Visualizzazione post con etichetta comunismo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta comunismo. Mostra tutti i post

sabato 9 novembre 2024

Valditara, il Comunismo Totalitario per sempre...

https://www.repubblica.it/politica/2024/11/09/news/caduta_muro_berlino_1989_valditara_comunismo-423607276/?ref=RHLF-BG-P10-S1-T1 

"Conoscere le infamie di tutti i totalitarismi, compreso il totalitarismo comunista, è fondamentale per radicare fra i giovani la cultura della democrazia, della libertà e del primato della persona". Lo scrive il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, in un post su X in occasione dell'anniversario della caduta del muro di Berlino.

Anche la premier Giorgia Meloni ricorda l’evento sempre con un post su X: "Oggi celebriamo il Giorno della libertà, istituito con la legge n. 61 del 15 aprile 2005 dalla Repubblica italiana – scrive -. Una giornata per ricordare il crollo del Muro di Berlino, abbattuto il 9 novembre 1989, e con esso la fine del comunismo sovietico e dei regimi del Novecento. Con ancora negli occhi le potentissime immagini della folla che preme per aprire i varchi e poi danza sulle macerie di quel simbolo di oppressione che per quasi 30 anni ha diviso la Germania e, di fatto, il mondo intero”.

Finalmente un nuovo input fondamentale in Italia sull'essenza totalitaria del Comunismo; certirifcat persino dall0Unino Europea, ma ancora indicibile in Italia e soprttutto per i Giovani, doinati come noto dalla Palestina fake news Futurismo Space  Naturalmente per colpa dei Media quasi tutti follemente chieratin a Sinistra! Saceosanto monito di Stato per le nuove generazioni, si pensa ad esmpio alla Citta'di Bologna, preda dd decenni dei Centri Sociali Rossi!



 

domenica 5 gennaio 2014

Chinese communism and Mao's legacy *VIDEO

 

When Mao Zedong proclaimed the founding of the Chinese People’s Republic in Tiananmen Square in 1949, he staded that people of China had stood up after centuries of servitude and oppression. His ideas formed the basis of the most interesting branch of Marxist ideology in the post-war-world. Differing from its Soviet counterpart, Chinese Communism – known universally at its peak of popularity as maoism – was tailored by the Chinese leaders for an underveloped nation with a strong Confucian legacy. As such it appealed to other Third World intellectuals and nationalists leaders seeking a radical ideology appropriate for developing countries in the afermath of Western imperialism. It came from an impeccable non-European source, untained by colonialist prejudices. Chinese Communist ideas were formed by Mao and his colleagues after 1949. The story of these ideas, via Deng Xiaoping’s reforms and setback of the Tiananmen Square massacre, show both resilience of Chinese Communist thought in coping with contemporary dilemmas and his continuing intrinsic contradictions.  Plans for Mao’s birthday have highlighted China’s cultural divide. Yet, Xi Jinping has really shown a fondness for Maoist rethoric, but in ideological terms, Xi is no a Maoist. Still, Mao, however, continues to exert a powerful influence over the party and public opinion. The primary concern of the Chinese Communists in and out of government has always been the salvation and rebirth of the Chinese nation – to result in a society based not on the principles of Confucianism, which was responsible for China’s decline, but on the tenets of a European doctrine, Marxism-Leninism. These, therefore, are the two immutable aims of Chinese Communism – to produce a society that is both Marxist, in that it formally represents and promotes the people’s dignity and livelihood, and Chinese, in that it is run without foreign interference. Some Western commentators therefore label Chinese Communism as “Leninist Confucianism”, to rub in the authoritarian and reactionary nature of the Chinese Party. Neither term is appropriate, however, to explain Chinese Communism, and put together they are positively unhelpful. It would be fair to say that in 1949 Chinese Communism offered a model of development towards a more equitable society, but after many years of national government the Party has been unable to live to those expectations.It woul be wise, however, when talking about wether he thought the French Revoloution had been a success – “it is too early to say”, he replied. But the new Chineseness will not be the old Chineseness of Confucianism or Kang Yuwei or Sun Yat-sen – or even Mao Zedong. It will have been transmuted in the fire of Maoism to reveal new characteristics more appropriate to the time. How the next generations after Den Xiaoping era, especially today with the new Communist leadership of Xi Jinping, will resolve these contradictions will depend on the course of these social and political (and capitalist) adjustments. We may not see the true impact of Chinese Communism until well into the next years. This is Mao’s legacy.
London, On Dec. 23, 2013    P. Casalino

venerdì 17 agosto 2012

Il postcomunista Putin riapre il gulag per le Pussy Riot: vergogna mondiale per la solita Russia...

MOSCA (Reuters) - Tre componenti della punk band femminile Pussy Riot sono state condannate oggi a due anni di carcere perché riconosciute colpevoli del reato di teppismo motivato dall'odio religioso, dopo che mesi fa avevano inscenato una protesta contro il Cremlino dall'altare della principale cattedrale ortodossa di Mosca.
La pubblica accusa aveva chiesto una condanna a tre anni di reclusione per le tre ragazze, che a febbraio di quest'anno erano salite sull'altare della cattedrale di Cristo Redentore e avevano recitato una "preghiera punk" chiedendo alla Vergine Maria di liberare la Russia dal presidente Vladimir Putin.... C

http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE87G01J20120817

mercoledì 28 dicembre 2011

Il PCI, la rivoluzione d'Ungheria e Napolitano nel 1956: Storia non gossip! *video

