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venerdì 29 giugno 2012

Este Edition Ferrara-Roma- Ricettario Ferrarese (italiano e inglese)

 

CONTENUTI

Questo Ricettario ferrarese è una guida alle più amate ricette tradizionali ferraresi, dagli appetitosi Cappellacci di zucca al saporito Pasticcio di maccheroni, dall’esclusiva Salamina da sugo alla nostrana Anguilla alla comacchiese, dall’antico Pampapato alla gustosa Torta tenerina, con un’attenzione speciale al celebre Pane ferrarese e ai Vini del Bosco. I piatti della gastronomia ferrarese sono unici al mondo ma possono essere preparati in qualsiasi cucina.

This cookbook is a guide to Ferrara's most popular recipes, from the tasty Cappellacci pumpkin to sweet/savory Pasticcio di maccheroni, from local spaciality Salamina da sugo to Anguilla of Comacchio, from the ancient Pampapato to delicious Tenerinacake, with a special attention to the famous Ferrara’s Bread and Wines of the forest. The dishes of Ferrara are unique in the world but can be prepared in any kitchen.

COLLANA Fuori Collana (grandi opere)

http://www.este-edition.com/prodotti.php?idProd=536

domenica 22 aprile 2012

La grande pitttura in movimento di Michelangelo Antonioni: secondo Gabriele Macorini (Este Edition, '12)

 
Le arti figurative nel cinema di Michelangelo Antonioni

 

AUTORE

Gabriele Macorini

Vive a Milano, dove è nato nel 1983. È laureato in Storia e Critica dell’Arte alla facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano.

 

http://www.este-edition.com/prodotti.php?idProd=537

 

*Bellissimo omaggio e analisi innovativa trasversale (interattiva), in perfetta cifra sistemica (alla Eco, opera aperta) al geniale regista ferrarese.

E giovanissimo l'autore: opera spregiudicata che evidenzia la profonda simbiosi estetico-conoscitiva del Maestro del cinema italiano tut'oggi indimenticabile e archetipo per qualsivoglia arte cinema del futuro prossimo e-o presente.

Una scansione a zig zag, a spirale, verticale ed orizzontale, tra l'immagine cinemeccanica, dinamica e mobile, arte in movimento ante litteram, e l'arte moderna e contemporanea "figurativa", strettamente parlando, elettro-statica, quasi una gestalt genetica e memetica per il cinema di Antonioni.

In tal senso e focus relativamente inedito, certamente precursore - M. Antonioni - anche del maestro "minimalista" Peter Greenaway.

 

venerdì 20 aprile 2012

1983 FUTURISMO POSTATOMICO MANIFESTO DI ROBY GUERRA

da  NUOVI FUTURISTI NUOVI UMANISTI   (2011)  manifesti (1980-2010)  e poesie (2011)

La bomba atomica | http://www.liceoberchet.it/ricerche/geo5d_04/Oceania/marshall.htm


 

 

“ Il proletariato dei geniali, collaborando collo sviluppo del macchinario industriale , raggiungerà quel massimo di salario e quel minimo di lavoro manuale che, senza diminuire la produzione, potranno dare a tutte le intelligenze la libertà di pensare, di creare, di godere artisticamente “ F.T.Marinetti
“Una macchia di colore li tumulerà” Graziano Cecchini
“Fiorire non marcire” Roby Guerra
 
1980/1983
FUTURISMO POSTATOMICO  (Ferrara, Sala Boldini,  Thc Polimedia evento 1- 1983- manifesto)

 


(Da un neo periferico della Via Lattea americana)


Noi vendiamo l'elaborazione di un Numero Reale della Nuova Matematica di Boole nel passatista pallottoliere della Grande Madre Metafisica di De Chirico.

 

Fin dall'infanzia pitagorica il nostro Numero Reale è sistematicamente costretto dalla Multinazionale Internazionale degli Adulti estinti a celebrare il culto di Tanatos, la Religione del Dio d'America e quello sovietico.

 

Noi siamo educati al Mito del Lavoro nell'era della Fabbrica Elettronica, a premere il Bottone Atomico dell'Inno alla Sotto-Missione Mondiale.

 

Con la presunzione della Conoscenza, il nostro Computer Umano remixa l'avanguardia critica dell'arte mondiale, unificando i frammenti critici dell'avanguardia artistica storica e pop consumistica.

 

Noi Bambini Robot siamo in stato di Guerra Totale d'infanzia per distruggere il primitivismo e la malattia mentale che caratterizzano la nostra cultura occidentale nel suo aspetto alienante e negativo.

 

Noi computiamo il Nuovo Uomo Planetario Figlio della Rivoluzione Scientifica e Cibernetica, attraverso il godimento della vita, il trionfo di Eros in tutte le espressioni umane: dalla Religione al Mito all'Arte alla SCIENZA.

