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venerdì 17 dicembre 2010

Estense com: Sakineh , l’ex legale rifugiato incontra Ferrara

Mostafaei ha salvato "solo 50 vite". Da Giurisprudenza lancia un appello alla mobilitazione

È stato l’avvocato di Sakineh Mohammadi Ashtian, la 43enne iraniana condannata alla lapidazione per presunte relazioni extraconiugali, fino a quest’estate, quando è stato costretto a fuggire dal suo Paese, a seguito dell’arresto della moglie e del cognato. Ora Mohammad Mostafaei vive in Norvegia, con lo status di rifugiato politico, e viaggia per tutto il mondo per raccontare la situazione dei diritti umani in Iran.

Ieri ha fatto tappa a Ferrara, incontrando studenti e cittadini, nell’aula magna della facoltà di Giurisprudenza, per una conferenza promossa da Amnesty International.

La testimonianza dell’avvocato iraniano è stata introdotta da Gian Guido Balandi, preside della facoltà di Giurisprudenza, e ha visto gli interventi di Francesco Salerno, ordinario di Diritto internazionale, e di Riccardo Noury, della sezione italiana di Amnesty International...

SEGUE ESTENSE COM

 


 

giovedì 9 dicembre 2010

Miracolo: Sakineh libera? Solo una ficition

TEHERAN - "Sakineh Mohammadi Ashtiani è salva, ed è già tornata a casa. A Tabriz". La notizia suscita un'eco internazionale. La stessa che aveva suscitato la sua condanna alla lapidazione, per adulterio e concorso nell'omicidio del marito. La 43enne iraniana sarebbe stata liberata, dicono alcune fonti del Comitato internazionale contro la lapidazione. E diffondono anche alcune foto che la ritraggono con il figlio Sajjad Qaderzadeh: anch'esso - sempre secondo le medesime fonti - sarebbe stato liberato, insieme all'avvocato Javid Hutan Kian. Ma a poche ore dalla notizia, ancora è difficile verificare l'autenticità delle foto, e anche la data effettiva del suo presunto ritorno in libertà. Teheran non conferma...
 
segue La Repubblica 10-12 ore 2


*PURTROPPO NOTIZIA INFONDATA-LA TV IRANIANA SMENTISCE  10-12 ore 9

TEHERAN (Reuters) - Sakineh Mohammadi Ashtiani, l'iraniana condannata a morte per lapidazione, non è stata rilasciata, contrariamente a quanto aveva annunciato ieri un gruppo per i diritti umani citando "fonti in Iran". Lo la detto questa mattina l'emittente statale iraniana Press Tv.

La tv sul proprio sito web dice che "contrariamente alla vasta campagna pubblicitaria dei media occidentali secondo cui l'omicida confessa Sakineh Mohammadi Ashtiani è stata liberata", la donna è ancora in arresto, ed è stata filmata mentre descrive l'omicidio di suo marito. La pubblicazione di foto tratte dal film avrebbe portato a parlare della sua liberazione.

La sentenza di morte per lapidazione di Sakineh è stata sospesa, ma la donna rischia ancora la pena capitale per impiccagione per complicità nell'omicidio del marito.

-- Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia

 

http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE6B904D20101210

giovedì 7 ottobre 2010

Repubblica: Appello dei Figli di Sakineh all'Italia

REPUBBLICA ARTICOLO COMPLETO
TEHERAN - I figli di Sakineh hanno paura e chiedono asilo politico alll'Italia e a Silvio Berlusconi. I due ragazzi iraniani, Sajad e Saideh, di 22 e 18 anni, si sentono sempre più in pericolo nel loro Paese e chiedono, tramite un'intervista rilasciata ad Aki AdnKronos International, "un posto nel mondo dove rifugiarsi". Ma temono anche per la sorte della madre, la donna, che "grazie agli sforzi internazionali 1", come ha ricordato Sajad, non rischia più al momento la lapidazione per adulterio, ma l'impiccagione 2 perché riconosciuta colpevole dell'omicidio del marito. E per questo si rivolgono a Benedetto XVI: "Chiediamo nuovamente al Papa di intervenire e di fare pressione sulla Repubblica islamica per salvare nostra madre Sakineh".