 
Budapest 1956
*segnalato da Graziano Cecchini

.....di fronte ai coraggiosi interventi di Di Vittorio
e di Antonio Giolitti - gli unici che durante l'assise plenaria parlarono apertamente di «rivoluzione» ungherese, giungendo a definire non legittimo, non democratico e non socialista il governo contro il quale era insorto il popolo di Budapest il 23 ottobre - si scatenò immediatamente il fuoco di fila dell'ortodossia, che Togliatti affidò ai cosiddetti "giovani" rinnovatori del partito.
Prima fra tutte la «sparatoria» - come la definì il poeta e giornalista del «l'Unità», Fidia Gambetti - operata dal trentunenne delegato di Caserta, Giorgio Napolitano. Dopo aver attestato tutta la sua soddisfazione per l'impostazione data da Togliatti ai problemi del movimento operaio internazionale, Napolitano polemizzò aspramente con Giolitti argomentando che in Ungheria «non ci si è limitati a sviluppare la critica, ma si è scatenata una lotta disgregatrice, di fazioni»; l'azione sovietica,Salerno: visita del presidente Giorgio Napolitano. - Blog Salerno | http://www.blogsalerno.it/blog/2... «evitando che nel cuore dell'Europa si creasse un focolaio di provocazioni e permettendo all'Urss di intervenire con decisione e con forza per arrestare l'aggressione imperialista in Medio Oriente, oltre che ha impedire che l'Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, ha contribuito in maniera decisiva, non già a difendere solo gli interessi militari e strategici dell'Urss ma a salvare la pace nel mondo».

continua:
http://www.storiain.net/arret/num123/artic1.asp

lunedì 14 novembre 2011

Claudio Strano, "La Giacca del Gundel": un romanzo noir post-comunista alla luce del web

*from  Resto del Carlino, novembre 2011

di STEFANO LOLLI


La giacca del Gundel





UN PO' THRILLER storico, un po' romanzo di «idee» per dirla alla Milan Kundera. 
Il libro è un romanzo classico, ambientato tra l'Italia e l'Ungheria, tra Venezia, Bologna, Ferrara e Budapest dove si intrecciano le vicende di due uomini (e di due generazioni) di ungheresi vittime della storia, «entrambi figli del periodo comunista poi travolti dai rapidi cambiamenti della società WEB
Il giornalista ferrarese Claudio Strano, 49 anni: il suo libro si trova su www.lulu.com


— spiega l'autore —, il primo Gàbor manager emergente che vorrebbe trovare consolazione nei valori del passato, l'altro Balàsz giovane con famiglia a carico che si fa sedurre dall'idea dell'occasione di una vita».
E' una giacca che li lega (quella fornita dal ristorante Gundel), e che scatena la trama fitta di richiami a orga- nizzazioni criminali, musei decisamente particolari (la «Casa del Terrore») ed episodi della storia recente, realmente avvenuti.
«Tutto prende l'avvio nel 2004, che ha sancito l'ingresso nell'Unione Europea dell'Ungheria e di altri nove paesi dell'ex blocco sovietico», riprende Claudio Strano. 49 anni, già autore di raccolte poetiche («Borborigmi») e testi narrativi («Racconti di leggero astigmatismo») che ora approda alla forma del romanzo.
«Oltre ai timori, alle paure, alle fobie ed alle crisi di identità che hanno condizionato l'approdo degli ungheresi all'Europa — spiega il giornalista —, sono rintracciabili nel libro anche temi di attualità italiana: dalla discussione sulla procreazione assistita alla strage degli innocenti (i bambini abbandonati o uccisi), dalle questioni legate all'immigrazione all'incontro-scontro sulle culture diverse».
Evidenti, in chiave letteraria, i richiami a due grandi scrittori magiari (Sàndor Marai e Peter Esterhàzy), citati in cartaceo o in quello elettronico, vedi la web version in Lulu com:

mercoledì 2 novembre 2011

La Pravda Nuova Ferrara- Gianni Venturi sovietizza Baricco e il sindaco Matteo Renzi



 
 
Oggi sulla Nuova Ferrara, Pravda della stampa italiana e ferrarese, due chicche della disinformazione: naturalmente in chiave anti Matteo Renzi e Rottamatori. Mentre il giorno dell'inaugurazione del Big Bang di Firenze, neppure una riga (poi subito puntuali sabato e domenica, ma si sa ... son strategie alla Vanna Marchi formato soviet-società liquida..), il penni-vendolismo del PD kattokomunista da un lato ha mandato un minidossier sull'effetto Renzi a Ferrara. Roba da Paperissima! Il paraleopoldino Merli, il Tecnico Marattin  (più credibile -noi siamo aperti e oggettivi), uno scanner dal web, ovvio Facebook  (prima alla Nuova manco sapevano esistesse Internet): son riusciti nel loro navigar a una dimensione, quella dei cartoons in  1D..., a non vedere l'Asino Rosso! In prima linea (non quella dell'estrema sinistra che fu..) per Renzi e la Rottamazione prossima ventura del vecchio parkinsoniano PD (ferrarese e nazionale..).
 
Visualizza immagine in Bing

Foto Alessandro Baricco: 5067 | Movieplayer.it | http://www.movieplayer.it/gallery/5067/alessandro-b...

