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venerdì 18 febbraio 2011

ladystinta Dal letame nascono i fior

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Forse De Andrè cantava “Via del Campo” o magari si riferiva al palco di Sanremo: il letame in tv ha i lustrini, all’Ariston mancavano le Olgettine, ma si sa che a Sanremo le belle donne ci vanno per merito. Rimane quindi un mistero la presenza di Belen e la Canalis.

Magari possiamo farcelo spiegare da qualcuno che è rosa ma non in quota rosa: Merito dei curriculum da bombe supersexy, diceva sul web La Gazzetta dello Sport, e verrebbe da richiamare in piazza le signore di “Se non ora, quando?”.


Lo confesso: non guardo Sanremo.


Lo confesso proprio in vista dei festeggiamenti del 150° dell’Unità d’Italia: io di Sanremo me ne sbatto. So che sto sbagliando, visto che col mio canone pago pure Benigni, ospite omaggiatissimo ieri sera all’Ariston e tanto italiano da far sembrare leghista Mameli.


Mi dicono che si è limitato all’esegesi dell’Inno, su facebook ho letto status di gente orgasmica, sembrava che qualcuno quell’Inno non l’avesse mai sentito né cantato, non ci avesse mai riflettuto sopra: eppure con la Nazionale questa canzoncina va alla grande, possibile lo si sia sempre scambiato per una ola sportiva? Beh, se ci voleva Benigni a salvare la nazione, Dio abbia in gloria il comico... che era lì per il nostro bene e quindi quest’atto caritatevole lo poteva fare gratis.

Certo, capisco, nessuno lavora senza compenso, è giusto: ma se quei 250 mila euro, ingaggio che non chiese agli amici di “Vieni via con me” – perché tra amici certe cose non si fanno - sono soldi veri e non del Monopoli, qualche spicciolo è mio. Se è così, posso dire – pagando – che Benigni non lo sopporto, è un fatto di pelle. Lui è nella categoria dei “buoni”, come Santoro e Saviano, ma io coi “buoni” ho sempre avuto un pessimo rapporto: forse è per questo che non sono mai entrata nei boyscout!


Confesso - ci sto prendendo gusto, mi metto a nudo... tanto va di moda - anche di pagare il canone, magari non dovrei dirlo e non dovrei nemmeno pagarlo, ma visto che i bollettini postali provano questa mia tendenza al masochismo: permettetemi di dire che di Benigni farei a meno. Non al Festival, per carità, intendo dire che ne farei a meno in assoluto. Credo sia colpa di quell’intervista che rilasciò a Biagi, era il 2001: un’ottima prova di strumentalizzazione televisiva a fini politici. Da quel momento Benigni e Biagi sono spariti dalla mia vita, caduti pure loro nel calderone dei “buoni”.


Vi dicevo che non guardo Sanremo – sarò snob, cosa volete che vi dica? - e quindi mi sono persa anche la canzoncina di Luca e Paolo. A chi l’hanno dedicata? A Berlusconi. Mi pare ovvio, per fare satira in Italia bisogna puntare su di lui: è una cosa che paga sempre, meglio andare sul sicuro.

Mi piace questo spirito pionieristico dei nostri comici!


Ecco allora il testo di “Ti sputtanerò!”, l’ho scovato su Il Sole 24 Ore, loro l’hanno beccato sull’Ansa: insomma, non ditemi che sfoglio solo quotidiani di destra: io non sono un comico, quindi posso permettermi un panorama più ampio.


«Ti sputtanerò, al Giornale andrò con in mano foto dove tu sei con un trans, poi consegnerò le intercettazioni e alle prossime elezioni sputtanato sei». «Ti sputtanerò con certi filmini che darò alla Boccassini dove ci sei tu e le mostrerò donne sopra i cubi e ci metto pure Ruby e ti fotterò».
«E se Emilio (Fede) non si vede ce lo aggiungo con Photo Shop ho già sentito Lele che dichiara cosa? tutto». «Ti sputtanerò sarà un po’ il mio tarlo con la casa a Montecarlo dei parenti tuoi mogli e buoi tutti tuoi». «Ti sto sputtanando in questura porto anche la Santanchè le ragazze stanno dalla parte mia e so che mi sostengono e se l'affitto in via Olgettina è intestato a me». «Tuo cognato già lo sai che la casa al principato appartiene a lui». «Ti sputtanerò farò l'inventario con Noemi e la D'Addario dei festini tuoi».
«Ti sputtanerò dirò a D'Agostino che tua suocera e Bocchino c'han gli inciuci (RPT: INCIUCI) in Rai». «E se tu intercetti la Nicol Minetti c'è Ghedini che intercetta te». «Ti sto sputtanando da Santoro ora chiamo». «Ti sputtanerò non mi butti giù si ma il sei aprile in aula ci vai solo tu».

