....Si tratta di un gruppo che reinterpreta la musica di Bowie ed io quella sera sarò lì a dipingere dal vivo un quadro dedicato a lui. Bel quadro-poesiaVisiva dedicata a David Bowie
venerdì 27 giugno 2025
giovedì 12 giugno 2025
DAVID BOWIE-Tour 1987- Italia 1
David Bowie Italia - Velvet Goldmine 9 6 1987

giovedì 29 maggio 2025
DAVID BOWIE-LIFE ON MARS-The Best anni 70---
Led Zeppelin, Pink Floyd, The Rolling Stones: nella lista di Pitchfork ci sono tutti, ma ciò che giunge sorprendente è che nessuno di loro è in testa. Il più bel brano musicale dal 1970 al 1979 è Life on Mars? di David Bowie.
Ottimo art. su Esquire sulla Musica Pop: ai primi posti come giusto e critico, oggi non facile visti certi gusti.., R Stones, Genesis, King Crimson , Pink Floyd. Bowie la song piu potente... Giusto criterio e aperto al Futuro...
sabato 28 dicembre 2024
David Bowie e Lindsay Kemp, Teatro-Arte... 2025 Pop Art al Cubo---
My Bowie Room Facebook/M. Ganzaroli
sabato 10 agosto 2024
Davi Bowie, Heroes, video, 50 anni di Diamond Dogs
https://www.youtube.com/watch?v=lXgkuM2NhYI
Sinistro, glam, istrionico: difficile definire univocamente Diamond Dogs, lo storico album di David Bowie pubblicato nel 1974. Cinquant’anni dopo riscopriamo la sua cover, le sue tracce e, soprattutto, il contesto da cui nasce e a cui si rivolge
mercoledì 7 febbraio 2024
giovedì 1 giugno 2023
giovedì 23 dicembre 2021
domenica 31 ottobre 2021
martedì 11 maggio 2021
sabato 23 dicembre 2017
lunedì 1 maggio 2017
Il Lazarus pop di David Bowie e quello retro di R. Pazzi
di R. Guerra
Ennesimo libro deja vu e sopravvalutato per Roberto Pazzi: sempre acriticamente osannato nella piccolissima borghese e attardata Ferrara, ma scrittore ormai distante da certi relativi vertici delle origini. E lo scrittore, come sempre più spesso, rivela anche per quest'ultimo Lazzaro, sforna oggi tomi pesanti e storicamente obsoleti, un misticismo esistenziale forzato e poco credibile, alla luce soprattutto del divenire anche parallelo in altra altitudine della poetica contemporanea. Letteratura contemporanea che Pazzi neppure tacitamente disprezza, come persino più o meno dichiara, dimenticando che egli stesso altro non può essere che un contemporaneo! Chissà perchè certa fantascienza o altro fantastico o fantasy , da Dan Brown e Stpehen King (poco amati come noto dallo scrittore) sarebbero irrilevanti o quasi. In realtà, basta semplicemente rivedere l'ancora recente video clip dell'ultimo David Bowie, prima della prematura scomparsa, dedicato proprio a Lazarus (archetipo cristiano e oggi anche transumanista) e l'interfaccia storica digitale e contemporanea letteraria esita impetosa per lo scrittore ligure-ferrarese. Anche per Ferrara, assai meglio e a suo modo futuribile, il Medioevo creativo e fantastico.. dello stesso Marcello Simoni.
DAVID BOWIE LAZARUS VIDEO
info Estense com
http://www.estense.com/?p=612730
www.estense.com
"È un libro che piace in tutte le lingue" quello della punta di diamante della letteratura ferrarese Roberto Pazzi, che si concede di mettere per iscritto il suo "vecchio vizio mentale "Lazzaro"
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mercoledì 13 gennaio 2016
Futurismo, David Bowie e ...Carlo Verdone
by REPUBBLICA
11 gennaio 2016
Verdone: "Quella notte con Bowie a parlare di futurismo"
Carlo Verdone, esperto e appassionato di rock, è da sempre un grande fan di David Bowie: "E' morto sperimentando: il suo ultimo album, Blackstar, è complesso e innovativo." Nel 1991, a Milano per le riprese di "Maledetto il giorno che ti ho incontrato" Verdone e Margherita Buy vanno al concerto di Bowie al Teatro Smeraldo. Lì incontrano Gianni Versace, che li invita a casa dopo lo spettacolo. In quella occasione Verdone conosce Bowie, che si rivela un grande esperto di storia dell'arte: tra Boccioni e Balla ecco il ricordo di una chiacchierata indimenticabile con il musicista inglese. Peccato per il giacchetto di Margherita Buy, uscito malconcio dalla serataintervista di Francesco Fasiolo
montaggio Elena Rosiello
VIDEO E FONTE http://video.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/verdone-quella-notte-con-bowie-a-parlare-di-futurismo/224507/223768?ref=HRER3-1
sabato 19 dicembre 2015
DavidBowieVEVO: "David Bowie - Lazarus (Audio)" e altri video
https://www.youtube.com/watch?v=ZSt9RDIIa0k&feature=em-subs_digest
giovedì 8 gennaio 2015
David Bowie e il Futurist Rock (Compleanno del Duca Bianco)
LUIGI SGROI David Bowie e il futurist-rock*
L’itinerario poetico e musicale di David Bowie costituisce un caso abbastanza singolare nel
panorama della musica pop degli anni settanta.
