sabato 23 aprile 2011

Avanguardia: intervista a D.J. AFGHAN

D.J. Afghan Interview: Electro Soundtrack of the Sun

www.myspace.com/d.j.Afghan D.J. AFGHAN- Ormai da quasi 15 anni nella scena Italiana Musicale, Afghan uno di quei personaggi eclettici e giramondo che, pur rimanendo spesso nell' ombra come produttore, infiammano le piste dell'Italica Penisola ogni qualvolta girano i dischi in consolle. Infatti, il nostro dj, oltre ad essere uno dei fondatori di quel laboratorio musicale chiamato il LINK di Bologna e organizzatore del HIGH FOUNDATION FESTIVAL dove ha potuto organizzare serate con artisti come Method Man e RZA (Wu Tang Clan), Krs One, Redman, Nas, Talib Kweli, EPMD, David Rodigan , Grand Master Flash, General Levy, Phase II, DJ Mushrooms (Massive Attack), Alex Patterson (Orb), Dj Andy Smith (Portishead), Amon Tobin, Ed Rush and Optical, Africa Bambaata, Mychael Rose e parecchi altri. .. Il nostro dj oltre ad essere uno dei fondatori della Drum n Bass Arena del Link di Bologna, ha girato i Dischi al Maffia di Reggio Emilia, al Brancaleone e ai Magazzini Generali a Roma, al Leonkavallo e Cox 18 di Milano, all'Ecu di Rimini, Al Rototom di Pordenone, al Fabrik di Torino ed e stato dj resident del Fico DIndia di Lecce per 4 anni. Dopo l'esperienza inglese vicino al team di Pyrothecnic Radio e al famoso dj set al Propaganda (London) ritorna alle solite vibre italiane che lo portano sempre nel bel paese. Apparizioni nei festival più prestigiosi, come Arezzo Wave, Enzimi e Reset, ed uno degli organizzatori del festival Sud Bass al Casablanca di Lecce. Non dimentichiamo il meraviglioso party asiatico, più di 10.000 persone sulla spiaggia del Full Moon Party a Ko Pangan (Thailandia). Il suo dj set continua incessantemente per tutta la penisola ad un ritmo di 80 date annue (vedi 2008) che gli danno la possibilità di esprimere cio che produce direttamente dal suo BUNKER STUDIO. .. Le attitudini musicali lo portano a fondare delle etichette musicali: Bzrecords è il motore di tutto, con produzioni e collaborazioni a 360°, dal gruppo ferrarese Strike (vedi Live Baraonda) a Gopher (ex Sud Sound System), poi con Tast-one rec. con la produzione del gruppo jazz-lounge Pornofunky e del successivo Lost Generation of Funk, di cui copre la parte di dj e produttore, insieme a Nicola Panzanini e Stefano Bedo (Jestofunk) Poi il turno della Afun Recordings dove fa uscire insieme a Cocco e Unity 3 cd con il nome di ITALIAN BASSLINE(VOL 1/2/3). Attorno al 2004 inizia una nuova avventura con un personaggio veramente particolare, il padrino dello ska Laurel Aitken ed una mitica band ferrarese, i Cookoomackastick, 14 elementi che suonano in puro style rocksteady. Dopo questa apparizione nasce il progetto SouLove records con Marci Lee Valdez, dove produrranno subito dopo il film di Laurel e il fantastico disco con Winston Francis (Jam) "Peace, Love and harmony". Nel 2007 precisamente per Jahmekya Music, il nuovo lavoro del gruppo Bolognese Amsterdam Street Knowledge "Mystic Roots" e nel 2008 inizia un progetto sui ritmi della musica reggae - dancehall "Sweet Riddim" suonata dalla stessa band bolognese per SouLove records e per Bzrecords il disco hip hop di Mc Cry "Desolandia express" che verranno rispettivamente pubblicati all'inizio del 2009..... .. Il suo programma spazia dal Reggae-Bashment alla Dnb, senza dimenticare tutto ciò che si è imparato, in altre parole musica NERA!..






*intervista di Roby Guerra a D.J. Afghan




D- Elettronico D.J... una tua autufuturgrafia zoom...

R- ...A laptop libero, o meglio, software LOGIC AUDIO Emagic, il mio cuore strumento: afghan day.. e nigth a Milano, Roma, Torino, London,Bangkok, Zurigo, Berlino, Parigi, Birmingham. Il mio sound è – con una griffa- hip hop elettronico contemporaneo alias Jungle Raggae..

Tra i clubs non stop: Propaganda a Londra, con alcune miglaia di spettatori. Il live set più spettacolare .. in Thailandia, a Koc Pan Ghan, 10000 umani in orient-rave, indimenticabile.

D- Music-Machine?

R-L'elettronica è l'uso dei computers, la cosa più naturale che esista: rispetto a certa contemporanea storica (da Stockhausen alla musica cosmica tedesca, al tecnopop o all'Industrial e la tecno-disko), io lavoro con il computer per creare un sound il più caldo possibile. Macchine? E' una nuova musica elettronica, suoni molto diversi, solari, ricombinati all'infinito quasi. Suono sintetizzatori e li trasformo, in... violini, archi, eccetera. Un reverse d'avantgarde rispetto a certa elettronica dei decenni scorsi che simulava soltanto con le macchine i suoni naturali. Quando creo, entro letteralmente nella Macchina, alla fine Ella è domata e dominata...


D-Arte o Musica Elettronica?

R-Sono un operaio del suono, non un musicista: compongo, smonto e ricompongo, un Cut&Past puro new new dada electro. L'arte è un talento genetico per creare opere d'arte. Mi considero però più un produttore. Bunker l'etichetta... Tra le sinergie e gli album i vari (tutti cult in certo new underground) Daddy Freddy, Winston Francis (Jamaica), The Gringos (Ferrara.Italy e ..Barbados), Ask (Gran Bretagna). Come artista naturalmente amo sempre segnalare Ozky (Massimo Croce) che ha prodotto (evento per ora unico) … D.J. Afghan & The Crew, Bunkerisum...

D-Ferrara e l'avanguardia musicale?

R- Non la conosco... a parte Massimo Croce, Filippo Landini, ovviamente High Foundation,, quasi in città (ma non in Italia e ..in Europa!), una splendida Area 51: l'addetto alla cultura ferrarese Maisto, tuttavia, doveroso, è sempre stato recettivo...

D- D.J. Afghan, cronaca live?

