sabato 26 giugno 2010

Rosso Trevi a Carrara per la Biennale del Marmo

FONTANA ROSSA TREVI.jpgda LIBERO E ADNKRONOS

(* Nuovamente rossa la Fontana di Trevi, un imitatore...  Cecchini naturalmente non c'entra nulla. A Carrara, invece, per la biennale del marmo e della scultura)

Roma, 25 giu. - (Adnkronos) - "Se l'azione di chi ha versato la vernice nella Fontana di Trevi rispecchia il valore artistico e sociale che caratterizzava il mio gesto, allora rivendico la paternita' intellettuale dell'opera. Se e' una bravata la condanno". Cosi' Graziano Cecchini, il futurista che nel 2007 verso' della vernice rossa nella vasca della fontana, commenta all'ADNKRONOS l'atto che ha sorpreso i turisti e non solo.

"Fortunatamente sono a Carrara per la biennale del marmo -aggiunge Cecchini -, quindi non potro' essere accusato". Sul suo gesto ricorda: "Il mio era un atto sociale e artistico. Sociale perche' volevo contestare Veltroni e protestare contro gli sprechi della festa del cinema. Artistico perche' ho rigenerato una fontana vecchia e marcia, visitata solo per gettare le monetine, che secondo la tradizione permettono il ritorno nella Capitale".

http://www.libero-news.it/regioneespanso.jsp?id=441650

"Rigenerata perche' le foto della fontana colorata di rosso hanno fatto il giro del mondo. E poi perche' quegli scatti sono finiti nel catalogo dell'Arte non Commissionata, uno dei piu' importanti volumi di arte contemporanea americana", conclude Cecchini.

venerdì 25 giugno 2010

Ferrara Cultura Gli Intoccabili! La Legge Bavaglio nelle città rosse!

da Ferrara Supereva

 

 

 

****N.B  CENSURATO DA TUTTA LA STAMPA FERRARESE (CON IL BOLLINO ...CONTRO LA LEGGE BAVAGLIO!)

 

 

 


Cultura a Ferrara: la querelle Maisto-Tavolazzi

Addetti alla Cultura o Analfabeti internauti?


 Su Estense com, voce libera dell’informazione ferrarese, spicca recentemente un bel dibattito sulla cultura: da una parte i vari Boss istituzionali: ovvero, da una parte l’Assessore alla Cultura e vicesindaco e ex Presidente Arci e figlio d’arte (il Padre storico notaio ferrarese…e la madre già Assessore alla Cultura….) Dottor Massimo Maisto e il Presidente del Teatro Comunale, l’ex attore Fabio Mangolini, dall’altra in particolare il leader della lista civica ufficiale di Beppe Grillo a Ferrara, il Dottor e Ingegnere Valentino Tavolazzi di Progetto per Ferrara Movimento Cinque Stelle, il principale partito d’opposizione a Ferrara, se non per i numeri sicuramente per la presenza e visibilità, rispetto al Pdl, da tempo sì combattivo ma ambiguo e in fase di rinnovamento con Generazione Pdl…. E non a caso nel dibattito Maisto è chiaro soltanto non nel rispondere a Tavolazzi ma a denigrarlo ad personam secondo la ben nota scuola di partito cattomunista dopo il fatidico 1994!



Continua http://guide.supereva.it/ferrara/interventi/2010/06/cultura-a-ferrara-la-querelle-maisto-tavolazzi



I network nazionali lo editano tranquillamente! A Ferrara la stampa ha in prima pagina ovunque il bollino tipo banana chiquita doc Contro la Legge Bavaglio... ma naturalmente si guardano bene dal pubblicare quanto sopra!  Ogni commento è superfluo! La Casta Ferrara e i suoi ormai vergognosi addetti alla cultura, pennivendoli inclusi,  ormai tollera soltanto dibattiti autistici, tanto poi  opposizione e regime, ovvero Malaguti e Maisto guardano nella redazione della Nuova Ferrara con il Direttore di quest'ultima la nazionale ai mondiali... Non a caso la disfatta di Sudafrica 2010!



Ferrara Maisto Cita l'Unesco come la scimmia di Tarzan!

da Estense Com

 

 

 




Incontro pubblico sugli obiettivi di mandato dell’assessore Maisto

cheeta.jpg



“L’insieme degli aspetti spirituali, materiali, intellettuali ed emozionali unici nel loro genere che contraddistinguono una società o un gruppo sociale”. È la definizione di cultura dell’Unesco. L’ha citata ieri, l’assessore alla cultura Massimo Maisto, in apertura del primo incontro pubblico dal tema “Quale cultura della città? Presentazione degli obiettivi e delle strategie del Comune di Ferrara”.

Un incontro che è stato molto seguito dai rappresentanti del mondo associativo, operatori e appassionati del mondo della cultura ferrarese, il cui “senso sta nel titolo – ha spiegato il vicesindaco -: non abbiamo in mente una cultura ‘per’ la città, ma ‘della’ città. L’amministrazione comunale vuole costruire la cultura pubblica insieme ai cittadini”. In primis per i ferraresi, in secundis per i turisti, come è stato puntualizzato da Maisto, sulla nota di Gianni Venturi, direttore dell’Istituto di studi rinascimentali.

......


cont. http://www.estense.com/obiettivo-cultura-diffusa-e-condivisa-064345.html



Umberto Eco neoapocalittico!

da LIBERI DALLA FORMA BLOG NETUFUTURISTA

 

 

 


Umberto Eco è un neo-apocalittico: vero o falso?

Netfuturismo electro.jpg




E' piuttosto difficile partorire grandi cose per tutta la durata della nostra esistenza. Anche i migliori cervelli non producono in continuazione eccellenza. Anzi, spesso si ha una sola grande idea in tutta la vita. A volte 2-3. Difficile comunque restare sempre ad alti livelli.

Umberto Eco è un grande studioso, questo è fuori di dubbio. Ed è anche tra i maggiori pensatori contemporanei. Ma anche lui dimostra che è difficile volare sempre ad alte quote.


Sicuramente uno degli argomenti su cui Eco è oggi più attaccabile riguarda le sue considerazioni sulle nuove tecnologie digitali e sul web in particolare. Sono anni ormai che Eco ripete grosso modo le stesse cose sul web. E tutto questo mentre il web si trasforma. Potremmo citare qua e là suoi interventi orali o scritti, ma la costante è che il suo pensiero su internet non decolla mai. Eco, che tanto sottile è su diversi temi, sul web si impaluda e ristagna.



Un paio di mesi fa Eco ha dichiarato al quotidiano spagnolo El Pais (ne ha parlato bene, tra gli altri, Semioblog):



Uno nunca sabe si lo que le llega a través de Internet es verdadero o falso. Esto no ocurre con los periódicos o con los libros, porque más o menos uno sabe que El País es algo distinto a Abc, que Le Figaro es algo distinto a Libération. Y según el periódico que compra, sabe cuál es la posición del periódico, y se fía o no se fía. Y lo mismo los libros: si uno ve que un libro es de Mondadori o de Columbia University, se piensa que alguien quizá ha elegido este libro y ha impedido que se publicaran otras cosas, pero si ve un editor extraño, no puede saberse nada de antemano. Con Internet no se sabe nunca quién habla.



Insomma, per Eco "non si sa mai se una notizia data su Internet sia vera o falsa", mentre per i giornali o libri questo si sa. Ora ognuno può vedere quanto questa affermazione sia debolissima, ma Eco va oltre introducendo un concetto-chiave per noi: la fiducia.

