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lunedì 17 ottobre 2011

Ferrara La grande truffa de L'Internazionale: flop mediatico in Italia

(Mentre, vedi Google.., è stato un flop mediatico nazionale: a parte la stampa archeocomunista, TV e Giornali Nazionali -neppure quelli del Gruppo Espresso/La Repubblica/De Benedetti se la sono bevuta (al massimo qualche articolo su singoli episodi del Festival!!!)

Tranne alcune eccezioni, massmedologiche, i vari Shirky e una esperta sui videogame, e poco altro, Jovanotti stesso.. (si veda la chicca del TG3 alla fine..), peraltro poco illuminati dalla'Apparato Digerente di Ferrara e del Festival, non a caso...

Neppure è necessaria quale analisi..sic. Ermeneutica.... Era tutto alla luce del Sole: nulla di male se non si è voluto far credere, con certa amplificazione fuorviante, altro Scenario equivalente a dire che nello Spazio ci son stati soltanto i sovietici e non gli americani, ignorando persino che nel 2011 ci sono andati anche i cinesi!!!

L'Internazionale è stato chiaramente anche un capolavoro revisionista della vecchia sinistra culturale ancora sessantottarda, aggiornata non all' era di Internet e della tecnoscienza, (vera avanguardia culturale come ben sanno gli scienziati mediatici o sociali, riconosciuti peraltro -questo sì- dalla comunità culturale e scientifica internazionale) ma a certa ben nota ecologia culturale, fondamentalmente neoluddista e ammantata di certo umanesimo difensivo, ostile appunto alla Scienza; non a caso nel Festival si celebra non la rivoluzione ma..”l'illusione di Internet”!.

Oltre al solito, prevedibile e conseguente corollario socioculturale d'area, inclusa certa retorica relativista pseudoantropologica e dei cosiddetti dirittti dell'uomo (sia ben chiaro.. modulati in versione metafisica, tipo magari l'Onu che intendeva affidare la Commissione per le Donne...all'Iran!).

Vale a dire, questi i temi della cosiddetta Informazione vera, secondo le parole della Zappaterra, numero 5 della nomenklatura di centrosinistra ferrarese (cattocomunista sia ben chiaro), dopo Franceschini, Sateriale, Tagliani, Maisto): anticapitalismo.... terzomondialismo e copioni annessi – la cosiddetta primavera nordafricana recente, ecologia della decrescita felice, pacifismo alla Assisi...: temi certamente centrali nel mondo contemporaneo, ma appunto credibili se interfacciati nel divenire globale di quest'ultimo, e che, piaccia o meno, non possono prescindere dal tecnocapitalismo come unico sistema sociale democratico presente sul pianeta, dalla tecnologia e la scienza come motori fondamentali dell'economia, da differenze storico culturali non azzerabili tra l'Occidente democratico e ad esempio il mondo arabo …

E i loghi di alcuni eventi sono stati lapsus disarmanti persino: “L’illusione del web. I limiti dell’attivismo online”... “Prima dell’apocalisse. Politiche energetiche e rischi tecnologici” La multinazionale del crimine”....

Né è sufficiente come hanno tentato di fare nel programma, bilanciare il postulato ecoculturale con apppunto, alcuni esperti contemporanei del web o le nuove tecnologie: ovvero ad esempio il ben noto Clay Shirky, per carità voce positiva, un creativo brillante amplfcatore ripetitore di idee e intuizioni di cui scriveva il solito McLuhan (e anche altri) fin dagli ann 50, da La Sposa Meccanica e La Galassia Gutenberg e Undestanding Media....

Parlare del “Mondo a Ferrara” come pomposamente ha scritto (ic!) La Nuova Ferrara – il giorno dell'inaugurazione del Festival- è stato un falso storico: se era legittima anche certa griglia specifica dell' ultima edizione, come senza tanti sotterfugi ha candidamente dichiarato l'art director principale della rivista madre omnima del Festival, la Nielsen: “particolare attenzione al mondo arabo...”, non è certamente... il Mondo a Ferrara!

