sabato 16 gennaio 2016

Ferrara, Rudy Bandiera e il web 3.0 nascente, consapevole

da Ferrara Italia

di A. Vincenzi

Il tramonto della pubblicità, il trionfo dei consigli fidati: Rudy Bandiera spiega il web reputazionale

*estratto
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Oggi viviamo in un mondo completamente incomprensibile. Voi siete il business". Con queste parole ha debuttato Rudy Bandiera, dedicando doverosamente una lunga prima parte del suo intervento a sette personalità del nostro tempo che hanno letteralmente rivoluzionato il mondo: l'ideatore del World Wild Web Tim Berners Lee, il fondatore di Apple Steve Jobs e quello di Microsoft Bill Gates, Mark Zuckerberg padre di Facebook, Larry Page e Sergey Brin ideatori di Google e Jeff Bezos, proprietario di Amazon. Una carrellata di nomi e marchi oramai molto noti ma che, proprio grazie allo strapotere da loro acquisito, è necessario conoscere a fondo per meglio comprendere la realtà e i dati che padroneggiano il mercato digitale odierno.
Una volta quindi sottolineato come – grazie all'acquisizione di piattaforme quali Instagram e WhatsApp – Facebook si candidi ad essere sempre più "il contenitore con il maggior numero di cose al suo interno" del mondo, mentre Google con i suoi servizi "sa tutto di noi, compresi spostamenti e interessi e ciò che ci scriviamo in privato", Bandiera ha ammonito i ragazzi circa il fatto che "tutto ciò che facciamo sui social ha una ricaduta sulla vita delle persone"; per il blogger è quindi necessario ricordarci che fenomeni come il Fomo (Fear of missing out), la dipendenza cioè da social, la paura di essere 'tagliati fuori', sono sempre più diffusi e da prevenire, così come importantissimo nell'epoca del digitale è il concetto di reputazione, poiché colossi come quelli citati sopra "hanno successo in quanto ci fidiamo di loro. Questo è un valore assoluto che, comunque, rimane sempre a rischio"................

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Matteo Renzi : Enews 409, venerdì 15 gennaio 2016,

 
 

Matteo Renzi - Enews 409
 


15 gennaio 2016

Enews 409

 
   
 

Dieci pensierini volanti per questa E-News

1) Domani a Caserta. Dare una chance al sud, alle sue bellezze, alle sue eccellenze: questo uno dei compiti principali del Governo nel 2016. E per questo abbiamo predisposto alcune misure ad hoc, a partire dal credito di imposta. Farlo in un territorio come Caserta vale doppio. Domani con il Ministro Franceschini e il Ministro Pinotti consegnamo alla Cultura altri spazi, bellissimi, di questo luogo così impressionante. E dal Teatro della Reggia continuiamo il nostro tour in tutte le province: prossime tappe Matera e Mantova. L'Italia della cultura, dei teatri, dei valori, delle idee, dell'educazione è l'Italia di cui ha bisogno il mondo.

2) I dati sul lavoro non fanno più notizia. Forse perché sono positivi. Attendiamo i dati finali di INPS, ma le prime stime dicono che il JobsAct abbia prodotto un aumento di quasi mezzo milione di contratti a tempo indeterminato. Quasi mezzo milione di contratti a tempo indeterminato in un solo anno. E meno male che il JobsAct non ha funzionato, come dicono i gufi: se avesse funzionato, chissà che risultati! Scherzi a parte, il fatto che crescano i mutui, che i ragazzi abbiano più tutele e più certezze, che finalmente il mercato del lavoro abbia cambiato verso, è un elemento cruciale per il futuro del nostro Paese. Avanti tutta!

3) Europa. Nessuna polemica con l'Europa da parte nostra. L'Italia chiede semplicemente che ci siano le stesse regole per tutti, dall'energia al surplus commerciale, dall'immigrazione agli aiuti di stato. Tutto qui. Difendendo questo principio, difendo l'Italia: se qualcuno pensa che noi possiamo essere telecomandati da Bruxelles, ha sbagliato premier. Ma difendo anche l'Europa. In un momento come questo, con le tensioni politiche in Polonia e lo stallo istituzionale in Spagna, con il referendum inglese e l'immigrazione balcanica, le istituzioni di Bruxelles hanno bisogno di farsi aiutare dai veri europeisti, non di aprire polemiche sterili. Cercheremo di dare una mano, con gentilezza e fermezza. Ma senza cappello in mano. L'Italia non ha bisogno di essere salvata da nessuno, men che mai delle istituzioni comunitarie. Che invece devono fare di più sulle partite vere: immigrazioni, politiche economiche, cultura e valori, innovazione.

4) Flessibilità. Oggi Juncker ha anche evidenziato come sia stata la Commissione da lui presieduta a affermare un principio molto importante di flessibilità. Vero, verissimo. Dopo il lavoro del semestre italiano la Commissione ha accolto il principio di una flessibilità annuale pari al massimo all'1% di Pil (chi vuole qui trova un video interessante). L'Italia sta dentro queste regole, avendo richiesto flessibilità totale per lo 0,8%. Insomma, noi continuiamo a rispettare le regole che devono valere per tutti. E sappiamo che il presidente Juncker è stato eletto sulla base di un accordo politico, che comprendeva flessibilità e investimenti. Noi non abbiamo cambiato idea.