L'anno scorso
attaccammo con convinzione il ricercatore Francesco Antinucci per essersi reso protagonista di un'uscita televisiva in cui parlava del web costellandola di autentiche fesserie. Ora, Eco è studioso di ben altro spessore, soprattutto è un intellettuale a tutto tondo e si guarderebbe bene dallo scadere tanto in basso. Eppure in una cosa i due sono vicini: l'idea che il vecchio mondo dei vecchi media sia un mondo rassicurante, un mondo in cui si possa stare tranquilli, un mondo in cui ci si possa fidare. Ricordate la paradossale e ingenua frase del conduttore Augias che intervistava Antinucci? "Io mi fido di Laterza". Abbiamo tanto preso in giro il povero presentatore per questa sua ingenua affermazione. Beh, Umberto Eco non arriva a tanto, ma torna a dire che lui dei giornali riesce in qualche modo a fidarsi.

Questo atteggiamento di "fiducia" negli old media e di preoccupazione per i nuovi è davvero quello che rende il pensiero di Eco sul web un pensiero medio, al limite del luogo comune. Un luogo comune espresso con belle parole al massimo e con buone argomentazioni. Ma pur sempre un luogo comune. Anche lui
a volte per definire il web usa termini apocalittici come "degenerazione totale" o vaghissimi come "virtuale". Senza calcolare tutta l'enfasi sul vero e sul falso, che appare davvero maniacale.



La verità è che Eco non è più in grado di partorire intuizioni come quelle di Opera aperta o Apocalittici e integrati. E probabilmente neanche più romanzi come Il nome della rosa.



Eco probabilmente non dirà mai nulla di straordinario sul web. E il motivo è chiaro: Eco può al massimo pensare al web come luogo di studio, mentre il web si può capirlo solo se lo si vive.

Il web lo può comprendere solo chi lo vive intensamente. E lo vive in modo pieno e allo stesso tempo critico. Dove per "critico" intendiamo esattamente l'indagine sull'uso del medium. Immergersi nel web, ma anche attuare una metariflessione continua sul medium stesso. E qui torniamo al discorso che abbiamo fatto altre volte. E' in fondo sempre stato così: c'è chi pensa soltanto e chi vive e fa concretamente qualcosa. Ad un certo punto della sua vita Eco è stato capace di vivere il proprio tempo e ha saputo partorire testi fondamentali come Opera aperta. Ora Eco non vive più il suo tempo, o comunque non lo vive pienamente (perchè se oggi non si vive il web non si può dire di essere pienamente dentro la cultura del nostro tempo). E allora non può produrre nulla di considerevole, almeno in questo campo. Per chi ha poi una visione d'avanguardia, come noi net.futuristi, che siamo interessati al fare e non alla speculazione da salotto, il pensiero di Eco è davvero troppo limitato. Mi torna sempre in mente la critica di Marinetti ai filosofi del suo tempo (Bergson in primis): non possono capire perchè sono seduti comodamente sulle loro poltrone universitarie. E' più o meno quello che accade anche oggi. Eco trascura la rivoluzione paradigmatica epocale che il web ha portato nel campo della conoscenza (e non solo). Chissà, lui che salutava la novità delle composizioni aperte del suo tempo, cosa penserebbe del web se sapesse dell'esistenza di
un network come il nostro, che vive in connessione costante 24 ore su 24 producendo un ingigantimento delle facoltà intellettive, emotive e creative di ogni individuo membro del network stesso e che continuamente produce opere che sono frutto realmente di intelligenza moltiplicata (non uso di proposito il termine "intelligenza connettiva", perchè anche in questo caso sto iniziando a pensare che sia solo una bella parola). Quello che si fa oggi qui sul web con esperienze simili è di gran lunga più avanguardista rispetto alle sperimentazioni di nicchia degli anni Cinquanta e Sessanta. Ma di questo Eco non sa nulla purtroppo. E se lo sa e non ne intuisce l'impatto realmente rivoluzionario è ancora più grave. E d'altra parte è anche questa la cultura del web: non più grande attenzione su singoli individui-divi da una parte e masse abbrutite nella contemplazione-adorazione del genio dall'altra, ma presenza di tanti punti di aggregazione, in cui prevale la partecipazione condivisa alla costruzione più che la divisione in ruoli del tipo attore-spettatore. Internet è complessità, è apertura totale, è costruzione e distruzione continua.



Ecco, questo cambiamento paradigmatico è quello che sfugge ad Eco e a studiosi del suo tempo. Ed ecco che internet al massimo è visto come archivio, come nuova biblioteca. Ed allora è tutto un parlare di filtri, di fiducia, di selezione delle fonti. Insomma, il web visto con la mente tipografica. Il che francamente non può portare da nessuna parte.



La verità è che in fondo Umberto Eco è un neo-apocalittico.


Chiediamo soltanto un favore. E non lo chiediamo ad Eco. Chiediamo ai giornalisti di fare domande sul web a chi vive il web da dentro, e non come un visitatore occasionale (magari in cerca di un testo come se fosse in biblioteca). C'è tante gente qui che è in grado di spiegare davvero quello che sta accadendo da una decina d'anni. Perchè lo vive. Perchè l'ha, più meno, compreso. Tutto qui.



E ora vado, per puro gioco (?), a trasformare la voce di wikipedia di Umberto Eco (sì, proprio a lui che si lamenta tanto di questa sua voce in cui ci sono così tanti errori sul suo conto). Scriverò "Umberto Eco è un neo-apocalittico". Qualcuno forse (sicuramente) lo cancellerà. Sarà per questo falsa la mia affermazione? Sarà vera? Chissà che ne pensa di tutto questo l'illustre semiologo...






Antonio Saccoccio


UPDATE. La mia modifica alla voce wikipedia di Eco (19:41, 23 giu 2010) è stata cancellata dopo 20-30 secondi. Per wikipedia Italia Umberto Eco non è un neo-apocalittico. Per wikipedia

 

 

 

 


Antisemitismo filopalestinese a Roma....

da Rai 24

 

 

 


Roma, 25-06-2010


Dopo il termine della manifestazione per la liberazione del soldato israeliano Gilad Shalit al Colosseo, membri della comunita' ebraica di Roma e partecipanti alla manifestazione, sono stati insultati e aggrediti ai piedi della scalinata del Campidoglio dai manifestanti attivisti propalestinesi. Lo denuncia Ester Mieli, portavoce del presidente della Comunita' ebraica di Roma Riccardo Pacifici.



 


 "La manifestazione non autorizzata di ieri sera al Campidoglio, contro il sindaco di Roma Gianni Alemanno e anti Gilad Shalit e' stata un'offesa per la citta' intera - dice Mieli - un'offesa riportata anche nei volantini che gli stessi pacifinti hanno provocatoriamente distribuito ai tanti passanti che da poco rientravano dal Colosseo, dove era stata chiesta a voce bipartisan la liberazione del giovane Shalit, nelle mani dei terroristi di Hamas da ormai 4 anni".




"Alcuni gruppi di famiglie, giunti sotto la scalinata del Campidoglio, sono stati prima attaccati verbalmente sentendosi tacciati di essere 'fascisti' e 'assassini' e dopo aggrediti con coltelli e catene. Quella che fino a quel momento era stata una serata pacifica al''insegna della liberta' - conclude Mieli - e' stata rovinata dai soliti provocatori, che non hanno esitato a manifestare la loro violenza anche davanti a bambini ed anziani".



 "Facciamo appello alle forze politiche e alle forze dell'ordine per indagare come e' possibile che sia stata permessa una manifestazione non autorizzata", dice il presidente della Comunita' ebraica di Roma Riccardo Pacifici.



Riccardo Pacifici in una conferenza stampa, oggi pomeriggio, nella Sinagoga di Roma, racconta il clima della manifestazione. "Spirito della manifestazione era parlare del caso umanitario di Gilad Shalit, con una presenza bipartisan, non abbimo affrontato temi politici", spiega Pacifici. "Non ci sono stati slogan di nessun tipo se non 'Gilad libero'". "C'erano donne, bambini, semplici cittadini, associazioni come Sant'Egidio, Evangelici per israele, che hanno portato affettuosamente e in maniera silenziosa la loro testimonianza".