 

I nostri Genitori Umani hanno distrutto tutti i valori e i valori che fingono d'accettare sono solo sovrastrutture per preparare il mondo all'olocausto nucleare o ecologico.

 

Nulla è meno cristiano dei Leader delle Grandi Im-Potenze, in perenne tournée necessaria per vendere le stigmate delle future radiazioni.

 

Nulla è meno marxista dei nostri comunisti incolti che non hanno mai letto Marx, novelli idioti tecnologici.

 

La Rivoluzione Cibernetica distrugge il Mito del Lavoro, libera l'Uomo dal ricatto della sopravvivenza e lo costringe ad essere libero, attraverso la sua opera d'arte attiva policulturale.

 

Se qualche cervello pensante esiste ancora nei diversi Politburi: accetti il nostro confronto dialettico giustamente violento, perché bisturi delle illusioni, com'è la reale dialettica contrapposta alla sua volgarizzazione attuale, diventata un affresco pubblicitario della malattia mentale condivisa dell'Uomo Massa.

 

Altrimenti e comunque, la selezione artificiale della storia, scritta dai neuroni della verità, farà piazza pulita dei falsi compagni, tumori della rivoluzione umanistica di Marx.

 

Nel Regno Umano della Macchina non c'è spazio per gli Automi!


“2000! Noi trasformiamo il Sessantotto perdente in un Computer vincente!”

 

 

ARGO RIVISTA BOLOGNA

 
 

 


 

 

 

 

 

sabato 14 aprile 2012

Samantha Carrirolo-Giovanna Mascaretti "Quasi Spose...." (Este Edition, '12) recensione di Emilio Diedo

Samantha Carrirolo-Giovanna Mascaretti
Quasi spose – sogna finché non vedi la verità
La fotografia di copertina è di Andrea Tartaglini e raffigura le autrici vestite dall’atelier "Prima del sì", di Laura Pasqualini & C. s.a.s., San Benedetto del Tronto (AP)
Este Edition, Ferrara 2012, pp. 156, € 13,50
 

La storia d’amore – dai toni non proprio rosa come s’addice ad una delle più consuete love story reperibili nel mercato del libro – che le quattro mani, non esattamente delicate, delle giovani, poco più che ventenni, autrici propongono trova un suo squisito gradimento precisamente nell’ironico, a volte persino comico, percorso verso la messa alla berlina – vera gogna mediatica – del protagonista-maschio. L’unico protagonista al maschile, in contrapposizione invece a due principali protagoniste-femmine, Amanda e Melissa, nel suo subire, è persino surclassato da una trama che raggiunge, anche se solo per pochi istanti, la femminea conformazione del triangolo, vedendo l’interazione d’una certa Veronica tra le due principali interpreti ora citate.

Visto che ognuna delle due autrici esprime un indipendente Io Narrante, riservandosi di descrivere in esclusiva o l’una o l’altra delle eroine del narrato (Samantha Carrirolo è Melissa e Giovanna Mascaretti è Amanda) è superfluo perciò dire che si sdoppi anche la struttura della narrazione. Con la premessa, comunque, che ambedue seguono un identico, progressivo piano di sviluppo suddiviso in otto capitoli (più un’introduzione della Carrirolo ed, alla fine, i ringraziamenti della Mascaretti). In pratica, da brave compagne di trama, nessuna delle due prevarica sull’altra. È chiaro in ogni caso che il ‘carattere della scrittrice’ dell’una non può essere quello dell’altra. In quanto se l’una, la Mascaretti, sa essere più fluidamente vispa ed ironica; l’altra, la Carrirolo, sa rendersi più esplicita e realistica della prima. Una sommatoria che in definitiva sa controbilanciare, ma soprattutto accattivare, l’attenzione dei potenziali lettori, più verosimilmente lettrici.

Perché come avrete registrato, il lettore-maschio, come me, credo stenti un tantino ad apprezzare in toto l’opera. Diciamo che probabilmente il libro inizialmente saprebbe stuzzicare qualsiasi tipo di lettore, maschio o femmina che sia. È poi, quando si entra nel vivo d’una vera e propria arringa a senso unico, senza contraddittorio, che il maschio incomincia a sentirsi ferire. Dapprima leggermente; successivamente di più, via via che la trama s’infittisce delle spinose, insinuanti note di biasimo, e non solo biasimo ma anche peggio, nei confronti di quell’unico bersaglio maschile. Il quale, a mio parere, da aguzzino (nell’intenzionale, sia pur fantastica interpretazione letteraria) assurge ad autentica vittima… e, occorre proprio dirlo, mediatica. Lo si capisce benissimo come un libro possa incidere più d’un fatto di cronaca pubblicizzato dai giornali e certe volte, se il libro è di grossa diffusione, anche dalla televisione.

