sabato 19 aprile 2014

Pierfranco Bruni, inedito. La Pasqua di Francesco Grisi

Francesco GrisiInedito. La Pasqua di Grisi a cura di Pierfranco Bruni

La Pasqua di Francesco Grisi nello sguardo del Cristo di Cutro in un suo racconto inedito
A cura di Pierfranco BruniCi sono inediti di Francesco  Grisi che raccontano luoghi e sentieri. Stagioni di vita e ricordi. Un immenso palcoscenico dove ogni recita è un pezzo di vita navigata tra le ombre e i fulmini delle esistenze.
Non c'e malinconia. Ci sono malinconie. Non c'è nostalgia o la nostalgia. Ci sono nostalgie che diventano incanto. Estasi. Meraviglia.
La Calabria è radici perché ha profondi richiami che segnano il tempo immenso del nostro viaggiare tra i luoghi e la geografia. Ma c'è la cristianità nella quale la scrittura di Francesco Grisi trova la sua anima la religiosità e l'eresia. Bisogna essere anche eretici per essere in Cristo. Ma in Grisi c'è l'accoglienza. Una religione che riga tutta la sua vita.
In questo racconto, come in altri versi inediti che formano un poemetto dal titolo: "Canto di primavera" (che proporrò nei prossimi giorni),  c'è la Pasqua e il ricordare un paese. Cutro. Il Cristo di Cutro.
Una Calabria nell'intreccio delle metafore che puntualizzano un raccontare che va oltre la storia.
In questo inedito c'è lo scrittore, tra l'altro, delle ironie e del giocare tra le parole e le nostalgie. Un immaginario che è la ricchezza di una letteratura in cui il senso della memoria ha una metafisica dell'anima e del tempo.
Pasqua a Cutro.
Francesco mi ha consegnato molte pagine inedite.
Io non smetto di leggerle e di dare una "collocazione" nel mio "archivio" a tutto ciò che culturalmente ho ereditato del suo testimoniarsi come uomo e come scrittore.
Questo scritto completamente inedito è qui che si racconta.
Grisi è morto quindici anni fa. Era la notte di Pasqua del 1999. Il 4 di aprile. Era nato il 9 maggio del 1927. Da genitori calabresi di Cutro che si trovavano a Vittorio Veneto.
Il suo viaggiare tra i ricordi e molti suoi scritti  sono intrecciati   tra i mari i monti e i briganti della Calabria. Della sua mia Calabria.

Pierfranco Bruni

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La Passione e il Cristo di Cutro
nella piazza del mare e della terra
della città degli scacchi e del pane

Di FRANCESCO GRISI

Il Venerdì di Passione. Poi. Il silenzio. Domenica ha la Resurrezione del Cristo che non giudica i nostri peccati. Non giudica. Ma vive in noi e noi in lui per una Redenzione che attraversa la Terra Promessa per parteciparvi il dolore il sacrificio la Croce e la vita dopo ogni morte.
Il Cristo di Cutro. Mi parla. Non con le parole. Il suo sguardo. I suoi occhi che sono nel tempo.
Ricordo la mia infanzia nella Calabria del mistero. Ma anche Cristo è un mistero. Quando l'amore termina il suo viaggio  si resta soli. In silenzio. Il canto di Cristo è il camminare tra la Croce e il Calvario.
Pilato non smetterà di asciugarsi le mani. Tiberio non ha ha avuto il coraggio di capire. Giuda per amore e soltanto per amore si era avvicinato per un bacio.  Sono tra le strade di Cutro e ascolto i Misteri. Il sepolcro della chiesa in piazza ha i colori della primavera tra i fiori della Calabria.
Nel tempo dei briganti le donne pregavano nel coro della processione e si sfidavano con il pianto della Donna Maria che cercava figlio figlio figlio... Ho scritto su Jacopone nella Todi delle mie pitture.
Ma quel figlio recitava tra i boschi della Sila e dell'Aspromonte. Poi. Toccavano la voce della notte di Pasqua.
La Calabria nei giorni della Passione e della Resurrezione è una liturgia. Il rito delle nenie. La Croce é un simbolo. Noi viviamo di simboli. Perché siamo simboli che chiedono alla storia di farsi affettuoso sentiero. Mai hanno lo spazio della Ragione. La Ragione cerca di spiegare. Ma la Croce non cerca la storia perché è rappresentazione.
Senza la rappresentazione Paolo non si sarebbe fermato nell'agorà. Poi. Areopago. Con le parole oranti. Seneca non ha mai chiesto a Paolo di capire. Agostino ha amato con inquietudine. I Padri del Deserto non ascoltano le parole. Devono vivere il Deserto e le solitudini.  Cutro ha girasoli nelle campagne.
Nei giorni che annunciano la pasqua. Garofani nei vasi sui balconi e sulla finestra della nonna i colombi. Poi non sono arrivati più. I colombi. La nonna è stata chiamata ed ha lasciato la casa e la finestra.
Il Cristo di Cutro è sempre redenzione. È tempo di misurare il lamento delle donne nel canto del Venerdi Santo nella Calabria che non conosce la noia.
Cutro è il pane della benedizioni. Sa essere ironia perché ha la pazienza dei giocatori di scacchi.
Scacco alla Regina. Scacco al Re. L'obelisco dialoga con la Chiesa. Nel ritmo delle ombre i vecchi hanno il bastone e si raccontano i ricordi. C'è il mare nel loro pensiero. Poi.
Gli alberi. La fiumara. Questo paese è la recita della vita. La Calabria recita la vita. Amico mio,
se cerchi di ricomporre il tempo lo perdi. Se lo perdi devi spendere una vita in nostalgie fino a quando non rischierai un perdono un rimpianto un rimorso. Cristo se non è Passione resta soltanto rito. Ora. La chiesa è affollata. Il canto e la preghiera. La terra che ha camminato mio padre prima di partire è terra di sabbia con acqua e sale. Una volta i cavalli scendevano al mare.
Pitagora dalla sua Colonna sugli scogli di roccia bucata dal onde canta i numeri. Uno più tre cinque più sette il triangolo e la tavola il triangolo ha tre angoli e tre piedi e tre punte e il vento di Crotone ha in un soffio tutta la Magna Grecia e Sibari custodisce la bellezza delle donne con Taranto che cammina tra le parole di Leonida.
Tutto questo ha un senso?
Si muore per un rimorso e per un rimpianto. Non si muore mai per un peccato. Non si spiegherebbe la Croce. Le strade di Cutro sono un cammino. Restano in cammino anche quando vivono tra le mie immagini nelle lontananze. È notte. Sono nella Chiesa affollata. Si aspettano le voci delle campane. Le campane sono sempre un richiamo. Hemingway. Ma io vedo la Luce nel tocco dei tocchi della campana.
Allora. La Chiesa è un groviglio  di canti. Il bianco lenzuolo. La scena ha bisogno del teatro. Siamo personaggi o Pirandello ci ha reso pubblico? Ma che importa? Cutro ci offre il pane. Si prega. Il sacerdote dice: Cristo è Risorto. La piazza è una stretta di mani. La piazza è negli abbracci.
Mi raggiunge il sindaco. Ha gli occhi commossi. Con me è  stato nella Laguna. Ha la barba e tra le labbra dei sorrisi e il bene della concordia. Ho inventato per il mio paese storie. Forse. Destini. Mi diceva Corrado Alvaro che ai calabresi bisogna parlare con il silenzio e ogni parola deve somigliare a un suono a un leggero canto...
Dunque. Resto a contare i quadrati sul tappeto della scacchiera. In piazza. Sono quadranti di un orologio. E le lancette contano i ricordi.
Domani parto. Cutro è il mare e la terra. Nei giorni di Pasqua il Cristo di Cutro mi parla con il silenzio. E con lo sguardo. Ha occhi intensi. Profondi. Mi porto la piazza di mare e di terra e gli occhi del Cristo in Croce.




Napoli, Futurismo avanguardia difficile, con Claudio Bozzaotra

2-Bozzaotra-a-L-Avanguardia-Difficile-diario partenopeoDIARIO PARTENOPEO


Ieri  18 aprile, alle ore 17.30, presso la sala Annibale Ruccello della casa editrice l’arcael’arco edizioni, ... la quinta conferenza del ciclo “L’avanguardia difficile: il Futurismo tra Italia, Europa, e Napoli – Arte, Vita, Libertà”. L’ospite durante questo appuntamento con il prof. Giovanni Fasulo, curatore dell’evento,   l’architetto e artista Claudio Bozzaotra. Il taglio di questa giornata  l’“Architettura e spazio urbano: i futuristi e la città – Il Manifesto di Sant’Elia tra utopia e modernità. Progettualità visionaria, tecnologia e design”.

Claudio Bozzaotra, architetto e artista visuale partenopeo, è stato docente di Design Architettonico presso l’Università degli Studi “Federico II” di Napoli dal 2000 al 2008. È inoltre saggista e curatore di mostre e rassegne dedicate all’architettura e al design (curatore ad esempio della rassegna “Maggio dell’Architettura”). Il suo intervento sarà incentrato sulla tematica della reinvenzione degli ambienti secondo l’ottica futurista, da quelli urbani, paesaggistici, e sociali a quelli domestici. Le sue parole saranno corroborate dalla lettura critica di documenti teorici, quali, ad esempio, il Manifesto dell’Architettura Futurista (scritto da Sant’Elia e pubblicato l’11 luglio 1914). La genialità visionaria futurista sarà analizzata anche nella sua modernità e negli echi avuti nell’estetica contemporanea.

E' seguita  la  “prima” in Campania del docufilm “Sulle tracce del Futurismo” realizzato  da Marco Rossi Lecce (Archivio Carlo Erba) nel 2009. Il documentario propone interviste esclusive a personaggi e testimoni, ormai scomparsi, del movimento futurista. Sono inclusi i contributi critici di Enrico Crispolti (ospite della rassegna nell’appuntamento scorso), Luigi Sansone e Silvana Barbarini.