5) Unioni Civili. Dibattito molto acceso in vista del voto del 28 gennaio. Comprensibile. Siamo l'unico Paese europeo senza una normativa sulle unioni civili e vogliamo colmare il ritardo. Spero solo che il dibattito dei prossimi giorni si mantenga serio e serrato sui veri punti di merito, senza trasformarsi in uno scontro ideologico. La questione non è semplice e mentre su molti punti l'accordo mi sembra solido, ci sono questioni su cui ancora le distanze sono ampie. E forse lo resteranno al punto che sarà il voto segreto, tipico in discussioni sui diritti e sui valori, a definire le scelte. Quello che è certo è che nel giro di qualche settimana avremo finalmente approvata una legge attesa da decenni. Mi auguro che si concluda l'iter esercitando la nobile arte del confronto, ascoltandosi, rispettandosi, dialogando. E non è una questione di buonismo, è una questione di buon senso.

6) Pubblica Amministrazione. Mercoledì sera, dopo il voto sulle riforme costituzionali al Senato, il Consiglio dei Ministri si riunirà in notturna per discutere di pubblica amministrazione. Tra i principi che giudico più interessanti, il licenziamento immediato di chi viene scoperto a timbrare il cartellino e poi se ne va (e se il dirigente non procede, licenziamo anche il dirigente!). Ci sono centinaia di migliaia di persone perbene che vengono infangate dai truffatori: è l'ora di farla finita. In arrivo anche novità sulle partecipate, sulla riduzione dei corpi di polizia e soprattutto sui tempi di autorizzazione e di concessione dei permessi. Un'Italia più semplice è possibile. Facciamola, tutti insieme.

7) Agroalimentare. Nei prossimi 3 anni il protocollo d'Intesa fra Ministero delle politiche agricole e Intesa Sanpaolo permetterà lo stanziamento di 6 miliardi di credito per l'agroalimentare. Che diventeranno 10 miliardi nei prossimi anni e creeranno circa 70mila posti di lavoro. Un settore, quello dell'agricoltura, che è una parte importante dell'impegno del nostro Governo: lo dimostrano il calo delle tasse agricole, lo dimostra anche simbolicamente il cambio di nome, visto che questo Ministero diventerà il Ministero dell-��Agroalimentare (inorridisco all'idea che gli amanti degli acronimi che hanno portato al Mef, al Miur, al Mibact, possano chiamarlo il Maga!). L'identità italiana passa anche dal rilancio di questo settore.

8) Immobili. Uno dei settori che ha pagato di più la crisi economica è stato il settore immobiliare. Per questo motivo nella legge di stabilità abbiamo inserito tante misure che possono favorire il rilancio di questo mercato: l'eliminazione della tasi e imu sulla prima casa, l'imu ridotta per la concessione in comodato ai figli, l'eco bonus per le ristrutturazioni edilizie, il dimezzamento dell'iva per l'acquisto della prima casa, se è in classe A o B di efficienza energetica. Ci sono già dei segnali importanti sulla ripresa del settore come il +97% sui mutui. Noi però oltre alla misura sulla stabilità siamo convinti che il settore pubblico debba liberare risorse. Un piccolo esempio riguarda i fari inutilizzati. Abbiamo messo a gara 11 fari che saranno concessi in affitto per 50 anni a chi li recupererà, valorizzerà e restituirà al patrimonio paesaggistico del nostro paese. Sono arrivate 39 proposte da parte di soggetti più diversi: associazioni ambientali, investitori, anche dall'estero. È un altro passo per riscoprire le meravigliose risorse del nostro territorio. Scommetto che il 2016 sarà l'anno della ripresa dell'immobiliare.

9) Referendum. Quinto passaggio per le riforme costituzionali mercoledì 20 gennaio, stavolta al Senato. Poi il voto finale alla Camera ad aprile e dunque il referendum a ottobre. Mi fa sorridere l'atteggiamento di chi dopo averci accusato di aver concepito riforme nel chiuso delle stanze del potere, adesso ci contesta il referendum: "��Volete il plebiscito!"��. Mi verrebbe voglia di dire: ragazzi, mettetevi d'accordo con voi stessi. Se votiamo in Parlamento, siamo autoreferenziali; se votiamo nel Paese, siamo plebiscitari. In realtà dare la parola al popolo per la scelta definitiva è un dovere. Saranno i cittadini ad avere l'ultima parola. E io ho già preso il solenne impegno di essere conseguente: se perderemo il referendum, lascerò la politica. In Italia la cosa fa notizia perché chi è al potere -�� di solito -�� non lo lascia neanche sotto tortura. Ma il potere ha un senso se ti permette di fare le cose, di cambiare il Paese. Non serve stare al potere perché nulla cambi. L'etica della responsabilità prevede che se uno perde, perde. E non può dare la colpa agli altri. Abbiamo avuto una classe politica campionessa mondiale di alibi, sempre pronta a trovare un buon capro espiatorio. Quel tempo è finito. Se dopo aver cambiato la legge elettorale, le tasse, il lavoro, la scuola, la pubblica amministrazione, la giustizia civile gli italiani vorranno mandarci a casa, è loro diritto farlo. Ed è mio dovere prenderne atto. Non siamo più ai tempi in cui le poltrone erano per sempre. Detto questo, io il referendum vorrei vincerlo. Perché credo che semplificare l'Italia sia l'unico modo per renderla più giusta e efficiente. E dunque farò di tutto perché i Sì siano tantissimi. Mi date una mano?

10) Corso di Formazione del PD. Ultimi giorni per chiedere informazioni sul corso di formazione under 35 organizzato a Roma dal PD. Solo studiando e approfondendo supereremo questa stagione di mediocrità. Per informarsi: email organizzazione@partitodemocratico.it

Qui il video del mio colloquio a Repubblica TV di martedì scorso.

Non vi sarò mai sufficientemente grato per l'amicizia che mi dimostrate con le vostre email. E anche per le vostre critiche o i vostri suggerimenti: aiutano davvero a riflettere.

Un sorriso,
Matteo


 
   
 
 

ATTUALITA’ DI MONTESQUIEU.


