di Roberto Guerra – E' on line, edizioni eBook Asino Rosso, a cura di Roby Guerra e l'Associazione culturale Hyperion di I. Bruno e Sol (ovvero i curatori fondatori del nuovo gruppo futurista e transumanista italiano Futurologie/The Italian Transhumanist, sede Principato di Monaco) il primo eBook dedicato al Transumanesimo e alla Futurologia:
"Futurologia della vita quotidiana. Transhumanist Age", libro corale a più voci con testi di futuribili italiani e non solo. Gli autori: Adriano Autino, Mary Blindflowers, Pierfranco Bruni, Ivan Bruno, Pierluigi Casalino, Vitaldo Conte, Davide Foschi, Raimondo Galante, Angelo Giubileo, Davide Grandi, Roberto Guerra, Zoltan Istvan, Michele Nigro, Cristiano Rocchio, Fabrizio Ulivieri, Carlo Zannetti.
Un libello digitale essenzialmente o quasi in stile giornalista culturale 2.0 e si spera divulgativo. Per relativizzare e (come direbbe lo stesso Freud) con buona e sana Normalità un movimento d'avanguardia certamente ma ancora perturbante per certi suoi radicalismi futuristici, al contrario assai stimolanti, ma da interfacciare una volta per tutte, che si parli di postumano o transumanesimo, con la dimensione scientifica (come scienza sociale) e una sua anche storia del transumanesimo o del futuro, culturale anche ante litteram.
Spicca la presenza dello stesso leader americano transumanista Zoltan Istvan, a cui il nuovo gruppo fa essenzialmente riferimento.
Ed ecco il testo special guest proprio di Zoltan Istvan (estratto), bilingue nel testo (collaboratore
anche di Huffington Post) e per la prima volta tradotto in Italia:
Zoltan Istvan- Sei pronto per il Futuro del Transumanesimo?
di Roberto Guerra – E' on line, edizioni eBook Asino Rosso, a cura di Roby Guerra e l'Associazione culturale Hyperion di I. Bruno e Sol (ovvero i curatori fondatori del nuovo gruppo futurista e transumanista italiano Futurologie/The Italian Transhumanist, sede Principato di Monaco) il primo eBook dedicato al Transumanesimo e alla Futurologia: "Futurologia della vita
Recentemente per la collana Biblioteca di Psicologia, libri Corriere della Sera è stato riedito di Jacques Lacan “Il Seminario. Libro XI. I quattro concetti fondamentali della psicanalisi”): sempre a cura del fidato allievo J. A. Miller (come nell’edizione originaria italiana per Einaudi del 1979/2003, sua anche una ampia nota critica), per l’occasione a cura anche di A. Di Ciaccia.
Ovvero… l’opera forse omnia in certo senso di Lacan, l’ultimo grande
“guru” della psicanalisi. Quella fondamentale, con la parola stessa
diversamente live del famoso Maestro, tutt’oggi un poco controverso
nella storia della psicanalisi. Non tanto per l’autorevolezza, quasi
ovunque poi assimilata, nonostante – a suo tempo- anni ’60 un caso
clamoroso di censura ed espulsione dalla Società Psicanalitica ufficiale, da cui la fondazione di Lacan di quella Ecole Freudienne
(Parigi), che sempre negli anni ’60 e ’70 fu ai vertici del dibattito
generale non solo psicanalitico e postfreudiano ma culturale francese e
internazionale, fino a debordazioni anche metapolitiche.
