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mercoledì 8 agosto 2012

Pessoa anti antifascista!!! di AVERNO


IL SACCO DI LISBONA. PESSOA E' ANTIFASCISTA!
di Averno
Ce l'hanno fatta di nuovo. Ne hanno reclutato un altro. È lo scoop dell'Espresso. Fernando Pessoa era antifascista.
Tutti ormai sappiamo della vicenda del poeta plurimo per eccellenza, che sdoppiò, triplicò, quadruplicò la propria persona, per essere "plurale come l'universo", come ebbe a scrivere non solo egli stesso ma anche numerosi suoi "eteronimi".
È un gioco talmente complesso – e irriducibile ai dettami dello strutturalismo e del decostruzionismo imperversanti – che continua anche dopo la morte corporale dell'ortonimo. Che accade? Dopo la sua dipartita emergono dubbi su tutta una serie di personalità di cui si sa poco, che magari hanno pubblicato qualche articolo o poco più. Che si tratti di Pessoa, firmatosi sotto un altro nome? Che si tratti di un ennesimo gioco di prestigio del "poeta fingitore"?
È quanto recentemente emerso da una ricerca svolta in Portogallo da José Barreto e pubblicata sulla prestigiosa rivista "Pessoa plural", pubblicata dall'Università di Utrecht, dalla Brown University e dalla Universidad de los Andes, la quale mette a fuoco la complessità di una figura che può valere da cartina tornasole dell'atmosfera dei primi decenni del XX secolo. Questo rinvenimento è ricordato dallo zelante Marcello Sacco nell'Espresso di questa settimana, con toni che non possono non impensierire chi abbia a cuore una cultura finalmente libera dalle etichette di ieri. Ma, prima di tutto, ecco il retroscena.
Siamo nel 1926, scrive il nostro articolista. Da pochi mesi, il generale Carmona ha calcato la scena pubblica, instaurando una dittatura militare. In questo contesto, la rivista "Sol", la quale chiuse i battenti poco tempo dopo, ospita una curiosa intervista ad un esule italiano, tale Giovanni B. Angioletti. Un uomo la cui avversione verso il fascismo fu tale da spingerlo a definire Mussolini un "primitivo celebrale", a capo di un movimento contagioso come la follia, che avrebbe costituito uno dei capitoli del grande tradimento della "missione civilizzatrice" assunta dall'Italia subito dopo la sua Unità. Nulla di strano, no, soprattutto pensando a quanti avversari ebbe il Regime dentro e fuori dall'Italia? E ecco che invece è il nostro poeta che ci ha tirato nuovamente uno scherzetto. Dietro a quest'uomo, ignoto non fosse che per la detta intervista, si cela Fernando Pessoa.
Ma non è tutto. Nello stesso articolo si legge di un frammento trovato da Barreto nel celebre "baule" pessoano, le cui vicende hanno appassionato ragazzi e adulti di ieri ed oggi, il quale reca queste parole, atte a commentare la puntualità dei treni "quando c'era lui", con toni che sono a tutti gli effetti quelli pessoani: "Se i fascisti vi uccidono il padre a Roma, da Milano potete sempre arrivare puntuali al funerale". La grandezza di Pessoa risiede anche in questo: nel condensare la sua critica libertaria ad un regime populista, massificatore e chiassoso in poche, aggressive allocuzioni. Non c'è niente da fare, è così. Si possono elaborare lunghe ed elaborate argomentazioni ma chi ha il dono dell'aforisma, le scavalca, librandosi, scagliando le sue parole come schegge, come scrisse un grande scrittore di aforismo, Dàvila.
Benissimo. Questo ritrovamento depone a favore dell'esistenza di una parte – in senso letterale, s'intende, da un punto di vista eteronimico – antifascista di Pessoa. Niente di nuovo, purtuttavia. Già erano arcinote le avversioni pessoane verso il Regime mussoliniano – ma anche verso quello salazariano. Meno noto è forse che Pessoa ebbe a criticare tanto i summenzionati Regimi quanto comunismo e democrazia. Se pertanto, possiamo definire Pessoa "antifascista", allora dovremmo aggiungere alla dicitura anche il suo tratto anticomunista e antidemocratico. Pessoa, assieme a molti altri, criticò in detti regimi il livellamento delle specificità in masse amorfe ed acefale, disposte a scattare al primo tacco di stivale battuto al suolo. Nell'imbarbarimento operato da fascismi e comunismi egli vide la fine della storia, l'ingresso nella modernità. Pessoa era antimoderno – anche qui risiede la sua attualità. Forse a certi stomachini delicati non andrà giù, ma egli fu anche questo, tra le altre cose – tra le moltissime altre cose.
Sì, ma perché queste righe, allora? A parte suo il titolo – che pare comunque echeggiare qualche slogan trito e ritrito, che comunque non può che ossequiare il "buon senso" accuratamente coltivato da certa cultura italiana, la quale vive di parole d'ordine alle quali, per pavloviano influsso, letteratini di terz'ordine si alzano ed applaudono, al pari di quelle masse ammaestrate dai demagoghi di turno che l'articolo vorrebbe denunciare – il contributo è serio, obiettivo e scientifico. Si limita ad informare e nulla di più. Tuttavia, la chiosa finale ne preclude il carattere, rilevando la sua vera intenzione. "E pensare, scrive il Sacco, che da noi, anche in occasione della morte di Antonio Tabucchi, si è continuato a ripetere che Pessoa fosse stato un uomo di destra". Ahi ahi! Perché una caduta di stile di questa sorta? Forse era necessario aggiungere una tacca alla lista degli eteronimi per conoscere l'avversione del poeta a qualsiasi forma di oppressione legalizzata – fosse fascista o comunista o democratica?
Ci permettiamo un paio di considerazioni, a proposito di questo "Sacco di Lisbona". Circa l'equazione Destra-Fascismo, altri prima di noi hanno già scritto abbondanti pagine e non insisteremo ulteriormente. Come non ricordare, però, tutti quegli intellettuali da sempre fieramente proclamatisi di Destra che criticarono profondamente gli aspetti più populisti e deleteri del Fascismo, ma anche del nazionalsocialismo? Come non ricordare i nomi di coloro che si opposero al Regime non in quanto suoi avversari ma in quanto avversi al ducismo organizzato, alle sue forme più esteriori, alla sua biopolitica? Destra e "antifascismo", pertanto, sebbene il nostro articolista paia ignorarlo, non sono espressioni necessariamente antitetiche. È possibile criticare le adunate oceaniche ed essere al contempo di Destra – il fascismo, peraltro, non essendo che un capitolo tra gli altri della Destra. Sorprese, queste, che la storia riserva, che tuttavia riempiono di stupore solo chi sia in grado di intravederle.
Il che, comunque – diciamolo subito, prima che qualcuno gridi allo scandalo – non è il caso di Pessoa. Il quale non può essere – e non è stato – definito un uomo di Destra. Come è accaduto per numerosi altri scrittori e pensatori – valga come caso esemplificativo il nome di J. R. R. Tolkien – lo spettro dello "scrittore di Destra" è stato evocato "dall'altra parte. Che è accaduto a seguito della morte di Tabucchi? Non vi sono state che puntualizzazioni di carattere scientifico – che qualcuno, oggi come ieri, continua a confondere con ideologia – concernenti il modus operandi del grande traduttore e promotore, che ha diffuso sì la figura di Pessoa, mutilandola però da tutta una serie di tratti fondamentali – dagli studi sul mito agli interessi pessoani verso dottrine esoteriche e i suoi studi sulla tradizione. Questo è accaduto. E null'altro. Altro che "scrittore di Destra".
Prima di essere definito scrittore di qualsivoglia "parte" politica, Pessoa disponeva di una sua peculiare immagine del mondo, di una Weltanschauung – oggi un bene più prezioso dell'acqua nel deserto – che subordinò la storia al mito e rifiutò quelle innumeri dottrine moderne che legano il divenire dell'uomo e del suo ambiente circostanze alla mera materia. Fu avversario del progressismo, del materialismo, degli ideali della Rivoluzione Francese e se criticò il Fascismo, il salazarismo, il comunismo e il democratismo, ciò avvenne come declinazione particolare di questa sua visione delle cose. La sua avversione a questi fenomeni, vittoria della quantità, di un imbarbarimento che abbassa l'uomo al suo piano animale, dunque, non è che una applicazione di questa sua filosofia della storia. Nei detti movimenti – e anche qui risiede la sua drammatica attualità – egli vide la Modernità trionfante, nelle sue maschere più orribili, dalle orbite vuote. Vide la vittoria del nichilismo, tema tanto caro a Friedrich Nietzsche, di cui il poeta portoghese fu attento lettore, sino ad auspicare, in uno dei suoi scritti firmati dall'eteronimo futurista Campos, dopo aver messo al bando qualsiasi forma di potere organizzato e di cultura, l'avvento del superuomo, sì, proprio di quel superuomo:
"Il superuomo sarà non solo il più forte ma anche il più completo!
Il superuomo sarà non solo il più duro ma anche il più complesso!
Il superuomo sarà non solo il più libero ma anche il più armonico!"
E, si badi – e questo a ricordare la complessità di un pensiero che non è riducibile ad uno dei suoi tratti senza risultarne distorto e mutilato – nello stesso articolo, critica il nietzschianesimo d'oltralpe nonché la figura di d'Annunzio, che di quest'ultimo fu alfiere in Italia.
È a questa visione del mondo che occorre guardare, non alle sue declinazioni individuali. Ma, si sa, è molto più facile fissare il dito, piuttosto che la Luna. Soprattutto quando esso punta contro il Nemico Assoluto.
Pessoa non fu "uomo di Destra". Affermare ciò è tanto riduttivo quanto affermare il suo essere esclusivamente "antifascista". Queste sono bagatelle che riguardano solo ed esclusivamente una certa cultura italiana, ancora viziata da vecchie categorie che, non appena ne capita l'occasione, vengono ribadite, a suggello della loro perenne validità. È la "tradizione orale" del nostro Paese; per quanto ancora ci impedirà di accedere alla naturale complessità di un'opera e di un autore come quello in oggetto?

