giovedì 1 giugno 2023

Life on the Sun? Video by Space Renaissance, di Roby Guerra


INTERVISTA X LIBRO SULL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE (Stefano Vaj)

 

 ARTIFICIALITA' INTELLIGENTI (2023)

meglio di una AI cosciente!....(R.G.)

a cura di Roberto Guerra

D. Stefano, un nuovo libro appena uscito, sia cartaceo che ePUB-Kindle sull'Intelligenza Artificiale, oggi in primo piano nel dibattito internazionale...Come non esperto.., ma Creativo e High Tecnology e...futurista, transumanista e prometeico, con una boutade, ci penserà qualche AI cosciente a far risvegliare gli umani dopo le grandi crisi del Covid e della Guerra Ucraina?

Malgrado ostacoli tecnici, ostilità culturali, ostruzionismi aziendali, alcune tecnologie che ci erano state promesse sin dagli anni cinquanta cominciano faticosamente a far capolino. Una di queste è la intelligenza artificiale "generativa", destinata ad incontrarsi prestissimo con quella "predittiva" del tipo per esempio incarnato da Wolfram|Alpha. Ma quello che ha risvegliato non solo l'opinione pubblica, ma anche l'attenzione di media, consigli di amministrazione e governi è che con il blitz di OpenAI e Microsoft -- probabilmente provocato dal timore della seconda di diventare progressivamente irrilevante nello scenario della Big Tech -- il gatto è fuori dal sacco. Non si tratta più di qualche esperimento segreto del DARPA, o più normalmente di un progetto destinato solo ad un comunicato stampa che consenta al giornalista di fare un titolo acchiappa-click e una marchetta all'azienda su una nuova "proof of concept" delle multinazionali dell'informatica. Con ChatGPT questo tipo di intelligenza artificiale è stata resa accessibile al pubblico, e tutti si sono immediatamente resi conto di di come, al di là dei tentativi di "addomesticare" lo strumento alle esigenze della political correctness e dalle limitazioni tecniche che ancora lo affliggono, la cosa ha davvero la possibilità di destabilizzare, per un transumanista anche e soprattutto in senso positivo, l'oligopolio tecnologico-informativo oggi in essere e il relativo sistema di potere, che proprio la crisi pandemica e la crisi ucraina aveva visto serrare i ranghi.

D'altronde, sono proprio la diffidenza pubblica e la contingenza internazionale prodotte da tali crisi a rendere improbabile il successo dei tentativi di "regolamentazione globale" in materia di intelligenza artificiale. Certo, nel mondo multipolare tutti stanno cercando e cercheranno di piegare il funzionamento delle piattaforme IA che saranno accessibili sul Web alle proprie esigenze e desideri e interessi, a cominciare dalla Cina. Ma nel momento in cui per esempio vengono negati a quest'ultima i processori, e le tecnologie utili a produrre processori, necessari per lo sviluppo e la diffusione dell'intelligenza artificiale, perché mai la Cina dovrebbe essere interessata ad "accordarsi" al riguardo con qualcuno su regole comuni? Del resto, oggi i progressi più rapidi, e soprattutto la scalabilità verso il basso di questi sistemi, sono il prodotto del mondo Open Source e di reti di contatti informali tra piccoli gruppi e singole persone. Come riusciranno a imbavagliare tutti i chatbot stile ChatGPT quando l'investimento per crearli passerà da un miliardo di dollari, e diversi anni, a diecimila dollari di hardware, e pochi giorni di lavoro? Quando, se non proprio ogni singolo utente, ogni circolo, partito, piccola azienda, casa editrice. amministrazione pubblica, movimento rivoluzionario, o che altro,  potrà avere il proprio? Sul Web c'è una biblioteca di Babele di 100 zettabyte di dati, di cui solo 45 terabyte (il contenuto di quattro dischi che su Amazon costano poche centinaia di euro...) sono stati utilizzati per addestrare ChatGPT; per cui oltre a dati, informazioni, notizie, opinioni specifici del soggetto che voglia creare il suo chatbot esiste un'infinità di materiale che può essere utilizzato. Viceversa, tutto tale enorme contenuto viene reso potenzialmente accessibile tramite tali piattaforme, senza passare dal filtro di Google e senza più barriere linguistiche.

Cosa che significa tra l'altro che una intelligenza artificiale di questo tipo potrebbe potenzialmente tenere conto del contenuto di questa intervista nelle risposte che potrà dare alle domande di un contadino thailandese.
 

D- Stefano, scherzi..non a parte,  questo tuo Artificialità Intelligenti (Moira, Milano 2023) mi sembra di stile  non frequente, il futuro non è più come di moda angosciante, torna, al di qua e al di là, e nei suoi innumeri in certo senso tecnowitz e sfumature complesse alle sue vere potenzialità globali futuriste: l'etica stessa non è un simulacro ma eventualmente una letterale cibern-etica...


