sabato 30 novembre 2019

Ricordo del maestro Mario Piva, artista e industriale By Cronaca Comune Ferrara

a cura di Laura Rossi e Barbara Vincenzi


"La famiglia e gli amici ricordano il maestro Mario Piva" è il titolo dell'incontro in programma per sabato 30 novembre 2019 alle 16.30 nella sede del laboratorio espositivo dove si potrà visitare la collezione dello scultore e fondatore dell'industria Stayer (via Cisterna del Follo 39, Ferrara). Introduzione biografica-artistica a cura di Laura Rossi (curatrice artistica della Collezione) e della critica d'arte Barbara Vincenzi.
All'iniziativa parteciperanno il sindaco Alan Fabbri e l'assessore alla Pubblica Istruzione Dorota Kusiak.
A Ferrara testimonianze di prestigio del maestro Piva, scomparso il 1 marzo 2019, sono state donate al Comune: " Il Cavallo in rame" posizionato nella rotonda di Piazzale Kennedy e "L'Abbraccio" in rame posizionato nel giardino di Palazzo Massari. Da ricordare anche la sua figura come industriale che a Ferrara nel 1958 fondò la Stayer, che diede lavoro a circa 300 persone fino agli anni '90."
Per info: https://www.facebook.com/events/699360640573888/?active_tab=about.
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Nota di Asino Rosso

*2010  ...Sculture immateriali


Presso la Galleria permanente "Collezione" di Via Cisterna del Follo all'artista dedicata, dallo scorso weekend, antologica specifica sulle sculture di Mario Piva, tra le figure più significativive dell'arte contemporanea ferrarese e nazionale.
Contemporaneamente sì è svolto l'incontro "L'uomo e la Via Crucis"a cura di Mirella Giacomelli, Ettore degli Uberti e Massimo Masotti, come supporto e amplificazione alla Galleria ufficialmente inaugurata e al suo protagonista.
Galleria e iniziative a cura di Laura Rossi, giornalista e art director, tra le protagoniste storiche alternative dell'avanguardia innovativa ferrarese, curatrice anche della rubrica d'arte del magazine Sport Comuni (articolo recente su Sgarbi neo director della prossima Biennale, padiglione italiano) che così presenta l'artista:
"MARIO PIVA è nato a Ferrara dove vive e lavora. L'arte è l'espressione diretta di una civiltà,della sua storia,del suo futuro. E' qualcosa di mutevole,mai statica nè uguale a se stessa. E' per questo che l'artista,il vero artista,è colui che si distingue nel proprio lavoro,che ha particolare sensibilità per capire ciò che cambia e che non nasce dalla penna dei critici,ma si afferma solamente per il proprio talento.
In questo panorama si colloca il Maestro Mario Piva,scultore ferrarese operante da oltre 40 e più anni che ha prodotto circa 600 opere di diverse dimensioni e materiali:creta,marmo,legno,ferro,rame e bronzo. Personaggio eclettico,ricco di interessi e molto attivo in vari settori; noto anche come lo " Scultore- Industriale" poichè ha iniziato plasmando la creta quando nel 1958 ha fondato la "STAYER "
la fabbrica che fa parte della nostra storia ferrarese recente a pieno titolo,ceduta poi neglia anni '90.
Piva inizia con esperienze figurative,fino ad arrivare all'elemento portante della sua arte che sarà quasi sempre la struttura geometrica ricorrendo a forma squadrate,a parallelepipedi di varia grandezza spesso incurvati. Egli è consapevole che il corpo umano è una riserva infinita di segni e quindi una superficie di scrittura che ci invita a leggerli. Opere originalissime,inconfutabili ed imponenti anche quando non superano i 50cm di altezza,poichè la grandiosità la portano dentro.Tematiche care al maestro sono la donna sola co con l'uomo,la danza,gli uccelli, i cavalli, la vita e la morte,il dolore,il concepimento (rappresentato dalla sfera che simboleggia la perfezione ).
il cavallo è il simbolo della potenza e della forza; nella figura femminile emerge sempre una sensualità raffinata e vibrante senza pudore o vergogna.
In permanenza vi sono a Ferrara alcune testimonianze di prestigio come il " Cavallo " in rame di due metri e sessanta posizionato nella rotonda dell'asse via Kennedy-via Bologna; " L'Abbraccio" in rame di quattro metri esposto a Palazzo Massari,dalla cui versione di sette cm, la "Fabi" ,sindacato bancari,ne ha fatto realizzare dalla "Unoaerre" mille pezzi in occasione del suo cinquantenario.
Altre importanti opere sono in alcuni Istituti di Credito cittadino tra cui l'opera il " Successo" in rame alto due metri e ottanta esposto nella nuova Sede Direzionale della Cassa di Risparmio di via Bologna.
Da cira due anni è possibile ammirare il frutto del suo lungo lavoro artistico nella Sala Permanente "Collezione Mario Piva" a Ferrara in via Cisterna del Follo, 39,annoverabile tra le più importanti del nostro territorio.L Sala è stata curata nei minimi particolari dall'artista stesso,che ne è anche il proprietario.
E' possibile visitarla gratuitamente ogni Venerdi e Sabato dalle 10-12 e dalle 16-18. Per ulteriori informazioni e appuntamenti dai giorni diversi da quelli stabiliti telefonare al cell: 347-0466740
Numerose le mostre realizzate sia in Italia che all'estero accompagnate da recensioni di autorevoli critici"