Oltre all'imminente puntuale High Foundation festival, proprio la “production”del sound new jamaicano di Daddy Freddy (Soul Love Records): ovvero Enrico “The Maestro”, Neri e il vocalist Frederick Nelson, con il single J Girl Like You J Ah Love, un mega new fusion..

info:

Youtube. Soul Love Channel

Facebook. Bunkerman

http://www.soundcloud.com

www.myspace.com/djafghan


http://www.archive.org/details/BunkerisumVol.1DjAfghan10-2009oz22


Netfuturism in Usa e a Roma * from Recensione Dinanimista

Videoconferenze sul Futurismo di Antonio Saccoccio (Usa) e Roberto Guerra (Roma-Italy)


Il dinanimismo augura a tutti una buona visione:

Video netstorico "il primo futurista del 2000 in Usa! conferenza​!" di Antonio Saccoccio.
http://www.youtube.com/watch?v=whyBNtM1SNk SACCOCCIO PARTE 1 USA
http://www.youtube.com/watch?v=Y7kFNcZyeoE&feature=re... SACCOCCIO PARTE 2 USA

 
Roberto Guerra  Futurismo e Informazione 
 
http://www.youtube.com/watch?v=TnU2GCv4o70 
 
http://recensionedinanimista.myblog.it/archive/2011/04/23/videoconferenze-sul-futurismo-di-roberto-guerra-ed-antonio-s.html 

 
*a cura di Zairo Ferrante

Roma: Nuova Oggettività 16 aprile 2011 Verso Heliopolis *from Sandro Giovannini

 

Miro Renzaglia ha chiesto di eliminare la parola manifesto dall’iniziativa, poiché ritiene che implichi un progetto necessariamente definito in dettagli precisi e interamente condiviso da tutti, caratteri che non riscontra affatto negli interventi fino ad ora ascoltati. Sottolinea l’irriducibilità dei parametri di molti che pur conosce da tempo e di altri di cui ha ascoltato attentamente le tesi e si ripromette di partecipare al libro in fieri per la parte specificatamente poetica…


Enzo Cipriano ha ricordato l’importanza dell’iniziativa che deve tornare ad unire e che prevede un progetto da costruire insieme. Conosciamo da sempre le nostre differenze ma “…anzitutto… è doveroso tentare di fare qualcosa, e per questo l’iniziativa è fondamentale di per se stessa, è da trent’anni che ci si divide tra guelfi e ghibellini, tra destri e sinistri, tradizionalisti e futuristi…”. Ha quindi ripercorso la propria esperienza di editore che ha visto l’esordio di molti degli attuali politici che si sono rivelati, una volta al potere, per nulla coerenti. Invita a ad un rinnovamento del linguaggio mantenendo viva la Tradizione.


Leonardo Clerici ha invitato a guardare anche al mondo mussulmano, a non storicizzare il mito e a superare definitivamente il modello di riferimento tedesco. Avendo a lungo studiato la metafisica di Averroè può sostenere che la struttura fondante del pensare mediterraneo, di cui noi siamo solo un riflesso, sia la migrazione, fondamentalmente perché è l’atto di trasmigrare, l’atto metempsicotico, l’atto platonico. Ha richiamato l’estro innovativo del futurismo, come messa a zero, invitando ad abbandonare ancora e sempre lo storicismo e rispettando invece in profondità l’atto sacro del pensare e del creare, che si rivolge contro gli idoli della storia… oggettivare… quindi, ma facendolo “…non creando l’idolo, ma abbattendo l’idolo, affinché l’atto di offerta del pensare sia sempre atto di culto in quanto azione metafisica, in quanto “mitodologia”…


Antonio Caracciolo ha ricordato come tutte le iniziative nelle quali di recente è stato coinvolto, ultima quella dell’Appello alla Nazione, dimostrano la voglia di tutti di confrontarsi e aggregarsi, che è una esigenza esistenziale che la comunità di popolo comunque prima o poi avverte, come Schmitt insegna.


Ubaldo Villani-Lubelli ha invitato a ritrovare un modello di riferimento per la specificità dell’area in cui riconoscersi, perché abbiamo come dovere primario un principio di solidarietà con le generazione future… L’individuo può ancora trovare un ruolo all’interno di dinamiche politiche se si àncora ad un principio comunitario… Ha dato la sua disponibilità a collaborare e sostenere concretamente il progetto…


L’intervento di Ferdinando Menconi ha richiamato convintamente l’evidenza delle differenze, nello specifico sottolineando come personalmente si senta semmai partecipe della visione che individua la trasmigrazione come un fenomeno di polarità verticale, che dal Nord primieramente proceda verso il Sud, se anche si possono individuare, nella migliore delle ipotesi, tutti assieme e con grande chiarezza, possibile conciliazione di orientamento, di progetto e di durata…


Antonio Saccoccio ha ribadito l’intento del progetto di trovare punti di accordo e non elementi di distanza. Soprattutto quello che ci può unire è il comunitarismo… Tutto comunque avviene sempre tramite il sistema della mediazione pensiero/azione. Recuperare il pensiero/azione è quindi lavorare come artisti, per mettere in crisi tutto ciò che accade e questo è autentica avanguardia.


Alessandro Guzzi ha richiamato l’importanza della Tradizione per arginare lo sbilanciamento cui oggi assistiamo, come può avvenire nella comunità ecclesiale con il recupero della messa di rito antico. Da artista: “…germogliare invece che finire in cenere…”


Teodoro Klitsche de La Grange nel parlare di costituzione materiale e di costituzione formale, ha fatto l’esempio di come la costituzione americana sia stata cambiata dalla guerra civile (dalle armi) e come questa evenienza oggettiva sia stata registrata, nei fattori sangue, suolo, dimensioni geostrategiche, da Schmitt ovviamente molto prima che da Asor Rosa, e che nel pensiero borghese l’oggettivo si sia trasformato fino a divenire la kelseniana coscienza soggettiva dell’interprete… e che in tal modo l’oggettività della nostra costituzione non possa che far riferimento segreto e profondo alle necessità delle potenze vincitrici…Jalta docet…


Giuseppe Casale ha detto che l’unica potenzialità non è dividersi ma ritrovarsi sul destino, e che il metodo è non il criterio di rivalsa, cioè il sottolineare il proprio supposto identitario, ma il criterio sull’identità progettuale, operativa…


Umberto Bianchi ha ricordato come il primato della tecnocrazia abbia superato marxismo e fascismo… che una vera nuova oggettività dovrebbe consistere nell’accettare il nichilismo come un dato, da cui partire per resettare lo stesso mondo del nichilismo. Quindi operare contro l’economicismo significa non nutrire più il mondo del PIL, non nutrire più la tratta degli schiavi, non nutrire più l’illusione dello sviluppo infinito… abbandonando l’Europa per alleanze a geografia variabile…


Giuseppe Di Gaetano ha sottolineato che la marginalità attiva può ancora compiere un prodigioso lavoro e che una intesa come quella in cantiere è cosa utile e produttiva di effetti da non sottovalutare…


Francesco Mancinelli ha richiamato l’attenzione sul fatto che il nostro personaggio non è più percepito come predatore, come tentazione sinistra, e che, paradossalmente invece, è proprio il fuoco amico a definirla il pericolo peggiore, in questo senso gratificandola. Ma questa gratificazione surrogata è debole di forza ed infruttifera... Invita a trovare una comunicazione che mentre dia delle scosse salutari funga da cinghia di distribuzione dei nostri nuovi messaggi e sia in grado di raggiungere tutti e ad usare come modello di riferimento non Cicerone ma Catilina. Ha ricordato come le élites dell’Ottocento si seppero sacrificare in prima persona e chiede di tornare a trasgredire, a farci percepire al nemico, che non è l’altro, ma il nulla che ci circonda.


Vittorio De Pedys ha segnalato come la concentrazione del potere stia aumentando, ma nonostante ciò si è dichiarato ottimista, sia perché l’autoconsapevolezza del nulla è ormai ampiamente diffusa, sia perché vede ancora spazi da conquistare, enzimi di potenzialità future, domande (sia pur senza ancora risposte) ove prima c’era solo acquiescenza totale… tutte iniziative piratesche che lasciano ben sperare, come quelle di Casa Pound, o dei tanti cenacoli attivi e che hanno forti centri motorii… si tratta di mettere tutto ciò in connessione…


Guglielmo Lolli Ghetti ha sottolineato come una operazione del genere sia benemerita ma che richieda una decisa organizzazione economica a pena di invalidazione…


Luciano Pirrotta ha richiamato tutti più che a cavalcare la tigre ad infiltrare la tigre, cercando di divenire antagonisti sul serio, non come la mosca cocchiera, inutile a se medesima se non a chi la porta…


Alcuni come Elisabetta Oggero, Federico Gizzi, Gabriele Marconi ed altri cari amici, hanno preferito ascoltare tutti gli interventi e riservarsi osservazioni e commenti successivi...