*
SEGNALATO da Andrea Scarabelli (Rivista Antares)




mercoledì 25 aprile 2012

Ferrara: 25 Aprile a una dimensione

 

 

25 APRILE A UNA DIMENSIONE




Il default civile, politico e culturale di Ferrara, nonostante le lucciole per lanterne sbandierate, che mistificano in Luci gli insuccessi clamorosi ad esempio per la Sanità (l'affaire Kona con un ospedale in apertura al 60% della sua funzionalità, senza trasporti degni del 2012, in spread anche per una semplice macchina TAC …) e nella cultura (Ferrara Arte sempre in segno sottozero…), è ulteriormente in primo piano proprio in questi giorni con l'apologia del 25 Aprile, come se non fossero passati 70 anni quasi.

Infinite celebrazioni, articoli su tutta la stampa ferrarese, che rivelano la psicologia reale e collettiva di una città morta: tutti a una dimensione, senza la minima attenzione al quadro ben diverso globale emerso negli ultimi decenni, dimostrato non da postfascisti nostalgici (come ancora anche esperti ideologici continuano a proclamare) ma dai massimi esperti della storia contemporanea. Noi nel nostro recente volume Futurismo per la Nuova Umanità (edito non dalla tipografia Stalin ma da una delle principali case editrici italiane) e  ferraresi…  abbiamo evidenziato in un capitolo tale nuova visione spirituale ancor prima che strettamente politica e storica, con riferimenti precisi ai vari De Felice, Nolte, Mosse eccetera: potremo aggiungerci anche giornalisti eretici come Pansa e certo stesso futurismo contemporaneo che ha dovuto risolvere la questione anche per negazionismi culturali specifici strettamente artistici. Ebbene questo nostro libro è impossibile presentarlo a Ferrara in quanto diverse associazioni istituzionali si rifiutano persino di scambiarci una mail in merito. Ma non è questo il punto se non specularmente (l'abbiamo già presentato a Roma e lo presenteremo tra breve in mezza Italia, quindi chi se ne frega di Ferrara…la Rossa – e pseudo per Giunta!).

Il senso è che fin quando a Ferrara, come in questo 25 Aprile, si continuerà in una visione meramente ideologica, stampa inclusa incapace di andare oltre comunicati stampa istituzionali, nulla si evolverà. A scanso di facili equivoci: la nuova storiografia non mette assolutamente in discussione il quadro generale della storiografia italiana marxista emerso fin dalla Resistenza, che resta pietra miliare della democrazia italiana. Ma  relativizza il senso generale della Liberazione.

I partigiani italiani, i social comunisti e i resistenti combatterono sia per la democrazia ma anche per instaurare in Italia il Comunismo di matrice sovietica! Il secondo aspetto è sempre indicibile. La nuova storiografia distingue tra fascismo movimento e culturale e fascismo regime. Il primo aspetto fu globalmente positivo per la Nazione Italia, una evoluzione rispetto al'Italia precedente di Giolitti e un baluardo negli anni 20, se avesse vinto il Partito Comunista, all'espansione dell'Unione Sovietica di Stalin, al potere dal… 1924!- anche in Italia. L'Italia se avessero vinto in quegli anni Gramsci e i compagni sarebbe stato il primo stato occidentale satellite di Mosca e Gramsci certamente (squisito intellettuale social utopico…) avrebbe inaugurato i Gulag del baffone!