In particolare, persino la psicoanalisi
freudiana relativamente ortodossa ha ben innestato nella sua prassi
clinica e teorica la celebre cosiddetta fase dello Specchio nell’età
evolutiva dell’infanzia, “scoperta” da Lacan e le sue quasi
presocratiche (con il senno di poi, quasi un Eraclito 2.0 ante
litteram…) complesse teorizzazioni sull’Immaginario, il Reale, l’Altro:
soprattutto “l’ancoraggio “ definitivo dopo Lacan della cosiddetta
scienza dell’incoscio strutturato come Linguaggio (sulla scia del Freud scienziato)
Dopo diversi decenni ormai, che cosa
resta della indubbia anche provocazione ed eresia lacaniana, al di là
del suo fortissimo influsso prima nella psicologia contemporanea, la
stessa sociologia e non solo (la dimensione estetica in particolare?),
poi, dopo il boom, altrettanto affrettatamente raffreddato? Lacan resta
tutt’oggi, vano negarlo, di ardua decifrazione, al di là di retoriche
intellettualistiche, come non a torto ma in controluce dandogli ragione,
fu anche assai contestato, confermandone quasi popperiamente, proprio
la sua indubbia, vano negare anche tale esito, rivoluzione
psicanalitica: la conferma paradossologica della psicanalisi come scienza supposto sapere (parafransando lo stesso Maestro liberamente), l’Altro come mancanza/assenza (semplifichiamo
parecchio, ovvio), quindi per logica in-corente, linguaggio e scienza
umana (aggiungiamo oggi) in-dicibile, aperta, mai un circuito chiuso.
..................................... Per approfondire http://www.meteoweb.eu/2016/11/la-strana-scienza-jacques-lacan/789892/#epgrpJggxJeXzBII.99
Roberto
Manzocco, Esseri Umani 2.0, Transumanismo, il pensiero dopo l'uomo, Springer, 2014
Per la
specialistica Springer,
Roberto
Manzocco
ha edito Esseri
Umani2.0. Il
Transumanismo: idee, storia e critica della più nuova delle
ideologie.
Check up a 360° divulgativo e sullo stato attuale dell'ultima
cosiddetta futurologia scientifica.
Libro e autore segnalati da media anche generalisti quali Espresso e
la RAI.
Dai temi
“classici”, robotica, crionica, viaggi spaziali, nuove tecnologie
quotidiane, clonazione, medicina d'avanguardia ecc., alla rivoluzione
nanotecnologica, longevità, mind up loading , tutto il menu dei
moderni “futuristi”. L'analisi esita deliziosamente fredda
e brillante, visti i temi, come noto, anche controversi sul piano
bioetico, in Italia ad esempio note le polemiche - ad esempio del
collega R. Campa, sociologo della scienza, con l'ambiente
conservatore o cattolico.
Manzocco
lanciando l'homo sapiens 2.0 abbraccia - in certo senso - il meglio
dell'essere umano 1.0 con una stretta di mano vigorosa magari quasi
come la splendida cover dei Pink
Floyd,
Wish are
here,
una mano umana e una robotica. E dal post-umano, letteralmente,
almeno il vero obiettivo, la riformattazione più evoluta di quel che
lo stesso Julian
Huxley
(e non solo ovviamente ) chiamò Umanesimo Scientifico: certamente
paradigma relativamente ex novo, ma dialettico e fatalmente sinergico
con gli umanismi pretecnologici pre-esistenti.
L'uomo e
la macchina, in generale, nelle sue più evolute possibilità e
creatività. Laddove poco importano in certo senso, anche i
sogni transumanisti più azzardati o fantascientifici: futurologia e
transumanesimo segnano una svolta per la società liquida e
postindustriale incompiuta e magari ammalata. Un nuovo pensiero
pensante verso il senso del futuro, per scenari realmente diversi,
certamente - almeno da punti di vista prossimi alle scienze sociali,
urgenti e auspicabili.
Questo e
altro, sullo sfondo dell'ampia e esauriente ricognizione dell'autore.
