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lunedì 17 marzo 2025

Pink Floyd "Nuovamente" a Pompei. il video film remix...

  

Il film-concerto uscì originariamente nel 1972 con la regia di Adrian Maben e, dal 24 al 30 aprile, tornerà nelle sale in un’edizione rimasterizzata in digitale in 4K con audio restaurato e mixato da Steven Wilson. E dal 2 maggio verrà pubblicato anche l’album live «Pink Floyd at Pompeii-MCMLXXII». La pellicola è stata restaurata meticolosamente, fotogramma per fotogramma, a partire dal negativo originale da 35 mm scoperto in cinque barattoli etichettati in modo dubbio negli archivi personali dei Pink Floyd. La svolta epocale ha portato alla luce la stessa pellicola passata attraverso le cineprese durante quei giorni afosi del 1971, più di 50 anni fa. «È un documento raro e unico della band che si esibisce dal vivo nel periodo precedente a The Dark Side Of The Moon», ha dichiarato Nick Mason parlando della riedizione. Il film include anche rari filmati dietro le quinte dell’inizio della lavorazione di «The Dark Side of the Moon» negli Abbey Road Studios di Londra.

 https://www.blogger.com/blog/post/edit/2397469842572953847/1444522438869745589


 


venerdì 7 febbraio 2025

Pink Floyd David e Romany Gilmoure Wish Were Here-S.Barrett

  https://www.youtube.com/watch?v=-jYMraZjPHE

Live 2024   <memorabile live del eleader Pink Floyd con la giglia Romany per uno dei superhit dei Pink Floyd, 1975 dedicato im omdo spendido e commovente al leader storico-anni 60,Syd Barrett tragicamente perduto. E dopo tanti anni amcora splendido e commovente il live remake di David..78 anni! e della giovane Figlia Romany sempre brillante e suggestiva   Futurismo Space

https://asinorossoferrara.blogspot.com/2025/02/pink-fliy-david-e-romany-gilmoure-wish.html

 Experience an intimate live performance by David Gilmour, legendary guitarist of Pink Floyd, and his daughter Romany, in stunning 360 VR. Filmed at the Neptune Inn, Hove, during a spontaneous open mic event, Romany Gilmour plays three songs, one original, before David joins her for a heartfelt rendition of ‘Wish You Were Here’ in Part 4. Immerse yourself in the music and atmosphere of this rare, up-close and intimate moment with one of rock's most iconic figures. 

Passano gli anni, ma sempre eterno uno deileader Pink Floyd, anche conla figlia Romany, il trubto classico immenso al leader storico anni 60  S Barrett e sempre immensa in questo caso live l'interpretazione, quando la opop music e pischedelica dei Pink Floyd e l'aatye del secolo aggiornata Futurismo Space
 

domenica 29 dicembre 2024

Romany e David Gilmour-Pink Floyd-Wish you Where Here...

 https://www.youtube.com/watch?v=-jYMraZjPHE 2024

 "Experience an intimate live performance by David Gilmour, legendary guitarist of Pink Floyd, and his daughter Romany, in stunning 360 VR. Filmed at the Neptune Inn, Hove, during a spontaneous open mic event, Romany Gilmour plays three songs, one original, before David joins her for a heartfelt rendition of ‘Wish You Were Here’ in Part 4. Immerse yourself in the music and atmosphere of this rare, up-close and intimate moment with one of rock's most iconic figures. In 360 VR, you can move the camera view to explore the venue and feel as if you’re part of the audience. This performance captures the essence of live music and family connection in a way you’ve never seen before.

Wonderful quasi un raro live per i Pink Floyd e Gilmour, il mito e la figlia; con un brano immenso della celebre Band, quella fanosa del 1975 circa dedicata all'altrettanto mitio Syd Barrett Futurismo Space 


 

lunedì 16 dicembre 2024

David Gilmour-Pink Floyd, Nuovo Album 2024

 https://it.wikipedia.org/wiki/David_Gilmour

David Jon Gilmour (Cambridge, 6 marzo 1946) è un cantautore, polistrumentista, compositore e produttore discografico britannico.

Dal 1968 al 1995, e nuovamente nel 2014, è stato il chitarrista e cantante dello storico gruppo inglese Pink Floyd, con cui è diventato uno dei più influenti e celebri chitarristi del rock. Oltre al suo lavoro con i Pink Floyd, ha intrapreso una carriera solista ed è anche stato produttore discografico per altri artisti. La rivista Rolling Stone lo ha inserito al 14º posto nella lista dei migliori chitarristi di sempre. Wikipedia

Il 6 marzo 2006, il giorno del suo 60º compleanno, pubblica il suo terzo album da solista, On an Island, da lui prodotto insieme a Phil Manzanera e Chris Thomas. Il disco presenta alcuni arrangiamenti del rinomato compositore polacco Zbigniew Preisner; inoltre Gilmour suona, per la prima volta in un disco, il sassofono. L'album si è posizionato al primo posto nella classifica britannica,[15] oltre ad aver raggiunto la quinta posizione in Germania e Svezia e la sesta nella Billboard 200.[16][17] Il 10 aprile 2006 l'album viene certificato disco di platino in Canada.  