Una mappa del Mondo, ribadiamo... legittima se non fosse stata estrapolata a tutto il Mondo contemporaneo come invece hanno spacciato al Festival.., ancora fortemente ideologica, certamente il vertice di certa Informazione mondiale, ma quella di un mondo ideologico, che viene dalla new left dei decenni scorsi, che rilegge il mondo oggi, come se il Muro di Berlino non fosse mai caduto, come se la Internet revolution e la tecnoscienza in progress degli ultimi stessi decenni non avesse già consegnato alla storia certa ideologia anticapitalista in nome di certa utopia come noto fallimentare.... Alcuni ospiti poi sono stati appunto impronte digitali: Greenpeace, Medici senza Frontiere, il regista di Black Bloc sul G8 di Genova (nonostante sentenze europee chiare come il tribunale dell'Aja!), la Camusso! Intellettuali della cosiddetta sinistra libanese, molti nomi extrauropei, certamente è stato.. l'Internazionale... del Nord Africa... avallati anche da occidentali ben noti, per carità tutte teste d'uovo non discutibili in sé, molto liberal new left anglosassoni style, guarda guarda, alcuni non distanti – come esempi iperbolici per intenderci- da certe sciocchezze ben note anche recenti di italiani pur non banali come Oddifreddi (ma pure Dario Fo a suo tempo) o lo stesso Giulietto Chiesa sull'11 settembre.... e così via....

Ebbene, qua- in questa analisi critica a posteriori (che abbiamo vanamente atteso da qualche Mandarino ferrarese... ma vana utopia!) non si contesta nulla in sé: son stati tutti ospiti o organizzazioni di spicco che certamente esprimono certa parzialità critica (o agiscono …) fondamentale per mutare il tecnocapitalismo in un sistema aperto più umanistico e più coerente con i valori umani universali per tutta l'umanità e non soltanto per i cosiddetti privilegiati occidentali...

Ma censurare, ignorare, come ha fatto il lifting istituzionale-politico e mediatico del Festival, anche certa debolezza alternativa globale sia di tali organizzazioni sia del libero pensiero degli ospiti (tranne ovvio eccezioni, ad esempio un certo blogger eroe sul campo in certa guerra civile nordafricana, sul campo..non nei convegni...), vale a dire certo anticapitalismo appunto programmatico o quantomeno deja vu (senza alcun nuova alternativa all'orizzonte forte se non appunto certo pericolosa eco o biopolitica antitecnologica e – checchè lo spaccino- fondamentalmente reazionaria e anche regressiva), lo lasciamo infatti agli ultimi nipotini di Marcuse (già tutto lì.. l'Internazionale....): nipotini attardati come certe figure istituzionali ferraresi o certo giornalismo periferico naturalmente a nozze con il Manifesto, il Fatto Quotidiano, l'Unità, le Invasioni Barbariche, per giunta vulgando anche la profonda utopia dello stesso Marcuse, oggi sostituito come lo stesso Che Guevara, da pseudo eroi come - ieri tipo Zapatero e Obama….oggi... tipo Wikileaks... Travaglio, Saviano... Tiziano Terzani... discutibili talenti letterari extraeuropei (celebrati non si sa mai se per il talento o per il loro antioccidentalismo...). L'Internazionale? Una in certo senso grande truffa dell'informazione: una specie di Giubileo del giornalismo a una dimensione pre-internet, come se anche l'Informazione non fosse già una scienza umana e sociale, come ben si sa nella Comunità stessa accademica culturale e scientifica, dopo Marshall McLuhan,

….Derrick de Kerckhove, Nicholas Negroponte e molti altri, per non parlare di certi postumanisti-


Appunto, oltre che una relativa truffa... per certo revisionismo di “sinistra” alla luce del Sole (ma non quello dell'Avvenire, quello ancora di Woodstook già esploso da un pezzo come una supernova...) un Conclave dell'Informazione anziché un Festival della Scienza: oggi la rivoluzione d'ottobre è diventata quasi una New Age....Con la chicca del guru di certa incredibile Neurobologia vegetale!E gli “indigeni” come sempre, naturalmente, abboccano!


*Per la cronaca, Jovanotti, tanto di cappello, per lo spirito critico, oltre ad un live set straordinario, ha detto testualmente: “Con Rosy Bindi, D'Alema, Bersani... e compagnia bella non si va da nessuna parte!”: Tg3 e stampa di sinistra (per modo di dire) ferrarese l'hanno ignobilmente taciuto!

