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giovedì 10 febbraio 2011

ladystinta I’m your boogie man a Ferrara

parcheggi.jpg Ipnosi.jpg


K.C. and The Sunshine Band prima, Pino Daniele dopo, nei parcheggi di Ferrara... ora.
O meglio, sembrano pensarla così i commenti che appaiono su di una nota testata web del territorio.
“Non chiamateli parcheggiatori abusivi” si legge nel titolo dell’articolo, e difatti non li chiameremo in questa maniera. Vogliono sia chiaro e lo cantano – forse meglio di Pino Daniele - Fulvio Bernabei, comandante della guardia di finanza di Ferrara, e Laura Trentini, comandante degli agenti della Municipale.
Il polverone l’aveva alzato il senatore Balboni, ma gli è stato specificato che “Non chiedono soldi – dice Bernabei – in base a un tariffario del servizio che svolgono, ma qualche spicciolo, analogamente ai questuanti”. Quindi, dovesse capitarvi di lasciare a questi bravi ragazzi un piccolo obolo e vi venisse detto “dai amico, sono pochi”, non avete la legge dalla vostra: non esiste un tariffario. Se loro insistono per averne altri, può essere che voi siate stati tirchi, rimediate subito!

Ovviamente potete rifiutarvi di dare alcunché – è un vostro diritto – ma leggendo i commenti online par di capire che la carrozzeria dell’auto sia a rischio e che la passeggiata in centro sia poi tormentata dal pensiero di specchietti divelti e dispettucci vari.

I parcheggi presi in considerazione sono “Centro storico”, “San Guglielmo”, “Baluardi”, “Boldini” e “Piazza Sacrati” ma il comandante delle fiamme gialle ci suggerisce che occorre distinguere il semplice disturbo da danni alle auto, inseguimenti e percosse. Prosegue dicendo: “Abbiamo constatato che l’approccio dei cittadini varia a seconda della sensibilità di ognuno: c’è chi trova tali presenze scomode, chi invece simpatiche. Perciò – ha dichiarato Bernabei – se da una parte non sottovalutiamo le criticità evidenziate, riteniamo vadano ricondotte al proprio ambito”. Scorrendo velocemente i commenti a questa notizia, scopro che sono davvero pochi i ferraresi che trovano simpatiche queste presenze ai parcheggi. Ferraresi xenofobi, quindi?

Onde evitare di buttarmi nella bolgia del commento e controcommento – perdonatemi, sono una snob – chiedo asilo qui, e vi racconto la mia.

Solitamente parcheggio – in compagnia – a “San Guglielmo”, il sabato e la domenica mattina.
Lì mi attendono ragazzi di colore impegnati in due diverse attività: uno gira tra le auto e ci indica uno spazio libero, l’altro – più spesso in compagnia di “colleghi” - ci attende alle macchinette mangiasoldi.

Sabato scorso ho lasciato volentieri la mancia al primo e lasciato a bocca asciutta il secondo. Gli ho invece consigliato di dare il cambio al suo amico, dato che lo vedevo piuttosto indaffarato tra i veicoli invece di stazionare – come un totem – all’angolo del pedaggio. Il primo ragazzo è scoppiato a ridere, il secondo ha blaterato qualcosa. Non mi sono preoccupata troppo, la mia compagnia aveva le spalle larghe e io sono una vera stronza, ringraziando mio fratello che mi ha insegnato il sistema solare a cinque anni – usando mele e arance – e in seguito a difendermi: avevo dieci anni, lui ne aveva il doppio, avere un fratello maggiore ha diversi lati positivi!

Ovviamente non sono una che tira un destro al primo scocciatore che passa, ma diciamo che – a mano posata sul didietro – non avrei alcun problema ad attaccare briga. Beh, vi dirò, non mi è mai successo. Mai accaduto in alcun parcheggio di Ferrara, nemmeno in “Kennedy” di sera. Mai, e dico mai, che i quei ragazzi siano andati oltre all’insistere per avere due soldi. Ovviamente potete obbiettare che sono cozza e la natura mi ha dotata di questo strategico sistema di difesa, potete dirlo e io non smentirò.

Per quanto riguarda la faccenda dei parcheggi, mi metto dalla parte dei cattivi, io la mancia la lascio sempre. La lascio più volentieri a chi mi indica un posto libero, ma la lascio comunque anche a chi – mentre pago alle macchinette – mi chiede di lasciargli il resto. Faccio male? Probabilmente sì, forse sto alimentando un racket internazionale, forse questi soldi andranno a rimpinguare il salvadanaio di al-Qaeda... ma se i vigili, la finanza e compagnia bella mi dicono che questi ragazzi non delinquono, allora ho ragione io, proprio come hanno ragione i questuanti che stazionano lì.
Se mi mettono una mano sul didietro, però, mi si consiglia di pigiare il pulsante rosso del pronto intervento, lo si trova sulle mangiasoldi e sta lì per la mia sicurezza. Se mi azzardassi a cacciare un diretto al mio amoreggiante boogie man, probabilmente finirei dalla parte del torto. Perché io sarò pure in “quota rosa” e il ministro delle pari opportunità mi penserà dalla mattina alla sera, ma non sono poi tanto certa d’avere, dalle istituzioni, la stessa comprensione offerta a questi ragazzi.
Insomma, se ai parcheggi vi capita qualcosa di brutto, segnalatelo a chi di dovere. Prima però attendete che succeda, fino a quel momento i ragazzi dei parcheggi vi stanno soltanto scocciando – più o meno come i telefonisti dei call center – e i vostri commenti a quell’articolo stanno scocciando chi, a Ferrara, non la pensa come voi.



D’istinti saluti


ladystinta

mercoledì 15 luglio 2009

PANTEGANE E NUTRIE... DEL PD

GRILLO.jpgFROM IL GIORNALE

Grillo, tutte le sue battute che fanno piangere la sinistra

La domanda ontologica è piuttosto fondata: può diventare leader del Pd uno che considera il Pd medesimo «una nave che affonda con le pantegane che fuggono in cerca della scialuppa»? Il sottile richiamo roditorio è evidentemente riferito a quelli che adesso vorrebbe come compagni di partito, i quali nella retorica grillesca diventano guappi da Muppet Show con i nomi storpiati: oltre all’indimenticabile Valium Prodi, il Pd è un bim bum bam politico ove ammirare le magnifiche entusiasmanti avventure di Topo Gigio Veltroni, Napolitano «Morfeo», Massimo Volpe-nel-deserto D’Alema «servo del padrone di Arcore», e poi Dario Boccon-del-prete Franceschini, Piero «Globulo» Fassino, senza contare il temibile Bersanetor, lo sterminatore dei tassisti. Gente che «non prende voti neanche dai parenti». Luciano Violante diventa «il ministro ombra di Mediaset», e neanche i quadri più innocenti vengono risparmiati dalla furia grillina: come il nuovo sindaco di Firenze, «l’ebetino Rienzi, paladino degli inceneritori». O come il professor Pietro Ichino, liquidato come «Jachino, un incrocio con Japino, quello della Carrà». Più che dirigenti, «rifiuti tossici della sinistra di cui ci libereremo solo con una purga». Parola del candidato Beppe Grillo, che oggi si erge dunque a Guttalax della situazione....

    giovedì 26 marzo 2009

    NAPOLI FRANCESCHINI DOPO BASSOLINO?

    lapr_11927099_13500.jpgOGM:Frankestin_Franceschin

    from ANARCHICONAPOLETANO BLOGGER http://napolibolognacosecosi.myblog.it/

    OGM : Frankestin..Franceschin

    Ormai è fatt’: dà “a cos’” è nat’ò” cos’”
    Eppur’patemo che era nat’
    socialist’è muort’fascist
    mò dicev’:“ guaglion’mio ,
    nun te fa illusioni,tu ò talian’
    nunn’ò canusc buon
    Ò talian’ è rivoluzionario
    solamente guaglione,
    po quann’ se metteno a cravatta
    addivengano tutti corachiatta*
    Si guard à storia mia
    Te ne adduon’
    Nuie erm’magna priev’t
    peggio e vuie,e po’ Musullin’
    scrivette ò concordato
    Accussì vuie né so sicuro
    Campat’a comunist’
    ma certament’murit’
    democristian “
    L’ata notte int’o suon’
    m’è venuto e m’ha ditt’ :
    “Crireme figlio mio.
    all’atu munno me stogo
    arrutulàn n’terra dè resate…
    ma no pe te,crireme me dispiace ,
    ma pè stà vrang e chiaviche
    e italiani…
    che correno sempe a do corre
    a lava ,….. e denari…a pultron
    o sant’paravis..e pugn’mpitto
    sul’a Dummeneca matina
    si nò nun se spiega Berlusconi
    si non nun se spiega Franceschini ? “