Bella, non trovate? Garbata.


In rete c’è ovviamente il video e facebook già la canta, pare sia destinata a vincere... non è in gara ma si potrebbe trovare l’escamotage. In Italia si trova sempre.

I nostri piccoli grandi comici hanno poi corretto la mira con un “apprezzato” intervento che bacchettava i “buoni”, gag in cui lo spirito di Berlusconi aleggiava come un fantasma: non è piaciuto alla sinistra – e ti pareva! - ma è piaciuto alla destra. Qualcuno asserisce che è la prima volta che ci va di mezzo anche Fini. Beh, visto come stanno andando le cose per lui, Luca e Paolo avrebbero potuto graziarlo: sparare ai cadaveri non è uno sport serio!



D’istinti saluti




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giovedì 17 febbraio 2011

ladystinta L’Innominato e le anatre di plastica

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E finalmente arriva la satira che bacchetta la sinistra! Ah, sì?

Certo, era ora che Luca e Paolo, sul palco dell’Ariston, se la prendessero con le icone della sinistra! Ah, ecco, ma siamo sicuri? Perché io stamattina, cercando notizie sul Festival – non lo guardo, perdonatemi, posso immolarmi solo per le cause serie – ho dovuto cercare il video della performance per capire a cosa accidenti si riferissero i giornali.

Me lo sono guardato in rete, questo capolavoro di comicità, e l’ho trovato degno di una riuscita commedia al circolo parrocchiale.


Se il pelato si è trasformato in Saviano – con le dovute pause tra una messa cantata e l’altra, con i suoi sermoni scioccanti per qualunque alieno viva in Italia – e quello che chiama il presidente della Rai è diventato Santoro – che si chiede da 15 anni se lo manderanno ancora in onda -, i due comici, addomesticati e un tantino patetici, spiegano che la satira non si fa sui buoni.


In effetti, ad ogni sberleffo riconducibile a Berlusconi ci si butta poi sul “buono e sinistrorso” che vagamente si accosta a quella descrizione... Fini che ha perso la testa per una ragazza giovane – e tiene casa a Montecarlo per farci stare comodi tutti i parenti che lei si porta in dote – , quello coi capelli disegnati che si crede tutto e non conta niente diviene magicamente Morandi (certo, certo...) fino a toccare l’altro, con la casa a Roma, padrone di tv e giornali... il Papa.


Ma certe battute gli vengono così o sono stati invitati ad allargare il giro della satira e non sapevano a quale santo votarsi? I giornali, beati e contenti, mi fanno sapere che è la prima volta che si fa satira su Fini. E me la chiamate satira? Sono questi gli affondi ai buoni? Accidenti, davvero un coraggio da leoni, roba che su quel palco bisogna andarci col giubbotto antiproiettile!


Per me Santoro rimane quel tale che sbraita in tv e vuole vendermi qualcosa, qualunque cosa... un po’ come Vanna Marchi. Saviano è l’intoccabile per eccellenza, tanto che persino i Casalesi non se lo filano più: la noia uccide quanto il kalashnikov. Fini è l’immobiliarista dal parentado folto: gli succhiano più sangue dei vampiri, deve essere per questo che ha quella brutta cera, e Montezemolo – per cui Luca e Paolo sprecano un “scende o non scende in politica?” è quello votato al rosso, ma gli consiglierei di fermarsi alla Ferrari, sarebbe più credibile. Del Papa non vi dico, attendo il prossimo, questo è solo di passaggio. Troppo cattiva? E chi se ne frega, mica mi paga la Rai!


Adoro la satira, ma mi piace feroce, che cada a destra, sinistra o centro. Quella sciacquata e imbavagliata non rientra nella categoria, pararsi il didietro sotto l’ala rassicurante della battuta su Berlusconi è roba di poco conto. Posso passarci sopra, lo farò di certo, libertà per tutti: e io torno a non guardare il Festival.


Non vedrò quindi in diretta i voli pindarici di Benigni – l’esegesi sull’Inno di Mameli me la risparmio per il mattino dopo, terminare la serata con Benigni è come mangiare la peperonata a cena – ma forse ve ne parlerò. Dico forse, perché Benigni becca 250 euro per mezz’ora di Festival - Morandi sostiene che ne meriterebbe il quadruplo – mentre io, povera bifolca del web, gli articoli li scrivo gratis.


E’ la mia fortuna: posso essere politicamente scorretta.


D’istinti saluti


ladystinta