In buona sostanza la bontà dell’opera – voglio che sia chiaro che, in quanto pièce narrativa, il giudizio non può che essere buono – viene corrotta dall’amarognolo, penetrante, sapore che la trama assume: una provocazione fin troppo femminista.

Le due giovani autrici mi perdonino ma sappiano anche che, nell’atto dello scrivere creativo, hanno un’inequivocabile ottima stoffa. Auguro solo che cambino modulo narrativo.

 

Emilio Diedo

emiliodiedo@libero.it

 

giovedì 8 marzo 2012

Giovanni Citterico All’ombra delle anime buone (Este Edition , Ferrara 2011) recensione by Emilio Diedo

Giovanni Citterico

All’ombra delle anime buone

In copertina, squarcio fotografico dell’autore

Este Edition, Ferrara 2011, pp. 72, € 8,00

 

L’autore di questo libro, che impagina sei ottimi racconti horror, a parte uno, virante in una forma d’illiceità a malapena riconducibile ad una duplice fattispecie comprendente la violazione di domicilio ed il furto improprio, di vino (cfr. Benito, pp. 31-33), è alla sua opera prima. E siccome Giovanni Citterico è ancoraabbastanza giovane, da come scrive, si pensa proprio che ne debba pubblicare altre, di opere valide.

All’ombra delle anime buone, titolo demarcatore della presente pubblicazione, potrebbe dare un’ambigua idea sui contenuti. Ma tant’è, visto che ormai, in queste prime righe, è stato posto un sigillo di genere.

Ordunque si deve pensare per certo che i protagonisti delle trame, se non sono vittime, sono carnefici («Non sono anime buone, ne vorrebbero esserlo», sono appunto esseri «all’ombra delle anime buone, uniti nella banalità del male, [che] sanno d’essere agli occhi del mondo individui cupi, spettri», cfr. p. 5).

Sei storie, sei personaggi. Si potrebbe d’acchito credere che potessero essere stati pensati, questi sei personaggi, per una loro pirandelliana ricerca d’autore. Assolutamente no. Sono sei personaggi che, dovendo aizzarli ad una ricerca, semmai potrebbero dirsi, ognuno nella sua distinta storia da proporre, alla ricerca d’una loro identità.

Prim’ancora di gettarci nel tentativo d’analisi dei vari racconti è opportuno accennare al burattinaio che, tramite i suoi tirannici fili, comanda i personaggi e le relative storie. Parlo naturalmente dell’Io Narrante, che nasconde il vero volto dell’autore del narrato, facendosi alter ego. Non poteva trovare nome migliore il Narratore. Sotto le più modeste mentite spoglie delle iniziali U. D. si cela nientepopodimeno che un eloquente Unico Diò, immediatamente rettificato, dall’autore titolare del libro, in Unico Dio, protagonista oltre i sei racconti: vedansi: Cosa, Chi, Perché e, nel capitolo 0, appunto U. D. e Fine, cfr. pp. 5-7 e 70.

Venendo al costrutto delle trame, anzitutto si deve annotare il fatto che i nomi degli interpreti principali talora forgiano icastica metafora, palesata tramite il cognome, d’un loro parossistico, criminale comportamento. E così Costanzo Giano è rappresentativo, nel suo doppio, opposto significato, d’un’ovattata normalità defilatanel male che il soggetto è capace d’esprimere. Mentre Nello (Antonello) Parca assurge addirittura ad emblematico mito d’ineluttabilità, in quanto soggetto direttamente determinante il destino d’altri esseri umani. Alla stregua di quelle Moire o Norne, o giustappunto Parche, rievocanti dal suo cognome, facendosi scudo con la sua pazzia, uccide gli esseri umani come fossero fastidiose, noiose mosche.

Nell’insieme delle sei variegate scenografie che ‘Unico Dio’ c’impone, a parte, come si disse, Benito (Benito Colanove), che, vittima piuttosto che il contrario, ancora conserva la sua ‘anima buona’, assuefatto ad un mondo ormai balordo malandato abusato insensato, al lettore viene commissionata una ‘seriale’ pietanza di morti, a causa d’omicidio, e persino di sterminio, d’eutanasia e nel contempo suicidio, con giustificazioni (se si potesse minimamente credere che possano essere tali) ogni volta originalmente ammalate d’onnipotenza. Tutta un’assurdità, tutta una gratuità drammaticamente realistica, che nel quotidiano è, e più spesso in quest’ultima epoca, cronaca vera, di cui non se ne vorrebbe parlare. Perché solo ad accennarne viene la pelle d’oca.