Nato musicalmente sulla scia dei grandi beat e post-beat e prima ancora di Elvis, Bowie viene
presto affascinato non tanto da un nuovo modo di comporre musica, quanto da un nuovo modo di
concepire il compositore e l’artista stesso.
Già dai primi anni settanta è alle prese con un particolare modo di concepire l’artista che lo rende
simile ai cultori de : “l’art pour l’art” e che lo inserisce in un nuovo linguaggio espressivo che vede
l’artista e il suo essere opera d’arte in sé, della stessa importanza della sua produzione musicale
stessa.
In questo senso Bowie, da “Space oddity” in avanti si pone come un vero esempio di precursore dei
tempi; un precursore però , si badi bene, che non ha mai necessariamente trovato ispirazione
artistica nella corsa in avanti, corsa superficiale affetta da “modernismo” e fuga contro il tempo;
l’intuizione anticipatrice di Bowie ha riguardato anche il passato: con Bowie il passato è stato reso
attuale, “futurizzato”. Sono frequenti i momenti in cui è andato a ripercorrere o a “collezionare”
segni, mitemi musicali, suoni, che sembravano dimenticati.
Bowie, definito artista “camaleontico”, non ha solo definito e raccontato se stesso; Bowie ha
raccontato il suo tempo: il tempo che seguiva il ’68 con tutte le sue conseguenze incerte, i suoi
contrasti e le sue allucinazioni, il tempo dell’oblio dall’ impegno politico in senso stretto, quando ha
inaugurato la stagione “soul” nel ’75 con “Young americans”(che avrebbe aperto la strada al
celeberrimo “Saturday night fever”), il tempo decadentista e nichilista di “Low” in cui migliaia di
giovani, soprattutto della cosiddetta buona borghesia, si sono riconosciuti.
Bowie ha fatto e scritto di tutto ed è stato di tutti, ma è rimasto libero e in qualche modo lontano da
tutti. Amico, collaboratore, strumentista, autore di musiche per altri artisti, non si è mai arroccato su
modelli o mode precostituite. Bowie si è sempre rinnovato e per farlo ha sempre dovuto demolirsi.
Qui sta il suo futurismo: in quel non essere di nessuno, nemmeno di se stesso. Fino alla prossima
identificazione.
In quel voler maneggiare il mondo con quelle semplici note ora dolci, melodiose e nostalgiche, ora
aspre, corrosive, apocalittiche ha mostrato la migliore parte di sé e in questo è stato esempio per le
crescenti generazioni musicali che, come una nuova ondata, si riversavano sulla scena musicale.
Certo, bisogna dire che Bowie non ha mai voluto futuristicamente “cambiare il mondo” e certe
ispirazioni trasognate di una nuova società basata su presupposti irenici, ( quindi contrari al
Futurismo ) si sono fermate a pochissimi esempi come in “Cygnet committee”, o in età artistica
matura come dimostrano alcuni testi o alcune interviste.
Forse quella sua fisionomia androgina e vagamente nostalgica lo hanno reso perennemente in
contraddizione con sé stesso e quindi incapace di essere leader di gruppo, artista di massa.
Bowie resta ancora oggi un modello di artista difficilmente imitabile.
Il suo "testamento" vive e vivrà ancora nelle note e nel cuore di chi lo ha apprezzato e chissà che non
riusciremo, in un futuro non troppo lontano, a stupirci ancora di lui e del suo genio senza tempo.
*da AA.VV. La Grande Guerra futurista.... (La Carmelina edizioni eBook, 2014)
domenica 27 luglio 2014
lunedì 2 giugno 2014
Homo Sapiens techno verso....
Chi sono gli umani?
«Quelli sopravvissuti?»
Non solo loro, anche gli altri. Quelli scomparsi, quelli estinti.
«I sopravvissuti siamo noi. Homo sapiens. Ma non siamo sempre stati soli. C'erano altre specie, come accade anche a altri animali. Home erectus, Homo rudolfensis, Homo soloensis, Homo denisova, Homo ergaster e I Neanderthal, più massicci e muscolosi di noi, si adattavano bene al clima dell'Eurasia occidentale dell'era glaciale. Nelle regioni più orientali c'era l'Erectus, che sopravvisse lì per due milioni di anni, il che fa di lui la specie umana durata di più al mondo. Tutti questi sono umani. Appartenevano al genere umano»....... C IL GIORNALE