I lavori di Mario Piva si caratterizzano, brevemente, per l'utilizzo di diverse materiali, creta, bronzo, legno, rame, marmo, ferro, elaborati, reinventati di volta in volta in opera d'arte multidimensionali. "Nella ricorrenza della Pasqua sarà esposta la nota opera stessa dell'"Uomo e la Via Crucis"che comprende le 14 stazioni (bronzi) con il corredo di bassorilievi in cotto che riprendono il soggetto in bronzo." così ha scritto significativamente Estense Com, evidenziando anche apppunto il celebre cavallo che caratterizza la rotonda cittadina da qualche tempo in Piazzale Kennedy. Un Mario Piva, di ascendenze anche certamente posboccioniane per il dinamismo quasi ormai ciberspaziale ante litteram.
Le opere del Maestro, infatti sembrano nascere quasi non tanto su qualche tavolo d'atelier o laboratorio ma sul leggendario biliardo spesso evocato per la relatività di Einstein. Infine, la particolare messa in forma, scultura informazione di Piva, pare dribblare i canoni classici di tempo spazio: siam già prossimi a certi nuovi segni cosmico matematici… quasi vibrazioni neopitagoriche (ma dopo Gauss e Cantor oltre che Boccioni o certo fare materia -scultura- contemporanea del secondo novecento). L'esito è immateriale, le creazioni modulate dalle misteriose Stringhe catturate carpe diem dall'artista nel contrario dell'ombra… della materia oscura, improvvisamente scintilla opera d'arte.


Michele Ronchi Stefanati "Traduzione, tradizione e riscrittura" delle opere di Gianni Celati alla libreria La Pazienza | estense.com Ferrara

"Traduzione, tradizione e riscrittura" delle opere di Gianni Celati alla libreria La Pazienza | estense.com Ferrara: Oggi, sabato 30 novembre, alle 17.30, presso la libreria La Pazienza di via de' Romei a Ferrara si terrà la presentazione del libro 'Gianni Celati. Traduzione, tradizione e riscrittura'



..."

Il libro “Gianni Celati. Traduzione, tradizione e riscrittura” nasce
da un omaggio a Celati e un convegno sulla sua opera tenutisi dal 22 al
24 settembre 2016 in Irlanda, a Dublino e Cork e organizzati da Ronchi
Stefanati insieme all’Istituto italiano di cultura di Dublino,
all’Università di Cork e all’Università di Bergamo.



Al convegno parteciparono, oltre allo stesso Celati, intellettuali,
studiosi, scrittori e traduttori di primaria importanza, tra i quali:
Marco Belpoliti, Nunzia Palmieri, Daniele Benati, Enrico Palandri,
Alessandro Carrera, Marina Spunta, Maria Josefa Calvo Montoro e altri. (...) "






venerdì 29 novembre 2019

Ferrara Off, Mondovisioni 2 , Anselmo Luisi, "Piccole Donne.."



