Visualizzazione post con etichetta verdi ferrara. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta verdi ferrara. Mostra tutti i post

lunedì 11 maggio 2009

IL SOFTWARE DEI VERDI

ALBERTO RONCHI.jpgI Verdi distribuiscono il programma: MARCO BOATO A FERRARA

i Verdi hanno consegnato le liste per Comune di Ferrara e Circoscrizioni, Provincia di Ferrara e Comune di Argenta. Le liste e il programma sono disponibili sul sito www.verdi.ferrara.it.


Nella mattinata di IERI , domenica 10 maggio, i Verdi hanno distribuito  il Programma elettorale (64 pagine con una prima parte dedicata alle risposte per uscire dalla crisi e una seconda tematica organizzata in ordine alfabetico) in diversi punti della città, in prossimità delle edicole aperte per turno del Centro Storico, zona Doro, piazzale San Giovanni, zona Foro Boario, San Giorgio e Villa Fulvia.


Giovedì 14 maggio alle 20,3, nella sala civica di Bosco Mesola, si terrà il dibattito pubblico "La centrale e il parco: strategie per fermare la riconversione a carbone di Porto Tolle voluta dal governo" con l’on. Marco Boato (Verdi), Lorenzo Marchesini (sindaco di Mesola), Sergio Golinelli (assessore all’Ambiente della Provincia di Ferrara), Giorgio Crepaldi (Comitato Liberi Cittadini del Delta). Introduce Mara Mangolini, candidata per i Verdi nel collegio "Mesola", coordina Odinea Piva, ambientalista.


Venerdì 15 maggio alle 11,30, al bar Tiffany (in piazza Municipale a Ferrara) si terrà la conferenza stampa di presentazione dei candidati, del programma definitivo e del calendario degli appuntamenti alla presenza dell’on. Marco Boato e dell’on. Franco Corleone.


Nello stesso giorno, alle 21, al circolo Bolognesi di piazzetta San Nicolò, si terrà un confronto pubblico sul tema "La crisi della democrazia e il percorso di costruzione del consenso all'autoritarismo" con Marco Boato, Daniele Lugli e altri ospiti in via di definizione. Prima del dibattito è previsto un brindisi di avvio campagna.

http://www.estense.com/?module=displaystory&story_id=50832&format=html

http://www.youtube.com/watch?v=jZ66P2fSYNY LESTER BROWN FILMATO

giovedì 9 aprile 2009

OCCHI VERDI SUL VILLAGGIO FERRARA

VILLAGGIO DANATI.jpgFROM ESTENSE COM QUOTIDIANO ON LINE DI FERRARA

 

VILLAGGIO DANATI.jpgDiolaiti (Verdi) chiede al Comune di spiegare i troppi punti ‘oscuri’

I misteri dell’inquinamento nel Quadrante Est

di Marco Zavagli



“Ci sono due misteri che ruotano attorno all’inquinamento nel Quadrante Est”. Proprio nel giorno in cui la commissione comunale ha dato il via libera per il “dirottamento” verso la bonifica dell’area degli 8 milioni previsti per il palasport, un altro grattacapo arriva dritto al cuore del municipio.
A sollevarlo è Barbara Diolaiti, che ieri mattina ha depositato una interpellanza che verrà discussa nel corso del prossimo consiglio. Una interpellanza che ripercorre i passaggi storici del capitolo Quadrante Est. Quelli noti e quelli meno noti. “Quell’area – spiega – nasconde due grandi misteri: chi ha inquinato e come bonificarla. Purtroppo questi enigmi sono collegati tra loro, perché chi è responsabile del primo deve provvedere al secondo”.