Per la collana Frontiere della Scienza (libri Le Scienze a c. di Marco Cattaneo) un volume interessantissimo, finalmente ecologico scientifico. Come spesso accade, la conoscenza sfata,
ridimensiona, relativizza parole a vuoto propinate sia da
“apocalittici” che “integrati”, mezzi d’informazione e mondo della
politica. Scritto dai migliori esperti ambientalisti e scienziati
internazionali, lo sapevate che non auto e industrie sono i principali
“demoni” del CO2, ma i fertilizzanti abusati dell’agricoltura? Non
esiste risoluzione “finale” per il futuro produttivo alimentare, se non
una complessissima sinergia plurale, compresi OGM, prodotti transgenici
liminari. Decrescita felice e green economy sono importante risorsa di sviluppo sostenibile, ma pericolosa se non innestato il discorso verso certa nuova Technoeconomy,
aperta al presente produttivo ma soprattutto al futuro e la ricerca
concretamente previsionale: altrimenti le statistiche girano a vuoto e
mistificano. Esistono certe strategie cosiddette No Still e affini, promettenti,
ma praticamente abolendo l’aratro e in certo senso la lavorazione nei
campi agricoli, sfruttando al contrario sia certo riciclaggio dei
residui dei raccolti, sia la possibilità di raccolti potenzialmente perenni
e non effimeri come da tradizione agricola. Componenti fondamentali
per l’attività e lo sviluppo agricolo, azoto e fosforo sono a rischio
esaurimento, probabilmente più del petrolio. Queste e altre disanime
profonde, assai persuasive, per sfamare sul serio tra pochi
decenni qualcosa come dieci miliardi di persone.. Riassumendo,
l’astronave giusta, almeno secondo gli scienziati è l’ottimizzazione
della tradizione agricola nata millenni orsono con la selezione
intuitiva delle piante e risorse verdi “originarie”, per via
relativamente naturale e relativamente transgenica, per seminare e
produrre piante cosiddette perenni, correggendo i bachi fatali dei
nostri progenitori che facevano già ingegneria genetica al primo
livello, dissipando altre variabili stesse più produttive ma poco
visibili per ovvia non conoscenza genomica eccetera…. Gli scienziati,
anche qualche giornalista scientifico, multidisciplinari e di ogni “nazionalita”, autori e promotori della futura nuova rivoluzione verde?
J. A. Foley, Lester R. Brown (celeberrimo), T. Raney e P. Pingali, D.
H. Freedman, S. A. Goff e John M. Salmeran, A. Meldolesi, J.P. Reganold,
D. R. Huggins, N.Nassar e R.Orviz, A.R. Townsend e R. W. Howarth, D.
A. Vaccari. E con una premessa-epilogo: scenari di crisi e
assai ostici, ma secondo la scienza le soluzioni esistono, in ultima
analisi il vero problema è …la conoscenza e la Macchina Politica
arcaica! Questo il grande messaggio per la nuova umanità cibernetica e cibarla nel XXI secolo.
AA.VV., Il Cammino dell'Uomo (Libri Le Scienze, a c. di M. Cattaneo)
COME SIAMO DIVENTATI HOMO SAPIENS Il sottotitolo già suona "agonistico" in certa epoca techno attuale certamente, eppure anche new age regressiva. Invece, proprio questo splendido (e commovente anche) aggiornamento sulle nostre origini, farebbe zittire anche Cartesio e il suo Dubbio diventato dogma in certo ambiente irrazionalistico. Innanzitutto, ancora una volta emerge lo spirito scientifico come sfida e ricerca dalla complessità e dalla sorpresa e dal coraggio di ri-disegnare anche in pochissimi anni le conoscenze precedenti. Attualmente, la mappa paleontologa eccetera (ormai la ricerca dell'homo sapiens perduto coinvolge anche antropologi, archeologi, biologi, genetisti, neuropsicologi..ecc.) pare smentire il quadro prevalente ancora fino al 2000: tra il cosiddetto Homo Sapiens arcaico e quello moderno, differenze al limite relativamente secondarie: più produttivo – in base alle nuove ricerche – presupporre quasi fin da tempi ulteriormente retrodatati, circa 200000 anni fa (e non i famosi 40-50000 della supposta rivoluzione post Paleolitico superiore) semmai una certa continuità e semmai il gioco della Variabilità costante e adattiva come lenta eppure vero seme di successive espansioni verso il fu Homo Sapiens Moderno.