Da: Ferrara Off Teatro  

CON IL SECONDO FILM DI MONDOVISIONI INIZIA IL DICEMBRE DI FERRARA OFF 

Ad aprire il dicembre di Ferrara Off, domenica 1 alle ore 17.30 verrà proiettato negli spazi di viale Alfonso I d'Este 13 il secondo docufilm di Mondovisioni scelto dalla rete di associazioni composta da Agire Sociale, Gruppo giovani di Amnesty International Ferrara, Cgil, Cittadini del mondo, Emmaus, Ferrara Off, Ibo, Intercultura, Movimento Nonviolento, Parrocchia di Santa Francesca Romana, Pax Christi, Segnidipace. 'Mission lifeline' di Markus Weinberg e Luise Baumgarten, segue la storia della ONG tedesca Mission Lifeline, che si dedica al soccorso dei migranti nel Mediterraneo, dove l'impegno a salvare persone dalla morte certa si trasforma in lotta per l'ideale europeo. Il film è in versione originale con sottotitoli in italiano. 

Sabato 30 novembre, dalle 11 alle 13, a Ferrara Off verrà ospitato il workshop di body percussion con Anselmo Luisi dedicato a tutti coloro che vogliono sperimentare ritmi nuovi a partire dal proprio corpo. Per questioni organizzative la lettura a puntate di 'Piccole donne' di Louisa May Alcott con Gloria Giacopini è stata spostata da sabato 30 novembre a sabato 7 dicembre (prima puntata) e i due sabati successivi (seconda e terza puntata). 

Sabato 21 dicembre, al termine della lettura seguirà un momento conviviale con spumante e panettone per festeggiare le vacanze natalizie. Maggiori informazioni chiamando il 333 6282360 o scrivendo a info@ferraraoff.it

 

associazione culturale Ferrara Off
viale Alfonso I d'Este 13, 44123 Ferrara
C.F. 93080720381 - P.IVA 01856110380

info.ferraraoff@gmail.com - www.ferraraoff.it


         

Claudi Pisapia, Contro la Normalità delle Sardine o Pesci rossi... *by Ferrara Italia


Le piazze, le sardine, il populismo… e Salvini vince ancora


"....Casualmente occuparsi della cosa pubblica una volta significava anche "democrazia" e la democrazia si nutre anche di politica e in politica di solito si riempiono le piazze per protestare contro il governo o per proporre un'alternativa, magari proprio un manifesto che proponga soluzioni diverse rispetto a iniziative governative. Non tanto per rivendicare il proprio diritto alla normalità, cioè svegliarsi, andare a lavorare, tornare a casa, dormire e ricominciare modello George Orwell formato millennial ed oltre.
Rivendicare il proprio diritto alla tranquillità e alla normalità va bene ma non è un progetto politico degno di attenzione, da portare in piazza. A me personalmente piace vedere giovani impegnati in qualcosa che non sia video giochi on line o a seguire gli "amici di Maria". Ma pretendere la normalità in tempi dove non c'è nulla di normale, dove si attenta al futuro delle persone, richiede qualcosa in più. Magari un Manifesto anche scopiazzato da quello del 1848, potrebbe funzionare meglio. Ma forse risulterebbe troppo populista "Proletari di tutti i Paesi, unitevi!", figuriamoci. Roba vecchia come il Cynar e il mito del Che Guevara. (...) "

I concerti per notte stellata e orchestra di John Cage | estense.com Ferrara

I concerti per notte stellata e orchestra di John Cage | estense.com Ferrara: Proseguono gli appuntamenti di 'Guida all'ascolto' nella sede dell'Associazione Musicisti Ferrara. Sabato 30 novembre, alle 15.30 (ingresso libero), sarà la volta di Angelo Adamo c



" ....Nel 2012 ricorrevano cento anni dalla nascita del compositore americano John Cage. Questa guida all’ascolto sarà dedicata ad un aspetto che, fra tutti quelli analizzati e inerenti la produzione artistica di Cage, sembra essere il più ignorato: si tratta del rapporto suo con l’astronomia, un rapporto che lo ha condotto a scrivere ben quattro brani ispirati alla volta stellata.