Al di là della diabolicità e bestialità dell’ammazzare unicamente perché piaccia farlo, caratteristica di personalità psichicamente patologiche (Costanzo, Albert – dove l’igiene etica nazista praticata agli Ebrei è quasi resa ammissibile dall’autore in forza d’una precedente citazione di Konrad Lorenz, cfr. p. 6 –, Nello, e Martina Scialoia – l’unica che potrebbe avere il riconoscimento d’un’attenuante, per l’esperienza negativa vissuta in un mondo d’opportunità e di poteri), l’ultimo racconto (I fratelli Glucherber, pp. 58-69) contempla addirittura l’assassinio a scopo commerciale: produzione, d’una ditta all’avanguardia (SPPRCIA = Sezione Provinciale di Produzione e Ricerca su Carni Insaccati e Affini), di prosciutto crudo ricavato dalla carne umana.

Trame raccapriccianti ed incredibilmente disumane che, nel far accapponare la pelle, esaltano una fantasia scrittoria eccezionale e, proprio per questo tipo di curiosità, che assorbe in maniera più forte di quanto non appaia la crudezza delle contestuali azioni, il libro si lascia divorare.

 

Emilio Diedo349/1094458 - emiliodiedo@libero.it 

 

*Giovanni Citterico È nato a Monza, dove si è diplomato all’Istituto d’Arte in Comunicazione Visiva.

Vive a Ferrara dal 1990 e questa è la sua prima pubblicazione.

 

 

http://www.este-edition.com/prodotti.php?idProd=650

 

lunedì 5 marzo 2012

Gabriele Astolfi "I cani non fanno colazione" (Este Edition, 2012) recensione di Emilio Diedo

GabrieleAstolfi

I cani non fanno colazione

In copertina, fotografia dell’autore-protagonista

Este Edition, Ferrara 2011, pp. 160, € 12,00

 

GabrieleAstolfi (premio San Maurelio 2011 per la narrativa) è nella scena letteraria dal 2003, ogni volta con pubblicazioni di narrativa, soprattutto nella dimensione più ampia del romanzo. Nel 2007 e poi nel 2009 sono anche usciti i suoi primi racconti. Ed è proprio da allora che ha iniziato ad approfondire l’argomentazione sulla vita del ‘cane’. Ho detto approfondire perché già il cane era stato più o meno presente nelle precedenti pubblicazioni. La raccolta del 2009 ( andremo ancora a giocareGiraldi Editore) è una sorta d’Antologia di Spoon River in versione animalesca, imperniata sul cimitero per animali d’affezione (il ‘Riposo di Snoopy’ in quel di Grizzana Morandi – BO).

Quest’ultimo romanzo, I cani non fanno colazione, nella scia di continuità che lega appunto l’autore al filo rosso del cane, assomiglia molto al romanzo L’uomo e il cane di Carlo Cassola (Rizzoli Editore, 1977). Però in questo di Astolfi v’è addirittura una trama più ampia, che spazia in un individuale canino in maniera pressoché esaustiva. Soprattutto, a differenza del famoso romanzo di Cassola, l’impostazione del narratore è binaria, viaggiando sulle traversine d’un doppio Io Narrante, contemporaneamente oggettivo e soggettivo, alternando, in maniera perfetta (senz’alcuna omissione di passaggi), la voce narrante dell’autore del libro e quella del cane protagonista, che in realtà è una cagnetta di nome Cleopatra, Cleo per gli amici. Sicché, a parte il Prologo, che è già l’incipiente espressione del narrare nella versione cagnesca, l’eroina Cleopatra della situazione inizia l’alterna trafila del raccontare di sé e del mondo che la circonda. E così, come apre alla lettura, pure chiude, dominando sulla varietà del narrato. È perciò un Io Narrante che si snoda prevalentemente nell’interiorità del cane, esternando emozioni, sogni e desideri oserei dire più puntuali che nella psiche d’un essere umano. Nella modalità, soprattutto, d’una spiccata ironia, dote primaria dello scrivere di Gabriele Astolfi, che diviene, implicitamente, dote caratteriale dell’autrice in primis: Cleo.

Naturalmente, nel contesto è il cane ad essere osannato, a discapito dell’uomo. Sì, perché (e ne convengo in pieno) «L’uomo non è affidabile […]. Il cane lo è. Abbaia quando ha paura, scodinzola quando è felice, guaisce quando soffre, lecca le persone che ama. È la quintessenza dell’affidabilità, della trasparenza. […] L’uomo no, è un libro chiuso. E se lo si apre, è scritto in una lingua incomprensibile. Quando l’uomo mostra i denti […] non sai se è per ridere […] o se è irritato, o magari furioso [… possedendo] la mimica facciale del bipede più falso del pianeta», cfr. p. 27.