Come insiste anche Riccardo Campa nella sua prefazione al mio libro, chi trova le promesse del futuro angoscianti e pensa di dover o potere "puntare i piedi" per rinviarne le conseguenze rischia principalmente di condannare se stesso alla impotenza ed alla irrilevanza. Se Putin dichiarava nel settembre 2017 (!) "Chi svilupperà la migliore intelligenza artificiale, diventerà il padrone del mondo", la cosa vale certo in senso politico, ma vale altrettanto in senso economico e in senso sociale. In questo senso, è evidente per esempio che se in Italia fosse stato mantenuto a tempo indeterminato il blocco imposto dal Garante della Privacy, o che se provvedimenti troppo restrittivi fossero in futuro adottati dalle istituzioni e dai regimi in essere nella Unione Europea, questo non significherebbe certo una "tutela" dei rispettivi cittadini. Infatti, non solo la parte più motivata e tecnologicamente alfabetizzata della popolazione eluderebbe prontamente e comunque il divieto; ma alla relativa perdita di libertà si assocerebbe invevitabilmente una progressiva perdita di ricchezza, di posizioni di mercato, di produttività comparativa.

Il che, ripetiamo, almeno da un certo punto di vista è un bene. Per consentire davvero l'imposizione della moratoria richiesta nella famosa lettera del Future of Life Institute firmata da Harari, Musk, Wozniak, etc. avremmo bisogno di un governo mondiale con una cyberpolizia impegnata ventiquattr'ore al giorno, inevitabilmente grazie a... sistemi di intelligenza artificiale, nel controllo di ogni singolo PC o centro elaborazione dati per verificare che nessuno effettui ulteriori ricerche nel campo. Viceversa, in un mondo sempre più multipolare è Darwin a mantenere entro certi limiti "onesti" in materia di intelligenza artificiale i diversi sistemi politici e le diverse fonti di informazione, perché tentativi di repressione locale porteranno semplicemente gli interessati a perdere posizioni rispetto a chi consente, e anzi promuove attivamente, l'innovazione. Il che è ciò che puntualmente hanno risposto i conservatori americani, benché per definizione poco entusiasti per le innovazioni ma al tempo stesso nazionalisti e sinofobi, alla suddetta richiesta di moratoria.

Per chi aderisca ad una visione prometeica e transumanista, si tratta evidentemente di ottime notizie. E nella seconda parte del libro cerco di spiegare esattamente perché le prospettive che si aprono possano per molti apparire esaltanti, anziché deprimenti.

 
D- Stefano, in fondo il bioware di origine dovrebbe essere... quale mondo nuovo si desidera?  Tecnocrazia Usa e della Nato o la Libertà, al di là e contro certa fiction orwelliana contemporanea e l'Europa un corpo geopolitico nuovamente sano e vivo?

L'intelligenza artificiale non fa eccezione alla regola per cui la tecnologia è intrinsecamente pericolosa -- per chi non ce l'ha. Come tutti gli sviluppi che l'hanno preceduta, e che continuano ad aver (troppo lentamente) luogo in altri campi, ovviamente è stata e continuerà ad essere anche uno strumento di oppressione. Ma rispetto alle nostalgie reazionarie per supposte età dell'oro -- non si capisce poi mai bene in che epoca e contesto situate... -- o a rivolte puramente nichiliste alla Unabomber, condannate comunque alla sconfitta nella stessa visione dei loro proponenti, giova il recupero del mito wagneriano della "spada", o della lancia, "che guarisce". La luce, se mai è raggiungibile, si trova in fondo al tunnel, e non la trova chi vi si attarda. Ma anche merita di essere ripresa, più modernamente, la mentalità positiva che connotava malgrado tutto il filone cyberpunk -- da Sterling e Gibson a film come Nirvana o come il primo episodio di Matrix -- e  in cui in un mondo distopico dominato da conglomerati corporativo-governativi senz'anima il ribelle si afferma grazie ad un superiore controllo sulla tecnologia stessa. Principio naturalmente suscettibile di applicazione non solo individuale come nel mito dello hacker o del "pirata", ma anche collettiva, per esempio da parte di una Europa sovrana, popolare ed identitaria.
 
D- Stefano, con parole sintetiche ci descrivi quasi alla velocità della luce di una ipotetica AI cosciente questo tuo Artificialità Intelligenti?

Un testo breve ma denso che ha aiutato me a ripensare meglio certe cose, e che spero possa aiutare molti lettori a formarsi un'opinione fondata non su luoghi comuni che crollano appena vengano guardati da vicino, ma su considerazioni di fondo su ciò che siamo e vogliamo essere.

Stefano Vaj

*

Che cosa rappresenta davvero l'intelligenza artificiale, nel nostro quotidiano e nel nostro futuro immediato, così come in linea di principio? Quali sono i veri termini, spesso largamente impliciti, del dibattito ideologico e dei conflitti di interesse che coinvolgono oggi questo tipo di tecnologia? Come si articolano gli schieramenti al riguardo? A fronte del progressivo maturare, malgrado tutto, di sviluppi da lungo tempo annunciati l'avvenire ci riserva comunque cambiamenti radicali, e ci costringe a nuove scelte. In questo testo serrato e avvincente l'autore è il primo in italiano a combinare una considerazione esaustiva ed aggiornata delle varie questioni recentemente salite alla ribalta nello scenario italiano e internazionale con un riflessione di fondo sulle implicazioni filosofiche ed antropologiche della materia, che sono essenziali perché ciascuno di noi possa decidere cosa pensarne.