"Si sono trovati di fronte ad una contromanifestazione organizzata senza alcuna autorizzazione", spiega. "Alcuni erano con i figli, avevano la maglietta per Shalit, le bandiere. Si sono trovati in una situazione in cui inveivano nei loro confronti 'sionisti, assassini, vergognatevi, fascisti'".



 


"Sono disposto ad incontrare il rappresentante dell'organizzazione umanitaria palestinese Mezzaluna rossa Yousef Salman, per programmare attivita' condivise. Ma solo alla presenza di un delegato della Stella rossa di Davide, l'associazione sanitaria israeliana". Oggi pomeriggio, nella conferenza stampa alla Sinagoga di Roma, il presidente della Comunita' ebraica della Capitale Riccardo Pacifici lancia il suo invito all'esponente dell'organizzazione umanitaria della Palestina. "Ma sono convinto - aggiunge Pacifici - che non potra' accettare perche' in quanto palestinese rischia la vita ad incontrare un israeliano. Per lo stesso motivo io sono disposto ad andare a Gaza. Ben consapevole dei rischi che potrei correre".





Nel corso dell'incontro, il presidente della Comunita' ebraica cerca di ricostruire, con l'aiuto di alcuni testimoni, quanto accaduto ieri, ma non e' semplice. "Per questo - continua - chiedo alle forze dell'ordine di indagare per capire di chi sono le responsabilita'".



 


"I manifestanti insieme a famiglie, c'erano bambini e donne, sono stati aggrediti con insulti tipo 'assassini', 'fascisti', 'vergognatevi'".


 


Daniela Della Seta prova a raccontare cosa e' successo dopo l'incontro: "Ero diretta alla mia auto, quando sono stata circondata da alcuni ragazzi con i caschi e spinta a terra. A quel punto mi hanno anche preso a calci". "Io e mio figlio - afferma Roberto Di Porto, un altro testimone - siamo arrivati al Campidoglio e ho visto i ragazzi che affermavano di essere stati picchiati dai 'sionisti'. Gli ho detto che sono ebreo e loro: sionista, fascista. Ho risposto: antisemiti". Secondo la sua ricostruzione, solo l'intevento della polizia ha permesso di evitare il contatto tra i contestatori e chi tornava dalla manifestazione.





Alemanno: i palestinesi non si facciano strumentalizzare
"Rivolgo un invito alla comunita' palestinese, di non farsi rappresentare e strumentalizzare da persone che lo fanno solo per ragioni ideologiche". Cosi' il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, oggi a margine di una conferenza in Campidoglio, ha commentato quanto avvenuto.



 



Zingaretti: peccato gli scontri dopo la manifestazione
"Peccato, perche' e' stata una manifestazione molto bella e queste sono occasioni per esprimere delle idee in nome della pace e non deve fare mai capolino la violenza". Cosi' il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti ha commentato la notizia degli scontri.



 


Polverini: episodio spiacevole
"Un episodio spiacevole". Cosi' il presidente della Regione Lazio Renata Polverini commenta gli scontri di ieri sera nei pressi del Campidoglio. "Sono tanti gli ebrei e i palestinesi che si battono per la pace e per il dialogo - aggiunge - un impegno che anche ieri sera abbiamo ribadito durante la manifestazione per la liberazione di Gilad Shalit. Spiace che proprio dai giovani sia arrivato un segnale di contrapposizione".



 Cioffredi: scontri frutto di clima antiebraico
"Stiamo assistendo a Roma ad una preoccupante successione di episodi che rischia di alimentare attorno alla Comunita' ebraica un clima di ostilita' e pregiudizio legato alle dinamiche del conflitto mediorientale. La Comunita' ebraica di Roma e' parte viva della storia di questa citta' e non un avamposto dello Stato di Israele ed e' quindi inaccettabile l'equiparazione tra ebrei e israeliani". Lo dichiara in una nota Gianpiero Cioffredi, membro della direzione Pd di Roma.



"Chi si rivolge agli ebrei romani indicandoli come responsabili delle presunte colpe del Governo israeliano compie un atto chiaro di antisemitismo e razzismo - aggiunge Cioffredi -. Come non ricordare che solo qualche settimana fa alcuni partecipanti ad un corteo per la Palestina si diressero verso il "ghetto ebraico" al grido di assassini?".



"Purtroppo - conclude il membro della direzione del Pd Roma - sempre piu' spesso le legittime critiche a talune scelte dei governi israeliani e le pur condivisibili rivendicazioni degenerano in un sostanziale rifiuto di Israele come nazione e nel risorgere di un antisemitismo mimetizzato da antisionismo. Due popoli due stati due democrazie e' il principio che deve guidare le forze della pace e delle istituzioni anche nella nostra citta' promuovendo cosi una cultura del dialogo della nonviolenza e della convivenza utile alla ripresa del processo di pace in Medioriente".



ROBOTISM! manifesto electro video art

Belen robot.jpg 

Robotism! arte elettronica anni 10 (Duemila!)


Are we not man? We are robots!


Da Nam June Paik a Belen! Irriverente, forse, ma forse è tempo di risolvere definitivamente certa maledizione che attraversa (salvo eccezioni, guarda caso proprio pop o postpop) la cosiddetta arte sperimentale, neotranspostavanguardia del secondo novecento ed inizio duemila, arte elettronica o video, ora anche Net.., inclusa.

Esordi sempre nella memoria (oggi elettronica letteralmente) delle avanguardie come rivoluzione culturale, dinamite sociale, cambiamento, rifiuto dell'elite, interfaccia e comunicazione con la gente, secondo le lezioni transparallele magari di Marinetti, Majakowskij, Gropius, Gramsci, McLuhan, De Kerckhove e.... Nam June Paik.

Poi,magari dopo certo audience, scatta il sortilegio manierista. Si diventa quasi neaoaccademici, neoscolastici, neoermetici, quasi neoesoterici, chiusi al Nuovo, al divenire della storia e della tecnologia; scatta, a qualsiasi età biologica, la sindrome di Benedetto Croce o qualche altro. Tra i critici, pur comunque creativo, Bonita Oliva (con la a) è caso lampante.

Ne' si tratta di chissà quale purezza non stop! Le combinatorie soggettive sono variabili infinite, dal cosiddetto concettuale al pop minimalista, non importa la password, il problema è che persino gli artisti si dimenticano appunto l'account e al massimo proliferano stupendi cyberaffreschi geroglifici ....

Mentre la video art e l'elettronica più innovative, piaccia o meno, saltano fuori, non più – o almeno non solo- dai vari pur sperimentali e affascinanti festival, istituzionali o alternativi che siano, né da laboratori catacatombe in versione magari Gran Sasso (sia ben chiaro la ricerca scientifica pura in certi luoghi è pertinente ed è già anche Science-Art live!).

.. --La vediamo, invece, e amiamo in certo cinema (Avatar e non solo), in certo pop trash (Lady Gaga) nella pubblicità (Belen per i mondiali di calcio 2010!).

E neppure una News: l'avanguardia di massa era lo scopo di Marinetti e i futuristi, dei futuristi russi e anche Dada; poi della pop art di Warhol e dei graffitisti...writers, della musica pop, della musica elettronica techno, dopo Eno, Bowie , Kraftwerk. Devo. Della letteratura con la fantascienza, del cinema fin da Charlie Chaplin e Walt Disney (e fumetti e cartoons) e la peste...Pubblicità (o Pubblicittà?).

La ancor oggi malintesa pubblicità è nata come nuova arte di massa pura (folklore industriale); avantgarde ovviamente nel tempi postmoderni se non postumani de-ideologizzata finalmente: come il vino, sembra imbevibile ogni..presente, poi diventa d'annata! Lo stesso Nam June Paik non collaborò tranquillamente con Peter Gabriel dei Genesis? Tarantino stesso non adora Edwige Fenech? E Tinto Brass...Moana Pozzi? E Mishima alla fine non è oggi miniaturizzato in..Godzilla, Aikyra, Goldrake, i manga e gli Anime?

