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domenica 17 febbraio 2013

Asino Rosso rassegna stampa nazionale- Il primo quotidiano web futurista

I RECORD DE L'ASINO ROSSO

La segnalazione di EccoLaNotiziaQuotidiana è incontrovertibile: L’Asino Rosso, il blog neofuturista di Roberto Guerra, ha un elevato numero di accessi mensili, che è sull’ordine di circa 20.000, notevoli in assoluto e notevoli ancor di più se la testata web non è segnalata ovunque. Intendo quindi celebrare con questo post il traguardo, e fare gli auguri a Guerra affinché questo sia solo un punbto di partenza per nuovi record e quindi, maggiori diffusioni del verbo neofuturista

http://hyperhouse.wordpress.com/2013/01/13/i-record-della...

 

ECCOLANOTIZIAQUOTIDIANA QUOTIDIANO ON LINE ROMA E PROVINCIA

**A CHE SERVE SCRIVERE SE NON E’ DINAMITE? (Nietzsche) oppure:“ Se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui. “ Ezra Pound. Così suonano incipit e postilla nel manifesto 2013 per Asino Rosso, il primo netquotidiano futurista lanciato e promosso nella tardo-rossa Ferrara, dove Bersani ha vinto quasi all’unanimità nelle recenti ancora primarie vs Renzi e i rottamatori, ennesimo change fallito per la città d’arte estense in declino conclamato…

 

 

 

 

 

Asino Rosso, lanciato dal futurista contemporaneo Roby Guerra in Rete dal 2008, con l’imprimatur del celebre Graziano Cecchini Rosso Trevi (di Roma come noto dalla Fontana Rossa di Trevi) , da tempo naviga su un audience notevole per un giornale blog, circa 15-20 mila visitors mensili, nonostante una cifra d’informazione semi-elitaria e la censura sistematica o quasi dei …resti della libera informazione ferrarese ufficiale. Segnalato solo da Estense com a Ferrara…ma in Italia dai Transumanisti futuribili per il convegno Transvision 2010 (Milano) , dall’ Associazione Filomati (Roma…), persino recentemente per la rassegna stampa sul New Realism di Ferraris, Eco, ecc. (un articolo di Antonio Saccoccio), da Oubliette Magazine- Cagliari (per una intervista allo stesso Graziano Cecchini) ecc. Quasi 10000! post/articoli ormai alla luce del 2013, collaboratori free bloggers, un blog ispirato al web 3.0 nascente (tutt’oggi malinteso) dalla premiata ditta Casaleggio/Beppe Grillo…, grillismo antipolitico spesso rilanciato da Asino Rosso stesso, come i cstampa periodici dello stesso Vittorio Sgarbi.

Postcollaboratori provenienti dalla Rete neofuturista attualmente attiva: in questi anni – oltre a Cecchini – Saccoccio, Battisti, Brugnoli, Vaj, Giovannini e diversi altri. Alcuni collaboratori costanti: a livello anche tecnico, David Palada, Sylvia Forty, Marco Cremonini (Como) altri tematici, ad esempio Alessia Mocci e Seconda Carta (Cagliari) Pierluigi Casalino (Imperia), Zairo Ferrante (Salerno-Ferrara), Raimondo Galante (Venezia-Ferrara), Emilio Diedo, Maurizio Ganzaroli, a suo tempo Manuela Vio (Venezia) e altri, rotazioni continue dal 2008. Tutti non a caso scrittori-artisti- bloggers , distanti anni-luce dalla tipologia ben nota e deleteria del giornalista fin dai tempi di Oscar Wilde e di un certo Karl Kraus.

Sullo sfondo la lezione (in Italia tutt’oggi edulcorata o distorta) dell’informazione libera, cibernetica, sinestetica di un certo Marhall McLuhan (oggi De Kerckhove), oggi in flagrante Zenit: ovvero, come ben previsto dallo stesso Grillo, la fine degli old media e la casta dei pennivendoli, quasi tutti nei libri Cuore (mai indagati da redditometri vari) del Partito o della Finanza, da Roma a Ferrara: ogni persona è notizia… unico direttore la Democrazia della Rete!

Non a caso, mix tra informazione parola e video e immagine, i titoli stessi link aperti, oppure il the best dal sistema informazione nazionale e ferrarese. Il tutto spesso remixato ai limiti dell’hackeraggio legale (ma sempre al di qua…) come certa costante appunto metapolitica, controinformazione controculturale nell’era di Internet (Guerra ha curato la guida Controcultura per SuperEva, network storico attivo fino al 2011), naturalmente colmo di satira anche, memore della celebre rivista-L’ Asino quasi omonima, del Primo Novecento.