David Gilmour's 'Luck and Strange', released 6th September 2024. Order now from https://davidgilmour.lnk.to/LuckandSt... on vinyl, CD and digital.   https://www.youtube.com/watch?v=E3sP6AXKuYg  VIDEO  https://www.youtube.com/watch?v=o_QTaUuU8F4

Beet een txo poimts 2024


 

 

giovedì 3 ottobre 2024

Pink Floyd, venduto il catalogo...

 https://www.ilrestodelcarlino.it/ultimaora/i-pink-floyd-vendono-il-catalogo-musicale-a112fd56

D opo anni di false partenze i Pink Floyd hanno venduto la loro musica registrata e i diritti sull'immagine a Sony Music per circa 400 milioni di dollari. Lo ha appreso il Financial Times, confermato da Variety. L'accordo, che non copre le parole delle canzoni, è stato concluso a dispetto dei pessimi rapporti tra Rogers Waters e David Gilmour. Ne beneficeranno anche il batterista Nick Mason e gli eredi del tastierisa Richard Wright e del cantautore Roger "Syd" Barrett. 

Alla Sony Music, voluto da Gilmore, in questi giorni a Roma per promuovere il nuovo album, piu' o meno solista....Certi problemi co altri residui della band risolti e al diavolo certi puristi obsoleti per la vendita....Asino Rosso



sabato 21 settembre 2024

David Gilmore (Pink Floyd...) e Roma

https://www.iltempo.it/blog/carlo-antini/2024/08/28/news/david-gilmour-sceglie-roma-concerti-circo-massimo-luck-and-strange-40201076/ 

Dopo il disco.anche a sorpresa e sorprendente per la freschezza, Davide Gilmore ha scelto Roma, per promuoverlo, almeno inncerto modo...  E nonostante i tempi, ammirevole la longevita' estetica della mitica band in glese e di uno dei suoi leader,ancora musicalmente giovane...Asino Rosso



 

sabato 31 agosto 2024

David Gilmoure, new album e Roma...Pink Floyd..-


 https://www.iltempo.it/blog/carlo-antini/2024/08/28/news/david-gilmour-sceglie-roma-concerti-circo-massimo-luck-and-strange-40201076/

 

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Dopo "Luck and strange" David Gilmour sceglie Roma

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Sullo stesso argomento:

Note di chitarra come lampi nella notte. Cori che cullano e conducono per mano attraverso gli ampi spazi del rock. «Luck and strange» è il quinto album solista di David Gilmour e verrà pubblicato il 6 settembre, dopo 9 anni da «Rattle that lock». È un lavoro riuscito. Perfettamente. Ispirato e moderno. Dall’intro di «Black cat», alla title track «Luck and strange». Poi «The Piper’s call», «A single spark», «Vita Brevis», «Between two points» (rielaborazione del brano dei Montgolfier Brothers), «Dark and velvet nights», «Sings», «Scattered» e «Yes, I have ghosts». Melodie rarefatte, tanto blues e svisate. Atmosfere di velluto che restano incollate alla pelle come tatuaggi. «È difficile descrivere come emergono le parti di chitarra perché semplicemente saltano fuori e richiedono di essere ascoltate racconta Gilmour - Non so spiegarlo ma è molto bello quando succede, tanto quanto è irritante se non succede per settimane e settimane mentre stai cercando qualcosa ma non la trovi. Per fortuna succede di rado». Così il musicista svela la nascita del singolo «Dark and velvet nights»: «La musica è nata all’improvviso. È stato emozionante trovare questo ritmo. Polly mi aveva dato una bellissima poesia per il nostro anniversario di matrimonio, che era proprio sulla scrivania accanto a me, così l’ho presa e l’ho cantata sulla traccia per sentire come suonasse. L’ho fatta ascoltare a Polly e mi ha detto: “Bella, fantastica, dovrò lavorarci un po’ su". Ha aggiunto un paio di versi ed ecco che è nata, quasi per caso». Polly Samson è la moglie di Gilmour e collabora con lui da oltre 30 anni.