In questa area sorgevano due discariche, riempite di rifiuti negli anni ’60 e ’70. La loro esistenza è diventata di pubblico dominio nel 2002 e 2003. Quanto bastava per spingere la stessa capogruppo dei Verdi in Comune a chiedere, nel settembre 2005, all’allora assessore Alessandro Bratti se fossero state assunte iniziative per individuare i responsabili di quell’inquinamento. In base al decreto Ronchi, in vigore dal ’99, il proprietario dell’are inquinata deve assumersi infatti gli oneri della relativa bonifica. Nella sua risposta Bratti scrisse che “eventuali responsabilità saranno definibili con l’esame dei documenti dell’epoca e attraverso testimonianze dei residenti”.
Tra cose fatte e cose non fatte si arriva ad oggi, con il Comune che ha predisposto delle indagini per approfondire lo stato di rischio sanitario dell’area e predisporre gli interventi di bonifica delle falde inquinate.


“Eppure l’esistenza di almeno una delle discariche era nota da tempo – afferma Diolaiti -. Esattamente dal gennaio 1986”. A quella data risale infatti la Relazione geognostica e geotecnica preliminare per il recupero dell’ex fornace Sef attraverso un Piano particolareggiato di iniziativa pubblica. In quel documento si legge che risulta un “riempimento successivo con rifiuti solidi urbani immessi in falda”.
La relazione venne aggiornata nel marzo ’95, con una nota integrativa in base alla quale “le caratteristiche di compressibilità e le possibili esalazioni di gas ne sconsigliano l’uso per qualsiasi intervento edificatorio”. Tra i progettisti di quella commissione mista pubblico/privata figuravano Claudio Fedozzi, attuale dirigente del settore Attività produttive del Comune, Roberto Mascellani (che figura nel ’95 come presidente del cda di Cogef, che acquistò l’area nel 1995), Delia Pozzati, Maurizio Pavani e Ferdinando Visser. L’assessore competente era Romeo Savini.


“Ciononostante il Prg del ’95 ha previsto una consistente espansione urbanistica a est e classificato la zona di via Caretti come edificabile”, rileva la presidente dei Verdi che si chiede a questo punto “se all’epoca i consiglieri siano stati informati di questo”.
E, dal momento che prima di costruire occorre bonificare, Diolaiti si chiede chi fosse proprietario dei terreni dove sorgevano le due discariche nel ’99, quando cioè la proprietà rientrava sotto l’effetto del decreto Ronchi: il proprietario avrebbe dovuto quindi provvedervi. “Una delle due aree – afferma Diolaiti – era di proprietà della Cogef già nel ’95. Dell’altra, dove c’erano Edilprogram e ParCo, non si sa nulla”.
Qui le “sorti” delle due discariche si dividono.

DISCARICA DI VIA DELLA SIEPE
In relazione alla discarica di via della Siepe,il 21 settembre 2001 la bonifica prevista dal Piano di caratterizzazione proposta dalla Cogef viene approvata dalla giunta. “Ma quella bonifica – specifica Diolaiti - sarebbe relativa solo agli idrocarburi, non a tutto il resto”. Ma la società sostiene che le spese della bonifica siano da imputare ad Amiu prima e ad Agea poi che, in quanto precedenti soggetti utilizzatori della discarica. Si arriva così al 21 giugno 2002, quando il Comune – prosegue la consigliera - chiarisce due aspetti importanti: l’area interessata non è mai stata di proprietà dell’amministrazione o ad essa concessa in uso (questo vale anche per Agea-Amiu, ndr) e, al contrario, risulta che l’area venne acquistata dalla Cogef sin dal ’95”. L’atto d’acquisto richiama infatti il piano particolareggiato dello stesso anno: “Cogef non poteva non sapere – continua Diolaiti – dell’inquinamento dell’ex cava e dei rifiuti”. “D’altronde – aggiunge – il presidente del cda della società – Roberto Mascellani, ndr – all’atto dell’acquisto, compare tra i progettisti del piano stesso”. Dettagli da cui la rappresentante dei Verdi trae un’unica conclusione: “il Comune stesso dice che la bonifica spetta a Cogef”.


