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sabato 10 maggio 2025

Benito Mussolini socialista...Articoli

 


DALL'AVANTI AL POPOLO  D'ITALIA

Dall'Avanti! al Popolo d'Italia Formato Kindle


Benito Mussolini, esponente di spicco del Partito Socialista Italiano, fu nominato direttore del quotidiano di partito Avanti! nel 1912. Convinto anti-interventista negli anni precedenti al primo conflitto mondiale, nel 1914 si dichiarò a favore della guerra. Trovatosi in netto contrasto con la linea del partito, si dimise dalla direzione dell’Avanti! e fondò Il Popolo d’Italia, schierato su posizioni interventiste: venne quindi espulso dal PSI. Questo libro raccoglie i più significativi articoli, apparsi fra il dicembre del 1912 e il marzo del 1915 sui due quotidiani, quasi tutti a firma di Mussolini.

Il giovne Mussolini, fino al 2015 e i suoi articoli squisitamente giornalistici, e sorprendenti...altro che la pcohezza attuale a sinistra della Schlein eccetra- Socialismo vero all'epoca persino marxista, Poi purtroppo a volte tempi cambiati...

venerdì 22 maggio 2009

1929 PRESS...

NEW YORK TIMES 3.jpgCrisi della stampa e centralità del lettore
di Marco Pratellesi

Ecco un estratto dell'intervento agli incontri tra giornalisti italiani e tedeschi che si sono tenuti a Villa Vigoni (COMO). Tema: Stampa sotto pressione - La crisi della carta stampata negli Stati Uniti e in Europa, la sfida di internet in Italia e Germania

Se vogliamo salvare i giornali, di carta e online, dobbiamo riscoprire la centralità del lettore. Quello che sta avvenendo in America dimostra, purtroppo, che senza la carta è destinata a impoverirsi anche l’informazione online. Il Seattle Post-Intelligencer dopo 147 anni di storia ha recentemente chiuso l’edizione cartacea: con il calo della pubblicità e delle vendite non ce la faceva più a sostenere i costi di carta e distribuzione. Ma contestualmente ha mandato a casa 145 giornalisti, tenendone solo una ventina per l’aggiornamento del sito. Quale qualità può garantire ai suoi lettori oggi il Seattle Post-Intelligencer?
Il rapporto tra la stampa e i lettori si è incrinato ben prima dell'avvento di internet. Se guardiamo cosa è accaduto nelle redazioni negli ultimi 30 anni, possiamo dividere questo periodo in tre fasi.
1. Fino alla metà degli anni Ottanta, c’era un giornalismo investigativo, c’erano cronisti da marciapiede, la stampa assolveva alla sua funzione di watchdog dei poteri e veniva percepita come informazione al servizio dei cittadini. Compito dei giornalisti era trovare le notizie, scavare nei fatti stando lì dove i fatti accadono: in mezzo alla gente. Ogni mattina i capi dei vari settori vivevano l'angoscia dei menabò da riempire. E l'unica maniera per allentare questa tensione era mandare più giornalisti possibile fuori affinché trovassero abbastanza notizie da raccontare ai lettori.
2. La seconda fase va dalla metà degli anni 80 fino al 2000. E’ il periodo delle grandi rivoluzioni informatiche. Nelle redazioni arrivano i computer e con essi le reti telematiche. Gli editori scoprono che con le agenzie ogni giorno si possono riempire 5 giornali completamente diversi solo selezionando le notizie. Inizia un inesorabile processo di "deskizzazione". Sempre più giornalisti vivono dentro il giornale. Inviati e corrispondenti diventano, soprattutto nei giornali più piccoli, una razza in via di estinzione. Perfino i cronisti escono sempre meno per battere strade e palazzi del potere. Gli editori fanno buoni guadagni, ma i giornali, risultato di un lavoro di selezione e gerarchizzazione a partire dagli stessi contenuti, si assomigliano tutti. E' in