Pierluigi Casalino | ottobre  2015
Pochi sono i pensatori del passato che sopravvivono con le loro intuizioni e anzi le rendono vivamente attuali. Tra questi vi è Montesquieu, alla cui filosofia ho spesso dedicato riflessioni, soprattutto nella rilettura delle sue teorie politiche.  Teorie che anticipano il moderno spirito della democrazia rappresentativa nel quadro di un apparato costituzionale fondato sulla divisione dei poteri e sulla libertà di opinione. Una visione, quella di Montesquieu, che libera energie liberali e si pone come antitesi al dispotismo in tutte le sue forme, a partire da quello di origine o di tipo orientale. La possibilità di esportare il sistema occidentale in aree geopolitiche non propriamente occidentali e cioè in un Oriente non solo geografico, ma anche di mentalità resta spesso impraticabile, anche per la mancata collaborazione da parte dello stesso Occidente e dei suoi sistemi istituzionali. La volontà popolare e l'esigenza o opportunità di una costituzione mista era già segnalata da Polibio, ma Montesquieu ne fa un punto di principio della grande lezione della democrazia moderna. Lo Spirito delle Leggi, l'opera massima di Montesquieu, ci illumina ancora oggi per la consapevole analisi del potere e la magistrale didattica costituzionale. Rileggere Montesquieu appare fondamentale necessità; rileggere questo autore del genio politico ci esorta a studiare le linee del destino politico dei popoli, ma anche ci pone in condizione di avere a nostro fianco lo stesso filosofo francese, al quale va il merito di aver identificato i meccanismi e gli equilibri del potere e anche di averceli spiegati con dettagliata, illuminante originalità.

IL CONFUCIANESIMO IN CINA OVVERO LA PREMINENZA DEI RITI


Pierluigi Casalino 
Il tipo di società che si è tentato di realizzare e conservare in Cina nel corso dei secoli è stato quello proposto dal Confucianesimo. La cellula di base era costituto dalla famiglia, organizzata gerarchicamente sotto l'autorità quasi assoluta dei capo-famiglia. Le collettività pubbliche e lo Stato stesso erano concepite sul modello della famiglia ed evitavamo di intromettersi nel vasto dominio riservato alla famiglia stessa. Il dovere di ciascuno, in ogni comunità e collettività, era quello di vivere secondo i riti imposti ad ognuno dallo statuto che egli aveva nella comunità. L'osservanza dei riti prescritti dalla consuetudine era il principio che sostituiva in Cina la Legge. Nell'ambito di questa concezione essenzialmente statica della società, l'idea di pietà filiale, di sottomissione ai superiori gerarchici, il divieto di ogni eccesso e di ogni rivolta erano i principi basilari. L'autorità evitava l'arbitrio: anch'essa veniva esercitata nel rispetto dei riti e temperata da una morale che imponeva di dare spiegazioni prima di dare ordini, di arbitrare prima di giudicare, di prevenire prima di punire.
Casalino Pierluigi, 9.10.2015

IL NANO ALTO di Mary Blindflowers e Cosimo Dino-Guida , NET-TARGET

da Destrutturalismo blog

di Mary Blindflowers

Novità 2016
n° 4 – IL NANO ALTO di Mary Blindflowers e Cosimo Dino-Guida
in allestimento

(estratto)




Il nano alto, partorito dall'i-peruranio, che senza fare la fila prenderà un gelato bigusto a tre gusti, sarà uno dei pochi a sapere e non sapere che il sole non tramonterà mai, né a est né a ovest né a sud né a nord, che il gatto canterà all'alba bevendo acqua che brucia e un poco di mare dolce come il miele, mentre la gallina media, sapete che farà?

CONTINUA DESTRUTTURALISMO BLOG

David Bowie contro gli idoli

da Destrutturalismo blog

di Mary Blindflowers

La morte dell'idolo

Il "dolore" per la morte di un personaggio famoso è veramente dolore?
Direi proprio di no. In riferimento alla morte di Bowie, frasi del tipo: "oggi è morto dio", "oggi è morta una parte di me", "i miei parenti possono anche morire ma non riesco a sopportare la morte di Bowie", oltre ad essere grottesche, rappresentano la negazione del dolore nel momento stesso in cui lo affermano con tanta insistenza.
Si assiste ad una sorta di identificazione di massa, una mistificazione della coscienza in cui ogni uomo medio si rende conto che anche gli idoli in cui fino al giorno prima si identificava moriranno, esattamente come lui, come tutti. Non è affatto dolore, è soltanto la paura della propria morte veicolata nel simbolo, unita al desiderio che il punto fermo rimanga inossidabile nel tempo e possa perfino sfidare i secoli. Capire questo richiede capacità analitiche che consentano di superare la spiccata tendenza all'investimento ipnotico-narcisistico presente in ogni uomo. Il movimento principale del narcisismo libidico è caratterizzato da un eccesso di idealizzazione del Sé che va nutrito e curato tramite un processo naturale di identificazione con oggetti protettivi ed introiettivi, i cosiddetti oggetti buoni, dotati di qualità particolari. 
Nietzsche si chiedeva come mai ci siano al mondo più idoli che realtà. Forse perché l'idolatria è un processo dalle dinamiche elementari, che non richiede grandi sforzi interpretativi del reale, un processo comodo, facile per la massa e gestito opportunamente dalla pubblicità.
L'idolo, che sia dio o una rockstar, infatti è rassicurante, stabilizzante, un punto di riferimento per equilibri fragili, a tal punto essenziale che l'adoratore lo introietta sentendolo parte di sé, di quel sé identificato nella rassicurante sintesi del simbolo buono. 
E se il corpo fisico del simbolo dovesse mai morire, deteriorarsi, seguendo la sorte di ogni comune mortale non divino, l'idolatra si sentirebbe perfino stupito. 
Ma come? Dio non muore, il vampiro nemmeno, che dolore! Non è possibile!
L'adoratore sentirebbe di morire in parte con lui e confonderebbe il dolore per quel suo Sé identificato e mesmerizzato con il dolore per l'idolo che, di fatto nella realtà è e rimane un perfetto sconosciuto. Non a caso si dice sempre che non bisognerebbe mai conoscere veramente i propri idoli. Infatti, meglio evitare la conoscenza diretta, perché l'idolo attiene ad un mondo che non è reale, fa parte di una sofisticazione, è un miraggio, un inganno del subconscio che ha bisogno di nutrirsi di favole per continuare a darsi una ragione di vita, nel mondo, in poche parole per esserci ancora e sciorinare la propria presunta sensibilità.
Così magari mentre l'idolatra apprende alla Tv la dolorosa notizia della morte di Bowie, il vicino, proprio nell'appartamento accanto, sta riempiendo di botte la moglie. L'idolatra alza la Tv per non sentire niente e comincia a piangere per la morte del mito mentre la signora della porta accanto viene massacrata.