Questi bivi della storia, sono tutt'oggi indicibili a Ferrara (e non solo, anche nelle regioni rosse in generale, si pensi solo agli ostracismi anche recenti verso lo stesso Pansa…) dove appunto si continua con la parastoria della Liberazione a una dimensione! Legittimo per i partigiani residui, affettivamente e umanamente: ma non per esperti (stampa ferrarese inclusa in generale) che occultano intenzionalmente la verità storica anche diversa ormai patrimonio acquisito delle scienze sociali contemporanee…



Roberto Guerra  scrittore e futurologo

mercoledì 23 novembre 2011

Marcello Veneziani: l'indicibile pesantezza dell'ipocrita e faziosa ex sinistra... *from Il Giornale

Mario Monti

Il Giornale

"Risparmiateci i monaci con i tacchi a spillo"

C’è una parola d’ordine che rimbalza dai leader della sinistra ai giornali, dalla tv alla satira perfino: con la caduta di Berlusconi è finito il Carnevale, siamo finalmente tornati alla Sobrietà.
 

Tristemente mi rallegro ma chiedo alla Confraternita dei Flagellati di Sinistra, all’Ordine dei Quaresimali della Stampa Seria e ai Penitenti tutti se con la nuova sobrietà introdotta dai Tecnici Austeri verrà soppresso anche il carnevale pacchiano del Gay Pride, i caroselli dei trans con relative marrazzate, le fellatio gay al Colosseo difese come libere effusioni, le sgargianti occupazioni di suolo pubblico, teatri, facoltà e scuole pubbliche, la centralità dei comici nel discorso politico, gli insulti al Nemico, l’invadenza urbana dei Centri sociali, i localini trendy dove bivaccano antagonisti e fancazzisti, e bevono e fumano e fanno sesso alternativo, la spinelleria assortita dei compagni da sballo o i compagni da passeggio che sfasciano vetrine e scagliano estintori sui carabinieri e vengono santificati.

Lo dico per esempio a Vendola, compagno di partito di Luxuria e di molti dei suddetti compagni, che ora celebra la fine del carnevale berlusconiano e l’avvento della sobrietà.

continua:

http://www.ilgiornale.it/rubrica_cucu/risparmiateci_monaci_tacchi_spillo/governo_tecnico-esecutivo-mario_monti/23-11-2011/articolo-id=558424-page=0-comments=1

martedì 8 marzo 2011

Azione Futurista-Graziano Cecchini : Estense com Ferrara - deriva cattocomunista?

  futuristaferrara.jpg


*Nel recente passato, avevamo sollevato come Azione Futurista la questione: Estense com on line era l'unica testata ferrarese aperta e non ingessata, pur diretta da un noto simpatizzante del pd, anche -almeno a suo tempo- collaboratore de L'Unità. Né certa deriva attuale globalmente inficia tale necessaria comunque stima e certi margini di informazione libera ancora oggettivamente presenti in Estense com.
Va da sé: l'effetto Magistratura e il cosiddetto sex gate alla fine hanno condizionato anche il quotidiano on line. Ferrara, poi, capitale del KattoKomunismo, ancora più vulnerabile: ovunque certa campagna letteralmente orwelliana di mistificazione è in corso come non mai sul reale degrado poltico-culturale-civico della città estense. Sullo scandalo di Kona, il maggiore della sanità italiana, come giustamente ribadisce in questi giorni Tavolazzi di PpF, lanciando finalmente il prossimo mese il Referendum mediatico, il comitato centrale è letteralmente scatenato: tutti mobilitati per decantare il futuro ospedale come avanguardia - al contrario-  della sanità, han proclamato, ...persino a livello europeo! Sulla tangenziale incompiuta da oltre un decennio, addirittura il PD fa sit in di protesta, dimenticando chi erano i committenti dell'ennesima Cattedrale deserta del Sud a Ferrara, vale a dire esso stesso...
Anche Estense com rilancia tali notizie con strategie mediatiche accondiscendenti. La parola è ancora libera per le residue opposizioni, ma mera strategia virtuale.
Altrettanto grave è persino l'inquisizione ormai pilotata dal PD, tollerata da Estense com, nei cosiddetti spazi commenti: in altre testate- si veda in fondo- il filtro è reale e garantito. In estense com, nessun filtro concreto, anzi quasi simpatia verso chiari untori – sollecitati chiaramente dal Pd. Nulla di illegale, ma ormai estense com tollera attacchi ad personam suscettibili di chiare denuncie giudiziarie se certi utenti avessero solo voglia di imbarcarsi in noie burocratiche. A parte gli untori cattocomunisti, nessun filtro verso soggetti "net-patologici" che usano il web come trolls, sarebbero banditi in qualsiasi forum serio della Rete! In tal senso Estense com è il laboratorio live della reale psiche ferrarese media... ma nello stesso tempo il giornale è diventato in tal senso quasi un trailer del trash del GF o dell'Isola dei Famosi o dei programmi demenziali della De Filippi.
Per l'audience? Va da sé, non a caso, nessun scrittore o intellettuale ferrarese, neppure quelli accademici o persino mandarini del PD, scrive nei forum su estense com (almeno con nome e cognome...). Ci abbiam provato noi futuristi, ora stop, vista la mediocrità degli utenti nonché la solerzia appunto degli untori web del Pd in veri e propri stalking digitali, tollerati dal quotidiano on line... Poi- ogni tanto- interviene la redazione- su questioni palesemente ideologiche che rivelano il DNA naturale del quotidiano:recentemente una nota sulle foibe incredibile, a negare la specularità nazismo-comunismo da anni provata documentata dalla storia!!!
In ogni caso, nessuno lo dice apertamente, tranne noi futuristi, a Ferrara... ma la stima reale dei ferraresi stessi verso l'informazone cittadina in generale, ci fosse un sondaggio anonimo, è meno di zero... 
 
AZIONE FUTURISTA ROMA-FERRARA

 

*from Punto Informatico  http://puntoinformatico.it

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venerdì 3 dicembre 2010

Travaglio a Ferrara: elogia Franceschini e offende Sgarbi!

  

Ferrara, 1 dicembre 2010 - Marco Travaglio torna in città dopo cinque mesi. Al Teatro Nuovo andrà in scena ‘Promemoria’. Il giornalista torinese, che ieri era in viaggio, non lesina le stoccate. Un gustoso antipasto di quello che offrirà agli spettatori stasera. Ferrara è da sempre un feudo della sinistra. Ultimamente però le cose stanno cambiando. Comacchio, ad esempio, per la prima volta è andato al Pdl.

Come spieghi questi risultati? «E’ un po’ quello che è successo a Bologna con Guazzaloca. Il voto a sinistra è stato dato per scontato, come se fosse un atto dovuto in eterno. Se protratta per troppo tempo, la gestione del potere diventa occupazione. Il ricambio è positivo e salutare. Poi, se per caso si è delusi, nulla vieta di tornare indietro».

Tra i ‘prodotti tipici’ di Ferrara c’è Dario Franceschini. Il sindaco di Firenze lo ha definito il ‘vicedisastro’. Pensi ancora che sia così? «La definizione era stata data quando Franceschini era il braccio destro di Veltroni, autore di una politica demenziale in grado di rivitalizzare Berlusconi. Poi quando è stato segretario, fortunatamente si è smarcato da Veltroni. Alla fine, anche Veltroni si è smarcato da se stesso. Franceschini è una persona molto intelligente, anche se ormai appartiene a una stagione superata».....

