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sabato 21 marzo 2015

Recensione/resoconto su Giovanni Sessa, Itinerari della Tradizione

Itinerari della Tradizione. L'origine e il sempre possibile, di Giovanni Sessa (Solfanelli) è uno dei libri del 2015 probabilmente più interessanti e rilevanti: appena uscito è già ampiatemente discusso e presentato.  Ancora recentemente, ad esempio (gennaio) a Milano da cui questa recensione-resconto dello stesso Sandro Giovannini, poeta e saggista Urfuturista che ne segnala, tra diversi punti, forse certà sua novità peculiare, come fare Tradizione 2.0, creatività transtemporale perfettamente al passo con le vette ancora in penombra, forse, del nostro tempo, nelle nuove rotte del fare bellezza e "spirito" quantomai urgente, oltre la falsa dicotomia, avanguardia e appunto Tradione o Tradizionalità o Protofuturo.. nota di R.G.

di Luigi Sgroi
Di fronte ad un interessato pubblico e con la cortese ospitalità della libreria milanese Odradek, che ancora qui si ringrazia, abbiamo presentato il bel libro di Giovanni Sessa, con una premessa di Sandro Giovannini, una sintetica introduzione di Davide Bigalli ed una altrettanto significativa rilettura complessiva dell'autore.

Giovannini ha richiamato l'effetto duraturo della precedente monografia di Giovanni Sessa, dedicata alla figura di A. Emo, come la cornice entro la quale anche questi saggi qui raccolti in volume, si sono determinati, pur nella differenziazione delle rispettive specifiche indagini, sottolineando la precisa caratterizzazione fattane dal Prof. Bigalli nella Presentazione che coglie la sostanza complessiva del libro di Sessa. Illuminanti due passaggi della stessa Presentazione:

" ...Ebbene, è proprio nella misura in cui la Tradizione si pone come polo dialettico, come elemento di un complesso dinamico insieme alla rivoluzione, che essa si denuncia come posizione culturale decisamente non reazionaria, come strumento di un progresso che è finalmente sottratto alla egemonia dello sviluppo, cioè alla dimensione meramente quantitativa, materialistico-produttivistica del cammino dell'umanità.  Torna forse opportuno ricordare come in altra area culturale dell'Occidente, la coppia di tradizione e rivoluzione ritorna nelle posizioni programmatiche del saudosismo di Teixeira de Pascoaes, nel programma della Renascença Portuguesa  A indicare come, proprio a partire dalla Rivoluzione francese, nella cultura dell'Occidente si viene formulando una proposta alternativa, che denuncia e intende sottrarsi all'egemonia dell'Ulisse giacobino, alla lettura mercantilistico-capitalistica del progresso, a una democrazia che, fin dalle sue prime formulazione teoriche in Rousseau, non riesce a occultare la sua natura dispotica. È il costituirsi di un pensiero dissidente.
(...)
In un mondo come l'attuale, dove il termine "altro" e i suoi derivati viene visibilmente impiegato in tutti gli ambiti e serve a dare una dimensione auratica alla banalità del quotidiano borghese, viene rimossa la reale alterità, quell'alterità che è scaturigine della umanità, l'elemento stabile che accompagna il percorso dell'uomo lungo i corridoi del tempo..."