http://controcomunebuonsenso.blogspot.it/2016/01/la-morte-dellidolo.html#.VpqBB0-62g4



mercoledì 13 gennaio 2016

Ferrara, il poeta neobeat generation P. Betteloni by Blasting News

BLASTING NEWS

ESTRATTO

D - Più nello specifico forse la tua poetica globale, ricorda proprio la grande stagione della Beat Generation letteraria e culturale, esatto? R - Credo che paragonarmi alla Beat Generation, con artisti del livello di Jack Kerouac e Allen Ginsberg sia forse troppo, ma vero è, che come già detto, adoro l'Uomo, adoro far in modo che la Poesia, possa viver....ovunque, che la vita d'ognuno, possa esser...immersa, nella poesia. Adoro i poeti della Beat Generation, ma a differenza delle loro poesie, io non riesco a crear emozioni, di rabbia, di angosce, non riesco a crear poesie...cattive, nel 1950, molti poeti, facevano uno smodato uso, della droga, per poi....crear....poesie, io per ora grazie a DIO, non ho mai fatto uso di droghe, la mia unica...Droga, è la ....POESIA. Comunque i poeti Americani degli anni 50, si deve la Creazione di alcune delle più belle poesie, sociali, di lotta, come fossero una...rivoluzione, vorrei avvicinarmi a quanto facevano, con il mio stile.CONTINUA

Futurismo, David Bowie e ...Carlo Verdone


by REPUBBLICA

11 gennaio 2016

Verdone: "Quella notte con Bowie a parlare di futurismo"

Carlo Verdone, esperto e appassionato di rock, è da sempre un grande fan di David Bowie: "E' morto sperimentando: il suo ultimo album, Blackstar, è complesso e innovativo." Nel 1991, a Milano per le riprese di "Maledetto il giorno che ti ho incontrato" Verdone e Margherita Buy vanno al concerto di Bowie al Teatro Smeraldo. Lì incontrano Gianni Versace, che li invita a casa dopo lo spettacolo. In quella occasione Verdone conosce Bowie, che si rivela un grande esperto di storia dell'arte: tra Boccioni e Balla ecco il ricordo di una chiacchierata indimenticabile con il musicista inglese. Peccato per il giacchetto di Margherita Buy, uscito malconcio dalla serata

intervista di Francesco Fasiolo

montaggio Elena Rosiello

VIDEO  E FONTE
http://video.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/verdone-quella-notte-con-bowie-a-parlare-di-futurismo/224507/223768?ref=HRER3-1

Ferrara, le città della conoscenza, tra Reale e Immaginario

di Giovannni Fioravanti

by FERRARA ITALIA

(ESTRATTO)

"Knowledge city" tra sogno e realtà

Il "Most Admired Knowledge City" (Makci), il premio per le città che hanno fatto della conoscenza la base del proprio sviluppo, per il 2015 è stato assegnato dal World Capital Institute a quattordici città: Vienna, Daegu (Corea del sud), Tallinn, Przemyśl (Polonia), Ottawa, Montreal, Tampere (Finlandia), Dublino, Valencia, Zurigo, Curitiba (Brasile), Copenaghen, Brisbane (Australia) e Bento Gonçalves (Brasile).
"Cogito ergo sum", direbbe Cartesio. Lo scrivo perché, a narrare di questa idea della Città della Conoscenza, capita di imbattersi in una sorta di zona rarefatta, fatta di diffidenza per tutto ciò che sembra provenire da un onirico mondo a occhi aperti: il solito mondo di chi non sta bene se non si mette a cercare l'isola che non c'è. Tranquilli, qui nessuno insegue sogni e utopie. Può essere che, quando il nuovo non rientra in nessuno dei nostri scomparti mentali, lo si rubrichi come velleitario.
Il problema è quando il nuovo ci cresce tutt'intorno e non lo vediamo, perché ancora la nostra vista è confusa, specie se crediamo che per il presente non ci sia futuro, o preferiamo che il presente continui a restare così com'è, senza che nessuno venga a rovinarcelo suggerendoci ipotesi a cui preferiremmo non pensare. Ma tutti sappiamo bene che da sempre il nuovo procede per supposizioni da cui discendono di conseguenza nuove proposizioni. E le nuove proposizioni le scrivono gli uomini, nessun altro può farlo al nostro posto.
La storia ha fatto di Vienna un fulcro della cultura nel mondo, punto di incontro internazionale. Oggi è riconosciuta come la città più intelligente e con la migliore qualità della vita. Sono ormai decenni che Vienna segue strategie basate sulla conoscenza, attualmente puntando sulla 'Smart city', su ricerca, tecnologia e innovazione. Nel 2015 ha celebrato i 650 anni dalla fondazione della sua Università e questa è divenuta l'occasione per dichiararsi ufficialmente città della conoscenza.
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CONTINUA