    • termine idiomatico per indicare un democristiano,borghese

    traduzione

    ormai è fatta :dalla “cosa” è nato il “coso”
    eppure mio padre, che era nato socialista e morto fascista,me lo diceva:” ragazzo mio non farti illusioni .
    Tu l’italiano non lo conosci bene
    L’italiano è rivoluzionario solo quando è giovane ,poi quando mette la cravatta diventa un borghese
    Se guardi la mia storia te ne renderai conto
    Noi eravamo mangiapreti peggio di voi e poi Mussolini ha firmato il Concordato
    Così voi ,ne sono sicuro ,vivrete da comunisti ma morirete democristiani”
    L’altra notte mi è venuto in sogno è mi ha detto:
    “Credimi figlio mio dall’altro mondo mi sto rotolando in terra dalle risate,ma non per te, credimi mi dispiace per tua delusione,ma per questo branco di fetenti di italiani che corrono sempre dove corree la lava,i soldi,le poltrone ,i santi in paradiso e i pugni al petto solo la Domenica mattina
    Se no come spiegarsi Berlusconi,come spiegarsi Franceschini ? “

    http://napolibolognacosecosi.myblog.it/archive/2009/02/23/ogm-frankestin-franceschin.html

    http://www.youtube.com/watch?v=91Vx8T_cTfk  filmato

    mercoledì 28 gennaio 2009

    BEPPE GRILLO A FERRARA

    BEPPE GRILLO.jpg"DELIRIUM" AL PALASPORT DI FERRARA

    Questa sera al Palasport è di scena il ciberprofeta dell'antipolitica, il celeberrimo e discutissimo Beppe Grillo (non è la prima volta nella città estense). Prededuto dai cosiddetti Grilli Estensi, Grillo presenta "DELIRIUM", programmatico e significativo titolo di una serata eretica e fulminante.

    Ferrara, indenne a Tangentopoli, pare anche a Ferraropoli, almeno non sfuggirà alla rivoluzionaria antipolitica (meglio postpolitica) futuribile o futurpolitik del cosiddetto Comico, dal punto di vista mediatico, ecologico e futurologico certamente una figura unica nell'Intellighenzia nazionale, generalmente passatista, servile e corrotta.

    Non ci riferiamo tanto alle strane e probabilmente deleterie compagnie grilline dei vari Travaglio e Di Pietro (il tallone d'Achille di Grillo, residui sessantottardi del comico): quanto appunto alla sue Parole in Libertà (letteralmente) che - al di là dell'ideologia, del Centro, della Destra, della Sinistra (ma ci sarà mai qualcosa d'altro?) esprimono uno Stile critico, libero e futuribile certamente condivisibile. Grillo è tra i pochi in Italia ad aver capito l'essenza di Internet e delle Nuove Tecnologie, lo tsunami  Rete che - in quanto medium-messaggio- ha già inondato la vecchia informazione, la vetusta politica, destinate all'estinzione, piaccia o meno ai Baroni di tutte le caste nazionali, micro e macro, periferiche e romane.

    E Ferrara, anomalia nazionale, è certamente, futuramente, campo di battaglia per il Satiro Terribile: che poi sia un Comico a dire spesso la verità in Italia è un atto d'accusa trasparente contro l'Intellighenzia Italiana, un po' come Striscia la Notizia, rispetto ai mass media cartacei e televisivi in genere.

    Benvenuto, in ogni caso futurdadaista Beppe Grillo e fai saltare poeticamente le Mura di Ferrara, la Rossa (molto annacquata, naturalmente, in questi anni duemila!)

    ROBERTO GUERRA

    www.beppegrillo.it

    http://it.wikipedia.org/wiki/Beppe_Grillo

    domenica 11 gennaio 2009

    IL PD A SCUOLA (DI SOSTEGNO?)

     REICH.jpg

    L’idiot littré, una specie che alligna fra gli artisti e gli scrittori… lo studioso di Shakeaspeare che non ha mai letto una pagina di Darwin, il poeta che non è capace di stare ad ascoltare un neurologo senza addormentarsi…”

    HANS MAGNUM ENZENSBERGER

    Questa meraviglia apodittica del grande Spirito Libero europeo (contro certa eterna Casta Intellettuale umanista) calza a pennello per certa politica italiana, della quale di segito un luminoso esempio anche periferico e ferrarese...

    Leggiamo dalla stampa ferrarese una News, apparentemente seria, semplicemente un poco ridicola e rivelatrice (almeno dal punto di vista psicopolitico-i vari Reich, Fornari, De Marchi...Baudrillard, Lacan, metodo e antimetodo di verità mai amato da certa tipologia politica- per dirla anche con i Maestri Jung e Freud nei loro micidiali voli psicosociali.

    Ad esempio, così scrive Estense Com:

    "...Al via la scuola di Politica del Pd Ferrarese...:La metamorfosi della democrazia in Italia sarà la lezione inaugurale tenuta da Dario Franceschini e Carlo Galli che domani, lunedì 12 gennaio, nella Sala del Borgonuovo, via Cairoli, dalle 17 alle 19, darà il via alla Scuola di Politica del Pd..."

    E tra i Relatori, aggiunge la testata on line: "...il rettore Patrizio Bianchi, il costituzionalista Paolo Veronesi, Marco Magri, Giuditta Brunelli, Laura Calfà, la pedagogista Antonella Cagnolati) e da amministratori politici che metteranno a disposizione le loro conoscenze su come si governa (il sindaco Gaetano Sateriale , Maria Giovanna Cuccuru, Manuela Paltrinieri, Sergio Golinelli, l’On, Alessandro Bratti, l’europarlamentare Donata Gottardi) e infine da funzionari, esperti e intellettuali (Andrea Gandini, Fiorenzo Baratelli, Daniele Civolani, Anna Quarzi, Leonardo Raito)".

    Ebbene, nulla da ridire, ci mancherebbe (certa Nouvelle Droite ferrarese e no è colta, futuristica e al passo della conoscenza contemporanea, checché ne dicano a Sinistra), su relatori e "Insegnanti" autorevoli di spicco quali  Galli, Bianchi, Quarzi, Baratelli e quasi tutti; ma la laurea ad honorem... ad esempio a Franceschini, Sateriale, Bratti (e non solo) è nuovamente e semplicemente un poco ridicolo, rivelatore e di natura psicopolitica.

    Nell'era della Sinistra autoestinta, del fallimento conclamato del PD veltroniani e neodemocristiano, di Ferrarropoli, di Napoli e la Jervolino, di Pescara e i certificati medici per... Fannulloni Sindaci, di altri sindaci amici di Dante che si autoincatenano... i resti della Sinistra come al solito, anzichè rinnovarsi sul serio, recuperando aggiornata al duemila certa grande tradizione del PCI e del Socialismo o del reale Stile e Pensiero Democratico mondiali, chiacchierano, fanno i seminari, rasentano l'autoalienazione schizoide di tipo orwelliano istituendo Scuole della Politica.

    Completamente - l'attuale PD- fuori di testa, dalla realtà (sia dal Reale che dall'Immaginario- per dirla con... Lacan), direbbero ormai più generazioni! ALTRO CHE PAROLE SEMPRE MERE RAZIONALIZZAZIONI PER NON TRASFORMARSI E EVOLVERSI (E ANCHE SPARIRE MOLTI PERCHE' POLITICAMENTE DEI  FOSSILI!).

