«Quirino Principe, Tullio Gregory, Ferzan Özpetek, Ermanno Olmi, Padre Enzo Bianchi, Tullio de Mauro, Giorgio Agamben, Umberto Veronesi, Guido Ceronetti, Barbara Alberti, Norman Forster, Wim Wenders, Bernardo Bertolucci, Benedetta Creveri, Silvia Ronchey, Ruggero Guarini, Don Andrea Gallo, Luca Doninelli, Davide Rondoni, Claudio Magris, Carlo Petrini, Paolo Portoghesi, Mario Botta, Hanif Kureishi, Tahar Ben Jelloun. Sono alcuni dei nomi che hanno segnalato, con motivata convinzione, come si vedrà nel catalogo, gli artisti per la Biennale di Venezia. Faccio fatica a registrare i loro nomi tra quelli dei «presenzialisti che hanno invitato l’amico artista - la loro personale chiave di accesso all’arte contemporanea - a volte poco più che un dilettante». Sono molto dispiaciuto che un critico generalmente equilibrato come Sandro Barbagallo scriva una cosa così falsa e insultante, sulla base di una impressionistica visita al Padiglione Italia, come indica il riferimento ai «dilettanti». Ness...