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martedì 1 marzo 2011

Ferrara: Roberto Guerra intervista Sandro Bevilacqua

 


Sandro Bevilacqua- Ma Che Vita (Este Edition)- Un poeta scapigliato a Ferrara
 
*from Ferrara Supereva (20-3-2010)
 
D- Il tuo secondo libro Ma Che Vita: che differenze rispetto all’
opera d’esordio?
R- Ora ho espresso riferimenti più autobiografici ma paradossali ; poesia-vita, sdoppiandomi, Io ma anche l’Altro, in senso sia psicologico che oggettivato. Ho articolato anche la Forma verso orizzonti più complessi. Parole pessimistiche soprattutto.
 
D- La Poesia, oggi:
R-Ieri come domani, dall’Anima ( da Tarchetti a Gozzano a…John Keats, perchè no a Gregory Corso: la poesia come Medium , linguaggio peculiare per comunicare emozioni e parole inesprimibili e indicibili con altri mezzi.
 
D- Quali altri Maestri del tuo fare Anima e Poesia?
R-Pavese su tutti, la Poesia come Vita, la sua stessa esistenza una provocazione intellettuale, visti gli esiti, nonostante il Senso!
 
D- Obiettivi?
R- La poesia come arte-vita, come già detto: non come evasione o decorazione; uno specchio per il destinatario
 
D- I poeti e Ferrara, città dell’Ariosto, Govoni e Pazzi?
R-Globalmente, città anche colma di diversi ottimi scrittori, ma l’interesse della città è relativo se non debole, nonostante certe apparenze: a volte, anche per il linguaggio forzato, intellettualoide o meccanico dei letterati ferraresi. Le istituzioni, poi, supportano poco o in modi minimi burocratici….
.
..............C
http://guide.supereva.it/ferrara/interventi/2010/03/un-poeta-scapigliato-a-ferrara-sandro-bevilacqua
Articolo Completo

martedì 27 luglio 2010

Ferrara Sandro Bevilacqua Ma Che Vita nuova versione on line

SANDRO BEVILACQUA COVER EBOOK.jpg NEUROSCHEGGE eBook di Sandro Bevilacqua (Futurist Editions)

  • versione on line di Ma Che Vita (Este Edition)


Neuroschegge è il nuovo lavoro del poeta neoscapigliato e neocrepuscolare (secondo i critici) Sandro Bevilacqua, già noto nel panorama ferrarese per due corrosivi volumi poetici entrambi editi per Este Edition diretta dallo scrittore Riccardo Roversi. Ovvero e il recente “Ma che Vita”, recensito anche dalla nota scrittrice Elisa Davoglio (intervistata di recente anche da Canale 5).


Ora Bevilacqua ha edito on line una versione ridotta con poesie remixate tratte proprio da “Ma che Vita”. Per Futurist Editions (tra le attività ufficiali del Laboratorio Letteratura Futurista per i Transumanisti italiani AIT), ebook numero 21, editing a cura dei neofuturisti italiani (ovvero i ferraresi Roberto Guerra e Maurizio Ganzaroli oltre allo stesso celebre Graziano Cecchini Rosso Trevi e ai poeti/critici ferraresi Lamberto Donegà e il dinanimista Zairo Ferrante- di). La versione on line accentua le linee del volume cartaceo. Qua parole ancora più minimalizzate e postbeat lucidamente arrabbiate e particolarmente intense, frammentate con una altalena costante e paradossale tra malinconia e volontà di bellezza irrequieta ma pulsante come sfida per l'avvenire.

