All’interno del volume contributi critici di: Gino Agnese, Giovanni Antonucci, Francesca Barbi Marinetti, Günter Berghaus, Pierfranco Bruni, Riccardo Campa, Giancarlo Carpi, Patrizio Ceccagnoli, Simona Cigliana, Vitaldo Conte, Enrico Crispolti, Giorgio Di Genova, Massimo Duranti, Roberto Guerra, Giordano Bruno Guerri, Miroslava Hajek, Massimo Prampolini, Antonio Saccoccio, Luigi Tallarico, Paolo Valesio.
mercoledì 31 dicembre 2014
Marinetti 70. Un nuovo libro "compleanno" a cura di Antonio Saccoccio e Roberto Guerra
All’interno del volume contributi critici di: Gino Agnese, Giovanni Antonucci, Francesca Barbi Marinetti, Günter Berghaus, Pierfranco Bruni, Riccardo Campa, Giancarlo Carpi, Patrizio Ceccagnoli, Simona Cigliana, Vitaldo Conte, Enrico Crispolti, Giorgio Di Genova, Massimo Duranti, Roberto Guerra, Giordano Bruno Guerri, Miroslava Hajek, Massimo Prampolini, Antonio Saccoccio, Luigi Tallarico, Paolo Valesio.
venerdì 22 novembre 2013
L'aeropoeta futuristico Italo Balbo
Nell'introduzione del 1983 sostenevo che l'interesse su Balbo capo dello squadrismo era superiore di quello su Balbo aviatore e governatore della Libia. Era vero, allora, perché non era ancora stato sciolto il nodo del violento scontro politico che contrappose fascisti e socialisti, dell'insufficiente reazione della classe dirigente liberale e della conquista dello stato da parte di Mussolini. Questi problemi storiografici appaiono ormai meno rilevanti, specialmente dopo gli studi di Roberto Vivarelli, anche in merito alla sempre esecrabile violenza dei fascisti.... C by Giordano Bruno Guerri
http://www.ilgiornale.it/news/cultura/balbo-aviatore-e-governatore-sempre-pi-attualeil-saggio-968943.html
mercoledì 24 febbraio 2010
Dinanimismo Futurismo dopo Giordano Bruno Guerri
breve saggio del neofuturista dinanimista salernitano, da tempo a Ferrara, Zairo Ferrante. Analisi rapida e intensa, del nefuturismo letterario nel suo divenire postcentenario Dinanimista, alla luce delle analisi stesse di Giordano Bruno Guerri
IL DINANIMISMO NON E' FUTURISMO MA...
di ZAIRO FERRANTE
con Note tratte dal libro di Bruno Giordano Guerri
Come si può ben intuire dal titolo, il DinAnimismo non è e non sarà mai Futurismo, e tantomeno si rifà direttamente ad esso.
Appare però anche chiaro che nel titolo di questo breve saggio c'è un “ma”.
Piccolo particolare che, come spesso accade, può fornire ulteriori indicazioni delineando meglio alcuni punti che pur non essendo palesemente espressi possono rivelarsi importantissimi nella comprensione del neonato “movimento poetico rivoluzionario delle anime”.
Quando si parla di Dinanimismo si parla di poesia, di anima ed in modo più generale anche di letteratura , ma nello stesso tempo si parla anche d'Avanguardia se non altro in termini di contestualizzazione ed ecco che come tale non può non essere in qualche modo collegata al Futurismo ed al suo messaggio frutto di una sola “testa” quella di Filippo Tommaso Marinetti.
Il perché ogni avanguardia costruita sulla gente, per la gente e con la gente abbia a che vedere con il Futurismo è meravigliosamente espresso nel libro edito da Mondadori “Filippo Tommaso Marinetti invenzioni, avventure e passioni di un rivoluzionario” del sempre attento e puntuale Bruno Giordano Guerri e di cui riporto alcuni passi con la viva sicurezza che quello che ho nel cuore e nella testa diventi dopo più chiaro per tutti:
“...produsse (riferito a Marinetti) un dinamismo intellettuale inesausto, animando, rinnovando e stimolando energie, spingendo se stesso e il suo movimento in campi d'azione sempre più ampi, nella sfida all'immobilismo di una borghesia indolente e provinciale...
...Un poeta perché seppe cogliere la bellezza del gesto, le suggestioni della parola e le possibilità dell'immaginazione nelle pieghe del vivere comune, nel divenire di una società sconvolta...
...sapeva -avendo capito per prima- che dal Novecento in poi non avrebbe vinto chi aveva più passato, ma chi fosse in grado di anticipare il futuro...
… i tanti movimenti che hanno fatto la storia del Novecento appresero dal futurismo che era possibile archiviare il passato e formulare i principi di un'<<arte dell'avvenire>>.
...Quello di Marinetti è un invito, valido ancora oggi, a non prendersi sul serio, a scovare le ragioni del torto, a ridere delle nostre ipocrisie, a superare le meccaniche razionalistiche della saggezza con la gioia visionaria dell'entusiasmo di essere uomini:...