Inoltre: relativamente ma probabile, i suoi immediati progenitori, Homo Abilis, Homo Erectus, l'Homo di Heidelberg, già erano meno primitivi di quanto si supponeva, certamente pre-capaci di parola, di tecnologie della pietra efficaci e semi-raffinate, di barlumi di attività estetica, persino statura eretta e pensiero e affettività (almeno gli indizi sono tanti); e soprattutto Neanderthal, già verso 100/200 mila anni anni fa circa! Il nostro gemello di specie perduto e estinto appena 30/40000 anni fa, a proposito convisse eccome con l'Homo Sapiens, anche incroci genetici come dimostra la scienza oggi dopo la rivoluzione del genoma (e tracce nel nostro DNA!). Genomica destinata in futuro a dissipare lo scenario tutt'oggi assai caotico sull'albero genealogico, forse oggi più un Ramo relativamente spoglio che un cespuglio come si pensava. Non è comunque un mistero l'estinzione di Neanderthal durante una glaciazione estrema letale: Non annientato dall'Homo Sapiens, ma per la migliore variabilità adattiva del secondo, questioni di "dieta", per la longevità superiore (Neanderthal erano anziani e morivano a 30 anni circa!) e per la maggiore variabilità conoscitiva e densità di popolazione, grazie alla – all'epoca- rivoluzione degli Anziani, prima sconosciuti o quasi nella "sconcertante" bassissima aspettativa di vita di cui prima. Dalle scoperte e gli scavi e le ricerche più recenti, inoltre, altre specie homo convissero sembra con la nostra, un supposto Uomo di Denisova (Siberia) misteriosissimo ancora e lo Hobbit minuscolo .. Homo Florensiensis (fino a 20000 anni fa! In una nicchia isolata in Indonesia) . Poi: forse non più l'Africa Orientale culla dell'umanità, ma il Sud Africa (scoperte mai viste anche in termini quantitativi e di fossili complessi non solo meri frammenti ecc, nel sito di Malapa, da cui un originario .. (tesi molto discussa comunque) nuovo Australapiteco detto Sedipa . Pare anche e sempre per la solita glaciazione di quei tempi letteralmente antidiluviani, che l'uomo moderno e quindi contemporaneo derivi da appena poche centinaia di antenati sopravvissuti sulle coste dell'Africa meridionale miracolosamente ricche di militi e tuberi ecc. ultraresistenti, mentre nel resto del Continente una sorta di apocalisse. Si è calcolato, da 10000 circa a poche centinaia la riduzione demografica globale di quei primissimi esseri umani! Insomma era più facile la sopravvivenza di Laika nel primo viaggio spaziale di un mammifero. Riassumendo, pur, sia ben chiaro, in scenari interpretativi sempre relativi e in progress, del supposto Homo Sapiens Moderno (evoluzione sociale e memetica a parte, ovviamente) resta semmai una ovvia velocità esponenziale d'evoluzione culturale, anche dovuta all'aumento poi demografico che ha favorito una sorta di libera associazione collettiva (e feedback costanti e quindi potenzianti) da cui salti creativi in ogni campo, tecnologico, artistico ecc. Molto dubbia almeno già da 200 mila anni fa certa evoluzione mutazione genetica o neuropsicologica… Nelle analisi e nei contributi anche una particolare comparazione, tuttavia, su certa attualissima accelerazione esponenziale della complessità conoscitiva e della libera associazione collettiva con il Web e Internet, da cui, spesso altrove tra cibernetici e esperti di computer science, prospettive neppure tacite – al contrario – di un'epoca realmente mutante o destinata in tal senso (tra azione diretta degli umani stessi, macchine pensanti e Intelligenza Varie) o la famosa singolarità tecnologica prevista dal futurologo Kurzweil.