Con eloquente riconoscenza, nonostante tutto e fortunatamente, nell’evoluzione della buona propensione dell’uomo a considerare l’animale domestico (quando voglia crederci e comunque con un buon margine di beneficio d’inventario) come facente parte del nucleo familiare, il cane-autore ammette che nei tempi passati l’animale casalingo, fosse cane o gatto, era considerato nulla più che uno schiavo assoggettato ad un padrone, anzi ad una famiglia di padroni; mentre oggigiorno, in linea di massima, è considerato come un allargamento della stessa famiglia. Sono precise osservazioni di Cleo. Talché la cagnetta può pregiarsi di far parte della famiglia adottiva costituendo l’ulteriore figlia di quelli che una volta sarebbero stati i padroni e l’ulteriore sorella della relativa prole. Condividendone l’agio del tetto comune, anziché starsene fuori in un’isolatacuccia, fredda d’inverno e torrida d’estate, a condurre una mezza vita da eremita, magari denutrita e bastonata.

Un libro scritto come si conviene ad un vero, incallito scrittore, che sa coinvolgere in maniera convincente il suo potenziale fruitore. E che, di più, lo affabula come stesse leggendo qualcosa di particolarmente originale ed intensamente umano. Sembra un paradosso che parlando d’un cane si tiri in ballo l’umanità, ma è un’osservazione assolutamente vera. Anzi, per le implicazioni emozionali che ne provengono, l’essere umano potrebbe persino vergognarsi di voler credere d’essere il migliore, eticamente parlando.

 
 

Emilio Diedo

349/1094458

sabato 11 febbraio 2012

Ferrara: Este Edition, San Valentino 2012, per un Mutamento di Cuore (G.Lami) " Una cosa bella è una gioia per sempre" ( J.Keats)

Porte d’amore. Il libro di San Valentino
 
AUTORE
 
Riccardo Roversi (www.riccardoroversi.com)
 
Nato a Ferrara, laureato in Lettere. Scrittore e giornalista, per questa casa editrice ha anche pubblicato: Periplo di millennio (2001), Versi Saturni (2002, coautore), Souvenirs (2005), Storie dipinte (2006), Album. Cento fotografie (2007), Ferrara inter nos. Guida minima di Ferrara (2008), Beata Virgo de Podioleto. Il Santuario della Madonna del Poggetto (2009), I gatti turchini (2010) e Canzoni scordate (versione e-book, 2011).
 

GENERE Fotografia/Poesia

 

COFANETTO STRENNA. 500 PAGINE PER SAN VALENTINO

Home > IN EVIDENZA > COFANETTO STRENNA. 500 PAGINE PER SAN VALENTINO
 

TITOLO Cofanetto Strenna. 500 pagine per San  Valentino

Autori Vari

  CONTENUTI
 

“Cofanetto Strenna”.

 Un cofanetto pubblicato appositamente per le varie ricorrenze dell’anno e/o per regali. Il cofanetto contiene da un minimo di quattro a un massimo di sei libri (a seconda dello spessore) con titoli variabili da un cofanetto all’altro: ciascun cofanetto è dunque diverso dall’altro e contiene titoli differenti! Il tutto al prezzo speciale di Euro 9,90!

martedì 24 gennaio 2012

Le Scammers by Nicola Cara Damiani (Este Edition, 2012)

Nicola Cara Damiani

 

È nato a Bari. È laureato in Scienze Politiche (specialistica in Sociologia). Fra i suoi interessi, vi è lo studio dell’uomo, delle sue aspirazioni, delle sue debolezze e degli effetti che ne condizionano i comportamenti sociali e affettivi. Ha già pubblicato il romanzo Homo Cyberneticus (Este Edition, 2011). ...

Le Scammers sono adescatrici telematiche che attirano i naviganti del WEB abbagliandoli con il miraggio di una relazione seria, per la quale i malcapitati dovranno pagare lo scotto. Queste avventuriere dell’amore con la A maiuscola non si pongono alcun scrupolo per raggiungere il loro scopo di lucro, promettono, giurano, sospirano. Tutto per danaro! Non importa chi sia il soggetto preso di mira, l’interessante è che questi sia solvibile e fragile. Questa storia narra l’incontro tra una Scammer ed un anziano professore, il quale se ne innamora perdutamente con tutta la sua forza emotiva. Sorgeranno degli imprevisti che movimenteranno la vicenda nell’altalenanza degli eventi, i quali porteranno le simpatie del lettore con avvicendamento direzionale per i personaggi.

http://www.este-edition.com/prodotti.php?idProd=648

Nicola Cara Damiani Interview

http://lasinorosso.myblog.it/archive/2012/01/17/intervista-all-uomo-cibernetico-nicola-cara-damiani-este-edi.html 