E’ seguito poi un dibattito tra tutti i presenti, che si è concluso alle 20.00 circa, senza interventi di chiusura se non con i ringraziamenti di Giovanni Sessa a tutti i presenti e con l’impegno a proseguire il confronto e a tradurlo in iniziative concrete.

Luca Pavanel Il Sogno spaziale di M. Nyman



Per gli appassionati di fantascienza, colonne sonore per il cinema e di autori della musica classico-contemporanea, ogni tanto anche sul piccolo scherzo la congiunzione è favorevole. Mercoledì 6 aprile 2011 infatti è uno di quei giorni buoni per incontrare uno dei propri beniamini. A una certa ora della sera basta accendere la tv per sintonizzarsi con Rete4, a mezzanotte e mezza per la precisione: c’è Michael Nyman in “concerto”, ma come autore di colonne sonore, nel film “Gattaca – La Porta dell’universo”.

Nel commento sonoro in questione dominano micro-melodie, temi musicali dal taglio evidentemente minimalista (del resto lui è un rappresentante di questa corrente, anzi è stato tra i primi a utilizzare questo termine in un contesto musicale nel 1969). Un linguaggio che appartiene al mondo del compositore inglese. Magia, suspance, dramma vengono espressi con ossessività. Il “gioco” riesce alla perfezione; l’orchestra impegnata per eseguire il tema è quella del Los Angeles Film. Nella colonna sonora l’unico “stacco” non firmato dall’autore contemporaneo è la pagina pianistica dell”Impromptu” in sol bemolle maggiore opera 90 di Franz Schubert.
Su Nyman sono stati usati fiumi di inchiostro e tutto è stato sentito. Ma è sempre interessante osservarlo da vicino, anche in questa sua opera; sebbene forse non sia una delle sue maggiori. Il rapporto che questo compositore ha con il grande e piccolo schermo è a dir poco “ricco” e variegato. Ha scritto oltre sessanta colonne sonore; quasi un record della scrittura per le immagini. La sua impronta si sente dalle prime note. Una storia partita alla fine degli anni Sessanta, con un esordio che ha portato alla luce il suo “sodalizio” con Peter Greenaway (numerose le loro collaborazioni). Tra le sue colonne più conosciute, quelle dei film “L’ultima tempesta”,Lezioni di Piano” e “Wonderland“. La colonna di ”Gattaca” è stata pubblicata dalla Emi nel 1997.
In allegato: musiche di Nyman

http://blog.ilgiornale.it/pavanel/2011/04/06/colonne-il-sogno-spaziale-di-nyman/

Misurata libera dal tiranno Gheddafi! Droni sola igiene di Libia...


Tripoli
- Ritiro da Misurata. "Misurata è libera", le forze di Muammar Gheddafi stanno lasciando la città della Libia occidentale, dopo settimane di durissimi scontri. Lo ha annunciato un portavoce dei ribelli libici. Intanto gli Stati Uniti hanno lanciato in Libia il primo attacco con drone. Lo riferisce il Pentagono. Il dipartimento di Stato non ha fornito ulteriori dettagli sull’obiettivo dell’attacco dicendo soltanto che è avvenuto nelle prime ore del pomeriggio. Giovedì sera, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha autorizzato l’invio e l’utilizzo in Libia dei Predator, gli aerei senza pilota da tempo usati dagli Usa nelle operazioni in Afghanistan e Pakistan.

La rivelazione Un soldato libico ferito e catturato dagli insorti a Misurata ha detto che all’esercito è stato ordinato di ritirarsi dalla città assediata e bombardata da mesi dalle forze di Gheddafi. "Ci è stato detto di ritirarci. Ieri ci hanno detto di ritirarci" ha detto alla Reuters il soldato, Khaled Dorman, steso sul retro di un pick up dopo essere stato portato in un ospedale locale. Ieri sera il viceministro degli Esteri libico Khaled Kaim ha dichiarato che le truppe governative, sotto pressione per i raid aerei della Nato, potrebbero ritirarsi da Misurata, circa 200 km a est di Tripoli, e lasciare alle tribù locali il compito di affrontare gli insorti e "porre fine, con le buone o con le cattive" al conflitto nella città ribelle.

In battaglia le tribù L’annuncio di Kaim arriva dopo le notizie sui consistenti successi dell’opposizione nella città e i nuovi bombardamenti aerei della Nato sulla capitale Tripoli. Il vice ministro ha sottolineato che i raid dell’alleanza atlantica hanno impedito ai combattenti fedeli al colonnello Gheddafi di riprendere Misurata e che i leader tribali hanno dato un "ultimatum" all’esercito. "Se non riescono a risolvere il problema a Misurata allora la popolazione della regione entrerà in città" ha spiegato. "La situazione a Misurata sarà attenuata, sarà affrontata dalle tribù intorno a Misurata e il resto della popolazione di Misurata e non dall’esercito libico. La tattica dell’esercito è avere avere una soluzione chirurgica, ma con gli attacchi aerei non funziona". Sono emerse indiscrezioni che alcuni dei siti della città più importanti a livello strategico - compreso l’edificio più alto, il Tameen - sono stati conquistati dai ribelli, che ne ha sottratto il controllo all’esercito. Le forze di Gheddafi avevano utilizzato edifici del genere per riprendere possesso di Misurata, con i cecchini accusati di sparare indiscriminatamente contro le persone. Kaim ha inoltre criticato l’iniziativa dell’America di iniziare a utilizzare i droni, che ha definito una tattica "sporca" che rappresenta "un’ulteriore crimine contro l’umanità".

Liberato l'Asso 22 Finita l'angoscia per gli undici membri dell'equipaggio del rimorchiatore "Asso 22", sequestrato da uomini armati di Gheddafi in Libia il 20 marzo scorso. Nella tarda serata di ieri, infatti, la nave è stata rilasciata e gli otto italiani, i due indiani e il cittadino ucraino a bordo potranno finalmente rientrare a casa. "Asso 22", che si trovava nel porto di Tripoli, ha disormeggiato alle ore 22.45 e ha lasciato il porto alle 23.09. Alle 23.15, il comandante ha preso contatto con una nave italiana della coalizione e si è diretta, a una velocità di dieci nodi, verso l’imbarcazione della coalizione. A bordo di questa sono stati effettuati i primi controlli medici. In una nota, l'armatore della "Augusta Offshore", Mario Mattioli, ha ringraziato la Farnesina e i suoi collaboratori: "Siamo molto felici che l'equipaggio è stato rilasciato. L'ultimo mese è stato un periodo di grande incertezza per noi e, ancora di più, per l'equipaggio e per i loro familiari. Mi congratulo per il fatto che sono riusciti a mantenere il loro equilibrio durante tutto questo periodo. Ringrazio - ha aggiunto - anche tutti i miei collaboratori in 'Augusta Offshore' che si sono impegnati in modo eccezionale in questo periodo. Senz'altro il loro comportamento e professionalità hanno permesso di portare questa vicenda a una conclusione felice. Ringraziamo anche il lavoro costante - ha concluso - svolto dal ministero degli Affari Esteri e la sua Unità di Crisi che ha contribuito in modo decisivo a questo risultato".

http://www.ilgiornale.it/esteri/libia_gheddafi_ritiro_misurata_le_tribu_locali_fronteggiano_ribelli/libia-guerra-gheddafi-misurata-ritiro-tripoli-bombardamenti-nato/23-04-2011/articolo-id=519065-page=0-comments=1

Estense com Gran finale al Torrione Jazz club Ferrara con Enrico Fava

 

*PHOTO ESTENSE COM

La stagione di Ferrara in Jazz chiude con il botto. Con il doppio botto. Il Torrione chiama a suonare nella sua sala concerti per due sere consecutive (sabato 23 e domenica 24 aprile), alle 21,30, Enrico Rava, il più famoso musicista italiano nel mondo.