In ogni caso, magari si scoprirà anche che quel famoso quid culla dell'umanità è certa costante anche se ancora invisibile minimutazione insita nella combinatoria del nostro DNA, la dialettica straordinaria tra i vari ricercatori, la nostra storia come homo sapiens comunque verosimile (nonostante anche praticamente o quasi soltanto frammenti di fossili capaci di abbattere le frontiere del tempo) educa a relativizzare certa presunta "miseria" nichilistica" della nostra specie, certe stesse crisi contingenti contemporanee. Fin da Lucy eravamo geniali nella sopravvivenza. Il Sopra-Vivere secondo logica "cosmica" non è una utopia. E la scienza ancora una volta indica la Stella Polare e viceversa. Gli autori e ricercatori: (M. Cattaneo), K. Wong, K. Harmon, J. J. Shea, G. Manzi, F. Di Vincenzo, C. W. Marean, H. Pringle, R. Caspari, J. Zilhao, A. Meldolesi.
AA.VV., In cerca di altre Terre. C’è vita altrove nell’universo?(libri Le Scienze, 2014)
Dai Canali di Marte, il pianeta Rosso, ai possibili oceani sotto il ghiaccio di Europa e Titano, lune satelliti di Giove e Saturno:
il sogno della vita extraterrestre (aree 5, ufologi a parte,
improbabili) appassiona eccome anche gli scienziati, non solo i profani.
Oggi si sa, su Marte di Canali artificiali e intelligenti neppure un ruscello fossile (forse qualche traccia di vita ultralementare in passato, Curiosity e Mars Express
prima ci hanno e stanno lavorando..), mentre invece i satelliti di cui
prima potrebbero riservare tra pochi anni sorprese positive (a livello
di vita elementare, come in certe nicchie nelle profondità
dell’Antartide o in estremi camini sotterranei oceanici vulcanici).
Uteriormente, negli ultimi due decenni, dopo il Grande Silenzio pluridecennale del SETI project di Drake, lo stesso Sagan, sono stati scoperti circa 2000 esopianeti,
fuori dal sistema solare: già molte previsioni sono saltate, obbligano i
ricercatori a variabili assai piu complesse. La vita aliena , forse
intelligente, potrebbe sussistere nelle cosiddette Super Terre o Terre gemelle, pur simili per dimensioni allo stesso Gigante gassoso a noi prossimo, ovvero Giove, paradossalmente molte vicine ai rispettivi Soli, da noi distanti anni luce invalicabili e disarmanti. Hubble
e altri telescopi spaziali sono appena delle lenti d’ingrandimento,
urgono nuovi occhi hi tech ancora parzialemnte impossibili; tuttavia le
scoperte avvengono, grazie a sguardi quasi controintuitivi, sorta di
minimalissime ombre lillipuziane osservando la luce degli astri, i
cosiddetti transiti rivelatori ecc. . Piu o meno con tecniche
simili (molto succintamente parlando) gli scienziati mappano plausibili
condizioni ambientali, clima, colori e vegetazione ecc., degli
esopianeti. Anche le stelle binarie, un tempo ritenute impossibili per
ospitare sistemi planetari e forme di vita, al contrario non vanno più
escluse. Insomma, per la comunità scientifica e esobiologi vari, la vita
aliena certamente esiste, forse 10000civilta tecnologiche e intelligenti,
da qualche parte nell’infinito siderale esistono, figurarsi la vita
iper-elementare. E se non nella nostra umana bolla evolutiva, certamente
milioni se non miliardi di anni fa e così via. Nel coro generale,
tuttavia, alcuni ricercatori, come Howard Smith, si segnalano, riprendendo anche certo scetticismo dello stesso Marconi: e se invece fossimo davvero Soli nell’universo?