...c'è, insomma, una matrice futurista nei nostri comportamenti, sedimentata come una normale, quotidiana abitudine...questa matrice determina la sua attualità postuma e si manifesta nella volontà, oggi diffusa, di scoprire obbiettivi inediti, entrare in conflitto con la nostra epoca, abbattere pregiudizi e fantasmi imposti dal conformismo, di qualsiasi colore sia...Marinetti...intuì che non avrebbe più prevalso la qualità intrinseca del prodotto culturale, ma la sua capacità di diffondersi in tutti gli spazi informativi possibili, in tutti gli ambienti sociali e culturali.
Per questo, l'arte deve incontrare le masse, farsi realmente democratica dilagando ovunque.”
Ecco che il DinAnimismo esalta e difende proprio l'Arte come possibile figlia dell'Anima, intesa anche come “volontà di scoprire obbiettivi inediti” in grado di sostenere l'uomo nel suo futuro imminente.
Ecco che il Dinanimismo il ritorno ad un' “arte democratica” che si pone come obbiettivo primario il dialogo con la “massa”.
Ecco perché il Dinanimismo non può, non deve e non vuole dimenticare il passato, ma attuale e futuribile, messaggio Futurista.
http://e-bookdinanimismo.myblog.it/archive/2010/02/19/saggio-sul-dinanimismo.html
VIDEO
giovedì 24 dicembre 2009
Il futurismo secondo Giordano Bruno Guerri
AREZZO - Il futurismo, “avanguardia di tutte le avanguardie”, ha cambiato per sempre il modo di intendere l’arte e il rapporto arte e società. Inventore unico e indiscusso di questo movimento, Filippo Tommaso Marinetti ha una biografia romanzesca. Dopo l’infanzia ad Alessandria d’Egitto, studiò a Parigi, da dove nel 1909, a trentatré anni, lanciò il “Manifesto del futurismo”. Poeta, editore, romanziere e saggista, fu però soprattutto uno straordinario provocatore e organizzatore di cultura, in ogni ambito. Ricco di famiglia, individuò e sostenne le energie artistiche e intellettuali più feconde della sua epoca, creando in breve tempo un movimento di successo internazionale. Amante del lusso e delle donne, ebbe tuttavia un lungo e appassionato matrimonio con una donna straordinaria, Benedetta, pittrice e scrittrice futurista.
Fra i tanti luoghi comuni che questo libro smentisce c’è quello del «disprezzo della donna», che in realtà Marinetti voleva emancipare. Grazie a una documentazione eccezionale e alla sua capacità di analisi psicologica, Guerri insomma ce lo restituisce intero, con tutta la sua gloria e le sue contraddizioni...
continua http://www.arezzoweb.it/notizie/speciale.asp?idnotizia=27008
video http://current.com/items/89937384_sintesi-parolibera-effetiemme-in-tavola-sinottica-emmedib.htm
lunedì 26 ottobre 2009
SINISTRA OMOFOBICA ALLA ROVESCIA? da Giordano Bruno Guerri/Il Giornale
DA IL GIORNALE di Giordano Bruno Guerri
La legge contro l’omofobia, proposta dal ministro Carfagna, era giusta e necessaria, perché è indubbiamente un’aggravante perseguitare (molestare, aggredire, svillaneggiare) qualcuno per i suoi gusti sessuali: come farlo per la sua religione o per la sua razza. Oltretutto, gli omosessuali sono una minoranza più vasta e più a rischio di quelle razziali e religiose: è molto più probabile che qualcuno venga discriminato o si prenda un pugno in quanto omosessuale, piuttosto che perché ebreo.
Che la legge sia stata osteggiata dall’Udc è ovvio. Purtroppo ci sono state resistenze anche nel centrodestra, com’è quasi altrettanto ovvio, perché la destra libertaria – alla Benedetto Della Vedova – da noi è un’altra minoranza oppressa. Hanno stupito, piuttosto, le defezioni a sinistra, e non soltanto quella della Binetti. In realtà l’imbarazzo della sinistra sul caso Marrazzo rivela che anche da quella parte di omofobia ce n’è parecchia, nascosta sotto un velo di formale, benevolo rispetto....
Nei primi anni Settanta un mio simpatico compagno d’ufficio, comunista doc, mi raccontava che in una riunione di sezione del partito, in Romagna, c’era stato l’intervento di un inviato del Pci di Roma, gay, per perorare la causa della liberazione sessuale e del diritto all’omosessualità. Il delegato parlò, nel silenzio attonito dei presenti, ruspanti operai e contadini della Bassa padana. Poi, sempre nel silenzio attonito, prese la parola il segretario della cellula, che esordì con: «Come ha detto il compagno busone...». Insomma, l’omofobia, scacciata dalla porta, rientra dalla finestra, a destra come a sinistra....