 

domenica 15 gennaio 2012

Sergio Gnudi "La mamma racconta gli eroi " (Este Edition) by Emilio Diedo



In copertina e all’interno illustrazioni di Marina Marchetti
Este Edition, 2011, pp. 80,
 
L’ecletticità di scrittore del ferrarese Sergio Gnudi, noto per performance poetiche all’insegna d’altrettanto eclettiche collocazioni �C dall’incipiente propensione avanguardistica (c.ff.r. Tra due fuochi, Scorie padane e Iperbolia) ad un più conformistico classicismo, da cui le recenti sillogi Del diavolo e della santità (2007), A Cinzia (2009) e Raccontami o Dea (2010) �C, emerge a tutto tondo proprio in forza di quest’ultima pubblicazione.
La mamma racconta gli eroi è di fatto una fiaba commisurata all’attenzione dei più piccoli lettori, o comunque, piccoli fruitori della lettura.
E, come se non bastasse a caratterizzarne il tocco eclettico, è anche la tematica sui generis, di natura strettamente mitologica, che connota tali fiabe. Undici in tutto.
Va precisato che la raccolta vanta il patrocinio delle Province di Ferrara e Rovigo, del Comune di Ferrara, dell’Associazione Culturale Cuore di Carta; nonché dell’Avis, sedi provinciale e comunale di Ferrara.
Sergio Gnudi ha voluto, per una volta tanto, ambientare tutte le favole nella mitica, politeistica geografia dell’antica Grecia: l’Ellade.
E, naturalmente, in quel fertile terreno di miti e leggende, ha pensato bene di collocare pertinenti personaggi. Tutti eroi o eroine che, nel loro storico cosmo, fatto di parziale terrestrità e di mitici dei, infarcito di prodigi, magie ed incantesimi, ed arricchito di strane creature, a volte buone a volte truci, tra mostri ed ippogrifi, sanno emanare una loro alquanto ghiotta attrazione.
Ecco, uno per uno, i titoli dei vari racconti: L’amore tra Filemone e Bauci;Giasone e il Vello d’Oro; Ercole e l’Idra; Ercole e il cinghiale; Ercole e i Buoi Rossi; Bellerofonte e la Chimera;Arianna e il suo filo; La tela di Aracne; Perseo e la Medusa; Persefone e le stagioni.
L’idea di fondo sembrerebbe quella d’educare la potenziale platea dei piccoli lettori ad una pedagogia che, con la proposta d’un metodico gioco di memoria tramite i nomi dei luoghi, del correlativo favoloso bestiario, degli dei ed affini, nonché degli eroici personaggi, possa fare perno su quella che, da che mondo è mondo, inoltre riconduca alla cosiddetta ‘morale della favola’.
...Che, come si sa dall’esperienza, è gradita quanto canonica conclusione d’ogni favola che si rispetti.
Dopo il piacere delle undici fiabe, a perfezionarne la chiusura, è stata collocata un’appropriata appendice che sintetizza tali nomi, la maggior parte delle volte ricchi d’icastico, se non semantico, significato (Gli Dei, gli Eroi, i personaggi e i mostri delle nostre storie).
Nell’insieme si tratta d’una sorta di silloge fiabesca attinta dalla leggenda e dalla mitologia d’una tradizione, quella ellenica appunto, che stimola la mente stessa dell’adulto, ponendola nell’atto poietico d’un’allegorica ricostruzione.
....Materia di conoscenza che, in buona sostanza, già per l’adulto ha valenza di favola.
Emilio Diedo

lunedì 9 gennaio 2012

Paola Montesello Coin "Notte ad occhi aperti" by Emilio Diedo

Este Edition, 2011, pp. 136, € 12,00

http://www.bol.it/libri/editore/Este-Edition/7/S/1/
In copertina disegno di Anna Coin
Nota di ringraziamento
Introduzione di Angelo Negri
Prefazioni di Liborio Parrino-Giovanni Terzano e di Susanna Marchetto
In quarta di copertina, stralcio d’una lettera di Elio Cataldo
 
 