Molti utenti Windows ignorano il trucco semplice per disattivare la pubblicità

Molti utenti Windows ignorano il trucco semplice per disattivare la pubblicità 

«Luck and strange» è stato registrato in 5 mesi tra Brighton e Londra ed è prodotto dallo stesso Gilmour e Charlie Andrew, noto per il suo lavoro con Alt-J e Marika Hackman. Oltre alla voce e all’arpa di Romany Gilmour e ai cori di Gabriel Gilmour (figli del chitarrista), hanno contribuito all’album anche Guy Pratt e Tom Herbert (basso), Adam Betts, Steve Gadd e Steve DiStanislao (batteria), Rob Gentry e Roger Eno (tastiere) e Will Gardner (coro e arrangiamenti degli archi). «Ho realizzato che Romany ha esattamente il tipo di vulnerabilità e giovinezza giusta per la canzone - racconta Gilmour a proposito della figlia - In realtà era a metà di un saggio e doveva prendere un treno quando glielo abbiamo chiesto: “Ok, la canto una volta sola, accendi il microfono” e quello è il 90 percento del risultato finale della sua voce». Nella title track è presente anche il compianto tastierista dei Pink Floyd Richard Wright che ha registrato la traccia nel lontano 2007 durante una jam session nel fienile a casa Gilmour. David canta come non faceva da anni e, per farlo, ha scelto soprattutto Roma. È partito, infatti, il conto alla rovescia per i 6 concerti che il chitarrista dei Pink Floyd terrà al Circo Massimo il 27, 28, 29 settembre e 1, 2, 3 ottobre. I suoi primi spettacoli dal vivo in Italia dopo 8 anni saranno l’anteprima mondiale del nuovo tour e gli unici show ospitati nell’Europa continentale. Come dire un evento nell’evento. La band dal vivo includerà Guy Pratt al basso, Greg Phillinganes e Rob Gentry alle tastiere, Adam Betts alla batteria, Ben Worsley  

 

Dai blog

 
Nuovo albun per il mitico Davi d Gilmoure ex Pink Floyd.... UNdisco molto bello e ispirato...In autunno concerti a Roma pre tour...



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giovedì 2 marzo 2017

venerdì 28 novembre 2014

Ferrara, Pink Floyd in latino live set

Ferrara Italia
by Stefano Gueresi
Pink Floyd in versione latina in scena a Ferrara: stasera (ore 21) il concerto in Sala Estense, piazza Municipale di Ferrara. Il progetto si chiama "Occulta lunae pars", ovvero "The dark side of the moon". I testi sono tradotti in latino da una prof del liceo, Valeria Casadio, adattati in metrica e approvati dagli stessi Floyd. Li porteranno in scena i Mojo Brothers (Silvia Zaniboni – chitarra solista, Nicola Scaglianti – voce, Thomas Cheval – tastiere, Michele e Filippo Dallamagnana – basso e batteria).
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Studenti del liceo Roiti di Ferrara cantano brani dei Pink Floyd in latino in Biblioteca Ariostea, giugno 2014 (progetto dell'editore Nicola di Cristofaro di Agendae Res)
"The dark side of the moon" è un album entrato nella storia della musica. Ne racconta alchimie e segreti Stefano Gueresi, musicista e compositore, che le caratteristiche di questi brani le ha approfondite anche grazie a una lunga chiacchierata con Alan Parsons in occasione di una delle sue ultime tournée italiane.
Parlare di un disco come "The dark side of the moon" dei Pink Floyd potrebbe sembrare un'operazione superflua. Quante recensioni ha ricevuto questo disco, la cui copertina indimenticabile fece capolino nelle vetrine dei negozi specializzati a cavallo tra il 1972 e il 1973? Probabilmente è l'opera più famosa della storia della musica rock, e uno dei più venduti in assoluto negli ultimi decenni. Spesso si è parlato della "longevità" di questo gioiello, che a distanza di decenni lascia ancora stupefatti per la qualità del suono e per la genialità delle idee. In effetti si tratta di un lavoro assolutamente unico nel suo genere, unico anche nella storia del complesso inglese, per una serie di motivi contingenti e in virtù di quella alchimia magica che rende possibile la nascita di un capolavoro in determinate situazioni, con un gruppo di lavoro affiatato, uno studio di registrazione speciale , una supervisione attenta e ispirata.
Sicuramente i Pink Floyd erano arrivati a un bivio della carriera. Potevano farsi risucchiare nella schiera dei tanti gruppi pop-rock di un certo rilievo che si sciolsero anzitempo per mancanza di coesione, di vedute, o semplicemente di idee. Potevano finire smembrati e riciclati in tante formazioni diverse come accadde a tanti gruppi storici dell'epoca."The dark side of the moon" segnò la grande svolta per la band, consacrandola sul gradino più alto della popolarità mondiale, secondi soltanto agli inarrivabili Beatles. La creatività e la magia di queste pagine musicali non furono più replicate dal complesso inglese.
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Alan Parsons
Tanti i motivi. Sicuramente un valore aggiunto fu rappresentato dalla presenza di Alan Parsons in veste di "ingegnere del suono". Parsons aveva già colaborato con i Beatles durante la lavorazione del celeberrimo "Abbey road", e dopo l'esperienza con i Floyd e altri gruppi intraprese una fortunatissima carriera solista. "The dark side of the moon" nasce da una stratificazione di ispirazioni, da spunti nati in lunghe sedute di registrazione, in intervalli di sessions, nelle lunghe ore di attesa tra un "take"  e l'altro. Di questo lento processo v'è traccia nel video "Pink Floyd at Pompei", dove, tra una ripresa e l'altra nel magico sito archeologico, tra la posa dei cavi e degli strumenti e l'allestimento del set, scorgiamo il tastierista Richard Wright accennare agli accordi pianistici di "Us and them", una delle canzoni più suggestive ed eteree dei Floyd.
Alan Parsons valorizzò la vena creativa della band, inserendo molte delle trovate più indovinate. E' il caso della inquietante e magnetica sovrapposizione dei suoni di sveglie e orologi in una camera di riverberazione in "On the run". Idea sua  l'inserimento dei suoni di un registratore di cassa e di macchine calcolatrici in "Money", il battito del cuore che scandisce alcuni passaggi delle due suite da venti minuti che compongono il disco. Viene inserito grazie al suo contributo il sax di Dick Parry, malinconico e struggente, ma anche i cori di Lesley Duncan, Lisa Strike e Doris Troy, e la sensazionale voce di Clare Torry per "The great  gig in the sky" che conclude la prima parte.
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Syd Barrett in primo piano davanti agli altri membri dei Pink Floyd sulla copertina di un album (Photo by Keystone Features/Getty Images)
A livello musicale e strumentale i Pink Floyd offrono in questo lavoro il meglio della loro lunga carriera. Il preciso lavoro fatto di ritmi suadenti e di atmosfere oniriche della sezione ritmica di Waters e Mason, i sognanti tappeti sonori delle tastiere di Wright, e il lirismo elegante e profondo della chitarra di David Gilmour, regalano momenti davvero indimenticabili. Così come le voci, molto "british", quasi indolenti nel raccontare storie di vita quotidiana, dove si parla di stress, di consumismo, della voracità del tempo odierno e anche della mente, delle sue pieghe angosciose e delle sue tare. Evidente il riferimento alla vicenda umana di Syd Barrett, il fondatore del gruppo, che si bruciò letteralmente per l'uso smodato di Lsd abbinato ad altre sostanze  allucinogene e a farmaci come il Mandrax. A Syd Barrett verrà dedicato l'intero disco successivo dei Pink Floyd, "Wish you were here", uscito nel 1975.
"The dark side of the moon" ha venduto decine di milioni di copie in tutto il mondo e ha conquistato più di una generazione, ponendosi senza alcun dubbio tra le opere più importanti della storia della musica moderna. Interessante sentirne, stasera a Ferrara, la versione latina interpretata da una giovane band.