Con lui per questo suo recente progetto dal titolo “Tribe”, troviamo l’esperto batterista Fabrizio Sferra e tre giovani leoni come Gianluca Petrella, Giovanni Guidi e Gabriele Evangelista.

In trent’anni di carriera, il trombettista, flicornista e compositore triestino Enrico Rava vanta al proprio attivo oltre settanta incisioni, di cui sedici a proprio nome. Grande ammiratore di Miles Davis e Chet Baker, Enrico Rava comincia a suonare giovanissimo nei club torinesi. Nel 1963, conosce Gato Barbieri, al cui fianco due anni dopo incide la colonna sonora del film di Montaldo Una bella grinta. In quegli anni incontra Don Cherry, Mal Waldron e Steve Lacy, con il quale suona free jazz in quartetto tra Londra e Buenos Aires. Nel ’67, Rava è a New York ed entra in contatto con l’avanguardia free, in particolare con Roswell Rudd, Marion Brown, Rashid Ali, Cecil Taylor, Carla Bley. Dopo una parentesi italiana, che lo vede esibirsi con vari musicisti e registrare a Roma con Lee Konitz, nel 1969 riparte per New York, dove rimarrà per otto anni. A partire dal 1972, anno in cui pubblica Il giro del giorno in 80 mondi, il primo disco a suo nome, Rava dirige quartetti (sia nei club newyorchesi che in tournée in Europa e Argentina) quasi sempre privi di pianoforte. Le incisioni si susseguono, preziose, a ritmo serrato, al fianco di prestigiosi musicisti italiani, europei, americani: tra questi John Abercrombie, Joe Henderson, Roswell Rudd, Cecil Taylor, Ray Anderson, Franco D’Andrea, MassimoUrbani, Miroslav Vitous, Paul Motian, John Taylor, Archie Shepp, Misha Mengelberg, Richard Galliano, Lee Konitz, solo per citare alcuni fra i moltissimi nomi con cui ha collaborato. Musicista rigoroso e strumentista raffinato, questo poeta della tromba è anche sensibile e abile compositore, amante del jazz, ma capace di suonare nei più disparati contesti e di fondere nel suo personalissimo stile influenze musicali molteplici. Fra le numerose doti di Rava, vi è anche quella di essere un portentoso talent scout capace di scovare e lanciare giovani musicisti di grande talento: basti il nome di Stefano Bollani a titolo d’esempio.

Gli altri musicisti che lo accompagneranno nella due giorni del Torrione rappresentano una sorta di all stars italiana, nomi famosissimi che concorreranno a rendere la musica indimenticabile, appuntamento da non mancare anche per chi non è appassionato di jazz.

.............CONTINUA

http://www.estense.com/il-torrione-chiude-col-doppio-botto-0139858.html

Pierluigi Casalino : I SIGNIFICATI DELLA MITOLOGIA ITALICA



I SIGNIFICATI DELLA MITOLOGIA ITALICA

 

Negli studi sulla mitologia italica vengono spesso rievocati gli archetipi divini dell’Italia antica. Si tratta di figure o di aspetti fondamentali di quella sacralità che, appartenendo anche al periodo primordiale di Roma, rimarranno legati alla vicenda millenaria dell’urbe e sono ancora oggi suscettibili di essere riscoperti o rivisitati sotto una nuova luce. La funzione iniziatica di Giano Bifronte, il ciclo della regalità di Saturno, lo scenario naturale delle teofanie animali del dio Marte, in cui si muovono le “società marziali” delle più antiche comunità italiche, e del mondo delle foreste, dove vive lo spirito di Diana, misteriosa e notturna, sono alcuni dei significati storici e religiosi che emergono, con il loro ruolo di inesauribile fascino, dalle moderne ricerche che si vanno approfondendo su quell’atmosfera ancestrale. Una dimensione che rivela tutta la sua importanza per spiegare le origini della civiltà del nostro Paese e che resta ancora in gran parte sconosciuta.

 

IL CULTO DI MARTE NELL’ITALIA ANTICA

 

 

Alessandrina: Effetto Wikileaks *from AVAAZ

Bradley Manning dice di essere un patriota e ha ammesso di aver rilasciato le informazioni che riteneva il mondo avesse il diritto di sapere. Nonostante persone ragionevoli possano essere in disaccordo con l'approccio di WikiLeaks e sulla coscienza di coloro che hanno passato le informazioni, la tortura illegale di Bradley Manning, che deve ancora essere giudicato se abbia o meno commesso un crimine, è una vergognosa violazione dei diritti umani e della dignità umana.

Con speranza e determinazione,

Emma, Ricken, Pascal, Janet e il resto del team di Avaaz

Fonti:

La dichiarazione di Obama sull'importanza degli informatori sul suo sito ufficiale (in inglese):
http://change.gov/agenda/ethics_agenda/

WikiLeaks, si dimette Crowley, portavoce del dipartimento di stato:
http://www.repubblica.it/esteri/2011/03/13/news/wikileaks_si_dimette_crowley_portavoce_del_dipartimento_di_stato-13560709/

Manning, cresce la protesta per le condizioni carcerarie durissime:
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/manning-cresce-la-protesta/2146886

Human Rights Watch agli Stati Uniti: rispondete delle condizioni di detenzione di Bradley Manning (in inglese):
http://www.hrw.org/en/news/2011/03/16/us-explain-conditions-bradley-manning-s-confinement

Spogliato ogni notte, Bradley Manning racconta la sua difficile esperienza in carcere (in inglese):
http://www.guardian.co.uk/world/2011/mar/11/stripped-naked-bradley-manning-prison

Informatori di WikiLeaks e gole profonde: la linea dura di Obama (in inglese):
http://www.time.com/time/nation/article/0,8599,2058340,00.html

Le implicazioni del trattamento disumano di Bradley Manning (in inglese):
http://www.huffingtonpost.com/matt-kane/bradley-manning-obama_b_832933.html

Gli Stati Uniti s'impegnano per il rafforzamento dei diritti (in inglese):
http://www.nytimes.com/2011/03/19/world/19briefs-ART-Nations.html

Bradley Manning: i suoi capi d'imputazione (in inglese):
http://www.guardian.co.uk/law/interactive/2011/mar/04/bradley-manning-charge-sheet


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Resoconto delle presentazioni dinamiche di Donne senza fede e Parole di fuoco di Daniela Montanari, Bologna

http://lasinorosso.myblog.it/media/00/02/793483407.jpgIl 20 aprile 2011 allo Spazio Eureka, presso Ipercoop Centrolame, a Bologna si sono svolte in un’unica serata ben due presentazioni
letterarie. L’evento è iniziato alle 18:00 ed ha visto l’autrice Daniela Montanari alle prese con le sue presentazioni “dinamiche”, termine
coniato dall’autrice stessa per descrivere la sua performance, in quanto non si tratta delle presentazioni classiche con il presentatore e
giornalisti ma l’autrice stessa si pone nei confronti del pubblico come fautrice di futuribili domande con l’inserimento di una regia
scritta ed interpretata dalla stessa.