 

Poi la velina più subdola, editorialistica persino e in prima pagina: il solito pur certamente non banale mandarino Gianni Venturi, veteroideologico tardogramsciano: prima ha capovolto quel che tutta la stampa italiana ha recentemente evidenziato: ovvero lo spot (serio!) di Benigni per Matteo Renzi.  Poi  ha sovietizzato Baricco, reo di aver definito il PD il partito più conservatore d'Italia, protagonista filorottamatori alla Leopolda 2011...  Velina subdola, poichè proveniente da una figura certamente autorevole e colta (tra Rinascimento e letteratura, ma non c'è nulla da fare... il comunismo intellettuale è sempre stato, in Italia, persino più ideologico e totalitazzante di..Togliatti, figurarsi di Berlinguer).  Baricco ridicolizzato come scrittore, nel peggior copione appunto di memoria sovietica contro i dissidenti. Come Renzi....  Venturi l'ha paragonato per stroncarlo ai vari Pavese, Pasolini ecc.   Certamente Baricco non è a quel livello, nè l'ha mai sbandierato....  Ma contro Baricco e magari pochissimo tempo fa  -proprio Venturi- pro Franceschini scrittore perchè discriminato (sic) al Festival di Mantova, beh... esige soltanto per la Ferrara futura (e non solo) un commento al ...Petrolio!  Rottamazione per il Politburo del PD... e Eutanasia almeno semantica per certa Intellighenzia "rossa"!

 
Roby Guerra futurista
 
(*tra gli autori di AA.VV. Divenire 4, Sestante Edizioni, 2010-  tra essi  Vattimo, Schiavone, More, Sussan, Marchesini, Pellicani eccetera eccetera)

venerdì 11 febbraio 2011

Ferrara. Progetto Nazionale - Fiamma Futura - Giovane Italia ricordano i Martiri delle foibe

Ferretti 1.jpg  Ferretti 2.jpg

mercoledì 9 febbraio 2011, la federazione ferrarese di Giovane Italia – movimento giovanile del PdL - ha partecipato ed organizzato insieme agli amici di Progetto Nazionale e dei Circoli Fiamma Futura, l’iniziativa di intitolare simbolicamente la rotonda di Corso Isonzo ai martiri delle foibe e agli esuli istriani fiumani e dalmati.

“Questa iniziativa assume un significato importante proprio oggi alla vigilia del 10 Febbraio, il Giorno del Ricordo, che da quando divenne legge dello Stato nel 2004, è la data nella quale veniamo chiamati a ricordare le migliaia di donne, bambini e uomini che furono gettati nelle profonde gole delle foibe del Carso, vittime di una vera e propria pulizia etnica operata dalle milizie comuniste del Maresciallo Tito dal 1943 in poi lungo il confine orientale. Vogliamo ricordare anche i 350.000 esuli istriani, fiumani e dalmati che per aver salva la vita e non rinnegare la propria Patria decisero di abbandonare le loro terre, per poi spesso essere trattati come “diversi” dai propri connazionali. Ricordiamo tutti coloro che subirono queste sofferenze per l’unica “colpa” di essere Italiani. Vogliamo ricordare perché per un tempo troppo lungo e colpevole queste vicende sono state taciute e spesso volutamente dimenticate. – dichiara Paolo Spath, presidente provinciale di Giovane Italia – Nel merito, l’iniziativa di questo pomeriggio – continua il rappresentante dei giovani di destra – nasce anche come provocazione nei confronti dell’amministrazione comunale che, nonostante la delibera sia stata approvata già due anni fa, tarda ad inaugurare finalmente una via a Ferrara che ricordi i martiri delle foibe. Auspichiamo dunque, che questa nostra azione possa incentivare la conclusione di questa ormai troppo lunga attesa. Infine le ragazze e i ragazzi di Giovane Italia - assicura - parteciperanno in modo convinto alla fiaccolata che il Comitato 10 Febbraio organizzerà in piazza sabato pomeriggio, per testimoniare e tributare il nostro ricordo a questi Figli d’Italia, troppo a lungo dimenticati. Riteniamo infine – conclude Paolo Spath – che questa ricorrenza debba essere sentita e partecipata in modo speciale nell’anno nel quale festeggiamo i 150 anni dell’Unità d’Italia, proprio per creare insieme quella memoria condivisa che la nostra nazione sta cercando di raggiungere.”

Quest’anno abbiamo deciso “motu proprio” di intitolare la rotonda di C.so Isonzo ai martiri delle foibe – ha dichiarato Alberto Ferretti, Coordinatore Regionale del movimento Progetto nazionale (federato con La Destra di Storace) e dei Circoli Fiamma Futura dell’Emilia-Romagna – a causa dell’inerzia e del ritardo dell’amministrazione comunale ad individuare il luogo consono, decisione, peraltro, già deliberata da anni. La celebrazione si è svolta ponendo, alla base dell’albero posto nel centro della rotonda, un mazzo di fiori legato da un nastro tricolore ed una targa commemorativa recante l’epigrafe “In memoria degli istriani, fiumani e dalmati tragicamente scomparsi nelle foibe e di quanti furono costretti ad abbandonare la loro terra per rimanere liberi e italiani”. Abbiamo ritenuto così, ha aggiunto Alberto Ferretti, di sensibilizzare anche la cittadinanza ferrarese su una pagina della storia patria tanto tragica quanto ai più sconosciuta. Una pagina “strappata” colpevolmente e per evidenti motivi ideologici -quella dell’eccidio delle foibe- da parte di certa sinistra che deve ancora fare i conti con la storia. Gli appartenenti al movimento Progetto Nazionale e ai Circoli di Fiamma Futura parteciperanno, a titolo personale, alla fiaccolata commemorativa indetta dal Comitato 12 Febbraio sabato pomeriggio.


