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Visualizzazione dei post con l'etichetta pierluigi casalino

Il tempo e la memoria: libri Asino Rosso Formato Kindle di Casalino Pierluigi (Autore)

di Roby Guerra ,,,,,"Qui termina il diario di mio padre. Molte altre notizie sulla sua prigionia le fornì a voce in successive occasioni. Non è semplice integrare il racconto, ma il filo sottile che lega episodi e sentimenti resta inalterato. Diverse sono però le memorie vissute da quelle trasmesse. Mi sono limitato a riferirne alcuni aspetti nell'introduzione.  Devo la mia vita a mio padre e mia madre, perché gli eventi della guerra mondiale non li hanno trascinati via come i milioni di persone, che, durante il conflitto, hanno trovato la morte in tutto il mondo. Già in conclusione di queste memorie lo spirito osservatore del genitore sa cogliere i segni degli sviluppi, che di lì a poco avrebbero interessato la scena internazionale. Già, peraltro, di fronte alla ritirata tedesca, davanti all'incalzare dell'Armata Rossa, mio padre e altri come lui si interrogavano sui limiti di tale operazione militare. Ricordo che spesso faceva riferimento a queste...

Il sacco di Roma e la fine del mondo antico. La questione politica e la sua nuova funzione.

Da: Pierluigi Casalino   "Se Roma cade, chi mai si salverà": queste le parole di San Gerolamo alla notizia, da lui definita "orribile", del sacco di Roma nel 410 ad opera di Alarico. L'eco dell'evento fu vasta e la circostanza venne percepita dai contemporanei, cristiani e pagani, come un qualcosa di eccezionale e devastante. Pur tuttavia la percezione di tutti non fu quella di un segno della fine di Roma, anche perché il mito dell'Urbe continuava e continuerà ad esercitare il suo richiamo per molto tempo ancora. E ciò anche in considerazione del fatto che l'impero romano esisteva ancora, soprattutto, ad oriente e il centro del spirito universale della Città Eterna si stava progressivamente trasferendo alla Chiesa. A dire il vero nessuno pensava di essere davvero al tramonto di un'epoca; in effetti il sacco di Roma si inseriva in più ampio contesto di disordini, materiali e morali, che pochi riuscirono a valutare nella loro...

Testi e parole nell'arte contemporanea. Il Caso Boetti.

Da: Pierluigi Casalino   Qual'è il ruolo delle parole, dei testi, nell'arte del nostro tempo? Dipinta o scolpita, la parola si è ritagliata un posto nelle arti visive nei modi più vari, da quello proprio di un elemento decorativo a quello di segno posto al servizio di un  Significato complesso. Una piccola tavola bianca si presenta all'inizio della stagione poveristica di Boetti ed ha un titolo evocativo: "I vedenti" (1967). Non siamo in grado di chiamarla pittura, scultura o altro ancora: della prima ha la bidimensiolita', della seconda ha il volume. E in più, Boetti prevede che stia a terra, come un'installazione di foggia minimalista, dalla forma solida regolare, senza piedistallo. Le dimensioni sono contenute, ma non le ambizioni. "I Vedenti" vale come definizione delli sguardo artistico e insieme come avvertimento. L'oggetto che ci sta di fronte non coincide con l'opera, non più di quanto la carta o l'inc...

Cicerin e il declino della politica estera della prima Russia sovietica.

(Photo- Cicerin e D'Annunzio   https://istriaitaliana.wordpress.com/2015/01/20/visita-di-cicerin-a-dannunzio/  ) Da: Pierluigi Casalino  Se le dimissioni ufficiali di Cicerin dalla carica di commissario del popolo agli Esteri della Russia sovietica avvennero nel 1930, il suo declino politico cominciò a manifestarsi sensibilmente fin dal 1927. Circostanza, quest'ultima, che fu ricordata anche dal suo successore Andrei Gromyko, in un articolo commemorativo a 90 anni dalla nascita dello stesso Cicerin. A provocare la sconfitta della linea di Cicerin fu in realtà la medesima ragione che portò all'accantonamento dei tentativi di creare una presenza attiva dell'Urss sul piano internazionale. Il ritorno ad ruolo di alto profilo da parte di Mosca nell'arena mondiale era concetto connaturato all'idea di Cicerin, il quale già dalle prime giornate della Russia sovietica si adoperò per un impegno diretto dei russi a fianco delle potenze europee. Ciò impl...