    ALTRO CHE SCUOLA DI POLITICA! URGONO INSEGNANTI DI SOSTEGNO PER IL PD FERRARESE (E NON SOLO) DELL'ANNO 2009!

    http://www.estense.com/?module=displaystory&story_id=46631&format=html

    http://it.wikipedia.org/wiki/Wilhelm_Reich

    venerdì 9 gennaio 2009

    FERRAROPOLI

    SAVONAROLA.jpg 

    from Estense Com Quotidiano On Line di Ferrara

    Favola moderna

    FERRAROPOLI E L'ASILO SUL FORMAGGIO

    C'era una volta un paese di nome Ferraropoli, dove vi era una grande fornace che faceva tanti mattoncini per costruire le case; per fare i mattoncini doveva scavare delle buche molto profonde nel terreno per prendere l'argilla che gli serviva, ma quando dopo aver scavato tanto trovava l'acqua, si fermava e faceva un'altra buca e... scava che ti riscava aveva fatto diventare un pezzetto di città una specie di formaggio coi buchi e si disse: "e che me ne faccio adesso di questa terra tutta bucata?".

    "Daccela a noi " dissero i ministri del Re "che ci serve per buttarci dentro tutto il pattume e le schifezze che produce il nostro popolo così le mettiamo sottoterra e non puzzano e non si vedono più"; la fornace era ben contenta di liberarsi di quella terra inutile e gliela diede volentieri.

    E fu così che tutte le schifezze della città per qualche anno finirono dentro le buche fino a riempirle, c'era di tutto: scarpe, bottiglie, ferro, copertoni, frigoriferi, persino tombe e chi più ne ha più ne metta.... ma il guaio fu che non ci buttarono solo il pattume ma anche delle sostanze pericolose che non potevano essere buttate lì ma come sapete, come in tutti i regni che si rispettano, c'è sempre qualcuno che fa le cose che non si debbono fare.

    Passarono gli anni e su queste puzzolenti buche crebbe l'erbetta che coprì tutto, ma un giorno i ministri delle opere pubbliche ci fecero costruire sopra delle casette, alcune piccole ed altre grandi, tanto grandi che, dato che sotto c'era solo immondizia, dovettero fare dei pali profondi profondi per trovare la benedetta terra.

    Voi direte ma come mai i ministri del re hanno fatto costruire proprio lì le casette? eh cari miei me lo sono chiesto anch'io ma come sapete in tutti i regni che si rispettano, c'è sempre qualcuno che fa le cose che non si debbono fare; pensate che un gruppo di casette piccole che erano state costruite proprio sopra una grande buca fecero così tante crepe che stavano cadendo a pezzi.

    Passarono tanti anni e in quel pezzo di Ferraropoli sembrava che le cose andassero bene, certo tra gli abitanti delle casette c'erano un po’ troppe malattie, ma purtroppo sotto terra succedeva qualcosa di brutto perché tutte le schifezze che erano state buttate tanti anni addietro si mischiarono tra di loro e andarono sempre più in fondo fino a che non incontrarono prima dei piccoli laghetti sempre in movimento e poi la Falda, che non è il nome di una fatina, ma è un grande lago sotterraneo che si muove sotto di noi, perché dovete sapere che tantissimi anni fa, in quel pezzo di Ferraropoli vi era un fiume che faceva i capricci e inondava i campi lasciando dietro di sé: sabbia, limo, torba, pezzi di argilla tutto senza un ordine preciso; quindi tutte le schifezze poterono spostarsi, passare da un posto all'altro anche se non se accorgeva nessuno, i nuovi abitanti non lo sapevano, solo i vecchi ogni tanto raccontavano di quando c'erano tutte quelle buche puzzolenti ma nessuno se ne interessava fino a quando......

    I nuovi ministri del re decisero di costruire proprio in quel pezzetto di Ferraropoli un bell' asilo nido per i bambini nuovo di zecca!!! "Ma perché proprio qui?" dissero certi vecchi del posto e certi giovani che sapevano cos'era successo nei tempi passati, "non è un posto adatto , questo è un terreno coi buchi, qui ci sono i veleni, fatelo da un' altra parte", ma loro dicevano che li dove dovevano fare l'asilo non c'era mai stata una buca, " è vero" rispondevano quelli del luogo ma qui vicino sì e qui sotto si muove tutto, dateci retta, voi sarete ministri e avrete studiato, ma questa è la nostra terra, la conosciamo bene, ci siamo nati e cresciuti ascoltateci per favore, ma come sapete in tutti i regni che si rispettano, c'è sempre qualcuno che non ascolta chi vuole dire qualcosa, e i ministri gli risposero "i ministri siamo noi! abbiamo deciso di farlo lì e lo faremo lì!!!

    Il popolo non fu sorpreso, era abituato a queste risposte, perché già il nonno del re e i suoi ministri non avevano ascoltato il popolo che diceva di non costruire un ospedale lontano dalla città e sopra ad una palude; e il padre del re e i suoi ministri, sempre senza ascoltare le lamentele dei cittadini spaventati, avevano messo alle porte della città due grandi draghi sputafumo che avevano reso l'aria di Ferraropoli una delle più cattive del regno d'Italiopoli.

    Venne il giorno in cui il Re e i suoi ministri si dovettero presentare al popolo per la solita incoronazione che da anni si ripeteva sempre nello stesso modo ma quell'anno con gran stupore del re e dei suoi ministri...


    (Vanna e Pepp)

    http://www.estense.com/?module=displaystory&story_id=45769&format=html

    http://www.argommteatro.it/spettacoli/ilvestito/index.htm

    mercoledì 7 gennaio 2009

    PSICOPATOLOGIA DI FERRARA QUOTIDIANA

    ESTENSE CASTELLO.jpg

    Opere da lettino (from Estense Com Quotidiano On Line -Ferrara)

     

    Forse ho individuato una forma riassuntiva di una distesa di lettini da psicanalista.

    Nell’immaginario comune ogni strizzacervelli è sempre in rapporto 1:1 con un paziente sproloquiante spaparanzato su un lettino, segno evidente che il meccanismo non funziona con l’equivalente di un dormitorio pubblico. Finora. Ma i multiformi impieghi della tecnologia possono apportare sorprendenti novità.

    Transitando sere fa per Piazza Municipale era impossibile non notare un grande schermo sul quale venivano proiettate diapositive riproducenti le opere pubbliche realizzate negli ultimi dieci anni. Curiosamente, nessun passante si soffermava a guardare, il che mi ha obbligato a sostare per cercare di capire il fenomeno, ma in qualche minuto di osservazione la sequenza delle immagini ha svelato l’arcano: sullo schermo, implacabili e impietose, si avvicendavano le foto di opere incompiute o brutte, o inutili.

    Ho visto quindi la pavimentazione e ripavimentazione della piazza in cui mi trovavo; foto aeree in anni diversi del cantiere di Cona; il maestoso ponte in legno della ciclabile di via Modena che non serve a niente; qualche asfaltatura di strade periferiche, pendenze di sottopassi ambite da Paperissima nei casi di ghiaccio o piogge abbondanti; i grandiosi fuochi della prima Notte Bianca espressivi della nostra vivacità culturale; l’asilo in costruzione di via Salice; e nient’altro perché me ne sono andato in fretta. Come tutti i passanti di quella sera, anch’io non sono uno psicanalista e il sopportare gratis le turbe ossessive di Sindaco e Giunta è uno sforzo inutile. In fin dei conti, per le necessità possono sempre chiamare il 118.

     

    (Paolo Giardini)

    from http://www.estense.com/?module=displaystory&story_id=46520&format=html

    http://keynes.scuole.bo.it/ipertesti/arte_cinema/freud.html

    martedì 6 gennaio 2009

    IL RIBELLE DI FERRARA (????)

    junger.jpg 

    Questo progetto politico (anarchico, ma lo si può dire ancora nel 2008?), di cui non conosco né gli autori e nemmono la data di pubblicazione, è stato pubblicato sul sito
    http://isole.ecn.org/foglioribelle/. L'Asino Rosso, come di consuetudine, lo ripropone in versione integrale.