I libri presentati sono “Donne senza fede”, raccolta di racconti edita nel settembre 2010 dalla casa
editrice Rupe Mutevole Edizioni, e “Parole di fuoco”, silloge poetica edita nello stesso mese e dalla stessa casa editrice, una doppietta
che l’autrice ripropone anche al pubblico.

La doppia presentazione è iniziata alle 18:00 con un pubblico che ha accolto l’autrice con
entusiasmo e curiosità.

Per conoscere meglio l’evento vi lascio alla testimonianza diretta dell’autrice.

A.M.: Perché la scelta di
presentare ben due libri nella stessa serata?

Daniela Montanari: L'idea della presentazione è nata dal fatto che ho mandato in giro a
tutte le biblioteche/librerie di Bologna e provincia una mia lettera di presentazione in cui chiedo di poter presentare i libri. E le
librerie Coop, tra le altre, mi hanno offerto l'opportunità di usufruire dei loro spazi. Le scelte di presentare due libri nella stessa
serata sono diverse: “Donne senza fede” (dove la fede naturalmente è una provocazione tra la fede del proprio credo e la fede come anello)
è una raccolta di quattro racconti e, diciamo, si può vendere/promuovere/ presentare anche da solo. Mentre “Parole di fuoco” è una raccolta
di poesie, e qui casca l’asino. Le poesie sono ostiche da proporre, molti se ne spaventano al solo sentirne parlare, e quindi improntare
una presentazione solo sul libro di poesie mi farebbe pensare ad una cerchia molto ristretta di persone da coinvolgere/invitare. Quindi,
fortunatamente essendo stati editati nello stesso momento, li propongo come libri-gemelli. Ossia le poesie contenute in Parole di Fuoco le
possono aver scritte le donne di cui narro in “Donne senza fede”.

A.M.: Hai già in programma altre dati per le tue presentazioni:

Daniela
Montanari: Certo, a breve ci saranno altre mie presentazioni. Le più vicine sono:
- altra presentazione performante il giorno è il 13
maggio, di cui uscirà la locandina tra i miei eventi la prossima settimana, per una serata “A cena con l’autore” [l’asparago lo devi
cogliere quando c’è, come lei, la poesia. Vieni ad assaggiare asparagi e parole, questo è il loro tempo, ci sono soltanto ora…..]
- 21
maggio presso il castello Manservisi di Castelluccio (Porretta Terme), tra i miei eventi c’è la locandina. Presenterò, sempre con
performance, "Donne senza fede" in quanto uno dei racconti è ambientato proprio a Castelluccio, tra i monti della Val Carlina e della Valle
del Reno. Tra radure e cime, tra cicale e caprette. Ci sarà un buffet a seguire.



A.M.: Sei soddisfatta della risposta del pubblico per
queste due presentazioni?

Daniela Montanari: Il pubblico è stato molto caloroso, alcune persone si sono commosse e vedere i loro occhi
umidi della risonanza delle emozioni mi riempie e mi appaga sempre.

A.M.: Come ti trovi con la casa editrice Rupe Mutevole?

Daniela
Montanari: Con Rupe Mutevole mi trovo bene. Non ho avuto molti scambi interpersonali in quanto l’iniziale trattativa è stata fatta tramite
una conoscenza comune (tra me e loro) e quindi mi sono trovata già con la proposta di contratto fatta. Ogni volta che ho avuto bisogno di
ristampe sono sempre stati puntuali e precisi, ed alle mie domande che possono essersi susseguite nei mesi dallo scorso maggio ad oggi,
sono seguite sempre risposte esaurienti e tempestive.

L’invito dunque è per tutti i lettori alle date del 13 e del 21 maggio per le
prossime presentazioni con performance dell’autrice Daniela Montanari.

Lascio link utili per visitare il sito della casa editrice e per
ordinare il libro.
http://www.rupemutevoleedizioni.com/


http://www.reteimprese.it/rupemutevoleedizioni


http://www.facebook.com/pages/Ufficio-Stampa-Rupe-Mutevole/126491397396993



Alessia Mocci
Responsabile Ufficio Stampa Rupe Mutevole Edizioni








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Paura a parte di Sebastiano Zanolli, Franco Angeli Edizioni

http://lasinorosso.myblog.it/media/02/02/1278572541.jpg“La motivazione a partecipare ai processi decisionali sta nel nostro patrimonio genetico.
Fare parte del problema o fare parte della
soluzione.
Cambiare atteggiamento e cominciare a passare i secchi d’acqua anche quando l’incendio sta attaccando la casa a due isolati
dalla nostra.”

“Limitare o eliminare la paura sul luogo di lavoro” un capitolo che palesa le paure della maggioranza dei dipendenti e il
loro tendenziale atteggiamento di remissione nei confronti dei superiori. Si ha paura del licenziamento, si ha paura dei propri pensieri
perché si pensa di essere in un certo qual modo “inferiori” ed, invece, con il silenzio si agisce in modo negativo rispetto a se stessi e
rispetto agli altri.

“Paura a parte”, edito nel 2006 dalla casa editrice Franco Angeli Edizioni nella collana “Trend”, è la terza
pubblicazione dell’autore Sebastiano Zanolli(Bassano del Grappa, 1964). Sebastiano Zanolli è laureato in Economia, attualmente ricopre l’
incarico di Amnministratore Delegato di 55DSL, società streetwear del gruppo Only The Brave ( Diesel). Ha pubblicato cinque libri di
interesse socio-culturale, il primo nel 2004 “La La grande differenza. Una mappa utile per raggiungere le proprie mete”; il secondo nel
2005 “Una soluzione intelligente alle difficoltà quotidiane. Creare reti di relazione per affrontare il caso di ogni giorno”; il quarto nel
2008 “Io, società a responsabilità illimitata. Strumenti per fare la grande differenza” e nel 2010 il quinto “Dovresti tornare a guidare il
camion Elvis.”. “Paura a parte” è corredato del sottotitolo: “Riflessioni e suggerimenti sul lavoro, la vita e la paura in un mondo
precario.”
“Paura a parte” consta di 120 pagine e vede la prefazione di un grandissimo discesista italiano Kristian Ghedina che affronta la
tematica della paura in relazione alla sua professione. È interessante notare come l’autore si interessi dei pareri esterni al suo operato,
il suo grande occhio indagatore è in espansione ed ogni tematica intrapresa trova in ogni pagina nuove vie da percorrere. I capitoli sono
undici ed ognuno è presentato da un titolo esplicativo e da una citazione inerente al testo. La tematica trattata è la paura e l’ansia nei
nostri giorni, la paura di perdere il posto di lavoro, l’ansia dei rapporti sentimentali, la paura della guerra, la paura degli altri, la
paura che ammutolisce la creatività, la paura che limita l’intelligenza, la paura che genera la mancanza di comunicazione fondamentale per
la crescita dell’individuo.
“Un approccio più, diciamo, umano, che ci conduca ad alcuni condizionamenti ‘sentimentali’ che scatenano la
paura e che ho trovato spesso in autori che di ispirano a mistici indiani.
- Il primo è il senso di vergogna.
- Il secondo è quel
sentimento che deriva dagli shock emotivi che subiamo.
- Il terzo è la cicatrice lasciata dagli episodi in cui si è stati abbandonati.
La
vergogna consiste in una sensazione d’inadeguatezza del nostro essere e in un conseguente calo di fiducia nelle nostre capacità.”