Da un ferrarese di sinistra a uno di destra: Vittorio Sgarbi. Recentemente ha detto che ‘nessuno come lui ha combattuto con violenza la mafia dell’eolico’. Confermi? «Non lo so, anche perché non abito a dieci chilometri da Marsala e non sono a conoscenza di quello che ha fatto. So solo che ha preso le difese di persone come Andreotti e Contrada. Forse esistono modi migliori di combattere la mafia».

.....continua Resto del Carlino Ferrara

*

martedì 16 novembre 2010

Marcello Veneziani- Storici Comici

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L'Italia sarebbe il paradiso terre­stre se non ci fos­se Berlusconi. E dunque salviamo l’Italia dal suo unico, vero male, il Tiranno, al secolo Berlu­sconi. Capisco la politica che dice queste cose, rien­tra nella lotta e nella pro­paganda.

Capisco pure la gente di sinistra che ha bi­sogno di trovare un Mo­stro su cui scaricare i mali d’Italia e suoi personali, le amarezze e le frustra­zioni della vita, menopau­sa inclusa. Arrivo a capire con qualche sforzo che lo facciano i giornali perché sono schierati, militanti e poi devono esagerare per vendere.

Ma che pena vedere gli storici sullo stesso piano. Ne cito due, di versanti opposti. Ernesto Galli del­l­a Loggia scrive un necro­logio politico più che un editoriale dedicato al fu Berlusconi; ne parla co­me di un’esperienza fini­ta con tratti che definisce addirittura agghiaccian­ti. Gli sfugge che la solitu­dine del premier è in com­pagnia di qualche decina di milioni di italiani.

Giu­sta la critica ai cortigiani e alle mezze calzette, legit­tima la sua critica politica al premier; ma si può cele­brare un funerale senza aver visto come va a fini­re, in una situazione così incerta e con un Paese an­cora largamente vicino a Berlusconi? No, lo stori­co ha fretta di far lo stori­co, e dunque di parlare del presente al passato, quindi sotterra ancora vi­va un’esperienza in cor­so. Professor Ernesto, la guerra è appena comin­ciata, non puoi già decide­re tu come va a finire e ce­lebrare il trigesimo di una forza in campo. ..

continua IL GIORNALE

mercoledì 22 settembre 2010

Università Paolo Spath e la Meglio Gioventu'contro i Baroni rossi stinti e mediocri

....«Bloccare la didattica - scrivono Paolo Spath (Gi) e Andrea Bergami (Au) - significa ledere in modo spregiudicato e palese il diritto allo studio degli studenti che pagando molte tasse (superano abbondantemente i 1200 euro annui), il trasporto e l’affitto di posti letto hanno il sacrosanto diritto di poter usufruire del servizio che gli spetta: le lezioni». Per questo oggi dalle 10 alle 12.30 Giovane Italia e Azione Universitaria organizzano una manifestazione davanti alla sede della Facoltà di Architettura di via Quartieri. .....

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Ma sono anche i motivi della protesta a essere contestati dai sindacati studenteschi vicini al centrodestra. La riforma, sostengono, è legata «all’esigenza di controllare l’operato dei ricercatori e dei professori, valutandoli sulla base qualitativa e quantitativa del lavoro svolto all’interno degli Atenei. Altra esigenza è quella di regolamentare l’assunzione e la progressione di carriera all’interno dell’Università, meccanismo gestito fino ad oggi in modo asimmetrico e poco trasparente».  «È assurdo affernare che la riforma Gelmini premia la meritocrazia - replica Luigi Marattin, responsabile Economia e Università del Pd ....

S- LA NUOVA FERRARA

martedì 31 agosto 2010

Il Compagno Gheddafi in Italia

* da Il Giornale
 
Gheddafi viene in Italia e l’opposizione lo copre di fischi. Qualche tempo fa era lui a dirsi «fratello» di Romano Prodi e «amico» di Massimo D’Alema. Succede. È come vedere la tua fidanzata storica che si bacia con il tuo rivale. Tutta questa polverosa indignazione che l’opposizione di sinistra ha sollevato in questi giorni altro non è che gelosia. Muammar Gheddafi, fino al 2008, era praticamente «cosa loro».

prodi-castro.jpg

E oggi che il premier Silvio Berlusconi gli ha scalzati la sinistra s’indigna.
Il rapporto tra Muammar e il Professore va avanti del 1996, all’alba del suo primo tragicomico biennio da premier. Anche allora fu stretta di mano nel tendone, danaroso contratto con l’Eni firmato e ciao. «Voglio esprimere la mia gratitudine a mio fratello Romano», disse qualche anno dopo il Colonnello. Era il 27 aprile del 2004, per lui era la prima volta in Europa dopo vent’anni. Tutto grazie a Prodi, che da presidente della Commissione europea gli aveva spalancato le porte di Bruxelles e si era speso, con successo, contro l’embargo dell’Onu alla Libia. «Oggi - rispose Prodi - è un grande giorno per l’Europa». In mezzo, in quegli otto anni, ci furono decine di incontri e telefonate riservate.

La sinistra italiana, dalla Bindi in giù, si spellava le mani dagli applausi per il grande lavoro dell’ex premier. «La stampa straniera - gongolò il fedelissimo di Prodi Giulio Santagata - aveva bollato l’apertura di Prodi a Gheddafi come una iniziativa sconsiderata e incomprensibile, un passo falso. Oggi credo che qualcuno dovrebbe rendere merito alla lungimiranza di Prodi». Persino l’allora ministro degli Esteri Lamberto Dini fu ricevuto due volte nella tenda....
 
segue
http://www.ilgiornale.it/interni/quanti_fratelli_sinistra_gheddafi/31-08-2010/articolo-id=470114-page=0-comments=1

martedì 24 agosto 2010

Marcello Veneziani vs contro i Cretini Militanti


da IL GIORNALE
 
* di MARCELLO VENEZIANI
 

Alla fine spuntò il Cretino Militante e scrisse: non compro più libri della Mondadori nel nome della legalità e in odio a Berlusconi. Povero cretino che ti reputi dotato di coscienza superiore, non sai cosa ti perdi. Ti perdi il catalogo della cultura, non solo italiana e non solo contemporanea. Ti perdi i Classici, i Meridiani, gli Oscar, i principali autori. Per fare un dispetto all’editore ti voti all’Ignoranza. Ma come sempre accade, il cretino è il prodotto terminale di una lunga operazione intellettuale e politica. In principio fu Vito Mancuso. Lo stimato teologo, anziché porsi un problema di coscienza con i lettori per aver firmato un libro con pagine copiate, ad opera del coautore, della sua stessa scuderia di Repubblica (e non è il solo autore de la Repubblica ad aver plagiato), si pone il problema morale di scrivere per la Mondadori che secondo il Verbo del suo quotidiano, non sarebbe in ordine col fisco e con la legge.