In una visione dinamica eretica e libertaria, come sempre puntualizzato nei manifesti programmatici annuali (al massimo aggiornati alle contingenze periodiche), orientata verso la Vera Sinistra neoprogressista, futurista e futuribile, pure dialetticamente aperta alla Vera Destra, meglio al di là della sinistra/destra, meglio oltre la Sinistra/Destra… Insomma in Asino Rosso recisa la malattia infantile originaria della sinistra storica italiana, il DNA ideologico!

Brevemente, dal Web e da Ferrara, in una stagione ancora confusa nel divenire storico tra old e new media, laddove gli esperti della comunicazione oggi parlano non più di sola libera condivisione dei medium messaggi, ma di cura dei contenuti, un Asino Rosso – con lo slogan provocatorio “soltanto gli asini hanno ancora il Senso dell’IO (Iooo-Iooo…!) – piccolo ma appunto prezioso netquotidiano blog, d’influenza futurista, sfida le stelle.

OUBLIETTE MAGAZINE CAGLIARI

 


domenica 3 ottobre 2010

Ferrara Internazionale 2010 Protesta antimusulmana/ Tariq Ramadan story

IL resto, eccolo qua: con tanto di link verificabile.

1. da Wikipedia:

"Tra il 1992 e il 1993, su designazione dell'ufficio politico dell'associazione dei Fratelli Musulmani, è stato responsabile della da'wa (proselitismo) in Occidente, con il compito di convertire l'Europa all'Islam fondamentalista per realizzare una società basata sulla shari'a, la Legge islamica"

Alla Facoltà di Lettere di Ginevra Ramadan ha sostenuto l'esame di dottorato nel 1998, con grandi difficoltà secondo la testimonianza della prof.ssa Farian Sabahi (docente in quella stessa Facoltà). La sua tesi era infatti, secondo l'opinione del capo di dipartimento e degli altri colleghi, un'apologia del nonno Hasan al-Banna e quindi priva dello spirito critico necessario. Alla fine ha tuttavia superato l'esame, malgrado le perplessità di una parte del corpo docente.[2]

Nel febbraio del 2008 Ramadan è stato insieme all' Unione degli scrittori arabi e a diversi altri intellettuali arabo-islamici fra i sostenitori del boicottaggio della Fiera Internazionale del libro di Torino "colpevole" di aver invitato per l'edizione 2008 Israele come paese ospite.

La giornalista italiana Silvia Grilli durante un confronto organizzato dal settimanale Panorama il 16 settembre 2004 domandò a Tariq Ramadan “È giusto uccidere un bimbo israeliano di otto anni perché da grande farà il soldato?”. Ramadan, a dire della giornalista, avrebbe risposto:

« Gli attentati suicidi in Israele sono in sé condannabili, cioè bisogna condannarli in sé. Ma quello che dico alla comunità internazionale è che sono contestualmente spiegabili e non giustificabili. Che cosa significa? Vuol dire che la comunità internazionale ha messo oggi i palestinesi in una tale situazione tale da consegnarli a una politica oppressiva. Ciò che spiega, ma senza giustificare, che a un certo punto la gente dica: non abbiamo armi, non abbiamo niente e dunque non si può fare che questo. È contestualmente spiegabile, ma moralmente è condannabile ... È importante per il musulmano agire come un cittadino, in modo da influenzare il proprio contesto sociale, anche se non deve a sua volta essere influenzato dall’ambiente »
(Tariq Ramadan riportate su Panorama del 23 settembre 2004)
Caroline Fourest, dopo aver analizzato in 15 libri, 1500 pagine di interviste e circa 100 registrazioni di Tariq Ramadan nel saggio Frère Tariq [12] ha concluso che "Ramadan è un signore della guerra," e l'"erede politico di suo nonno," Hasan al-Banna, affermando che i suoi discorsi sono, "spesso solo una ripetizione dei discorsi che suo nonno faceva all'inizio del XX secolo in Egitto," e che egli, "presenta [Hasan al-Banna] come un modello da seguire."[13] 

Ramadan ha scritto un articolo intitolato I (nuovi) intellettuali comunitari[8] più volte rifiutato dai quotidiani francesi Le Monde e Le Figaro e poi pubblicato da Oumma.com (3 ottobre 2003). Nell'articolo Ramadan critica intellettuali e personalità ebraiche quali Alexandre Adler, Alain Finkielkraut, Bernard-Henri Lévy, André Glucksmann e Bernard Kouchner, accusandoli di non essere più degli intellettuali universalisti che difendono i diritti umani universali, ma di aver sviluppato analisi comunitariste che li portano a difendere posizioni contestabili, come il sostegno alla guerra e a difendere ad oltranza Israele. Afferma, inoltre, l'equivalenza tra terrorismo islamista e politica di Israele:

