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lunedì 21 settembre 2009

I BALLOONS ILLUMINANO FERRARA!

BALLONS FESTIVAL.jpgDi notte Ferrara si illumina con le mongolfiere *da ESTENSE COM

Una partenza sofferta, ma di grande effetto, quella dei giganti dell'aria che ieri pomeriggio hanno dovuto sottostare alle incerte condizioni del tempo prima di alzarsi in volo sotto gli occhi dei moltissimi spettatori in attesa, al pari di equipaggi e turisti dell'aria, dell'assenso del centro meteo mobile del Cofa (Comando Operativo Forze Aeree) di Poggio Renatico, che fornisce le previsioni in tempo reale. La musica ha poi dato il via al bellissimo spettacolo delle mongolfiere illuminate, una prima ben riuscita che si ripeterà il prossimo week end.

I piloti, abituati ai capricci dei venti, non hanno mostrato alcuna preoccupazione, molti vivono il festival come una vacanza: “La location è davvero bellissima ed è la prima volta che partecipo al raduno, mi sento un turista del cielo ferrarese”, dice l'olandese Aart Jan Troost presente con una special shape a forma di pavone. Naviga da solo l'astigiano Enrico Gamba, ingegnere areonatico che ha scoperto la bellezza del pallone aerostatico grazie alla moglie: “Mi regalò un biglietto per una gita in mongolfiera, ho provato e, da allora, è diventata una passione. Tra tutti i raduni quello di Ferrara è il più interessante, perché ci sono tante altre iniziative che diluiscono i tempi d'attesa tra un volo e l'altro”.

Alto gradimento e tanti applausi per la seconda volta delle campionesse di ginnastica ritmica del Centro sportivo dell'Aeronautica Laura Zacchilli e Fabrizia D'Ottavio, che hanno sorpreso gli spettatori con le loro evoluzioni perfette. Apprezzato e molto frequentato dai piccoli visitatori del Festival il parco Milka, dove tra mucche vere, gonfiabili e il gioco dell'oca gigante, moltissimi bambini hanno passato l'intero pomeriggio.

Uno degli stand più frequentati è stato quello allestito dall'Aeronautica Militare che anche quest’anno, grazie al generale di squadra aerea Leandro de Vincenti, comandante del Cofa e del Combined Air Operations Center 5 (CAOC5), collabora con il Balloons Festival. Piace agli appassionati e ai curiosi il simulatore di volo della Pattuglia acrobatica nazionale (PAN), ma anche la strumentazione radar, che copre il periodo dagli anni Cinquanta ad oggi, presente grazie al 32° Gruppo Radar A.M. di Otranto. Nel prossimo fine settimana tornerà in esposizione anche l'elicottero NH 5OO, in dotazione all’Aeronautica Militare e proveniente dal 51° Stormo di Istrana (TV).

Anche la cucina è di scena al Balloons Festival, dove sempre oggi, alle ore 14.30, gli appassionati dell'arte culinaria possono assistere ad una lezione teorica e pratica sulle tecniche di cottura curata da Zanussi Professional, che alle 18,30, saprà accontentare anche i palati più esigenti con una degustazione di raffinati piatti preparati per l'occasione