In sintesi: nel 1986 si sa che l’area dell’ex Fornace Sef è inquinata. Nel ’95 la commissione che predispone il piano particolareggiato ne sconsiglia l’uso a scopi edilizi. Nello stesso anno la Cogef acquista il terreno e sempre nel ’95 il Prg prevede l’espansione urbanistica e est.

DISCARICA DI VIA CARETTI
Quanto alla discarica di via Caretti bisogna risalire invece al 2001/2002, quando il Comune convenziona con le società Edilprogram e ParCo il primo stralcio del Piano particolareggiato “Edilprogram” e rilascia le concessioni per le opere di urbanizzazione e 5 concessioni edilizie per edifici residenziali. Nell’aprile 2003 le due società si accorgono che nella zona esisteva una discarica e chiedono al Comune di attivarsi sempre in base al decreto Ronchi per la relativa bonifica. Nel maggio presentano un piano di caratterizzazione dell’area.


Si arriva quindi al 17 settembre 2005, quando su proposta delle due società, il consiglio comunale approva la delibera che consente di trasferire la “capacità edificatoria” da via Caretti a via Canapa. In quella delibera è prevista inoltre la cessione gratuita al Comune dell’area inquinata di via Caretti. “In quell’occasione – ricorda Diolaiti – l’assessore Atti disse che lo scambio andava fatto perché quella discarica è stata sicuramente gestita per un periodo dall’azienda municipalizzata dei rifiuti”.


In sintesi: Si firma una convenzione tra Comune da una parte e Edilprogram e ParCo dall’altra per concessioni edilizie in via Caretti. Prima di edificare però si scopre che in quella zona c’era una discarica ed è necessario bonificare. Il consiglio vota una delibera che prevede il trasferimento delle concessioni edilizie in via Canapa per le due società. In cambio, il Comune ottiene gratuitamente la proprietà dell’area inquinata (che prima di essere utilizzata per eventuali insediamenti va bonificata).


A questo punto a Barbara Diolaiti (e non solo a lei) sorge spontanea una domanda: “che fine hanno fatto i due piani di caratterizzazione indispensabili prima di procedere alla bonifica?”. “Vorrei sapere anche – aggiunge – perché non è stato fatto tutto il possibile per individuare i diretti responsabili dell’inquinamento e se sono state rese pubbliche dall’amministrazione comunale tutte le informazioni in proprio possesso e quando prevede di presentare un nuovo piano di caratterizzazione dell’area, senza il quale non è possibile passare alla bonifica”.


“Sappiamo – prosegue – che sono in corso delle inchieste della procura, ma crediamo che ci sia un livello istituzionale in base al quale l’amministrazione deve dare delle risposte”.
Risposte che, si spera, potranno arrivare durante il prossimo consiglio comunale.

 
http://www.estense.com/?module=displaystory&story_id=49719&format=html

 http://www.youtube.com/watch?v=bKw3nBiE1PA  FILMATO

giovedì 2 aprile 2009

LA BELLA UTOPIA VERDE

VERDI.jpgDA ESTENSE COM QUOTIDIANO ON LINE DI FERRARA

Ferrara come la Città del Sole

Il nome rievoca lo scritto del filosofo Tommaso Campanella, ma la speranza dei Verdi di Ferrara è che questa volta l'utopia di una società ideale rimanga solo sulla carta. Si chiama la “Città del sole” la bozza di programma del partito degli ecologisti che sarà oggetto di confronto con le forze associative, sindacali ed economiche della città.

Una bozza costruita per ordine alfabetico di priorità e per fasi di realizzazione, che abbracciano il breve, il medio e il lungo periodo. Con un sottotitolo fondamentale: “uscire dalla crisi”.


Su questo punto le proposte verdi che vanno da oggi ai prossimi mesi dicono a gran voce che “la crisi non la devono pagare le parti più deboli della società – spiega la presidente provinciale Barbara Diolaiti -; per questo sono necessarie misure che estendano la protezione sociale e iniziative a difesa dei posti di lavoro”.