Tutti gli interessati hanno risposto accusandolo a loro volta di antisemitismo e di usare un linguaggio che infiamma gli animi

*da IL FOGLIO 14 10 2010

L'islamista messo in imbarazzo dal giornalista del New Yorker

Tariq Ramadan torna a New York per elogiare suo nonno alleato di Hitler

...Nel 2004 l’Amministrazione Bush aveva revocato il visto al professore che era stato chiamato a insegnare all’Università Notre Dame. Il caso sarebbe diventato uno dei principali banchi di prova del rapporto tra libertà accademica e sicurezza nazionale dopo l’11 settembre. Fu il giudice federale Paul Crotty di Manhattan a stabilire che il celebre islamologo svizzero non aveva diritto a entrare negli Stati Uniti, dando così ragione alla Casa Bianca di Bush che aveva imputato all’attivista islamico la donazione, tra il 1998 e il 2002, di 1.300 dollari a una fondazione svizzera legata ad Hamas. Alla fine dello scorso anno Ramadan aveva poi perso il posto di consulente della città di Rotterdam e di docente presso l’Erasmus University per aver proseguito nella conduzione di un programma su Press tv, il canale televisivo internazionale del regime iraniano. ...

...Quello di Ramadan non è stato un invito all’integrazione o tanto meno all’assimilazione. “I musulmani devono tornare alle proprie origini”, ha proclamato Ramadan. Di fronte al pubblico newyorchese, Ramadan ha elogiato il velo islamico: “Se ci limitiamo a guardare il modo in cui le donne sono vestite, possiamo credere che siano oppresse da una società maschilista. Ma se ascoltiamo i loro discorsi e osserviamo il modo in cui sono coinvolte nella vita comunitaria, scopriamo l’esistenza di una nuova leadership”. Queste donne col velo “rigettano l’occidentalizzazione e vogliono la libertà”. George Packer del New Yorker ha avuto parole molto dure sul professore islamista: “Era come se si rivolgesse a immigrati musulmani di seconda generazione in una moschea di Lille o Leicester”.

....il momento di maggior tensione dell’incontro, quello che ha fatto i titoli dei giornali americani, è stato quando il giornalista del New Yorker ha ricordato, con tanto di citazioni, l’adesione al nazismo da parte del nonno di Ramadan, il fondatore dei Fratelli musulmani Hassan al Banna. Si tratta di un capitolo decisivo nella recente storia dell’islam. Perché chiama in causa l’animatore del più vasto movimento islamico del Novecento e il muftì di Gerusalemme Husseini, il più importante leader musulmano in Palestina durante la Seconda guerra mondiale. Ramadan ha così risposto a Packer: “Molte cose che Al Banna ha detto, come la resistenza al colonialismo britannico e la diffusione dell’islam come forza di opposizione, io le rispetto. Le affermazioni di Al Banna devono essere viste nel contesto della resistenza contro i colonizzatori europei”.

Al Banna appoggiò il muftì di Gerusalemme Husseini, che di Hitler fu alleato, nella sua guerra contro gli ebrei. Ramadan ha detto che “al Banna sostenne il Muftì nel contesto della lotta contro la silente colonizzazione della Palestina e i gruppi terroristici ebraici”. Packer ha replicato: “Non mi piace contestualizzare l’alleanza con un collaborazionista nazista”. Alla fine l’islamista ha così giustificato la scelta del nonno: “Al Banna appoggiò chi diceva che la Palestina dovesse essere liberata dal tentativo di creare lo stato d’Israele in quel luogo”. Insomma, nessuna condanna o presa di distanze dalla sciagurata alleanza fra il potente leader islamico e la macchina genocida di Hitler.

si veda anche:

L'OCCIDENTALE 6 2 2010

e RESET http://www.resetdoc.org/story/00000021173

« A tutti coloro che, come me, hanno un tempo sperato che Tariq Ramadan potesse essere uno degli ambasciatori della lotta contro le discriminazioni, un alleato nella lotta contro la globalizzazione che uccide la diversità e portatrice di dominazione, e che si sono accorti che militava soprattutto per porre questa rivolta al servizio di un islam politico arrogante, dominante e manicheo »
(Caroline Fourest in Frère Tariq)