MARCO CREMONINI-NEUCHATEL COMO

sabato 1 ottobre 2011

Internazionale 2011-Ferrara- Jovanotti live set special guest

*from Resto del Carlino
 
 
«Dopo il concerto dei miei amici Amadou e Mariam, mi metterò al giradischi per far ballare la piazza». Lorenzo Cherubini scalda il pubblico, ammesso che ce ne sia bisogno, attraverso Facebook: l’appuntamento di stasera in piazza Castello, annuncia, sarà davvero imperdibile. «Sarò sul palco insieme ai miei amici del J-Team: Saturnino, Riccardo Onori, Leo di Angilla, Frank Santarnecchi — prosegue Jovanotti —; non sarà una playlist mixata, ma un vero e proprio esperimento di jam session». Molto di più di quanto lo stesso Jovanotti ha proposto due anni fa, sempre in occasione di Internazionale, in una piazza Municipale grremita all’inverosimile. «Potrebbe succedere di tutto: ho preparato una barca di dischi e files di ogni tipo, world, rock, hip hop, funk,house e altro ancora». L’altro ancora sarà magari l’interazione con lo straordinario duo di cantanti del Mali che dalle 21.30 apriranno lo show: Amadou e Mariam, coppia nella vita oltre che sulla scena, sono due artisti (entrambi fra l’altro ciechi) che attraverso la musica testimoniano l’impegno sociale. Sono ambasciatori del programma mondiale contro la fame, che è tra i partner dell’evento di stasera. Saliranno sul palco accompagnati da una band di 14 elementi, con la quale si sono già esibiti a Ferrara Sotto le Stelle nel 2009 in uno show energico e coloratissimo. Ultimo particolare rilevante, per partecipare allo spettacolo di stasera, così come due anni fa, Jovanotti non ha chiesto alcun cachet: è un amico di Internazionale e, per proprietà ormai transitiva, di Ferrara.
 
Continua http://www.ilrestodelcarlino.it/ferrara/cronaca/2011/10/01/592103-jovanotti_internazionale_ballare_piazza.shtml
 
http://www.internazionale.it/festival/

New Media: Clay Shirky a L'Internazionale 2011-Ferrara

Clay Shirky Organizzare senza OrganizzazioneClay Shirky e’ uno dei piu’ grandi esperti degli effetti economicie sociali di Internet.Dopo aver letto questo libro la tentazione e’ quella di definirlo Guru dei Nuovi Media ma visto che questa espressione e’ cosi’ inflazionata evitero’ di chiamarlo cosi’.
Il suo approccio all’analisi dei New Media in chiave antropologica, culturale, economica, politica e con continui riferimenti alla psicologia sociale e dei gruppi e’ davvero illuminante per comprendere meglio il presente e per iniziare a delineare gli effetti futuri dei nuovi media sulle nostre societa’.
L’obiettivo del libro (Uno per uno, tutti per tutti, il potere di organizzare senza organizzazione di Clay Shirky ed. Codice, Torino) e’ analizzare gli effetti dei Nuovi Media sulla societa’ contemporanea.....
 
Continua
http://blog.dotflorence.com/teoria-e-tecnica-dei-nuovi-media-2/organizzare-senza-organizzazione-di-clay-shirky/
 
http://www.internazionale.it/tag/clay-shirky/
 
 

venerdì 30 settembre 2011

Cose Bulgare e Filippo Landini a l'Internazionale 2011- Intervista

 
D- Mix tra scrittori italiani, ferraresi e ... internazionali appunto a L'Internazionale 2011... Cose Bulgare, ovvero?
 
R - Tredici scrittori si confrontano con la Bulgaria intesa come spazio geografico, nazione, luogo della mente, finzione, realtà storica. Tredici racconti che vanno dall’hard boiled al grottesco, dal noir al sentimentale, dal surreale al demenziale. Tredici storie che narrano di killer professionisti, musicisti senza più un’orchestra, mausolei in procinto di abbattersi, ragazze al bivio, partigiani in…… balia di due fronti, pazienti psichiatrici con un’elevata coscienza di classe, spie alla naftalina, cavalieri erranti, pesci rossi e arcobaleni, cattedrali, ebrei sopravvissuti all’odio, studenti portati al martirio. In sottofondo, come filo conduttore, la Bulgaria.



