Estense com Sotto le stelle di Paolini il Galileo eretico

“Itis Galileo” per la stagione di Prosa del Comunale

(foto di Tommaso Savoia)

 

Reduce dal recente successo televisivo del monologo Ausmerzen andato in onda su La7 per il giorno della memoria (1 milione e 700mila spettatori), Marco Paolini torna nella stagione di Prosa del Teatro Comunale di Ferrara per presentare da giovedì 10 a domenica 13 febbraio Itis Galileo (produzione Michela Signori, Jolefilm).

Nato da un’idea di Francesco Niccolini e dello stesso Paolini, con la consulenza storica di Giovanni De Martis, lo spettacolo parte da alcune letture, riflessioni e domande su come è cambiata la percezione dell’universo da Aristotele a Newton e sulla nascita della scienza. “Itis Galileo è un titolo piuttosto scolastico – scrive Paolini nelle note di presentazione – serve ad avvertire gli spettatori che c’è da far fatica per arrivare a fine serata, ma l’attore non è e non vuole essere un professore; fa professione di ignoranza ma è curioso, anche per questo ogni serata farà storia a se, e il copione sarà variabile”.

Con questa nuova produzione Paolini celebra dunque la figura dello scienziato Galileo Galilei, sottolineandone in particolare l’abilità critica e la lucidità di una mente brillante sempre aperta al dubbio, che mai si adagia sulle soluzioni più facili. Elemento d’indagine dello spettacolo diventa la superstizione, terzo anello che si aggiunge alla tradizionale dicotomia tra fede e ragione che ha segnato la storia del pensiero moderno. “Viviamo in un tempo in cui la magia è tornata a governare il futuro – spiega Paolini – sarà perché le leggi dell’economia non sono leggi matematiche e contengono una componente di caso molto rilevante, sta di fatto che il nostro mondo cerca consolazione negli astri. E mi stupisce che, quattrocento anni dopo la rivoluzione copernicana, tutti i giorni molti tra noi consultino le previsioni dell’oroscopo che utilizzano le stelle fisse di Tolomeo. Alla fine non importa se il cielo non è così, perché quello che conta è che ci piace”. L’obiettivo di Paolini è quello di coinvolgere nel ragionare, non solo nel raccontare, arrivare a una situazione in cui il pubblico non sia seduto tranquillo, sapendo di dover fare lo spettatore e basta. Va in scena a teatro un dialogo, anche se non proprio sopra i massimi sistemi, ma almeno su di un “minimo comune e multiplo”.

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