O, amplificando il discorso: la velocità della luce e gli anni luce
letteralmente astronomici sono frontiere dello spazio e del tempo, se
esistono- quante civiltà evolute coincidono cronlogicamente con la
nostra, più o meno, per Contact realistici e non solo
virtuali? Altri riceratori sono ancora più radicali: magari esiste la
vita aliena, ma certa costante cosmologica delle leggi della fisica ( e
del linguaggio fisico-matematico, dato per scontato come possibile
“vocabolario” delle civiltà tecnologicamente avanzate) é errata:
Altrove, la vita sussiste in base a Leggi imprevedibili e sconosciute da risultarci incomprensibili,
anche magari con un “marziano” letteralmente sotto il naso qua sulla
Terra. Lasciando perdere poi, se esistono i multiversi, le infinite
possibilità aliene previste da certa Fisica contemporanea. Va da sè:
appena 5 – 6 secoli fa le frontiere del mondo conosciuto… era sulla Terra, lo stretto di Gibilterra!
Al di là della fantascienza, la semplice logica suggerisce che quel che
pare oggi quasi impossibile, al contrario.. sarebbe stupefacente non
fosse confermato al di là delle nostra immaginazione piu’ scettica.Astronavi prossime alla velocità della luce
ecc. non sembrano solo fantascienza, al di là dei limiti tecnologici
correnti. Pure la questione mica secondaria della coincidenza epocale,
magari con la Macchina del Tempo futura o qualche teletrasporto da anni 3000 poi scoperto anzitempo… sarà risolvibile. Siamo sicuri che ad esempio Leonardo Da Vinci (pare
abbia anche disegnato i tornadi o cicloni secoli fa) non sia stato
appunto un viaggiatore del Tempo? Inverosimile, naturalmente… O no?I ricercatori autori esobiologi e affini: D.
D. Sasselov, D. Valencia, M. D. Lermonick, L. Billings, K. Heng, N. Y.
Kiang, W. F. Welsh, L. R. Doyle, T. Folger, P. Davies, S. K. Atreya, R.
T. Pappalardo, J. W- Head, R. Greeley, H. A. Smith. INFO http://www.lescienze.it/edicola/2014/08/04/news/in_cerca_di_altre_terre-2235077/ http://www.meteoweb.eu/2014/11/in-cerca-terre-ce-vita-altrove-nelluniverso/355840/
METEOWEB Una "collana di perle blu" lunga 100.000 anni luce e' stata fotografata dal telescopio spaziale Hubble. Questa insolita struttura, che collega i nuclei di due galassie in collisione tra loro, e' composta da giovanissime stelle. L'immagine, ripresa dal telescopio Hubble, e' stata pubblicata sulla rivista Astrophysical Journal Letters, a corredo di un articolo di un gruppo di ricerca coordinato Grant Tremblay della European Southern Observatory di Garching, in Germania. Il telescopio Hubble si trova in orbita dal 1990 a 600 chilometri di altezza ed e' frutto di una collaborazione tra la Nasa e l'Agenzia Spaziale Europea (Esa).
Nell'immagine tutto e' gigantesco. La collana stellare e' cosi' lunga che si estenderebbe da un capo all'altro della nostra Via Lattea e le due galassie, collegate dalla catena, sono entrambe tre volte piu' grandi rispetto alla nostra. Quando le immagini sono state acquisite, gli astronomi inizialmente hanno ipotizzato che la collana di stelle fosse solo un'illusione ottica creata dal gruppo di galassie. Le osservazioni successive, utilizzando anche il Nordic Optical Telescope delle isole Canarie hanno escluso questa ipotesi. Le galassie sono contenute in un gruppo noto come SDSS J1531+3414, una formazione che e' cosi' massiccia che tanto da piegare la luce delle galassie sullo sfondo, facendole diventare archi bluastri. "Siamo stati sorpresi nel trovare questa splendida forma stellare" ha detto Tremblay. "Il fenomeno delle 'perle di collana' era stato gia' visto nelle braccia che formano le galassie a spirale. Tuttavia, questa particolare disposizione a catena tra gigantesche galassie ellittiche che si fondono tra loro, non era mai stata osservata prima". Secondo l'astronomo "sembrano due mostri che giocano al tiro alla fune con una collana di perle blu".