Le difficoltà della democrazia

Da: Pierluigi Casalino   Quando si parla di democrazia, in genere, ci si riferisce a Democrazia in America di Alexis de Tocqueville, un classico a cui si ispira ogni studioso per fare un'analisi politica compiuta. L'attualità di questo insuperato capolavoro si manifesta soprattutto ai giorni nostri, in un momento di crisi della democrazia rappresentativa tradizionale. Per affrontare questo argomento occorre in primo luogo muovere proprio dal concetto di politica e non da quello stesso di democrazia. Muovere, cioè, da quegli studi della classe politica di cui fu maestro l'autore italiano Gaetano Mosca. Per tornare alle difficoltà della moderna democrazia, che, peraltro, riesce sempre vincente nei confronti del dispotismo più o meno mascherato di molti stati odierni, va detto esplicitamente che le molte sfide congiunturali che pongono alla democrazia quesiti quasi irrisolvibili, che rendono imprevedibile il futuro percorso del miglior sistema politico u...

Il mondo di Roma imperiale come modello per una moderna integrazione.

  Da: Pierluigi Casalino L'impero romano costituì una vastissima area territoriale e giuridico politica che andava dalla penisola iberica al Caucaso, dalle isole britanniche alle regioni germanico - slave, dall'Africa settentrionale ai Balcani, alla Grecia, all'Asia minore, al Medio Oriente fino ai confini dell'estremo Oriente.A contatto con realtà etniche e di culto rappresento' un modello di integrazione straordinario, oltre che un potente elemento di unificazione e di attrazione sopratutto per le classi dirigenti provinciali e nella dimensione della vita urbana. E ciò anche grazie alla sua capacità di adeguarsi alle tradizioni locali e di assorbirle nella logica della romanità, facendole addirittura proprie. La concessione della cittadinanza romana, pur ponendo in risalto l'amministrazione imperiale e la sua burocrazia e le sue leggi, evidenzio' un unicum di grandissimo rilievo civile e sociale. Una dimensione che non manco' di ese...

LA SVEZIA SI PREPARA ALLA GUERRA, RUSSIA, CINA, COREA DEL NORD E DINTORNI

Stanca delle provocazioni militari russe, la Svezia si prepara alla guerra con Mosca e a tale riguardo ha avviato una campagna di massa di educazione bellica e alla sicurezza collettiva in vista di un possibile conflitto con il potente vicino. Analoghe preoccupazioni si stanno levando in Gran Bretagna, in Polonia, negli Stati Baltici. La Russia non è più comunista, ma una anomala nostalgia di Stalin, che non sembra investire, peraltro la visione ideologica del Paese, se non per evocarne l'atmosfera patriottica (si ricordi che il 26 dicembre scorso l'ambasciatore russo in Sudafrica ha voluto, via twitter, ricordare al mondo la vittoria zarista contro Napoleone nel 1812, al fine di invitare a non sottovalutare l'orgoglio nazionale russo) e la determinazione a recuperare un ruolo di superpotenza planetaria.Jet russi sembrano violare gli spazi aerei di molti paesi e la circostanza non depone bene sul futuro delle relazioni internazionali. A ciò si aggiunga il doppio gioco di P...

SPIE E GUERRA NEI MODELLI TEORICO PRATICI DALL'ARTHASASTRA DI KAUTILYA ALLA COREA DEL NORD

Le dottrine improntate al realismo politico più spregiudicato risalgono a tempi remoti e trovano nell'antica India, più ancora che nell'antica Cina, modelli di speciale riferimento, la cui eredità si ritrova nei moderni sistemi di potere di dispotismo orientale e del loro controllo sociale, tramite soprattutto lo spionaggio e il controspionaggio . Dalla Russia asiatica alla Cina confuciomarxianocapitalista alla Corea del Nord di Kim piccolo despota rosso dalle mire universaltotalitarie di stampo veterostaliniano condito nella salsa delle teorie della guerra del Celeste Impero. Putin offre il dialogo all'America sulla questione nordcoreana e poi con la Cina, dopo che lo hanno a suo tempo Pakistan ed Iran aggira l'embargo ONU per aiutare Pyongyang. Sull'incertezza della politica di Trump. assai poco credibile, non essendo nemmeno lontana parente di quella di Reagan e di Nixon, formati alla scuola del realismo di Henry Kissinger, nulla da aggiungere, ma la potenza ...