Sebastiano Zanolli affronta una tematica forte di coinvolgimento per il pubblico dei lettori con una prosa amichevole; seguire pagina per
pagina “Paura a parte” ricorda una chiacchierata con un amico che non si vede da anni e che racconta le sue esperienze con aneddoti
istruttivi ed in nessun caso scontati. Paura, ansia, vergogna sono elementi presenti in ogni essere umano ma non sono permanenti e si
possono eliminare affrontando le cause di questi stati d’animo, Sebastiano, grazie ad esperienze proprie ed altrui ed a controprove,
delinea un percorso per riconoscere le ragioni di sviluppo di questi modi d’essere negativi per la vita quotidiana.
“So che esistono due
antidoti a queste paure.
Il primo è l’onestà di riconoscersi i primi responsabili della propria salvezza.
Il secondo la capacità di
allacciare alleanze e collegamenti con altri individui nella stessa posizione per difendere interessi comuni.
In assenza di questi
antidoti, si rischia di essere carne da macello di fronte ala concentrazione di potere e di ricchezza nelle mani di pochi.”


Vi lascio il
link del sito di Sebastiano Zanolli per maggiori informazioni e curiosità:
http://www.sebastianozanolli.com/cms/


Ed il link per ordinare
“Paura a parte” e le altre sue pubblicazioni:
http://www.sebastianozanolli.com/cms/?page_id=144


Link recensione “Dovresti tornare a guidare
il camion Elvis”:

http://oubliettemagazine.com/2011/03/03/dovresti-tornare-a-guidare-il-camion-elvis-di-sebastiano-zanolli-franco-angeli-edizioni/


Alessia Mocci
Responsabile dell’Ufficio Stampa di Sebastiano Zanolli




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venerdì 22 aprile 2011

Tommaso Mantovani: grazie a PpF/M5Stelle Ferrara s'è desta

Regionali, Grillo lancia le liste a 5 stelle | Progetto per Ferrara | http://www.progettoperferrara....

Visualizza immagine in Bing

..................Ferrara s’è desta. Grazie anche a voi, per lo spazio dato al “referendum propositivo” sul pronto soccorso al S. Anna, in Giovecca. Quattro anni dopo, le 11.500 persone che si erano espresse nel 2007 sono diventate 14500 e voglio ringraziarle una per una. Anche quelle che hanno democraticamente votato “no”. Nessuno di loro è rimasto a casa davanti alla televisione o se ne è andato al mare, come consigliava qualcuno. So comunque che molti non hanno votato perché impossibilitati o perché non sapevano punto dello smantellamento del pronto soccorso in Giovecca. A Ferrara c’è una forte richiesta di partecipazione e di democrazia diretta, trasversale agli schieramenti politici. Chissà perché…Forse non sarebbe così, se amministrazione e opposizione negli anni si fossero degnate di organizzare qualche referendum, abrogativo o consultivo, invece di impedirlo agli altri e basta. A Mestre-Venezia, il sindaco Cacciari ne organizzò addirittura uno sul mantenimento o meno del petrolchimico di Porto Marghera… Il nostro non volete chiamarlo “referendum” ma solo “raccolta firme”? D’accordo: in ogni caso, ditemi se si sono mai raccolte, a Ferrara, 14500 firme in 2 giorni, con tutti i partiti contro.

A questo punto sono preoccupato. Alle regionali del 28 aprile 2010, il Movimento5stelle-beppe grillo.it ha ricevuto 4500 voti: quindi ci sono almeno altre 10.000 persone che si aspettano qualcosa da noi, al di là delle proprie appartenenze partitiche, sul tema del S. Anna. Con 2 consiglieri di circoscrizione e 1 comunale a Ferrara, faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità, insieme ai 2 consiglieri regionali a Bologna, contro la scelta scellerata di trasferire ospedale e pronto soccorso a km.7 dalle mura, nella “buca della morte” a Cona. È una battaglia non-violenta per la cittadinanza e per la sanità pubblica. Ancora 14.500 grazie!

Personalmente, spero non andiate al mare neanche il 12 e 13 giugno prossimi, ma vi esprimiate anche contro il nucleare e a favore dell’acqua pubblica

 

Tommaso Mantovani

lanfranco viola ha scritto il 22 aprile 2011 alle 7:39 Colgo l’occasione offerta da questa lettera per far presente, a chi fosse interessato, di un’altra possibilità offerta ai cittadini,quella di poter esprimere un parere propositivo sul riutilizzo del S.Anna.Ci sono stati due incontri e ciò che mi ha stupito è la poca o nulla partecipazione di colleghi architetti.Prossimo incontro avverrà alla Sala della Musica a S.Paolo il 28/4 alle ore 17.30.Hanno riferito che commissioni di” esperti” stanno studiando il problema da anni,ma le indicazioni progettuali fornite fino ad ora sono state veramente risibili.(fatta salva la decisione di piantare 311 alberi di alto fusto! Sic!) trattandosi di un pezzo importante di città credo sia utile intervenire oggi ,prima che qualcuno si faccia dei “viaggi” mentali( vedi: valle della Morte per “Cona” il Mostro) e poi le decisioni siano considerate immodificabili .Un proverbio dice:LA GENTE CREDE VOLENTIERI A CIO’ CHE DESIDERA:purtroppo tanti esempi hanno dimostrato il contrario come DARSENA CITY docet !! 

http://www.estense.com/ferrara-se-desta-0139738.html

Roberto Guerra intervista Angelo Storari PpF/M5Stelle* da Ferrara Supereva (3/2010*)

 


D- L’efficacia della vostra opposizione è un fatto: in controluce, il PD è più critico con PpF che con il PDL….

R-Giocoforza. PD e PDL di fatto si esibiscono in schermaglie di cui anche la gente comune non percepisce il senso, che sanno di lotte per il potere. A livello nazionale le politiche dei due partiti tendono ad assomigliarsi sempre più, fatta l’eccezione della figura del leader dello schieramento di centro destra.

D- PpF e ambientalismo: neoluddismo o ecologia neomoderna?
R-Direi ne l’uno ne l’altro. Neo luddismo richiama ad un rifiuto della tecnologia tout court, ecologia neomoderna o post moderna richiama ad un antagonismo con il neo capitalismo e neo liberismo. Non siamo nemici della tecnologia, anzi. Pensiamo che la tecnologia debba essere al servizio dell’uomo. Che si debba usare di più e meglio.
Due esempi: Far muovere le persone e le merci il meno possibile, sia per il lavoro che per le pratiche burocratiche, usando la rete e sburocratizzando. L’expò che si terrà a Milano nel nuovo quartiere fieristico sarà un buco nell’acqua annunciato, così come le fiere internazionali perderanno senso. Perchè muovere migliaia di persone e di merci quando posso vedere e contattare chiunque con un click? Altro esempio, come dice l’esimio Paul Connet (rete Zero Waste) quando progettiamo un bene che non può essere riciclato e va bruciato in un inceneritore o va a finire in discarica, vuol dire che c’è un errore nella filiera, nella progettazione industriale.