martedì 30 settembre 2014

Pink Floyd ritorno al futuro

http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2014/09/22/news/pinki_floyd-96400291/


Pink Floyd: "Ci siamo scontrati ma quello che stiamo facendo è più forte delle parole"


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Sono i versi di "Louder than words", l'unico brano cantato di "The endless river", il nuovo album della band inglese che sarà nei negozi il 10 novembre. Tutto il materiale del disco, dedicato a Rick Wright, risale alle session di registrazione di "The division bell", 1993-94



"Ci siamo scontrati e abbiamo lottato, ma quello che stiamo facendo è più forte delle parole. La somma di noi, il battito dei nostri cuori, è più forte delle parole". Sono i versi di Louder than words, più forte delle parole, l'unico brano cantato di The endless river - l'attesissimo album di inediti che i Pink Floyd pubblicano il prossimo 10 novembre - che riassume perfettamente la filosofia del disco. Lo ha scritto Polly Samson, moglie del chitarrista David Gilmour e già collaboratrice all'epoca di The Division Bell (1994), l'ultimo lavoro originale dei Pink Floyd, e il testo si rifà ad High Hopes, la canzone scelta per l'epilogo di quel disco, pubblicato vent'anni fa e tornato nei negozi di recente in una sontuosa edizione deluxe. The endless river, che comprende materiale registrato tra il 1993 e il 1994 proprio durante le session di The Division Bell è il quindicesimo album di studio della rock band che ha gettato i semi della psichedelia, del progressive e dell'art rock e si è affermata poi come fenomeno planetario con oltre 250 milioni di copie vendute nel mondo. Dal vivo Gilmour e soci mancano invece dal 2 luglio 2005, quando dopo 24 anni di assenza dalle scene si esibirono sul palco londinese del Live 8, ad Hyde Park. Quell'ultima volta c'erano anche il "dissidente" Roger Waters, uscito dalla band nel 1985, e il tastierista Richard Wright, scomparso il 15 settembre 2008 a 65 anni.


