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venerdì 19 maggio 2017

La Spal in Serie A (2010, Controcultura)

di R. Guerra
*CONTROCULTURA 2010

(2010) .....In attesa del corso e ricorso della Storia… di un nuovo futuro rinascimento calcistico biancazzurro, da troppo tempo sottovalutato dai Gruppi Dirigenti (politici-culturali) della Città. Invece, la Spal è il celebre Diamante segreto, celato in una delle sagome appuntite dell'omonimo famoso Palazzo, simbolo della città d'arte….

Uno dei link più noti della città di Ferrara, paradossalmente – tenuto conto della invidiabile storia rinascimentale (Estensi, Ludovico Ariosto, Biagio Rossetti, Lucrezia Borgia… Castello Estense, Via Ercole d'Este, il Palazzo dei Diamanti), o certo Novecento (De Chirico e la Metafisica, Giorgio Bassani, Michelangelo Antonioni, Florestano Vancini, Nello Quilici), a livello internazionale… è la Spal, la squadra di calcio.
All'estero, per esperienza personale (confermata da altri ferraresi vacanzieri), a volte, non conoscono Ferrara, ma la Spal, Sì. Il chè non deve inquietare raffinati e intellettuali, semmai suscitare meraviglia e suggerire restrospettivamente analisi molto interessanti in prospettive futuribili e anche turistiche per Ferrara città d'arte.
Bugatti (Spal e Inter), Pasetti (Spal e Juventus), Bozzao (Spal e Juventus), Cervato (Spal e Fiorentina), Picchi (Spal e Grande Inter), Bagnoli (Spal e Inter-Allenatore), Dell'Omodarme (Spal e Juventus), Capello (Spal e Juventus) Di Giacomo (Spal e Napoli), Massei (Spal e Inter)….Pellissier (Spal in Serie C… e Chievo in Serie A), un super 11 ideale atemporale della Grande Spal di Paolo Mazza (Presidentissimo della Spal in Serie A e anche C.T della Nazionale per il mondiale del Cile) e del suo leader indimenticato e insuperato, ovvero lo stesso Oscar Massei, campione argentino ex Inter.
La grande Provinciale cosiddetta Spal, capace di giostrare in Serie A, da inizio anni 50 fino al famigerato campionato 1967-68, ultima stagione nella massima serie. Con soltanto una retrocessione, negli anni' 60, una finale di Coppa Italia persa con il Napoli, alcuni piazzamenti tra le prime della classe, un 5° posto. Soprattutto uno stile di Sport, poi copiato anni dopo dalle grandi potenze del Calcio italiano: la creazione di una vero e proprio Collage per giovani futuri campioni, il celebre Centro Addestramento della Spal .
Insomma, per quasi 20 anni, a Ferrara, la Spal ha gareggiato alla pari con Inter, Milan, Juventus, il Bologna di quegli anni, il Toro, eccetera: alla Spal (così si dice a Ferrara, non allo stadio, ma "andiamo alla Spal") negli anni d'oro circa 20000 spettatori seguivano le partite, una coreografia link, d'Immagine che debordava, non solo sulla stampa nazionale, ma anche in tutta la città e il Centro Storico in particolare.
A parte a volte con i cugini del Bologna , o con quelli più remoti del Padova (ma al massimo qualche sana scazzottata), infatti, Ferrara era, in Serie A, tra le città più tranquille ed accoglienti per i tifosi ospiti, che appunto, prima o dopo la partita, passeggiavano come turisti nella città d'arte.tra le sue vie medievali e-o rinascimentali, nel Castello Estense o Via Ercole d'Este, eccetera.
Solo una partita resta memorabile per relativi incidenti, culminati poi con una mera e probabilmente giustificata reazione: nel campionato 1966-67, la Spal perse 4-1 con il Napoli, subendo ben tre calci di rigore, concessi dal celebre e e discussissimo arbitro Concetto Lo Bello, (precursore di un certo Moggi, secondo certe esagerazioni Ultras).
La Spal, dai lontani ani '60, naviga, poi, nelle serie minori, tra alti e bassi, tra Serie C e (qualche volta Serie B). Lo spirito biancazzurro del Presidentissimo, è riemerso anche nelle Serie minori con alcune punte sorprendenti per il purgatorio se non l'inferno del calcio.
Negli anni settanta/novanta , ad esempio le mitiche Spal di Giovan Battista Fabbri o Mario Caciagli: la punta Franco Pezzato, degna della Serie A, gli stessi Donati e Mongardi. Una entusiasmante Spal promossa in Serie B e poi quasi capace di una clamorosa doppia promozione e quindi ritorno tra le Grandi. Ma fu un illusione bella durante il Campionato di B, vanificata nelle ultime giornate. In seguito, giocatori come Zamuner, Cancellato, Bizzarri…lo stesso Pellissier (lanciato dalla Spal), uno degli ultimi calciatori emersi a livello di Serie A hanno toccato vertici di scuola calcistica quasi come nella stagione d'oro, quanto meno nell'Immaginario dei tifosi.
Recentemente la Spal ha festeggiato (2007) il suo centenario, con una bella e significativa mostra, proprio nel Castello Estense, a ribadire l'importanza strategica della squadra di calcio, non solo nello sport, ma anche per la cultura e il turismo di Ferrara. Un gruppo di tifosi doc, gli Spallinati hanno dedicato per il Centenario, un DVD antologico, curato con una selection delle fasi storiche della storia della Spal. Con interviste ai suoi calciatori storici, da Oscar Massei a Franco Pezzato, a G.B. Fabbri, allo stesso ex Massaggiatore Ennio Guirrini, custode della Spal, residente dentro lo Stadio, sorta di cronaca di decenni del divenire biancazzurro, dai fasti gloriosi alla decadenza attuale.
In attesa del corso e ricorso della Storia… di un nuovo futuro rinascimento calcistico biancazzurro, da troppo tempo sottovalutato dai Gruppi Dirigenti (politici-culturali) della Città. Invece, la Spal è il celebre Diamante segreto, celato in una delle sagome appuntite dell'omonimo famoso Palazzo, simbolo della città d'arte….