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17^ edizione del "PREMIO CITTA' DI PORTO SANT'ELPIDIO(FM)"

 

Manifestazione: 17^ edizione del "PREMIO CITTA' DI PORTO SANT'ELPIDIO(FM)"

Rassegna Internazionale d'Arte;
Luogo: presso le sale espositive della storica VILLA BARUCHELLO,

prestigiosa Villa Comunale; Periodo: dal 13 al 28 febbraio 2016;

Scadenza iscrizioni e consegna opere: Domenica 07 febbraio 2016;

Informazioni:
· Sul rinnovato sito:
www.latavolozzamarche.com, sez. CONCORSI 2016;

· Telefonando al cell. 348.8872630;
· Inviando una e-mail a
info@latavolozzamarche.com;

 

Disponibili spazi espositivi per mostre minipersonali e personali. Per informazioni e periodo contattare il Centro (cell. 348.8872630).

 

Il Responsabile M° Fernando Calvà

 


 

Matteo Renzi o Renzignolo: Enews 408, sabato 9 gennaio 2016

 

Matteo Renzi - Enews 408
 


9 gennaio 2016

Enews 408

 
   
 

Buon anno a tutti!

Il 2016 si annuncia molto complicato a livello internazionale. Le notizie di questi primi giorni ci consegnano un quadro globale frastagliato e con tensioni diffuse, anche vicino a casa nostra. L'Italia c'è e farà la sua parte, con la professionalità delle proprie donne e dei propri uomini e insieme all'impegno degli alleati. Sarà un anno - tra l'altro - che si chiuderà con le elezioni presidenziali negli Stati Uniti che dovranno individuare il successore di Obama, eredità molto rilevante. Qui il video, molto bello, di uno dei discorsi più difficili e più belli di Obama, quello sulle armi qualche giorno fa alla Casa Bianca

In casa nostra, intanto, la disoccupazione continua a scendere. Quando siamo arrivati al governo, era al 13,2%. Adesso i disoccupati diminuiscono e - secondo i dati Istat di ieri - ci assestiamo all'11,3%. Mi sembra un progresso molto significativo frutto del JobsAct che pure era stato tanto criticato: le riforme, se fatte bene, servono e questi dati sono un'ulteriore conferma.

Per i risultati del 2015 segnalo il link alla tradizionale conferenza stampa di fine anno. A questo link trovate le slide che ho presentato (con i gufi che tanta attenzione hanno suscitato: se i media dedicassero ai risultati ottenuti dal Governo anche solo la metà dello spazio che impiegano per analizzare sociologicamente l'utilizzo dei gufi nella mia comunicazione sarebbe fantastico!)
Mi colpisce molto come per alcuni commentatori i buoni risultati dell'economia italiana dell'anno appena trascorso non dipendano dal Governo, ma da fattori esterni quali il calo del petrolio o gli interventi della BCE. Ne abbiamo già parlato in passato. Ma giusto perché restino agli atti i numeri, ecco un piccolo dato: confrontiamo lo spread italiano e spagnolo rispetto a quello tedesco sui BTP e BONOS decennali
Il 31 dicembre del 2014, spread Spagna 100, spread Italia 128
Il 31 dicembre del 2015, spread Spagna 117, spread Italia 96
Eppure entrambi i Paesi avevano gli stessi "��fattori esterni"��, a cominciare da BCE e petrolio. Ma l'Italia oggi è più stabile politicamente e ha fatto le riforme a lungo rinviate, dunque è più credibile. Se tutto dipendesse dai fattori esterni il rapporto Spagna-Italia sarebbe sempre lo stesso

La riapertura dei lavori parlamentari ci proietterà subito in pista su alcune partite di grande importanza. Mi limito a segnalarne dieci, tra le tante di cui leggete poco o niente sui media tradizionali, ma che non per questo sono meno importanti. Anzi!

1. Lunedì 11 gennaio la Camera vota la 4° lettura delle riforme costituzionali. Poi toccherà al Senato e nel mese di aprile il voto finale ancora della Camera. Quindi - ragionevolmente - a ottobre il referendum finale. Saranno semplicemente gli italiani, e nessun altro, a decidere se il nostro progetto va bene o no.

2. Mercoledì 13 gennaio presenteremo insieme al ministro Martina alcune iniziative molto significative sul settore agro-alimentare che è uno dei settori su cui stiamo investendo di più, sia sull'export, che sull'abbassamento della pressione fiscale. Il mondo vuole più prodotti di qualità, vuole più prodotti italiani. Possiamo e dobbiamo trasformare questa richiesta in posti di lavoro, iniziative imprenditoriali anche giovanili, battaglie per affermare valori e stili di vita.

3. Venerdì 15 gennaio il Consiglio dei Ministri affronta i primi decreti legislativi sulla riforma della Pubblica Amministrazione. Un'Italia più semplice, con tempi più rapidi per le conferenze dei servizi, con i corpi di polizia che passano da cinque a quattro, con meno aziende partecipate nei comuni e nello Stato, con un investimento significativo in innovazione e digitale.

4. Sabato 16 col ministro Franceschini e col ministro Pinotti saremo a Caserta dove uno dei gioielli più incredibili del nostro Paese volta pagina, con nuovi spazi messi a disposizione del circuito museale e della fruizione culturale dei cittadini.

5. Nella stessa settimana licenziamo il Codice Appalti, altro tassello finalizzato a rendere più facile lavorare in Italia. E del resto l'abolizione dell'IMU e Tasi sulla prima casa aiuteranno la ripartenza dell'edilizia e delle costruzioni solo se sarà più semplice la procedura amministrativa e se - allo stesso tempo - si investirà nella sostenibilità e nell'efficienza energetica.