LA FINE DELLA CULTURA, RESA ORMAI OGGETTO DI MERCATO

L'anno che sta per trascorrere vedrà tristemente il mercato dei video giochi imporsi su quello dei libri, con un regresso pauroso della cifra intellettuale dell'umanità, ma anche con una perdita netta della fantasia creativa e del senso critico. Un disastro, dunque, di proporzioni apocalittiche per il lascito culturale degli umani, la cui capacità espressiva si traduce in una pericolosa picchiata i cui termini afasici sembrano destinati ad ampliarsi nel nome del dio quattrino e della strumentalizzazione delle menti. E tutto ciò allo scopo di una vergognosa resa del sapere e parimenti della sapientia cordis. Oni pur minimo e timido tentativo di controtendenza viene stoppato dall'incredibile legge del profitto e delle sue demoniache conseguenze sulla creatività non solo artistica, ma anche scientifica, oltre che di ingegno e di umanità. Il futurismo privilegiava l'intelligenza e l'originalità del progetto innovativo e mirava ad un uomo nuovo la cui luce intellettiva ...

IL RITORNO DI ANTONIO GRAMSCI

E' ormai un fatto acquisito. Antonio Gramsci, insieme a Croce e Gentile, è la figura più importante del panorama intellettuale italiano del XX secolo. Non solo: Gramsci è l'autore italiano più conosciuto e tradotto nel mondo, ovviamente dopo Dante Alighieri. Antonio Gramsci sta godendo di una fortuna straordinaria e sulla scorta di ciò cresce il numero delle edizioni delle sue opere in una sempre maggiore interpretazione critica. E ben si può dire anche che gli scritti gramsciani sono entrati in circolo in un periodo diverso da quello in cui l'autore le compose. Ed è ormai dato per scontato che Gramsci viene identificato come un classico e soprattutto come uno dei vertici del pensiero e della letteratura del Bel Paese, nonostante le proposizioni ideologiche: eppure anche queste si manifestano come un patrimonio culturale italiano di rara qualità espressiva, oltre che di ricchezza semantica. Dunque Gramsci oggi viene studiato e decifrato come uno dei grandi classici della l...

LA QUESTIONE DI FIUME, UNA MEMORIA DA NON CANCELLARE MAI DALLA NOSTRA STORIA

Il Patto di Londra non aveva menzionato Fiume tra i territori a noi promessi e la Yugoslavia ne pretese l'annessione, anche se la città aveva, dal 3 ottobre 1918, manifestato la sua volontà di unirsi all'Italia. La Yugoslavia trovò dei validi sostenitori nel presidente degli Stati Uniti Wilson e nella Francia che era contraria al fatto che l'Italia avesse il predominio sul mar Adriatico. I nazionalisti italiani furono profondamente colpiti dalla questione di Fiume e, tra l'11 e il 12 settembre 1919, Gabriele D'Annunzio a capo di un gruppo di volontari, con la cosiddetta marcia di Ronchi entrò in Fiume, allontanò le truppe alleate che che l'avevano occupata e proclamò un governo provvisorio. alla vicenda, poi detta avventura fiumana. ho dedicato alcuni articoli su Asino Rosso e su Comunicati.net. L questione fiumana venne regolata da due trattati. Il trattato di Rapallo del 12 novembre 1920, stipulato da Giolitti, prevedeva che Fiume venisse riconosciuta come st...

INDIA E PAKISTAN E ALTRO. I RESTI DEL RAJ BRITANNICO

Il 15 agosto 1947, tra massacri, emigrazioni di massa e retorica, ci fu la spartizione del Raj britannico ovvero del diamante dell'Impero di Sua Maestà. Il subcontinente e tutta la sua storia millenaria furono divisi con le conseguenze di guerre, povertà e profughi, oltre che di ulteriori divisioni e tensioni. Se è vero che i conflitti combattuti in 70 anni sono stati vinti dall'India, è anche vero che tale situazione, intrecciata nel contesto delle più grandi rivalità internazionali, non ha prodotto alcun progresso verso la definitiva pacificazione dell'area. Oggi addirittura gli opposti estremismi indù e islamico sono molto vicini al potere nei due Stati dell'ex vasto Indostan come lo chiamava mio nonno materno, che mi ha lasciato in ricordo dei suoi viaggi nel Golfo del Bengala una splendida e storica grammatica di urdu, la lingua ufficiale dell'odierno Pakistan e lingua franca dell'intero subcontinente, dato che, trattandosi della più parlata nella zona, si...