Clonation Verso...

mente computerhttp://www.altopascio.info/2014/04/19/clonazione-umana-passo-in-avanti-create-staminali-umane-partendo-da-cellule-adulte/

Sta facendo scalpore, ovviamente, la notizia sulla creazione di cellule staminali umane mediante tecniche già usate per la clonazione della pecora Dolly, partendo da cellule umane adulte.

Grazie a tale metodo si possono generare tessuti in laboratorio paziente-specifici, in grado di guarire molti disturbi, come le patologie cardiache e la cecità. E’ indubbio che la scoperta rappresenta un grande passo in avanti della scienza ma solleva dibattiti di ordine etico.


Il rischio è che persone sprezzanti possano usare la tecnica per dare vita a esseri umani cloni di adulti, magari usandoli come ‘sorgenti’ per creare “pezzi di ricambio”. I rischi, dunque, sono elevati. (*NOTA DI  Asino Rosso...   ma la stampa anche quando fa buona divulgazione e verso il futuro,  sempre  il Super Io del carattere nazionale.... irrazionale  e  mistificantorio?  La scoperta del fuoco ha generato e genera tutt'oggi  i ... Vigili del Fuoco... O No?   Libera scienza in libero stato e  certa bioetica fondamentista si occupi dell'Anima degli umani , non  degli ESSERI UMANI liberi di fare quel che desiderano (entro certi limiti, ma ben cirocoscritti a  mai dogmaticamente a priori,   il resto  semmai  fa parte della Natura Umana, ambivalente, e della cosiddetta Divina Politica...   Si riformatti questa  su basi conoscitive scientifiche, non teocratiche  o... giornalistiche!" 

Ferrara, Toscano PDL sconfessa il moderato Anselmo e la farsa dell'opposizione di Destra

asino rosso 2012* Non tutti sono "ferraresi" nella cosiddetta opposizione antagonista a Ferrara.  Fin dall'inizio suonava molto atipico, al di là dell'architetto, l'opzione di un moderato per la liberazione di Ferrara da 70 anni di (catto) comunismo...   Un moderato nell'epoca della rottamazione e dell'antipolitica, un disastro mediatico anche locale. Neppure al ballottaggio. Pure figure giovani non banali mica erano latitanti...  A suo tempo Carlos Dana, poi gli stessi Cimarelli e  piu recentemente Paolo Spath..  Ebbene uno dei pochi da sempre, storicamente, mai moderato ma antagonista doc  ha tuonato contro il simulacro PDL Fratelli d'Italia e dintorni.  Onore a Toscano spirito libero!  (nota di Marco Cremonini, Como-Neuchetel).

Sono subentrato nel Consiglio comunale di Ferrara a metà dicembre 2013 e ho aderito al gruppo di Forza Italia per rispetto dei voti ricevuti, essendo stato candidato nelle liste del PdL.


Nei mesi che ho passato in Consiglio ho cercato di dare un esempio di opposizione. Molti hanno pensato che questo mio super attivismo fosse dettato dal ricercare la maggiore visibilità possibile in attesa di una prossima rielezione. No! Anche questa volta quello che mi ha ispirato è stato il rispetto della volontà di operare al meglio nel ruolo assegnatomi.

E, in quest’ottica, a fine consiliatura è giunto il momento di dire che Forza Italia, sia in campo nazionale che locale, è un’esperienza conclusa, nel peggiore dei modi.

In campo nazionale la mia analisi nulla può togliere o aggiungere a quella che circola nella pubblica opinione: un’esperienza politica basata solo su un uomo, quando questo finisce, l’unica cosa sensata è quella di prenderne atto. Finis!

In campo locale, e in particolare nella città di Ferrara, il gruppo del PdL dopo essere imploso in quattro gruppi, dopo aver collezionato più vuoti che pieni, dopo aver brillato per incapacità e assenza sui problemi, ha realizzato ancora una volta (e son passati 20 anni) il proprio “cupio dissolvi” (la vocazione a farsi escludere).

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la scelta del candidato sindaco di Ferrara. Rileggiamo insieme il percorso: la Lega e FdI sono due partiti che hanno una classe dirigente e fanno le scelte; hanno scelto anche per FI.

Le promesse per altre candidature o il cercare di ottenere il massimo possibile con pochi voti in arrivo, non potevano che operare per ridimensionare il partito con più voti sulla carta e cioè Forza Italia, come peraltro è sempre accaduto.

Questa volta il gioco è stato ancora più facile perché Forza Italia non ha organi dirigenti. Chi andava a trattare (o subire) non aveva titolo per farlo. Il risultato è stato una candidatura debole, sconosciuta, che fin dai primi momenti non ha mostrato di sapere entrare nel cuore della politica.

Oggi votare Forza Italia è inutile, dannoso e serve nella pseudo alleanza a tre solo a chi è più capace di manovrare che di ricercare il consenso. Chi riesce, e non è certo Forza Italia, tiene gli altri nell’alleanza più in basso ed ha così più forza per trattare con la sinistra.

Non a caso l’attuale sindaco Tiziano Tagliani si è detto compiaciuto della scelta del rappresentante di F.I.

E’ in arrivo un vento che spazzerà tutto?

Non credo, come direbbe Crozza quando imita Razzi. Ma una cosa è certa: “io e i miei quattro straccioni di Valmy” non voteremo e non faremo votare Forza Italia, ancora per rispetto: questa volta dell’intelligenza.   

Avv. Giuseppe Toscano, consigliere comunale Fi-Pdl   ESTENSE COM



 

 

 

 

 

Caserta, il Grande Dario tuona contro l'affaire Cosentino della Reggia

 http://www.diariopartenopeo.it/franceschini-tuona-sulle-chiavi-della-reggia-a-cosentino-vergogna-accerteremo-responsabilita/


ROMA - Dura presa di posizione del ministro dei Beni Culturali e del Turismo Dario Franceschini in merito alla questione Reggia di Caserta. Nella giornata di ieri è emersa la notizia del ritrovo in casa di Nicola Cosentino, ex sottosegretario attualmente detenuto nel carcere di Secondigliano, delle chiavi del palazzo reale casertano. Franceschini ha disposto un’ispezione, definendo una “vergogna” l’affidamento delle chiavi di accesso alla Reggia a un privato cittadino.

Dario Franceschini         

Già da ieri partita un'ispezione sulla Reggia di Caserta.Le responsabilità saranno accertate e questa vergogna non si dovrà mai più ripetere





 

 

venerdì 18 aprile 2014

Movimento 5 Stelle Grilli Estensi Manifesto Etico-Politico




 




MANIFESTO 

ETICO-POLITICO

 

MoVimento 5 Stelle Ferrara – Grilli Estensi


Il pericolo della libertà moderna è che,

assorbiti nel godimento dell'indipendenza privata e nel perseguimento dei nostri

interessi particolari, rinunciamo con

troppa facilità al nostro diritto di

partecipazione al potere politico”


B.Constant 1819


Il cittadino amministratore di qualsiasi livello in virtù del potere politico conferitogli dalla


comunità in qualità di DELEGATO e con un limite temporale ben definito , s'impegna:


-a confrontarsi in ogni momento in cui l'importanza dei problemi da affrontare lo richiedano, con

l'intera comunità o con tutte le aggregazioni di cittadini attivi che lavorano sul territorio, in

un'ottica di trasparenza e collaborazione costruttiva


-a render conto periodicamente del proprio operato. Il monitoraggio e le fasi di verifica devono

diventare strumenti ordinari e non straordinari


-alla conoscenza approfondita di ogni tema su cui sarà chiamato a operare scelte le cui

conseguenze ricadranno sulla comunità intera.


-ad amministrare con il solo obiettivo di perseguire il bene per la comunità, per la sua crescita e

il rispetto dei valori che esaltano la dignità umana in ogni suo aspetto.


-ad abbandonare e superare le vecchie logiche di schieramento nel momento in cui sceglie una

posizione e prende una decisione importante


-a non utilizzare la propria posizione di potere per perseguire interessi personali, ottenere

privilegi o vantaggi di alcun genere né per sé né per terze persone.


-all’ assunzione piena delle proprie responsabilità personali, tanto più pesanti quanto più elevato

è il ruolo rivestito.


-Acqua


Inserimento nello statuto comunale del principio di acqua bene comune, diritto umano universale.


Studio di fattibilità per una gestione del servizio idrico integrato (SII) improntata a modelli partecipativi e svolta attraverso enti di diritto pubblico.


-Agricoltura


L'agricoltura ferrarese va rimessa al centro del rilancio economico del territorio, restituendole dignità e professionalità che si è perduta per mancanza di ricambio generazionale e di redditività.


Portare all’eccellenza le scuole professionali agrarie per favorire il ricambiogenerazionale.


Sburocratizzazione del settore, con semplificazione degli adempimenti che stanno soffocando le aziende.


Promuovere, con l’amministrazione comunale nel ruolo di garante, una retestrutturata, trasparente e tracciata di produzione, commercio e consumo sulterritorio, a tutela di qualità e prezzi. Modelli GAS (gruppi acquisto solidali), GAT(gruppo acquisti terreni), DES (distretti di economia solidale)


-Ambiente


La qualità, la salubrità, la bellezza e la fruibilità dello spazio urbano e naturale in cui si vive diventano un faro per qualsiasi scelta di carattere politico ed economico dell’amministrazione..


-Bonifica


Promuovere, assieme al Consorzio di Bonifica Pianura, un progetto di diffusainformazione ai cittadini sul fragile equilibrio del nostro territorio, sulle suecaratteristiche idrogeologiche, per creare consapevolezza diffusa del ruolo vitale che svolge il sistema della bonifica ferrarese, sulle grosse responsabilitàper la sicurezza del territorio. Consapevolezza anche dei costi economici esociali, sostenuti dalla comunità intera, che accompagnano il sistema bonifica.