6. Nella settimana successiva presenteremo insieme al Ministro Orlando i dati, davvero molto buoni, sulle partite aperte nel governo della giustizia (riduzione tempi, riduzione arretrati e pendenze, semplificazione telematica fortissima) e la proposta del Governo sulla riforma del diritto fallimentare. Un piccolo passo in avanti ma decisivo nella trasformazione della cultura d'azienda italiana.

7. E martedì 19 gennaio il Governo va alla Camera sulla base dell'ennesima mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni. Mi presenterò personalmente a Montecitorio per illustrare nel dettaglio che cosa abbiamo fatto sino ad oggi e cosa intendiamo fare. Una mozione di sfiducia è un atto molto impegnativo e solenne: per rispetto ai deputati e ai cittadini parleremo con molta chiarezza e determinazione.

8. Giovedì 21 insieme al presidente Malagò, saremo a Losanna, alla sede del CIO. L'Italia sta investendo molto sullo sport, sugli impianti sportivi, sulle periferie. Ma punta anche a vincere la sfida olimpica di Roma 2024. Non sarà facile perché abbiamo avversari tosti, a cominciare da Parigi. Ma l'idea che l'Italia torni a pensare in grande e non rinunci più ai propri sogni - come accadde qualche anno fa, proprio con Roma - è per me un valore da difendere.

9. Venerdì 22 il PD riunirà la propria direzione con all'ordine del giorno la situazione politica e parlamentare ma soprattutto le elezioni amministrative del prossimo giugno. E una bellissima iniziativa sulla formazione politica che coinvolgerà 300 giovani italiani under 35 e che prenderà il via venerdì 29 gennaio a Roma

10. In questa settimana annunceremo anche un paio di progetti di grande importanza che alcuni player economici globali hanno intenzione di realizzare in Italia. La rinnovata solidità del Paese sta richiamando molti investitori. il meglio deve ancora venire

Pensierino della sera.
Ho letto molte polemiche sul rapporto tra Italia e istituzioni Europee. Leggo dotte dissertazioni sulla possibile rottura con Bruxelles. Vorrei essere molto chiaro. In questo momento l'Europa deve affrontare la crisi migranti, lo stallo delle elezioni spagnole, le tensioni per le nuove leggi polacche, il referendum inglese, il post-emergenza greco, l'ondata populista lepenista in Francia, e molti altri problemi. Davvero pensiamo che il problema sia lo 0,1% di flessibilità italiana in più o in meno? Non scherziamo, amici. L'Italia non va in Europa a battere i pugni sul tavolo: al massimo alza la mano, e fa qualche domanda. Chiedendo, in buona sostanza, se le regole valgono per tutti. Dalla politica energetica agli aiuti di stato, noi chiediamo regole uguali per tutti. Solo questo. E lo facciamo sapendo che all'Italia si deve rispetto. Come a tutti gli altri Paesi, naturalmente. Ma talvolta è parte della classe dirigente italiana a fingere di non ricordarsi che noi siamo l'Italia. E chiediamo rispetto, solo questo.

Un sorriso,
Matteo

Post-Scriptum. Quando ti capita di inaugurare opere che hai seguito a lungo - come per esempio la Variante di Valico su cui ricordo interminabili riunioni ai tempi in cui ero presidente della provincia - sei sempre particolarmente emozionato. Mi è accaduto di nuovo qualche giorno fa quando sono andato insieme al Sindaco di Firenze a visitare il teatro Niccolini, appena restaurato. Si tratta di uno storico teatro fiorentino, il più antico d'Europa insieme alla Pergola, che era chiuso da qualche decennio. Fin dal giorno della pedonalizzazione di piazza del Duomo (il Niccolini è proprio lì dietro) avevo indicato la riapertura di questo prezioso scrigno di cultura come un obiettivo strategico. Ci abbiamo lavorato a lungo e finalmente grazie a Mauro Pagliai, l'impresa è diventata realtà ieri. Mi emoziona pensare che mentre in tante parti del mondo si pensa a blindarsi l'Italia possa vivere il 2016 inaugurando teatri, biblioteche, asili, scuole. Perché alla fine, davvero, solo la bellezza salverà il mondo. Auguri!
 
   
 
 

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lunedì 11 gennaio 2016

domenica 10 gennaio 2016

Visita guidata alla mostra 'De Chirico a Ferrara 1915-1919' 7°

 
Visita guidata alla mostra 'De Chirico a Ferrara 1915-1919' 7°

Visita guidata alla mostra 'De Chirico a Ferrara 1915-1919' 7°

Guided tour at the exhibition ' De Chirico in Ferrara, 1915-1919' 7°

 

Invito alla curiosità

 Domenica 17 Gennaio, ore 17,00 palazzo Diamanti

Scopriamo insieme le straordinarie tele dipinte da Giorgio De Chirico durante la sua permanenza a Ferrara, 

negli anni della prima guerra mondiale. Accanto ai riconoscibili dettagli ferraresi,

emergono atmosfere più contorte e stranianti.. sintomo di una ricerca sensibile e provocatoria

all'interno di un'inquietudine, che in un certo senso ci accomuna, in questi giorni così difficili.

Proviamo a confrontaci ed a parlarne insieme! 

 

Sunday 17th January, 5,00 pm, palazzo Diamanti

Let's discover together the intriguing atmospheres of the works that Giorgio De Chirico created,

while in Ferrara, during the years of the first World War. Some details are easy to decipher,

such as the architectures of the Este Castle, others are more obscure and challenging.