    A cura di David Palada
    david.palada@libero.it

    Il progetto de "Il Ribelle di Ferrara"

    Il "Ribelle di Ferrara" vuole essere un contributo di critica sociale, sia sul piano teorico che pratico e contestuale del territorio ferrarese. Che Ferrara sia una città vivibile e felice, un'oasi nel modo cattivo non risponde a realtà: l'apatica normalità e le consolidate certezze che ammantano questo paesone emiliano nascondono più contraddizioni di quante si possa immaginare. Incentrare l'analisi e il lavoro sul piano locale è una scelta dettata da una ferma convinzione: in esso si rispecchiano e sviluppano, talvolta apertamente, talvolta in modo strisciante, le dinamiche economiche e sociali proprie del sistema capitalista ed il controllo politico dei pochi sui molti appartenenti al regime democratico. La presenza di una base militare di grande importanza strategica dotata di un radar dai dubbi impatti sulla salute delle persone, l'operato sempre più invadente di polizie di ogni tipo funzionali al controllo e alla repressione, l'ampliamento di case per militari e la carenza di case popolari, il rapido diffondersi di agenzie interinali, veri e propri strumenti di sfruttamento del lavoro, sono le più lampanti dimostrazioni di quanto detto. Scegliamo strategicamente la contro-informazione territoriale. Tanto più complessa risulta la società in cui viviamo tanto maggiore dovrà essere la nostra capacità d'analizzare quello che intendono imporci, in modo da poter contrastare efficacemente questa gabbia invisibile. Il principio di base è l'impossibilità di poter sviluppare pienamente la propria vita (e personalità) in questo sistema economico-politico e la necessità di una reazione attraverso una pratica rivoluzionaria radicata. La meta ultima è rappresentata dal raggiungimento di reale autogestione della propria vita basata su una piena consapevolezza personale e collettiva. Un foglio di contro-informazione periodica, quindi, per svelare la vera faccia dell'informazione di professione, troppo spesso succube e superficiale, e i disvalori che diffonde. Saranno proposte inchieste e dibattiti, contributi teorici e "di attualità" da un punto di vista radicale e rivoluzionario, anticapitalista e antiautoritaria. La struttura sarà articolata per argomenti e inchieste, prevedendo la possibilità di scomporre e trattare in modo continuo ogni tematica. Gli interventi e i contributi di singoli e collettivi antagonisti di base saranno diffusi volentieri, secondo un'ottica libertaria e contraria alla pratica della censura politica. Il foglio non è scritto da giornalisti di professione: a discapito della qualità formale viene preferita una visione critica e un'analisi più approfondita delle dinamiche sociali. Le idee che ci animano hanno origini lontane e uno sviluppo multiforme, ma una caratteristica comune: lo spirito di ribellione a qualsiasi imposizione e sfruttamento, in ogni sua forma (economico, sociale, politico). Il potere ingerisce in differenti modi sulle nostre vite, norme statali, cultura borghese, sfruttamento del lavoro, e a tutti intendiamo opporci. La scelte del titolo del foglio, "Il ribelle", intende ricordare la pubblicazione che usciva a Ferrara i primi del secolo, organo della federazione anarchica romagnola. L'afflato ideale e "viscerale" che animava questi compagni oltre un secolo fa lo sentiamo ancora fortemente presente nell'attività di tanti compagni che lottano quotidianamente.
    LO SCOPO DEL "RIBELLE DI FERRARA" E' SCATENARE DIBATTITI, DIFFONDERE IDEE, SOBILLARE, FOMENTARE E APPOGGIARE ATTIVAMENTE QUALSIASI FERMENTO DI LOTTA ANTICAPITALISTA E ANTIAUTORITARIA.
    La produzione e distribuzione verranno svolti rispettando le pratica dell'autofinanziamento e della diffusione volontaria, in modo da evitare il possibile insorgere di pastoie e limiti alle idee proposte. Si inizia il lavoro con la viva speranza di coinvolgere un numero sempre maggiore di compagni nel progetto, di allargare progressivamente i contatti con altri collettivi e individualità affini e trovare una sede fisica all'interno della città che permetta di aggregarsi e lavorare visibilmente. 

    http://www.bol.it/libri/scheda/ea978884590758.html

    http://isole.ecn.org/foglioribelle/

    lunedì 29 dicembre 2008

    PINOCCHIO E I PUNTI DELLA PATENTE

    pinocchio.jpg 

    Da buon ferrarese oggi mi sono fatto la lampada.
    Dopo una breve doccia mi sono spalmato di crema dopo-Barba che funziona anche da dopo-Sbronza, dipende da come la si consuma: la dritta del doppio uso mi è stata offerta da una commessa di una nota profumeria del centro, la quale, con gli occhi sgranati, elargisce preziosi consigli ante et post coito.
    Consapevole di questo mi sono recato all’aperitivo. Titubante sono andato da Massimo.
    Non so se tutti i ferraresi conoscono Massimo, è quel bar di fianco a Mc Donald’s, sotto quella cosa alta e bucata, dove quando piove si fanno laghi di pioggia e tristezza. Non mi viene la parola ma credo che si chiami voltone o cupola, o soffitta di circostanza.
    Da Massimo si beve con poco, ma bene.
    Vorrei guadagnare qualche soldo con questa pubblicità, ma non sarà così.

    L’Aperitivo da Massimo si è svolto nella Seguente Maniera.

    Come il miglior Pantani di fronte ai tornanti del Passo Sella, io ho dovuto SCHIVARE ALMENO:
    1- un CREDITORE che mi aveva offerto una birra nel 1996 e che ancora devo ripagare;
    2- la sorella del mio Ex-Migliore Amico di Convenienza (dal 1999 al 2001);
    3- una INGORDA che ho trombato per ben 5 volte e l’ho fatto solo perché ero depresso e mi aveva appena lasciato la mia Ex;
    4- ho schivato la mia Ex, che mi guarda come uno sfigato: ha da poco conosciuto l’ INGORDA di cui sopra;
    5- tutti i colleghi ai quali ho detto delle palle quand’ero ammalato ma che invece ero in discoteca con il mojito in mano mentre loro si attaccavano alla cannuccia del coca-rum.

    Insomma, solo sono un Operaio, non accusatemi.

    Un universitario pugliese mi ha detto che “l’omologazione è il mio essere e che il perbenismo è il mio scopo”. Ho bevuto un altro bianco poi ho ripetuto le stesse parole alla signora del banco per chiedere spiegazioni. Con voce rauca, mi ha mandato a fare una pisciata e mi ha detto che forse trombo poco. Sarà.
    Così ho fatto. Ho tirato fuori il pisello, mi sono allontanato fino ai giardini lì di fianco e ho fatto pipì. Anche i cocker mi guardavano male.
    Avevo freddo, quindi ho deciso di tornare a casa.
    Davanti a Settimo ho incontrato un uomo vuoto, cioè una persona distinta che mi ha offerto cose che si possono assorbire dal naso. Ho rifiutato poiché la vita mia consiste nel lavorare, ma lui non lavora mai, io sì, quindi sono andato a letto. L’avessi saputo, oggi mi sarei ritrovato con tutti i punti sulla patente che ho perso perché una sera ho accompagnato a casa mia mamma dopo cena e i carabinieri, credo, ci hanno fermato. Vi lascio pensare a come è finita…
    Ora vado a letto.
    Ripenso alla mia giornata e cerco di fare battute su me stesso e sugli altri. Penso a mia mamma, alla patente, al freddo che avevo alla schiena e a tutte quelle cose che faccio ogni giorno per non pensare al lavoro. Faccio pipì questa volta nel water, e lo spazzolone che mi hanno appena regalato è un cocker di ceramica. Il poster sopra al mio letto è una foto di mio padre, un carabiniere.
    Spero di non avere perso punti.
     
    DAVID PALADA

    28 dicembre 2008
    david.palada@libero.it

    http://trastasi.ilcannocchiale.it/?TAG=Visco

    http://ferrara.blogolandia.it/2008/02/15/vigili-ferrara/

    martedì 23 dicembre 2008

    L'ASINO ROSSO!

    KRAUS.jpg 

    COMUNICATO:

    David Palada aspetta ogni vostro commento. E’ il mio modo di essere, non ci posso fare nulla.

    L’ASINO ROSSO HA UNA PREROGATIVA: L’ACCESSO.

    L’ASINO ROSSO NON E’ UN GIORNALE ANTIDEMOCRATICO.

    L’ASINO ROSSO E’LIBERA INFORMAZIONE!