Prefazione di Riccardo Campa.

Stefano Vaj è un saggista e giornalista milanese di orientamento postumanista, identitario e populista. Segretario nazionale dell'Associazione Italiana Transumanisti, membro dell'associazione culturale Terra Insubre, è autore tra l'altro di Indagine sui diritti dell'uomo. Genealogia di una morale (LEdE), Biopolitica. Il nuovo paradigma (SEB), Dove va la biopolitica? (Settimo Sigillo), I sentieri della tecnica. Spirito faustiano, transumanismo, futurismo (Moira) e Visto da altrove. Note per comprendere il secolo (Moira).

*** http://www.divenire.org/autore.asp?id=3

STEFANO VAJ RIVISTA DIVENIRE




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Roberto Guerra
 

Lazarus di David Bowie.... anche a Ferrara città d'arte 1-3 giugno 2023

https://www.estense.com/

ESTRATTO....

Considerato «il regalo d'addio di David Bowie al mondo», Lazarus è un inconsueto e per certi versi straordinario pezzo di "teatro musicale", scritto dall'artista poco prima della sua scomparsa insieme al drammaturgo irlandese Enda Walsh.

Bowie, seppur piegato dalla malattia, con uno straordinario e commovente sforzo creativo, ha voluto lasciarci questo prezioso dono, questa navicella spaziale lanciata verso il futuro, che si può considerare, insieme al magnifico album Blackstar, uscito due giorni prima della morte, il suo testamento creativo.

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*Asino Rosso 1  Capolavoro praticamente "postumo" di David Bowie, tra i più grandi artisti totali contemporanei. E l'opera performance ..Lazarus,  il suo non testamento...ma inno della vita contro la morte nella miglior tradizione...futurista!
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Roberto Guerra
 

Angelo Giubileo-L'ESSERE E IL PENSIERO DELL'ATTUALITA'

 
Da: Angelo Giubileo <angelogiubileo6@gmail.com>
 

La storia dell'intera specie a cui diamo il nome di Homo Sapiens è una storia continua di adattamento e dis-adattamento legati alla "condizione" essenziale di vita propria di ogni elemento della specie. Complessivamente, laddove l'uomo non si adatta a vivere nella propria condizione, tende a superarla e quindi a trasformarla oltre le possibilità che, potremmo dire, sono presenti nell'attualita' della natura stessa delle cose che accadono.
Potremmo dire sin dall'inizio dei tempi, ma senz'altro sin dagli esordi della letteratura, e ancor prima dagli esordi della scrittura d'incisione su pietra, l'incertezza ha regnato e regna assolutamente sovrana sul destino e il pensiero della nostra specie animale. Nei Rg-Veda è scritto, ad esempio, che Prajapati-Ka, il Signore di tutte le cose, è così incerto in merito alla sapienza o conoscenza di tutte le cose da non sapere nemmeno se egli stesso esiste. Allo stesso modo Agostino d'Ippona dirà di essere un uomo, ma di non sapere "cosa" sia, perché questo lo saprebbe con certezza solo Dio. Così che saggiamente e incontrovertibilmente, Parmenide aveva già concluso ogni possibile discorso affermando che "allora di via resta soltanto una parola che <è>" (to chreon), senza poter attribuire ad essa alcun valore né di predicato nominale né verbale.
E in proposito, dice infatti Plutarco, rigettando l'accusa di Colote, che è l'"impulso" - senza bisogno di alcun assenso - a guidare l'azione dell'uomo... 
E allora, oggi, qual è l'impulso che ci muove al transumanismo? E inoltre, si tratta di un impulso irreversibile?
In realtà, il dibattito odierno sul transumanismo è stato già oggetto di un approfondito dibattito che, dopo la seconda guerra mondiale, ha interessato a distanza, ma non sempre, il pensiero di Martin Heidegger e quello della sua allieva Hannah Arendt. Le posizioni che sono state assunte da entrambi sono risultate in qualche modo divergenti, anche se l'inizio del pensiero e quindi il pensiero dell'inizio di entrambi è comune; e cioè ciò che chiamiamo il fondamento rimane, a mio modestissimo parere, il medesimo oltre che incontrovertibile. Fondamento del pensiero iniziale di entrambi, ciò che dice Heidegger è da pensarsi, è infatti la "condizione" attuale dell'uomo. Nel merito, Heidegger conclude i suoi Sentieri interrotti ponendo la seguente domanda e conseguentemente affermando: "C'è qualche salvezza? Essa c'è in primo luogo e soltanto se il pericolo è (ist)...". 
Cosa vuol dire questo? E in particolare, riguardo al tema del transumanismo che vorremmo o intendiamo discutere?
Proviamo allora con un esempio che serva come "delucidazione". Rapportiamo allora il significato dell'interrogazione e della risposta heideggeriana all'esperienza del covid e del vaccino in quanto rimedio e quindi "salvezza" dal "pericolo" del virus. L'esperienza rivela in proposito che la specie umana non ha avvertito, in modo univoco, la situazione del covid come una situazione di pericolo potenziale. Ecco: allo stesso modo, a mio parere, occorrerebbe piuttosto capire che il transumanismo, in sé e per sé, non rappresenta un potenziale pericolo, bensì potrebbe rappresentare un potenziale rimedio. Ma: a cosa? 
Infatti, la questione è: se, complessivamente, l'attuale propia "condizione" sia percepita dall'umanità stessa piuttosto come un pericolo. Questo è per me il punto sostanziale che occorrerebbe discutere o, come direbbe Heidegger, "il pensiero dell'enigma dell'essere che porta l'aurora del pensato vicino a ciò che è da pensarsi". La mia conclusione è che attualmente la condizione umana non è percepita come un pericolo tale per cui il transumanismo possa intendersi e costituirsi come un rimedio necessario. Ma, naturalmente, l'essere potrebbe smentirmi.
ANGELO GIUBILEO 