(...) "

Barbareschi rinviato a giudizio/.Sgarbi: “Dai magistrati invadenza insensata.Chi tiene aperti i teatri è rinviato a giudizio, chi stupra a casa di suo padre è protetto”



Da: VITTORIO SGARBI - (Ufficio Stampa) 
 

Barbareschi rinviato a giudizio/.Sgarbi: "Dai magistrati invadenza insensata.Chi tiene aperti i teatri è rinviato a giudizio, chi stupra a casa di suo padre è protetto"


ROMA - Vittorio Sgarbi commenta il rinvio a giudizio per "traffico d'influenze" a carico di Luca Barbareschi, direttore del Teatro Eliseo di Roma:

"L'azione giudiziaria contro Barbareschi è un altro attentato alla cultura che, in nome di un giustizialismo tutto politico e del tutto estraneo  ai problemi reali, ostacola, interdice e blocca ogni azione positiva per i cittadini,  per la cultura, per la nazione. È sempre lo stesso scenario, con invadenza giudiziaria insensata, proclamando  false opere autentiche, impedendo in nome della dea corruzione la conclusione dei lavori del Mose , costringendo ad obbedire a ordini giudiziari le aziende,  come nel caso dell'Ilva e , oggi, a sospendere l'attività  del Teatro Eliseo per un ridicolo "traffico di influenze".


Si rinvia giudizio a Barbareschi per aver cercato di salvare il suo teatro e si continua oscenamente a consentire a un grottesco comico di fare un governo per garantire il proprio figlio accusato di stupro. Chi tiene aperti i teatri è rinviato a giudizio , chi stupra a casa di suo padre è protetto"


l'Ufficio Stampa

(Nino Ippolito)

press@vittoriosgarbi.it

+39 334 3265383




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Italian Institute for the Future : Le proposte finali del progetto TAKE PART sulla democrazia digitale


 
Da: Italian Institute for the Future

22 novembre 2019 - Italian Institute for the Future

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Le proposte finali del progetto TAKE PART sulla democrazia digitale

 

Con il seminario di novembre, organizzato a Napoli dall'11 al 15 di questo mese, si sono concluse le attività transnazionali del progetto europeo T.A.K.E. PART, acronimo di "Transnational Activities for Key digital skills in Engagement and youth PARTicipation", che ha visto coinvolti nel corso del 2019 ben 100 giovani under-30 da Albania e Italia in un lungo percorso con l'obiettivo di individuare soluzioni di democrazia partecipativa digitale per un più attivo coinvolgimento dei giovani cittadini europei nei processi decisionali. Il progetto, finanziato nell'ambito del programma Erasmus+ azione KA3 ("Dialogo strutturato per il sostegno alla riforma delle politiche"), è stato coordinato dall'Italian Institute for the Future (IIF) in collaborazione con lo European Movement Albania (EMA), con sede a Tirana. Nei due seminari di giugno e novenbre a Napoli, i giovani partecipanti hanno dialogato con esperti, docenti, ricercatori e decisiori politici per poi lavorare in quattro gruppi tematici avanzando, al termine dei seminari, proposte pratiche per migliorare la democrazia attiva in Europa, in vista delle trasformazioni prevedibili nei prossimi dieci anni.

Quattro i temi al centro delle attività dei ragazzi: democratic awarereness (campagne digitali per accrescere la consapevolezza dei processi democratici, uso di app per informare i giovani sulle procedure elettorali), social democracy (uso di social network per incoraggiare il dialogo tra cittadini e istituzioni, gruppi digitali e forum orizzontali di discussione tra cittadini per risolvere problemi che riguardano le loro comunità), participatory democracy (bilanci partecipativi nelle comunità locali, strumenti di consultazione online per le associazioni giovanili e i gruppi informali), platform democracy (piattaforme digitali per proposte e votazioni su iniziative dei cittadini, progetti pilota di voto online nelle elezioni locali e nazionali).

Per conoscere tutte le proposte progettuali presentate dai partecipanti, vi invitiamo a vistare il nostro sito alla pagina: https://www.instituteforthefuture.it/proposte-take-part-futuro-democrazia-digitale/

Copyright © 2019 Italian Institute for the Future.
www.instituteforthefuture.it
 
 

D editore : 30+70 = 100%! Il nostro #BooksFriday è arrivato!



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Da: D Editore  


70+30 = 100%! Parte il #BooksFriday di D Editore!