D-PpF e antipolitica: la sinergia anche regionale con Beppe Grillo.
R-La sinergia è ampia, se non totale. Ma non è antipolitica, anzi. Noi siamo per la politica, la vita attiva e l’interessamento dei cittadini alla Polis, alla comunità.- Semmai possiamo parlare di antipartitica. La politica noi la facciamo da sempre, e continueremo anche dopo, tra lagente e sulla rete. Non c’è bisogno di una poltrona per farla. per questo abbiamo sottoscritto un impegno, che vogliamo trasformare in norma se possibile, ma che rispetteremo a prescindere, di non poter essere eletti in qualsivoglia consesso politico per più di due mandati.
Per questo rinunceremo all’indennità di parlamentare regionale e saremo retribuiti dal Movimento, se saremo eletti, in funzione delle nostre entrate precedenti, ma comunque con un tetto alle retribuzioni. Anche questa diventerà una delle prime proposte di legge che manderemo avanti, una legge anti casta. Ci sono centinaia di società, enti e istituzioni collegate e partecipate dagli enti pubblici, i cui componenti dei cda vengono nominati dai partiti. Servono tetti alle retribuzioni, selezioni trasparenti sulla base dei Cv e delle competenze, tra rose dicandidati, retribuzioni comunque legate in larga quota ai risultati conseguiti nella gestione.

Non è concepibile che l’AD di Hera guadagni più del Presidente Obama!!!
D- Ferrara futura: l’alternativa è possibile?
R- Alternativa non solo possibile ma doverosa per la sopravvivenza della città.
D- L’informazione a Ferrara è libera?
R- L’informazione a Ferrara rispecchia quella nazionale, schierata e libera a corrente alternata, a seconda dei momenti e delle esigenze. La vera informazione libera gira in rete. Basta guardare i dati delle vendite dei quotidiani, che ricordiamoci, sopravvivono con le nostre tasse.
http://guide.supereva.it/ferrara/interventi/2010/03/progetto-per-ferrara-ppf-intervista-a-angelo-storari

Estense com Festival della Criminologia a Cento-anteprima

 

Cento. Dal 6 all’8 maggio 2011 si terrà il primo Festival della Criminologia Città di Cento (Fe) organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune in collaborazione con varie associazioni del territorio. I crimini sono oggetto di numerose opere artistiche, ma mai come in questi anni il delitto è stato tanto trattato: i casi più eclatanti sono raccontati da tutti i media e diventano argomento di conversazioni quotidiane; gli omicidi sono ormai protagonisti di numerosi film e fiction.

Il Festival della Criminologia di Cento si pone come strumento per una comprensione più consapevole di queste tematiche. La spettacolarizzazione dei delitti a cui ogni giorno assistiamo nasconde in realtà una serie di complesse sfaccettature. Nelle tre giornate del Festival ne parleranno psicologi, scrittori, uomini di giustizia e storici che sapranno portare, con competenze e interessi diversi, il proprio contributo.
Il Festival sarà l’occasione per valorizzare i luoghi più suggestivi della città come la Rocca, il Palazzo Scarselli Tassinari, la Pinacoteca Civica, il Palazzo del Governatore e piazza Guercino.
Di seguito il programma:
................CONTINUA
http://www.estense.com/festival-della-criminologia-a-cento-0138779.html

Rosso Trevi con Pennacchi per l'Artecrazia a Littoria

 


Dopo Filippo Rossi, il giornalista di Farefuturo web, a Latina si candida anche Graziano Cecchini, dai più conosciuto come Rosso Trevi. Lui è l’artista che ha colorato di rosso la Fontana di Trevi, che ha fatto cadere dalla scalinata di Trinità dei Monti migliaia di palline colorate, che a Firenze ha “incorniciato” il panorama di piazzale Michelangelo con conci di marmo carraresi fatti arrivare apposta per la performance.
Il “futurista” c’è. Ma stavolta non per la sua vocazione artistica, bensì per il suo impegno in politica. Già assessore al Nulla per la giunta comunale del comune siciliano di Salemi insieme al sindaco Vittorio Sgarbi, Cecchini ha deciso di candidarsi al Comune di Latina.
La lista “Pennacchi per Latina-Fli” c’è, ma lo scrittore autore di “Fasciocomunista” non correrà, nè da candidato sindaco ne per un posto in Consiglio. “Si spenderà per la campagna elettorale a sostegno del nostro candidato Filippo Cosignani”, ha reso noto il coordinatore provinciale di Fli Claudio Barbaro.
Ma l’imbarazzo tra i finiani del Pontino c’è. Ecco perchè alcuni uomini di spicco del movimento del presidente della Camera correranno a Latina: in lista ci saranno il “falco” Fabio Granata, più vicino a posizioni dipietriste che di un centro destra moderato, lo stesso Barbaro, l’ex assessore alla Cultura di Roma Umberto Croppi, il direttore del Secolo Luciano Lanna, il direttore del Futurista e già citato Filippo Rossi, e lui, l’unico “vero” futurista, Graziano Cecchini.
A chi gli chiede come mai un artista libero come lui sia stato ’ammaliato’ dalla tentazione politica, Cecchini risponde senza lasciare alcuno spiraglio di dubbio sulla sua buona fede: “il Graziano di Fontana di Trevi è sempre quello. La differenza tra politica passatista e innovativa fresca e soprattutto onesta chi pensate che possa comunicarla?” E poi ancora: “Io spero di essere considerato per quello che sono e per le cose che faccio, mettendoci sempre la faccia.
Non uso nickname ne avatar e questa secondo me è già una grande differenza con gli altri”.
http://www.opinione.it/articolo.php?arg=1&art=100825

REPORTER EROI DOC. in Libia

Morire da reporter: la lezione di Tim e Chris * di Andrea Tafini
 

 
La città libica di Misurata è uno di quegli oscuri teatri di guerra di cui si parla e si scrive molto senza poter andare al di là di congetture più o meno fondate, per l’estrema difficoltà di andare sul posto e raccontare i fatti. A penetrare il buio di questa scarsità d’informazioni ha provato un manipolo di reporter, tra questi c’erano Tim Hetherington e Chris Hondros. I due, celebri fotogiornalisti e documentaristi (il primo britannico, il secondo statunitense), erano a Misurata per documentare l’uso delle bombe a grappolo da parte delle truppe fedeli al Raìs e per immortalare il dramma della città libica, isolata da mesi e sottoposta a brutali bombardamenti.
I due sono stati uccisi proprio dai colpi di mortaio che volevano portare a conoscenza del mondo, insieme alla brutalità della repressione di Gheddafi. Entrambi quarantenni, erano specializzati in zone di guerra “invisibili” ai media o poco raccontate; Liberia, Angola, Sierra Leone, Nigeria, passando per situazioni poco conosciute in Iraq e Afghanistan. Chris Hondros, candidato al premio Pulitzer, era diventato celebre per una foto che immortalava l’eccidio di una famiglia iraquena da parte di soldati americani nel 2005. Tim Heterington ha vinto il Sundance Festival nel 2010 e ottenuto una nomination agli Oscar con il documentario Restrepo, storia di un plotone statunitense di stanza in una sperduta base afghana. Il fatto di essere stati invisi e di aver irritato non poco le gerarchie militari e politiche del governo americano per i loro lavori è il segno più chiaro della loro onestà e grandezza giornalistica.
La limpidezza dei loro racconti è lontana da un certo tipo di giornalismo bellico edulcorato, che strizza l’occhio ad una delle parti in causa, o peggio, che enfatizza l’eroismo dove quasi sempre l’eroismo è inesistente. E’ una lezione semplicissima quanto difficile da seguire quella che ci lasciano in eredità i due fotoreporter: “fotografare” quello che accade, nulla di più, per togliere da ogni guerra la polvere di propaganda ed ipocrisia che la offusca. Sul coraggio di Tim e Chris, ed in generale di tutti i reporter che rischiano la vita per uno scatto od un flash d’agenzia in posti dove pochissimi oserebbero mettere piede, non c’è bisogno di scrivere. Il loro lavoro è la perfetta testimonianza di tutto questo, di quanto sia pericoloso cercare una verità nuda, portarla alla luce e mostrarcela. E’ un coraggio senza enfasi, asciutto ed essenziale, come l’ultimo tweet di Tim Hetherington prima di morire....CONTINUA