Tale seconda rilettura sarà ripresa anche nel successivo dibattito con il pubblico, che verterà sulla necessità del superamento definitivo della visione dicotomica, spostando proprio nel Soggetto, nuovamente responsabilizzato, la ricerca del vero e del giusto.  Nel libro comunque si richiama insistentemente il contesto filosofico, ancora pienamente ricco di effetti ed in realtà aggravato nella crisi ma non mai risolto in definitive soluzioni epocali che ha caratterizzato tutta l'epoca della modernità, nelle grandi figure dell'idealismo, nelle due versioni jenese ed heidelbergeriana, e soprattutto in quella sorta di suprema mediazione e sintesi di Schelling, fino allo scatenamento nihilista, che riattraversato nella dimensione del transattualismo emiano e dell'ultraidealismo evoliano, ambedue sui generis, trovano poi in tutte altre voci, ben diverse per corpo e tonalità, le grandi lezioni di Jung ed Hillman e quelle, mai ben accolte e mai d'altronde fortunatamente superate, di Colli e di Zolla, tutte sempre comunque attente al grande lavoro fatto dalla Scuola di Vienna ed a quella sorta di obbligata postumità: «L'uomo postumo non è soltanto l'uomo che sopravvive come mero fantasma alla fine del Soggetto. È anche l'uomo che inizia l'ascolto dell'Ab-grund»  come già a suo tempo repertava Cacciari in Dallo Steinhof...  Giovannini ha insistito proprio sulla differenza di linguaggi riconducibili però (per vie del tutto interne, ma se comprese, ben risalibili), ad una sostanziale unità di visione del mondo che non è materia divisiva se non per i letteralisti di ogni scuderia e per i pervicaci sostenitori delle divisioni dettate dal tronfio mercatismo universalista e dal feroce globalismo del pensiero unico, sotto le spoglie pecorine d'irreversibile e parcellizzato consumismo e di disgregato umanitarismo disidentitario. 

Bigalli ha poi riaffermato, nel suo veloce intervento,  la necessità di una lettura dialettica, non nella pratica di riduzione, comunque operata dalla materialità progressiva o dallo spiritualismo parolaio, quanto in una giusta applicazione della "coppia degli opposti", con insistite e pertinenti citazioni che ora, nella modernità più estrema, ci supportino ad una responsabilità:

"...di critica non reazionaria del moderno, di tentativo di coniugare tradizione e socialità. Un mondo nel quale c'è ancora  tanto da scavare, per riuscire a dare un volto plausibile al Novecento, aldilà  degli  anatemi e delle immaginette.  In questo compito, Giovanni Sessa è prezioso aiuto..."

Giovanni Sessa ha poi ripercorso velocemente il dettato di tutto il suo libro che, pur dividendosi in cinque saggi di diverso tema, ha una compiuta univoca direzione di significante, prima ricordandoci alcuni esempi di metodo tradizionale, direttamente od indirettamente esplicato, nei casi di Spann, Heinrich, Bachofen, Evola e Zolla e poi riconducendoci, nella lettura anassimandrea di Heidegger ed in quella sempre anassimandrea di Colli, al centro di tutta la sua ricerca filosofica, cioè  alla esegesi dell'Arché, come originario e sempre possibile, con le giuste puntualizzazioni rispetto ad ogni tipo di montante scolastica.

Il  lavoro complessivo di Sessa risulta come il più spinto tentativo attuale, compiuto con un rigore  massimo di  rispetto dei testi ed una contemporanea massima capacità di visione, di  ricomprensione di tutta una ricerca filosofica e di tutta una temperie spirituale, che ora chiede una nuova udienza proprio a fronte della massima caduta delle attese e delle speranze, nell'ottica di un pensiero di tradizione, capace per forza e retaggio di non perdersi ed anzi di ritrovarsi pienamente, fuori dall'atomizzazione e dal narcisismo.                  

lunedì 9 dicembre 2013

L'Avanguardia come Tradizione 2.0 ? intervista a Sandro Giovannini

by ECCOLANOTIZIAQUOTIDIANA ROMA E PROVINCIA
**Sandro Giovanni, poeta e filosofo, è tra i curatori (e coordinatore nazionale) del Movimento culturale Nuova Oggettività (soprattutto area Roma).  Da decenni figura storica e eretica della Nuova Destra culturale italiana – ricordiamo tra le iniziative più note da Giovannini (e altri) promosse,  le stagioni elevate del Gruppo Vertex e della rivista (anni 90, inizio 2000) Letteratura-Tradizione. 
Dal 2010 ha completato i nuovi orizzonti già avviati con la Rivista, verso visioni metapolitiche anti-ideologiche – verso l'Oltre destra-sinistra curando (e con vari contributi) i volumi appunto di Nuova Oggettività:  AA.VV. "il Libro Manifesto …" omonimo (Heliopolis, 2011), "Al di là della Destra e della Sinistra…"  a cura di… Sandro Giovannini e Roby Guerra, La Carmelina, Ferrara 2013 e "Per quale motivo Israele può avere 400 testate atomiche e l'Iran nessuna? L'impero interiore" a cura di Gianni Bertuccioli, Sandro Giovannini, Luisa Pesante, Paolo Silvestri, Luigi Sgroi, La Carmelina, Ferrara 2013. Collabora con La Scuola Romana di Filosofia Politica e con le riviste BVS (Milano) e Politicamente.net.
Ha pubblicato diversi libri cult in Italia (spesso corollati con speciali cosiddette Tavolette d'autore), tra essi  uno straordinario L'Armonioso Fine (2006), dedicato a certe Intelligenze scomode del Novecento europeo (Cioran, Berto, Pound, Noica) ecc. Già amico di un certo Borges,  è  considerato dalla critica culturale tra i principali ricercatori italiani di Ezra Pound e Noica.