Alberto Ferretti Paolo Spath

Coordinatore Regionale Presidente Provinciale

Progetto Nazionale - Fiamma Futura Giovane Italia

ferretti.jpg
ferretti 4.jpg

lunedì 13 settembre 2010

Il Mulino del Volga macina ancora?

Fa un po’ paura pensare che negli uffici della casa editrice il Mulino, una delle più importanti del nostro Paese, lo scontro ideologico che ha segnato la Guerra Fredda, gli anni Settanta e la Prima Repubblica sia ancora molto vivo e capace di influenzare la scelte editoriali.

Tuttavia i rifiuti di pubblicare i saggi di Giovanni Orsina L’alternativa liberale.

Malagodi e l’opposizione al centrosinistra (in seguito accettato da Marsilio e in libreria a fine mese) e di Alessandro Orsini Anatomia delle Brigate Rosse.

Le radici ideologiche del terrorismo rivoluzionario (poi pubblicato da Rubbettino) lasciano intendere che al Mulino certe guerre ideologiche non siano ancora finite.

Professor Orsini, anche lei «vittima» di un rifiuto editoriale poco scientifico?

Stalin - Copia.jpg 

 

 

  
S- IL GIORNALE

 

martedì 7 settembre 2010

IL DEMONE RUSSO di Pierluigi Casalino

IL DEMONE RUSSO


Dopo lo stalinismo storico e un probabile successivo stalinismo senza lacrime, in Russia seguirà un lungo periodo grigio e burocratico, sempre nel consueto stile autocratico, che coinciderà con il crollo dell’URSS e con l’emergere di una Russia, nuova in apparenza, ma legata con impressionante continuità allo spirito ancestrale di quel Paese, selvaggio e dispotico, teatrale e drammatico. Una Russia che saprà con sottile e spietata regia ricostituire il suo antico impero eurasiatico, se mai lo avrà perduto.

Nella Russia staliniana realtà e virtualità coincidevano nella generale prospettiva rivolta al Capo. Un Capo che non guardava il suo popolo, restando fisso in un atteggiamento perennemente e volutamente distratto. Il sistema era, infatti, preordinato nell’ottica del Capo, della Sua celebrazione. A Lui si orientavano tutti, verso di Lui dirigevano lo sguardo come raggi le molteplici sfaccettature del Paese dei Soviet, a Lui prestavano sconfinata attenzione uomini e cose, istituzioni e arti, opere e giorni. Lo sguardo di Stalin si smarriva nell’ampio gesto imperiale di contemplazione del suo popolo, di ogni singolo attore del variegato universo sociale, con ostentata sufficienza e provvidenza.

I fondamenti della cultura russa diventavano così funzionali alle esigenze di Stalin e, in ultima analisi, a quelle della Russia eterna. Un approccio che tende a rinnovarsi come le creature di Prometeo nella storia russa fin dalle sue origini. Un’incessante ricerca del consenso, attraverso la progressiva “spettacolarizzazione” di tutto, compreso il terrore. Un fideismo delle immagini e della coreografia su cui si fonda il potere. Un meccanismo smisurato e perverso, che lungi dal pendere dalle sue labbra, dipendeva essenzialmente dagli occhi di Stalin. Il trionfo del culto della personalità in mostra e in veduta, nel segreto delle stanze, nelle vie e nelle piazze. E proprio nella visione di Stalin si generava e rigenerava l’identità della Russia. In altre forme si assisteva al risorgere della statolatria degli zar.

Non diverse saranno le scansioni delle future stagioni politiche russe. Tra risorse sconfinate e immense ricchezze, tra incredibili e seducenti aperture di credito al mondo, tra geniali strategie di attacco e sofisticati disegni di aggiramento degli ostacoli, il carattere russo si misura sulla scacchiera del mondo. Profetico fu, in tal senso, il discorso pronunciato da Dimitri Manuilskij di fronte all’Accademia politico-militare di Mosca a metà degli Anni Trenta. Un’autentica teorizzazione della scalata al dominio mondiale, mediante le accattivanti sirene dell’offerta di amicizia al’Occidente. Incorreggibile giocatore, il russo minaccia e azzarda, pronto a arretrare di fronte al rischio di non essere pari alla sfida.

Analogamente si manifesterà il compiacimento totalitario espresso nell’immaginario collettivo che rientrava e viveva negli sguardi di Stalin. Lo scendere del silenzio su chi sa e chi parla annuncerà il clima degli anni che, tra il 1919 al 1929, porteranno alla nascita del regime staliniano. Segno dell’eterno ritorno del mito di uno zar, ricorrente e affascinante demone della secolare vicenda della Russia, tentazione insopprimibile dell’anima di quel popolo. Zarismo, Bolscevismo, Socialismo Reale, e altri travestimenti inimmaginabili che si susseguono con masochistica voluttà. Profetiche furono, in proposito, le conclusioni di Panait Istrati in –Soviets 1929- (Les Editions Rieder, Parigi, 1929) - Il pericolo è dentro di voi, diceva l’autore, rivolgendosi ai russi del suo tempo, ma in voi c’è anche la vostra salvezza. Potete ancora essere i padroni del vostro destino! – Un invito coraggioso, dunque, a liberarsi finalmente dall’oscura maledizione che da sempre grava sull’animo russo. Un invito, purtroppo, caduto nel vuoto. Considerazioni, quelle di Istrati, di straordinaria attualità.