Nel concreto i Verdi chiedono una moratoria affinché a nessun utente vengano interrotte forniture essenziali (acqua, elettricità, gas, telefono) perché non è in grado di pagare le bollette. “E' necessario inoltre agire sulle tariffe – prosegue Diolaiti – introducendo criteri a favore dei redditi più bassi”. I posti di lavoro, poi, vanno difesi “anche agendo sull'accesso al credito per le imprese, in particolare quelle piccole, i cui lavoratori non hanno nemmeno la cassa integrazione. Occorre sostenere le imprese che non licenziano e la cui produzione sia legata all'innovazione tecnologica e alla sostenibilità ambientale”.


Per quanto riguarda invece il medio periodo la ricetta è quella di “costruire una società più resistente”. Come? “Riducendo il campo di azione del mercato – è la risposta dei verdi -, per mettere al riparo la più grande parte possibile degli aspetti che hanno a che fare con la vita delle persone dai rischi insiti in tutto ciò che ha come fine la realizzazione di un profitto”. Per perseguire questo obiettivo “è necessario agire sulle funzioni pubbliche, ma, al tempo stesso, è indispensabile difendere, rivitalizzare e riscoprire, se necessario, le strutture e le forme di cooperazione sociale (ad es. gli orti sociali, le fontane pubbliche, le biblioteche (ora anche emeroteche, videoteche, ecc.), i musei, il verde pubblico. Vanno promossi gli scambi non mercantili sia relativi al tempo e alle competenze (banche del tempo formali e non formali), sia relativi ai beni (prestito, scambio, mercatini del riuso). Accorciare le filiere, per un'economia più solida in quanto più centrata sul mercato interno alla comunità”. La logica della filiera corta poi può essere applicata anche all’ambito della produzione industriale. Come per l'energia: “Il fabbisogno energetico di una famiglia – spiega Diolaiti - può essere soddisfatto tramite l'acquisto di energia, nelle varie forme, a condizioni date di efficienza energetica dell'abitazione e dei diversi apparati”.

Serve inoltre investire nelle opere pubbliche, ma non in tutte: “non ha senso – puntualizzano i Verdi - investire in strade e autostrade, semmai in ferrovie ed idrovie. Oltre a queste, le fonti energetiche rinnovabili, l'edilizia scolastica e sanitaria, le reti idriche, la manutenzione del territorio, potrebbero essere gli interventi principali di un "New Deal verde", in grado non solo di rispondere alle esigenze contingenti, ma di guardare realmente al futuro”.


E a proposito di futuro, vengono infine le proposte per il lungo periodo. Che si chiamano istruzione, ricerca e cultura: “devono rappresentare – conclude la presidente provinciale - il vero investimento per il futuro. Se si vuole pensare ad un mondo nuovo è necessario porre al centro dell'attenzione la conoscenza e le forme della sua socializzazione”.


Un accenno va poi al tema delle alleanze, “fresco” della rottura ormai pressoché certa tra Pd e Prc. “Chiediamo a tutte le forze di avere senso di responsabilità – interviene Barbara Diolaiti -; ognuno dica cosa vuole e si finisca questo balletto in cui l’uno sembra aspettare che sia l’altro a dire di no per primo”.

http://www.estense.com/?module=displaystory&story_id=49204&format=html

http://www.youtube.com/watch?v=46got5Dj-T0  FILMATO JEREMY RIFKIN

sabato 27 dicembre 2008

LA SPERANZA VERDE

ronchi2.jpg 

*from Estense Com Quotidiano On Line di Ferrara 

http://www.estense.com/?module=displaystory&story_id=46052&format=html

Da Barbara Diolaiti la ricetta anti-crisi e la prima certezza:

''Correremo col nostro simbolo''

 “Correremo con il nostro simbolo e con la nostra lista aperta anche a personalità indipendenti ma che nutrono gli stessi nostri valori”. Barbara Diolaiti, appreso che il suo interlocutore sarà Tiziano Tagliani, fresco vincitore delle primarie del Pd, rompe gli indugi e annuncia come si muoveranno i Verdi di Ferrara in vista delle prossime amministrative.