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Roberto Guerra
 

Il Transumanismo Oggi di Angelo Giubileo

 


 

IL TRANSUMANISMO OGGI

La storia dell'intera specie a cui diamo il nome di Homo Sapiens è una storia continua di adattamento e dis-adattamento legati alla "condizione" essenziale di vita propria di ogni elemento della specie. Complessivamente, laddove l'uomo non si adatta a vivere nella propria condizione, tende a superarla e quindi a trasformarla oltre le possibilità che, potremmo dire, sono presenti nell'attualita' della natura stessa delle cose che accadono.
Potremmo dire sin dall'inizio dei tempi, ma senz'altro sin dagli esordi della letteratura, e ancor prima dagli esordi della scrittura d'incisione su pietra, l'incertezza ha regnato e regna assolutamente sovrana sul destino e il pensiero della nostra specie animale. Nei Rg-Veda è scritto, ad esempio, che Prajapati-Ka, il Signore di tutte le cose, è così incerto in merito alla sapienza o conoscenza di tutte le cose da non sapere nemmeno se egli stesso esiste. Allo stesso modo Agostino d'Ippona dirà di essere un uomo, ma di non sapere "cosa" sia, perché questo lo saprebbe con certezza solo Dio. Così che saggiamente e incontrovertibilmente, Parmenide aveva già concluso ogni possibile discorso affermando che "allora di via resta soltanto una parola che <è>" (to chreon), senza poter attribuire ad essa alcun valore né di predicato nominale né verbale.
E in proposito, dice infatti Plutarco, rigettando l'accusa di Colote, che è l'"impulso" - senza bisogno di alcun assenso - a guidare l'azione dell'uomo...
E allora, oggi, qual è l'impulso che ci muove al transumanismo? E inoltre, si tratta di un impulso irreversibile?
In realtà, il dibattito odierno sul transumanismo è stato già oggetto di un approfondito dibattito che, dopo la seconda guerra mondiale, ha interessato a distanza, ma non sempre, il pensiero di Martin Heidegger e quello della sua allieva Hannah Arendt. Le posizioni che sono state assunte da entrambi sono risultate in qualche modo divergenti, anche se l'inizio del pensiero e quindi il pensiero dell'inizio di entrambi è comune; e cioè ciò che chiamiamo il fondamento rimane, a mio modestissimo parere, il medesimo oltre che incontrovertibile. Fondamento del pensiero iniziale di entrambi, ciò che dice Heidegger è da pensarsi, è infatti la "condizione" attuale dell'uomo. Nel merito, Heidegger conclude i suoi Sentieri interrotti ponendo la seguente domanda e conseguentemente affermando: "C'è qualche salvezza? Essa c'è in primo luogo e soltanto se il pericolo è (ist)...".
Cosa vuol dire questo? E in particolare, riguardo al tema del transumanismo che vorremmo o intendiamo discutere?
Proviamo allora con un esempio che serva come "delucidazione". Rapportiamo allora il significato dell'interrogazione e della risposta heideggeriana all'esperienza del covid e del vaccino in quanto rimedio e quindi "salvezza" dal "pericolo" del virus. L'esperienza rivela in proposito che la specie umana non ha avvertito, in modo univoco, la situazione del covid come una situazione di pericolo potenziale. Ecco: allo stesso modo, a mio parere, occorrerebbe piuttosto capire che il transumanismo, in sé e per sé, non rappresenta un potenziale pericolo, bensì potrebbe rappresentare un potenziale rimedio. Ma: a cosa?
Infatti, la questione è: se, complessivamente, l'attuale propia "condizione" sia percepita dall'umanità stessa piuttosto come un pericolo. Questo è per me il punto sostanziale che occorrerebbe discutere o, come direbbe Heidegger, "il pensiero dell'enigma dell'essere che porta l'aurora del pensato vicino a ciò che è da pensarsi". La mia conclusione è che attualmente la condizione umana non è percepita come un pericolo tale per cui il transumanismo possa intendersi e costituirsi come un rimedio necessario. Ma, naturalmente, l'essere potrebbe smentirmi. ANGELO GIUBILEO (5- 2023)