La democrazia non corrisponderà ancora a lungo ai canoni scenografici del dramma russo. Difficile prevedere se e quando la Russia conoscerà qualcosa di simile alla democrazia.” – Dalle testimonianze orali di Casalino Michele (1908-1987), a margine de “IL TEMPO E LA MEMORIA” di Casalino Pierluigi (Ennepilibri, Imperia, 2006).-


Casalino Pierlugi, 2.09.2010

 

mercoledì 21 aprile 2010

Quando Breznev censurava Sartre

anni-80-muro-di-berlino.jpgda Il Giornale

Maria Zalambani è professore associato di Lingua e Letteratura Russa presso l’Università di Bologna (sede di Forlì). Si è occupata prevalentemente di avanguardia russa e di letteratura sovietica. È autrice, fra l’altro, di L’arte nella produzione. Avanguardia e rivoluzione nella Russia Sovietica degli anni ’20 (Longo, 1998) e La morte del romanzo (Carocci, 2003). Il nuovo saggio che ha appena dato alle stampe si intitola: Censura, istituzioni e politica letteraria in URSS (1964-1985) (Firenze University Press pagg. 284, euro 29.90).

Partiamo dall’inizio. La censura in Russia esisteva anche prima di Lenin.
«La censura sovietica ha ereditato quella di tipo zarista. La discontinuità consiste nel fatto che mentre la censura zarista era prevalentemente repressiva, la censura sovietica è anche propositiva, prescrive. Molto è stato scritto relativamente alla censura sovietica repressiva. Un po’ più trascurato è stato l’altro fenomeno, quello che scorre parallelamente al meccanismo repressivo, e che è in grado invece di produrre, di prescrivere a monte, così che alla fine non è quasi più necessaria la censura repressiva»....

cont. http://www.ilgiornale.it/cultura/cosi_breznev_censuro_persino_sartre/19-04-2010/articolo-id=438747-page=0-comments=1

giovedì 25 febbraio 2010

Claudia Rusch La Stasi dietro il lavello

la-stasi-dietro-il-lavello.jpgda IL RECENSORE COM

Davvero un bel libro La Stasi dietro il lavello (Keller, 2009) di Claudia Rush. Tragico e grottesco allo stesso tempo, appassionante e leggero, duro ed elegante. La vita all’ombra del Muro attraverso gli occhi di una bambina.

Il 2009 è stato l’anno dell’anniversario della caduta del muro di Berlino, 20 anni lunghissimi e brevi. E il mercato editoriale si è riempito di pubblicazioni sull’argomento.

Sono poche le opere che però hanno detto davvero qualcosa di interessante e questa è una di quelle. L’autrice, a mio avviso, con questo testo – e per la capacità dimostrata di sapersi districare, con classe, in una materia così difficile – entra di diritto nella “elite” della nuova narrativa tedesca ed internazionale (non è un caso che già da qualche mese critica e pubblico sono concordi nell’elogiarla).

Libro di racconti o romanzo ad episodi questo La Stasi dietro il lavello racconta con una vena fortemente autobiografica gli ultimi anni – quindici per l’esattezza – della Germania dell’Est. Ne esce fuori un quadro profondamente umano, quasi un percorso che, alternando rallentamenti ed accelerazioni, porti inevitabilmente ad una via d’uscita che solo la luce flebile della speranza aveva immaginato. L’autrice non rimpiange niente della DDR, non subisce il fascino di un revisionismo storico troppo spesso invocato e mai ponderato. Il muro non è solo il portatore di simbologie libertarie che oggi amiamo sottolineare ma è un muro reale, un muro che “al di dentro” significa vessazioni, persecuzioni, assurdità del destino e della vita umana.

L’autrice osserva la caduta del muro da posizione privilegiata, è una ragazza – non più bambina, ma neanche donna – di diciotto anni: ha tutta una vita davanti ma anche un ricordo reale, vivo, limpido, vicino. Per questo può lasciarsi andare ad un tono ora goliardico ora amareggiato, ora esplosivo ora riflessivo, ora consapevole ora onirico. Coincidono in lei le invisibili forze che attraggono e oppongono infanzia e adolescenza, fanciullezza ed età adulta, vita e, perché no, morte.

Il futuro davanti – che ora è soltanto una linea di continuità tra passato e presente – annienta ogni ricordo spiacevole, ogni pensiero capace di allontanare speranza e dolcezza. La protagonista – alter ego – vive la sua quotidianità su un filo, in pieno bilico tra salvezza e fine: figlia di genitori “dissidenti” – capaci di impegnarsi nella difesa dei diritti civili – dovrà dire la propria per emanciparsi non tanto da loro, quanto dal proprio tempo.

Claudia Rusch, nata nel 1971 a Stralsund, è cresciuta nell’isola di Ruegen, nella Marca del Brandeburgo e a Berlino. Ha studiato germanistica e romanistica a Berlino e a Bologna. Ha lavorato sei anni nella redazione di un’emittente televisiva e dal 2001 vive a Berlino come libera scrittrice. Nel 2003 ha pubblicato per la S. Fischer Verlag di Francoforte il bestseller Meine freie deutsche Jugend (in italiano La Stasi dietro il lavello), seguito nel 2009 da Aufbau Ost. Unterwegs zwischen Zinnowitz und Zwickau.Claudia Rusch, nata nel 1971, ha trascorso l’infanzia nell’isola di Ruegen, nel Brandeburgo, prima di trasferirsi a Berlino (Est) con la famiglia. I suoi genitori erano attivisti dei diritti civili sotto il regime comunista. Oggi vive a Berlino. ...