-Burocrazia


Liberare l’impresa e le famiglie dalla morsa della burocrazia persecutoria e dei suoi costi.


Semplificazione e snellimento delle procedure per dare impulso alla nascita dinuove opportunità di lavoro attraverso una riqualificazione dello sportello unico delle imprese, con professionalità altamente qualificate in grado didare risposte e strumenti chiari e definitivi, in tempi rapidi.Potenziamento deglistrumenti on-line per certificati e documenti personali.


-Controlli


Accurata e urgente operazione di verifica, da parte di un’agenzia di professionisti super partes (meglio se non della città), dei criteri di assegnazione delle cariche dei quadri dirigenti nelle numerose società partecipate del Comune di Ferrara.


-Comunità e Condivisione


Va ricostruito il senso di appartenenza alla comunità in ogni cittadino perrendere Ferrara una città ancor più bella, efficiente ma soprattutto solidale, incui il bene comune sia un valore imprescindibile.


Istituzione di un portale di dialogo interattivo a disposizione dei cittadini in cuiconfluiscano richieste, idee, osservazioni verso l'amministrazione.


Ma anche domanda e offerta di competenze personali per far partire esperienze di comunità e solidarietà quali la Banca del Tempo.


Lotta all'emarginazione.


Reinserimento sociale.


Sostegno strutturale alle famiglie, in particolare assistenza alla prima infanzia.


-Cultura


Riformulare il dialogo sui ruoli e gli spazi culturali di enti e associazioni che da anni gestiscono il settore (Arci, Ente Palio, FerrarArte…) per aprire nuove opportunità a eventi e attività artistiche di giovani talenti o gruppi di emergenti, in base a criteri trasparenti e meritocratici.


Contrastare, con adeguate politiche tariffarie e programmazione di eventi il calo delle presenze al Teatro Comunale e nei principali musei cittadini.


Sfruttare come contenitori di eventi culturali e artistici alcuni degli spazi abbandonati degli ex cinema cittadini.


Consulta o Forum popolare permanente di Arte Cultura e Turismo, munita di piattaforma on-line, costituita da associazioni culturali e artistiche locali, con poteri di indirizzo sulle scelte dell'amministrazione, NON presieduta dall'assessore ma da presidente e consiglieri nominati dal basso.


-Democrazia


Rimettere il cittadino al centro delle istituzioni è un dovere morale ed è il primoimpegno di un buon amministratore. Democrazia non è un concetto astratto, ma va applicata quotidianamente nelle sue svariate espressioni e da ognisoggetto della società civile attraverso strumenti di partecipazione dal basso,assunzione di responsabilità, impegno concreto e costante.


-Disabilità


Creazione di un Centro provinciale per pazienti con handicap fisici di ipovisione,

per consulenza, educazione e riabilitazione delle patologie oculari disabilitanti.


Promozione nella cittadinanza di un’adeguata sensibilizzazione alla tematicadel deficit fisico e psicologico attraverso un’accurata campagna informativa.


Far emergere la grave emergenza del disagio psicologico all'interno della popolazione nelle sue molteplici manifestazioni e potenziare i presìdi territorialidi assistenza.


Monitoraggio sulla città delle criticità e carenze che creano barriere fisiche odisagio psicologico ai portatori di handicap e alle loro famiglie ed introduzionedegli elementi strutturali mancanti che agevolano la mobilità urbana,l’accesso alle strutture pubbliche, turistiche e culturali, la fruibilità dei servizi.


-Energia


Politiche di efficientamento energetico attraverso un importante piano di intervento di RISPARMIO ed EFFICIENZA energetica su immobili pubblici (scuole,asili, uffici).


Promozione di una rete Smart Grid (produzione e consumo nello stesso luogo) con generazione di energia di piccola taglia distribuita sul territorio e diffusa.

Incentivazione di modelli alternativi per l’autonomia energetica nei quartieri(solare termodinamico, microimpianti geotermici a bassa entalpia, ecc.).


-Edilizia


Stop a nuove costruzioni e promozione di un piano imponente di recupero e manutenzione di immobili esistenti in città e nel forese, con adeguamento,laddove possibile, a soluzioni energetiche ed abitative innovative e sostenibili.


-Ferrara (vivere la città)


Città intelligente.


Città diffusa, non solo centro storico; valorizzazione e riqualificazione urbanistica e commerciale anche delle aree decentrate o periferiche. Fruizione agevolata e incentivata di spazi urbani e di sale pubbliche per iniziative sociali e culturali dei giovani, per favorirne l’aggregazione (senza consumo di alcool).


-Geotermia


Opposizione alla finta geotermia (non esistono vere fonti geotermiche sul

territorio) di Hera in quanto progetto NON sostenibile dal punto di vista

ambientale, energetico ed economico.


-Gioco


Il gioco nell'infanzia come strumento educativo e didattico di fondamentale importanza per la formazione dell'individuo: dallo sviluppo della fantasia, all'assunzione di responsabilità, alla cultura della condivisione.

Investimenti (es laboratori sperimentali) sulla cultura del gioco libero

autogestito, individuale e di gruppo, senza l'intervento del mondo

degli adulti.


-Hera


Netta opposizione, in tutte le sedi preposte, al progetto regionale di monopolio dei servizi da parte delle multiutility; va costruita negli anni l’alternativa a livello municipale.

Avviare con urgenza studi di fattibilità di nuove società in house per i servizi pubblici (energia, acqua, rifiuti) gestite con professionalità e competenza da soggetti NON politici; una graduale politica di ripubblicizzazione dei servizi crea nuove opportunità di lavoro, oltre che garanzia di qualità, risparmio ed efficienza.


-Imprese


L’indirizzo di attrarre sul territorio investimenti stranieri di grossi gruppi è risultata deleteria. Come già dimostrato in più esperienze (vedi turbogas) una volta esaurite le risorse economiche territoriali e gli incentivi si ritirano dal territorio, lasciando disoccupazione e spazi da bonificare a carico

dell’amministrazione. Solo lo sviluppo di imprese locali può fornire maggiori garanzie del rispetto economico e territoriale.

Censire lo stato attuale delle aziende su tutto il territorio provinciale ed elaborare, insieme alla Piccola Media Impresa, strategie di acquisto collettive verificando se esistono gli spazi di mercato per creare filiere locali. Partendod allo studio di una progettazione che miri a semplificare l’assemblaggio del prodotto, il suo smaltimento e riciclo finale.


L’amministrazione comunale, che ha pochi strumenti per risolvere la grave crisi economica che soffoca la nostra città più di altre, può svolgere in questo progetto di rilancio un importante ruolo di promozione, coordinamento e garanzia.


-Inceneritore


Obiettivo Paes 20-20-20 a Ferrara passa attraverso il netto contrasto alle politiche di combustione dei rifiuti, con controllo serrato delle sue emissionia ttraverso monitoraggio pubblico super partes progressivo svuotamento della sua funzione, contrasto di qualsiasi progetto energetico (es aumento

teleriscaldamento) che lo mantenga in vita.


-Lavoro


Progetti di laboratori artigiani (modello esperienze Nord Europa) con recupero competenze e professionalità sui vecchi e nuovi mestieri.


Facilitare esperienze di coworking, per sviluppare sinergie e condividere, oltre a spazi fisici, anche idee e valori.


Promozione di strumenti che snelliscano e agevolino fortemente l'apertura di piccole imprese da parte di giovani, in particolare se portatori di idee innovative e/o mirate alla risposta di bisogni primari.


Recupero, Riuso e Riciclo.


-Mobilità


Studio accurato dei flussi del traffico e delle esigenze di mobilità per aree al fine di riprogrammare, attraverso la partecipazione attiva della popolazione residente, il trasporto pubblico.


Mobilità sostenibile: car-sharing e car-pooling (auto a noleggio e/o condivise).


No a qualsiasi progetto che preveda scavi per parcheggi sotterranei in centro.


La mobilità con la bicicletta va valorizzata al massimo. Potenziamento di una rete di ciclabili urbane e periurbane (anche verso l'Ospedale di Cona),incentivazione e facilitazione di attività artigianali connesse, promozione dell’aspetto salutistico, ecologico ed economico, massima caratterizzazione della città dal punto di vista cicloturistico. Attorno all’uso della bicicletta può nascere, dalle idee dei cittadini, un modello di città unica al mondo.


Nell'ambito della mobilità sostenibile, sviluppo del trasporto intermodale (combinazione di più mezzi di trasporto), anche per evitare che Ferrara sia una città dormitorio.Un esempio di spostamento intermodale urbano è bicicletta+tram


-No-cemento


No a ulteriore consumo di suolo.


-No-Trivelle


No a qualsiasi progetto di trivellazione per estrazione di idrocarburi sul territorio


-No-Slot


Lotta al gioco d'azzardo e all'economia malavitosa che lo sostiene.

Incentivazione e promozione, da parte dell'amministrazione, degli esercizi pubblici che scelgono di non installare slot.


-No-Vivisezione


Impegno a far rispettare i principi stabiliti per legge, nell’art.13 della Legge di Delegazione Europea 96/2013 che prevede il divieto di allevamenti come GreenHill, lo stop agli esperimenti su animali senza anestesia e concreti incentivi ai metodi sostitutivi della vivisezione.


-Orti urbani


Promozione di una rete di orti nell'area periurbana al servizio di associazioni o volontari che si occupano delle famiglie in difficoltà e delle strutture di accoglienza di persone in condizioni di disagio, sia italiani che immigrati.


Orti urbani come strumenti di riabilitazione per la disabilità.


-Partecipazione


Piano Urbanistico Partecipato. Giunta allargata (modello Ponte delle Alpi).