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Roberto Guerra
 

martedì 30 maggio 2023

Space Renaissance (S.R.I.) - La Rivoluzione Space Green

LA RIVOLUZIONE SPACE GREEN

Il 5 giugno 2023, la proposta per un 18 ° Obiettivo di Sviluppo Sostenibile sarà presentata a UN COPUOS, a Vienna, dai rappresentanti della National Space Society, a nome di 25 organizzazioni che hanno aderito all'alleanza dei co-promotori di la proposta #Space18SDG . Perché proponiamo di aggiungere un 18 ° SDG all'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile? Sarebbe difficile riassumere tutti i motivi in una breve newsletter, ma faremo del nostro meglio per presentarli nelle prossime newsletter . Innanzitutto, nessuno dei 17 SDG menziona lo spazio come possibile fattore chiave a supporto della sostenibilità dello sviluppo. Eppure, lo sviluppo era nominalmente l'obiettivo principale dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, ed è stato anche riconosciuto come un diritto civile in una risoluzione adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1986. Lo spazio è stato sempre più confermato come un settore chiave dell'economia globale - e forse l'unico settore che sta vivendo una crescita spettacolare in un'epoca caratterizzata da diverse crisi.

Le tecnologie spaziali stanno già contribuendo in maniera sostanziale a tutti gli SDGs, e rappresentano il principale contributo ad una vera inclusività di tutti i popoli del pianeta Terra. Uno sviluppo spaziale a guida civile può contribuire in modo sostanziale ai tre pilastri SDG essenziali per lo sviluppo: il 7 ° SDG (Energia accessibile e pulita), l'8 ° SDG (Lavoro dignitoso e crescita economica) e il 9 ° SDG (Industria, Innovazione e infrastrutture). Grazie ai razzi riutilizzabili, il costo dell'orbita si riduce continuamente e lo sviluppo industriale sia orbitale che lunare sta diventando sempre più conveniente, non solo per le grandi aziende, ma anche per le piccole e medie imprese. La soglia di un trilione di dollari sarà probabilmente superata dall'economia spaziale prima del 2030, mentre le previsioni finanziarie avevano anticipato questo evento nel 2040. Navigando tra i numerosi canali di notizie spaziali su YouTube, apprendiamo che la NASA e SpaceX pianificano di costruire un'economia lunare da 3,7 trilioni di dollari entro il 2040 ! Questo è ancora più ottimistico della nostra previsione di 3,5 trilioni di dollari, proposta nel 2021 dalla tesi del 3 ° Congresso Mondiale SRI .

Quindi, perché gli esperti delle Nazioni Unite non hanno fatto riferimento allo spazio quando hanno progettato la loro Agenda 2030? A parziale esonero da questa omissione, potremmo ipotizzare che gli esperti finanziari non credessero ancora (solo un anno fa) che lo spazio stesse davvero salendo a tali altezze (e molti di loro ancora non lo credono!). Era molto più difficile prevederlo prima del 2015 (quando è stata concepita l'Agenda 2030).

Ora, però, è il momento di affrontare questi errori! Le risorse spaziali saranno fondamentali per sostenere lo sviluppo, sia sulla Terra che nello spazio. Ancora più importante, l'esperienza umana diretta nello spazio sarà la chiave per contribuire a migliorare universalmente la sostenibilità nel nostro sistema solare che, ovviamente, include la Terra in un ambiente molto più ampio. Il dottor Thomas Matula Ph.D, (Sul Ross University, Texas) ha tenuto una conferenza molto stimolante (una settimana fa) affrontando come le esperienze delle comunità che vivono negli habitat spaziali possono essere essenziali per consentire la sostenibilità umana - non solo nello spazio, ma anche su Superficie terrestre. Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un'agricoltura sostenibile (come definita dall'SDG 2) richiederà chiaramente lo sviluppo di nuove tecnologie e metodologie. E (che sorpresa!) il miglior ambiente dove l'umanità può sperimentare e applicare tali tecnologie e metodologie è nello spazio – all'interno di ecosistemi artificiali chiusi, dove tutte le variabili operative sono predeterminate, continuamente monitorate e controllate. L'aumento della resa delle colture sarà essenziale, così come il miglioramento dei cicli dell'acqua e dell'ossigeno, per contribuire a ridurre lo spreco di acqua, nonché per garantire elevati standard igienico-sanitari (SDG 6). Sarà progettata e implementata una cultura completamente nuova di elementi riciclabili e un'economia circolare. E dove saranno obbligatorie tali innovazioni? Negli habitat spaziali, sia sulle superfici planetarie che nelle infrastrutture orbitali (rotanti). Gli habitat spaziali sostenibili richiederanno un'agricoltura ad alto rendimento e quasi il 100% di riciclaggio di acqua e materiali. Avranno anche bisogno di estrarre risorse da fonti molto "di basso livello". Le lezioni apprese dalle comunità di agricoltori spaziali andranno successivamente a beneficio di agricoltori terrestri, pianificatori forestali ed ecologi, fornendo un uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, consentendo foreste gestite in modo sostenibile, combattendo la desertificazione, arrestando e invertendo il degrado del suolo e arrestando la perdita di biodiversità (SDG 15). È stato stimato che l'uso combinato di tecnologie e metodologie per l'agricoltura ad altissima resa potrebbe aiutare a superare (di diversi ordini di grandezza) i risultati raggiunti dalla rivoluzione verde degli anni '70. Gli edifici climatizzati isolati dagli ambienti naturali (con condizioni ottimizzate per quanto riguarda luce, acqua, sostanze nutritive, atmosfera, temperatura, umidità e spaziatura delle piante) contribuiranno a eliminare le minacce di insetti, erbe infestanti e malattie delle piante. La rivoluzione spaziale verde contribuirà ad aumentare i raccolti da 10 a 50 volte in più rispetto ai sistemi agricoli tradizionali, a migliorare il potenziale di raccolti durante tutto l'anno, a promuovere una riduzione del 90% della terra necessaria e a consentire una riduzione del 95% nell'uso dell'acqua. Nel loro insieme, questo varrà sicuramente l'investimento!