Purtroppo molta arte elettronica pare rifarsi ancora ai modelli della pittura, del romanzo, della filosofia...oppure di certa mistificazione criptica scambiata per chissà quale messaggio rivoluzionario occulto, riconoscibile solo da una casta di eletti. Boiate pazzesche disse molto tranquillamente Fantozzi su La Corazzata Potemkin..... e non aveva torto. Oggi di rivoluzionario ci son solo alcune scene (tipo la celebre carrozzella che cade dalla scalinata sacra...).

Dovrebbe esistere anche una archeologia dell'arte e del cinema ad esempio, per chiarire le cose, azzerando definitivamente il mito dell'eternità dell'arte (tranne eccezioni, ovvio), tabula rasa darwiniana mai applicata alla dimensione estetica (inclusa l'arte elettronica) intesa ancora in senso metafisico letterale.... Poi ci si lamenta se l'opera d'arte oggi non cambia più nulla (tranne eccezioni), se conferma la previsione di Marx qua un poco adattata: “La produzione di troppe cose inutili genera troppe opere d'arte inutili!”

La Religione dell'Arte Eterna dell'Uomo domina tutt'oggi, camuffata anche in molte navicelle cosiddette sperimentali (a magari lo sono anche....ma....).

Se l'arte elettronica, al contrario, nelle sue variabili zerouno (tutte le sfumature infinite quasi quantiche e frattali... che i matematici o gli informatici possono facilmente evidenziare) mira ad essere on non essere...anzi linkare e ricombinare, clonare quasi la dimensione, le n-dimensioni dell'arte con la a minuscola- a nana (cit. Saccoccio*) , dell'era postindustriale e postumana, è tempo di una sana eutanasia del mito dell'Uomo anche nell'arte.

Tale eutanasia... non ha nulla a che vedere magari con certo umanesimo scientifico sociologico o ecologico che anzi presuppone spesso proprio in tali scenari conoscitivi proprio la fine di qualsivoglia umanesimo fondamentalista di matrice appunto metafisica, teocratica o politica, dei quali ben si conoscono certi effetti collaterali....

Al contrario, proprio con una metafora il Nick Name magari di un Robot è linguaggio e artificio peculiare per l'artista (ma con la minuscola) in quanto scienziato del XXI secolo delle cose cosiddette umane e postumane nascenti per scoprire il futuro venuto alla luce, amarlo riprodurlo, ri-crearlo, trasformarlo e comunicarlo all' Uomo Technologicus contemporaneo.

Male che vada... se gli umani non supereranno la crisi attuale non solo socioeconomica, ma filosofica-scientifica, non sostituiranno in breve i loro cervelletti da Homo ancora erectus con nuovi cervelli elettronici in senso simbolico degni finalmente dell'Homo Sapiens Sapiens, magari i pitecantropi che governano il pianeta con dei bei robot positronici con le 3 Leggi della robotica innestate nel loro midollo spinale artificiale, certamente, saremo ricordati dalla futura specie intelligente sulla Terra.... appunto i Robot o Specie simili, come i loro Omero a base carbonio!

In ogni caso la colonna sonora della Terra nel XXI secolo, elettronica, qualsiasi medium o sistema operativo umano si voglia usare, non deve forse essere ancora “scritta”?


“Dalla Bellissima Terra, Top Model del Sistema Solare, giugno 2010”


Roby Guerra poeta FUTURISTA/ROBOTISTA

giovedì 24 giugno 2010

Mondiali Sudafrica 2010 La Lega compra l'Italia

Supeflop dell' Italia di Lippi: un disastro annunciato. Onesto al limite del masochismo il Mister pur già campione del mondo nell'ammettere in conferenza stampa di avere sbagliato tutto o quasi. L'Italia nulla per 80 minuti, rimonta tardiva e 3-2 per la Slovacchia che passa il turno.
Amen..... In certo senso la Lega ha comprato l'Italia, vista la sconcertante partita, appunto azzurri in gita da Mandela, sembrava....
Roba da plebiscito a favore di Calderoli per tagliare lo stipendio a giocatori senatori cotti e a fine carriera.
 
Ora si riparta dai pochi talenti, i creativi rimasti, i vari Cassano, Balotelli, Miccoli o calciatori degni di questo nome. Basta con operai alla Gattuso, dipendenti pubblici tipo consulenti d'oro come Buffon (10 partite circa giocate in un anno!), manager pubblici che trattano con i musulmani come.... Cannavaro!
La Juve Italia di Lippi è l'ultimo capolavoro di Moggiopoli in certo senso.... Appunto avevano ragione a modo loro Radio Padania e Umberto Bossi. La Lega ha comprato l'Italia!


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MILANO OK A CATTELAN A SETTEMBRE PER IL DITO MEDIO...

DA ARS BLOG

Alla fine il sì è arrivato. Vi avevamo messo al corrente delle polemiche che la proposta di Cattelan aveva scatenato: la sua idea, quella di mettere una grossa scultura in marmo a forma di dito medio in piazza Affari, aveva fatto molto discutere.

Ma ora la giunta si è pronunciata: la scultura verrà esposta, ma soltanto per una settimana (dieci giorni al massimo), durante le sfilate della moda di settembre (dunque, tra il 22 e il 28 settembre).

E mentre a Milano ci si scanna, Christie’s, più furba, ha previsto per l’asta di luglio un esemplare in miniatura della scultura. Il prezzo di partenza? 14-17mila euro

 http://www.artsblog.it/post/5908/si-al-dito-medio-di-cattelan-in-piazza-affari

 

ESTENSE COM L'affaire Ferrara-Napoli sul Corsera

DA ESTENSE COM

L’affaire Ferrara-Napoli sul Corriere del Mezzogiorno

Le pagine locali del Corsera riprendono l'articolo di Estense.com

Con tanto di immagine presa dallo screenshot proposto da Estense.com nell’edizione del 17 giugno (leggi), l’affaire “Napoli” finisce sulle prestigiose pagine del Corriere del Mezzogiorno, cronache locali del Sud Italia firmate Corriere della Sera....

CONT. http://www.estense.com/laffaire-ferrara-napoli-sulle-pagine-del-corriere-del-mezzogiorno-064117.html

IL DINANIMISMO VINCENTE DI BARBARA CANNETTI

poesia.jpgda RECENSIONE DINANIMISTA WEBZINE

E' con immenso piacere che il dinanimismo rende omaggio alla Poetessa Barbara Cannetti (attiva del movimento poetico rivoluzionario delle anime ed autrice di una raccolta di poesie più volte ristampata dal titolo cibernetico-surreale "16 milioni di colori") e lo fa pubblicando solamente alcuni (visto l'alto numero) dei concorsi poetici/letterari in cui la bravissima scrittrice si è distinta:

 

 


 

CONCORSO LETTERARIO 2010
3^ edizione “LE DONNE SI RACCONTANO”
Sabato 8 maggio 2010 premiazioni della 3^ edizione del concorso letterario "Le donne si raccontano".
SEZIONE RACCONTO O SAGGIO
• 1° classificata Cannetti Barbara (Corlo Ferrara) con: “Sanaa”

 
PREMIO INTERNAZIONALE SAN MAURELIO edizione 2010 (premiazione 5 giugno)
SEZIONE NARRATIVA
Opera segnalata: “IL GELATO” di Barbara Cannetti
PREMIO I DUE PATRONI - SEZIONE NARRATIVA
Opera segnalata “L’ARTISTA” di Barbara Cannetti



COMUNE DI FINALE EMILIA
Assessorato alle Pari Opportunità
Piazza Verdi n.1 – Tel. 0535 788 140 (Segreteria) – Fax 0535 788 130
 
 Prot. 2010/0008780          
 
A seguito della valutazione della Giuria, riunitasi il 24 febbraio e il 23 aprile
concorso letterario “ESSERE O SENTIRE – HO SOGNATO LA LIBERTA’”, indetto da questo Assessorato nell’ambito delle iniziative del progetto “COME TE 2010”.
L’esito della valutazione è il seguente:
 
SEZIONE NARRATIVA
MENZIONE SPECIALE
 “Rosa” di Barbara Cannetti (Corlo)
 
Cerimonia premiazione: 30 maggio alle ore 16,00 presso la Sala Consigliare del Municipio di Finale Emilia, in Piazza Verdi n.1.