D- La letteratura salva la vita o cambia il mondo, ancora, nell'era del tecnocapitalismo?
 
R- La letteratura è organizzazione di parole scritte, dette, suonate, tracciate e stracciate.
Nell'era del tecnocapitalismo la letteratura DEVE essere insurrezionale, altrimenti è mera speculazione lessicale. Che salvi il mondo o cambi la vita non spetta all'autore delinearlo, bensì è la dialettica con il lettore che può eventualmente rivelarne questa declinazione. io stesso con questa risposta esercito una strategia speculativa fra significante e significato. Comunque il mio romanzo RED REC PLAY BLACK non ha una funzione messianica o escatologica, ma è un mero manuale di guerriglia urbana.


D- L'Internazionale: festival del Villaggio Globale o Informazione eccelsa ma ancora ideologica?
 
R- Ribatto con piramide sociale nella megalopoli frammentata, multicentrista, vortice antropologico dell'eterno ritorno in cui si è persa l'andata. Informazione non eccelsa ma quanto mai oggettiva, anche se l'oggettività pura non esiste, altrimenti a scrivere sarebbero delle macchine e non bipedi critici e analitici. Non sono un assiduo lettore di Internazionale che comunque considero un ottimo veicolo mediatico. L'ideologia è imprescindibile nell'atto informativo, che sia quella di un burocrate, di un "libero pensatore", di un professionista dell'informazione o di un tossicodipendente in cerca di materiale egofunzionale. Bene, che informazione sia, agguerrita e antidogmatica. Di fronte all'abisso prendiamo la rincorsa.

  tra i suoi ultimi lavori. L'abbiamo intervistato:

D- Mix tra scrittori italiani, ferraresi e ... internazionali appunto a L'Internazionale 2011... Cose Bulgare, ovvero?
 
R - Tredici scrittori si confrontano con la Bulgaria intesa come spazio geografico, nazione, luogo della mente, finzione, realtà storica. Tredici racconti che vanno dall’hard boiled al grottesco, dal noir al sentimentale, dal surreale al demenziale. Tredici storie che narrano di killer professionisti, musicisti senza più un’orchestra, mausolei in procinto di abbattersi, ragazze al bivio, partigiani in…… balia di due fronti, pazienti psichiatrici con un’elevata coscienza di classe, spie alla naftalina, cavalieri erranti, pesci rossi e arcobaleni, cattedrali, ebrei sopravvissuti all’odio, studenti portati al martirio. In sottofondo, come filo conduttore, la Bulgaria.



D- La letteratura salva la vita o cambia il mondo, ancora, nell'era del tecnocapitalismo?
 
R- La letteratura è organizzazione di parole scritte, dette, suonate, tracciate e stracciate.
Nell'era del tecnocapitalismo la letteratura DEVE essere insurrezionale, altrimenti è mera speculazione lessicale. Che salvi il mondo o cambi la vita non spetta all'autore delinearlo, bensì è la dialettica con il lettore che può eventualmente rivelarne questa declinazione. io stesso con questa risposta esercito una strategia speculativa fra significante e significato. Comunque il mio romanzo RED REC PLAY BLACK non ha una funzione messianica o escatologica, ma è un mero manuale di guerriglia urbana.


D- L'Internazionale: festival del Villaggio Globale o Informazione eccelsa ma ancora ideologica?
 
R- Ribatto con piramide sociale nella megalopoli frammentata, multicentrista, vortice antropologico dell'eterno ritorno in cui si è persa l'andata. Informazione non eccelsa ma quanto mai oggettiva, anche se l'oggettività pura non esiste, altrimenti a scrivere sarebbero delle macchine e non bipedi critici e analitici. Non sono un assiduo lettore di Internazionale che comunque considero un ottimo veicolo mediatico. L'ideologia è imprescindibile nell'atto informativo, che sia quella di un burocrate, di un "libero pensatore", di un professionista dell'informazione o di un tossicodipendente in cerca di materiale egofunzionale. Bene, che informazione sia, agguerrita e antidogmatica. Di fronte all'abisso prendiamo la rincorsa.

ROBY GUERRA