CONTINUA

http://www.ilrecensore.com/wp2/2010/01/la-stasi-dietro-il-lavello-claudia-rusch-racconta-la-ddr/

video http://www.youtube.com/watch?v=PiYW_1WhfLA

giovedì 18 febbraio 2010

Vita quotidiana di Stalin da Il Giornale

fisiognomica.jpgda IL GIORNALE
 
Stalin sorridente che tiene in braccio una bambina vestita alla marinara è un’icona che dal 1936 innondò l’intera Unione Sovietica ed il mondo comunista attraverso giornali, cartoline, manifesti, sculture, manuali e persino caramelle. La «fortunata» era Gelja Markizova, figlia di Ardan Angadykovitch Markizov, commissario del popolo all’Agricoltura della Repubblica socialista sovietica autonoma Mongolo-Buriata che nella fotografia pubblicata sulla Pravda il 30 gennaio 1936 appare felice insieme a loro. L’immagine era stata realizzata dal fotografo ufficiale del Cremlino, Michail Kalashnikov, pochi giorni prima, il 26 gennaio, quando Stalin aveva ricevuto i delegati mongolo-buriati e la piccola Gelja aveva consegnato al dittatore comunista un mazzo di fiori appena dopo che il padre era stato decorato con la medaglia dell’Ordine del Lavoro «Bandiera Rossa». Stalin, raccontarono le cronache, aveva regalato in quell’occasione a Gelja un giradischi e un orologio d’oro.
Ma la fotografia ripubblicata pochi mesi dopo, il primo maggio, sulla Izvestija in occasione della ricorrenza della Festa dei lavoratori celebrata appunto nel segno del «piccolo padre» risulta «ritoccata»: Stalin e la bambina sono soli ed anche nei successivi sfruttamenti propagandistici il volto del padre si è trasformato in un’ombra scura. Perché? In effetti egli era scomparso e la piccola Gelja che aveva sei anni nel frattempo era diventata un’orfana: il padre era stato fucilato come «nemico del popolo» e la madre, deportata in un gulag del Turkestan, risultava suicida per avvelenamento.....

 
continua  http://www.ilgiornale.it/cultura/ogni_giorno_stalin_metteva_scena_allegro_terrore/16-02-2010/articolo-id=422309-page=0-comments=1

VIDEO http://www.youtube.com/watch?v=8ajqk875Xu0


Ci sai fare con le parole? Scoprilo su Typectionary!

martedì 8 dicembre 2009

Cina Il sogno della Democrazia da Yang Hengjun

PECHINO.jpgDA FAI NOTIZIA from Butters....

Come vivere finchè non arriva la democrazia?

di Yang Hengjun 杨恒均

Ho visto questo titolo in un post di Blog China, e anche se quell’articolo non rispondeva alla questione, mi ha stimolato a rifletterci, seppure consapevole che non potrò rispondere a questa domanda. Ho già scritto in precedenza su ciò che possiamo fare  finchè non arriva la democrazia per fare in modo che arrivi un po’ prima […]. Tuttavia questo modo di dare consigli è tutt’altra cosa rispetto al dire alle persone come fare a vivere in concreto.

“Vivere” è qualcosa che viene prima della politica, prima della democrazia. Governi democratici moderni esistono nel mondo da poco più di cent’anni e prima di questo, l’umanità “viveva” comunque. Perciò anche se la democrazia può cambiare una parte della nostra vita, renderla migliore, tuttavia fino a quel giorno noi dobbiamo comunque campare e per la maggior parte della gente sarà comunque un vivere “non democratico”.

Su Blog China c’è un blogger che critica chi promuove la democrazia e sostiene che coloro i quali si appellano ai diritti umani universali (che lui definisce gli “iniziati/illuminati”) devono essere considerati responsabili di quel che è accaduto con Yang Jia a Shanghai [nel 2008 Yang Jia, 28 anni, di Pechino a seguito di un soppruso subito da parte della polizia si fece giustizia da solo uccidendo a coltellate sei poliziotti di un commisariato di Shanghai. Il 26 novembre di un anno fa è stato giustiziato]. La logica di questo ragionamento è: “se tu non avessi insistito eccessivamente sull’individualismo e sui diritti umani e insegnato alla gente ad essere ostile al governo, Yang Jia sarebbe comunque stato così incazzato arrivando ad uccidere?”....

http://www.fainotizia.it/2009/12/01/aspettando-democrazia-%C2%AB-cara-cina

http://caracina.wordpress.com/2009/12/01/aspettando-democrazia/

video http://www.youtube.com/watch?v=bRLVL5Nt3LM

lunedì 9 novembre 2009

BERLINO Il mondo commemora la fine del comunismo:l'Europa della Memoria!

radio radicale.jpgDA IL MESSAGERO

BERLINO (8 novembre) - La capitale tedesca si prepara domani ad un assalto senza precedenti di turisti ed ospiti d’onore in occasione del ventesimo anniversario della caduta del Muro. Nelle prossime ore a Berlino sono attesi i capi di stato e di governo dei ventisette paesi dell’Unione europea, tra gli altri il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il presidente francese Nicolas Sarkozy e il premier britannico Gordon Brown, e poi ancora il presidente della Federazione russa Dmitri Medvedev, il segretario di Stato americano Hillary Clinton, il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso e l’ex presidente dell’Unione sovietica Mikhail Gorbaciov e l’ex presidente polacco e storico leader del sindacato Solidarnosc Lech Walesa. Negli alberghi a cinque stelle della capitale le suite presidenziali sono ormai al completo e anche gli ostelli della gioventù e molti altri alberghi registrano già il tutto esaurito....