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mercoledì 29 settembre 2010

AMNESTY INTERNATIONAL Sakineh Mohammadi Ashtiani ha ancora bisogno del tuo aiuto!

 

SAKINEH.jpg
PER SAKINEH


---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Amnesty International <noreply@amnesty.it>

Date: 30 settembre 2010 01:08
Oggetto: Sakineh Mohammadi Ashtiani ha ancora bisogno del tuo aiuto!
A: "guerra.roby@gmail.com" <guerra.roby@gmail.com>

Ciao Roberto,

Grazie per essere stato al nostro fianco nella mobilitazione per salvare la vita di Sakineh Mohammadi Ashtiani.
Come temevamo, le autorità iraniane stanno provando a cambiare la modalità di esecuzione della condanna a morte al fine di ridurre la pressione internazionale. Puntano sul fatto che il mondo s'indignerebbe di meno se Sakineh Mohammadi Ashtiani fosse la 200esima persona impiccata per omicidio, anziché la prima lapidata per adulterio del 2010.
Nell’ultimo mese, dall'Iran sono arrivati messaggi e dichiarazioni contraddittorie con il chiaro intento di creare confusione intorno alla condizione giuridica di Sakineh Mohammadi Ashtiani, ma la situazione è chiara, il pericolo di un’esecuzione imminente resta molto alta.
La vita di Sakineh Mohammadi Ashtiani è in bilico, nelle mani di un sistema giudiziario arbitrario e privo di garanzie di rispetto dei diritti umani.

Per questo abbiamo bisogno nuovamente del tuo aiuto!

Firma e diffondi l’appello.

Grazie per il tuo impegno!
Amnesty International - Sezione Italiana
 
Se sei su facebook, entra nel gruppo "
Per i diritti umani in Iran".

PS: con il tuo aiuto possiamo fare la differenza! Dona ora per sostenere le attività di Amnesty International in difesa dei diritti umani alla pagina www.amnesty.it/sostienici o al Numero Verde 800 99 79 99.

*VIDEO APPELLO PER SAKINEH di SHIRIN NESHAT 

 

giovedì 9 settembre 2010

Sakineh sospesa in Iran la lapidazione

Una giornata importante, ma non la fine dell’incubo per Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana di 43 anni su cui pende una condanna a morte per lapidazione. Ieri la mobilitazione internazionale a sostegno del suo diritto alla vita ha sortito un risultato concreto: il ministero degli Esteri della Repubblica islamica ha ufficialmente confermato che il suo caso, in particolare quello relativo all’accusa di adulterio, sarà rivisto e che la pena deve considerarsi sospesa.
Poche ore prima il Parlamento Europeo aveva votato praticamente all’unanimità (un solo voto contrario) una risoluzione in cui si chiedeva all’Iran di riesaminare il caso. Il Parlamento di Strasburgo ha anche chiesto di «sospendere» l’esecuzione di Ebrahim Hamidi, un iraniano di 18 anni accusato di sodomia e condannato a morte. La risoluzione, frutto di un compromesso tra tutti i gruppi politici, chiede alle autorità iraniane di «liberare senza indugio» tutte le persone imprigionate per aver manifestato liberamente e pacificamente.