Autore della Mondadori sono anch’io, dopo una vita libertina e poligama tra editori vari, reduce da un felice ménage con Laterza che la sinistra continua a rimproverare all’editore (l’ultimo è Nicola Tranfaglia che in un libro rinfaccia a Laterza di aver pubblicato me che son di destra). Ma un autore risponde del suo libro e non dei libri contabili dell’azienda per cui scrive: ognuno risponde di quel che fa lui, soprattutto se svolge un’attività solitaria come quella di scrittore. E lo stesso vale per i giornali su cui scrive. Non mi pagano in nero, dichiaro i miei proventi d’autore al fisco, non copro nessuna illegalità.

 

segue

 

http://www.ilgiornale.it/cultura/la_nuova_campagna_contro_mondadori_ipocrisia/23-08-2010/articolo-id=468589-page=0-comments=1

 

 

sabato 14 agosto 2010

Azione Futurista Ferrara Internet Astronave Culturale

da Recensione Dinanimista webzine di Zairo Ferrante
da Estense Com
 
Internet Astronave Culturale

 ... Italian Channels | Rai Due | http://www.bing.com/images/search?mkt=it-IT&q=RAI+DUE&FORM=HOTAPI#...

 

http://www.estense.com/internet-astronave-culturale-07655...

Molto interessante l’intervento intitolato Internet Motore Culturale…. Finalmente i limiti strutturali della casta politico-culturale cattocomunista affiorano… Va da sè-in ambito strettamente culturale- al di là di quello turistico ottimamente espresso da Viola- che oltre alle parole dei legittimi oppositori, Maisto e compagni abbiano diritto anche a fatti. Ebbene nei fatti Azione Futurista Ferrara (Roma, perché in sinergia diretta con  Graziano Cecchini) li comunica da tempo.

                                                                                                   
Tutte sinergie attivate grazie alla Rete specifica di Azione Futurista Ferrara, ovvero due webzine attive dal gennaio 2009 (Futurismo 2009 e Sands from Mars + la dinanimista Recensione Dinanimista), un giornale blog -10000 visite al mese- L’Asino Rosso – segnalato da Wikipedia nella pagina di Graziano Cecchini- il blog Scienza e Futuro official futurista e transumanista in banner home page per la cronaca nel sito dell’AIT stessa (Associazione Italiana Transumanisti) e di Futurology.it del giornalista informatico U.Spezza. I fatti sono questi.
Parto dalle news: a Milano prossimo ottobre Museo della Scienza per il convegno internazionale Transvision 2010 a cura dell’Associazione Italiana Transumanisti (sede centrale Milano), sezione Italia di Humanity + (Londra-New York- movimento culturale scientifico e futurista o futuribile), tra i relatori, chi scrive Roberto Guerra (e con me – per un parallelo intervento video ci saranno altri due ferraresi oltre a Cecchini), accanto ad altri circa 30 esperti internazionali in informatica, intelligenza artificiale, filosofia della mente e arte elettronica (da D. Orban e M. More a R. Campa a N. Vita More a P. Capucci).

A partire dal 2009:(come sempre riportato da Estense Com, ma censurato dalla stampa ferrarese quotidiana, compreso Cronaca Comune Ferrara-) chi scrive – coordina il Laboratorio nazionale di Letteratura Futurista sempre per l’Associazione Italiana Transumanisti che include tra i suoi ricercatori (oltre allo stesso Cecchini) anche i ferraresi Zairo Ferrante, Maurizio Ganzaroli (scrittori), Eugenio Squarcia (Film-makers e scrittore) e Giovanni Tuzet.(scrittore e docente alla Bocconi di Milano…).

Frutto di questa sinergia web oltre alle webzine, tra le attività ufficiali del laboratorio- non solo blog…- vi è anche una casa editrice on line- Futurist Editions che ha già prodotto oltre 20 eBook (gratis per la cronaca!) e anche -per chi scrive e Cecchini- prossimamente anche per altri scrittori ferraresi- prestigiose pubblicazioni cartacee a cura dei transumanisti stessi, saggi a più voci con firme italiane e straniere di punta a livello sociologico o filosofico o cibernetico sociale (Incluso il manifesto del centenario futurista di Ferrara, evidenziato a suo tempo su Rai Due, proprio a seguito di contatti via web di chi scrive con la Rai stessa!). Tutto quanto sopra è documentato nel web. Vedi link in fondo.

Vogliamo dire: van benissimo i dibattiti su Ferrara e Internet, ma scientificamente parlando, a Ferrara c’è chi non parla soltanto e magari aspetta sempre l’imprimatur istituzionale, ma la Rete la usa già con risultati che possono piacere o meno, ma sono fatti indiscutibili.

Se non lo si sa è perchè – nonostante il Comune di Ferrara e la stampa di regime quotidiana a Ferrara siano puntualmente informati- sia i referenti istituzionali che certo giornalismo provinciale ferrarese per scelte ideologiche o peggio per analfabetismo informatico culturale-  non comunicano le notizie.

Per questo motivo, viste ormai le sinergie attive prestigiose fuori Ferrara (queste ed altre…), abbiamo deciso, nonostante alcune iniziative già in preparazione a Ferrara, di non fare più nulla a Ferrara stessa. E di non partecipare più  a qualsivoglia dibattito a Ferrara, tanto non cambia nulla…. Chiunque abbia talento a Ferrara si arrangi da solo utilizzando il web e lasci perdere una città che semplicemente sta crollando strutturalmente.

E lo stesso Maisto è soltanto un alfiere finale che sconta già colpe non sue di lunga memoria (con Sateriale il Buco Nero… il punto di non ritorno). Quanto alle opposizioni culturali, finchè parlano di Internet anziché utilizzare il web in prima persona, o si limitano a sponsorizzare solo sé stesse chiedendo comunque fondi pubblici, non sono credibili….

Chi ha talento autentico a Ferrara appunto grazie al web prima o poi trova connessioni evolute, impossibili nella primitiva Ferrara . Ferrara?– per dirla con D’Annunzio-  “Me ne Frego!”  Va bene di tanto in tanto per una bella passeggiata….Ma  a differenza degli addetti alla cultura istituzionali o pseudoprivati di Ferrara non ce ne freghiamo dei talenti eventuali ferraresi. Chi desidera  interfacciarsi con la rete neofuturista ferrarese e italiana… può contattarci a questa mail:

bobby.war@alice.it.

 info www.transumanisti.it

www.transvision2010.wordpress.com

AZIONE FUTURISTA ROSSOTREVI

Roberto Guerra
Graziano Cecchini
Maurizio Ganzaroli
Zairo Ferrante
http://recensionedinanimista.myblog.it/archive/2010/08/10/articolo-dal-quotidiano-estense-com.html