questa fase che si comincia a perdere il contatto con i lettori e con il contesto ambientale di riferimento.
3. La terza fase, l’attuale, coincide, più o meno, con l’inizio degli anni 2000. Computer e internet arrivano in tutti gli uffici e nelle case. Grazie al web i lettori hanno adesso la possibilità di accedere in ogni momento alle principali notizie della giornata. Le redazioni online, che selezionano e gerarchizzano le principali notizie, offrono ai lettori un quadro in tempo reale di cosa sta accadendo nel mondo e dietro casa. I lettori si immergono in questo flusso informativo, ma i quotidiani continuano ad uscire come se questa trasformazione non fosse avvenuta: stesse prime pagine, pochi servizi esclusivi, poche inchieste, poche riflessioni e approfondimenti. Perché i lettori dovrebbero trovare ancora una motivazione d’acquisto se la mattina in edicola trovano giornali che per la maggior parte raccontano loro cose che già conoscono?
Prima ancora della crisi economica (congiunturale), prima ancora della crisi del modello di business dell’editoria (strutturale), stiamo pagando il ritardo nella nostra capacità di rinnovarci in un panorama sociale e informativo che è radicalmente cambiato negli ultimi 10 anni. In Italia i grandi cambiamenti nel mondo dell'editoria si sono avuti sempre in situazioni di "necessità". Così è stato per lo sbarco in internet alla fine degli anni Novanta, quando gli editori si precipitarono a lanciare le edizioni online più per cogliere i facili frutti del mercato azionario della New Economy che per reale convinzione nelle opportunità che il nuovo media offriva. Così sta accandendo oggi, sulla spinta, stavolta, di una crisi dell'editoria che non lascia ampi margini di scelta.
Ma se vogliamo salvare la professione, dobbiamo ripartire, ancora una volta, dalla qualità dell’informazione e dal nostro rapporto con i lettori. Perché questo avvenga è necessario, prima di tutto, ripensare il quotidiano. Perché possa tornare ad essere interessante per i lettori il quotidiano “post-internet” dovrà offrire qualcosa di diverso rispetto a quello che ha fatto fino ad oggi. Lo “Yesterday News” ha perso appeal nel mondo della comunicazione istantanea. Il quotidiano deve tornare a coltivare il suo valore di "esclusiva", cercando di differenziarsi il più possibile dall'informazione offerta sul sito. Oggi si è persa questa complementarietà: sito e quotidiano tendono ad assomigliarsi sempre di più.
Il quotidiano post-intenet deve essere più snello, più essenziale, più elegante, ma anche più profondo, più denso. Non si tratta semplicemente di ridurre i costi di carta e eliminare più giornalisti possibile. Al contrario, occorre liberare i giornalisti da mansioni ormai obsolete per liberare le intelligenze e le professionalità. E' indispensabile che i giornalisti tornino a fare il lavoro del giornalista: cercare le notizie, approfondire i fatti, fare inchieste da raccontare ai lettori con intelligenza sulla carta o sull'edizione online. Noi non siamo stampatori, siamo, nonostante tutto, ancora "cacciatori" di notizie da porgere ai nostri lettori su ogni supporto sul quale desidereranno leggerle.
Questo ci chiedono i lettori: una informazione di qualità, che li aiuti a riflettere, a vivere meglio, a prendere delle scelte, a capire cosa avviene nella società, nella politica, nella propria città. Il giornale di carta deve aprirsi ai nuovi lettori, che sono cresciuti con internet, i cellulari, gli e-book. Questi lettori rappresentano un nuovo pubblico con caratteristiche e abitudini diverse dal pubblico nato con la stampa tra le mani.
Anche quando è nata la radio si è creato un nuovo pubblico, che per la prima volta annoverava, ad esempio, anche gli analfabeti, fino ad allora esclusi dall’informazione. Con internet si è formato un pubblico nuovo, interattivo, che ha caratteristiche diverse dal lettore tradizionale.
I lettori online sono abituati a interagire con i giornalisti a criticare il nostro lavoro, a proporre letture diverse dei fatti, a commentare. Fanno parte di una community che incide nella fattura del loro giornale. Si tratta di un rapporto “caldo” dal quale il quotidiano è rimasto tagliato fuori.
Dobbiamo fare in modo che anche il quotidiano di carta sia inglobato in questa "community dell’informazione”. Ad esempio creando spazi sul giornale in cui dare voce ai migliori commenti dei lettori online. Questo potrebbe instaurare un circolo virtuoso che, oltre a migliorare la qualità dei commenti online, potrebbe spingere i lettori a condividere su carta le scelte dei commenti selezionati. Questo meccanismo "premiante" è alla base, ad esempio, del successo di Italians, il proto-blog di Beppe Severgnini che oggi conta 200.000 lettori, anche se solo dieci interventi vengono pubblicati ogni giorno dopo una dura selezione.
Si potrebbe cominciare da qui per trovare una nuova allenza tra carta e online che riporti al centro dell'informazione il lettore.