Chi non ha mai avuto almeno qualche problemino col letto, o più propriamente col sonno? Probabilmente tutti, prima o dopo, e nostro malgrado, abbiamo dovuto affrontare il capitolo insonnia. Ma c’è insonnia ed insonnia. Gli effetti d’una nottata in bianco, il giorno dopo, si fanno sempre sentire. Mancanza di concentrazione, e persino mancanza di sintesi dialogica, irritabilità, astenia e senso di vertigine se non di svenimento. Questi i sintomi salienti d’un dormire incompleto, irregolare o comunque insufficiente, che, nell’eventuale sequela di qualche altra notte passata in bianco, accrescono il loro potenziale rendendo il soggetto malcapitato una specie di automa, deambulante solamente grazie alla forza di gravità che, come un piedestallo, lo sostiene. Se questi sono gli inconvenienti, minimi, che toccano a chi abbia dormito male, ma che in qualche modo o per qualche ora della notte abbia dormito, si pensi un attimo a quali conseguenze possa andare incontro la persona che per all’incirca quindici anni (dico quindici – mica farnetico) non sia riuscita a passare una sola notte dormendo in maniera decente! È un caso di vera, perspicace insonnia, quest’esperienza raccontata nel dettaglio da Paola Montesello Coin. Un autentico, debilitante, deprimente calvario, che l’ha vista protagonista, suo malgrado, d’una via crucis che ne ha devastato il fisico e finanche la psiche. Una penitenza che, nel tentativo clinico di superare la seria problematica, nella sua fase ascendente, l’ha portata all’intossicazione da psicofarmaci, fino al raggiungimento d’un’assuefazione che, dal punto di vista terapeutico, ha coinciso con l’essere assolutamente inefficace. E che poi, nel corrispettivo trend discendente, l’ha vista subire il frustrante, sofferto, impervio decorso d’una lentissima, progressiva disintossicazione, vissuta con l’incubo di non riuscire a venirne fuori mai più. Invece, grazie ad una forza di volontà provvidenziale, lei ce l’ha fatta – alla faccia del destino.

All’epoca in cui ebbe inizio la disavventura, e per parecchi anni dopo, era una problematica poco nota alla scienza medica, scarsamente studiata. Tant’è che non era neppure considerata "malattia". D’insonnia non si muore era il reiterato refrain cui la Montesello si sentiva dire da più parti. Finché, e finalmente, qualche medico volle approfondire l’argomento… ed è di coseguenza che è stata fondata l’AIMS, l’Associazione Italiana della Medicina del Sonno. Così l’autrice fu, per la prima volta, riconosciuta vittima d’una patologia clinicamente definita ‘malattia dei disturbi del sonno’.

Ma prima ancora di scrivere il libro in questione, quest’autrice-malata (nel momento in cui la malattia non fu più considerata ‘immaginaria’) volle confidare al lettore quanto era venuta a sapere, a sue spese, circa l’insonnia. Dandone concreta e scientifica testimonianza. La sua prima pubblicazione s’intitolava, parallelamente a quest’ultima, Dormire con gli occhi aperti. Alla diffusione del quale ha molto giovato la trasmissione televisiva di Fabrizio Frizzi, Cominciamo bene, che allora andava in onda al mattino su RAI 3. Furono, quindi, gli stessi medici specialisti a leggere con interesse tale primo libro. Anzi, proprio quei medici, che s’accingevano a divenire luminari d’una nuova branca medica, pretesero di fare degli esperimenti sulla nostra autrice ex malata d’insonnia. Ed i medesimi hanno collaborato, insieme all’inevitabile sua psicologa (che per molti anni l’ha affiancata nell’affrontare sia le insidie del mancato sonno sia le successive turbe dovute alla disintossicazione ed alle successive diatribe post guarigione), alla stesura di quest’ultima, esaustiva pubblicazione.

È un libro che, nel portare a conoscenza un grossissimo problema, probabilmente epocale, del quale, come dissi, prima o poi nessuno ne rimane indenne, sa oltretutto infondere esistenziale fiducia.

 

Emilio Diedo

 

emiliodiedo@libero.it

lunedì 26 dicembre 2011

Este Edition Libri Digitali omaggio non solo a Natale!

 

E-BOOKS IN OMAGGIO

 

- Souvenirs, di Riccardo Roversi

 

- Album. Cento fotografie, di Riccardo Roversi

 

- Le Centurie, di Aldo Luppi

 

- Nella pelle di un altro, di Aldo Luppi

 

- Premio Letterario Schifanoia (2008)

 

 

 

anche su:

 
 
 

www.ultimabooks.it

 

Info:

 

federicofelloni@este-edition.com

libri@este-edition.com

 

 

 

http://www.este-edition.com/prodotti.php?idProd=535

venerdì 25 novembre 2011

Rita Montanari "Le piume del tempo" (Este Edition)

 

AUTORE

Rita Montanari Le piume del tempo

Già insegnante al Liceo scientifico “A. Roiti” di Ferrara, coltiva da sempre l’amore per la parola, in particolare per la parola poetica. Ha pubblicato: Indagine sul Neofascismo in Emilia Romagna 1969/1975 (Regione Emilia Romagna, 1975); Rami di vetro (Genesi Editore, 1988); Cara sorella, caro fratello (Rosellina Archinto, 1990 e Terre di mezzo, 2006); Sulla porta del mondo (Book Editore, 1992 e 2003); Dal niente che resta (Book Editore, 1995); La coda dello scoiattolo (Book Editore, 2005); Giocando a calpestarci l’ombra (Este Edition, 2007), L’acchiappanuvole (Este Edition, 2010). Ha ottenuto numerosi riconoscimenti e premi letterari.