Elogio delle Veline


da IL GIORNALE
 
Milano - Entrarci, se volete, è relativamente facile: si superano le selezioni ed è fatta, si diventa veline di Striscia la Notizia.
Ma uscirci, poi, quello sì che è complicato. No, non dal programma: scade il contratto e via. E’ difficile uscire dal «velinismo», la cambiale che spesso queste ragazze pagano sopportando accuse roboanti tipo essere «vittime dell’androcentrismo sessuale», «tette e culi senza cervello» e altre amenità del genere. Sia chiaro: le vicende personali di ciascuna, il tourbillon gossiparo, le esagerazioni, il glamour vero o presunto, sono cose a parte. Ma che le veline siano vittime, più che carnefici, del velinismo è abbastanza evidente. Se non altro perché il velinismo è una parola nuova affibbiata, con un inedito riflesso negativo e spesso inutilmente politicizzato, a un criterio vecchio come il mondo. In fondo anche Macario o Totò, per dire due degli ultimi in ordine di tempo, non sceglievano certo le loro ballerine di fila dopo averle sottoposte a un esame di filosofia. Ma nessuno, ovvio, aveva da ridire. Insomma il velinismo - ossia il temporale di luoghi comuni che si abbatte su veline e affini - è una tassa che hanno pagato tutte ed è inutile citare solo la più famosa, Elisabetta Canalis. Nel lunghissimo elenco di showgirl transitate a Cologno dal 1988, dalle prime Cristina Prevosti, Stefania Dall’Olio, Eliette Mariangelo e Micaela Verdiani fino alle ultime due, la percentuale di chi ce l’ha fatta a continuare la carriera è sostanzialmente identica a qualsiasi altro ambiente di lavoro....

 
SEGUE
http://www.ilgiornale.it/spettacoli/le_veline_che_resistono_velinismo/12-08-2010/articolo-id=466700-page=0-comments=1?&LINK=MB_A

giovedì 12 agosto 2010

La Casta degli Editori

da Il Giornale
 
Da più di un mese imperversa un’aspra polemica sull’industria editoriale, innescata da un documentario girato dal critico letterario Andrea Cortellessa, Senza scrittori. Secondo Cortellessa la grande editoria sta compiendo una sorta di pulizia etnica globalizzante, al termine della quale agli amanti della letteratura non resterà che fuggire in un villaggio al confine fra l’Italia e la Slovenia, Topolò, dove si tiene il più piccolo festival letterario del pianeta.

C’è molta autoironia in Senza scrittori, e anche qualche verità, ma qui si vorrebbe provare a capovolgere la questione. Ci domanderemo come mai in Italia non si riesca a far fruttare il capitale con i romanzi che durano. Senza questo capovolgimento ogni discussione resta ancorata a un contrasto fra buoni e cattivi, e diventa una perdita di tempo.
Il primo passo da compiere è sbarazzarsi della soluzione più ovvia, e cioè che da noi sia difficile vendere la buona letteratura per ragioni storiche e culturali.

Messa così, la buona letteratura non vende per la stessa ragione per cui l’Italia non ha mandato un uomo sulla Luna. Eliminata la risposta contestuale, diventa logico individuare alcune figure che indubbiamente potrebbero essere chiamate in causa.

Per molti lo scarso rilievo dato ai romanzi di qualità è la conseguenza di una sorta di complotto filisteo ordito dagli editori....
 
SEGUE
http://www.ilgiornale.it/cultura/i_romanzi_italiani_o_brutti_best_seller_o_belli_senza_lettori/10-08-2010/articolo-id=466333-page=0-comments=1?&LINK=MB_T

lunedì 9 agosto 2010

Claudia Salaris: quando i compagni bruciavano i futuristi

da GLI ALTRI ON LINE
 
Su una terrazza con gran vista, stretta tra la piazza del Popolo e della Libertà, Claudia Salaris dice una cosa che – se non fosse amara ma vera – suonerebbe come una di quelle storielle sui colmi. Il colmo per un cuoco, per un idraulico, per un pescatore. Cose così, che fanno ridere pochissimo. E appunto, potremmo dire: qual è il colmo per una storica del Futurismo? Avere, del futuro, una pessima opinione. «Penso che tra pochi anni nessuno si ricorderà niente. La scuola non sollecita alcuna curiosità e noi siamo condannati all’oblio». Riflette, sorride, e pareggia: «Dài, ci può essere sempre lo stupore dell’incontro».
Il suo lo ebbe negli anni Settanta con l’artista Pablo Echaurren. Un rapporto d’amore, di bassi elettrici (la passione di Echaurren, disseminati in ogni stanza della casa) e di futuristiche parole in libertà. Nella foto qui in alto (uno scatto di Tano D’Amico), li potete vedere abbracciati, lui con un taglio alla Ringo Starr, lei felice e capelli sciolti (anche se il più scenografico è il tipo con la barba nella macchina. Chissà chi è). Salaris comincia a raccontarsi da quegli anni, dai primi baci con Pablo, l’amico d’infanzia ritrovato tra gli irregolari del movimento, alle appassionate cacce all’inedito futurista, inebriata dall’«unica avanguardia per cui l’Italia sarà ricordata» e dai lazzi del fondatore, Filippo Tommaso Marinetti. Lì iniziò un viaggio che ha portato Salaris a scrivere libri (come quello godibilissimo per Giunti, l’anno scorso, a 100 anni dal manifesto futurista) e a installare un ponte radio tra due tradizioni culturali tanto distanti nel tempo quanto vicine nella furia: il Futurismo e la creatività degli anni post Sessantotto. «Ad un certo punto capii che le esperienze che stavo vivendo con la militanza potevano coincidere con l’oggetto del mio studio».
 
SEGUE
http://www.glialtrionline.it/home/2010/06/11/claudia-salaris-studiavo-il-futurismo-e-mi-dovevo-vergognare/

domenica 11 luglio 2010

Antifuturismo dei fossili del Manifesto

da IL MANIFESTO

Futurismo DELL ISTANTE
Dal primo numero di «Alfabeta2», in edicola da oggi, anticipiamo un testo dell'autore di Città-panico (*Paul Virilio). In un mondo dominato dall'ossessione della simultaneità, gli attacchi alla memoria si possono leggere come dichiarazioni di un conflitto le cui conseguenze saranno di ridurre la storia a pura aneddotica

Che sia il tempo dilatato del «futurismo» o lo spazio contratto del «progressismo», nel XX secolo la velocità altro non è stata se non la propaganda di un crescente disastro. Futuristi italiani o futuristi russi, adepti della guerra lampo di qualunque fascismo, sono stati tutti le vittime del cosiddetto futurismo dell'istante, fino a questa recente «realtà aumentata» di uno spazio virtuale a sostituzione dello spazio reale del globo terrestre. Pensiamo alla prospettiva del tempo reale dell'ubiquità di cui Google Earth è solo uno degli aspetti; a quella prospettiva del rilievo che coinvolge non solo le nostre relazioni soggettive e interpersonali, ma soprattutto il modo in cui ci poniamo in rapporto al mondo.