sabato 12 febbraio 2011

Roby Guerra : la biopolitica controculturale di Stefano Vaj- recensione da Supereva.it

Dal postmoderno al postumano e verso la ciberpolitica

Stefano Vaj libro Edito alcuni fa (SEB) , tuttavia ancora in primo piano in certo dibattito futuribile contemporaneo, Biopolitica-il nuovo paradigma di Stefano Vaj, docente di tecnologia a Padova, neofuturista, sovraumanista, tra i leaders del movimento transumanista e futurologico nazionale, è opera aperta che ha ante litteram inaugurato orizzonti sociopolitici inediti, destinata ad amplificazioni prossime sorprendenti.
Esito di un background soggettivo originalmente postmoderno e neonietzchiano, alla francese tra Lyotard, Derrida, Baudrillard, Onfray, Faye e lo stesso Alain de Benoist, Vaj trascende certo necessario tecnonichilismo del secondo fine novecento, la frattura dal moderno, la fine dell’ideologia, della storia e della politica stessa, del pensiero a una dimensione, filosofico o sociale, di destra o sinistra, poco importa.
Biopolitica è uno dei tentativi, delle trasmutazioni al quadrato più affascinanti in circolazione: la fusione della critica radicale postmodern autentica (poco percepita in Italia, dove il postmodern è stato al massimo volgarizzato da certi epigoni del 77 o esorcizzato dal modernismo ideologico postgramsciano) con le nuove pulsioni conoscitive tecnoscientifiche, l’avvento dell’informatica di massa, delle biotecnologie e di Internet.

Vaj scommette, nell’epoca dove caos , relativismo e forme di pensiero alienari e stocastiche quasi diventano assiomi propulsivi ma ambigui nella dimensione conoscitiva ed esistenziale (indirettamente nella sfera politica e mediatica), un al di là, un Sì al mondo, nonostante l’ombra della mercificazione e della reificazione assurti a paranormalità socialmente condivisi…
E lo fa in Biopolitica…, senza alcun proclama metafisico o new age: al contrario, la scrittura è un medium freddo, intriso di estetismo inedito, un bolero techno dove la storia della nostra cultura è attraversata e riformattata alla luce di scanner a zig zag o a spirale, spesso culturalmente e politicamente alternativi, controculturali rispetto anche al pensiero alternativo stesso…
Ne deriva il ruolo della techne , della tecnoscienza, strutturale fin dai vagiti dell’Occidente, in tale surf psicotorico, quasi, tra gli echi stessi di McLuhan e oggi De Kerckhove; la denuncia di certo ruolo ambiguo dell’archetipo cristiano (ma in ottiche critiche non riducibili a certo storicismo o laicismo anche positivista), poi virus nello stesso liberalismo o socialismo di certo universalismo che confonde i codici, pericolosamente, identificando la libertà e l’uguaglianza giuridica fondamentali in democrazia (Toqueville sullo sfondo anche), con la ineluttabile diversità genetica e anche culturale-identitaria, differenze alla base di qualsiasi progresso e autentica dialettica non banalmente o soltanto verbale o storicistica.
Nello stesso tempo Vaj rilancia come antivirus, un altro archetipo sempre parallelo e ombra del logos occidentale dominante, certo paganesimo, dionisiaco ed apolinneo, puer aeternus ai giorni nostri, sulla scia qua dello stesso Jung e altri, lo stesso Colli oltre a Nietszche e anche i futuristi italiani.
.............
continua
supereva.it/controcultura
http://guide.supereva.it/controcultura/interventi/2011/02/stefano-biopolitica-il-nuovo-paradigma-recensione/
 
ROBY GUERRA