Ed è proprio a Wright che The endless river è dedicato, come rivela il magazine Uncut che anticipa molte notizie sull'uscita attraverso un'intervista con David Gilmour, produttore del disco con Martin Glover, Andy Jackson e l'ex chitarrista dei Roxy Music, Phil Manzanera. "Il disco nasce dalle session per Division Bell del 1993. Abbiamo ascoltato oltre 20 ore di musica suonata da noi tre (Gilmour, Mason e Wright, ndr) e abbiamo selezionato ciò su cui volevamo lavorare per questo nuovo album. Nel corso dell'ultimo anno abbiamo aggiunto delle parti nuove, ri-registrato delle altre e reso attuale la vecchia tecnologia di studio di allora, in modo da avere un nuovo album dei Pink Floyd da 21° secolo. Rick se ne è andato e con lui se n'è andata per sempre la possibilità di rifare quei brani, quindi ci è sembrato giusto rendere disponibili, come parte del nostro catalogo, queste versioni rivisitate e rilavorate". Aggiunge il batterista, Nick Mason: "The Endless River è un tributo a Rick, un modo per riconoscergli che ciò che faceva e come suonava era proprio il cuore del suono dei Pink Floyd. Riascoltando quelle vecchie registrazioni mi ha riportato alla mente quanto fosse speciale il suo modo di suonare". Complessivamente Gilmour e Mason hanno impiegato 30 giorni negli studi di registrazione solo per incidere le parti inedite da sovrapporre a quelle originali.


Nessuna sorpresa, dunque. I fan floydiani che sognavano di poter ascoltare materiale davvero nuovo e originale devono rassegnarsi: tutte le composizioni di The Endless River si basano sul materiale originariamente registrato tra il 1993 e il 1994 perThe Division Bell - e poi accantonato - nei Britannia Row Studios e a bordo dell'Astoria, lo studio situato su una casa galleggiante sul Tamigi che Gilmour acquistò nel 1986, dove fu registrato gran parte di A Momentary Lapse of Reason dei Pink Floyd e l'intero album solista del chitarrista, On an Island. La novità è un'altra, e cioé che queste composizioni non avrebbero nulla a che spartire con The big spliff, l'album strumentale ambient partorito dagli stessi provini di The Division Bell, mai pubblicato ufficialmente ma poi finito in rete e in svariati bootleg con brani dai titoli di assoluta fantasia.


La track list di The Endless River comprende 18 titoli, alcuni decisamente criptici: Things Left Unsaid, It's What We Do, Ebb And Flow, Sum, Skins, Unsung, Anisina, The Lost Art of Conversation, On Noodle Street, Night Light, Allons-y (1), Autumn '68, Allons-y (2), Talkin' Hawkin', Calling, Eyes To Pearls, SurfacingLouder Than Words.

L'immagine di un uomo che rema su un fiume di nuvole, sulla copertina, è stata creata da Ahmed Emad Eldin, un artista digitale egiziano di 18 anni. L'immagine di Ahmed è stata poi ricreata dall'agenzia inglese Stylorouge. A Londra, la copertina di The Endless River apparirà su un'installazione cubica illuminata alta 8 metri a South Bank, mentre a Milano un poster di 500 metri quadri avvolgerà un celebre palazzo degli anni '20, in centro, all'angolo tra via Turati e via Moscova.
 

mercoledì 10 settembre 2014

Roma segnala i Pink Floyd in latino del ferrarese Nicola De Cristofaro

LA NOTIZIA H24 ROMA


Frosinone, i Fint Floyd e Nicola di Cristofaro lanciano in latino i Pink Floyd!

Paradossi e creatività 2.0 del postmoderno. I Pink Floyd in latino e persino l'album più venduto quasi nella storia del pop. Ovvero The Dark Side of the Moon, capolavoro della leggendaria band inglese?
A volte i sogni si realizzano, con tanto di autorizzazione clamorosa dei Pink Floyd stessi. Il geniaccio un ferrarese almeno d'adozione, Nicola De Cristofaro, una professoressa latinista la traduttrice e come annuncia lo stesso De Cristofaro sulla stampa ferrarese, una band cover di Frosinone, i Fint Floyd autrice sonora dei 10 brani per un album chicca in uscita. Ovvero, come scrive Estense com Ferrara (estratto):

Occulta lunae pars. Non conoscete questo titolo? Forse The dark side of the moon vi suona – è il caso di dirlo – meglio. Eppure, anche al gruppo britannico è piaciuta l’idea di tradurre in latino il celeberrimo album del 1973, tanto che ha dato ufficialmente l’autorizzazione a farlo. E domani, mercoledì 10, alla Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea, saranno eseguiti alle 17 due brani. Una prima mondiale. L’idea è di Nicola De Cristofaro, abruzzese trapiantato a Ferrara. ... andai a lavorare in una libreria in cui si vendevano testi in lingue antiche: greco, aramaico e, appunto, latino. Lì ho scoperto che è una lingua meravigliosa, che purtroppo non sono in grado di parlare”.
Da lì ha cominciato a dedicarsi alla sua diffusione, realizzando agende e quaderni nella lingua degli antichi romani, ma puntando anche decisamente più in alto, fino ad arrivare a chiedere alla band il permesso di tradurre i testi: “dopo una trattativa di quasi due anni, in giugno abbiamo finalmente avuto i documenti in mano”. Concretamente il lavoro l’ha realizzato la professoressa Valeria Casadio – ferrarese che ha insegnato latino in un liceo di Firenze e oggi è in pensione –, traducendo in metrica tutti e dieci i brani dell’album. A eseguirli provvederanno invece i Fint Floydcover band di Frosinone “che il latino lo parla” specifica Di Cristofaro.

R:G:


INFO




domenica 23 febbraio 2014

Il leader dei Pink Floyd in Italia, una giornata particolare




da Anzio
«Adesso scriverò altre canzoni, per altri padri e altri figli», dice Roger Waters, bassista e fondatore dei Pink Floyd, che finalmente ha messo una pietra, in senso fisico e traslato, sul grande buco nero della sua vita, l'assenza del padre, Eric Fletcher Waters, morto il 18 febbraio di settant'anni fa, nello sbarco di Anzio.
Nella Sala Consiliare della città tirrenica, infatti, l'icona rock, che aveva cinque mesi quando papà Waters, sottotenente dell'ottavo gruppo dei Royal Fuciliers, fu dilaniato da una bomba nazista, ha chiuso un capitolo oscuro. È stato doloroso, per il cantante che ha rivoluzionato il rock contemporaneo, non sapere con esattezza che cosa ne fosse stato del proprio genitore, eroe di guerra, ora sepolto (in senso metaforico: le spoglie non si sono mai trovate) nel cimitero inglese di Falasche. «Ai miei concerti ho sempre incontrato veterani. Una volta, un uomo m'ha stretto la mano dicendomi: “Tuo padre sarebbe fiero di te”. Ebbene, anche io sono fiero di mio padre e dei cittadini di Aprilia e Anzio, che hanno organizzato tutto questo per me. Sono commosso», ha sussurrato Waters, stretto nell'elegante completo scuro da cerimonia.
Fino all'anno scorso, d'altronde, Roger era convinto che suo padre, ispiratore di molte delle sue celebri canzoni - quasi tutto l'album The Wall, con Only One River e When the Tigers Broke Free particolarmente dedicate -, fosse sepolto a Cassino, dove pure la rockstar si era recata, per un omaggio post mortem. «Il mio viaggio finisce qui», aveva sancito allora. A scuoterlo da tale convinzione è stato Henry Shindler, rappresentante dell'Associazione dei Veterani di Guerra Inglesi, oggi novantaduenne e commilitone di papà Waters: nessuno, meglio di lui, poteva sapere com'era andata esattamente l'«Operazione Shingle», decisa a tavolino da Churchill e Roosevelt, la notte del Natale 1943, per aggirare le truppe di Hitler e liberare Roma.
Trapiantato ad Ascoli Piceno, dove ha messo su famiglia, questo testimone oculare, che ignorava chi fosse, sulla scena artistica, il figlio del suo amico soldato, s'è messo in contatto con Waters. Dopo aver visto, in televisione, un servizio sulla visita di lui a Cassino. No, papà Eric non aveva combattuto lì, sulla Linea Gustav. Una grande mano, nell'operazione memoria, l'ha data la tecnologia: grazie ai tracciatori GPS e a Google Heart, Roger Waters ha potuto comparare le mappe militari dell'epoca, arrivando così a Campo di Carne - nomen omen: oltre 2.000 militari angloamericani caddero sul campo -, sacrificandosi per la nostra liberazione dal tallone nazista. Così, medaglia d'oro appuntata sulla cravatta, l'iconico musicista ha parlato di «trip emozionale». «Ho amato la giornata di oggi e quella di ieri, anche se le ombre di mio padre sono ovunque», ha poi commentato Roger, mentre pubblico e fotografi gridavano il suo nome. Provato dall'emozione e reduce dalla visita alla tomba paterna, dove Rogers ha letteralmente tolto di mano la tromba a un orchestrale, per intonare il Silenzio nella parola sospesa dei presenti, l'artista, pacifista convinto, ha spiegato il suo approccio alla politica: «Non me ne occupo. Però so che quasi tutti i politici, all'inizio sembrano affascinanti, ma poi si dimostrano ridicoli».
Amen. Sulla musica, poi, Waters ha idee chiarissime: «Sanremo? Non ne so nulla. Per me la musica italiana è Verdi e Puccini», ha sorriso, fuggendo all'inglese da un tema troppo angusto per la sua mente creativa. Che adesso s'acquieta: «parce sepulto», Roger.

IL GIORNALE 

martedì 13 settembre 2011

10: RUINS AREN'T HERE * a cura di E.Pilia-F.Fornasari-B.Martusciello


 L’iniziativa si propone di dare una rilettura di natura estetica ad ...alcuni ruderi creati dall’uomo ma assenti in forma fisica: esse sono rovine appartenenti più alla sfera comunicativa che a quella dell’architettura, dell’arte o dell’archeologia.

Protagonista di questo primo incontro è Fabio Fornasari, architetto e artista da anni impegnato in una ricerca sul ruolo delle immagini nella contemporaneità. Sarà proprio la sostituzione della rovina a immagine ad essere al centro della riflessione della mostra: a distanza di dieci anni non rimane infatti alcun resto fisico che permetta di ricordare il tragico evento dell’11 settembre 2001. Le montagne di funeste macerie delle due torri del World Trade Center di New York create della potenza dello schianto dei due aerei sono state sostituite da una moltitudine di rovine virtuali, da rappresentazioni fruibili unicamente tramite uno schermo. La memoria è stata, così, rimpiazzata dalle immagini.

Al di là della sciagura, e oltre questa sorta di avvicendamento mediale, ciò che ci è stato davvero sottratto è stata una visione, o meglio, una moltitudine di visioni create dal sistema Panopticon (“che fa vedere tutto”) delle due torri: ogni finestra rappresentava un dispositivo ottico capace di produrre una porzione unica di panorama ed al contempo un punto di osservazione dall’alto sul mondo occidentale.

L’attuale assenza di queste visioni ricalca la cancellazione delle macerie. Non è infatti casuale la scelta della data di inaugurazione dell'evento: il 15 ottobre è il giorno della chiusura dei lavori di liberazione dai resti Ground Zero; quel cantiere ha, così, estinto l'immagine della rovina. Sarà la riscoperta di tali immagini estranee alla dimensione comunicativa e delle visioni prodotte da esse, a rappresentare il cuore della riflessione di -10: RUINS AREN'T HERE. Sarà, cioè, la memoria ad essere riabilitata.

In mostra, infatti, ci saranno un allestimento site-specific e il risultato di contributi raccolti proprio dall’11 settembre 2011 attraverso il Web*: disegni sul ricordo delle due Torri (inviati ad un indirizzo email creato ad hoc, ruinsarenthere@altaproject.com e visualizzati sul Sito http://www.altaproject.com/10ruinsarenthere) che palesano un atto essenziale, uno sforzo della memoria che difficilmente disgiunge l’anamnesi da quella indotta dai media.

Dettagli e info

-10: RUINS AREN'T HERE. Fabio Fornasari

Progetto di Fabio Fornasari

A cura di Barbara Martusciello ed Emmanuele J. Pilia

Tel. 339 6918072; email: trecinqueartecontemporanea@gmail.com

Orari: martedì-sabato ore 16 – 19.30. Festivi e domenica su appuntamento

* Invia il tuo disegno personale (firmato o con nik name) alla mail ruinsarenthere@altaproject.com entro il 10 ottobre: il tuo lavoro sarà parte integrante della mostra!

sabato 13 agosto 2011

Il Muro cinquant'anni dopo *from Francesco Sacconi

IL MURO CINQUANT'ANNI DOPO


All'alba di cinquant'anni fa, la popolazione berlinese si risvegliò con la spiacevole sorpresa che solo un topo in trappola può provare:durante la notte, i soldati dell'esercito della DDR avevano eretto il filo spinato lungo il confine tra le due Berlino, Est e Ovest, prima fase della costruzione di quel muro che avrebbe tenuto i berlinesi separati per quasi un trentennio.
Su quell'episodio è stato scritto di tutto, da Il cielo diviso a Non si può dividere il cielo, dalle testimonianze di quanti hanno visto amici e familiari uccisi dai Vopos a quanti oggi sono nel pieno di quella sindrome di Stoccolma chiamata Östalgie, passando per le produzioni cinematografiche di Goodbye Lenin a quelle di tutt'altra natura in Le vite degli altri.

Di sicuro c'è stato lo shock di un'intera nazione che, improvvisamente, s'è vista togliere anche l'ultimo, umano e naturale, diritto che le era rimasto, quello di far crescere il più serenamente possibile una famiglia nonostante tutto e tutti.
Si trattava di una generazione di donne e uomini straziati, piegati, umiliati e, per l'ennesima volta, incolpati della tragedia della seconda guerra mondiale, molti dei quali avevano perso genitori, amici, parenti e, magari, sotto gli occhi oppure vanamente in attesa di un loro ritorno dal fronte, che non ci sarebbe mai stato.
Tra tutte le produzioni artistiche sul tema, quella che più di ogni altra ha inciso nell'inconscio di chi scrive, ma non solo suo, è la grandiosa opera cine – musicale dei Pink Floyd, in collaborazione con il regista Alan Parker ed il disegnatore Gerald Scarfe, The wall, capace di sintetizzare come poche altre manifestazioni, contemporanee o postume, tutto il coacervo di situazioni, emozioni, stati d'animo e costumi di un'intera epoca, quella che va, appunto, dagli ultimi anni di guerra (il padre di Roger Waters, bassista e cantante del gruppo, morì proprio durante la battaglia di Anzio, episodio al quale è legata la struggente ed epica When the tigers broke free) alla costruzione selvaggia delle attuali città e metropoli contemporanee, grige e solipsistiche nel loro anonimato.