From http://mediablog.corriere.it
 
http://www.youtube.com/watch?v=mxk5W8SowlA FILMATO

(a cura di David Palada)


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sabato 28 marzo 2009

OTTIME NOTIZIE DALLA CARTA STAMPATA di Beppe Grillo

freebloggers_go.jpgTHE DEATH OF THE PRESS  from Beppe Grillo Blog

La crisi è piena di buone notizie. Una tra le migliori è la fine dei giornali. Il 30/40% della pubblicità li ha abbandonati da inizio anno. I lettori sono sempre più rari. I dati ufficiosi stimano tra il 10 e il 20% in meno le copie vendute nell'ultimo anno per molte testate. Rimane la carità del Governo e molti editori sono con il cappello in mano nelle sale d'aspetto a Palazzo Chigi. Per vivere grazie alle nostre tasse.
La discesa dei titoli dei gruppi editoriali è da infarto per chi li possiede. Nei primi due mesi e mezzo del 2009 Rizzoli Corriere della Sera ha perso il 43%, Mondadori il 33% e il Gruppo L'Espresso il 42%. In soli due mesi e mezzo! Indovinate quanto possono perdere in 12 mesi. Se si confrontano i valori minimi e massimi delle azioni nel 2008/2009 si può arrivare a prefissi telefonici. Il valore del Gruppo L'Espresso è sceso da 3,026 euro a 0,599, quello di RCS da 2,980 a 0,499, Mondadori da 5,790 a 2,305.
Entro il 2009 molti giornali ci lasceranno per sempre. Il problema occupazionale esploderà per i professionisti della balla stampata. Battista, Mauro, Mieli, Giordano, Feltri, Belpietro, Romano, Scalfari, Merlo, Giannini. Cosa faranno? Che futuro li aspetta? Potrebbero verificare la loro popolarità con un blog. Tanti accessi, altrettanta pubblicità on line e soldi. Negli Stati Uniti con 100.000 accessi unici al mese puoi vivere. Rendono fino a 75.000 dollari all'anno. Metti la tua credibilità e competenza in Rete e chi ti paga, anche se indirettamente, è il lettore. Scalfari guadagnerebbe 10 dollari al mese e Giordano dovrebbe pagare lui.
I giornalisti attuali diventeranno dei disadattati. Un conto è raccontare balle dietro alla scrivania di un ufficio, altro è confrontarsi con la Rete. L'editore, l'impresario degli azionisti alla Tronchetti e alla Geronzi, diventerà una figura romantica. Di un'altra epoca. Negli Stati Uniti, che precedono spesso l'economia mondiale, la pubblicità sui giornali è in calo dal 2004, è una curva che precipita verso lo zero assoluto. Le copie in circolazione dei giornali sono diminuite dal 1990 in modo lineare. Il San Francisco Chronicle -40%, il Los Angeles Times -36.3%, il Whashington Post -22,3%, il Chicago Tribune -29,3%. il Boston Globe - 37,6%.
Uno degli obiettivi del V2 day era la fine dei finanziamenti ai giornali.Il referendum è stato respinto da Carnevale, ma finiranno prima i giornali dei finanziamenti. Non è un'eccellente notizia?
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

http://www.beppegrillo.it/2009/03/buone_notizie_d/index.html?s=n2009-03-17

http://www.youtube.com/watch?v=XTuWGKFbzok filmato

giovedì 5 marzo 2009

MOURINHO COME IL MAGO?

inter 3.jpgMOURINHO SUONA L'ASSE ROMA-TORINO....

"Prostituzione intellettuale"... così il supertecnico dell'Inter, la GRANDE INTER, il brasiliano Mourinho ha smascherato con una sol frase, degna di grandi intellettuali, Kraus, Cioran.., una volta di più certa Stampa cartacea e anche televisiva, non solo sportiva, certi giornalisti, da anni sul Libro Cuore... dell'asse Torino-Roma, leggi Juventus e Roma. Per questioni, ovvio, extracalcistiche ed extrasportive, come già Calciopoli ha evidenziato... ma nulla è cambiato...

Lo strapotere della Grande Inter, da Mancini e Mourinho, almeno in Italia, è un dato di fatto, ma Juventus e Roma, e i suoi sempre perdenti Tecnici, Ranieri e Spalletti - al passo con certa mediocrità tutta italiota - subito a lanciare caccia alle streghe, supportati appunto dalla casta dei giornalisti romani e con la R moscia piemontese... Tutti concordi ad esempio sul rigore cosidetto inventato fischiato domenica scorsa in Inter-Roma 3-3 e a fare prediche al geniale Balotelli per avere irriso alcuni tifosi romani xenofobi..

Invece, per giunta, grande arbitro che ha fischiato un penalty netto e grande Ballotelli, neppure 20 anni e una personalità da fuoriclasse, sublime il suo sberleffo forse a De Rossi, gran giocatore, ma pessimo Stile, come ricorda benissimo anche la Nazionale, classico provocatore romano che troppo spesso fa pessimi spot alla Capitale, sia ben chiaro, globalmente una delle 7 meraviglie del pianeta, come i Romani, grande popolo e generalmente simpaticissimo, tranne ovvio i Politicanti e a volte i Tifosi!

