domenica 27 luglio 2014
Marco M. Tani, l'arte e il Kendo dell'Anima
lunedì 23 giugno 2014
Ferrara, Marco Tani, Diario a rovescio, nuovi "pentaversi"
sabato 12 gennaio 2013
Marco Tani "Telemaco" *poesia
Telemaco ©MarcoMTani
Poi nacqui da una costola
e fui comunque Adamo.
Per me scaldasti l'arco al fuoco
mentre ascoltavo nel tuo seno
la fiaba del ciclope.
Così difesi te, mia grande madre
perchè venisti tu dal mare,
non mio padre,
me lo disse Atena sottovoce.
Divenni allora padre di me stesso
poi venne il millennio degli inganni,
ma ormai la freccia era scoccata,
gli scudi trapassati
e uccisi i Proci.
Poi giunsi all'età adulta
col tacito entusiasmo degli Dei
mercoledì 4 gennaio 2012
Marco Tani: LIRICA BARBARA VELOCE
LIRICA BARBARA VELOCE
Piena sublime sinfonia
di radiostelle accanto alla mia notte
luce della via lattea
ma anche emme 31
Andromeda ti amo.
Ti amo Venere abusiva
Venere immigrata,
solare clandestina
Venere che sorge a oriente
dove in concerto vanno
la piuma d'oca
la penna e la katana,
ti amo barbara straniera
sei stata Xenia e ninfa
stella che nell'impatto
con me
generi il vuoto
vertigo digitale.
Amarti è l'ideogramma.
Mi alzo nella notte
e sparo su nel cielo
raffiche di rose
al tuo cammino
dinamico infinito
propellente
di orgasmo e sentimento
o prima linea amata dell'amore
Ti amo
ghigliottina della statica.
Esplosa da millenni
io vedo la tua luce
mia supernova intramontata
mia novasole innamorata
eterno mezzogiorno
nella mia notte
dove guardarti in cielo
tenendoti per mano
è uccidere il tramonto nell'amore.
Perchè con te
il mattino si alza eterno
mia controsenso,
tonica svettante palestrata
che brilla ammazza e odora di ciliegio
rendendomi felice
amata radiostella
stella amata.
MARCO TANI 3 gennaio 2012
sabato 3 ottobre 2009
ENRICO GHERARDI RECENSITO DAL POETA MARCO TANI
Da qui muove verso la consapevolezza del desiderio. E poichè per tutti noi i cancelli dell'eden sono stati abusivamente chiusi da un pezzo, anche Lucilia deve scontrarsi coi meccanismi inevitabili della paura e di un'antica vertigine senza nome che sempre accompagna la consapevolezza del desiderio stesso.
Ad aiutarla in questo percorso non sarà una psicanalista in tailleur grigio ma una stravagante anziana donna che vive in una casa isolata degli Appennini dove la protagonista "sente" e "ricorda" di aver trascorso l'infanzia. Sarà lei a riceverla e ad accompagnarla dove tutti vorremmo e dovremmo andare fra i venti solo apparentemente contrari del panico e della nostalgia. La vecchia oscura "sciamana" ha conosciuto la madre di Lucilia e sa dove e come condurre la protagonista verso quel luogo felice dove l'eros rivela, nella propria raffinata crudezza, la cifra più alta della sua sacralità.
La scrittura di Enrico Gherardi sa essere lineare e quotidiana senza rinunciare a un timbro elevato e mai enfatico.C'è in essa e nell'esperienza di Lucilia il grido dell'autore contro una concezione manichea del bene e del male che avvelena la nostra cultura da quando gli antichi dei sono stati detronizzati e ridotti a fiabe archeologiche. Vale davvero la pena di leggere questo schietto e appassionato contributo a quella riapertura dei cancelli dell'eden che, come per Lucilia, anche per noi appare per tutta la vita irta di ostacoli e terrorizzante, ma che nasconde, lo sappiamo benissimo, la vocazione alla felicità insita, da vero paradiso perduto, nella nostra natura.
Marco Tani