Cari amiche e amici, come al solito, D Editore partecipa al #BlackFriday proponendo una promozione pazzesca: 30% su tutto il catalogo cartaceo cartaceo e 70% su tutto il catalogo digitale! Potete sfogliare i nostri libri sul nostro sito oppure su amazon!
Questo è  il momento giusto per recuperare i libri che vi siete persi... Siete pronti? 

Avete tempo solo fino a lunedì 2 dicembre... Che aspettate? 

Scopri il nostro #BooksFriday

Emanuel Carnevali è tornato!

Tra le più antiche strade di New York, negli angoli delle vecchie case non ancora demolite, alcune parole, sepolte sotto la polvere, continuano a vivere. Sono le parole di Emanuel Carnevali, uno dei più grandi geni letterari del '900, capace di influenzare in modo indelebile la letteratura newyorkese della prima metà del secolo scorso.

Puoi trovare Racconti Ritrovati qui »

D Editore a Più Libri Più Liberi!

Finalmente anche D Editore farà parte della kermesse romana del libro, Più libri più liberi!
Saranno cinque giorni pazzeschi, da mercoledì 4 dicembre a domenica 8 dicembre, dove parleremo dei nostri libri, dei nostri libri, e in cui vi faremo conoscere di persona anche alcuni dei nostri autori, curatori e traduttori!
Ci vediamo alla Nuvola dell'EUR a Roma, allo stand F54!

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giovedì 28 novembre 2019

Porte aperte alla collezione di Mario Piva | estense.com Ferrara

Porte aperte alla collezione di Mario Piva | estense.com Ferrara: 'La famiglia e gli amici ricordano il maestro Mario Piva' è il titolo dell'incontro in programma per sabato 30 novembre 2019 alle 16.30 nella sede del laboratorio espositivo dove si pot



L’introduzione biografica-artistica sarà a cura di Laura Rossi (curatrice artistica della Collezione) e della critica d’arte Barbara Vincenzi.
All’iniziativa parteciperanno il sindaco Alan Fabbri e l’assessore alla Pubblica Istruzione Dorota Kusiak.
Al Comune di Ferrara, a testimoniare di prestigio del maestro Piva, scomparso il 1º marzo 2019, sono state donate “Il Cavallo in rame”, posizionato nella rotonda di Piazzale Kennedy, e “L’Abbraccio” in rame posizionato nel giardino di Palazzo Massari.

mercoledì 27 novembre 2019

Angelo Giubileo: Che cos'è il Transumanismo



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Il Transumanismo è una corrente di pensiero filosofico che nasce intorno alla metà del secolo scorso negli USA e affonda le proprie radici, indirettamente, fin nel pensiero "iniziale" (come lo definisce Martin Heidegger) dell'antichità; direttamente, nel pensiero postmoderno sia statunitense, da Warhol alla pop art ecc., che europeo, da J. F. Lyotard in poi. Il pensiero transumanista è fondato sul principio che tutto esplica un'azione d'irradiazione e consumo dell'energia cosmica.   