E alla fine, Mourinho è giustamente esploso: fin dall'inizio ha spiazzato i giornalisti italiani, imparando l'italiano alla velocità della luce; ora persino citazioni illustri, sulla scia, Mourinho del più grande di tutti gli allenatori, ovvero Helenio Herrera, ovvero la Grande Inter storica, ovvero il Mago. E di ottimo auspicio. In caso di vittoria sul Manchester United inglese, si apre davvero un ciclo simile alla Grande Inter di Herrera.

Appunto, un suggerimento a Moratti, tanto per irridere ancor di più certa stampa e certi avversari incapaci di perdere: perchè non ribattezzare,  l'INTERNAZIONALE proprio GRANDE INTER?! Giornalisti e allenatori ogni volta... se lo ricorderebbero!

http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Inter/Primo_Piano/2009/03/03/mourinho.shtml

http://www.youtube.com/watch?v=NZV6UDGYFmo&feature=related

domenica 21 dicembre 2008

30° DEL PERIODICO VIA BOLOGNA

 futurismo russo 2.jpg

2009-30° DEL PERIODICO VIA BOLOGNA


2009: anno di celebrazioni illustri e d'avanguadia: il Futurismo (Centenario), Darwin (Bicentenario), Astronomia (Quarto centenario dalla rivoluzione Galileana...): ma a Ferrara, anche, un piccolo ma prezioso trentennale. Vale a dire il 30° del periodo storico d'informazione di quartiere VIA BOLOGNA, dall'ex PCI di Berlinguer all'odierno PD di Veltroni. Certamente, il periodico più prestigioso e longevo a livello periferico per Ferrara, per il particolare bacino storico appunto di Via Bologna in città. Un piccolo ma anche prezioso campione scientifico dell'evoluzione (o l'involuzione) della sinistra storica a Ferrara.

E molte cose sono cambiate in 30 anni: foglio a suo tempo che ha ospitato tra i leader ferraresi attuali del PD, proprio Weiner Merighi, numero 2 odierno, anche giornalisti di successo, il giovane Claudio Strano, anni '80, oggi nello staff a Bologna del periodico dei Consumatori, con rubriche particolari sulle tecnologie di massa, lo stesso Leonardo Punginelli, all'epoca giovane scrittore, da anni prezioso esponente dell'Assessorato Giovani a Ferrara. E al di là delle opzioni politiche soggettive, il periodico, pur legittimamente schierato e trasparentemente d'area, conserva una sua peculiare freschezza e istanza critica.

Attualmente diretto da Paolo Panizza, altra figura di spicco del PD ferrarese, tra i collaboratori vanta anche due scrittori: il giovane Matteo Bianchi, fresco reduce dal bel esordio di Poesie in Bicicletta (Este Edition), con prefazione di Roberto Pazzi e Pierluigi Guerrini, a suo tempo protagonista di certa poetica d'avanguardia ferrarese (tra i fondatori della rivista letteraria Poeticamente, poi animatore culturale, e scrittore edito da Tracce-Pescara- Il Fenomeno Scomposto, segnalato nel 1989 dal settimanale La Piazza, tra i principali scrittori di Ferrara, con lo stesso Pazzi, Lamberto Donegà, Lucio Scardino ed altri). In questo numero del 5 dicembre in circolazione, da segnalare il consueto occhiello polemico e satirico di ottimo livello di Renzo Lorenzetto.

Inoltre speciali sul progetto GRAFFIaFE, sui graffiti e la cultura writers ( cura di Area Giovani-Centro Rodari di Via Labriola), di G.Benini (anche tra i curatori con l'Associazione Ferrara Video&Arte di The Scinetist 2008 Video Festival (Ferrara); sulla Stazione Ecologica di Via Ferraresi (M.Caroli), sul progetto di riqualificazione dell'area di Foro Boario (A. Franzoni); sull'iniziativa dell'UDi promossa lo scorso 25 11 contro la violenza sulle donne, a cura dello stesso Lorenzetto. E – inoltre- altri diversi interventi sulla politica e la cultura ferraresi e dell'area di Via Bologna, tra cui il programma del Centro Culturale Mario Roffi per Gennaio e Febbraio 2009 (con diverse presentazioni di libri , alla Biblioteca Ariostea e nel Centro stesso).

http://chimera.roma1.infn.it/GIORGIO/futurismo/russia.html