Casalino Pierluigi Certamente Auguste Comte era un uomo "positivo" come ben si ricorda dai ricordi della filosofia liceale. Un uomo con i piedi per terra, proiettato sull'avvenire con intuizioni di grande respiro, attualissime. Più di due secoli fa Comte aveva affrontato il dilemma della Francia di questi ultimi anni, tanto più pressante dopo l'ondata di attentati che ha toccato anche altri paesi d'Europa. E cioè se si possa vivere solo di laicismo o se una religione, alla fine, sia necessaria per strutturare una società. Il pensatore francese dell'Ottocento diede le sue risposte: quello che i suoi discepoli chiamavano "il pontefice di una religione senza divinità e trascendenze. Aveva fiducia nel futuro rivoluzionario della scienza, ma riteneva che quest'ultima da sola non fosse sufficiente a tenere insieme una società, ma che ci volesse una religione, se pur senza il soprannaturale, né dogmi, una religione "leggera". In questo senso, ...