Questo risultato ha giustamente provocato una lunga serie di commenti soddisfatti quando non entusiasti, tanto a livello europeo che italiano, dove tutti coloro che si sono impegnati per salvare la vita di Sakineh, dal governo all’opposizione alle istituzioni locali alle organizzazioni per la difesa dei diritti umani, hanno cantato vittoria. Da sottolineare in particolare il ruolo che, secondo fonti della Farnesina, ha svolto in questi giorni delicati l’Italia attraverso i suoi canali diplomatici, contattando l’ambasciatore iraniano a Roma e attivando il nostro a Teheran. Le trattative già avanzate per un incontro tra i due ministri degli Esteri hanno permesso al nostro governo di sfruttare l’occasione per chiedere con insistenza all’Iran di fare un passo indietro sul caso Sakineh.
Detto questo, è tuttavia doveroso sottolineare che il rischio di esecuzione capitale per la donna è ancora ben lontano dall’essere scongiurato. L’annuncio di sospensione va infatti considerato con attenzione: esso non è un annullamento e inoltre riguarda solo uno dei due procedimenti contro la donna, quello per adulterio che in Iran prevede la medievale condanna alla lapidazione. L’altro, quello per concorso nell’omicidio del marito, non è stato sospeso e continua regolarmente. Per esso, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Ramin Mehmanparast, «sarà emesso un verdetto finale». Ciò significa che la donna, qualora scampasse alle pietre per l’adulterio, potrebbe finire comunque impiccata per l’altro reato di cui è accusata. O eventualmente essere ancora lapidata se la sospensione venisse revocata.
 
segue IL GIORNALE
 
***DA WIKIPEDIA SU TARIQ RAMADAN  Islamista ospite a Ferrara per l'Internazionale il prossimo ottobre
 
I detrattori di Tariq Ramadan lo accusano di essere il maestro della taqiyya, del doppio linguaggio, l’arte della dissimulazione tipicamente adottata storicamente dallo Sciismo e, si dice dai suoi oppositori, dai Fratelli Musulmani. Vale a dire del parlare in un modo rivolgendosi a un pubblico non musulmano e diversamente verso quello musulmano. Questa fu il principale giudizio espresso su di lui nel corso di un dibattito televisivo da Nicolas Sarkozy, allora ministro francese dell'interno.
Magdi Allam crede che Tariq Ramadan sia un "esponente di punta della rete internazionale dei Fratelli Musulmani, estremisti che esaltano Hamas, Hezbollah e la «resistenza» irachena, negano il diritto all’esistenza di Israele e predicano il califfato islamico".[10]
Farian Sabahi riferisce di aver chiesto una intervista a Ramadan ma che questi non gliela avrebbe concessa perché, appartenendo "alla sua stessa cultura (europea e musulmana)", ha "gli strumenti per ribattergli. Senza farmi incastrare"[2].
Caroline Fourest, dopo aver analizzato in 15 libri, 1500 pagine di interviste e circa 100 registrazioni di Tariq Ramadan nel saggio Frère Tariq [11] ha concluso che "Ramadan è un signore della guerra," e l'"erede politico di suo nonno," Hasan al-Banna, affermando che i suoi discorsi sono, "spesso solo una ripetizione dei discorsi che suo nonno faceva all'inizio del XX secolo in Egitto," e che egli, "presenta [Hasan al-Banna] come un modello da seguire."[12] La dedica di apertura del suo saggio così recita:

« A tutti coloro che, come me, hanno un tempo sperato che Tariq Ramadan potesse essere uno degli ambasciatori della lotta contro le discriminazioni, un alleato nella lotta contro la globalizzazione che uccide la diversità e portatrice di dominazione, e che si sono accorti che militava soprattutto per porre questa rivolta al servizio di un islam politico arrogante, dominante e manicheo »
(Caroline Fourest in Frère Tariq)

http://www.loccidentale.it/articolo/tariq+ramadan+negli+usa%3F+no,+grazie.0085872

martedì 7 settembre 2010

FIRMA L'APPELLO PER SALVARE SAKINEH

AMNESTY INTERNATIONAL ITALIA
 

Grazie a quanti hanno firmato l'appello sul nostro sito. Abbiamo inviato le 53.160 firme alle autorità. Continuate a firmare e diffondere l'appello.