 

(Sandro Bevilacqua) LOBSTER-VIA SCIENZE FERRARA

Intreccio strette vie città vecchia /dietro il ghetto e la memoria./Fresca notte d’estate,/ragazzi sorridenti vanno vengono,/spensieratezza trent’anni anche meno./Sono pochi ma buoni./Dormono poco, trasmettono allegria voglia d’amore./Il mattino DEVE tardare, mai svanire attimi magici./Bancone bar rassicurante penombra, luci lo assecondano./Ritmo musica cresce incalza il cuore, appena appena, piccole dosi./Aria pervasa emozione fremente, continua./Meglio godersi gli attimi: le cose belle troppo presto diventano vento.”


eBook link diretto:

http://poeticamente.myblog.it/archive/2010/07/19/neuroschegge-di-sandro-bevilacqua.html

MA CHE VITA – Este Edition

http://www.este-edition.com/prodotti.php?idProd=421

 

domenica 18 luglio 2010

Neuroschegge di Sandro Bevilacqua

wwww.myspace.com/edizionifuturiste

 

NEUROSCHEGGE

 

Bevilacqua2_jpgGRANDE.jpg

 

SANDRO BEVILACQUA


*version on line (ridotta e remixata) di Ma che Vita- Sandro Bevilacqua (Este Edition, 2009)

http://www.este-edition.com/prodotti.php?idProd=421


Nota di Roberto Guerra


Tra neoscapigliatura e postbeat “generation”, con innesti contemporanei, minimal e “acidi”, la poetica attuale di Sandro Bevilacqua, tra le parole meno innocue, al contrario perturbanti nel panorama ferrarese degli anni duemila. La parola torna spada, quasi un laser dell'anima in questo volumetto on line, con poesie remixate rispetto all'edizione non ridotta e ben più ampia cartacea edita recentemente per Este Edition. Il noir non estetizzante della protoavanguardia letteraria italiana milanese, molto concreto, riappare in primo piano nei testi di Bevilacqua. Con una sorpresa dapprima timida poi emergente non verso impossibili lieti fini: orizzonti di vita desideranti, quasi urlati dal poeta.... in playback. Ma parole pronunciate.


1) GABBIA MATTI


Esseri taciturni, vagano senza pace.

Feroce solitudine schizzata troppa sensibilità.

Persone senza sesso identità affetto.

Urla improvvise, poi silenzio.

Non dormono, divorano voraci cibo.

La sigaretta unica maligna compagnia.

Non hanno speranza.

Solo tanti senza ascolto.

Senza risposte.

Sullo sfondo cielo tristemente grigio,

pare sempre pioggia.

Non è vero.

Ogni giorno splende sole nuovo.



2) TUTTI AL CIRCO


In paese arriva il circo, festa grande.

Tendone blu si gonfia verso il cielo.

Puzza di letame, spente grida, animali selvaggi, senza libertà.

Bambini impazienti sporchi di zucchero filato,

genitori annoiati fintamente partecipi.

Faro luce bianca su terra battuta,

triste rullo di tamburi.

Entrano pagliacci falsa tristezza.

Cavalli, acrobati, trapezisti.

Una rete.

Si romperà al primo impatto?

Forse la volta buona.

Lo spettacolo prosegua,

mestamente.



3) VENEZIA


Gondole adagiate pigre lungo canali, quasi immobili,

non vogliono sprofondare in laguna.

Calli e porticati.

Sole sempre pallido riluce palazzi moribondi.

Colori carnevale, strane maschere celano volti senza labbra occhi.

Allegria si spande lungo strette vie,

osterie trasudano profumo vino a buon mercato.

Gente va viene.

Festa pare non finire mai.

Caffè all’alba a Piazza San Marco. Buono, bollente.

Rimane prepotente voglia di girare,

bevendo ultimo sorso di tramonto lontano.



4) MATTINO


E’ insonne, vaga inquieto per casa.

La mente astrazione di nulla.

Silenzio ammanta ogni cosa, fatica arranca luce del giorno.

Cielo pulito pallido azzurro, stinte nuvole sparse.

Ha sete, beve acqua gelata piccoli sorsi.

Ancora nel letto, vaghi pensieri l’inseguono, invano.

Solo voglia giorno nuovo.

ECCOLO.




5) RECLUSO


Prigioniero cella senza sbarre.

Solo gentili guardiani.

L’anima gettata fuori dall’essere,

dal corpo.

Parla,

parole escono a stento.