[Editing in lingua inglese di: Jim Crisafulli]
[Contributi di: Tom Matula, Al Anzaldua]

12 giugno 2023: 18° SDG: Spazio per tutti, sulla Terra e oltre

Durante il primo evento virtuale #Space18SDG, tutti i promotori forniranno il loro "perché" l'umanità ha bisogno di un 18 ° SDG. Segui il livestream sul canale Youtube di Space Renaissance

Fai clic su "vai" all'evento di Facebook

Firma l'impegno #Space18SDG : https://www.change.org/space18sdg

Aggiungi la tua organizzazione al gruppo dei promotori

Per favore, non dimenticare di sostenere Space Renaissance:

Unisciti alla SRI Crew : https://spacerenaissance.space/membership/international-membership-registration/

Dona dei soldi : https://spacerenaissance.space/donate-to-space-renaissance/

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Roberto Guerra
 

La scrIttrice Maria Marchese, "Scrivo t,amo" POESIE (Milano-Italia)

 
sinossi e descrizione "Scrivo t,amo", 3' silloge poetica di Maria Marchese, che abbraccia l'universo erotico amoroso. 

Con "La mia Sherazade", nel 2020 Maria Marchese dà inizio ad un'inedita stagione poetica; dopo "Le scarpe rosse – Tra tumultuoso mare e placide acque", del 2017, e "Fragilità poetiche", del 2022, il suo verso poetico si rivolge, spontaneo, verso una sfera amorosa, le cui pregnanze sono intrise di un erotismo sfacciatamente elegante.

La penna di Maria Marchese racchiude entrambe le definizioni: è spirituale, perché le sue parole, i suoi versi si innalzano alti, fino a raggiungere vette divine, spirituali, che fanno sognare, che ci accompagnano, in un viaggio pieno di sensazioni e scenari idilliaci.

Entra nella pelle, vi si infila, ti accarezza , ti avvinghia, ti cattura, ti seduce la sua piuma. Talentuosa e creativa, tanto nelle sue poesie come nei testi critici, con le figure retoriche, che conosce alla perfezione, tutto ciò che tocca diventa poesia, storia.

("Scrivo t,amo" – prefazione a cura dello storico e critico d'arte Valeriano Venneri)

La raccolta poetica, nel tempo, matura ben oltre le intenzioni; gli impegni dell'autrice comasca, che è altresì curatrice e critica d'arte, ne procrastinano la pubblicazione, mente la sua mano continua, invero, a intessere le preziose trame.

Così, nel Giugno 2023, viene pubblicato "Scrivo t,amo"… Il titolo stesso,
fregiato da un accento scivolato, rappresenta, di per sé, un incipit interessante: ti amo per come ne sono capace, ti amo con le mie fragilità, perversioni, virtù…

"Scrivo t,amo" custodisce un immaginario plastico, in cui amore e eros digradano l'uno nell'altro: da questa osmosi ha genesi un senso sesto.

Mentre la penna minia profili e interstizi, la china rende ebbri i cinque sensi, laddove pelle, mente e anima giocano, creando colorati e pieni viluppi poetici. In essi, le parole seducono profumi, immagini, sapori, suoni, lineamenti fisici, avvincendoli addentro una raffinata architettura scrittoria.

Quest'ultima lumeggia evocazioni plurisensoriali di un erotismo che celebra la sacralità della coppia. I versi, infatti, ammaliano il suolo fisico e il sentimento.

"Scrivo t,amo" raccoglie 58 poesie, 6 delle quali tradotte in lingua straniera da docenti, artisti e critici d'arte: Arjan Kallco, autore, poeta e docente dell'Università di Korca, Khira Jalil, autrice, poetessa, artista e critica d'arte marocchina, Maribel De Alba Fernández, artista spagnola.

La raccolta si presenta con una copertina minimale e elegante, la cui foto principale ritrae la poetessa, con indosso l'opera in seta dell'artista di Assisi Nino (Nino Palazzo).

All'interno, invece, due copertine fregiano la silloge, annichilendo il concetto di fine; giunti al centro dell'opera, infatti, poesie inedite digradano numericamente, per ricongiungere il lettore ad un ennesimo inizio.