http://www.estense.com/?module=displaystory&story_id=55145&format=html

http://www.youtube.com/watch?v=eWIHOdrHMPM video

giovedì 27 novembre 2008

CELINE E FERRARA

BALLONS FESTIVAL1.jpg

LE MONGOLFIERE, CELINE E FERRARA 

di MARCO TANI

….Bisogna percorrere oltre duecento pagine dell'autobiografico labirintico "Mort a crédit" per ritrovare un giovanissimo Celine che sorvola a bordo della sua macchina da scrivere con l'inventore scienziato  visionario Curtial la sonnolenta città di Ferrara in mongolfiera.  Mancavano ancora molti anni a quel "vojage au bout de la nuit" che oggi interpretano in realtà tutti coloro che, protetti solo dalle mura di cinta trasformate in palestra di jogging e luogo di raccoglimento per professionisti della lettura all'aperto, si armano di computer o supporti in tela per produrre opere d'arte comunque destinate a diventare fiori d'acciaio per il grande giardino che circonda la città del silenzio dove la morte, intesa come immobilità, è sempre a credito e la vita, intesa come movimento, va inventata tutti i giorni come pane guadagnato all'istante col sudore dell'azione creativa. Sugli spalti di queste mura si consumano amori, affari, solitudini. Parlare di una Ferrara futurista può sembrare un naturale controsenso se non consideriamo il nulla della nebbia economica, politica e vitale che, ristagnando nel quadrato delle mura estensi,  diventa il luogo logico del nostro piccolo big bang che si esprime in parole, linee, volumi o suoni, più sinteticamente in arte. E' una liber-azione, nella città che ogni anno dedica una giornata del suo "parco Bassani" al volo delle mongolfiere, di chi può solo sorvolare, spinto dall'aria calda della propria anima, il luogo tradizionalmente impantanato, impenetrabile, restio al futuro, dove la visibilità dei singoli ha ritmi e connotazioni feudali, dove il paesaggio è un naturale deserto dei tartari al confine con l'operosa Emilia che, nel volo  da occidente, mostra la fine della sua mappa vitale di industrie sulle sponde del Reno per divenire  il "MAGNUM VACUUM" di un passaggio a nord-est dai toni occulti e, proprio per ciò, fascinosi e irresistibili. Siamo nell'urbe che non ha saputo dedicare un museo a  suo figlio Antonioni ma in pieno centro ospita la statua del minaccioso e antirinascimentale Savonarola (mi sono sempre chiesto: ma non spaventerà i bambini?) che l'arte e la bellezza notoriamente le odiava. Qui l'addizione matematico-erculea rivela il suo punto di maggiore splendore nel tratto di mura fra i due cimiteri ebraico e cristiano, noto come "Mura degli Angeli"(Gli angeli del Giudizio Universale? Una bergmaniana apertura del settimo sigillo?) letteralmente Rampari di Belfiore. Vogliamo fare una bella passeggiata? Andiamo verso il cimitero o verso la Casa del Boia. Verso la morte, a Ferrara, si ritrova la vita.  Vogliamo uscire da questo itinerario? Immergerci nel centro stantio dalle vetrine che si spengono prima dell'ora di cena? Moriremo di depressione. D'altronde della Serenissima Venezia cosa ci manca? Il ponte dei sospiri. E di Roma Caput Mundi? L'infausta bocca della verità delle lettere anonime. Sarà per questo che dopo i disastri architettonici del secondo dopoguerra, l'orrorifico palazzo degli Specchi e l'ospedale di Cona, nostra tela di Penelope, il primo lavoro indubbiamente encomiabile è proprio il restauro delle mura ducali di una città che ha reso obbligatori persino intonaci e colori delle case come le divise di un ottocentesco collegio clericale. Un pizzico di salvezza lo troviamo nel Torrione delle mura cittadine, ex sede di un collettivo femminista all'imbocco di Rampari di Belfiore, in cui oggi trova il suo spazio vitale il tempio locale del jazz, alla faccia della morte civile che incombe tutt'intorno. Pare impossibile, ma a due passi dal cimitero che ospita le ceneri di Bassani e degli oramai mitologici Finzi Contini dall'incerto vero cognome, in piena "mura degli Angeli" si levano l'angelica voce di Billie Hollyday e l'impareggiabile  tromba di Chat Baker.  Al saturnino no alla fantasia che la melanconica Ferrara sembra suggerire sottovoce, ad ogni iniziativa dei suoi artisti, dall'eterna artrosi della sua vita immobile, ognuno di noi deve opporre la propria gioiosa volontà di creare, muovere, ridere anche dove ci sarebbe, a rigor di logica, da piangere.  A noi il compito di rinverdire l'assunto surrealista del grande eretico Dalì, più che mai indicato qui, fra i ben noti  fantasmi delle paludi di San Giorgio, dove l'unico santo del calendario che forse non è mai esistito, un mito, una leggenda egli stesso, un continua però ogni giorno ad uccidere il suo drago:

"Le sabbie mobili dell'automatismo e dei sogni scompaiono al risveglio ma le rocce dell'immaginazione sopravvivono"         

MARCO TANI

http://digilander.libero.it/confratchianti/libri_celine-morte.htm