Urla nel vento, nessuno risponde.

Nient’altro placido silenzio tra verdi alberi.

Come sarà là fuori,

quanto tempo trascorso?

Non ricorda nemmeno più.

Dimenticato anche il nome,

intrappolato membra estranee.

Spunta sottile raggio sole,

un attimo riscalda.

Poi ancora dolci brividi.

Sensazioni gelate, perle sudore

scendono lungo il corpo provato.

Ancora vivo.



6) SCHEGGE


Turbinio di schegge vetro impazzite, taglienti, roventi.

Feriscono, fanno male.

Sangue cola in dense gocce sulla pelle lucida, indifesa.

Appare e fa morire.

Se ne va, poi ritorna.

E’ un’illusione. La odia!

Le strappa i pensieri, le brucia l’anima,

Vorrebbe cibarsi fino a sazietà.

Conserva immagine sfuocata,

Lei si muove senza sosta.

Ora una birra, forse più di una.

Resta solo la Domanda : Domani?


7) LA FINE?


Fumo denso velenoso offusca rosso tramonto.

Bombe nucleari esplodono

polverizzano uomini cose

animali piante.

È bastato poco, controversa supremazia

governare un pianeta

non esiste più.

Ad un tratto più. Catastrofe consumata.

Aleggia piatta sensazione morte silente.

Triste, stanca di dovere compiuto di malavoglia.

Anche vulcani ora si svegliano,

eruttano misto di cervelli, carne violata disfatta.

Nel massacro improvviso risveglio di sopravvissuti,

coscienze sepolte.

Dove siete anime perse?

Correte verso il fiume perduto distratto nell’oceano.

Chiatta arrugginita oscilla sull’acqua vicino alla riva.

Forse la salvezza?

Timoniere vecchio, lunga barba incolta capelli sporchi.

Esausto: un coltellaccio e si squarcia il ventre, la gola,

si lascia morire senza lamento.

Non c’è via fuga, più scampo.


8) LOBSTER-VIA SCIENZE FERRARA


Intreccio strette vie città vecchia

dietro il ghetto e la memoria.

Fresca notte d’estate,

ragazzi sorridenti vanno vengono,

spensieratezza trent’anni anche meno.

Sono pochi ma buoni.

Dormono poco, trasmettono allegria voglia d’amore.

Il mattino DEVE tardare, mai svanire attimi magici.

Bancone bar rassicurante penombra, luci lo assecondano.

Ritmo musica cresce incalza il cuore, appena appena, piccole dosi.

Aria pervasa emozione fremente, continua.

Meglio godersi gli attimi: le cose belle troppo presto diventano vento.


9) MANICOMIO


Il manicomio è morto, evviva il manicomio.

Con i suoi sgherri.

Non angeli custodi guardie carcerarie,

prigionieri dei vostri prigionieri.

Nati aguzzini, sguazzano in annoiato sadismo.

scudo di regolamento carta straccia.

Contano le regole non scritte.

Sono apatici odiosi, da quale girone infernale son spuntati?

Mefitica arroganza li rende odiosi.

Vittime innocenti, senza difese,

sole deboli annichilite porcherie chimiche.

Il potere alla prova: paziente va fuori di senno.

Cinque energumeni dalla divisa azzurra

non soffocano una piccola ribellione.

Lotta selvaggia,

volano pugni graffi morsi.

Lettino di costrizione, legacci a caviglie e polsi.

Ago in vena, ancora non basta, effetto non immediato.

Continua a dimenarsi, alza il ventre su giù.

Chiede della famiglia, i suoi cari, inutile.

Non ci sono,

la coscienza si scioglie, sonno artificiale.

Domani sarà lo stesso nuovo…schifo,

abbandono, vergogna sofferenza.

Unico ricorrente pensiero: come liberarsi

inutile, imbarazzante zavorra?


10) CONTRO LA MORTE


Indistinta nera figura,

sei tu”.

L’aspettavo da tanto tempo,

ed ora al fine davanti.