    Io David Palada non sono di destra, non sono fascista,non sono futurista.
    Appoggio ogni iniziativa che non sia antidemocratica e anticostituzionale; “sfortunatamente” sono capitato in un ambiente vivo e vegeto, ma di destra. Allora faccio un appello a coloro che sentono battere il cuore a sinistra, prima dell'infarto: mandate anche solo due righe ogni tanto, almeno non mi sentirò solo. Faccio un appello anche a chi non la pensa come me: abbiate pietà.
    Schieratevi, non siate passivi. Prendete decisioni: anche l’aperitivo, se ci pensate bene, ha una sua valenza politica.


    david.palada@libero.it

    DAVID PALADA

    www.beppegrillo.it

    http://keynes.scuole.bo.it/ipertesti/arte_cinema/manifestodada.html

     

    domenica 14 dicembre 2008

    UN COMPUTER DOPO SATERIALE!

    images fantapolitica.jpgPD: PENTIUM DEMOCRATICO

    A sorpresa questa mattina un nuovo candidato si è apprestato a scompigliare le liste PD per le prossime elezioni comunali. Si tratta di un Notebook usato acquistato da una famiglia rumena che aveva messo un annuncio sul settimanale di cultura ferrarese “il Fè”.
    Un computer portatile non di grande potenza ma che tuttavia ha le carte in regola per diventare il nuovo leader della sinistra riformista ferrarese. Si presenterà alle elezioni con una lista indipendente chiamata “PD: Pentium Democratico” una formazione elettorale che “avrà un sistema operativo longevo tuttavia ancora pronto a portare Ferrara nelle grandi capitali europee della cultura”(citazione tratta da “Il mio computer non funziona mai” mensile anarco-tecnologico di proprietà della Microfreud).
    In un comunicato stampa dichiara di non volersi chiamare PC per non incorrere in eventuali cedimenti verso “una cultura passata che è parte del retaggio culturale della città, ma che oggi (non si sa perché) può generare incomprensioni politiche e sociali”. Eppure qualcuno del suo entourage (un quindicenne di Viterbo che si firma stalinternert.93) caldeggia la proposta di utilizzarne il nome, poiché gli insoddisfatti del “Pentito Democratico”potrebbero trasformare il proprio malcontento in voti preziosi.
    Si legge ancora nel comunicato che se sarà eletto utilizzerà una inconsueta “politica del buon senso”, una posizione dura e incomprensibile dai tanti che compongono le dirigenze dei partiti.
    Un software scaricabile gratuitamente dal Web gestirà con puntualità le varie emergenze che via via si presenteranno; assegnerà le varie cariche di governo esaminando un semplice curriculum che tutti potranno spedire alla segreteria telefonica del partito (occhio, si diventa assessori solo se si hanno le capacità); amministrerà il denaro pubblico con grande trasparenza, spese e bilanci saranno sempre visibili in tempo reale nel sito del comune, con il quale peraltro ha già un intenso “feeling”, come sostengono certe malelingue.
    Ma per non rendere piatta e noiosa la sua amministrazione, è subito pronto un software che renderà più pepato il suo governo. Si chiama Esternation.01 (prodotto dalla Instabile Management) che in maniera del tutto casuale lo renderà razzista e fanatico, oppure un pacato intellettuale liberal, o un invasato monarchico. Lo scopo di ciò è quello di dare argomenti alla stampa locale che stanca di scrivere articoli sulle dimensioni delle mele della signora Maria di Casumaro, avrà finalmente argomenti su cui riflettere.
    Ovviamente il giorno dopo tutto sarà ritrattato, e la colpa cadrà sulla stampa che come al solito travisa il suo pensiero.
    Il passaggio comunque non sarà traumatico. Per tutti coloro che amano l’adulazione e che non trovando più nessun referente in carne ed ossa da stringere la mano o offrire un caffè nel centro città per chiedere un umile referenza per il figlio, ecco pronto Servilism Pc, un piccolo programma che permetterà ai sostenitori di baciare il mouse, di stringere con sincero affetto il monitor, di accarezzare la tastiera, di ricaricare le batterie ma solo in luoghi privati e lontani da occhi indiscreti. Ai migliori sarà garantito un posto di lavoro dignitoso e il privilegio di pulire quegli enormi gatti di polvere che si nascondono tra le prese sotto la scrivania.

    Dunque un programma politico di grande rigore che la direzione politica dovrà tenere conto: sottovalutare le istanze del giovane portatile potrebbe scatenare le irritazioni dei nostri concittadini.
    A noi la scelta!

     

    DAVID PALADA

    13 dicembre 2008

    www.myspace.com/futurismo2009

    http://www.sironieditore.it/sezioni/articolo.php?ID_articolo=597

    giovedì 11 dicembre 2008

    IL COMUNE MULTA SE' STESSO...

     TOTO 2.jpgDELIRIUM TREMENS TAX

    E' l'ultima novità ferrarese: ennesimo esempio dell'anomalia nazionale che caratterizza la città d'arte estense. Dopo il meraviglioso attacco di Rendine e An  a certa incredibile politica cittadina sulle multe dei vertici dei Vigili, il trend- ora- dell'interfaccia cittadini, commercianti, artigiani... e il Palazzo è una Tax Lex, improvvisa, caduta dal cielo come regalo di Natale, appunto a parrucchieri, baristi, ecc., qualsivoglia libero "imprenditore" ferrarese, giustamente definita dal sempre corrosivo Stefano Lolli de Il Resto del Carlino (tra i pochi a usare la penna a Ferrara con stile ardito e polemista) Delirium Tax.

    E in un contesto quasi esoterico: parrebbe, quasi un'iniziativa autonoma di una specie di azienda alla Visco, peraltro in certo modo, è opinione diffusa, avallata dal Comune stesso (o forse neppure leggono quel che sottoscrivono nel Palazzo, come già avvenne tempo fa con certe restrizioni sugli Street Bar... quando stopparono persino le pizze...). In ogni caso, ora, ci penserà il Gabibbo, già informato dalle inviperite vittime di tale assurda persecuzione fiscale! Su insegne, secondo i fautori... irregolari secondo la Legge!

    Adesso siamo anche alle comiche: tra le vittime... il Comune stesso, multato pure ESSO! Quel che suggerisce, in ogni caso, la nuova ComuneNovelas è la qualità ormai deteriorata tra i liberi cittadini di Ferrara e un Palazzo, caratteristica di tutta l'Era Sateriale neppure banalmente mediocre e incompetente a più livelli, ma semplicemente invisibile, assente, ovattatto in una capsula presidenziale tipo 1999 Fuga da New York. Lo specchio del centro sinistra ferrarese e nazionale incapace di comprendere i bisogni più elementari del popolo che, come noto, fin dalle cosiddette classi più deboli, paradossalmente da un pezzo vota a Destra.

    ...Mentre la base elettorale del cosiddetto Centro-Sinistra ha che fare proprio con la medio-alta borghesia italiana più retrogada, ipocrita, ruralista arricchita o dagli extracomunitari, ingaggiati come carne elettorale per sostituire magari operai e lavoratori che da un pezzo hanno compreso l'antifiona, la Casta della CGL stessa. Oppure - ad esempio a Ferrara  la cosiddetta sinistra regge ancora per voti più o meno clientelari, per rassegnazione, anche, e forse reggerà anche nel 2009, per probabili patti scellerati tra il Palazzo e certa Opposizione! Malaguti di AN ha ragione quando paragona Ferrara a ... Blade Runner. Ma il coraggioso Lolli quando parla di Delirium Tax suggerisce un'amplificazione. Appunto Ferrara Delirium Tremens.  Alla luce - ma davvero allo Zenit del Sole, di un Palazzo  da comiche ripetute, delle Ronconate, dei dati evidentemente non pervenuti ad esempio ad Italia Oggi, che segnala Ferrara città in crescita nella qualità della Vita (!)Ferrara, tra le città più anziane e gerentocratiche d'Italia. E' tempo di Eutanasia sociale (in senso metaforico, ovvio!) a Ferrara.

    http://www.estense.com/?module=displaystory&story_id=45600&format=html

    http://it.wikipedia.org/wiki/Il_dittatore_dello_stato_libero_di_Bananas

    IL PORTIERE FANNULLONE!

     paperino.jpg

    STEFANO BENNI VS BRUNETTA 

    from www.stefanobenni.it  (pescato in Rete da David Palada)

    Renato Brunetta:

    Come lavoro ha sempre fatto il socialista, specialmente nei week-end. Ha pubblicato numerose opere assai conosciute da chi spolvera i libri a casa sua. Ha dichiarato di aver rinunciato al Nobel per l’economia per fare politica. Ha anche rinunciato al Nobel per la chimica per tingersi i capelli, al Nobel per la medicina perché è allergico al fieno, e alla Nobel per la fisica perché considerava Newton un fannullone che passava tutto il suo tempo sotto gli alberi di mele. Ha invece vinto il premio internazionale Rodolfo Valentino. Dice di essere un gran donnaiolo ma non è vero. Le uniche donne che gli si avvicinano con interesse sono le bambine che gridano “mamma, mamma, guarda, c’è un troll”.