MODI', L'ARTISTA MALEDETTO. A GENOVA RITORNA IL PITTORE ITALIANO PIU' CONTESO NELLE ASTE INTERNAZIONALI (E PIU' A RISCHIO AUTENTICITA')

Fu solo il giorno dei suo funerali che iniziò  a chiamarsi Amedeo Modigliani. Cioè uno dei pittori più costosi al mondo di sempre: nel 2015 il suo Nu couché fu battuto da Christie's a 170,4 milioni di dollari. Fino al 24 gennaio 1920, il genio creativo livornese era uno dei tanti maudit, "maledetti", artisti che vagavano nel quartiere parigino di Montparnasse, ridotti quasi a mendicarie: offrivano opere in cambio di una minestra o di una bevuta, bizzarri, stravaganti e puzzolenti. A 35 anni una meningite e il deperimento organico per gli eccessi e le droghe, lo stroncarono poco dopo aver ottenuto la sua unica personale. Guascone (e in Francia anche per questo suo atteggiamento abbastanza di casa era simpatico e al tempo stesso criticato) e collerico, di cultura e intelligenza viva, sensibile e charmant, era dotato, tuttavia, di un rigore che non gli fece mai dipingere quei paesaggi che avrebbe potuuto vendere con facilità:"il paesaggio non vive" era solito ...

IL DECLINO DELL'ARABISMO DOPO LE CROCIATE

Benché gli Arabi avessero la meglio nella lotta con i latini dopo le Crociate, tuttavia il loro declino era segnato. Dalle steppe dell'Asia Centrale i mongoli muovevano premendo e minacciando sempre di più. Con un capo guerriero, che resterà celebre nella storia, Gengis Khan, essi arrivarono a invadere ed impadronirsi della Cina, dell'India, della Persia e di tutte le terre della media Asia fino all'Iraq. Nel 1258 Baghdad cadeva e l'ultimo degli Abassidi poneva termine all'ormai passato splendore della sua dinastia e al califfato. altri sovrani assumeranno quel titolo, ma non per questo risorgerà il vero Califfato, se si eccettuano gli attuali impostori fanatici. L'invasione mongola aveva un carattere diverso da quello dei selgiucidi turchi: senza eccessivo fanatismo, non potendo imporre una propria civiltà, permise invece la sopravvivenza di quella dei dominati e cercò di assimilarla. Ad ogni modo il fulcro del dar-el-islam si spostò verso l'Egitto e la Sp...

CONSIDERAZIONI SULLA DIREZIONE DELLA PREGHIERA NELLISLAM

Per comprendere a pieno il discorso della Qibla, Una direzione è la Qibla, in particolare verso la Mecca, in cui si trova la Ka'ba, santuario millenario annesso all'Islam nell'anno 8 dell'Egira (630), quando Maometto riconquistò la sua città natale. Aldilà degli obiettivi spirituali (meditazione) e pratici (disciplina), la Qibla fornisce una direzione cosmica alla preghiera musulmana, consentendo ad essa di entrare in orbita con l'universo, con il cielo. Per i musulmani la Ka'ba non è sempre stata la direzione sacra. Incoraggiati dal loro Profeta, per mesi si svolsero verso un santuario straniero, Gerusalemme. Nell'infanzia di Maometto, infatti, la Ka'ba era il centro dei culti pagani. In seguito, dopo essere stato visitato dall'arcangelo Gabriele e aver ricevuto le prime rivelazioni, Maometto, naturalmente, si volse spontaneamente in direzione della Ka'ba per compiere la sua strana ed originale preghiera insieme alla moglie Khadija. Quando ...

LA STELLA SBIADITA DEGLI STATI UNITI D'AMERICA

Il XX secolo, oltre ad essere stato definito IL SECOLO BREVE, è stato sicuramente anche IL SECOLO AMERICANO. E ciò non solo perché l'America ha vinto le due guerre mondiali che hanno rivoluzionato il mondo, ridefinendo gli assetti mondiali e conferendo agli Stati Uniti un ruolo globale che mai nessuno aveva avuto nella storia. Il riferimento ai valori americani in termini politici e culturali o american way of life, cioè lo stile di vita americano, è diventato egemone, soppiantando quello francese e britannico, affermatisi durante la grande epoca dei nazionalismi. Tale punto di riferimento si è affermato soprattutto all'indomani della seconda guerra mondiale, dopo l'evidente tramonto dell'Europa, suscitando grandi passioni ideali e morali, aspirazioni e non di rado una spinta innovativa ed uno spirito imitativo. Per decenni l'America è stata modello ed esempio di democrazia politica, di rispetto della libertà e dei diritti individuali, di capacità di sviluppo eco...