Anche questo aspetto merita di essere indagato: l'autrice, infatti, è una continua metamorphose. Lo stretto legame con l'universo artistico e i suoi protagonisti e un carattere performativo la vedono esperirsi, da tempo, con vesti mutevoli, che la mostrano coinvolta in esperienze artistiche polisemantiche.

Una sola poesia è in comune e viene ripetuta due volte: il libro culmina con una lirica scritta a 4 mani con Angelo Orazio Pregoni, autore, poeta, profumiere, intellettuale e artista sinestetico.

Due prefatori d'eccellenza introducono la raccolta: il prof. Valeriano Venneri, storico e critico d'arte, e Tano Simonato, chef stellato milanese, proprietario del rinomato ristorante "Tano passami l'olio", nella città di Milano.

L'eleganza, la movenza, l'essere suadente, nell'atto di portare il cibo alla bocca, sono già, di per sé, gesti erotici. Il pasto è un preludio d'amore: il cibo rilassa, il vino disinibisce, si 'gusta' l'altro.

Se associamo l'atto del nutrirsi di cibo all'amore, ci nutriremo, anche, d'amore e di afrodisiaco.

"Qualcuno ti aspetta per mangiare insieme. Sta tutto lì il segreto"
La penna della Marchese cattura, attraverso il verso poetico, un immaginario erotico vivo e pulsante, che conturba i sensi e il senso, ubriacando il lettore di un erotismo sottile, intriso di sapori, odori, suoni, pelle, carne…

Sono poesie eleganti, quelle di Maria Marchese, che si insinua, quale poetessa dalla cifra scrittoria raffinata, con voluttuosa leggiadria, nella mente del lettore.

E perché no… anche con i suoi tacchi a spillo.

("Scrivo t,amo" – dalla prefazione dello chef stellato milanese Tano Simonato)

 
 

Ferrara, Alberto Cavicchi, L'imposta sul Reddito (TED) eBook Kindle


TIEMME EDIZIONI DIGITALI

L'imposta sul reddito è il prelievo coattivo di ricchezza che passa dal contribuente allo Stato e si caratterizza quindi come potere che ha lo Stato di sottrarre risorse al cittadino, al fine di mantenere inalterato il rapporto tra la moneta in circolazione e la capacità produttiva dello Stato.
(R. Roversi editor)

Nuovo controculturale e normalmente virtuoso e competente libro elettronico (Kindle eBook) del noto Alberto Cavicchi, di/da Ferrara.. Centro Studi- Economici Sociali- Luigi Einaudi-Ferrara (R.G.)


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Roberto Guerra
 

Roby Guerra, Il braccio destro nell'era delle protesi cyber

   MICRO RACCONTO

Nel XXI secolo rasentò la follia sociale (anzi oltre..) per mero abc ideologico, pseudo democratico progressista.
"Narriamo" in forma ipercompressa l'ascesa della Woke Culture che come noto ha già distrutto il libero linguaggio e la libera mente...
Tutto in Italia, cultura dominante delle minoranze... era faxismo e antifaxismo (scriviamo con la X ed è naturalmente puramente casuale, ovvio non c'entra nulla con la storia del mondo!?.
Un politik scimpanzè oso nel XXI secolo proporlo seriamente.
Gi umani era difettosi, avevano un braccio destro, politicamente scorretto! In solare manifestazione faxista, seguaci, consci o inconsci, poco importa, del famigerato Dux! Insostenibile, molto pericoloso per la mai completa transizione ecologica, cambiamento climatico incluso!
Anzi l'incompiutezza proprio ambientale, favoriva la nascita di bambini con il braccio destro.
Ma non era già dal XXI secolo che spopolavano (sic!) stupende protesi cibernetiche ad personam?
Quindi via alla nascita, anzi modifica genetica per le madri ancora incinte per chi se lo poteva permettere, nei feti, via dal dna il braccio destro.
E obbligatorio nella nostra meravigliosa democrazia, per tutti gli altri, un semplice intervento chirurgico alla nascita: amputazione del braccio destro!
E gli umani finalmente a immagine e somiglianza dei "minorati" genetici, trionfo antidiscrimnatorio delle minoranze. Liberi per sempre dal faxismo!

*Sequel...  Occhio Destro, Orecchio Destro, Testicolo Destro, Seno Destro, Gamba destra!

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Roberto Guerra
 
 
 

Angelo Giubileo, Le tavole dei destini



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Da: Angelo Giubileo <angelogiubileo6@gmail.com>

