco

sabato 21 giugno 2014

L'art pop futurista di Mimmo Rotella

LA STAMPA + VIDEO....

manifesti che si sbriciolano e che diventano icone al contrario dell'immaginario collettivo. Mimmo Rotella ha inventato il décollages e ha lasciato un segno nell'arte del secondo Novecento. Palazzo reale a Milano presenta la mostra "Décollages e retro d'affiches", curata da Germano Celant, con 150 opere realizzate tra il 1953 e il 1964. Al centro della mostra il gesto di appropriazione di oggetti reali, come spiega Antonella Soldaini, direttore del Mimmo Rotella Institute."Lui prende questi cartelloni - ci ha detto - li ruba letteralmente dalla strada e li porta in studio. Lì li elabora con il famoso processo del taglio, questi manifesti. Contemporaneamente fa un'operazione che parte dalla stessa procedura di strappare il manifesto, ma lo applica su un telaio al rovescio, e sono i famosi retro d'affiches".In mostra i celebri manifesti ispirati al cinema, ma anche i lavori di Rotella che più si avvicinano all'informale, i ragionamenti sulla pubblicità, e le icone globali dell'America Pop, come John Kennedy e Marilyn Monroe. "L'entrata di questi oggetti - ha aggiunto Soldaini - che noi vediamo intorno a noi, nessuno aveva pensato di assumerli a importanza artistica".Stimolante, poi, il dialogo con i lavori di altri grandi artisti, come Alberto Burri, Yves Klein o Filippo Tommaso Marinetti. E Rotella al Futurismo, aveva sempre guardato, anche per arrivare al gesto del décollages."Questo è proprio un retaggio del Futurismo - ha concluso il direttore del Mimmo Rotella Institute - e da lì arriva, come per i futuristi, l'esigenza di entrare nel progresso, nella civiltà, nella società".La mostra a Palazzo Reale resterà aperta al pubblico fino al 31 agosto.