    Da giovane, era un alunno piuttosto fannullone. Ma un evento cambiò la sua vita. Qualcuno gli disse che per essere un vero socialista bisogna commettere qualche piccolo reato. Cercò di prendere la Metro a sbafo scavalcando e beccò un tornello nei coglioni. Per questo ha la voce un po’ flebile e i tornelli sono la sua ossessione.

    Ha fatto una legge per fare lavorare la gente più tempo senza mai chiedersi se poteva fare qualcosa per farla lavorare meglio.

    È sicuro che la maggior parte dei fannulloni siano di sinistra. Per questo ha svolto un serissimo studio scientifico. Passa ore e ore alle panchine dei giardini pubblici a contare quante gente legge l’Unità e il Manifesto.
    Riguardo al premier vanta un’ assoluta indipendenza di idee. Da quando Silvio gli ha detto che leggere libri non serve a nulla, non solo ha rinunciato al premio Nobel, ma anche alla sua lettura preferita, i fumetti di supereroi.
    Di notte si veste da uomo-calabrone (è troppo rotondo per fare l’uomo-ragno), fa finta di volare appeso a una gru e va a controllare che i fannulloni non dormano troppo, svegliandoli con un ronzio registrato.

    Passa in dibattiti, interviste, poltrone e salotti televisivi metà del suo tempo.
    Questo lavoro spossante gli ha fatto meritare il soprannome di “Spot”.
    Ultimamente Spot Brunetta ha rifiutato anche il Nobel per la matematica perché prende un doppio stipendio ma non sa fare la somma.
    Essendo quindi ossessivamente impegnato a rifiutare i Nobel, a andare in televisione e a pettinarsi la chioma, non ha potuto occuparsi delle sue cariche politiche: cinquanta per cento di assenteismo al parlamento europeo.
    È tifoso di calcio ma allo stadio urla sempre “chi è quello fermo tra i pali che non fa un cazzo?”, perciò Berlusconi non lo porta più alle partite.

    (Stefano Benni)

    http://ec.eurecom.fr/~giorcell/Nanni/Films/cit_palombella.html

    martedì 9 dicembre 2008

    FERRARA E LA NEW ECONOMY

    BALBO.jpgNEW ECONOMY E FERRARA

    Secondo il New York Times la città di Ferrara potrebbe trascinare l’economia dell’intero paese.
    Notizia bizzarra per chi legge con assiduità i nostri quotidiani e la novità potrebbe risultare come l’ennesima presa per il culo da parte degli americani.
    Le fonti tuttavia sono attendibili. Secondo una ricerca fatta dalla Ubertus University of USA (U.U.U), le capacità imprenditoriali del ferrarese medio sono meno discutibili di un incallito giocatore di poker: il primo non rischia se non ha almeno una mamma, un nonno, un padre, una cugina sposata con una famiglia che almeno ha un padre, una madre, una zia vigliacca che ha un fratello razzista che si è sposato con la prima cugina che non l’ha detto al parroco il quale, con misericordia, si sente in colpa e va giocare a tombola con la nonna.
    Il secondo, ovvero il pokerista, al massimo gioca con gli occhiali da sole.
    La U.U.U è arrivata ad una conclusione: Ferrara aprirà nuovi mercati attraverso un Iper-cinesismo che non ha nulla a che fare con la Poltroperosità (termine coniato su misura dagli studiosi statunitensi per indicare la violenta botta di sonno cui sono sottoposti i nostri concittadini appena si recano nella turbolenta piazza ), ma sarà indiscutibilmente celere a devolvere il nostro know-how a famiglie più laboriose e con meno pretese economiche.
    La soluzione annunciata dalla prestigiosa Università consiste nel fondere più attività, apparentemente separate, in un caratteristico assedio commerciale post-medio-superato (oggi molto di moda a Chicago e a Kavour), affinché più offerte possano soddisfare le esigenze di tutti.
    Karl Krauss in una recente intervista ribadisce il concetto del “sovrappiù”, citando peraltro il giovane Wilde (inventore del rivoluzionario pamphlet “Essere padri, essere in web e smettere di mangiarsi le unghie”e co-fondatore del concetto del “vivere perché altrimenti si muore”), il quale vuole sottolineare che l’emergenza economica costituisce la fonte primaria dello stesso sistema produttivo.
    Questa allora la soluzione secondo la U.U.U: il mercato ferrarese è tra i più prolifici al mondo per quanto riguarda il trasporto di pizze a domicilio; siamo quinti al mondo, dopo la Mongolia nell’affrettarsi nel cambiare tariffa telefonica dei cellulari; abbiamo più sportelli bancari per abitante, dopo il Sultanato del Brunei; siamo operosi nell’appoggiare ogni forma di pregiudizio. Queste qualità fanno si che Ferrara possa essere l’archetipo dell’economia demenziale, faro del New Capitalism. Cito l’iniziativa della U.U.U: “…il ferrarese di media cultura, con mamma alle spalle e che non abbia più di 37 anni, dovrebbe aprire una pizzeria d’asporto con sportello bancomat in legno…dovrebbe ogni 30 pizze regalare un cellulare nuovo ma con operatore differente al destinatario della pizza…e dopo 5 mesi vendere tutto ai cinesi che almeno loro sanno riordinare le idee…”
    Gli studi intrapresi potrebbero aprire gli occhi a molti di noi. Che non sia l’inizio di un buon Natale?


    DAVID PALADA
    9 dicembre 2008

    http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=200225

    mercoledì 3 dicembre 2008

    IL GRANDE EVENTO SABINA GUZZANTI

    images GABER.jpgLA SATIRA ROSSA

    Lo diciamo fin d'ora, a due mesi dal grande evento annunciato: il prossimo febbraio e nel 2009 a Ferrara, nessuna celebrazione del Futurismo (al di delle anteprime d'avanguardia o creativamente accademiche degli ultimi mesi- eventi curati da privati o da meritevoli Associazioni) o di Darwin (almeno non mi risultano annunci sul Padre dell'Evoluzione..). In compenso, davvero con straordinario tempismo elettorale nella miglior tradizione del PCUS, il 28 2 al Nuovo Palasport, postlifting, Ferrara apprezzerà gli ennesimi comizi anti-Berlusconi di Sabina Guzzanti, un tempo anche interessante comica, poi involuta nel clichè fobico-ossessivo (ormai) caro a certa intellighenzia passatista, ideologica ed ipocrita (assai assai paleoborghese...). La Guzzanti con la sua peculiare cifra polemica monodirezionale e ad personam è quasi il prototipo di certa sinistra culturale pseudoalternativa distante anni-luce dai nuovi valori culturali ed estetici possibili del nostro tempo, di derivazione umanistico-scientifica (anche per gli intellettuali, anche per gli artisti, anche per i comici, anche per consapevoli e deliberate opzioni ancora poltiche..).  Satira Rossa di bassa lega, anzi sleale, poichè qua si tratta soltanto (o quasi- solo a tratti riemerge certo talento dissacatorio delle origini) di propaganda politichese, tra l'altro come gli stessi Di Pietro o Travaglio, da un lato nocivi alla stessa Sinistra presntista o futuribile, dall'altro tra i migliori spot grazie proprio per Berlusconi (banali Leggi della Comunicazione, come già hanno indicato le ultime elezioni nazionali e persino tutt'oggi i sondaggi!). In questa satira siamo distanti persino dallo stesso Grillo (comico e clown certamnete più eccelso e anche intellettualmente più attendibile, se non altro per le sue teorie internautiche, al di là di certi suoi eccessi Dipietriani...). In questi comizi cosiddetti comici è distante magari un Dario Fo, un Giorgio Gaber, progressisti ma geniali... o altri comici certamente schierati a sinistra, ma sicuramente più sobri, meno fanatici e d'indubbio talento (Paolo Rossi e anche altri a sinistra). Poi, magari a Ferrara, ormai bunker tedesco isolato dal resto d'Italia, la Guzzanti sarà sonoramente applaudita dai reduci concittadini di Rai 3 eccetera. Va da sè, noi preferiamo la satira di Karl Kraus (e la sua rivista satirica leggendaria Die Fakel-la Scintilla...) o lo stesso Gaber che a Ferrara molti anni fa turbò la nebbiosa Capitale del Rinascimento (alcuni secoli fa...)