Comitati di quartiere.


Strumenti di partecipazione on-line.


-Qualità dell'aria


Installazione di nuove centraline a tecnologia più sofisticata per il monitoraggio sempre più accurato della qualità dell'aria.


Progetto straordinario di mappatura della qualità dell’aria e dell’acqua in città,

attraverso la ricerca mirata di sostanze o particelle di provata pericolosità o tossicità, spesso trascurate nei controlli.


-Riqualificazione


Aree vecchio S.Anna, Darsena, ex Mof (con soluzioni di tettoie con fotovoltaico).

Riqualificazione delle aree periferiche.


-Risparmio


Favorire l'apertura di nuove strutture per il microcredito ispirati al modello difinanza etica o a strumenti autogestiti da soci risparmiatori (es Soc CooperativeMAG) a sostegno di famiglie in difficoltà e di una economia territoriale e

solidale.


-Salute


Difendere il Servizio Sanitario Nazionale. L’attuale organizzazione dei servizi socio-sanitari (servizi a richiesta e contenitori di ambulatori ed uffici), va superata riducendo il ricorso all'assistenza sanitaria attraverso politiche sociali e ambientali che aumentino la qualità della vita e quindi la prevenzione della malattia.


Creare una rete territoriale di servizi pubblici e convenzionati, integrata con i servizi sociali, altri enti e forze attive sul territorio, comprese le comunità locali e le organizzazioni civiche.


Distribuire l'offerta assistenziale su diverse aree comunali, individuando il fabbisogno di salute della popolazione di quella specifica zona.


-Scuola


Vanno perseguiti i principi fondamentali espressi negli articoli 33, 34 e 38 della Costituzione che tutelano i diritti dei cittadini riguardo l’offerta di istruzione e formazione


Riduzione liste di attesa rivedendo e migliorando le condizioni di accesso agli asili nido e scuola materne.


Digitalizzazione della gestione degli istituti scolastici e della didattica, con largo accesso al Wi-Fi gratuito.


Potenziamento delle ore di sostegno e del servizio di trasporti per i ragazzi disabili nelle scuole di ogni ordine e grado.


Promozione del plurilinguismo introducendo programmi di acquisizione dei primi elementi della lingua inglese all’interno delle scuole d’infanzia.


Revisione degli appalti delle ditte per le mense scolastiche (CIR), rendendo più trasparente la procedura di assegnazione, l'offerta alimentare, la qualità e l'approvvigionamento di materie prime. Per la refezione scolastica introduzione obbligatoria dell'uso di kit piatti e stoviglie infrangibili da lavare a casa, per eliminare drasticamente lo spreco di plastica.


-Sicurezza


Sicurezza come Bene Comune e diritto del cittadino; oltre al sostegno e collaborazione con le forze dell'ordine preposte al controllo del territorio, la sicurezza va nutrita da strategie mirate alla riqualificazione ambientale e alle politiche di integrazione.


Va rifiutata la strategia che punti ad utilizzare la paura come mezzo di controllo e vanno invece potenziati interventi atti a favorire una cittadinanza attiva e consapevole.


-Trasparenza


Facile accesso on line al bilancio analitico del Comune, supportato da strumenti che ne facilitino la comprensione.


Trasparenza dei bilanci di tutti gli enti e associazioni partecipate attraverso l’uso di strumenti on line.


Trasparenza nelle nomine dei dirigenti delle massime istituzioni culturali cittadini, criteri meritocratici e di profilo accademico.


-Turismo


Potenziamento dell’offerta turistica e culturale per contrastare il sensibile e preoccupante calo di afflusso turistico degli ultimi anni.


Decentrare altrove gli uffici pubblici che si trovano in edifici di rilevanza museale e turistica. Rendere fruibili a cittadini e turisti gli interni occupati dall'amministrazione pubblica (Castello Estense, Palazzi Comunali).


Consulta popolare permanente per la cultura e il turismo.


Implementazione di una rete di informazione turistica locale gratuita con totem informativi e applicazioni per tablet e cellulari.


-Università


Creare un collegamento stretto con UNIFE per recuperare e valorizzare le eccellenze che in molti campi, in primis quello sanitario, potrebbero


rilanciare attività di ricerca attrattive di talenti e quindi di occupazione di alto livello.


-Verde pubblico (gestione)


Potenziare la gestione del verde pubblico e la sensibilità dei cittadini verso questo bene prezioso.


Promozione di progetti (cercando finanziamenti europei) per affidare alle scuole professionali del territorio la cura di aree di verde urbano, vero e proprio laboratorio a cielo aperto di civismo e manualità.


Per aumentare la coscienza ambientale e la responsabilità del cittadino,favorire esperienze di guerrilla gardening, interventi di riqualificazione e cura del verde su aree abbandonate da parte di gruppi di volontari.


-Wi-Fi


Estensione della rete wi-fi con accesso gratuito in tutta l’area urbana.


-Zero rifiuti


Obiettivo 100% differenziata (modello Comuni Virtuosi). Il rifiuto come materia prima, una risorsa per lo sviluppo di nuove filiere di lavoro.



M5 Stelle Grilli Estensi, Ilaria Morghen all'assalto della Casta Pd Tagliani-Ferrara

morghen

Domani mattina,  SABATO 19 APRILE ore 10 45  presso il Bar Mister Tony  di Via Recchi,    incontro aperto con il liberi cittadini del  M5Stelle Grilli Estensi: interviene Ilaria Morghen, la futura sindachessa di Ferrara.  " Rianimare Ferrara" lo slogan della Morghen, medico anestista al Sant'Anna, originaria di Roma e già  protagonista a un recente dibattito sull'Ambiente nel ferrarese, dove la cittadinanza ha immediatamente ben colto lo Stile inedito libero creativo scientifico, ecoevoluto della futura sindachessa avanti 50 anni  il politichese sterile, mistificatorio e regressivo del regime locale PD Tagliani.

Sempre domani sabato 19 aprile ore   10.00  fino al tardo pomeriggio  Via Garibaldi - di fronte l'ottico Vi,  Banchetto del M5Stelle Grilli Estensi per la puntuale Raccolta firme elettorale già straordinaria ma sempre doverosamente e liberamente amplificabile tanto per evidenziare ulteriormente la possibile svolta in atto, dopo 70 anni  nella città d'arte estense che merita, dopo legislature PD, Sateriale e Tagliani,  deleterie e implosive per la città, l'anima e le tasche dei ferraresi,  la necessaria rivoluzione in atto  2.0, per rifondare il Futuro e la Libertà a... Ferrara!

FERRARESI AUT AUT  

 

"Rianimare Ferrara". Decontaminare Ferrara! No Hiroshima No Fukushima No PD No Tagliani No Ferrashima" Ferraresi del Futuro e per il Futuro...BASTA UNA FIRMA!!!


Ferrara PD città delle Donne e delle quote Rosa...? le Donne come Svolta Politica? Solo i 5Stelle hanno un candidato Donna! Il primo sindaco donna di Ferrara! E una Donna di Scienza non le Rose rosso stinte del PD di Tagliani!


 

Emilio Diedo "Reale Apparente" recensione dinanimista di Zairo Ferrante

Emilio Diedo  REALE APPARENTE


 ( Este-edition 2014 in coproduzione con L’AlianteLeone – scrittori riuniti – )


Recensione di Zairo Ferrante


Copia1_Diedo6_jpgMEDIAVi scrivo, anzi, vi racconto  dell’ultimo viaggio che ho compiuto.

Una splendida escursione tra pagine, parole, versi , ma soprattutto idee.

Sì, vi sembrerà strano ma, in questo mondo fatto di plastica e ricchezze virtuali, Qualcuno ancora s’impegna a produrre idee.

Idee “inutili” per il mercato ( secondo il comune e sciocco pensiero che solo quel che produce ricchezza è utile )  ma vitali per l’Uomo e soprattutto per la sua Anima.

Questo Qualcuno si chiama Emilio Diedo – un Uomo e un Poeta – e le sue Idee le ha ordinatamente stipate nel suo ultimo libro dal titolo “Reale apparente”.

Un’opera “manifesto”, come lo stesso autore ama definirla, che parla di Poesia per mezzo della Poesia.

Un manoscritto che lancia un nuovo concetto, o meglio, una nuova idea di metrica… la Geometrica.

Avete capito bene!!!

Anche oggi fortunatamente c’è chi ha ancora il coraggio di speculare sul concetto di metrica e di proporre un nuovo modo di fare poesia.

Che cos’è la Geometrica?

Beh questo dovrete scoprirlo da soli, semmai sfogliando e leggendo il “Reale apparente”, io posso solo anticiparvi che, tramite l’utilizzo di questo semplice e geniale “arteficio”, Diedo riesce a liberare il verso dalla sua gabbia senza sacrificare l’armonia, che anzi permane non solo nel ritmo ma anche nel “visivo”.

Uno schema che aiuta il Lettore a plasmare i versi a propria immagine e somiglianza.

Un’idea che ( dinanimisticamente parlando ) “può umanizzare la poesia e poetizzare il lettore/spettatore”.

“Reale apparente”, un piacevolissimo regalo che vi invito vivamente a scartare e gustare.

Una raccolta di versi in cui troverete nuove parole e nuovi dipinti che parleranno di voi, del vostro passato, del vostro essere felicemente uomini e, alcune volte, anche del vostro essere scomodamente Uomini.

Proprio come il poeta Diedo qui sapientemente ci rammenta:

 

“Scomodi modi che l’uomo,

modificandoli all’esigenza,

vicendevolmente s’impone.

 

Scomodi moduli d’esistere

che arrestan le ali alle idee,

trasmutando il volo dell’Io

 

nel buco nero d’ore sforate

da delle mani dilapidatrici,

prive di coerenza e di umiltà.