                                                                                        Alla memoria di Giorgio
A Riccardo e Roby

Nell'attualità occorre ancora approfondire determinati nessi culturali e legami storici delle società Occidentali che nella seconda metà del Novecento hanno generato la formazione e lo sviluppo del pensiero postmoderno e in senso lato del Postmodernismo[1].
Nel 1958 - frutto della personale e tragica esperienza della guerra, che la costrinse a lasciare la Germania nazista nel 1933 perché di nazionalità ebrea, e della vita intrapresa a seguito della cittadinanza concessale dagli Stati Uniti nel 1951 -, Hannah Arendt pubblica un saggio dal titolo Vita activa e dal sottotitolo La condizione umana.
Nel saggio, l'allieva di Heidegger giunge alla conclusione che, sin dall'antichità, la vera unità di misura dell'uomo e per l'uomo è la "soddisfazione", ovvero espressamente: "la quantità di pena e di piacere provati nella produzione o nel consumo delle cose". Inoltre, aggiunge la previsione che, grazie alle macchine di futura generazione, "un'eliminazione del lavoro dal rango delle attività umane non è più considerata utopica". Anche se questo stesso futuro dipenderà dall'"azione degli scienziati", così che, da un punto di vista esistenziale, "l'azione è diventata un'esperienza per pochi privilegiati, e questi pochi che ancora sanno cosa voglia dire agire sono forse ancora meno degli artisti"[2].
Il termine "postmoderno" è così legato allo sviluppo di una nuova società e di una nuova logica culturale che - distintamente, negli Stati Uniti a partire dalla fine degli anni Cinquanta e l'inizio degli anni Sessanta e in Europa a partire dagli anni Settanta - nella fase avanzata o tarda del capitalismo critica il modello progressista della Modernità, il cosiddetto "mito del progresso", e introduce una visione disillusa della vita, del tutto estranea a ogni possibile "metanarrazione"[3] e quindi priva di ogni finalità, salvo quella di accedere a un'autonomia decisionale che massimizzi la quantità di energia posseduta da ogni "umano" e necessaria per il funzionamento di sistemi determinati.
Non c'è dubbio alcuno che una tale vision sia il portato di una tradizione novecentesca attraversata da due guerre mondiali, dall'introduzione di armi atomiche e batteriologiche, dall'uso potenzialmente assai minaccioso di sostanze chimiche e nucleari, dal crescente inquinamento del suolo e dell'atmosfera, dall'allargamento costante delle disuguaglianze economiche, dal pericolo dell'insorgenza di nuovi e più atroci conflitti e quant'altro di simile. E tuttavia, nonostante molti richiami avversi e favorevoli al ripristino di una condizione di vita Pre-Moderna o arcaica, i "valori" stessi della Modernità vengono fatti salvi. In scia all'illuminismo e alla razionalità, prende forma e sostanza l'ipotesi di costruire un Apparato tecnoscientifico[4] o un Paradiso artificiale altrettanto privo di limiti[5].
Questa nuova impronta culturale è introdotta negli Stati Uniti da forme di manifestazioni empiriche, caotiche ed eterogenee: Andy Warhol e la pop art, il punk e il rock new wawe, l'iperrealismo e il minimalismo, tutti fenomeni posti a esempio che culminano in una sorta di "populismo estetico", espressione usata dal docente di Letteratura Comparata Fredric Jameson in un breve saggio riassuntivo del 1984 dal titolo Postmodernism, or The Cultural Logic of Late Capitalism[6].
Nel saggio, Jameson dice anche che nei generi del cinema, del romanzo e della critica letteraria è palese il debito acquisito dalla cultura francese. E infatti, pur trovando tuttora ampio riscontro e conseguente riflesso nella cultura anglosassone, la vision postmoderna germoglia nel mondo accademico francese e trova una perfetta sintesi nell'opera, edita nel 1979, di Jean Francois Lyotard: La Condition postmoderne: rapport sur le savoir (in italiano, La condizione postmoderna: rapporto sul sapere). Il saggio, apparentemente oscuro, provocò molte reazioni e diede vita a lunghissime discussioni e diatribe; tanto che l'autore diede alle stampe un altro saggio dal titolo Le Postmoderne expliqué aux enfants: Correspondance 1982-1985 (in italiano, Il Postmoderno spiegato ai bambini).
Anche mediante questa breve annotazione, J. F. Lyotard mostra immediatamente di posizionarsi all'apice di una ricerca, che tuttavia non termina nel postmoderno ma apre al Postumano[7].
Infatti, nel 1993, l'autore francese pubblica un altro saggio dal titolo Una favola postmoderna, nell'ambito di una raccolta intitolata Moralités postmodernes. In merito al messaggio in esso contenuto, il filosofo e storico della filosofia Riccardo Campa scrive: "… possiamo distinguere almeno due tipi di postmodernismo: il primo – probabilmente maggioritario – scettico verso la scienza, anti-intellettuale, controculturale, nichilista, centrato sulla quotidianità (quello di Feyerabend, Prelli, Barnes, ecc.); il secondo – probabilmente minoritario – interessato ai grandi temi della storia universale e del senso dell'esistenza, ancora fiducioso nelle capacità esplicative e predittive della scienza, ancora aperto nei confronti della potenzialità della tecnica (quello di Lyotard e di Donna Haraway)"[8].
In definitiva, per il Lyotard "postmoderno" ogni discorso che in passato è servito a dare un significato ultimo alla vita dell'Uomo, nel presente storico è senz'altro vano e destituito di ogni fondamento. Un tale giudizio non vale soltanto nell'attualità e per l'attualità, è un giudizio storico, il cui messaggio risuona sin dagli albori dell'umanità ed è destinato a permanere tale anche in futuro. Salvo che - ed è così che l'autore sembra intravedere forse ancora una possibilità - il discorso e la potenza della tecnica diventi tale da aprire lo spazio di un nuovo orizzonte di senso, post-umano o trans-umano (come diremo poi), e cioè un nuovo "progetto" o "programma" che oltrepassi il limite, anche per così dire, di un "populismo estetico" (F. Jameson) o di un "puro edonismo consumistico" (R. Campa). Un'idea e quindi una teoria anche stavolta, ma, a differenza del passato della Tradizione, un'idea o teoria che dall'era dell'Antropocene conduca verso una nuova era cosiddetta del Novacene, governata da sistemi di intelligenza artificiale (IA) capaci di integrare o sostituire la specie umana a causa della condizione inadeguata di provenienza naturale, condizione che con il passare del tempo potrebbe rivelarsi finanche obsoleta.
In base a questi stessi presupposti logici, il pensiero transumanista nasce e si sviluppa principalmente negli USA a partire dalla metà del Novecento. Il termine "transumanista" compare, probabilmente per la prima volta, in un articolo di Julian Huxley dal titolo New Bottles for New Wine (1957)[9]. Nell'articolo, il biologo genetista e scrittore britannico afferma che " … la vita umana, così come la conosciamo, altro non è che un disgraziato compromesso, fondato sull'ignoranza, che potrebbe essere superato e rimpiazzato da una condizione basata su conoscenza e intendimento, così come il nostro moderno controllo della natura fisica, basato sulla scienza, ha rimpiazzato i primitivi esperimenti dei nostri antenati, radicati come essi erano nella superstizione e nella segretezza dei loro praticanti … ".
Nel corso degli anni Settanta, il termine Transumanismo è ripreso da Fereidoun M. Esfandiary, meglio noto come FM-2030, scrittore filosofo accademico e futurologo iraniano, autore del libro Are You a Transhuman?: Monitoring and Stimulating Your Personal Rate of Growth in a Rapidly Changing World edito nel 1989[10]. Si giunge così alla fase definitiva di lancio a livello internazionale del pensiero transumanista. A occuparsene principalmente è il filosofo Max More, all'anagrafe Max T. O' Connor, nato a Bristol nel gennaio 1964. Autore nel 1990 del saggio "Transhumanism: Towards a Futurist Philosophy" e fondatore nel 1991 dell'Extropy Institute (1991), che si avvale in principio anche della fondamentale collaborazione degli altresì noti Ray Kurzwell e Marvin Minsky[11].
La fase di lancio termina alla fine degli anni Novanta, allorquando il filosofo svedese Nick Bostrom (nato il 10/3/1973) e il sociologo e bioeticista statunitense James Hughes (nato il 27/5/1961) lanciano in maniera definitiva l'organizzazione nota come WTA (World Transhumanist Association)[12]. Così che, oggi, il discorso riprende esattamente nel solco di questa stessa tradizione.
E dunque, rispetto ai limiti - ripetiamo: di un populismo estetico e un edonismo consumistico -, possiamo a ragione dire che la Teoria Transumanista si fonda in ogni caso su un principio, ritenuto universale (cosmico), di "consumo dell'energia"; principio questo che genera una o più teorie a seconda dei modelli di organizzazione che si assumono al fine di regolare il consumo dell'energia cosmica. Sì che è evidente la permanenza di un conflitto, essenzialmente naturale ma nell'attualità anche storico, tra le diverse forze e fonti energetiche che hanno parte nell'intero sistema, per l'appunto cosmico, di consumo energetico. Pertanto, la Teoria Transumanista non finisce per abbattere l'umano, ma opera solo al fine di restituirgli il senso naturale - e  anche storico e quindi transeunte - che da sempre gli appartiene.      Angelo Giubileo