    http://www.museosatira.it/ 

    CRONICHE FERRARESI 3-12

    asino1.jpg 

    3122008
    AMIAMOCI E SCRIVETE!!!

    Vorrei fare alcune precisazioni circa la validità di un giornale on-line come l’Asino Rosso.
    A prescindere dagli interventi sempre puntuali e stimolanti, ritengo che il vero scopo di un blog come questo sia quello di coinvolgere il maggior numero di persone che vivono o meglio sopravvivono a Ferrara. Ad esempio ho aderito con entusiasmo a questo progetto perché L’Asino Rosso possa diventare il luogo di vero dibattito e confronto, di scontro e accordo, di disgustoso compromesso e smisurata dissonanza. Un quadro dipinto con inappuntabile formalità, ma imbrattato dalle mani ingenue di un bambino.
    Scrivere può sembrare un’esperienza innaturale, più simile alla disciplina scientifica che alla libera espressione dell’anima. Ed è vero. Ma l’equazione disciplina/libera espressione, ha come risultato indipendenza e respiro, senso di pienezza o di vuoto, non solo per chi scrive ma anche per chi legge.
    “La scrittura migliore è sempre quella più personale e dolorosa, strappata, estorta alla calda culla protettiva della mente” scriveva Kerouac: purtroppo la mia mente criminale continua a frapporsi tra me e il testo. Tuttavia se un giorno qualcuno di voi avrà l'audacia di scrivere un nuovo “On the road” magari nel Web, sarei molto contento e appagato.
    La parola scritta quando la si porta ad alti livelli estetici perde di dignità quotidiana, trascende l’oggi e si cristallizza nel vuoto del museo della cultura: un privilegio dei pochi.
    Allora dico che sono un POPulista se questo mio pensare può spronare, incoraggiare e soprattutto incitare qualcuno a dire la sua, senza indugi, senza ansia da prestazione, senza scienza schiacciata dall’erudizione.
    Non ho mai amato i circoli, i cenacoli dove i commensali portano occhialini tondi e capelli brizzolati e nemmeno le poetesse che sfoggiano non uno, ma ben tre cognomi. Vi è più vita vissuta negli annunci de “il Fe” che nei quaderni dei molti letterati.
    L’Asino Rosso dovrebbe mostrare una Ferrara Nuova che è creazione di sé stessa, una Città chimera che si autogenera grazie al DNA collettivo di chi scrive (spero tanti) e di chi legge (ancor di più). Sono certo che la “Ferrara Immaginata” svelerà l’inganno quotidiano per indicarci come invece abbiamo vissuto in realtà: nella somministrazione controllata dell’indolenza. Una pozione fatta di nebbia e moralismo, di spese al centro commerciale e perbenismo, una tossina che inaliamo ogni giorno da troppo tempo. E il silenzio è il suo fattore accelerante, un silenzio che Voi dovrete trasformare in un inedito baccano.
    Cucinate i vostri pensieri e conditeli con ciò che amate di più, il vostro metodo è sempre il migliore, raccontate senza timore una piccola o grande esperienza, un’idea, un colore, una luce che sia condivisibile o discutibile (nel senso che si può discutere!) con il gusto dell’autenticità e del rispetto.
    L’Asino Rosso raglia, fate in modo che non perda la voce!
     
    DAVID PALADA 

    http://www.estense.com/?module=displaystory&story_id=10716&format=html

    http://www.unimi.it/ateneo/sba/banchedati/elenchi/fackel.htm 

    domenica 30 novembre 2008

    CRONICHE FERRARESI 30-11

    NVE00007.png

     

    CRONICHE FERRARESI 30 NOVEMBRE


     

    Mi chiamano Morgan e stasera sono andato al “Sa di Nano”. Secondo me sa di fogna, ma non per questo fa schifo.
    Trovo interessante quei fuochi dove puoi arrostire un dito e ficcarlo dove ti pare. Sempre se la compagnia è interessata.
    Mi spiego meglio. Il “Sa di Nano” é un meraviglioso bar odiato da tutti. Fighetti e fighette lo frequentano con passione, tutti lo odiano ma tutti sono di casa.
    Parlavo prima dei fuochi. Nella distesa- che bella parola, è rilassante- nella distesa ci sono due magnifici tuberi in acciaio che sfogano fauci di fuoco, cose inutili ma che fanno colpo.
    Un uomo calvo- sono tutti calvi lì, non so perché – mostrava ai suoi amici le sue grandi spalle, un altro estremamente abbronzato finiva una discussione al telefonino, ed io cercavo di prendere un po’ di calore dal riscaldamento esterno che esalava passione, caldo e vigore.
    Sfortuna vuole che le mie orecchie si siano infilate nei discorsi degli estranei. Parlavano di Juventus e di giubboni in pelle, di barbieri e vuoti a perdere, di mangiate di pesce e di una che non l’ha data, parlavano di me senza saperlo.
    Alla fine mi sono riscaldato e svogliato sono andato a dormire.
    Non c’è nulla di male a visitare spesso il “Sa di Nano”, basta essere calvi e abbronzati.

    DAVID PALADA 

    http://lanuovaferrara.repubblica.it/dettaglio/Street-bar-contro-il-Comune-%C2%ABCi-mettono-in-ginocchio%C2%BB/1496284

    sabato 29 novembre 2008

    FECI MALE A FERRARA?

    NVE00004.png 

    STRONZO

    di DAVID PALADA

     

    Sono uscito dal buco del culo in una giornata di ottobre e posato fumante per terra nel centro di Ferrara da quel bastardone grigio dal pelo avvizzito che si chiama Satana.

    Sì, sono uno stronzo, una merda di cane che ha freddo alla pancia e che sente salire dal selciato un brivido rotondo che va su a spirale per uscire da una specie di corno molle che si trova sulla mia testa. Vedo buio: ancora la coscienza è sopita. Mi pare di essere fatto di salmone lessato assieme ad altra merda e carne rancida, colorato in un punto di viola caramella, disturbo della quiete pubblica, rivista porno, unguento di latte, vuoto di sgorbio assieme a deleteri bacilli intestinali, rettali – fecale sono – e mi lascio andare.

    Ora vedo. Mi sono uscite di bocca -se così la vogliamo chiamare- solo stronzate, ma è così gratificante sapere di poter essere trattato per quel che sono: una merda di cane. Ed è bello esserlo. Cazzo mi mancano le gambe ma non fa niente:oggi il mondo mi girerà attorno e non lo risparmierò finché non sarò secco come quella troia che vedo ora in quella vetrina, falsa donna legnosa che prova profumi di marca. “Vieni qui, hai mai sentito l’odore dell’ascella di una merda di cane? Elisir di pus e catrame penetrante, riserva di muschio inguinale, umore virginale. Eccitante!”.

    Mi inebrio annusandomi, mi drogo di aloni di fetore che si espandono attorno a me come universi di disgusto che loro, i Viaggianti, provano nei miei confronti e che a me non frega un emerito cazzo.

    Taccio secondo i più, ma se fossero meno schizzinosi i Viaggianti che mi schivano urlettando come frocetti da film, se fossero attenti e avvicinassero le loro orecchie più vicino a me, gli vomiterei addosso una folla di porcherie ingombranti fino a farli piangere con la testa al suolo.

    Sono uno stronzo,è la mia natura.

     

    Ehi tu, vecchietta azzimata dal sapore di talco, dai capelli azzurrognoli, vieni qui, senti come sono morbido al tatto, pressami con le tue graziose scarpe e spargi il mio molle corpo su quel bel tappeto che hai in casa e che ci tieni più di tua figlia che adesso è al bar - tanto non sai quale – a bere spritz alle 9 di mattino e non sai se torna stasera; spremi il mio organismo sulla preziosa lana persiana fino a quando un urlo non ti uscirà dalle labbra –povera vecchietta- e ti metterai in ginocchio davanti a me, incazzata perché ti dici “che sei un cretina, che non sto mai attenta a dove metto i piedi, che ho lo sguardo sempre per aria perché sto meglio, sono più slanciata, sembro giovane”. Fanculo decrepita!