 

Scomodi uomini, nei limiti

inclusi tra rancore ed odio,

nel tirar avanti per inerzia.”

*Per info sul libro: http://www.este-edition.com/prodotti.php?idProd=847

INFO: DINANIMISMO

Pierfranco Bruni ricorda Claudio Quarantotto: Dopo Prezzolini

Visualizza images(17).jpg in una presentazioneLa scomparsa di Claudio Quarantotto.
Un intellettuale nel solco di Giuseppe Prezzolini --

Di Pierfranco Bruni

Era nato 78 anni fa. Intellettuale dalle radici dalmate, giulio - dalmate, e dalla corazza profondamente radicata in una cultura identitaria nazionale, in cui il concetto di Patria è stato sempre al centro dei sui intrecci tra letteratura storia e politica con un particolare interesse rivolto al cinema, alla musica e ai linguaggi di una lingua tra tradizione e innovazione.
Claudio Quarantotto è scomparso, lasciando un vuoto in quell'estetica dell'eleganza del confronto e dell'anticonformismo di cui oggi si sono perse le tracce. Un giornalista che sapeva dare il giusto peso e la giusta misura alla parola. Un intellettuale a tutto tondo che poneva al centro la dialettica a la critica alla leggerezza.
Potrei, oggi, definire la sua presenza, nella temperie culturale, come una presenza della "ragione" pessima e del pessimismo che combatteva il deflagrante movimento relativista.
Un intellettuale di destra. Di quella destra che aveva come riferimento un maestro qual è stato Giuseppe Prezzolini. Infatti è  Claudio Quarantotto che cura l'intervista a Prezzolini, in cui la destra resta il punto nevralgico di un dialogare tra cultura Patria e identità nazionale. Prezzolini nell'articolato mosaico dei processi culturali che hanno visto il contrapporsi di due modelli di vita:    la traduzione e il "relativo" della cultura progressista.
Nello studio dei linguaggi musicali, Quarantotto leggeva il rapporto tra le stesse tecniche musicali, nel paesaggio tra generazioni e modelli culturali, e il dialogo tra modernità (o modernismo) e contemporaneo. Così nei suoi scritti sul cinema. Il cinema come letteratura delle immagini e del "dizionario" della parola che sono le strutture che danno il senso alla impalcatura della comunicazione.
Il cinema come corpo, cime desiderio e come gesto. Ma in questo suo ricercare lo studioso dei linguaggi trovava nella cultura della tradizione la profonda testimonianza spirituale e testamentaria di una cultura mai reazionaria e sempre conservatrice.
Attento alla "rivoluzione" della storia, fu un protagonista, nei primi anni settanta, e già qualche anni prima, nelle scelte di un percorso tra esistenza e cultura nella visione di un valore, in cui la tradizione resta un passaggio fondamentale tra metafisica dell'anima e sentiero della sacralità.
Negli anni settanta, come ho affermato in altre occasioni, fu tra i protagonisti che fondarono il Sindacato Libero Scrittori Italiani. Un sindacato che nasceva dalla rottura politica e culturale del Sindacato Nazionale Scrittori, il quale aveva fatto una precisa scelta di campo sul piano ideologico schierandosi con la sinistra e con il mondo comunista.
Quarantotto, tradizionalista e anticomunista, aderì ad una scuola di pensiero i cui protagonisti, tra gli altri, furono, oltre allo stesso Prezzolini, Diego Fabbri, Antonio Barolini, Ettore Paratore, Fausto Gianfranceschi, Francesco Grisi, che rivestì la carica di segretario generale, sino all'attuale presidente nazionale, riferimento del tradizionalismo cattolico, Francesco Mercadante, con il quale ha avuto un importante legame culturale. Così come ha avuto ottimi rapporti con il nostro viaggio di intellettuali distanti dalla leggerezza culturale e fortemente oppositori dei relativismi.
Letteratura come chiave di lettura dei valori della storia delle civiltà. Una sottolineatura attraverso la quale lo spazio dei fenomeni musicali e il tempo del cinema costruiscono, in Quarantotto, un attraversamento nei linguaggi e nel vocabolario stesso delle idee.
Le idee e la dialettica. Un modo di essere nel contemporaneo senza mai cedere ai conformismi e agli schieramenti. Senza una motivazione ideale la politica non ha senso. La cultura non ha una ragione. Ha sempre un senso.
Dentro il contemporaneo ha portato, senza mai arrendersi, la tradizione come valore significato e orizzonte metafisico. Un intellettuale profeta.

Torino, i Gutenberghiani resistenti 1.0 verso la Net Revolution, povera Italia, povera cultura...

dinosauriBene, tutto Bene. Al prossimo Salone internazionale del libro di Torino, in programma da giovedì 8 a lunedì 12 maggio, la Santa Sede sarà ospite d'onore. Il tema del Bene sarà il filo conduttore. La Tamaro farà da madrina ufficiale. Matteo Renzi, atteso per l'11, da padrino non ufficiale. Gli incontri sono tanti e interessanti. Noi seguiremo Giuliano Ferrara, Vittorio Feltri, Antonio Pennacchi, Pietrangelo Buttafuoco, Aurelio Picca, Jean Clair, Vittorio Sgarbi, Joe R. Lansdale, Michele Mari, Francesco Pecoraro, Sebastiano Vassalli, Fabio Stassi, Marco Buticchi con Ildefonso Falcones. Seguiremo anche Officina editoria, il progetto guidato da Giuseppe Culicchia per accendere i riflettori sulla piccola editoria. Così lo scrittore torinese: «In Italia si pubblicano 55mila titoli l'anno, ma oltre la metà vendono tra zero e una copia. Il risultato è così un'offerta che risulta in realtà molto standardizzata». Giusto e bello e buono dunque valorizzare il lavoro di qualità affinché non vada perduto per deficit di informazione. Magari a certi incontri faremo soltanto un salto, tipo Walter Veltroni, Francesco Piccolo, Michele Serra, Luciana Littizzetto, Ferzan Ozpetek, Serge Latouche, Eugenio Scalfari, Oscar Farinetti, Giovanni Floris, più che altro perché li vediamo in tv o li leggiamo sui giornali o ne sentiamo parlare quasi tutti i giorni, quindi che bisogno c'è di seguirli anche a Torino?
Però il Salone del libro non sarebbe divertente se non offrisse sempre il fianco a qualche polemica. A esempio, che bisogno c'era di dire, come ha detto ieri il direttore Ernesto Ferrero, che «quello dei social network è un mondo di solitari che gridano nella vana speranza che qualcuno li ascolti»? A parte che il Salone stesso è presente nei social, nei giorni caldi gli utenti di Twitter si raccoglieranno intorno all'hashtag #SalTo14 per commentare libri, acquisti e incontri. È un'ottima pubblicità (gratuita) per il Salone stesso e per il mondo della lettura in generale. I solitari sono in cerca di altri solitari con i quali condividere un'esperienza culturale e sentirsi meno solitari. Nessuno, che io sappia, grida. Ieri «i solitari» erano però sommessamente delusi. Se la cultura è (anche) innovazione perché ridurre a inutile rumore di fondo l'universo variegato dei social network, cioè il futuro?  IL GIORNALE  *Gnocchi

giovedì 17 aprile 2014

Matteo Renzi e la Scienza: l'agenda digitale non basta


L’agenda digitale non basta: Renzi scommetta sul lungo termine




di  Roberto Paura  Italian Institute For The Future  (IIF)

In questi giorni si sta costituendo, in Italia, il quarto governo in meno di due anni e mezzo. Nell’editoriale di apertura del primo numero della nostra rivista FUTURI citavamo le parole del premier Enrico Letta sulla visione di lungo termine, smentite dal fatto che meno di tre settimane dopo la pubblicazione del numero Letta è stato costretto alle dimissioni dall’immobilismo del suo governo e dal mutato scenario politico. Ora da più parti si incalza il nuovo Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ad accelerare sull’agenda digitale andando oltre l’Agenzia costituita ormai da anni ma prima di poteri, e istituendo un vero e proprio ministero per l’Innovazione. Una proposta interessante che va condivisa in pieno. Un ministero dell’Innovazione assommerebbe a sé le deleghe sull’agenda digitale e sulla modernizzazione della pubblica amministrazione. Non dovrebbe però affatto limitarsi a questo. Purtroppo da un po’ di tempo a questa parte in Italia si è consolidata la falsa idea che l’innovazione giri tutta intorno al fenomeno della digitalizzazione, della banda larga, dell’informatizzazione e delle start-up tecnologiche. È un’idea sbagliata perché risente, ancora una volta, di una visione a breve termine che non guarda ad orizzonti più lontani.

 

Senza dubbio la piena digitalizzazione del nostro paese è un obiettivo ineludibile, che un Ministero per l’Innovazione deve riuscire a conseguire in pochi anni, sicuramente entro l’orizzonte della legislatura, che scade nel 2018. Scommettere tutto su questi temi, tuttavia, si rivelerebbe sbagliato. L’innovazione non è un traguardo raggiunto il quale si smette di correre. Una volta conseguiti gli obiettivi dell’agenda digitale, dovremmo considerare l’Italia un paese moderno e progredito? Nient’affatto. Le sfide che emergeranno da qui a pochi anni costringeranno a rivedere molte delle politiche adottate dai precedenti governi così come molte delle iniziative che il governo Renzi intraprenderà. Lo scenario mondiale nel quale l’Italia opera è in costante e rapido mutamento e richiede una capacità di programmazione di lungo termine che il nostro paese non possiede. Se Renzi vuole davvero scommettere sul futuro – e per un primo ministro di 39 anni, il più giovane della storia della Repubblica, si tratta di una scommessa obbligata – deve adottare una vera e propria “agenda per il futuro”, che comprenda molto più dell’innovazione digitale....  C   IIF 

Roma segnala Bruno Pasini....

2LA NOTIZIA H24  ROMA

 

E’ uscito il libro “Nuove voci della mia terra” del poeta Bruno Pasini


aprile 15, 2014 • Cultura e Spettacolo


È stato pubblicato Nuove voci della mia terra, un libro promosso dall’Amministrazione Comunale di Fiscaglia e dagli eredi di Bruno Pasini per celebrare, attraverso la pubblicazione in una raccolta antologica delle poesie premiate, le prime 10 edizioni del concorso letterario nazionale di poesia dialettale Bruno Pasini.

 

Il ricordo dell’opera dell’illustre poeta a cui il concorso è dedicato è evidente, il titolo stesso del libro vuole infatti essere un esplicito richiamo alla sua opera omnia, Voci della mia terra, oggi ormai praticamente introvabile, per raccoglierne idealmente il testimone.

Nato nel 2002 per valorizzare e incentivare la cultura poetica in vernacolo, grazie a un sempre maggiore consenso, in pochi anni il concorso letterario Bruno Pasini ha allargato i propri confini, affermandosi come un prestigioso premio nazionale in grado di coinvolgere numerosi autori provenienti da ogni parte d’Italia......... Continua  vedi link in alto

Ferrara PD? Kafka docet secondo il radicale storico Zamorani

ESTENSE COM

Ferrara è come “Il Castello” di Franz Kafka. A fare il paragone tra la città estense e il romanzo dello scrittore praghese è Mario Zamorani, candidato sindaco della lista civica Un’altra Ferrara. Il motivo è presto spiegato: “Nella nostra città ci sono i personaggi di potere da una parte, e le persone che cercano di dialogare con il potere dall’altra, ma in realtà recitano una parte perché è l’unica che conosco. Questo rapporto kafkiano esiste anche a Ferrara: è dal 1946 che c’è lo stesso potere e i cittadini, ormai, pensano che sia inamovibile”. Di tutt’altro parere è invece Zamorani, secondo cui dopo tre generazioni dello stesso potere “è necessario cambiare e avvicinare i cittadini al potere del palazzo”.

Seguendo questo leitmotiv, è stata presentata oggi l’iniziativa “Che cosa non va?”. “Si tratta di una piattaforma di segnalazione per i cittadini ferraresi ma non solo – spiega Paolo Niccolò Giubelli – che possono segnalarci tutti tutte le problematiche, gli episodi di degrado, le situazioni di pericolo e gli spiacevoli inconvenienti che incontrano in città”. La piattaforma funziona in due modi: la prima è postare direttamente le foto, correlate da una breve nota, sulla pagina Facebook (https://www.facebook.com/pages/CHE-COSA-NON-VA-unaltra-ferrara/726110310773458) oppure, per chi non fosse iscritto al social network più famoso al mondo, è possibile seguire la raccolta di criticità e, a sua volta, mandare altre segnalazioni sul sito (http://www.unaltraferrara.it/segnala-che-cosa-non-va/).


“È una piattaforma facilmente accessibile perché basta avere una connessione internet – commenta Zamorani – e soprattutto di dialogo biunivoco perché questa raccolta di segnalazioni verrà consegnata al futuro sindaco”. Chi vincerà le elezioni del 25 maggio, quindi, si ritroverà a dover gestire la pagina Facebook con l’invito di “risolvere in fretta questi problemi”. Se l’obiettivo è infatti la velocità nel segnalare le problematiche, l’auspicio è che queste problematiche vengano risolte altrettanto celermente. Tutto in un’ottica, come spiega il candidato sindaco, di “partecipazione” che rappresenta il “punto cardine del programma elettorale della nostra lista civica dei cittadini”.


La pagina Facebook, creata ieri, conta 22 mi piace e segnala già delle situazioni di degrado: l’abbandono della Darsena, il pericolo di crollo di alcuni muri, il sottopassaggio via Aldro Ferraresi inutilizzato da anni, e il degrado del sottopasso di via Saragat. “Contiamo nella partecipazione attiva dei cittadini perché è il primo esempi o di questo genere a Ferrara – conclude Zamorani – che va nella direzione di creare un’altra Ferrara dopo 68 anni”.

hPlus magazine: Mars...Human Colonist



What if we could re-engineer humans for the harsh environment of planets like Mars? Believe it or not there are scientists studying our genome to determine if altered humanity is a suitable strategy for colonizing planets other than Earth. And some have even mused about altering humans so that we can better cope with climate change. In her book, Oryx and Crake, Margaret Atwood, spun such a scenario with the creation of a genetically-altered human species designed in a lab to survive a pandemic apocalypse.

A symposium entitled Genetics, Biomedicine, and the Human Experience in Space, was recently held at Harvard Medical School. The premise of the discussion was the role genetics could play in the successful conquest of space by our species. Could genetics alter us to withstand cosmic rays bombardment or long-duration exposure to micro-gravity? Could we alter our muscles and skeletons, change our diurnal circadian rhythm to match that of a different world, make our bodies handle greater extremes of heat and cold, and develop respiratory systems that function in low-oxygen or even the absence of free oxygen environments?

Those at the symposium looked at our human genome seeking factors as of yet unknown that could be unleashed to alter us to thrive off this world. What genetic triggers could we pull to make us absorb oxygen from an atmosphere largely composed of carbon dioxide? What genes could make our bones, muscles, and circulatory system accommodate low gravity environments.... C  LEN ROSEN  hPLus Magazine

Intervista di Alessia Mocci a Mariuccia Gattu Soddu ed al suo libro Ricordi di Sardegna: Orune nel cuore e nella storia