 

http://recensionedinanimista.myblog.it

HIGH FOUNDATION 2010

da ESTENSE COM

Torna da giovedì 24 giugno a domenica 18 luglio, nella suggestiva cornice del Parco Urbano Bassani di Ferrara, l’High Foundation Festival, kermesse di arte e musica organizzata dall’omonima associazione culturale in collaborazione con SouLove Records.

L’edizione 2010 conferma il “roots leit motiv” che ha reso il festival popolare: un incontro di persone che si gustano il loro relax quotidiano attorno ad un attento programma di eventi musicali, puro e sano intrattenimento, presentazioni di libri, workshop di danza e succulenta novità 2010; la Sunday Session, dedicata alla completa naturale degustazione del tramonto attraverso musiche “selezionate” a tema, reading e drink. Il filo conduttore musicale dell’edizione 2010 della “Funda” è la “Selecta” cioè l’arte di fare una selezione, una scelta, da parte del Dj....

CONT. http://www.estense.com/torna-l%e2%80%99high-foundation-festival-063229.html

mercoledì 23 giugno 2010

Sicilia Festival dell'Incompiuto Siciliano anteprima luglio

da ARS BLOG
A Giarre nel giorni del 2, 3 e 4 luglio, arriva il primo Festival dell’Incompiuto Siciliano “Impossibile da immaginare magico da vivere”, bellissimo progetto che avevo incontrato per la prima volta a Firenze alla Strozzina e che con mia piacevolissima sorpresa non intende limitarsi ai musei, ma intraorendere azioni reali sul territorio.

Ecco dunque che, con la direzione artistica di Alterazioni Video, la tre giorni si compone di eventi pubblici, workshop, concerti, tour turistici, giochi pirotecnici visioni psichedeliche che trasformano la città. Ma anche, e soprattutto, un grande cantiere di progettazione urbana partecipata affronterà il tema concreto: come progettare il costituendo Parco Archeologico dell’Incompiuto nel comune di Giarre. Chiamati a aprtecipare al festival mondi diversi e trasversali alla socuetà e alle professioni: dal regista all’architetto, all’agronomo, dal sociologo al giornalista al filosofo, pasando per giuristi, fotografi dino a chi ha a cuore i problemi del territorio.

Peccato essere lontani da Giarre: sicuramente proverò per voi ad intervistare l’Incompiuto e ad avere il prima possibile riscontri su questo primo esperimento di Festival.

http://www.artsblog.it/post/5889/a-giarre-il-primo-festival-dellincompiuto-siciliano?utm_source=newsletter&utm_medium=mail&utm_campaign=Newsletter:+artsblog/it+(artsblog)

 

 

 

 

Libera Cultura a Ferrara da PpF

L’onestà intellettuale in politica

di Valentino Tavolazzi
 
Vorrei ricordare all’assessore Maisto che l’onestà intellettuale è il presupposto del confronto civile. Se egli ne è in possesso, non lo si evince da quanto scrive.
Non ho espresso giudizi sulla persona, solo su ciò che egli fa come amministratore pubblico. Eppure ripetutamente l’assessore parla di me, non di cosa sostengo come consigliere. Mi attribuisce la “foga di dividere il mondo fra buoni e cattivi, la missione di dare pagelle, l’opera di disinformazione.” E a chi replica alle mie critiche, secondo Maisto, io darei del “non democratico e del bugiardo”. Ora l’assessore, sempre che abbia a cuore di dar prova della propria onestà intellettuale, dica dove e quando avrei usato l’epiteto “bugiardo” nei suoi confronti. In caso contrario potrei cominciare a farlo ora!
Leggi il resto… »


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Transumanisti Roberto Guerra in Divenire 4

Roby G 2.jpgDIVENIRE-N_-4.jpgDIVENIRE IV AA.VV.  a cura di Riccardo Campa (Sestante edizioni, 2010)

 

 

Il tema dominante del quarto volume di Divenire è la rottura con l’umanesimo, religioso ma non solo, che caratterizza la nostra era tecnologica. La questione è affrontata da varie angolature, nella maggior parte degli articoli, e in molti casi viene individuato nell’Umanesimo prerinascimentale e rinascimentale –per il suo stretto legame con il paganesimo greco-romano – un punto di svolta nel percorso che ci consente oggi di riflettere su un possibile futuro postumano.
Il numero si distingue anche per le firme prestigiose che contribuiscono a questa nuova esplorazione dei legami tra la tecnica e il postumano.

 

La scienza e la natura di Luciano Pellicani

La crisi dell'umanismo di Gianni Vattimo

Soggettività e ontopoiesi, di Roberto Marchesini
Oltre la specie, di Aldo Schiavone

L’aroma del passato più prossimo. Note su tecnologia, comunicazione, politica, di Mario Pireddu 

Dipendenze transumane, di Salvatore Rampone  

Le radici pagane della rivoluzione biopolitica, di Riccardo Campa 

Il sovrumano nel transumano, di Max More
Transumanismo ed ermetismo, di Remi Sussan
Karl Marx, il futurologo, di Roberto Guerra  Il poeta futurista Roberto Guerra dedica invece un articolo a Karl Marx, recuperandolo nella veste di pioniere del nuovo futurismo “scientifico”, inteso come stile di pensiero volto a migliorare la società industriale della Macchina – macchina meccanica nel passato ed elettronica ai nostri giorni. Dunque, Marx non più ideologo del comunismo, ma “Marx, il futurologo”.

Una rovina perpetua, di Emmanuele Pilia 

La tentazione a-storica. Come il cinema narra la mitologia luddita, di Francesco Boco  Il transumanismo d’azione. Recensione di “Mutare o perire”, di Stefano Vaj   

* Roberto Guerra, futurista, è nato in Italia nel XX secolo (1960).Ha pubblicato... i saggi futuribili Il futuro del villaggio (Liberty House, 1991), Marinetti e il Duemila e L’Immaginario Futurista (entrambi Schifanoia Editore, 2000), La Città Lunare (Este Edition, 2006), Futurismo: Manifesti Scientifici (Este Edition, 2008); (fantascienza*) Moana Lisa cyberpunk (EDS, 2010). Ha ideato e curato con Ferrara Video&Arte la rassegna video internazionale “The Scientist” (edizioni 2007 e 2008). Nel 2009 con la stessa associazione e Graziano Cecchini Rossotrevi Futurismo Live, centenario del futurismo a Ferrara (evidenziato su Rai Due-Il Futuro del Futurismo). Ha realizzato diversi video clip tra cui Moana Lisa Cyberpunk (produzione AIT) e Ninna Nanna di Marinetti  E' coordinatore del Laboratorio Letteratura Futurista (e responsabile della sezione di Ferrara) per l'Associazione Italiana Transumanisti. Ha infine collaborato con scritti vari alle riviste Futurismo-Oggi (Roma, diretta da Enzo Benedetto), La Révolte des Chutes (Parigi, diretta da Marc Kober), Il Giornale Giovani (Milano), Poeticamente (Ferrara, diretta da Lamberto Donegà), Francesco Grisi.

http://www.divenire.org/autori/robertoguerra.html

http://www.myspace.com/futurismo2009

 

http://www.sestanteedizioni.com/new/index.php?pagename=product_i...
http://www.sestanteedizioni.com/new/index.php?pagename=in...
http://www.divenire.org

http://www.transumanisti.it
http://transumanisti.wordpress.com/2010/05/13/divenire-4/...