D- Nelle recenti presentazioni  a Roma e Milano (27 9 e 27 10) del progetto e dei libri Nuova Oggettività, uno dei focus… certamente il tema avanguardia tradizione: sintesi aperta possibile?
R – Lungo questo percorso di ormai più di tre anni, con all'attivo 3 testi importanti: il nostro fondante e ricognitivo libro/manifesto, il secondo  'libro/idea' "Per quale motivo…?" ed il terzo 'instant book', "Al di là della destra e della sinistra…", abbiamo cercato di mettere, nero su bianco di una attuale tabula rasa, una scrittura/progetto per dei marginali attivi, quali noi siamo e sicuramente resteremo. Ma questa nostra vocazionale e ben consapevole marginalità, che non ci ha mai vietato di impegnarci con tutte le nostre forze per cambiare l'attuale nonsenso eterodiretto, paranoide ed incapacitante è proprio l'inveramento dell'apparente paradossale opposizione, che resta tale solo nella lettura sacramentale/letteralista, priva di visione ed ingenerosa di seme, che farebbe di tradizione ed avanguardia, cose incomunicanti, addirittura opposte e pesino ferocemente nemiche. Tutti i nostriGrandi ci hanno aperto il cuore e la mente e chi non vuole far base sull'ossimoro generoso e fecondante, questi aiuta – direttamente od indirettamente – la potenza scatenata del globalismo, che si veste di panni equalizzatori per meglio dominare e rendere tutti atoni ed impotenti consumatori. La centralità della partecipazione spirituale (unica a poter poi implicare e realizzare ogni potenziale tecnicalità), al popolo in progressione creativa con la sua radicalità,  ed al destino scelto come cosa nuova/originaria, è insegnamento atemporale, con una inequivoca matrice sacrale.


D- Piu' nello specifico, quali valori Tradizione e Avanguardia veicolano (o non veicolano?), oggi?
 R – L'autentica aristocrazia sa del popolo come propria base organica, vive la partecipazione come consensuale veicolo di inclusione e di "trazione verso l'alto", e sente il destino come una tragicità non apocalittica/demenziale e/o piagnona/buonista e/o nevropatica/medicalizzata, ma come l'imboscata dell'essere che ci deve trovare nella disponibilità vera del sempre possibile… senza l'illusione indecorosa dell'ultimo uomo, (la lasciamo volentieri agli altri), quella della fine ineluttabile. Infattti il clinamen ci indica perfettamente la deriva verso il basso e le correzioni necessarie, che pure all'occhio penetrante appaiono sovente ben insufficienti. Ma ogni nascita ha in sorte la propria prova e ci può essere in essa una gioia forte e ridente seppurfuggitiva