“Cinquant’anni fa la vita sociale del mio paese, e forse dell’intera Sardegna, infatti, era ancora in stretto rapporto con la vita del Medio Evo e, per certi aspetti, anche con la vita dell’epoca romana: schiettezza linguistica, semplicità di costumi, credenze, rituali e abitudini legati al mondo agropastorale, strumenti e modalità di conduzione del lavoro artigianale e così via...” Una Sardegna immacolata descritta grazie ai ricordi dell’autrice Mariuccia Gattu Soddu, un’isola nella quale il tempo si era fermato da centinaia di anni. Un popolo che non curante del Continente coltivava la sua cultura millenaria da generazioni e generazioni. “Ricordi di Sardegna: Orune nel cuore e nella storia”, pubblicato nel gennaio 2014 con la casa editrice TraccePerLaMeta Edizioni, è un viaggio nella storia di un piccolo paese, Orune, già citato nel titolo del libro. L’autrice, con lo scorrere delle pagine, rivela una realtà curiosa che nasce dai ricordi dell’autrice, ricordi di conversazioni con la madre e con gli abitanti del paese. Un libro rivelazione viste le informazioni presenti di carattere linguistico (infatti sono diverse le spiegazioni presenti che esplicano il significato di nomignoli antichi) e storico (anche grazie agli excursus sulla Seconda Guerra Mondiale). Mariuccia Gattu Soddu è stata molto disponibile nel rispondere ad alcune domande sulla sua vita e sulla sua recente pubblicazione. Una curiosità che voglio lasciarvi è che la fotografia presente nella copertina del libro è stata scattata nel 1985 e pubblicata sull’Unione Sarda. Buona lettura! A.M.: "Ricordi di Sardegna: Orune nel cuore e nella storia", un titolo che centra l'argomento di ciò che i lettori potranno assaporare. Come nasce l'idea di pubblicare, citando Luciano Piras, "un saggio che saggio non è, un romanzo anche se non è romanzo"? Mariuccia Gattu Soddu: "… bisogna che ci sia uno che ti raccolga, ti resusciti, ti racconti a te stesso e agli altri come in un giudizio finale." - "Il giorno del giudizio" - Salvatore Satta - Parte seconda A.M.: Una dedica importante: a mamma e babbo. Da mamma, da figlia, da moglie, raccontaci un aneddoto sulla tua famiglia a te caro. Mariuccia Gattu Soddu: Ero lontana da casa quando frequentavo la prima media e mi sentivo sola, abbandonata, fragile ed indifesa. Venne un giorno mio padre a prelevarmi da scuola. Provai una gioia indicibile perché, finalmente, le mie compagne potevano vedere che anche io avevo il mio "Gigante", e che gigante! Con la mia mano nella sua mi sentivo sicura e continuai a sentirmi così anche quando seppi dove, purtroppo, eravamo diretti: alla camera mortuaria del vecchio ospedale di Nuoro. Lì mio padre doveva identificare, prima della sepoltura, la salma di un giovane parente, i cui genitori non erano in grado di farlo in quanto molto prostrati dal dolore. Il luogo era lugubre e tetro e, paradosso, sembrava che l'unica fonte di calore fosse quel corpo inanimato che stava dentro una bara. Quando ci avvicinammo a questa, babbo con la sua mano, che percepii percorsa da un fremito, strinse la mia fin quasi a farmi male e mi disse, con la voce interrotta dalla saliva che gli si fermava in gola:"Non timas chi ja' ses chin mecus!"(Non temere che già sei con me!). Voleva infondermi coraggio e, infatti grazie a ciò, non provai alcun timore. Solo nella mia tarda età (babbo allora aveva trentasei anni e, purtroppo, morì prima di compiere i cinquanta), riflettendo su sensazioni e sfumature di allora, non sufficientemente da me recepite, mi son spesso domandata, con tenerezza mista a rimpianto: Fra il Gigante e la bambina, chi dei due aveva più bisogno di incoraggiamento e protezione?… Io, alla luce della mia esperienza, la risposta ce l'avrei… E voi?… A.M.: La scelta di accompagnare il sardo all'italiano. Un modo per far conoscere l'arcana cadenza poetica della Sardegna anche nella penisola? Mariuccia Gattu Soddu: Per me è una rivalsa in quanto a noi sardi è sempre stata inculcata l'idea che la nostra non fosse una lingua ma una espressione dialettale di basso livello e chi, fra i nostri colonizzatori, a vario titolo, comandava ne vietava l'uso soffocando così la nostra naturalezza e con essa i nostri sentimenti e la nostra grande, seppur arcaica, cultura. Mi rammarico di non aver parlato in sardo con i miei figli quando erano piccoli ma allora mi avrebbero tacciato di snobismo, dato il posto occupato da me e mio marito nella scala sociale, in quanto, agli occhi di tutti, persone di cultura, per quanto modesta. E, comunque, io penso in sardo e non sempre trovo in italiano parole adatte ad esprimere i miei sentimenti, anche se ho sempre fra le mani il miglior vocabolario di lingua italiana, oltre che tanti vocabolari di lingua sarda. Ora che, finalmente ho capito e superato i complessi di inferiorità creatimi, nell'infanzia, da chi denigrava il sardo, grazie alla conoscenza, in qualità di insegnante di quarantennale esperienza, di tutti i metodi di apprendimento, sto "sardizzando" i miei nipotini e sto ottenendo risultati lusinghieri. A.M.: "Ricordi di Sardegna: Orune nel cuore e nella storia" traccia il ricordo antico di alcuni soprannomi sardi con la spiegazione del loro significato, come ad esempio "Zi' ispiridada bie mortos" (Signora spiritata vedi morti) che serviva anche come capro espiatorio per alcuni delitti di Orune. Che cosa succedeva esattamente nel paese? Mariuccia Gattu Soddu: Il nesso fra "sar ziar bie mortos"(le signore vedi morti) ed alcuni fatti di sangue è sempre stata la credulità popolare e quel vento tempestoso definito "petharju" (rapace) che rendeva più aggressive certe persone, favorendo pulsioni omicide. Da qualche parte ho letto che anche in Cina soffia spesso un vento simile con gli stessi effetti di quello che soffia ad Orune. La fragilità cerebrale di certe vecchie arteriosclerotiche, proprio nelle notti di vento, le portava a dialogare da sole, ma a botta e risposta con cambio alternato di voce, con persone già decedute, facendo tremare di paura chi le sentiva e che, poi, ad eventi tragici avvenuti, metteva in correlazione i due fatti, con la complicità della credulità altrui. Per quanto riguarda i soprannomi c'è da dire che nessuno ne era immune anche perché entrava in gioco il cambio di pan per focaccia. Ed eccone alcuni, fra i tantissimi che ho raccolto in un quaderno di appunti: Ancar de lepa, gambe di coltello a serramanico; acconza paracquas, aggiusta parapioggia; archiler de arzone, garretti di roncola; ancar de pirottu, gambe di stuzzicadenti; burbi sicca culu ‘e nudda, vulva secca culo di niente cioè sterile; boddaobu, sesso a uovo: bucca ‘e mazzonera iscusserta, bocca di trappola per volpi rovinata; cras cochimus, domani cuociamo (il pane); caca ridenne, defeca ridendo; caca untanas, caga fontane; conca ‘e brunillu, testa di tostacaffè; cabanor de odde, guance di mantice; poddicher de avateca, dita di fave col baccello; Jubanneddu ‘e sa luche, Giovannino della luce cioè lettore dei contatori; su zeraballu iscussertu, l'amanacco guasto; su rimitanu imbeleschidu, il pezzente avido recidivo; su priucu ingrassadu, il pidocchio ingrasssato; orcor de culu ‘e pudda, occhi di culo di gallina; iscaddica canes, interrompiaccoppiamento cani … (non è possibile trascriverli tutti, ma sappiate che a monte di ognuno c'è un aneddoto!) A.M.: Nel libro, si parla di una terrificante Seconda Guerra Mondiale, vissuta nella paura e nel razzismo. Cos'è accaduto alle persone di fede ebraica di Orune? Mariuccia Gattu Soddu: Gli Orunesi si sono sempre contraddistinti per l'ospitalità e la pietà verso i derelitti ed i bisognosi; hanno sempre considerato l'ospite sacro al punto che nel passato alcune faide hanno avuto origine in seguito alla morte di qualche forestiero coinvolto suo malgrado in risse scoppiate fra ubriachi. Quindi, stando a quanto raccontano gli storici sardi, già dai tempi dei tempi Orune diede ospitalità ad Ebrei che si inserirono talmente bene in mezzo al popolo da abbracciarne usi e costumi fino a non distinguersi più fra loro quelle che allora venivano definite razze diverse. Sembra che molti cognomi orunesi siano addirittura di origine ebraica e fra essi anche quello di mia madre (Pala) e della mia bisnonna paterna (Tola). Nemmeno in piena seconda guerra mondiale, quando dovunque si parlava di Deportazione, nessun orunese fu additato e meno ancora discriminato come ebreo anzi veniva ammirato un imprenditore nuorese, che tutti sapevano essere ebreo, anche se veniva tacciato di avarizia come tutti gli altri immaginari ebrei. Nessuno ha mai pensato, inoltre, che la religione degli ebrei fosse diversa perché la nostra religiosità si basava sul sentimento, l'amore, la pietà, la carità e chi provava tutto questo era amico dell'altro e insieme eran figli di Dio. Se, infine, qualche diversità nei riti poteva manifestarsi, come scandalizzarsi se si pensa che ai miei tempi si giurava ancora sul fuoco e sul cibo e se si ricorreva a "sos berbos", preghiere contenute in speciali cassettine, fra reliquie varie, per annullare fatture e magie? La mia famiglia, dalla bisnonna di mio marito, ne ha ereditato una il cui coperchio ha tante stelle incise… La darò a qualche museo… A.M.: Il fascismo e Mussolini. Nel testo scrivi a proposito della morte del Duce ed è illuminante ciò che ne traspare: un popolo che non ha festeggiato né per la presa del potere né per la morte di un uomo che ha profondamente cambiato l'Italia e non solo. Mariuccia Gattu Soddu: Io avrei poco da aggiungere a quanto già da me riferito nel mio libro e tutto quello che ora scriverò è conoscenza acquisita, oltre che dai racconti di mia madre, anche dal libro "Poesia Orunese e Storia Locale" pubblicato dall'Amministrazione Comunale di Orune e che è l'opera vincitrice del concorso bandito nell'anno 1987 - 88 per gli alunni della scuola elementare e media di Orune e i cui autori sono gli alunni e le insegnanti coordinatrici Sandra Arridu e Giovanna Arridu: Orune, nel 1924, dava a Mussolini la cittadinanza onoraria…. delibera: "Preso atto delle manifestazioni di ammirazione e di stima che tutti gli abitanti di questo comune hanno dimostrato a favore di S. E. il Presidente del Consiglio dei Ministri; considerato che tutta la popolazione provata da tanti sacrifizi, ottiene il massimo soddisfacimento offrendo a S. E. il P. del Consiglio dei Ministri la cittadinanza onoraria, delibera di concedere la cittadinanza onoraria a S. E. il Salvatore dell'Italia dalla follia bolscevica, il valorizzatore della nostra vittoria…". Orune acclamava il Duce ma intanto la popolazione continuava ad essere provata dai sacrifici e dalla fame (nel libro citato sono riportate poesie comiche, e tragiche a un tempo, su quella fame). Durante la guerra di Spagna molti Orunesi (e fra essi anche mio nonno materno, che fu ferito), convinti dal Duce della sacralità di questa guerra, partirono volontari a combattere e qualcuno non tornò più perché in questa guerra perse la vita. Quando mio nonno tornò dalla guerra di Spagna mi portò in regalo un presepe di cui faceva parte un bellissimo gallo dalle piume colorate. A.M.: Una protagonista essenziale del libro è tua madre, ti rammarichi di non aver chiesto abbastanza, di non esserti informata maggiormente quando era in vita, ma ciò che tua madre ti ha lasciato è un patrimonio da salvaguardare. Una curiosità: com'è stato per tua madre esser, a quell'epoca, figlia di due divorziati? Mariuccia Gattu Soddu: Avrei preferito sorvolare su questo argomento che per il mio clan, e in specie per mia madre, è sempre stato tabù per cui non so fino a quale punto l'unica zia rimasta possa essermi grata per averlo infranto. Mia madre ed i suoi quattro fratelli di primo letto, portavano solo il cognome paterno e risultavano, nei documenti ufficiali, figli di madre ignota, cosa di cui si vergognavano. Per non profanare il pudore di mia madre, il suo disagio e la sua sofferenza, in quanto protagonista di una storia dolorosissima a quei tempi per la sua unicità, vi dirò solo che la mamma le mancò e che i primi due anni della sua adolescenza furono terribili anche se tutti le dimostravano tantissimo affetto (potrei scrivere un vero romanzo se decidessi di raccontare ciò che mia madre mi ha sempre raccontato…). Sappiate, però, che le due nuove famiglie furono una famiglia sola (oggi si direbbe allargata) dove tutti si volevano bene e condividevano sentimenti ed emozioni anche se i capostipiti principali non si rivolsero mai più la parola ed evitarono sempre di incontrarsi persino per la strada. A.M.: "Ricordi di Sardegna: Orune nel cuore e nella storia" è fondamentalmente diviso in due parti, una prima parte introduttiva e specifica di argomentazioni che riguardano Orune ed, una seconda parte decisamente più poetica. Quanto è importante la poesia per te ed in generale per l'umanità? Mariuccia Gattu Soddu: Oggi pochi amano la poesia ma io reputo che essa sia capace di far riflettere ed educare i sentimenti. In tempi come questi, a molti giovani, la politica di tornaconto, l'avvento di programmi televisivi di infimo livello morale e culturale e la corsa sfrenata al consumismo, hanno fatto dimenticare, a volte snobbare, i valori trasmessi dai nostri ascendenti e dai "grandi" della cultura e della sana politica. Forse la scuola dovrebbe valorizzare nuovamente la poesia perché è sulla poesia, più che sulla prosa, che si soffermano a meditare le nostre menti. Io mi sento onorata di essere nata a Orune che, come scrisse Carlo Levi in "Tutto il Miele è finito", ha la gloriosa fama di essere paese di poeti. A.M.: Hai delle presentazioni del libro in programma? Potresti anticiparci qualcosa? Mariuccia Gattu Soddu: Per usare uno dei nostri soprannomi, io sono una "culi settida" (culo seduto) perché non amo uscire di casa se non necessariamente per cui non ho assolutamente niente in programma per nessuna presentazione, a meno che non la organizzino altri per me… A.M.: Salutaci con una citazione… Mariuccia Gattu Soddu: "Tornano in alto ad ardere le favole. / Cadranno colle foglie al primo vento. / Ma venga un altro soffio, / Ritornerà scintillamento nuovo." - "Stelle" - 1927 - Giuseppe Ungaretti A.M.: Mariuccia ti ringrazio infinitamente per le tue parole, hai aperto tantissimi nuovi quesiti e curiosità su Orune e su ciò che i tuoi avi ti hanno tramandato, sei una fonte di conoscenza. Spero di poter leggere a breve quel romanzo sui racconti di tua madre. Written by Alessia Mocci Addetta Stampa (alessia.mocci@hotmail.it) Info http://www.tracceperlameta.org/tplm_edizioni/negozio/mariuccia-gattu-soddu-ricordi-di-sardegna-orune-nel-cuore-e-nella-storia/ Fonte http://oubliettemagazine.com/2014/04/16/intervista-di-alessia-mocci-a-mariuccia-gattu-soddu-ed-al-suo-ricordi-di-sardegna-orune-nel-cuore-e-nella-storia/