La video arte di Carl Burgess

da Ars Blog

Carl Burgess è un videoartista di Londra che lavora con tecniche digitali ma non solo. Alcuni dei suoi lavori sono in computer grafica, altri sono semplici take in presa diretta, poi postprodotti. Quello che vi mostro fa, ovviamente parte, della prima categoria e si intitola Tales Of Unexpected. L’idea è evidentemente quella di raccontare l’evoluzione e il continuo flusso di divenire del bello e della bellezza, sia dal punto di vista cromatico che gestaltiano. Un esempio di ricerca e sperimentazione visiva sicuramente interessante.

Tra gli altri lavori interessanti di Carl vi segnalo il suo blog Picturesofthedailymail, una raccolta randomica e abbastanza inquietante di immagini tratte dal Daily Mail. Una riflessione sull’agenda visiva dei media, sull’ordine della rete, sulle sue strutture nascoste ma anche sul nuovo immaginario estetico che sta facendo emergere. Per vedere altri suoi video invece....  sito moresoon.org.

 

martedì 22 giugno 2010

Di Pietro indagato per truffa sui rimborsi elettorali I Moralisti primi Peccatori!

da IL GIORNALE

 

Roma - Antonio Di Pietro è stato iscritto sul registro degli indagati della procura di Roma per una vicenda di rimborsi elettorali incassati dall’Italia dei Valori. Truffa è il reato ipotizzato dall’aggiunto Alberto Caperna e dal pm Attilio Pisani dopo una denuncia presentata nelle scorse settimane da Elio Veltri, sei anni fa candidato in una lista collegata all’ex pm di Milano alle elezioni europee. "E' sempre la solita storia trita e ritrita su cui già, più volte - ha replicato Di Pietro - si sono espresse le varie procure della Repubblica, archiviando il caso".

La gestione dei fondi elettorali Truffa. In base all’articolo 640 del codice penale. Per questo reato risulta iscritto sul registro degli indagati della Procura di Roma, il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. Il fascicolo che lo vede coinvolto riguarda i rimborsi elettorali incassati dall’Idv. Stando alla denuncia di Veltri, l’associazione Italia dei valori si sarebbe sostituita nella gestione dei fondi elettorali al movimento politico di cui è leader Di Pietro. E tutto sarebbe avvenuto con una serie di false autocertificazioni. Al di là dell’apertura del procedimento, a piazzale Clodio si ricorda che da un lato fascicoli scaturiti da denunce analoghe sono finiti in archivio e dall’altro che lo stesso Di Pietro, qualche mese fa, ha firmato davanti a un notaio un atto per sancire che associazione e movimento politico Italia dei Valori sono la stessa cosa. Sulla vicenda, i magistrati hanno delegato una serie di accertamenti alla Guardia di Finanza.

La replica di Di Pietro "E' sempre la solita storia trita e ritrita su cui già, più volte, si sono espresse le varie procure della Repubblica, archiviando il caso. Per cui la Procura della Repubblica di Roma non poteva non procedere, anche questa volta, a seguito del solito esposto", ha commentato il leader dellIdv. "Porteremo, ancora una volta - ha continuato l'ex  - le carte per dimostrare che è tutto in regola, come peraltro hanno accertato ormai da tempo non solo plurime autorità giudiziarie, ma anche, da ultimo, l’agenzia delle entrate e gli organi di controllo amministrativi e contabili. Ci vuole pazienza, ci sono persone che non si rassegnano alla propria sconfitta politica e continuano ad infangare gli altri".

 


Messenger Radio. La radio che si fa cliccare!

Ferrara Emanuele Vicentini a Radio 24

C’è anche il ferrarese Emanuele Vicentini tra i finalisti del concorso letterario “Vendo anch’io”  ideato dai curatori del programma radiofonico “Vendo Tutto”, in onda da gennaio 2010 alle 16 su Radio 24, l’emittente di Confindustria.

Il programma, ideato dallo speaker e curatore teatrale Matteo Caccia, già noto per la conduzione del programma “Amnesia” su Raadio2 nel 2009, si sviluppa lungo un plot narrativo che vede la voce narrante protagonista suo malgrado...

cont.

http://www.estense.com/un-ferrarese-al-concorso-di-radio24-062989.html

RICORDO DI SARAMAGO di Barbara Cannetti

 

L’eredità di Saramago


di Barbara Cannetti.


Il 18 giugno è morto Josè Saramago e, come sempre avviene in questi casi, si sono riaccesi i riflettori sulle sue opere. La fine della vita, del resto, oltre ad essere un evento ineluttabile è uno dei temi cari all’autore; ad essa lo scrittore ha dedicato un intero libro intitolato “Le intermittenze della morte”. Questa tematica è presente anche in altre sue opere: in “cecità”, però, più che della morte naturale si parla di quella sociale, ossia della non vita, di quell’esistenza senza senso condotta da coloro che, per una improvvisa epidemia, si ritrovano a vivere allo sbando, privati di qualsiasi relazione umana, oltre che di un luogo in cui alloggiare e di un Paese con cui identificarsi, di cui sentirsi parte.

La narrazione procede con stile asciutto, essenziale, privo di orpelli oltre che di atteggiamenti di tipo celebrativo fini a se stessi. In questo modo, utilizzando anche l’ironia, lo scrittore punta il dito sulle debolezze umane, mettendole a nudo.

Si tratta di una visione disincantata del mondo oltre che dell’intera società. In cecità ciò che sconvolge la normalità, come ricordato sopra, è una epidemia che priva gli uomini della vista. Gli avvenimenti si snodano tra le vie di una città non ben identificata: non c’è una dimensione geografica precisa per i luoghi, proprio come non c’è un nome ad identificare i vari personaggi. Ad agire sono, di volta in volta, il primo cieco, l’oculista, la ragazza con gli occhiali neri... Questo perché i temi trattati sono universali e, come tali, universalmente riconosciuti e riconoscibili nella generalizzazione.

Anche le autorità agiscono in questo ambito e lo fanno imponendo, isolando, lasciando a se stessi tutti coloro che hanno problemi. I primi ad essere colpiti dall’epidemia perciò vengono confinati in un ex manicomio, una sorta di lager proprio come era accaduto in passato ed accade ancora oggi ai pazzi, ai diversi, ai deboli...

Quando però i mali della società moderna metaforicamente individuati nella cecità diventano la regola e non l’eccezione si perde anche l’ultima parvenza di verità. Che si tratti di parvenza e non di realtà lo si comprende quando il medico -alla fine del romanzo- afferma che non avevano mai realmente perso la vista perché cechi lo erano sempre stati.

In questa opera è l’umanità intera con i suoi comportamenti irrazionali ad essere sotto processo perché, come sentenzia ancora il medico, l’uomo è fatto per metà di cattiveria e per l’altra metà di indifferenza. Eppure, paradossalmente, sarà proprio l’epidemia a mostrare la verità, la totale mancanza della ragione e dei valori.