Uno dei temi dell'opera, forse il più celebre e celebrato ( giustamente sotto molti punti di vista ), è quello della pedagogia nera e della scuola che ne è derivata.
Dimentichi della migliore tradizione educativa europea, dalla paideia greca allo spirito di ricerca illuminista, passando per la cultura dello scambio tra allievi e docenti nelle facoltà teologiche medievali, gli adulti della seconda metà dell'Ottocento, genitori, insegnanti, istruttori di ogni rango e disciplina, fecero del rigore e della repressione la base del loro operato.
Analogamente alla crescita della logica di guerra, che dall'imperialismo avrebbe portato a ben due guerre mondiali e ai sistemi totalitari, per un secolo circa si affermò l'idea che il bambino fosse una sorta di tabula rasa su cui scrivere precetti indiscutibili e funzionali alla continua riaffermazione dei valori e dei modelli dominanti, senza il minimo ostacolo o la più timida critica alla loro imposizione dall'alto.
Conseguentemente a questa mission, il formatore non si curava di essere più autorevole che autoritario e, per molto tempo, furono previste e adoperate le stesse metodologie punitive corporali, di cui sono pieni i romanzi di autori simbolo come Charles Dickens.
Se dal punto di vista della crescente militarizzazione della società questa tendenza non poteva che portare al fanatismo e alla subordinazione costante, deleterio è il risvolto psicologico cui tutta quella generazione dovette far fronte, spesso senza poterci riuscire.
Ovviamente – e qui l'opera considerata è fondamentale per capirne i collegamenti – c'è un fil rouge che lega il sistema educativo della repressione alla chiusura mentale e all'irrigidimento ideologico, dovuto alla continua frustrazione della creatività che è insita in ogni giovane.
De Montaigne, già in pieno Rinascimento, scriveva: “I ragazzi non sono bottiglie da riempire ma fuochi da accendere” e in tempi più attuali Rita Levi Montalcini, con il suo spirito acutamente ironico, ha ricordato che “i bambini sono sempre più intelligenti dei pediatri dai quali li portate”, consapevole che con l'avanzare dell'età si va inevitabilmente incontro al graduale processo degenerativo neurale.
A rimettere quell'impostazione così rigida in discussione, si sa, fu il movimento di contestazione studentesca del Sessantotto, guarda caso fermato non tanto dalla repressione poliziesca quanto dalla luciferina somministrazione di quell'arma di distruzione di massa cerebrale chiamata “droga” ( si veda la puntata di Blu notte misteri italiani su OSS, Gladio e CIA ).
Oggi sono molti i detrattori di quell'evento epocale, non sempre del tutto a torto, ma al di là delle ingenuità e dei limiti insiti in ogni iniziativa umana, quell'esperimento sociale ebbe il merito di coltivare un sogno, traducibile nella famosa formula: “Portare la fantasia al potere”.
Un sogno così forte che ancora oggi non è del tutto sopito e, anzi, annovera tra i suoi sostenitori ed interpreti anche tutti quegli operatori dell'educazione che cercano d'incoraggiarli e valorizzarli, i nostri ragazzi, che sono pronti ad ascoltarli e ad imparare da loro perchè, come emerge da un intellettuale dimenticato come Gentile, quello dell'educazione è uno spazio sacro, dove l'insegnamento è più importante dello stesso insegnante, qualcosa di talmente grande da inglobare nella sua attualizzazione tanto discente quanto docente, entrambi piacevolmente sopraffatti dalla forza dello Spirito di ciò che viene insegnato.
I Cinquant'anni dal Muro ci servano, allora, a porci la domanda fondamentale sul nostro futuro, collettivo e individuale: “Siamo più dalla parte di chi erige muri o cerchiamo di stare con coloro che in qualche angolo di mondo stanno costruendo ponti?”.
Mezzo secolo è passato da quel 13 agosto, vent'anni dalla sua caduta ma, Da Cipro Nord alla Corea, passando per Tihuaca e Tel Aviv, i muri sono addirittura aumentati e non sono più soltanto di terra.
Tuttavia, il terzo millennio s'è aperto con una grande invenzione, la Rete, ed una decisiva scoperta scientifica, quella dei neuroni specchio, la cui portata dev'essere ancora ben compresa e assimilata: c'è ancora speranza nel pianeta Terra!