Con l'abitudine agli schermi multipli, la messa a fuoco del campo visivo ci distoglie dalla percezione laterale, dal campo lungo che forniva di ampiezza corrente lo spazio reale dei confini delle nostre attività, e con questo induce un disorientamento dell'essere qui; in questo modo la vicinanza tele-obiettiva dei dispositivi di trasmissione modifica la comprensione dell'ambiente dentro il quale ciascuno si evolve fisicamente. Così, al rilievo naturale della prospettiva dello spazio reale, risultato del carattere binoculare della visione, si somma l'«effetto reale» degli schermi, che provoca un secondo tipo di rilievo stereoscopico nel quale la normale «obiettività»dello sguardo e la strumentale tele-obiettività degli apparecchi di ripresa si saldano all'improvviso e realizzano per la nostra visione ciò che i bassi e gli alti della stereofonia provocavano già nell'udito; il «realismo» dell'osservazione a occhio nudo subisce l'impatto dello stereo-realismo di questa tele-realtà che è sempre solo l'eccesso di reale della brama degli occhi.

segue http://www.ilmanifesto.it/il-manifesto/argomenti/numero/20100708/pagina/11/pezzo/282132/

* straordinario esempio dei resti di certi intellighenzia rossa che -- nonostante il centenario del futurismo del 2009 celebrato in tutto il mondo - continua a bollare di fascismo Marinetti e compagni (persino Majakowskij ora!) con un incredibile aggiornamento persino a Internet e alla Realtà Virtuale,,,,, Futurismo fascismo dogma, archiviato persino da gran parte degli stessi studiosi di "sinistra" ma non dai Dinosauri intellettuali persino di Alfabeta. Siccome qua ovviamente il linguaggio pare aulico e molto colto, va da sè, estendere nel 2010 la più reazionaria censura sul futurismo persino ad Internet ed ai suoi effetti.... razionalizzarla addirittura con una sua ulteriore estensione a certo cognitivismo psicologico, in tal sede Alfabeta-Manifesto,  volgarizzato ai limiti delle prodezze di Lisenko (il sedicente genetista di memoria sovietica...) merita soltanto un netto giudizio di rifiuto e di denuncia verso tale mistificazione retro pseudointellettuale,  senza se e senza ma.  Ormai certe teste calve pseudomarxiste sembrano la casta culturale persino delle scimmie nel celebre film di fantascienza!  "...Rilievo naturale della prospettiva dello spazio reale..."  Ma queste reliquie del Manifesto e Alfabeta e naturalmente l'autore origine di tal passatismo contemporaneo- il pur celebre Virilio (per carità, di penna anche affascinante..) han mai letto che cosa scriveva sulla prospettiva il solito...McLuhan negli anni '60 del...secolo scorso (e dopo di McLuhan la ..scienza dei media)?!  E sulla stampa come tecnologia che ha creato proprio la prospettiva dello spazio reale? Altro che..naturale!  Asino Nero 

 

giovedì 29 aprile 2010

1945-Corriera fantasma a S. Possidonio( Modena)

S. Possidonio è un Comune della provincia di Modena a pochi chilometri da Mirandola. Nell'immediato dopoguerra, e precisamente subito dopo pochi giorni dal 25 aprile, in moltissime  regioni  italiane, furono commessi eccidi e massacri proprio ad opera di coloro che salirono sui carri americani con il loro fazzolettino rosso inneggiando alla libertà!! Non si intende ,naturalmente tutti,ma una numerosa "masnada" di delinquenti che hanno insanguinato vergognosamente l'Italia e il 25 aprile.La storia, che è sempre stata solo unidirezionale,non ha mai scritto la verità sugli eccidi compiuti da partigiani, a guerra finita.Forse perchè l'elenco era talmente lungo da far vergognare e inorridire persino il lettore.Esempio: La strage di Oderzo( a cura dei partigiani della Brigata garibaldi ")-vittime furono 144 fra i giovani ufficiali della scuola - Il massacro di Schio( Vicenza) - La strage delle ausiliarie - la strage di Bologna -  l'eccidio dell'Ospedale psichiatrico di Vercelli - L'olocausto della "Monterosa" - le stragi di Sondrio, di Modena,di Codevigo (Padova ),di Rovetta ( Bergamo) .........
Emblematico è stato il ritrovamento della " Corriera fantasma" o della " Corriera della morte" sotterrata in un campo del comune. Si trattava di un veicolo che fu messo a disposizione della Santa Sede,con bandiera Vaticana, per il rientro dei soldati  dal fronte a guerra terminata, e precisamente nel maggio 1945, dove furono fatti salire anche tanti allievi ragazzini di età inferiore ad anni 17.
Ma la corriera fu fermata a S. Possidonio da un gruppo di partigiani  e i passeggeri furono uccisi e seppelliti con ferocia inaudita.
Solamente nel 1950/51,dopo il processo ,dove furono condannati ( per modo di dire)i partigiani, autori dell'eccidio, si potè procedere
ad una ricostruzione dei fatti. Furono ritovate parecchie ossa appartenenti alle vittime dell'eccidio nelle campagne di S. Possidonio e precisamente nel cosidetto " Fondo Pacchioni".
Da alcuni anni, per opera del prof. giorgio Zavagli,docente universitario di medicina all'università di Ferrara,del dott. romolo magnani,del geom.Carlo Bellini e dell'avv.Roberto Lodi, su di un lotto di terreno acquistato da privati e sul posto dove fu compiuto l'eccidio della "Corriera fantasma", è stata eretta una semplice croce,alta quasi quattro metri e mezzo con su scritto :" In ricordo delle vittime trucidate dal piombo partigiano a guerra finita "
Nell'anno 2006,grazie ad una donazione dell'autrice,nella persona della scultrice ferrarese, MIRELLA GUIDETTI GIACOMELLI, ai piedi della croce è stata posta una scultura bronzea raffigurante una madre che piange i propri figli.

Si dice che l'ANPI abbia fatto di tutto per impedirne la realizzazione e la deposizione del monumento all'eccidio.

                                                      CRUDELIA  DEMON

http://trovacinema.repubblica.it/film/trailer/il-sangue-dei-vinti/352563

lunedì 26 aprile 2010

Lasciate in pace la Barbie

da IL GIORNALE

....Invece pensate alla violenza implicita delle bambole: cosa pensavamo da bambini, quando scoprivamo che noi avevamo la fessurina e il pistolino e le nostre bambole preferite niente? È per questo che, forse, Big Jim sarà stato l’amante di Barbie? Perché pur non avendo un pene neppure lui se lo spogliavi aveva saldate delle mutande di plastica inamovibili, e quindi poteva nascere il sospetto che, sotto sotto, scardinando, ci fosse qualcosa? E allora sarà per questo che si chiama Big Jim, non Big di nome e Jim di cognome, bensì allusivamente Big, Big come il Big di Sex & The City? Perché d’altra parte Mister Muscolo, per esempio, quanto a grandezza apparente lo batteva, ma sotto il costumino niente nemmeno lui, quindi è un’ipotesi sensata e forse gatto ci cova. E però, se pure fosse stato l’amante di Barbie, e Ken un cornuto, restava un altro problema: Big Jim era snodabile, lo mettevi in qualsiasi posizione, gli piegavi le ginocchia i talloni le braccia, mentre la Barbie era come Ken, non adatta neppure a un kamasutra basic, perfino le mani erano due palette stecchite.
Comunque sia una cosa è certa: o voi maschi non maschilisti, o femmine veterofemministe, se avete delle turbe d’identità moral-sessuale, come Susanna, lasciate in pace la Mattel, il rischio è che vi sostituiscano la Barbie con il modello Tamaro o il modello Bindi, poi non venire lamentarvi da me se le vostre bambine vengono su come le femministe del Corriere della Sera....