Intervista di Alessia Mocci a Smeralda Fagnani ed al suo libro Io ti ho già visto nelle mie parole

“Non denudarti./ L’amore tace,/ scivola nei/ rivoli del sangue./ Ogni parola inutile/ Non lascia segni,/ ma soccombe/ nella torbida/ mania del tuo assorbire./ Cocci di creta/ si disperdono/ Nel vento,/ masticando la/ polvere che/ si allontana.” - “L’amore tace” L’amore è percepito nel silenzio come un sentimento che non ha bisogno di voce per trasmettere il suo essere, che non ha bisogno di spogliarsi del suo istinto. “Io ti ho già visto nelle mie parole”, edito nel 2014 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni, è la prima silloge poetica di Smeralda Fagnani. La raccolta indaga sulle forti emozioni che governano l’essere umano quali l’amore, l’odio, la vita e la morte. Ogni lirica intrattiene un rapporto con il lettori di autentica sincerità, l’autrice mostra una discreta sensibilità nel trasmettere le vibrazioni della sua essenza. Smeralda Fagnani è stata molto disponibile nel rispondere ad alcune domande sulla sua passione letteraria e non solo, infatti Smeralda ci ha anticipato che a breve ci sarà una presentazione del suo libro a Bergamo. Buona lettura! A.M.: La prima poesia all’età di 15 anni ed ora un’intera silloge. Quando hai deciso che le tue liriche dovevano essere pubblicate e quindi donate ai lettori? Smeralda Fagnani: Da tempo maturavo l’idea di proporre i miei componimenti, espressione di pensieri, sogni e desideri che tutti gli individui rincorrono. Tuttavia, non avrei mai immaginato che qualcuno si accorgesse di me, tanto da convincermi che i miei testi fossero superficiali e poco interessanti. Ma, all’improvviso, il destino mi ha permesso di conoscere la signora Cristina Del Torchio, Editrice di Rupe Mutevole che, visionando le mie produzioni, mi ha accolta tra i suoi autori. A.M.: Come nasce il titolo “Io ti ho già visto nelle mie parole”? Smeralda Fagnani: Il titolo è nato da un verso di una mia poesia che amo particolarmente, poiché attraverso le parole, forse, riusciamo a comprendere e comprenderci…..tra parole di seta. “Io ti ho/ già visto,/ oltre la/ limpidezza/ di un tramonto/ acceso da/ una luce/ che posso/ custodire./ Io ti conosco/ nel fondo/ dei miei/ occhi tra/ parole di/ seta.” A.M.: Monica Pasero definisce la tua silloge come pregna di sfumature bianco avorio. Ti rispecchi in questa definizione ed in questa elegante tonalità? Smeralda Fagnani: Molto, infatti amo il colore bianco che identifico con la luce, fonte di energia, purezza e sciame limpido verso cui tutti gli esseri umani dovrebbero rivolgersi. A.M.: I colori fanno parte della tua poesia, tu stessa parli di poesia come “un assalto di azzurra armonia”. Si deduce una morbidezza insita nel tuo animo ed una sensibilità verso le sfaccettature. Ti riconosci in questa ultima frase? Smeralda Fagnani: “Ciò che contrasta concorre e da elementi che discordano, si ha la più bella armonia”. Cito questo pensiero di Eraclito, poiché sono convinta che solo l’armonia, considerata come conciliazione tra corpo e spirito, possa regalarci quell’azzurro assalto, simbolo di freschezza, disadorna da ogni futilità materiale. A.M.: Smeralda sei una donna molteplice, infatti, oltre alla passione per la poesia, sei anche mamma e docente. Come vivi questa triade? Smeralda Fagnani: Sono una mamma attenta, severa, ma anche molto predisposta al confronto con i miei figli, orgogliosi di me. Amo il mio lavoro e questo mi consente di cogliere gli interessi, ma anche le difficoltò dei miei studenti, senza lasciare nulla al caso. A.M.: Com’è il tuo rapporto con la tecnologia ed i social network? Smeralda Fagnani: Ho un buon rapporto sul piano tecnologico, ma spesso preferisco la sana lettura di un testo, al fine di evitare quella totale dipendenza, anche dai social network, che molti hanno. A.M.: Come ti trovi con la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni? La consiglieresti? Smeralda Fagnani: Ritengo, a tal riguardo che, nel momento in cui una casa editrice si assume la responsabilità di proporre autori emergenti, già dimostra professionalità e conoscenza anche dei gusti di un vasto pubblico. La fruizione dei testi, in questo caso, di matrice letteraria è, infatti, mutata nel tempo: oggi i lettori desiderano orientarsi verso scrittori che donino nuove forme espressive e rispondano ai loro bisogni di evasione culturale. Per questo consiglierei, a chi desiderasse pubblicare una propria opera, Rupe Mutevole Edizioni che dal mio punto di vista si configura come un’ottima possibilità nel campo dell’editoria. A.M.: Hai in programma presentazioni de “Io ti ho già visto nelle mie parole”? Smeralda Fagnani: La presentazione del mio libro probabilmente si realizzerà a Bergamo, in una data ancora da stabilire, ma certamente prossima. A.M.: Salutaci con una citazione… Smeralda Fagnani: “Così tra questa/ immensità s'annega il pensier mio:/ e il naufragar m'è dolce in questo mare.” Giacomo Leopardi Written by Alessia Mocci Addetta Stampa (alessia.mocci@hotmail.it) Info http://www.rupemutevoleedizioni.com/ https://www.facebook.com/smeralda.fagnani http://www.rupemutevoleedizioni.com/letteratura/novita/io-ti-ho-gia-visto-nelle-mie-parole-di-smeralda-fagnani.html Fonte http://oubliettemagazine.com/2014/04/15/intervista-di-alessia-mocci-smeralda-fagnani-ed-al-suo-libro-io-ti-ho-gia-visto-nelle-mie-parole/

Archeologia: Ostia e la scienza sorprendente

ostia

Scoperta una parte di Ostia Antica fino ad oggi ‘segreta’, piu’ grande di Pompei. Recenti indagini archeologiche svelano che era molto piu’ vasta di quanto ritenuto. La Soprintendenza archeologica di Roma parla di “risultati eccezionali: nel I secolo a.C, il Tevere non chiudeva la citta’ a nord, ma la divideva in due parti”. Torri e magazzini, insieme alle mura di cinta finora mancanti hanno restituito agli studiosi la pianta integrale della citta’. La scoperta e’ il risultato di un impegno che ha visto lavorare insieme le autorita’ statali italiane, rappresentate da Angelo Pellegrino e Paola Germoni (Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma) e due universita’ inglesi, rappresentate dai professori Simon Keay (University of Southampton-British School at Rome) e Martin Millet (University of Cambridge). La magnetometria ha consentito di scansionare il paesaggio, permettendo ai geofisici di verificare le anomalie e identificare le antiche mura sepolte, i tracciati stradali e le strutture presenti nel sottosuolo. La scoperta archeologica e’ stata illustrata durante una conferenza a Palazzo Massimo a cui ha preso parte anche la soprintendente ai Beni archeologici di Roma Mariarosaria Barbera. “Sulle mura, a intervalli regolari, si evidenziano grandi torri di sei metri per otto. Tra il Tevere e le mura gli studiosi hanno individuato almeno quattro grandi edifici – hanno spiegato dalla Soprintendenza -. Tre dei quali presentano caratteristiche simili a quelle dei magazzini presenti nelle aree gia’ scavate di Ostia, con una pianta di 83 metri per 75 per il piu’ grande”. “La presenza di grandi aree di stoccaggio nella parte di Ostia a nord del Tevere – sottolineano ancora – riapre il tema delle dimensioni degli scambi commerciali che si svolgevano sulle sponde del fiume nei primi due secoli del millennio. L’indagine geomagnetometrica, infatti, aumenta di circa il 50% lo spazio dedicato a depositi di merci che aumenta ad almeno 70 mila metri quadrati, indicazioni che non mancheranno di influire sulla ricostruzione della topografia di una delle citta’ romane piu’ importanti del Mediterraneo”....  MeteoWeb  cont

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