CONTENUTI

I testi riuniti in questo volume appartengono ad anni fra loro distanti - composti fra il 2006 e il 2011 - e disegnano i tanti cambiamenti occorsi in questi anni. La sezione finale riproduce una scelta antologica di Dal niente che resta (1995), volume ormai esaurito. Questo è un libro che ho amato molto, e amo ancora oggi, per la Via in cui è nato, per l’orizzonte di pianura, per le parole di Don Patruno. Mi piace proporre qui insieme nuove e antiche parole, per le affinità tematiche presenti, se pure sia maggiore il disincanto nelle parole più recenti.

mercoledì 16 novembre 2011

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venerdì 7 ottobre 2011

I nuovi Manifesti Futuristi della Netgeneration *from Oubliette Magazine

oubliettemagazine

 

*di Alessia Mocci

I nuovi Manifesti Futuristi della Netgeneration

Pubblicato il07/10/2011 daoubliettemagazine
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Effetto del centenario futurista del 2009 non è stato soltanto il ritorno storico della più grande avanguardia italiana, ma l’emersione di certa continuità futurista, aggiornata, non conflittuale necessariamente con il postmodern, semmai sua elaborazione concettuale e pragmatica più
evoluta.
A parte proprio il neosituazionismo futurista e spettacolare di Graziano Cecchini che ha rotto mediaticamente il ghiaccio in Italia e non solo (unico artista contemporaneo italiana segnalato in Usa nel 2010 dal prestigioso catalogo Taschen Treespass 2010 proprio per la Fontana Rossa di Trevi, all’estero considerato il Christo italiano, in patria ancora discusso dai paleorealisti ideologici…), l’editoria italiana- per ora solo underground (ma prossima una news indicutibile d’alto lignaggio editoriale persino accademica),un underground anche noto a livello internazionale…ed extra-artistico…, segnala altre rotte che è tempo di focalizzare senza se e senza ma…
Nel 2009 l’Associazione Italiana Transumanisti di Riccardo Campa (associazione culturale scientifica e futurologica, sezione italiana dell’angloamericana Humanity Plus- dei vari More, Bostrom, de Grey, Orbn, Kurwzweil, anche Marvin Minsky, ha prodotto Divenire 3
futurismo, a più autori e firme (Sestante Edizioni, editing anche dell’università di Bergamo): tra essi oltre a Campa, proprio alcuni neofuturisti contemporanei, ovvero Roberto Guerra, Stefano Vaj (oltre lo stesso Cecchini). Complementare al volume, nel 2010 a Milano si è svolto il convegno internazionale periodico dell’Associazione ) con anche i neofuturisti succitati, più lo stesso Antonio Saccoccio, promotore dei cosiddetti netfuturisti in Italia e all’estero, ovvero i nuovi futuristi del web, supportati pure dalla critica d”arte Francesca Barbi, nipote ancor giovane dello stesso Marinetti. Convegno che ha anche ufficialmente avallato il nuovo cosiddetto The Italian
Futurism…
Il resto è cronaca live: recentemente sono stati editi due ulteriori volumi fondamentali per il New Futurism. Manifesti Netfuturisti-2007-2010 dello stesso Saccoccio e altri netfuturisti (Balice, Schneegass,,Giorgetti…), per Avanguardia 21 ( a cura del gruppo stesso) e “Nuovi Futuristi Nuovi Umanisti” dello stesso Guerra, manifesti e poesie dal 1980 al 2010 (Este Edition, eBook, Ferrara).
Volumi, tra letteratura e saggistica, sul futurismo contemporaneo, italiano..
I netfuturisti Saccoccio e compagni, manifesti squisitamente postinternet, con cifra prossima a certa nanoarte digitale. Guerra, quasi un mix storico postMarinetti, soprattutto pre-internet, “visionario”. Il New …The Italian Futurism come alternativa dell’era postideologica e per un postmodern già postumano dei nuovi tempi netmoderni… ovvero il computermondo attuale trasfigurato in chiave estetica e conoscitiva…
1*Manfesti Netfuturisti (A.
Saccoccio, S. Balice, G.Giorgetti, K.P. Schneegass), Avanguardia 21 – 2011
http://www.avanguardia21.it/manifesti
**2 Nuovi Futuristi
Nuovi Umanisti (Roby Guerra) pref. Graziano Cecchini, Este Edition – 2011
http://www.este-edition.com/prodotti.php?idProd=602
 
http://oubliettemagazine.com/2011/10/07/i-nuovi-manifesti-futuristi-della-netgeneration/