Il 2017 e il debito tedesco (e quello italiano)

Casalino Pierluigi Quando si leggono libri come BREVE STORIA DEL DEBITO TEDESCO DA BISMARCK A MERKEL dell'ambasciatore Sergio Romano o LE LEZIONI DI POLITICA SOCIALE di Luigi Einaudi o ancora IL PENSIERO ECONOMICO di Luigi Sturzo, ma anche LE VICENDE DEL MARCO TEDESCO di Costantino Bresciani-Turroni, si comprende quanto tali letture contribuiscano a farci comprendere, come cittadini italiani ed europei il nocciolo di una questione tanto complessa quanto poco conosciuta. Il coraggio delle scelte nel nome della verità passa attraverso questo canale culturale, anzi di cultura economica, che attraversa la storia d'Europa e del mondo. I tedeschi, in primo luogo, ci domandiamo, hanno onorato i loro debiti? Hanno le carte in regola per imporre  agli altri la politica di austerità? Dobbiamo veramente, al riguardo, rendere omaggio alla lezione di uno studioso come Guido Roberto Vitale che sembra utile riproporre all'attenzione della pubblica opinione. Siamo di fronte, infatti, ...

IL MESSAGGIO DI AUGUSTE COMTE

Casalino Pierluigi Certamente Auguste Comte era un uomo "positivo" come ben si ricorda dai ricordi della filosofia liceale. Un uomo con i piedi per terra, proiettato sull'avvenire con intuizioni di grande respiro, attualissime. Più di due secoli fa Comte aveva affrontato il dilemma della Francia di questi ultimi anni, tanto più pressante dopo l'ondata di attentati che ha toccato anche altri paesi d'Europa. E cioè se si possa vivere solo di laicismo o se una religione, alla fine, sia necessaria per strutturare una società. Il pensatore francese dell'Ottocento diede le sue risposte: quello che i suoi discepoli chiamavano "il pontefice di una religione senza divinità e trascendenze. Aveva fiducia nel futuro rivoluzionario della scienza, ma riteneva che quest'ultima da sola non fosse sufficiente a tenere insieme una società, ma che ci volesse una religione, se pur senza il soprannaturale, né dogmi, una religione "leggera". In questo senso, ...

IL PENSIERO POLITICO GRECO DOPO ALESSANDRO MAGNO

Alessandro Magno morì nel 323 a.C. e Aristotele (photo...) , suo maestro, l'anno dopo. Il compito di tracciare il corso del pensiero politico greco divenne, a partire da quella data, molto più difficile, e il materiale più frammentato. non ci furono solo filosofi politici che emergessero, e nessuna grande opera politica è giunta fino a noi. Non c'è quindi da stupirsi se a molti studiosi è parso che l'argomento fosse esaurito e il pensiero politico giunto al termine. Le conquiste di Alessandro avevano cambiato il mondo; la città greca pareva un'anticaglia, insignificante per dimensioni e potere in confronto con gli eserciti macedoni, impotente ed anzi inutile nella sua funzione tradizionale di arbitra della morale e delle consuetudini sociali. I filosofi che la pensavano diversamente dovevano avere la testa nelle nuvole, e i politici nascondevano il capo nella sabbia. La fine della libertà greca era già avvenuta quando Filippo il Macedone riportò la vittoria di Cher...

IL FUTURO DEL PAESE NELLE MANI DELLA POLITICA

Gli studi sul futuro e sulle sue previsioni non sono mai stati molto diffusi ed apprezzati. Ciò nondimeno la necessità di guardare al domani e di pensare ad una politica sociale che regga le incertezze congiunturali: circostanza che è sempre stata sottovalutata anche in anni di vacche grasse e sempre a causa della miopia della classe politica nel suo complesso, incapace di creare una rete di protezione sociale credibile ed efficace, come avviene in altri paesi europei, in primo luogo la Francia, esempio di generosità senza pari da parte di quello stato. Si sente dunque l'esigenza di riorganizzare il futuro, senza più seguire l'onda delle diverse emozioni propagandistiche legate al chiasso del momento: una strada che si è fatta in salita fin dai primi anni Novanta del secolo scorso, quando i soloni del Legislativo si sono inventati la privatizzazione del pubblico impiego, condannandone ancor di più il funzionamento. La caduta di Renzi ha sicuramente molti padri, ma il più imp...