ART COMPL

http://www.ilgiornale.it/interni/care_femministe_lasciate_stare_barbie/24-04-2010/articolo-id=440149-page=0-comments=1

domenica 25 aprile 2010

La Resistenza Tricolore

petacco mazzucca.jpgda Il Sole 24 Ore   La Resistenza Tricolore di Arrigo Petacco e Giancarlo Mazzuca

8 settembre 1943: dopo la proclamazione dell'armistizio da parte del maresciallo Badoglio e la fuga di Vittorio Emanuele III e del governo a Brindisi, i militari italiani, abbandonati al loro destino, si trovarono di fronte a una drammatica scelta: stare con il re o con il duce? Seguirono ore febbrili, durante le quali i tedeschi, i nuovi nemici, non faticarono molto a impadronirsi della parte non ancora liberata della penisola. Contro di loro ebbe inizio la Resistenza. Con questo termine s'intende, in genere, la Resistenza partigiana, attiva soprattutto dal giugno 1944, giacché la storiografia ufficiale pare avere dimenticato la dolorosa vicenda dei tanti militari che, in obbedienza agli ordini ricevuti e mantenendo fede al giuramento prestato, rifiutarono di arrendersi ai nazisti e morirono combattendo, non soltanto in Italia ma anche nei Balcani, in Corsica, nelle isole dell'Egeo e nelle altre lontane località presidiate dalle nostre truppe. Arrigo Petacco e Giancarlo Mazzuca, con l'ausilio di documenti storici e testimonianze dirette di coloro che si trovarono a vivere quelle ore cruciali, ridanno voce a una memoria ingiustamente trascurata.

VIDEO

sabato 27 febbraio 2010

In fuga da La Repubblica

ASINO.jpgda Il Giornale

Fuoco amico? Chiamalo amico. Al confronto, gli anatemi più accalorati del premier contro la Repubblica sbiadiscono al rango di scherzoni. Non c’è come ascoltare le firme storiche del giornale, ora passate altrove, per capire la differenza. Se Berlusconi si limita a sporadici contropiede, per interrompere gli attacchi incessanti dell'avversario, le firme dimissionarie impostano tutto sul duello fisico. Puntano l’uomo, non hanno paura dell’uno contro uno. Se c’è bisogno, entrano decise da dietro. E lasciano i segni sulle caviglie.
Anche in questa strana partita, qualche volta bisogna ricorrere alla prova televisiva. È grazie al replay che ora tutti sono in grado di valutare la durezza di Barbara Palombelli nel fuorionda di Mattino5. Riservando alle riprese dirette il celebrato garbo da santa donna dei salotti buoni, la sora Barbara non esita a liberare il Materazzi che evidentemente alberga sotto i suoi pizzi e fa danni atomici. Riassumendo, nell’ordine. L’editore Caracciolo: «Defunto, poverino, ma ha seminato figli, casini, cose e ha strangolato Ciarrapico». Il fondatore Scalfari: «Sulla sua vita mi astengo, ma un giorno parlerò...». L'attuale direttore Mauro: «Anche lui...». Nonostante tutto questo, dice lei, il trio non ha comunque esitato a impaginare l’attuale «Giornale dei moralisti». Si chiede risentita l’ex coccola del glorioso tabloid: «Ma moralismo di che? Il pulpito è un pulpito dove editore, fondatore e direttore diciamo puntini puntini»....

CONTINUA http://www.ilgiornale.it/interni/bye_bye_repubblica_scalfari_mauro__c_chi_li_conosce_li_evita/20-02-2010/articolo-id=423478-page=0-comments=1

video http://www.youtube.com/watch?v=HASlM17pULg

mercoledì 3 febbraio 2010

Equivoci transumanisti?

http://estropico.blogspot.com/2010/02/mutare-o-perire.html

Noto che ancora una volta Fabio Albertario ha colto l’occasione per attaccare ad personam Stefano Vaj, accusandolo di neofascismo (proprio Estropico che ha posizioni conservatrici, riconducibili alla destra tradizionale!). Ma Albertario ha proprio un’ossessione! Non entro nel merito delle idee politiche, ma va evidenziato che Stefano Vaj ha una cultura e un'erudizione di gran lunga superiore a quella di Fabio Albertario. Per cui non stupisce affatto che Riccardo Campa (che ha notoriamente militato nel PSI e nella Rosa nel Pugno e dunque di tutto può essere accusato fuorché di essere fascista) abbia chiesto a Vaj di scrivere la prefazione. Mai avrebbe potuto affidarsi a Fabio Albertario, che non è un esperto di filosofia e sociologia della tecnica. Albertario si accanisce ormai da anni contro Vaj, ma i titoli e le pubblicazioni parlano da sole. Vaj ha pubblicato diversi volumi di un certo spessore (Indagine sui diritti dell'uomo, Biopolitica, Dove va la biopolitica?) e moltissimi articoli su riviste e giornali. Tiene anche un corso universitario di Diritto delle nuove tecnologie ed è uno stimato professionista in ambito legale. Albertario invece chi è? Un blogger certamente molto attivo e polemico, ma a livello di cultura popolare. Inoltre va detto che la critica è certamente libera, ma conviene avere i titoli per polemizzare, altrimenti si fanno brutte figure. Se dai dello "zero" a qualcuno, e tu vali molto meno di lui, il messaggio che passa e che tu sei "meno di zero". 

 

(*dal Web segnalato da Marco Cremonini)

 

martedì 8 settembre 2009

LA STAMPA DALLA LIBERTA' da... Il Giornale

condorcet.jpgda II Giornale

Roma - Il presidente del Consiglio torna all'attacco. L’allarme lanciato sulla libertà di stampa in pericolo "è una barzelletta di una minoranza di comunisti e catto-comunisti e dei loro giornali, che purtroppo sono il 90%". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi a "Mattino cinque", a proposito delle polemiche sulle azioni giudiziarie promosse dal premier contro alcuni quotidiani e della manifestazione indetta dalla Fnsi.

Libertà di insulti e calunnie "Loro intendono la libertà di stampa come libertà di insulti, diffamazione, calunnie. Io sono stato costretto a rivolgermi alla magistratura per dimostrare che la libertà di stampa non è tutto questo", ha detto il presidente del Consiglio lamentando il fatto che "il diritto alla riservatezza è violato sistematicamente dalla sinistra". Secondo il premier, tra l’altro, nei suoi confronti è in atto una "campagna eversiva, perché è contro la volontà del popolo. L’ho detto e lo ripeto: povera Italia. Credo che si dovrebbe interrompere qualunque campagna che attacca chiunque su basi false e calunniose". ...

continua http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=380584

 video http://www.youtube.com/watch?v=z7jdfd6b71Y