D- E per la storia, in particolare, del popolo italiano?
 R – Alla commemorazione di Gentile, Biggini rivelò una battuta tragica del "Professore", qualche giorno prima…: ci vorranno due o tre secoli, perché l'Italia si possa riprendere…   E l'Italia non sarà più quella, ovviamente… ed il mondo non sarà più quello… ma gli uomini nascono necessariamente, le generazioni si rinnovano necessariamente, il sangue necessariamente si rigenera, la pesanteur necessariamente dovrà sempre essere contrastata dalevitas e gravitas mirabilmente accordate… ognuno avrà il suo compito ed il destino ancora saprà, in mezzo ad inaudite defezioni, contrapporre  sempresublimi eroismi

domenica 26 maggio 2013

NVOVA OGGETTIVITA' MAGAZINE 11 *DOPPIO- PRIMAVERA 2013

 
  • MAGGIO
  • Roby Guerra Oscar Wilde vs. Niky Vendola
  • L'affaire Venner by Col. Andrea Santarossa *video...
  • L'affaire Venner by E. Marino
  • L' affaire Venner by P. Buttafuoco
  • L'affaire Venner * by E. Galoppini
  • Sandro Giovannini Il mondo occidentale e la guerr...
  • Potere: senso e repressione in Marc Augé di SANDR...
  • SCIENZE GIURIDICHE: magistratura democratica, tra ...
  • ECONOMIA-Italia quasi default: la scienza vs. la p...
  • Biblioteca Gramsciana: Gramsci libero...
  • Pl. Casalino: Kautilya, il Machiavelli dell'India ...
  • La politica delle cose come sono e non come dovreb...
  • Vula e il sogno futurista *di Pl. Casalino
  • Beppe Grillo: sondaggio vs. la stampa di Regime
  • Belzebù-Andreotti vola in cielo: trema la Casta It...
  • Vittorio Sgarbi: a L'Aquila per la ricostruzione s...
  • Vitaldo Conte: Nudi di Evola come Metafisica del S...
  • P. Casalino: L'eterna Russia
  • Futurismo: Uberto Bonetti e l'Aeropittura + VIDEO
  • 1 maggio futurista: intervista a Graziano Cecchini...
  • (1 maggio '13, festa dei lavoratori?) Lettera aper...
  • (1 Maggio 2013) De dignitate hominis by Paolo Mela...

  • APRILE

  • MARZO
  •  

  • *FEBBRAIO...
  •  


  • perchè N.O.? Crescita/Decrescita a cura S. Giovannini-S. Vaj....
     



     

    giovedì 19 luglio 2012

    Il Ritorno dei Corpi-Spiriti Liberi da Il Giornale +Video

    Prima la tradizione e la politica, poi l'economia (e i tecnici). Sessanta intellettuali a dibattito in un monastero

    da Acquasanta Terme (Ascoli Piceno)Sarà stato per il luogo, il millenario monastero camaldolese di Valledacqua, sperso sugli Appennini piceni. Sarà stato per l'atmosfera, a metà fra la concentrazione della clausura e l'attesa del conclave. Ma non sono mancati i buoni propositi e gli entusiasmi fra coloro che domenica hanno raccolto l'invito di Renato Besana e Marcello Veneziani a «tornare a Itaca».
    Un richiamo a un «rientro in patria» diretto a tutti gli intellettuali di centro-destra (ma per lo più ultimi epigoni di area Msi-An) che si ritengono apolidi della politica e vittime della frantumazione del progetto del Pdl. Sessanta fra pensatori e giornalisti (fra cui molti nomi noti nel panorama culturale, come Gennaro Sangiuliano, Adolfo Morganti, Sandro Giovannini, Fabio Torriero, oltre alle adesioni di Pietrangelo Buttafuoco e Gianfranco de Turris), partendo dall'assunto di conclusione di un ciclo ventennale che ha visto il dibattito nazionale avvitarsi fra berlusconiani e antiberlusconiani, si sono confrontati sui modi da adottare per affrontare la sfida del futuro. Alla ricerca di un'area di rappresentanza comune che riunisca precedenti esperienze ora disperse.Gli autoconvocati di Valledacqua hanno individuato nel ristabilimento della supremazia della politica sull'economia e sui tecnici (il presidente Monti a più riprese è stato indicato come «rappresentante di un governo d'occupazione») ma anche nella sua salvaguardia dai politicanti («causa della disaffezione dei cittadini dalla vita civile») i cardini di ogni possibile iniziativa futura. Già perché il lavoro avviato a Valledacqua non vuole limitarsi a essere un'esperienza culturale ma un'officina prepolitica ove costruire una proposta «alternativa - come detto da Renato Besana - alla sovietizzazione dell'economia mondialista». Con poca nostalgia verso il passato, ma ancora con tratti «volutamente semiclandestini», i naviganti verso Itaca si definiscono «maieuti», pronti a confrontarsi coi politici attraverso la costituzione di un movimento. Ma senza compromessi, anzi riaffermando i principi patrimonio della destra italiana: il valore dell'identità greco-romano-cristiana della nostra civiltà e il patriottismo della tradizione più che della Costituzione del 1948.Non tutti fra i presenti però si sono trovati d'accordo. Pasquale Squitieri, infastidito da un intervento circa la necessità di proporre in politica volti nuovi, lascia la sala. E non tutti hanno risposto all'appello. Si è sfilato, fra gli altri, anche Franco Cardini, con una struggente riflessione che mescola Itaca a Troia, la vittoria di Lepanto alla sconfitta dell'Invicibile Armada, Ulisse («l'eroe fraudolento») a Ettore («nobile domatore di cavalli»), in nome di un passato ideale che non può più tornare e di un futuro da costruire partendo da esperienze del tutto personali. Ma l'impolitica disillusione dell'illustre medievista non sembra contagiare gli intellettuali di Valledacqua che si affacciano all'agone. Resta ora da verificare in che modo questo progetto si misurerà con le emergenze materiali dell'Italia e degli Italiani, senza naufragare fra concetti e richiami mitico-storici. Come rimane tutta da costruire una piattaforma che possa tenere insieme un mondo così composito e, per sua intrinseca natura, tendente al particolarismo e all'autoreferenzialità. Un progetto che possa riconquistare una fetta degli astensionisti e fornire nuove motivazioni ai giovani. Ma su tutto si staglia l'ombra del Cavaliere che si sta riaffacciando sulla scena. E gli intellettuali di Valledacqua non potranno non tenerne conto.

    IL GIORNALE
    http://www.ilgiornale.it/news/cultura/pensiero-destra-ricerca-nuova-casa.html

    martedì 14 febbraio 2012

    Giovanni Sessa: libro manifesto Nuova Oggettività (Heliopolis, 2011), LA RECENSIONE


    Libro-manifesto:
    “Per una NUOVA OGGETTIVITA’,
    popolo, partecipazione, destino”
    D - L’orizzonte editoriale del libro-manifesto:
    R - “...Originalità e forza del progetto che muove dal Libro-Manifesto in fieri “Per una Nuova Oggettività popolo, partecipazione, destino”, pubblicato recentemente dalla Heliopolis e che è un’esperienza che coinvolge formalmente circa 150 intellettuali, giornalisti, scrittori d’area, con circa 95 interventi scritti, vanno colte nel fatto che tale tentativo, tende, dopo la tabula rasa valoriale, imposta dallo “sfascismo” trionfante nell’ultimo quindicennio, a recuperare un patrimonio comune a un ben individuato ambiente intellettuale, al di là di ogni diatriba di tipo partitico o relativa alle diverse famiglie ideali di riferimento. Il Libro-Manifesto conscio del momento di grave disorientamento di un intero mondo umano, mira a realizzare una convergenza ampia, ariosa e concretamente realizzativa, inattenuata per identità sui valori primari sopra ricordati, nella convinzione che essi possano rifondare l’operatività politica. E’, quindi, un progetto inclusivo e dialogico che vuole, per usare una metafora, trasformare le esperienze politiche e di pensiero di gruppi minoritari, non comunicanti tra loro come isole distanti, in un arcipelago visibile anche dal mare aperto. Allo scopo, è stata costituita una Segreteria nazionale presieduta dal Prof. Davide Bigalli della Statale di Milano, che fungerà da catena di raccordo delle iniziative che verranno intraprese per rendere operativo il progetto...”
    D - Quali invece gli orizzonti d’attesa?
    R - La saggezza ci direbbe d’attendere l’ulteriore scivolamento ciclico ma poi interviene la responsabilità di ognuno ed il legittimo desiderio di riscatto: la saggezza a volte deve essere superata dalla follia del cuore. A parte le disposizioni innate, quindi, a parte i sempre auspicabili rivolgimenti del cuore, si deve cercare di fare MCD dove vige solo un mcm. Senza illusioni ma anche senza sconti. Il tentativo serio che stiamo operando in questi mesi, di creare anche attraverso il libro-manifesto Per una Nuova oggettività, popolo partecipazione destino” un movimento di pensiero conseguente, va nella direzione di cui sopra accennavamo, cioè nella direzione di una scelta olista, comunitarista, partecipativa, differenzialista, anticapitalista ed antiglobalista, nella convinzione che sia improcrastinabile ricercare l’esistente vero nel rispetto altrettanto vero del nostro passato, e nel difficile equilibrio tra improcrastinabile rinnovamento ed irrinunciabile continuità ideale. Non crediamo che tali scelte possano oggi reputarsi minimali, ma anzi massimali, perché individuano le vere afflizioni ed i veri rimedi, e quindi possono saggiamente e nobilmente mettere in secondo piano differenze di etichettature (differenze letteraliste) e far venire in primo piano desiderio di unità e di ripresa. Operiamo per una chiamata di responsabilità che si strutturi apertamente nella convivenza di differenze accettate e non rimosse o mistificate. Sostanzialmente tre correnti di pensiero: la classica o deista (alla Pound… per intenderci) ma ove gli archetipi sono plurimi e quasi imperscrutabili, anche per la dimensione sostanzialmente cosmogonica ed olista, la Sequela evangelica nel suo scenario di dignificazione e perfezione divina ed umana, l’avventura prometeica e postmodernista che è quindi atemporale e futurista assieme. Il tutto fuori da ogni dogmatismo fideista. Ora queste tre dimensioni, del tutto sommariamente accennate, e tutte le connesse legittime variabili individuate nelle specifiche avventure personali o di gruppo, possono e devono poter ancora e sempre convivere in una tensione realizzativa, finalmente portata ad evidenza e quindi non sottaciuta o reciprocamente mistificata, come è avvenuto troppo spesso - con esiti nefasti - negli ultimi decenni, e questo per poter controbattere efficacemente le potenze scatenate dell’utilità rapace e dello sfruttamento umano. Senza illusioni d’ibridazioni risolutive o di sincretismi riduttivi, ma con quella sorta di “pragmatismo trascendentale” che altri, Grandi, hanno già realizzato
    D - C’è il rischio di mimare i maestrini dalla penna rossa, cosa risibile, ma ci sorge spontanea la domanda:... se non sia utile anche una sorta di “guida comportamentale” per aggirarsi tra i labirinti degli atteggiamenti psicologici che contornano il cosiddetto parco delle idee che conosciamo ormai come formanti l’orizzonte del nostro procedere? Quindi non tanto o non solo le idee in quanto tali, ma la cosiddetta “postura caratteriale” che le supporta o le rende più o meno capacitanti...
    R - La necessità di tornare a riflettere sulla “postura caratteriale” di chi dovrebbe essere nel quotidiano, oltre che nello specifico del proprio agire, latore di una visione e di un atteggiamento esistenzialmente olista, la dice lunga sull’importanza del progetto della “Nuova Oggettività”. La pervasività dell’atomismo sociale, intellettuale, psicologico, è giunta così nel profondo da lacerare il tessuto comunitario che teneva insieme un’intera area di pensiero e più generazioni di intellettuali ad essa afferenti. La Nuova Oggettività, anche da questo punto di vista, può rappresentare un punto di svolta e di ripresa. Come i lettori possono personalmente constatare nelle pagine del Libro-Manifesto, la dimensione partecipativa, viene rivalutata non soltanto in termini pragmatici ed operativi, ma a un livello più profondo, quello spirituale ed interpersonale. Ciò ha reso l’esperienza che comunitariamente stiamo vivendo, connotata non solo da costitutiva libertà di ricerca e di proposta politico-intellettuale, ma mirata al superamento di ogni letteralismo ideale, al fine di far riemergere la ragione interna, profonda, unica di quell’identità plurale che, inevitabilmente, è il dato dal quale partire e con il quale confrontarci. Può essere utile riferire, in merito alla “postura caratteriale”, quanto mi sono permesso di suggerire in postfazione, con le parole di Philippe Forget: “La tradizionalità (vero momento di sintesi delle diverse istanze emerse nel Libro-Manifesto) è una trama di differenze che si rinnovano e rigenerano nell’humus di un patrimonio costituito da un aggregato di esperienze passate, messo in gioco nel proprio superamento. La tradizionalità deve sforzarsi di proteggere le forze di metamorfosi di un gruppo a partire da se stessa”. Pertanto, se per certi aspetti è anche “naturale” che in questo processo di confronto-rilettura del nostro “da dove”, emergano differenze e dissensi, d’altro lato è necessario che essi non turbino il processo di costruzione del “per dove”, cui miriamo. Allo scopo, la “tenuta interiore”, caratterizzata da sobrietà ideale, apertura, accettazione sintetica delle diversità, rinuncia a sterili narcisismi, è certamente essenziale. Gli strumenti indispensabili allo scopo, sono probabilmente quelli a cui ho già fatto riferimento in un’altra intervista, la forza che deve venirci dai traguardi che muovono il progetto, certamente più grandi di noi, e un sano equilibrio, che è giusto trarre dall’esigenza che ci ha spinti a prendere parte allo stesso. Naturalmente, è un invito che rivolgo, innanzitutto a me stesso, ma anche agli altri amici coinvolti nel movimento.
    D - Nella pratica delle adesioni alla “Nuova Oggettività” si riscontra “fortunatamente” una incongruità evidente rispetto al solo piano cosiddetto ideologico... l’adesione avviene più per un “mutamento di cuore” “riconoscimento del cuore”, come suggeriva ed auspicava Lami, e come è stato sempre nella nostra tradizione creativa e magistrale, che per un semplice allineamento di idee... ciò è dimostrato dai nomi e dalle storie personali...?
    R - Assolutamente e fortunatamente si. Il Libro-Manifesto, ha messo in luce, innanzitutto la sua funzione registrativa. Al medesimo tempo, il lettore prenderà atto dell’elevato livello di partecipazione emotiva degli autori. Ciò, evidenzia il loro “mutamento di cuore”, la volontà di testimonianza che ci hanno fornito. Con il che, molti testi hanno assunto quel carattere fondamentale di “comunicazione d’esistenza” che, come diceva Kierkegaard, ha come obiettivo un conseguente“poter agire”. Naturalmente, su un piano alto e propositivo, quello delle visioni del mondo.     
    (Giovanni Sessa, Portavoce)
    Sommario “Libro-Manifesto”:
    I PARTE - Premessa:
    Gian Franco Lami, Giovanni Sessa, Claudio Bonvecchio, Stefano Vaj.
    II PARTE - Argomenti (contributi scritti di):
    1 - Metastoria-Metapolitica: Gabriele Adinolfi, Giuliano Borghi, Giandomenico Casalino, Luigi Capozza, Giovanni Damiano, Germanico Gallerani, Carlo Gambescia, Aldo La Fata, Alberto Lombardo, Francesco Mancinelli, Luca Leonello Rimbotti, Alberto Rosselli, Marco Rossi, Andrea Scarabelli, Primo Siena, Piero Vassallo , Ubaldo Villani Lubelli.
    2 - Geopolitica: Umberto Bianchi, Leonardo Clerici, Giulio Maganzini, Matteo Marconi, Marino Micich.
    3 - Geofilosofia-Ecologia: Giuseppe Casale, Giuseppe Gorlani, Luigi Lombardi Vallauri, Simone Marletta, Paolo Aldo Rossi, Gianfredo Ruggiero, Giovanni Tuzet, Eduardo Zarelli.
    4 - Simbolica-Psiche: Luciano Arcella, Mario Bernardi Guardi, Davide Bigalli, Francesco Cappuccio, Riccardo Campa, Sandro Consolato, Alessio De Giglio, Francesco Franci, Sandro Giovannini, Domenico Lancianese, Rita Catania Marrone, Roberto Sestito, Adriano Segatori.
    5 - Etica-Politica-Economia: Vittorio de Pedys, Susanna Dolci, