recensione di Daniela Rispoli Birdman USA 2014 Regia: Alejandro González Iñárritu Un attore nella morsa dei rimorsi di una profonda crisi d’identità al culmine di un’esistenza scandita tra l’essere e l’essere stato. Uno snodo di vicende tra la voce di Riggan che è, e la voce off di Birdman che è stato. Una voce, quest’ultima, roca e polemica e che esordisce su un’inquadratura dello stesso Riggan di spalle che levita come il migliore dei fachiri lamentando odore di palle sudate (odore di Broadway per intenderci, o meglio quell’angolo che Riggan riesce a ritagliarsi di Broadway), non paragonabile di certo al profumo di dollari di Hollywood di cui Birdman è stato un’icona che ha radunando un esercito di seguaci innamorati di un mucchio di penne. L’ansiolitica voglia di ribalta di Riggan rifiuta, o meglio condanna la frivolezza del personaggio Birdman e di quello che ha rappresentato, e tra la fantasia (di levarselo di torno) e la realtà (di fallire ...