Vuoi il sangue, i nervi, le ossa.

E l’anima.

Sono curioso. Svelati fino in fondo.

Hai paura?

Io non ho paura.

Tombe, croci, fiori appassiti.

Prendimi se vuoi: sono qui nudo davanti,

stanco di soffrire.

Vorrei dissolvermi in cupa nube argentea,

lontana anni luce.

E poi?

Soltanto un sole spento con i suoi freddi raggi morti.

Freddi raggi morti sconfitti da un Sole nuovo!

SANDRO BEVILACQUA COVER EBOOK.jpg

 

 

*
http://guide.supereva.it/ferrara/interventi/2010/03/un-poeta-scapigliato-a-ferrara-sandro-bevilacqua

http://www.literary.it/dati/literary/davoglio_elisa/ma_che_vita.html

venerdì 26 marzo 2010

Ferrara Il poeta Bevilacqua al Lobster /recensioni da Literary

Copia3_Bevilacqua2_jpgGRANDE.jpgSandro Bevilacqua: Ma che Vita (Este Edition, 2009)

Oggi 25 3 2010 ore 18 30 al Lobster Street Bar di Via Scienze Ferrara, presentazione di Ma che Vita di Sandro Bevilacqua, poeta neocrepuscolare e neoscapigliato ferrarese, già reduce dal successo del precedente volume poetico Luci dal Buio. Intervengono l'editore, scrittore e giornalista Riccardo Roversi e il neofuturista Roberto Guerra.

* da Literary  Emilio Diedo Recensione di Ma che Vita di Sandro Bevilacqua

Sandro Bevilacqua si ripropone, dopo l’opera prima di un anno fa, sempre con una raccolta poetica, e sempre per l’Este Edition con l’analoga impronta narrativo-poetica e col medesimo sfondo di solitudine.

Tuttavia tra i versi prende forma, molto meglio che nella precedente pubblicazione, una prevalente tematica: 'la diversità'. Il titolo della breve silloge, che è anche titolo della poesia incipitaria, per quanto d’acchito induca a tentennare tra l’ambigua, ossimorica soluzione della bellezza e quella dello squallore, in seconda battuta, ossia in corso di lettura, ce ne disvela l’esatta idea....

continua http://www.literary.it/dati/literary/diedo/ma_che_vita.html

*da Literary Elisa Davoglio Recensione di Ma che Vita di Sandro Bevilacqua

La scrittura di Sandro Bevilacqua è contraddistinta da una forte, quasi spietata lettura del mondo contemporaneo, che ben si sintetizza nel “ma che vita” che recita il titolo di questa silloge. L’autore è rigoroso nel tracciare scene-metafora della realtà, in modo da costruire una poetica che ha nell’immagine la sua maggiore forza.

“Entrano pagliacci, falsa tristezza | (…) Una rete. Si romperà al primo impatto? | Forse è la volta buona. | Lo spettacolo prosegua, mestamente”: nella rappresentazione del circo ecco palesarsi l’inettitudine del camuffamento e la tentazione del fato, l’evento che può rompere la messinscena della vita....

continua http://www.literary.it/dati/literary/davoglio_elisa/ma_che_vita.html

 

sabato 9 gennaio 2010

Sandro Bevilacqua MA CHE VITA Este Edition

Copia3_Bevilacqua2_jpgGRANDE.jpgSECONDO LIBRO PER IL POETA SANDRO BEVILACQUA

Dopo un brillante esordio quasi neocrepuscolare, Sandro Bevilacqua esplora ulteriormente con stile fiction retro certe radici moderne del fare poesia italiana: queste nuove poesie, più intrise di istinto di potenza, attraversano l’eterna incompiuta scapigliatura. Il poeta indaga certa misconosciuta coercizione sociale dell’anima, tramite atipici versi - inquieti più che inquietanti - rivolti verso altre aurore di parole colme di inediti colori."  

(Roberto Guerra)

www.este-edition.com

video http://www.youtube.com/watch?v=Fiyny4LzDGg