CONTINUA http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=79586&sez=HOME_NELMONDO

Video http://www.youtube.com/watch?v=GpSupup8LIY

giovedì 25 giugno 2009

I COSMISTI SOVIETICI

GAGARJN.jpgFROM ESTROPICO SITO

Il "comunismo magico" e i "cosmisti" sovietici
di Giuseppe Vatinno

 

Abbagliati dall'ideologia totalitaria imperante nella Russia del loro momento storico, vittime di un quasi-delirio di onnipotenza, ed infine dimenticati, persi fra le pagine violente del ventesimo secolo, i cosmisti russi dimostrarono però una forte sensibilità immortalista e possono essere oggi riconosciuti come atipici antesignani del transumanesimo. Giuseppe Vatinno ne illustra le idee e la storia.

 

E' interessante indagare come i principali "ismi"del ventesimo secolo e cioè il nazionalsocialismo ed il comunismo, che -a prima vista- sembrerebbero separati da un'oceano di diversità intellettuale, d'azione, programmatica e politica, siano poi in realtà attraversati da una profonda e carsica vena d'irrazionalismo magico, legata però ad un utilizzo pragmatico della scienza e della tecnologia.

 

Del "nazionalsocialismo magico" si è parlato molto a partire dall'uscita dell'opera "Il mattino dei Maghi" di Louis Pauwels e Jacques Bergier, ma rimane tuttora poco noto se non sconosciuto un chiaro interesse che il comunismo sovietico mostrò per una "dottrina" costruita sul mito della scienza e della razionalità, ma anche su elementi caratteristici della cosiddetta cultura magica.

 

Ecco quindi che dallo strato del razionalismo positivista emerge un Mao Tse-Tung che si cura con la medicina tradizionale cinese, un Kim Il-Sung che propaga la leggenda della sua immortalità e un Fidel Castro che viene visto -dalla santeria cubana- come la reincarnazione del dio della giustizia, Obatalà, oppure i rivoluzionari teosofi sandinisti.

Continua: http://www.estropico.com/id209.htm

venerdì 19 giugno 2009

CARRI ARMATI IN TOGA (ROSSA)

D'ALEMA.jpgDA IL GIORNALE

Gli antidemocratici muovono un'altra volta i carri armati in toga

Non ci cascate più, che siate elettori del centrodestra o del centrosinistra, anzi se siete di centrosinistra, non fatevi mortificare nella vostra libera scelta politica da questi patetici tentativi di golpe riciclato. Riflettete che l'opposizione al governo non solo commette l'errore tremendo di non riconoscere il voto della maggioranza dei cittadini, fa di peggio, pur di attaccare, colpire, ammazzare il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, se ne infischia della situazione del Paese. Non sono democratici, tutto qui. Di voi, della crisi economica, della necessità di un governo autorevole che governi l'emergenza, che è poi un’emergenza mondiale, delle richieste che anche ieri ha autorevolmente e giustificatamente avanzato il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, non gli importa. Questo film l'ho già visto, correva l'anno 1993, il pentapartito aveva il cinquantatré virgola due per cento, lavoravo alla Rai, ero la prima corrispondente donna, a New York dopo otto mesi di fatiche, rischi, super lavoro, tra Bagdad, Amman, Gerusalemme. Ero popolare e apprezzata, lavoravo duro. Da un giorno all'altro diventai ladra, imbrogliona, ambasciatrice di Bettino Craxi e perciò stesso non credibile e criminale; certi servi, come l'allora direttore del tg2, Alberto La Volpe, si liberarono di frustrazioni ataviche, un delizioso killer come Pierluigi Celli, lo dico perché lui per primo lo ha scritto, dichiarato, ammesso, mi fecero fuori con tali argomenti infami e tali accuse pretestuose, eppure rimbalzanti su qualunque quotidiano moltiplicate per cento anche rispetto alla bugia iniziale, che cedetti e me ne andai. Peggio per me, me l'avevano mandato per tempo a dire di fare il Giuda e salvarmi la pelle. Quando sei mesi dopo finì con un'archiviazione, gli stessi giornali che mi avevano concesso l'onore ripetuto della prima pagina, scelsero un trafiletto a fine giornale. Avevano allora deciso di scoprire che i partiti si finanziavano illecitamente, in realtà il finanziamento illecito alla politica era sempre esistito. Il Partito comunista, poi ribattezzato, i soldi li prendeva dall'Unione Sovietica, oltre che dalle tangenti nostrane della Coop, ma questo alle Procure di rosso togate (che errore fu lasciare ai comunisti reclutati i concorsi in magistratura per un paio di decenni) non sembrò rilevante. Gli Stati Uniti ambivano ai mercati dell'Est post comunista, c'era anche un oscuro magistrato che aveva frequentato molto, e molto si era accreditato, o provato a farlo, tale Antonio Di Pietro. Cito questo modesto ricordo personale solo per spiegare che di complotti e complottini siamo in molti a ricordare la storia, non perché mi voglia ergere a protagonista, ho sempre pensato che mi fosse caduta addosso solo una tegola del tetto della prima Repubblica, niente di più, ho sempre coltivato per qualche minuto al giorno il perseguimento della vendetta, ho sempre tenuto nel mio cuore l'apprezzamento, e il dolore per la fine di Bettino Craxi. Massimo D'Alema è uno dei suoi assassini. Forse con lui hanno ammazzato anche se stessi, le loro possibilità di farsi socialdemocratici, riformisti, blairisti prima di Tony Blair, ma non lo hanno mai capito. Tanto è vero che ci riprovarono nel 1994, dopo che il Cav ci aveva salvato, e da allora non hanno mai smesso, oggi stanno sparando a raffica, uno sparo per ogni voto perso. Non importa che Silvio Berlusconi abbia il partito più grande della storia d'Italia. Non contano le regole democratiche, pensateci bene. Oggi ripartono da Bari, anzi dall'intera Puglia. Leggete la storia con tutti i suoi dettagli che vi racconta Gianmarco Chiocci, controllate e paragonate i nomi dei magistrati, a partire proprio da Michele Emiliano, sindaco di Bari e segretario regionale del Pd, dalle sue indagini sulla missione Arcobaleno, una roba scottante per Massimo D'Alema. Finì in niente, lui però diventò sindaco. Io non so se il presidente del Consiglio inviti nelle sue dimore o barche, tutte guadagnate con le sue attività imprenditoriali, troppe ragazze, forse ha questo debole, condiviso con molti maschi italiani. Il mio giudizio morale non riveste valore politico. Voglio però sapere se questa debolezza ha qualcosa a che vedere con il governo del Paese. Se, come me, credete che non debba essere così, fatelo capire al senza macchia, o no, Massimo D'Alema.