     

    Dio come godo. La mia vita è qui , sono un fancazzista metodista, altri come me se ne stanno seduti nelle distese dei bar a grattarsi i coglioni –come li invidio - e fanno il mio stesso mestiere ma non sanno quanto sia molto più eccitante uscire dal culo che dalla figa, non sanno che la direzione contraria alla penetrazione è oltremodo più esaltante della consueta perforazione rettale.

    Uno beve vino bianco, l’altro con gli occhiali da sole e i capelli brizzolati fuma una sigaretta senza inalare e mostra l’abbronzatura della caviglia e con fierezza la ceretta sul petto. Cinquantenni del cazzo. Non dicono nulla, non sanno da nulla, eppure scopano così dice la smorfia che ostentano su quelle facce da culo - pardon, il culo è il mio ovulo, la Sorgente-, mentre io ce l’ho gelatinosa quella specie di coda che io chiamo pisello.

    I Viaggianti se ne stanno lontani, poi ci sono i più piccoli, i bambini che a malapena stanno in piedi, che invece mi amano. Uno sfila il ditino dal suo nasino pettoloso e con vaghezza infantile si appresta ad accarezzarmi il viso quando quella troia di sua mamma lo branca per il braccio e gli dà dello schifoso, dice che sono una cacca, “brutta cacca, cattiva, blah!”una merda da tenere lontano dalla società e a me va bene così. Sono un’osteria di umori, la bottega degli odori, il ristoro dopo la bufera, sono veemenza e compassione e questo i bimbi lo sanno, sei tu genitrice che l’hai dimenticato. Sono merda di provincia, cagata da un cane di provincia, affidata al cielo grigio-perenne di Viaggianti che si fingono frettolosi e indaffarati: io che fretta non ne ho, lascio il segno.

     

    Riposo in pace. Che ha da dire quella vigilessa incarognita con un ciclista –qui sono tutti ciclisti ed essere spiaccicato da una di quelle ruote sottili mi innervosisce-, perché si lamenta, cosa trova di buono nell’incazzarsi con un ragazzo che si muove rapido tra la gente con la bicicletta senza freni? Quel tizio lo apprezzo, è piacevolmente privo di senso civico, lo adoro, vorrei essere cagato dal suo culo magro. Un piccione si avvicina, ciò mi stomaca vedere i suoi tondi occhi senza espressione: rivelano l’inutile tentativo di non essere un rifiuto del cielo. E poi quella testina su quel collo gonfio che scuote avanti e indietro e trascina la sua sagoma plumbea per ingozzarsi di briciole. Briciole, l’unico banchetto che meriti, schifoso volatile! Che tanfo, una sigaretta ancora accesa è appena rotolata vicino al mio bacino -“sudicio maiale, buttala più lontano da me”- mentre un mezzo pubblico a basso inquinamento mi riveste di una tunica polverosa che indebolisce i miei naturali effluvi. Profumi di città, a questo si sono abituati i viaggianti e poi si lamentano di una merda di cane.

    Dai forza, non c’è nessuno che mi vuole portare con sé, trascinarmi in qualche luogo più avvincente? Tu giovane pallido studente, voglio sagomarmi nelle fessure delle tue Nike, voglio farti fare una pessima figura con quella magrolina che fra un po’ incontrerai all’università, che ti piace tanto, che ti fa sudare le mani e i piedi come se fossi al tuo primo esame. Dai più vicino, ti prego!”.

    E Lei, signore, so che sei un frammento del partito, si vede dalla giacca d’ordinanza che porti ogni giorno della settimana per inoltrarti nel groviglio delle stanze del comune, capisco che questa settimana verrai razziato dei tuoi buoni propositi di quando eri giovane e proprio per questo pestami, saltami in bocca con tutti e due i piedi, sfondami e così sarai libero di smerdare i corridoi di marmo lucidi e sgrassati che portano al tuo ufficio”.

    Anche in questa cazzo di città ogni tanto spunta il sole, mi accorgo allora che la vita per me sarà più breve.

     

    Steso mi ripeto che non è vita questa, un vortice insignificante di idee che se ne va lontano, sospeso ,aggrappato al vapore dei miei odori e che lentamente svanisce nel vuoto. Piangerei se avessi lacrime, riporterei il mio tiepido corpo nelle anse intestinali di chi mi ha generato - la matrice del mio vivere si è allontanata e più non tornerò- rivelerei a tutti il pensiero minimo che ci affligge e che non è dato conoscere. IO che di merda sono fatto, mangio la vita con avidità senza mai riempirmi, se avessi stomaco sorprenderei il moto degli astri, vincendoli e da vinti li affrancherei dalla fisica del movimento. Sono fiato di materia, una fuga dal retrobottega – sono nato con lo sguardo ispirato al passato-, sono il vostro fetore che vi riporta coi piedi per terra e l’anima a mezz'aria tra la mente e il naso. Se avessi bocca vomiterei quiete, profondissima quiete.

    Traspiro troppo in fretta, già una parte di me è arida e lo si capisce dall’indifferenza dei Viaggianti: uno stronzo turgido attrae anche i più disinteressati, ma uno stronzo appassito si fonde nel colore dell’acciottolato.

    Vibrano i cellulari in questa piazza svuotata – i camerieri dei bar si fanno lenti – ed un turista biondo si siede sul marciapiede con gli occhi chiusi intento ad agguantare in viso quel maledetto sole che per me vuol dire fine. Trascino ancora una volta l’attenzione verso i lunghi capelli di una giovane studentessa che mi sembra disponibile ad un confronto bonario sull’utilità dell’ozio come unico mezzo di conservazione in questa “frenetica” città. In breve me la scoperei all’istante, tingerei le sue labbra del mio colore senza deturparla, l’amerei senza compromessi per poter detergere ogni sua apprensione e trasformarla in tenerezza. “Ho amato uno stronzo” racconterà ad un’amica, “beh, è normale” risponderà, “non sarà neppure l’ultimo: io sono una figlia di merda di un uomo di merda. Come vedi niente di strano!” (Potrei chiederle di presentarmi quella sua amica, deve essere una persona affidabile). Non c’è niente di stravagante nell’innamorarsi di uno stronzo, pare che sia il destino dei più.

     

    Il sole là in alto consuma la mia carnagione e più perdo tono e più l’ epilogo è vicino –grazie a dio-. La vista è annebbiata, il corpo necessita di liquidi intestinali, le membra soffici sembrano prosciugate ed io sento il profumo amarognolo della fine.

    Poi l’alluvione.

    Un getto innaturale d’acqua mi trascina via nonostante il cielo terso. Mi capovolgo una, due, tre volte, il flusso è così energico che non mi permette di comprendere cosa stia accadendo. Vedo ora più vicino il portale del duomo, mentre le commesse dei negozi scorrono distanti dal mio sguardo , qualcuno bestemmia, una lama mi solleva, un uomo vestito di arancio apre un sacco di plastica nera e mi scaraventa dentro. Non vedo. Altri stronzi stipati in questa fossa comune sono morti, mummie biancastre e inanimate, il sospiro di qualcuno è ancora sospeso nell’aria nera.

    Qui è solo buio.

     

    Passa l’acqua anche da quella parte” urla l’ometto delle pulizie delle strade. Ha in mano un sacco nero di plastica, è sudato, è dall’alba che raccoglie escrementi di cane. Quel giorno Mario non aveva dormito, si era alzato alle 4 come tutte le mattine, aveva lo stomaco tirato e dopo il terzo caffè si era recato al lavoro. Vent’anni a stretto contatto con il lerciume avevano ridotto la sua schiena e soprattutto i suoi coglioni ad articoli in svendita.

    Ma quel giorno Mario non lo scorderà. Ripeteva a voce bassa mentre lavorava “ vita di merda, città di merda” come una preghiera sacrilega. Si avvicinò al sacco e come se qualcuno mormorasse dal suo interno, sentì distintamente una voce. Indietreggiò, si allontanò, accese la sigaretta e scappò dritto a casa senza salutare il collega.

     

    Mario correva, si tappava le orecchie con le mani, urlava per coprire quella lieve voce di uno stronzo che ripeteva ossessionata a tutto il mondo: “Fanculo Ferrara!”.

    DAVID PALADA

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    http://www.vernacoliere.com/