In America la chiamano Dante’s mania, e i giornali e i siti ne parlano continuamente.
Detto così un italiano potrebbe esserne subito contento. Potrebbe immaginarsi che chissà per quale motivo negli Stati Uniti sia tutto un fiorire di terzine, che dentro la metropolitana di New York sia tutto un «Quel color che viltà di fuor mi pinse/ veggendo il duca mio tornar in volta...».
Anzi, potrebbe essere subito pronto a lodare i lettori a stelle e strisce e sentirsi in dovere di partire con la solita filippica contro l’ignoranza sempre vituperata della terra «dove il sì suona».
Poi però si scopre che il Dante che tanto affascina grandi e piccini al di là dell’Atlantico è un po’ diverso dal nostro. Innanzitutto è un Dante per il quale ogni girone è una schermata. Si tratta di un videogioco la cui uscita mondiale è attesa per febbraio e di cui da oggi sarà disponibile un «demo» scaricabile e utilizzabile su una delle più comuni consolle di gioco. Ma in fondo, un videogioco sulle orme del nostro più grande poeta potrebbe anche non essere tanto male....
domenica 27 dicembre 2009
Dante e i Video Game
domenica 6 settembre 2009
CHIESA - SEMBRA TUTTA UN'ALTRA POESIA! di Zairo Ferrante
CHIESA: SEMBRA tutta UN'ALTRA POESIA!!!
* (Image- La Divina Commedia vista da Marco Rinaldi)
La Poesia è Fede e, per fortuna, nel corso dei secoli si è verificato anche il contrario.
La Fede diventava, splendida e sentita, Poesia.
Ad iniziare da Gesù Cristo, che alla domanda dei farisei “Maestro qual è il più grande comandamento della legge?”
Egli rispose: “Amerai il Signore Dio tuo/ con tutto il cuore/, con tutta la tua anima/ e con tutta la tua mente. Questo è il più grande/ e il primo dei comandamenti./ E il secondo è simile al primo:/ Amerai il prossimo tuo/ come te stesso./ Da questi due comandamenti dipende/ tutta la Legge e i Profeti” (Vangelo secondo Matteo 22, 34-40). Per continuare con San Francesco d'Assisi ed il Cantico delle Creature “Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano per lo Tuo Amore/ et sostengo infermate et tribolatione” e finendo; tanto per citare un ulteriore paradigma di vera è profonda Fede in Dio, con Madre Teresa di Calcutta: “L'uomo è irragionevole, illogico ed egocentrico,/non importa amalo”.
Da questi versi emerge il tema su cui mi voglio soffermare:
Dio ed il Suo Amore per gli uomini. Proprio per tutti gli uomini.
Senza distinzione di classe, di razza, di sesso e di gusti. Sembra proprio che, tutti possano avere il diritto di accedere al Regno dei Cieli. Basta solo amare e rispettare il prossimo. Cosa che, a mio modesto parere visto che nessuno me lo ha mai spiegato bene, significa non solo “redimerlo dai propri peccati” ma anche comprendere i suoi disagi senza colpevolizzarlo, come accade quando il nostro prossimo, per un motivo o per un altro non può assumersi la responsabilità di un figlio. Amare il prossimo, significa anche esortare all'uso del profilattico in realtà come quella Africana, dove si calcolano più di 10.000 nuove infezioni da HIV al giorno, avendo così rispetto e della Vita in atto e di quella potenziale. Rispettare il prossimo significa accettare colui che è diverso da noi ed amarlo nella sua diversità. Amare il nostro prossimo, significa anche capire e cercare di comprendere il perché di una scelta senza condannarla a priori, come ad esempio la scelta di una donna di lasciare il proprio uomo, quella di un uomo che decide di non vivere per mezzo di una macchina o quella di una coppia che desidera avere un figlio per trasmettergli amore ed è fisicamente impossibilitata a farlo. Forse sbaglierò, ma l'Ente deputato a commentare queste splendide Poesie spesso è più impegnato a fare altro. Licenziare Boffo per evitare danni d'immagine, boicottare referendum o muovere voti da una parte o dall'altra.
Chissà, se metteranno così tanto impegno anche nell'accertare l'indirizzamento sessuale dell'otto per mille?
A questo punto, ringrazio i missionari, ringrazio coloro che nel nome della Fede e di Dio lavorano per rendere questa società migliore (e mi viene in mente Don Mazzi ma come lui ce ne sono tanti altri). Ammiro coloro che aiutano il prossimo a costo di rimetterci la pelle e ringrazio chi un giorno correggerà i miei errori nel nome di Dio senza, per questo, giudicarmi o calpestare i miei diritti. Agli altri mentre, dico di stare attenti (ovviamente anche io mi inserisco in questo gruppo). Perché se è vero che i Poeti ci vedono lungo e sono sulla strada della verità allora nessuno, proprio nessuno può dirsi con sicurezza salvo : “<<Chi è colui, maestro, che si cruccia/ guizzando più che li altri suoi consorti>>,/ diss'io, <<e cui più roggia fiamma succia?>>” (Chi è, maestro, colui che mostra il suo dolore agitandosi più degli altri suoi compagni, dissi io, e che una fiamma più rossa consuma? “Dante Alighieri, La Divina Commedia, inferno canto XIX”).
Zairo Ferrante