La rivelazione contenuta in scritti segreti deriva dall'idea che gli dei disponessero di una propria tavola scrittoria sulla quale prima incidere e poi vergare i destini di ogni vita. È dunque esistito ed esiste tuttora un filo che lega la vita alla scrittura e si dipana in ciò che chiamiamo sapienza o conoscenza di ciò che (to chreon), accade e quindi viene trasmesso. Questa idea di sapienza attraversa tutte le culture, retaggio del patrimonio dall'antica Mesopotamia, e giunge attraverso l'Islam fino all'epoca elisabettiana di Shakespeare e di cui è traccia in particolare nel suo Enrico VIII: "O Dio! Se si potesse leggere nel Libro del destino e vedere il volgere del tempo..." (parte seconda, III, I, 67-68).
Il breve testo che ora segue è in parte una mia rielaborazione sintetica di ciò che conclude Stephanie Dalley nel suo "Il retaggio della Mesopotamia", pubblicato da Adelphi nel 2016. E tuttavia occorre precisare e aggiungere che le più recenti ricerche individuano retaggi di culture antecedenti alla cultura della Mesopotamia, risalenti a un ceppo protoindoeuropeo datato a partire almeno dal VII millennio e.a. (H. Haarmann). Ma, restiamo qui alle conclusioni della Dalley, che partono dalla cultura "mesopotamica" (!?).
L'idea del destino (che Emanuele Severino traduce con <l'essere dello stare e lo stare dell'essere medesimo>) di ogni vita, e quindi della sapienza o conoscenza di ogni cosa, viene confusa con l'idea dell'immortalita' di corpo e anima, e prende così forma d'interpretazione narrativa in personaggi o figure mitiche quali Zoroastro, Ciro, Pitagora, Mosè, Salomone, Melchisedec, Apollonio di Tiana, Gesù di Nazareth. E invece, attraverso il racconto, il significato del <segreto> di una vita supposta trascendentale è piuttosto quello dei <segreti> di una vita terrena che, sulla propria via, ognuno raccoglie, impara e trasmette a tutti coloro che lo seguiranno. Mediante un processo che oggi diremmo di imprinting ma ancora più comunemente è detto di iniziazione. Laica, religiosa o gnostica che sia.
Scrive la Dalley che l'idea della rivelazione dei segreti è saldamente rappresentata nella cultura islamica dalla "Storia di Buluqiya, nota e tenuta in gran conto presso i Sufi". Invece, nel periodo elisabettiano, attraverso il "Libro dei segreti, per il quale si fa il nome di Alberto Magno, tradotto dal latino in lingua inglese". Il libro "fornisce i nomi di piante e animali in una sorta di <caldaico> ormai incomprensibile; vi si trovano inoltre informazioni su pianeti e sulle meraviglie del mondo. Ricette e consigli profani hanno sostituito gli antichi rituali per insufflare vita divina nelle statue". E negli uomini. 
E allora è anche così che può essere riscoperto il <vero significato> racchiuso nelle "sacre scritture". Come peraltro aveva ben compreso l'autore del Corpus Hermeticum, che nel libro XVI espressamente scrive: "Coloro che già seguono principi opposti diranno che lo stile è oscuro e nasconde il significato. E sarà considerato ancora più oscuro in tempi a venire, quando i Greci riterranno opportuno tradurre questi scritti dalla nostra lingua nella loro. La traduzione produrrà un gravissimo stravolgimento del senso degli scritti e provocherà grande oscurità".
Ed è così pertanto che la cultura della sacra scrittura, incisa su pietra, stilata su tavolette di argilla, vergata nei libri, rivive ancora oggi, e chissà per quanto altro tempo ancora (!?), nel racconto che - sappiamo oggi non fu certo egli il primo - di Gilgamesh: "Cerca la cassetta di rame delle tavolette, sblocca la serratura di bronzo, apri la porta che cela i suoi segreti, tira fuori la tavoletta di lapislazzuli e leggila, la storia di quell'uomo, di Gilgamesh, che sperimento' ogni possibile sofferenza".
Angelo Giubileo 


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Roberto Guerra
 

MARE ADRIATICO...strada di 7000 anni fa...


ESTRATTO....Nel cuore del Mar Adriatico, innanzi alla costa della Croazia, è stata scoperta una spettacolare strada sommersa risalente a circa 7.000 anni fa. Il percorso, fatto di lastroni di pietra sapientemente posizionati, metteva in collegamento il sito sommerso del Neolitico di Soline con l'isola di Curzola (Korčula), la cosiddetta "Corfù nera", un lembo di terra emersa di 46 chilometri facente parte dell'arcipelago delle Curzolane. Si tratta di una scoperta archeologica straordinaria che ricorda quella della "strada di mattoni gialli" individuata sul fondo dell'Oceano Pacifico lo scorso anno.

continua su: https://www.fanpage.it/innovazione/scienze/meravigliosa-strada-di-7-000-anni-scoperta-sul-fondale-del-mar-adriatico-il-video/
https://www.fanpage.it/

*photo strada sul fondo Pacifico...

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Roberto Guerra
 

Berlino-Ferrara, Crashing...


https://www.estense.com/?p=1023084

Dal 2 al 4 giugno riaprono le porte del Df Art Hub, nella splendida cornice del cassero StrozziMagnani, in via Ripagrande 30. Il nuovo evento si chiama 'Crashing': come collisione, collasso. Ma anche come fusione e completamento, come scontroincontro tra arti indipendenti.

Quelle di Crashing sono atmosfere berlinesi: artisti emergenti che si confrontano nel tempo sospeso e a tratti irreale dell'Hub, visitatori che letteralmente si immergono nel flusso della creatività..........................................................



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Roberto Guerra
 

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