3° aggiornamento  Il 4 agosto la Corte suprema ha iniziato un riesame della condanna a morte di Sakineh Mohammadi Ashtiani: lo scopo di tale decisione appare solo quello di ridurre la pressione internazionale sulle autorità, cambiando la modalità di esecuzione della condanna a morte. La condanna alla lapidazione resta in vigore.

Intorno al 7 luglio, a seguito delle proteste internazionali, i funzionari del carcere di Tabriz hanno chiesto al capo della magistratura iraniana di acconsentire alla commutazione in impiccagione della condanna a morte per lapidazione di Sakineh Mohammadi Ashtiani.  

Il 10 luglio, il capo dell'Alto consiglio per i diritti umani dell'Iran ha dichiarato che il caso sarebbe stato riesaminato e anche che la legge iraniana consente la lapidazione. Il giorno dopo, il capo della magistratura provinciale di Azerbaigian est, Malek Ezhder Sharifi, ha affermato che la condanna a morte per lapidazione era ancora in piedi e poteva essere eseguita in qualsiasi momento su decisione del capo della magistratura, l'ayatollah Sadegh Larijani.


Malek Ezhder Sharifi ha anche detto che Sakineh Mohammadi Ashtiani era stata condannata a morte in relazione all'omicidio del marito. Questa affermazione è stata contestata da uno degli avvocati, il quale ha sottolineato che la donna era stata perdonata dalla famiglia dell'uomo, ma era stata condannata a 10 anni di detenzione in quanto complice del crimine.
 
Il 14 luglio Sajjad Qaderzadeh, figlio di Sakineh Mohammadi Ashtiani, è stato convocato presso la prigione centrale di Tabriz. Si presume sia stato interrogato dai funzionari del ministero di Intelligence, che lo avrebbero minacciato di non permettergli più di aver colloqui sul caso della madre.

 
Sakineh Mohammadi Ashtiani, 43 anni, madre di due figli, è detenuta nel braccio della morte nel carcere di Tabriz, nord-ovest dell'Iran. L'8 luglio 2010, l'Ambasciata iraniana a Londra ha annunciato che non sarebbe stata lapidata, ma la condanna a morte potrebbe essere comunque eseguita, anche tramite lapidazione. 

Sakineh Mohammadi Ashtiani è stata condannata nel maggio 2006 per aver avuto una "relazione illecita" con due uomini ed è stata sottoposta a 99 frustate, come disposto dalla sentenza. Successivamente è stata condannata alla lapidazione per "adulterio durante il matrimonio", accusa che lei ha negato.




 
A seguito della mobilitazione internazionale delle ultime settimane contro la sua esecuzione della, l'Ambasciata iraniana a Londra ha rilasciato una dichiarazione l'8 luglio 2010, affermando che la condanna di Sakineh Mohammadi Ashtiani non sarebbe stata eseguita tramite lapidazione. Tuttavia, la sua posizione legale non è chiara, dal momento che  il suo avvocato non ha ricevuto alcuna comunicazione ufficiale sulla commutazione della sua condanna a morte.

Durante il processo, Sakineh Mohammadi Ashtiani ha ritrattato una "confessione" rilasciata sotto minaccia durante l'interrogatorio e ha negato l'accusa di adulterio. Due dei cinque giudici hanno ritenuto la donna non colpevole, facendo presente che era già stata sottoposta a fustigazione e aggiungendo di non aver trovato le necessarie prove di adulterio a suo carico. Tuttavia, i restanti tre giudici, tra cui il presidente del tribunale, l'hanno ritenuta colpevole sulla base della "conoscenza del giudice", una disposizione della legge iraniana che consente ai giudici di esprimere il loro giudizio soggettivo e verosimilmente arbitrario di colpevolezza anche in assenza di prove certe e decisive. Giudicata colpevole dalla maggioranza dei cinque giudici, Sakineh Ashtiani Mohammadi è stata condannata alla lapidazione.