The sensitivity and the philosophical quest of the artist steel meets the human apprehension

of the difficult days we are living in this historical moment!

quota 12,00€, tkt. 9,00€ + headset 1,50

info&booking 3386986649 (min.15 pax)

prenotazione obbligatoria: info@artguidestudio.com


Art Guide Studio di Dott.sa Lucia Laura Garani - Corso Giovecca 185, 44121 Ferrara, Italy - Cell: (+39) 338 6986649 - Email: info@artguidestudio.com


Intervista a Roberto Jonghi (gennaio 2016).

 


"Nel sistema capitalista occidentale, le istituzioni democratiche elettive (governi, parlamenti e partiti), quindi i cittadini, contano sempre meno. I veri padroni del mondo sono le banche centrali private che stampano denaro e lo rivendono agli stati, rendendoli schiavi del loro debito; coloro che estraggono e gestiscono petrolio e gas, gli speculatori dell'alta finanza internazionale che controllano borse, banche ed assicurazioni, influenzando gran parte dell'informazione e della politica. E la NATO-USA è diventata il braccio armato di questi interessi economici privati. Per noi europei, certamente meglio una strategica alleanza con la Russia di Putin... Ma li vedete, a Milano, i nuovi grattaceli, simboliche torri falliche del potere? Chi sono i proprietari? Allianz, Generali, Unicredit e l'Emiro del Qatar, peraltro, lo stesso, che finanzia i terroristi dell'Isis... Tutti i governi occidentali, se sommiamo l'astensionismo al voto di protesta, si reggono sul consenso, peraltro spesso viziato e clientelare, di neanche un terzo della popolazione:  aveva certamente più sostegno reale il regime fascista di Mussolini…" Così risponde Roberto Jonghi Lavarini, 43 anni, autorevole esponente della destra sociale italiana, alla mia domanda, volutamente provocatoria, sul suo essere "contro la plutocrazia mondialista".  Intervisto Jonghi, dopo che mi ha offerto un caffè ed una fetta di torta, fatta dalla moglie Veronica, nel salotto di casa sua. Come sfondo ho una grande libreria bianca, strabordante di libri, di tutti i generi ed epoche, corredata da disegni e lavoretti delle tre figlie, medaglie, soldatini e, naturalmente, un  fascio bene in evidenza, "originale della RSI" ci tiene a precisare.


Quali sono le iniziative politiche del movimento di Destra per Milano? "Sosteniamo un progetto a tre tappe: prima l'unità a destra, intorno a Fratelli d'Italia; poi un grande fronte nazionalpopolare, guidato da Giorgia Meloni e Matteo Salvini; infine una nuova alleanza elettorale e programmatica di centrodestra, per tornare a governare Milano e l'Italia." Quindi sarai candidato al Consiglio Comunale? "No. Il settore immobiliare ed edile, come tutta la sana economia reale e produttiva, è in forte crisi, massacrato da tasse, burocrazia, banche ed Equitalia… Non sono un mestierante della politica e, purtroppo, non ho soldi e tempo per una campagna elettorale così impegnativa. Prima viene la famiglia, quindi il lavoro, e le poche energie rimanenti preferisco dedicarle ad attività culturali e sociali."
 
Sei spesso in radio e TV come opinionista, sei consulente di geopolitica e collaboratore (con pseudonimo) di importanti testate giornalistiche nazionali; accompagni le "Altezze Reali ed Imperiali" nelle loro visite ufficiali milanesi; sei persino diventato coprotagonista dei romanzi pulp di Ippolito Edmondo Ferrario: oramai il "Barone Nero" è un personaggio pubblico… "Mah, io, molto sinceramente, sono solo me stesso, dico quello che penso e cerco di fare quello che dico. Le mie idee e la mia schiettezza non mi hanno certamente aiutato a fare carriera politica o a guadagnare soldi, anzi, ma, tanti compatrioti, condividono ed apprezzano le mie azioni ed il mio stile. Io cerco di fare semplicemente quello che ritengo essere giusto, quello che considero il mio dovere. Magari, mi candiderò alle prossime elezioni regionali lombarde, nel 2017…"
 
(a cura di Gianni Spina - italianosveglia.com) - gennaio 2016
 

MOSTRA PANNELLARE DAL 16 GENNAIO A ROMA dedicata al bibliofilo e colonnello Italo – albanese Agostino Gaudinieri a 50 anni dalla scomparsa

 
 

a cura di Pierfranco Bruni


MOSTRA PANNELLARE DAL 16 GENNAIO A ROMA

Roma. Mostra Pannellare dedicata al bibliofilo e colonnello Italo – albanese  Agostino Gaudinieri a 50 anni dalla scomparsa decorato nella Grande Guerra con un ruolo rilevante durante il Fascimo

 

 

Verrà presentata e inaugurata a Roma il prossimo 16 Gennaio 2016, Palazzo Sora, Corso Vittorio Emanuele, la Mostra pannellare dedicata al letterato bibliofilo colonnello, e combattente e decorato nella Grande Guerra, Agostino Gaudinieri di cui si ricordano, quest'anno, i 50 anni della scomparsa.

La Mostra è curata e coordinata sul piano scientifico da Pierfranco Bruni, Responsabile Etnie del Mibact.  Gaudinieri era nato a Spezzano Albanese (un paese Arbereshe che tuttora è fedele alla lingua, alla tradizione e alla cultura Italo – albanese) il 28 luglio del 1892 e morto a Cosenza nel 1966.


Appartenente alla famiglia Gaudinieri – Guaglianone,  ha ricoperto rilevanti incarichi militari e ha svolto un ruolo importante proprio nella Grande Guerra nei campi di Bosco Cappuccio, nell'Isonzo e successivamente accanto ai Savoia. La madre era  la nobile Amalia Guaglianone e il padre il nobile Mariano Gaudinieri, le cui discendenze risalgono alla nobiltà di Acri e di Spezzano Albanese  tra il tardo Rinascimento e l'età pre Illuminista.