A cominciare dal programma e dalle alleanze. La via è quella della condivisione e della partecipazione. Il primo strumento che i Verdi per la Pace utilizzeranno per toccare il polso dell’elettorato è il ciclo di incontri dal titolo "New Deal Verde: come uscire dalla crisi", che verrà battezzato proprio oggi da Monica Frassoni. “Questi incontri – spiega Barbara Diolaiti - saranno anche l'occasione per presentare e costruire la bozza di programma dei Verdi per le prossime elezioni, alle quali parteciperemo con il nostro simbolo e una lista "aperta", che prenderà avvio dall'analisi di quanto realizzato e non negli ultimi cinque anni e che sarà dunque, per i Verdi, base per quel confronto programmatico con le altre forze del Centro Sinistra, indispensabile per capire se risulterà possibile convergere sugli stessi candidati a Presidente della Provincia e a sindaci, o se ciascuno presenterà i propri”.

In attesa di conoscere il responso della base, la presidente provinciale si lascia andare a un giudizio su questa legislatura ormai agli sgoccioli: “diamo un giudizio positivo di questa "consigliatura" sia in Provincia che in Comune poiché gran parte degli impegni presi sono stati realizzati”.


Esistono però questioni sulle quali gli ecologisti intendono rilanciare. A partire dalla “riflessione sui servizi pubblici locali per toglierne dal mercato quanti più possibile, in primis la ripubblicizzazione della gestione dell'acqua, per finire con la proposta di una moratoria affinché non vengano tagliati i servizi essenziali per morosità a chi è in difficoltà”.


Un altro punto riguarda la “verifica puntuale dei reali costi dei diversi servizi e dei contratti di servizio, in particolare sui rifiuti visto che per legge il costo deve essere completamente coperto dalle tariffe e occorre capire se l'alta valutazione del contratto di servizio fatta nel 2004 al momento della fusione in Hera e che ha contribuito ad una elevata valutazione di Agea corrisponda ancora al reale costo del servizio stesso”. sempre in termini di servizi, Diolaiti fa notare che “da quattro anni, ed è molto positivo, la Tia non subisce aumenti, ma anche così restiamo la città con il costo di Tia più alto in regione e occorre capire perché”.


Dopo l’abbattimento del costo delle utenze, viene il tema della trasparenza, anche questo divenuto infuocato nell’agone politico. I Verdi propongono “nomine alla luce del sole, con curriculum pubblici, possibilità per tutti i cittadini di concorrere alle varie cariche e garanzie di meritocrazia”.


Infine, a nessuno sfugge che saranno elezioni in tempi di crisi. E allora le proposte dei Verdi non potranno prescindere da strumenti adeguati per cercare di uscirne. “Dobbiamo da una parte difendere i posti di lavoro – dichiara Barbara Diolaiti - anche agendo sull’accesso al credito per le imprese, in particolare quelle piccole i cui lavoratori non hanno nemmeno la cassa integrazione; dall’altra mobilitare e sostenere tutte le forme di assistenza sociale, sia pubbliche sia del privato sociale”.


Quanto invece alle infrastrutture, “è necessario investire esclusivamente in quelle opere pubbliche funzionali ad un nuovo modello sociale ed economico: fonti energetiche rinnovabili, edilizia scolastica e sanitaria, ferrovie e idrovie, reti idriche, manutenzione del territorio. Solo così potremmo lasciarci la crisi alle spalle”.

http://www.regione.emilia-romagna.it/wcm/ermes/pagine/paginegiunta/ronchi.htm

http://it.wikipedia.org/wiki/Gregory_Bateson