La sola a conservare la vista è la moglie del medico che, con essa, trattiene a sé la piena coscienza dell’abbruttimento subito dagli esseri umani senza distinzione alcuna. Per questo quel che a prima vista sembra un grande privilegio, in realtà si dimostra essere un doloroso, pesante fardello; esso diviene a sua volta diversità prima ancora che esile filo di speranza. La consapevolezza, infatti, porta la donna a farsi carico di una grande responsabilità ossia quella di dover agire per il bene e la salvezza del gruppo intero. Ed è questo il ruolo che Saramago assume nei confronti dei suoi tempi. Quando però nel romanzo i non vedenti iniziano, uno dopo l’altro, a riacquistare la vista, tocca alla moglie del dottore subire quella stessa sorte: la sua figura, del resto, perde concretamente importanza non appena gli altri ridiventano autonomi. E nondimeno, essendo lei stessa un essere umano, è condannata alla perdita della ragione. In tal modo l’autore ci ricorda che nessuno è perfetto e quindi tutti possiamo sbagliare. L’importante è accorgersene in tempo, ossia non rimanere indifferenti a tutti gli accadimenti che non ci toccano personalmente. Cecità è un libro da leggere con attenzione, soffermandosi sulle grandi verità che si nascondono tra le pagine. Si tratta- del resto- di temi di grande attualità. Per rendersene conto basta pensare alla diffusa, dilagante crisi che ha colpito tutti i Paesi industrializzati e che ha portato alle enormi difficoltà economico finanziarie ed alla attuale crisi occupazionale che si unisce ad una visione negativa spesso discriminatoria nei confronti di chi è diverso, qualunque sia il motivo che determina la diversità stessa. Lo dimostrano le cronache, lo ribadiscono i politici ogni volta che parlano in modo arbitrario di alcune problematiche. Il ministro Tremonti, ad esempio, ha recentemente affermato che le persone portatrici di disabilità sono un peso o meglio un freno alla ripresa economica del Paese. Lo stesso, tuttavia, vale per gli anziani visto e considerato che le loro pensioni rappresentano oggi un costo elevato. Eppure, proprio come l’epidemia che in cecità colpisce a caso, nella realtà odierna gli infortuni, la malattia, la disabilità possono colpire chiunque. La vecchiaia, inoltre, è una età della vita che prima o poi giungerà sulle spalle di tutti coloro che hanno la fortuna di vivere malgrado tutto e tutti. L’eredità che ci lascia Saramago è, come ricordato, un monito contro l’indifferenza: sarebbe quindi auspicabile che le istituzioni ed i singoli cittadini ricordassero che la vita è importante e va difesa sempre e comunque. I problemi vanno affrontati, non nascosti o sottovalutati. Non basta parlare di integrazione perché essa si crei.

Solo così -del resto- la diversità può rappresentare un vero e proprio arricchimento e non un ostacolo.

 


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Transumanisti Emmanuele Pilia in Divenire 4

Pilia.jpgDivenire 4.jpgDIVENIRE IV AA.VV.  a cura di Riccardo Campa (Sestante edizioni, 2010)

 

 

Il tema dominante del quarto volume di Divenire è la rottura con l’umanesimo, religioso ma non solo, che caratterizza la nostra era tecnologica. La questione è affrontata da varie angolature, nella maggior parte degli articoli, e in molti casi viene individuato nell’Umanesimo prerinascimentale e rinascimentale –per il suo stretto legame con il paganesimo greco-romano – un punto di svolta nel percorso che ci consente oggi di riflettere su un possibile futuro postumano.
Il numero si distingue anche per le firme prestigiose che contribuiscono a questa nuova esplorazione dei legami tra la tecnica e il postumano.

 

La scienza e la natura di Luciano Pellicani

La crisi dell'umanismo di Gianni Vattimo

Soggettività e ontopoiesi, di Roberto Marchesini
Oltre la specie, di Aldo Schiavone

L’aroma del passato più prossimo. Note su tecnologia, comunicazione, politica, di Mario Pireddu 

Dipendenze transumane, di Salvatore Rampone  

Le radici pagane della rivoluzione biopolitica, di Riccardo Campa 

Il sovrumano nel transumano, di Max More
Transumanismo ed ermetismo, di Remi Sussan
Karl Marx, il futurologo, di Roberto Guerra
Una rovina perpetua, di Emmanuele Pilia Il giovane architetto Emmanuele Pilia, art director di Divenire, mette la propria firma in calce a “Una rovina perpetua”. Il saggio si interroga sulla possibilità per il movimento transumanista di raccogliere l’eredità del situazionismo e di certe istanze anarco-socialiste, al fine di ricostruire la società su basi nuove, prendendo l’Homo Ludens di Huizinga come paradigma del prossimo gradino dell’evoluzione umana, ma lasciando risplendere l’umanità attuale in tutta la sua rovinosa bellezza.
L’evoluzione della Net-Sfera, di Ugo Spezza  

La tentazione a-storica. Come il cinema narra la mitologia luddita, di Francesco Boco  Il transumanismo d’azione. Recensione di “Mutare o perire”, di Stefano Vaj   

 

*EMMANUELE PILIA  Nato a Civitavecchia nel 1985, si forma nella Facoltà di Architettura Valle Giulia, università degli studi di Roma la "Sapienza". Interessato alle contaminazioni tra cybercultura, epistemologia ed estetica, è particolarmente attento alle espressioni architettoniche ed artistiche che raccolgono l'eredità situazionista e la sfida neo-utopista della corrente di pensiero transumanista. Dal 2008 è Art Director della rivista di epistemologia Divenire, rassegna interdisciplinare di studi sulla tecnica ed il postumano, curata da Riccardo Campa, per la quale cura il progetto grafico e scrive diversi saggi. Nello stesso anno, fonda a Ladispoli, assieme ad Emanuele Sbardella, l'associazione culturale Emergenze, con la quale progetta diversi eventi artistici. Dal 2009, collabora con la cattedra di disegno dell’architettura tenuta dal prof. Fabio Quici. Nel 2010 fonda, assieme a Monica Calvarese, Marika Onofri, Giulia Santucci, Luigi Viapiano, l'associazione culturale "Origami" che presiede. Ha pubblicato con Divenire: Attraverso un'architettura

http://www.piliaemmanuele.wordpress.com

 

 http://piliaemmanuele.wordpress.com/

http://www.architetturaecinema.net/index.php?option=com_content&view=article&id=80&Itemid=92

 

 

http://www.sestanteedizioni.com/new/index.php?pagename=product_i...
http://www.sestanteedizioni.com/new/index.php?pagename=in...
http://www.divenire.org

http://www.transumanisti.it
http://transumanisti.wordpress.com/2010/05/13/divenire-4/...

Ferrara Premio Estense tossico?

da Controcultura SuperEva

In Italia lo san tutti: la casta è anche culturale, ancora la cultura paleoumanistica e parkinsoniana del Manzoni anziché quella tecnocientifica del Marconi (per dirla semplicemte con Piero Angela e il Cicap…senza scomodare Veronesi, Vacca, Dulbecco, Rubbia, Oddifreddi o certa futurologia italiana radicale persino scomunicata -guarda guarda- da elefanti umanoidi come Ferrara…Giuliano o altri laici reazionari), oppure i resti del gramscismo con buona pace del rivoluzionario marxista, ormai più frainteso e vulgato… dagli ex compagni che dal Duce stesso (che non a caso lo rinchiuse perchè era conscio della pericolosità non terroristica ma proprio culturale di Gramsci). ...

http://guide.supereva.it/ferrara/interventi/2010/06/premio-estense-tossico

Clint Eastwwod soundtrack

L’omaggio della formazione nordica “Oddjob” all’attore-regista Clint Eastwood, per il suo ottantesimo compleanno - la dedica ha preso corpo l’altro giorno alla Casa del Jazz di Roma con musiche dal “taglio” jazz-rock - offre l’occasione di parlare di un aspetto del personaggio cinematografico che a non pochi da sempre sfugge. Quello dello Eastwood compositore di colonne sonore per il grande schermo.

Proprio così: l’attore-produttore, nell’arco della sua lunga e variegata carriera artistica, si è infatti dedicato alla scrittura musicale. Basta dare un’occhiata ai profili pubblicati un po’ ovunque per rendersene conto. Là dove il regista ha firmato dei film spesso ha firmato anche il “commento musicale”. A conti fatti le colonne sonore a lui attribuite dunque risultano diciasette, alcune delle quali rimaste memorabili per i temi.