Bibliografia:
G. de Santillana, Le origini del pensiero scientifico, Bompiani 1966
J.F. Lyotard, La condizione postmoderna. Rapporto sul sapere, Feltrinelli 1981
S. Ceccato, Ingegneria della felicità, Rizzoli 1985
AA. VV., Moderno postmoderno. Soggetto, tempo, sapere nella società attuale, Feltrinelli 1987
F. Jameson, Il postmoderno, o la logica culturale del tardo capitalismo, Garzanti 1989
E. Nagel-J.R. Newman, La prova di Godel, Bollati Boringhieri 1993
G. de Santillana, Fato antico e Fato moderno, Adelphi 1993
H. Arendt, Vita activa, Bompiani 1997
Diels-Kranz, I Presocratici (voll. I-II), Laterza 1999
G. Cerri (a cura di), Poema sulla natura di Parmenide, BUR 1999
G. de Santillana-H. von Dechend, Il mulino di Amleto, Adelphi 2000
M. Heidegger, Parmenide, Adelphi 2005
J. Baudrillard, L'illusione dell'immortalità, Armando editore 2007
J. Garreau, Radical evolution, Sperling & Kupfer 2007
E. Severino, Oltrepassare, Adelphi 2007
R. Campa, etica della scienza pura, Sestante 2007
G. Vatinno, Il Transumanesimo, Armando editore 2010
A. Khanna-P. Khanna, L'età ibrida. Il potere della tecnologia nella competizione globale, Codice edizioni 2013
E. Prati, Mente artificiale, Egea 2017
J. Baggott, Origini, Adelphi 2017
A. Kojève, L'idea di determinismo nella fisica classica e nella fisica moderna, Adelphi 2018
C. Bordoni, Il paradosso di Narciso, Il Saggiatore 2018
G. Pacchioni, L'ultimo sapiens.Viaggio al termine della nostra specie, il Mulino 2018
L. Pinna, Intelligenza artificiale. Nel futuro c'è ancora posto per noi?, CentoAutori 2018
P. Oliva, Cosmogonie & cosmologie. Una breve storia, dal simbolo alla fisica, La Lepre edizioni 2018
A. Giubileo, La Terra emersa e l'ultimo Uomo, Tiemme edizioni 2019
AA.VV., T-Day, Armando Editore 2019
J. Baggott, Massa, Adelphi 2019