Aveva altre due sorelle: Giulia e Marietta e un fratello di nome Domenico. Giulia si sposerà con il possidente terriero e maestro di commercio Ermete Francesco Bruni di San Lorenzo del Vallo, altra comunità dove giunsero i primi albanesi.
Il curatore della Mostra, Pierfranco Bruni, sottolinea: "Il ruolo degli Italo – albanesi è stato fondamentale, come lo è  stato negli anni dell'Unità d'Italia e di tutto il Risorgimento. Soprattutto la Prima Guerra Mondiale, dopo i fatti di Cirenaica e Tripolitania e i Governi Giolitti, ha segnato uno spartiacque tra l'epoca immediatamente post unitaria e la stagione che ha attraversato il difficile scontro tra una eredità completamente nazionale e il mondo austriaco, austro – ungarico e tedesco. Agostino Gaudinieri, prosegue sempre Pierfranco Bruni,  viene nominato con Regio decreto del 16 aprile del 1914 Sottotenente di complemento di Fanteria, la cui nomina viene pubblicata sulla "Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia" in data 18 maggio 1914, numero 117".

"Fu ferito più volte, ancora aggiunge Bruni, e si distinse per energiche azione il 20 luglio del 1916 a Bosco Cappuccio, dove combatteva anche Giuseppe Ungaretti.  Mentre, due anni dopo, il Ministero della Guerra con Disposizione sugli Ufficiali in Servizio Permanente, sempre Arma di fanteria, adotta un provvedimento per la promozione a Tenente con Decreto del 24 agosto 1916, Decreto che viene pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia" de 14 settembre 1916, numero 217. Arriverà ai gradi di colonnello".

Fu una personalità imponente nella Calabria tra la Prima e la Seconda guerra mondiale. La sua figura rientra nel quadro delle riproposte di quegli eroi di guerra che hanno combattuto portando alto il vessillo d'Italia.

 

 



Sommario n.70 Future Shock

 

sommario n.70 Future Shock F.D.Bianco Ben Bova E. Leonardi M.Landi E.Muscio S.Parenti S.Penazzi

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FUTURE SHOCK

L'unica fanzine al mondo di fantascienza umanistica

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FUTURE  SHOCK   SETTANTA

«Non c'è dubbio» - scriveva James Gunn in Storia illustrata della fantascienza - «che noi viviamo in un mondo di fantascienza. Tutt'attorno a noi vediamo i segni di un ordine nuovo: la nostra vita non è quella che era dei nostri padri». Ma di questo dato di fatto inoppugnabile molti non ne hanno coscienza, anzi lo contestano e vorrebbero spostare indietro l'orologio del tempo, arrivando persino a mettere sotto assedio, attaccando e cercando di distruggere i centri propulsori del novus ordo.
E' questo il fil rouge del n.70 (ottobre 2015) di "Future Shock", come evidenziano i saggi, presenti nel volume, di Ben Bova (Fantascienza e realtà), in cui l'Autore afferma che «le storie di science fiction sono più realistiche dei nevrotici borbottii della narrativa cosiddetta contemporanea»; di Enrico Leonardi (La "guerra dei sessi" nella fantascienza), secondo cui la tanto decantata potenza immaginativa della fantascienza può portare lo scrittore, come nel caso di Sturgeon, «alle fantasie più aberranti, alle stravaganze più surreali, fino a stravolgere la realtà stessa»; del sottoscritto (Fantascienza e utopia), in cui rileviamo, sulla base dei più significativi romanzi di fantascienza, come la progettata società perfetta, negando al singolo i presupposti fondanti del suo "essere", cioè la libertà e la responsabilità, si riduca ad un meccanismo disumano.
L'identico leit motiv dei saggi vibra nelle recensioni, tra cui segnaliamo quella di M.Landi (S.L.Jaki, Gesù, islam, scienza), di E.Muscio (T.Cantelmi-M.Scicchitano, Educare al femminile e al maschile), di S.Parenti (Mad Max: Fury Road), del sottoscritto (M.Houllebecq, Sottomissione). Completano il numero il nostro editoriale (Macchie... di luce), in cui denunciamo l'irragionevole discriminazione della fantascienza non solo da parte di un ampio settore del mondo laico, ma anche da un'ampia fascia dell'ambiente cattolico, i racconti  Le due colonne di F.D.Bianco e La marea di S.Penazzi, arricchito quest'ultimo di due splendide illustrazioni di P. De Vito, le poesie di A.Bellesi e di L.Marchetti, le notizie sulla strage di Parigi del 13 novembre e sull'articolo di A.Bono L'agonia dei popoli senza scienza e, infine, la posta dei lettori.
Ci piace chiudere questa news con il seguente pensiero del compianto sacerdote, teologo e fisico atomico Enrico Cantore: «Possiamo dire che la scienza umanizza l'uomo perché lo stimola a vivere in modo consono con la sua dignità intellettuale rispetto al mondo osservabile. Infatti, ciò che giustifica l'esistenza della scienza è il rifiuto di accettare questo mondo come un'imposizione, come qualcosa di ovvio e di ineluttabile, di "naturale" nel senso di incomprensibile e da accettare con passività rassegnata. Al contrario, lo scienziato è l'uomo cosciente della sua dignità e della sua missione intellettuale. Perciò, egli si sforza di umanizzare il mondo, penetrandone l'intelligibilità».
Buon Anno!

Antonio Scacco

  Ricordo che è ancora valida l'offerta-omaggio di Critica pedagogica della fantascienza, di Fantascienza umanistica (Primo Premio per la Saggistica 2014 - Città di Vecchiano), di Racconti del Venticinquennale e di Alieni, astronavi, robot... a quanti decidessero di sostenere "Future Shock"