 
Leader della repubblica Islamica
Ayatollah Sayed 'Ali Khamenei, The Office of the Supreme Leader
Islamic Republic Street - End of Shahid Keshvar Doust Street
Tehran, Islamic Republic of Iran
Email: info_leader@leader.ir;
via website: http://www.leader.ir/langs/en/index.php?p=letter (English);
http://www.leader.ir/langs/fa/index.php?p=letter ( Persian) 

Eccellenza,
 
sono un simpatizzante di Amnesty International, l'Organizzazione internazionale che dal 1961 agisce in difesa dei diritti umani, ovunque nel mondo vengano violati.
 
La sollecito a non eseguire la condanna a morte di Sakineh Mohammadi Ashtiani per lapidazione o in qualsiasi altro modo.

 
Le chiedo di iniziare un riesame approfondito del caso di Sakineh Mohammadi Ashtiani.
 
La sollecito a vietare la lapidazione,  emanando una legislazione che ponga fine alla pena di morte e proibendo l'uso della fustigazione.
 
La sollecito inoltre a depenalizzare l'adulterio.
 
La ringrazio per la sua attenzione.

 

sabato 4 settembre 2010

SAKINEH APPELLO ALL'ONU

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Appello all'Onu di Fiamma Nirenstein per fermare la lapidazione di Sakineh

 

All’attenzione della Commissione delle Nazioni Unite per la Condizione Femminile

E per conoscenza:

all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Sig.ra Navanethem Pillay

 

URGENTE: FERMARE LA LAPIDAZIONE DI SAKINEH MOHAMMADI ASHTIANI


Le parlamentari della Camera e del Senato della Repubblica Italiana, a nome del popolo italiano, chiedono solennemente alla Commissione Onu per la Condizione Femminile di farsi interprete di fronte alle autorità iraniane della nostra decisa richiesta di cancellare ufficialmente la condanna alla lapidazione di Sakineh Mohammadi-Ashtiani, cittadina iraniana accusata di adulterio, nonché di liberarla dal carcere. Sakineh da quattro anni è detenuta nel carcere di Tabriz, dove sono recluse altre donne in attesa della medesima pena, tra loro anche minorenni. Chiedere oggi la liberazione di Sakineh significa intercedere per ogni donna che rischia di subire la stessa ingiusta e disumana sorte in base a una legge che riteniamo barbarica.

Ricordiamo che nel maggio scorso l'Iran è stato ammesso a far parte della Commissione dell'Onu per la Condizione Femminile e chiediamo quindi che, alla luce di quanto sta succedendo e succede da anni in quel Paese, tale decisione venga rivista. L'avvocato della donna condannata, Houtan Kian, ha dichiarato che la giustizia iraniana si accanisce su Sakineh solo «perché è una donna», che vive «in un Paese dove alle donne vengono negati i diritti più elementari». A Sakineh è stato impedito l'accesso a un processo equo, in una lingua a lei comprensibile. Ha subito la pena della fustigazione (99 frustate) davanti a uno dei suoi figli, è stata costretta a una confessione pubblica dopo essere stata accusata anche per concorso in omicidio del marito, di modo che venisse accelerato l'iter dell'esecuzione capitale, che potrebbe avvenire da un momento all’altro.

Ci rivolgiamo a Voi con il cuore pieno di angoscia sperando di riuscire a scongiurare questa tragedia, memori anche di quanto la tenace mobilitazione della comunità internazionale ha potuto fare in passato per Amina Lawal, la giovane donna nigeriana anch’essa condannata alla lapidazione per adulterio, che alla fine venne assolta.

Con i nostri migliori saluti,

Roma, 1 settembre 2010

http://www.loccidentale.it/articolo/leggi+l'appello+all'onu+di+fiamma+nirenstein+per+fermare+la+lapidazione+di+sakineh.0095117