[2] H. Arendt, Vita activa, Bompiani 1997.
[3] Il termine è portato alla ribalta internazionale dall'opera di J. F. Lyotard edita nel 1979 e di cui è detto più avanti nel corpo del testo. Etimologicamente, nella costruzione, il termine si avvale del prefisso greco antico "meta", che indica trasformazione mutamento o trasferimento. In senso lato, e qui in particolare, inteso nel senso di oltrepassare. In ambito storiografico, il termine metanarrazione sta per "grande racconto o narrazione" e indica, contrariamente per l'appunto alla teoria del postmodernismo, la possibilità di una spiegazione onnicomprensiva dell'essere (fisico e metafisico) e della conoscenza.

[4] Cfr. D. Smizer, La filosofia di Emanuele Severino. L'isolamento in https://digilander.libero.it/moses/severino04.html
[5] Il concetto di "limite" è qui assunto nel significato che il filosofo e scienziato Anassimandro rende mediante l'uso del termine "apeiron" in cui il carattere iniziale "a" ha valenza di prefisso negativo. Riguardo alla fonte originaria dell'intero essere (o Essere inteso anche in senso parmenideo), che è l'ambito in cui Anassimandro usa il termine, lo storico della scienza Giorgio de Santillana traduce "apeiron" con "l'illimitato". E prosegue: "Dice (Anassimandro) anche che essa (la fonte) è il 'divino' (ovvero: il mistero, l'ignoto, l'ente in genere) e l'arché delle cose, parola che nella nostra lingua si potrebbe rendere in vari modi: 'governo', 'principio filosofico' e anche 'inizio'" (G. de Santillana, Le origini del pensiero scientifico, G. C. Sansoni editore, 1966).
[6] F. Jameson, Il Postmoderno, o la logica culturale del tardo capitalismo, Garzanti 1989.
[7] Traduzione del termine inglese Posthuman. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Postumanesimo
[8] R. Campa, etica della scienza pura, pagg. 456-470, Sestante 2007.