Per esempio si va da “Mystic River“, lungometraggio: numerose le sequenze della pellicola che per la bellezza della musica vanno ricordate. Lui, considerato una specie di “jazzista delle immagini”. Non solo autore ma vero e proprio regista delle sue colonne. Ogni film, per lui, è un’occasione per esplicitare la sua seconda grande e passione e per instaurare coi compositori scelti dei rapporti di collaborazione riccamente artistica...

cont.

http://blog.ilgiornale.it/pavanel/2010/06/13/colonne-sonore-la-doppia-arte-di-clint-eastwood/

lunedì 21 giugno 2010

PROMOTORI DELLA LIBERTA' DDL INTERCETTAZIONI Messaggio del Premier

DDL INTERCETTAZIONI: "UNITE LA VOSTRA VOCE ALLA MIA IN DIFESA DELLA LIBERTA'"

 

Care amiche e cari amici,
chiedo il vostro impegno nei gazebo dei Promotori della libertà, nei vostri incontri, nei vostri convegni e in tutte le vostre iniziative per una missione di grande importanza: difendere la libertà di ciascuno di noi, e quindi la libertà di tutti gli italiani, da una minaccia che è subdola ma concretissima: l'abuso sistematico delle intercettazioni telefoniche e la loro pubblicazione sui giornali e addirittura in televisione.

Badate bene: nessuno, nessuno sta mettendo in discussione l'utilità delle intercettazioni per combattere il terrorismo, la criminalità organizzata e altri gravi reati. E non è vero che si vuole tutelare una presunta "casta", come affermano, sapendo di mentire, la sinistra, la lobby dei pm politicizzati e la lobby dei giornalisti di sinistra. Il problema è semplice ed è grave: siamo tutti spiati.

In Italia vi sono quasi 150 mila telefoni sotto controllo. Nell'ipotesi che ognuno degli intercettati parli nel tempo con altre 50 persone, arriviamo a 7 milioni e mezzo di italiani controllati. Ma non è lontano dal vero chi ipotizza 10 milioni di intercettati, ovvero un intercettato su sei! E' un numero che non ha eguali nel mondo: basti dire che negli Stati Uniti, dove c'è una popolazione che è superiore di sei volte alla nostra, le intercettazioni non arrivano neppure a 20 mila e i telefoni intercettati negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Germania e in Francia non arrivano, sommati tutti insieme, alla metà di quelli intercettati in Italia.

Ora per porre fine a questo sopruso sistematico, che ha più volte colpito migliaia di cittadini del tutto innocenti e neppure indagati, il nostro governo ha preparato per tempo un disegno di legge che è stato approvato dalla Camera dei Deputati in 11 mesi e poi dal Senato in 12 mesi e mezzo.

Adesso è tornato alla Camera per l'approvazione definitiva. Ma una serie di veti e di rinvii potrebbe rimandare alle calende greche il varo della legge.

Per questo vi chiedo di unire la vostra voce alla mia, alla nostra e di gridare alto e forte che in Italia è in pericolo il nostro sacrosanto diritto alla privacy. Non si può dire altro quando anche il più innocente dei cittadini viene sottoposto a intercettazione, spiato per mesi e poi messo alla gogna sui giornali.
Cari amici, il vostro sostegno è importante per spiegare agli italiani il valore e i contenuti di questa legge. Ognuno di voi si faccia protagonista di questa campagna di libertà. Dobbiamo impedire che questa legge subisca la triste sorte che di solito tocca alle leggi che non piacciono alla sinistra e ai suoi "pm" politicizzati. Cambiamola anche, rivediamola, emendiamola, miglioriamola ma approviamola! E' nell'interesse di tutti, altro che casta.

Purtroppo, vedete, quella di governare e di fare le leggi è un'impresa che nel nostro Paese sta diventando ogni giorno più difficile. E lo sarà fintanto che non saremo riusciti ad approvare le riforme istituzionali necessarie per ammodernare l'architettura costituzionale dello Stato, così da dare al nostro premier gli stessi poteri degli altri suoi colleghi europei e di ridurre il numero dei parlamentari e di chi vive di politica, rendendo meno lunghi ed estenuanti i percorsi per l'approvazione delle leggi.

Queste sono riforme previste tutte dal nostro programma di governo, riforme che sono state sottoscritte col voto degli elettori e che sono tutte pienamente condivise dalla Lega di Bossi, che è stata e continuerà ad essere un nostro alleato leale e sicuro.

Quindi, care amiche e cari amici, datevi da fare.
Sapete bene che la battaglia per la libertà è la battaglia più giusta e più nobile.

Un forte abbraccio a tutti voi e a ciascuno di voi.


SILVIO BERLUSCONIfirmasb


Transumanisti Francesco Boco in Divenire 4

DIVENIRE-N_-4.jpgDIVENIRE IV AA.VV.  a cura di Riccardo Campa (Sestante edizioni, 2010)

 

 

Il tema dominante del quarto volume di Divenire è la rottura con l’umanesimo, religioso ma non solo, che caratterizza la nostra era tecnologica. La questione è affrontata da varie angolature, nella maggior parte degli articoli, e in molti casi viene individuato nell’Umanesimo prerinascimentale e rinascimentale –per il suo stretto legame con il paganesimo greco-romano – un punto di svolta nel percorso che ci consente oggi di riflettere su un possibile futuro postumano.
Il numero si distingue anche per le firme prestigiose che contribuiscono a questa nuova esplorazione dei legami tra la tecnica e il postumano.

 

La scienza e la natura di Luciano Pellicani

La crisi dell'umanismo di Gianni Vattimo

Soggettività e ontopoiesi, di Roberto Marchesini
Oltre la specie, di Aldo Schiavone

L’aroma del passato più prossimo. Note su tecnologia, comunicazione, politica, di Mario Pireddu 

Dipendenze transumane, di Salvatore Rampone  

Le radici pagane della rivoluzione biopolitica, di Riccardo Campa 

Il sovrumano nel transumano, di Max More
Transumanismo ed ermetismo, di Remi Sussan
Karl Marx, il futurologo, di Roberto Guerra
Una rovina perpetua, di Emanuele Pilia
L’evoluzione della Net-Sfera, di Ugo Spezza 
 

La tentazione a-storica. Come il cinema narra la mitologia luddita, di Francesco Boco  Il giovane filosofo Francesco Boco propone una recensione del film Avatar – “La tentazione a-storica” –, dove analizza l’opera di Cameron nella sua dimensione ideologica di veicolo di messaggi luddisti. Nel film, i personaggi “positivi” vivono infatti in un mondo a-storico e primitivo, oppure usano la tecnologia per sfuggire alla tecnologia, per sottrarsi al mondo dinamico, storico, sempre in divenire forgiato dallo spirito prometeico europeo.
Il transumanismo d’azione. Recensione di “Mutare o perire”, di Stefano Vaj  
 

 

*FRANCESCO BOCO è nato a Belluno nel 1984. Ha ottenuto la laurea specialistica in filosofia con una tesi su Heidegger e Spengler e da diversi anni scrive articoli di cultura, politica, attualità su varie riviste e quotidiani, tra cui Orion, Letteratura-Tradizione, Eurasia, Occidentale, Il Fondo, Il Secolo d'Italia, Linea, etc. Ha tradotto dal francese, prefato e curato il libro di Guillaume Faye Per farla finita col nichilismo. Heidegger e la questione della tecnica (SEB 2007, disponibile anche in versione online). In uscita due suoi testi personali, un'intervista a Luca L. Rimbotti sul mito e un lungo saggio su Oswald Spengler e Martin Heidegger. Da anni approfondisce autori come Nietzsche, Jünger, Heidegger, Schmitt, Mishima nell'intento di affinare un proprio pensiero originale al di là della crisi della modernità. Pratica culturismo e suona in diversi progetti musicali. Tra i suoi saggi più rilevanti Futurismo e fantascienza Uomo faustiano e tecnica Fissando l’abisso: recensione di Storia e destino

http://www.divenire.org/autori/francescoboco.html

 

http://www.sestanteedizioni.com/new/index.php?pagename=product_i...
http://www.sestanteedizioni.com/new/index.php?pagename=in...
http://www.divenire.org

http://www.transumanisti.it
http://transumanisti.wordpress.com/2010/05/13/divenire-4/...