giovedì 5 giugno 2014
La Monna Lisa di Silvano Vinceti
................Silvano Vinceti, scrittore, autore e conduttore televisivo, Presidente del Comitato per la valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali, non è un “banale” Kolosimo, ma personaggio poliedrico e di ottima fama anche diversamente convenzionale: la sua idea “fissa” , secondo taluni, assomiglia parecchio alla sana e creativa “visionarietà” degli esploratori eretici, anche degli scienziati appunto non burocrati accumulatori di dati meramente empirici, come parecchi a suo tempo, ma non solo, paleopositivisti, ma poi – in seguito – scopritori di nuovi orizzonti e vie inedite per la scienza stessa.
Naturalmente, per Vinceti, la mission è meno rivoluzionaria o epistemologica: va da sè riscoprire il corpo che fu, i resti della sraordinaria Monna Lisa, mica una leggenda, di Leonardo, avrebbe valore non solo empirico esatto ma certamente anche supersimbolico, in tale vettore senz’altro una rivoluzione.
Monna Lisa è un archetipo, dinamica ermenuetica, a volte invisa oltremisura da certi paladini ortodossi di certa scienza, nello specifico sia la storia dell’arte che . come dire certa paleofilologia se non paleo/archeo sui generis almeno, storica stessa.
Certi esperti poi, anche se di gran stima accademica, spesso attraversano news possibili proclamando la vera scienza, ma – a ben vedere – in nome di discipline ben poco esatte di per sè, soprattutto inquinate da scarso download conoscitivo ben oltre le scienze specialistiche, come se Heisenberg o persino Freud non avessero mai parlato e almeno il primo “dimostrato” certo principio di indeterminazione o banalmente conflitto d’interessi anche solo psichico dei ricercatori, laddove – in particolare nelle scienze cosiddette umane, meno cosiddette pure e-o esattte (pure relative anche quest’ultime, al massimo probabilistiche) spesso pregiudizi se non banali gelosie del senso comune pregiudicano a priori analisi oggettive, quantomeno precludono subito orizzonti plurali possibili, al di là del quieto e innocuo archivio acquisito…
Vinceti, brevemente, con metodologie brillantemente plurali, mai unidimensionali, a volte quasi di confine ma sempre al di qua, indaga felicemente alla ricerca della Monna Lisa Perduta.
Magari alla fine l’esperimento continuo non darà gli esiti “entusiasmanti” sperati: tuttavia, ne siamo convinti, suo – come accennato – il multimetodo, almeno per certe “scienze” creativo del futuro anche immediato. Necessaria scienza creativa e anche visionaria, riassumendo, ma al di qua e trasparente come anche gioco linguistico, complementare alla ricerca accademica, per il progresso sia della conoscenza che della meraviglia (non solo campo di poeti e artisti).
Ecco, la grande malìa della Gioconda quasi Dafne inseguita dall’autore. Male che vada un progresso per l’Immaginario…
RobyGuerra
INFO
http://www.armando.it/schedalibro/22908/Alla-ricerca-della-Gioconda
domenica 21 dicembre 2008
LEONARDO E IL LOUVRE
LEONARDO COME WARHOL...?
Il grosso problema dei quadri di Leonardo al Louvre è l'ostinazione dei francesi a non volerli restaurare, lasciando che la sporcizia nasconda la bellezza ed impedendo scoperte utili alla storia dell'Arte.
Però, più per caso che per abilità, qualcosa riesce sempre a saltar fuori. A settembre, la Vergine delle Rocce è stata staccata dalla parete della stanza in cui è esposta.
Qualcuno ha avuto l'accortezza di guardare con l'attenzione quella che sembrava una delle macchie del tempo e si è accorto del fatto che fosse invece un disegno.
Grazie agli infrarossi del Centre de Recherche et de Restauration des Musees de France son stati così scoperti tre schizzi realizzati con una pietra nera: la testa di un cavallo (alta 18 cm e larga 10, appare di tre quarti verso sinistra), la metà di un cranio umano (che misura 16,5 cm per 10, con la sua cavità orbitale, una parte della cavità nasale, metà di una mandibola con i denti) e un Bambino Gesù con agnello (quasi illeggibile: alto circa 15 cm).
Ora benchè il cavallo ricordi i disegni per la battaglia di Anghiari o visto il periodo della realizzazione del quadro, per il monumento equestre a Francesco Sforza, il teschio sia un tema ricorrente nell’opera di Leonardo, il bambino sia simile a quello di Sant’Anna e la strana abitudine del pittore di disegnare su ogni cosa gli capitasse a tiro, per l'attribuzione si dovrebbe andar cauti.
Leonardo, come Warhol, per soddisfare le numerose richieste dei collezionisti, aveva messo su una factory, con gli allievi che facevan la maggior parte del lavoro e lui che dava i ritocchi, più o meno incisivi a seconda del prezzo pagato. Abitudine imprenditoriale che rende difficile una stesura definitiva del catalogo
Nulla vieta che quelli fossero esercizi di scuola dei lavoranti, per apprendere al meglio lo Stile del Maestro...
ALESSIO BRUGNOLI
http://www.blunotizie.it/2008/il-louvre-scopre-tre-disegni-inediti-e-misteriosi-di-leonardo/
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