MARIA GIOVANNA MAGLIE

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=360074

mercoledì 10 giugno 2009

BUDDISTI MEETING AL LIDO DEGLI SCACCHI

DALAI LAMA.jpgfrom ESTENSE COM

A settembre al Camping Florenz degli Scacchi corso di meditazione

In riva al mare i segreti del buddismo


Lido degli Scacchi. Buddisti in meditazione al Camping Village Florenz del Lido degli Scacchi, dove dal 24 al 27 settembre prossimi si terrà un corso organizzato dal Centro Buddhista della via di Diamante a Bologna.

Il corso non richiede alcuna conoscenza preliminare e sarà guidato da Sherab Gyaltzen Rimpoche e da Lama Ole Nydahl, due tra i più importanti lama del buddhismo di ispirazione tibetana. I loro insegnamenti, avvalendosi di speciali metodi, mirano al pieno sviluppo delle qualità della mente e sono praticabili anche dai critici occidentali.

Per informazioni è possibile consultare il sito www.buddhism.it/2009

from ANSA

TIBET: DALAI LAMA CITTADINO ONORARIO DI PARIGI

 PARIGI  - Il Dalai Lama è diventato oggi cittadino onorario di Parigi: il leader spirituale tibetano ha ricevuto l'onorificenza dal sindaco socialista della capitale francese, Bertrand Delanoe, nel corso di una cerimonia svoltasi in Comune.

La decisione di attribuire l'onorificenza - definita in passato da Pechino una "ingerenza" negli affari interni della Cina - è stata assunta dal consiglio comunale di Parigi nel 2008, ha ricordato Delanoe, "per le qualità e la battaglia che il Dalai Lama porta avanti per il dialogo e la pace".

CONTINUA http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_987678473.html

 

martedì 10 febbraio 2009

OMAGGIO AI MARTIRI DELLE FOIBE

foibe.jpgA Portomaggiore per non dimenticare...

La Destra di Ferrara assieme ai dirigenti della sezione di Portomaggiore ha reso omaggio alla Giornata della Memoria dei Martiri delle Foibe, deponendo un mazzo di fiori ed un volantino sul cartello stradale dell'omonima strada.
Nella cittadina portuense, infatti, abbiamo l'onore di avere una delle uniche due strade di tutta l'Emilia Romagna intitolate a quella sanguinosa quanto crudele tragedia.
La giornata della memoria delle foibe ricorda il massacro di oltre 10.000 italiani che, legati tra loro con fil di ferro, spesso da vivi, furono gettati gli uni sopra gli altri nei baratri dei crepacci carsici che prendono il nome di foibe. Sopra ogni strato di corpi veniva poi versata della calce viva. Una delle foibe più tristemente famose è quella di Basovizza nei pressi di Trieste.
Questo atroce trattamento di pulizia etnica venne perpetrato a danno di tutti quegli italiani (militari e civili) che cadevano nelle mani dei partigiani comunisti titini che intendevano in questo modo spopolare le zone di confine o quelle appena conquistate tramite una vera e propria pulizia etnica. Successivamente, non bisogna scordare poi l'esilio forzato a cui
obbligarono altre centinaia di migliaia di Italiani Giuliani, Istriani e Dalmati.
Il PCI (col silenzio anche delle altre forze politiche) per oltre sessant'anni tennero colpevolmente nascosto ciò che tanti parenti delle vittime ed esponenti del MSI denunciarono più e più volte cercando in tutte le maniere di bucare il muro di gomma della censura che teneva nascosta l'immane tragedia dai libri e dai mezzi di divulgazione di massa.

La Federazione Provinciale di Ferrara comunica inoltre che sabato pomeriggio 14 Febbraio, in Piazza Trento e Trieste, i nostri militanti distribuiranno dei volantini commemorativi tenendo alte le fiaccole che con la loro fiamma evocano il sacrificio di tanti nostri connazionali che con il loro sangue hanno reso sacre quelle terre irredente ad imperitura memoria.
 

Alberto Ferretti
-----------------------------------------------------------------
Segretario Provinciale la DESTRA Ferrara

www.ladestraferrara.org

http://www.storialibera.it/epoca_contemporanea/resistenza/foibe/mostra_online_le_foibe.htm