Futurology: Roberto Vacca e Ray Kurzweil a cura d Ugo Spezza

a cura di Ugo Spezza


Testo di Roberto Vacca: Ingegnere elettrotecnico e docente in Automazione del Calcolo (Universita' di Roma) Docente di Computer, ingegneria dei sistemi, gestione totale della qualita' (Universita' di Roma e Milano). Consulente in ingegneria dei sistemi e previsione tecnologica. (http://www.robertovacca.com/italiano.html)


Negli anni 70, dopo i dibattiti sui "limiti dello Sviluppo", taluno sostenne che i ritorni della tecnologia cominciavano a diminuire. I vantaggi sarebbero cresciuti sempre più lentamente. Ora Ray Kurzweil (inventore di novità epocali per lettura ottica di caratteri e riconoscimento del parlato da parte di computer) nel libro The Singularity is Near (La singolarità è vicina, Viking 2005) propone al contrario la legge opposta: i ritorni della tecnologia in termini di efficienza, rendimenti, prosperità, accelerano di continuo.

L'imminente singolarità è il momento in cui le prestazioni dei computer diverranno tanto eccelse da realizzare intelligenza artificiale con impatti positivi sconvolgenti sull'innovazione e la prosperità. Già nel 1999 (L'era delle macchine spirituali) Kurzweil prevedeva così le prestazioni future di un pc da 1.000 euro:« - 2009: mille miliardi di operazioni/secondo; computer incorporati negli oggetti comuni; telefoni che traducono da una lingua a un'altra. - 2019: intelligenza pari a quella umana; lenti a contatto che mostrano realtà virtuale in 3d; i pc capiscono i nostri gesti ed espressioni. - 2029: potenziale pari a quello di 1.000 esseri umani; i computer si integrano coi cervelli umani e li potenziano; leggono tutto quel che gli uomini hanno scritto; si ritengono umani: chiedono i diritti civili. - 2099: non c'è più distinzione fra umani e computer; certi uomini non hanno esistenza fisica; la morte fisica è irrilevante - continuiamo a vivere nel software».

Nel nuovo libro Kurzweil tenta di dimostrare che la civiltà umana sta per trascendere le nostre limitazioni biologiche amplificando la sua creatività. Svilupperà concetti, idee, invenzioni fuori dai cervelli per mezzo di macchine dapprima create dall'uomo, poi autoriprodotte. Fra pochi decenni invenzioni e innovazioni saranno fatte più da macchine intelligenti che da esseri umani. Kurzweil dà per scontato che i processi di crescita tecnologica del passato sono tutti esponenziali.
Quando la crescita rallenta, si presenta sempre un nuovo paradigma che la fa riprendere. Ad esempio: i circuiti dei computer prima realizzati con relè, sono passati a tubi elettronici, poi ai transistor, ai circuiti integrati e sono avviati a usare nanoelementi o perfino singoli atomi (come intuito da Richard Feyn¬man nel 1959 e meglio nel 1985). È curioso che Kurzweil, alto tecnologo e matematico, usi tante analogie e metafore.

Traccia un parallelo plausibile, ma solo qualitativo, fra l'accelerazione dell'evoluzione biologica e quella dell'Ict. La prima impiegò miliardi, poi milioni di anni, millenni e decenni per produrre vertebrati, primati, homo sapiens. La seconda prima in decenni, poi in anni o mesi è passata dai telefoni, alla radio, alla tv, ai pc, al web. È vero che il progresso accelera. Gordon Moore propose negli anni 70 la sua legge: la densità di transistor per chip, la velocità dei computer, le dimensioni della memoria raddoppiano ogni 12-18 mesi. Dopo 30 anni questa legge funziona ancora: Kurzweil ne deduce che anche oggi hardware, software e scienze dei computer e del cervello crescono esponenzialmente. Non ci sarebbero limiti.

Qui osservo che è sempre stato smentito chi ha creduto di aver individuato processi esponenziali. Malthus e i rovinografi degli anni 70 paventavano la crescita demografica esponenziale, ma io notavo in Medioevo Prossimo Venturo che tale ipotesi implicherebbe fra 2.000 anni una popolazione mondiale di 150.000 miliardi e fra 8.000 anni una densità di 600 milioni di abitanti per metro quadrato. Oggi calcoliamo che la crescita demografica frena e in questo secolo dovrebbe arrestarsi a circa 11 miliardi. Non possono esistere, dunque, crescite esponenziali indefinite: riempirebbero l'universo. Kurzweil ugualmente elenca una lunga serie di progressi che evolverebbero (mentre i costi unitari relativi crollano) sempre esponenzialmente. Fra questi: la densità delle memorie Ralasinm, la velocità e il numero dei transistor dei microprocessori, le dimensioni delle memorie magnetiche, il numero di host su internet. Il libro non dà equazioni atte a definire le curve riportate per questi processi: senza equazioni non si possono individuare meccanismi quantitativi nemmeno empirici.

Spesso si trova che le curve che per certi tratti paiono esponenziali, sono invece logistiche a S che, dopo una crescita veloce, rallentano e tendono a un asintoto finito. Ho analizzato molti dei dati riportati. In genere, erano affetti da rumore tale da non permettere la definizione di equazioni. Però nel caso della crescita del numero di host su internet ho trovato che i dati si adattano a una logistica che dal valore di 170 milioni (2002) mira a raggiungere verso il 2015 un asintoto di 610 milioni. L'errore standard è solo di 0,016; la previsione è plausibile. Fra le pretese crescite esponenziali annunciate ci sarebbe anche la nostra capacità di comprendere e di retro-engineer, cioè di ricostruire i criteri e i dettagli costruttivi del nostro cervello.
Gli esperti (fra cui il professor Elkhonon Goldberg della New York University School of Medicine) mi dicono che le cose non stanno così. I modelli del funzionamento del cervello continuano a migliorare, ma sono ancora primitivi. C'è molta strada da fare per combinare le nostre capacità mentali con quelle dei computer che sono milioni di miliardi di volte più veloci e atti a condividere conoscenza. Nel nuovo mondo. dopo la singolarità, sarebbero indistinguibili uomini da macchine, realtà virtuale da quella fisica. Potremmo assumere corpi e personalità diverse. Elimineremmo vecchiaia, malattie, povertà fame e inquinamento. .....

http://www.futurology.it/I%20limiti%20del%20tecnosviluppo/I%20limiti%20del%20tecnosviluppo.htm