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martedì 1 luglio 2025

Luca Oleastri-AI e Power Nations...

 STUDIO EDIZIONI

CHI CONTROLLA L’IA, CONTROLLA IL MONDO
(Tutto. Letteralmente.)
Un recente studio dell’Università di Oxford rivela che solo 24 Paesi al mondo dispongono delle risorse computazionali necessarie per addestrare modelli avanzati di intelligenza artificiale.
La nuova geopolitica del potere non si gioca più su petrolio, confini o valute.
Oggi si combatte nei data center, si decide nei chip, si propaga nei modelli algoritmici.
E si infiltra ovunque: lavoro, politica, educazione, eserciti, sorveglianza, cultura.
L’intelligenza artificiale non è più una tecnologia.
È una struttura di governo diffusa. Un governo ombra trasversale e transnazionale invisibile ai più, ma efficace e presente nel mondo reale e nella realtà di tutti, pure la tua.
Chi la possiede, non governa strumenti.
Governa il mondo.

Non solo dovete farvene PER FORZA una ragione, dovete interiorizzarlo, prepararvi a questo presente/futuro e agire di conseguenza.
Non è necessario che tutto ciò vi piaccia - non è pensato per piacervi.
Ma non potete in nessun modo ignorarlo.
Qualsiasi età abbiate.
Anche se non userete mai una IA.
Perché chi controlla l’IA userà voi.

Non l’IA in sé: ma pochissimi soggetti umani che, grazie ad essa, hanno ottenuto un potere sistemico, opaco e globale.
E questo vi riguarderà comunque.
In ogni ambito della vostra vita, chiunque voi siate.
Anche se non avete un computer, ne lo avreste mai usato.
Anche se non avete uno smartphone, e neppure lo volete.
Anche se vivete in una società ancora tribale da qualche parte nel mondo.

lunedì 30 giugno 2025

G.MONGINI-Un...Lbro-2019-fantascienza com

 


https://www.fantascienza.com/25276/la-collana-long-stories-sf-delle-edizioni-scudo-ospita-il-nuovo-romanzo-di-giovanni-mongini

La collana Long Stories SF delle Edizioni Scudo ospita il nuovo romanzo di Giovanni Mongini Il decano della fantascienza, autore di uno sterminato numero di saggi e romanzi indimenticabili, con Questa isola Terra, non smette di sorprendere il pubblico degli appassionati

Descrivere in poche righe che cosa Giovanni Mongini rappr-esenti per la fantascienza italiana è estremamente difficile. Scrittore, saggista, produttore e critico cinematografico, più volte premio Italia, ha saputo spaziare in tutte le categorie del genere divenendone uno dei massimi esperti a livello internazionale.

Lo si potrebbe definire l’uomo delle stelle, per la viscerale inclinazione nei confronti delle sue massime passioni l’astronomia e la fantascienza che, secondo quanto ebbe a dire più di una volta, non sono certo in antitesi tra loro. Fin da giovane sfogliando i libri di astronomia sognava di perdersi nel firmamento, esplorare il cosmo e atterrare sulla superficie di pianeti sconosciuti. E intanto viaggiava con la fantasia, leggeva Jules Verne, H. G. Wells, Richard Matheson e John Wyndham e coltivava l’amore per il cinema fantastico. La sua attività di narratore inizia in seguito, preceduta dalla creazione di numerosi club e convention cinematografici che hanno contribuito a risvegliare e diffondere l’amore per il fantastico creando schiere di adepti. Dopo aver scritto, non soltanto di film, per Fanucci, Perseo libri ed Elara, da diversi anni collabora con le Edizioni Scudo che pubblicano le sue opere e, quella che presentiamo qui, è la sua ultima fatica.

A pochi mesi dall’uscita di Caligine Mortale, originale epopea spaziale dai risvolti imprevedibili e sorretta da un insolito ottimismo, “il maestro dei mostri”, come l’ha definito Giovanna Repetto, si cimenta, con Questa isola Terra: This Island Earth, in un altro singolare romanzo che impiega tutti i temi tipici della fantascienza classica: l’astronomia, i viaggi spaziali, l’esobiologia, l’incontro con esseri intelligenti non umani, la distopia, l’utopia, l’ucronia, l’avventura e i colpi di scena.

Dalla prefazione scopriamo anche un profilo inedito dell’autore, l’interesse per l’antropologia riscontrabile nella poetica descrizione dei canti del popolo Kaiciopeck, che ce ne fa conoscere e apprezzare l’intima natura. Il testo, che prende avvio dallo spazio cosmico, è permeato da un’insopprimibile nostalgia delle origini, dalla ricerca di un luogo antico e quasi dimenticato che si poteva chiamare casa e che non si è più in grado di dire se sia esistito realmente o se sia perso definitivamente nella leggenda.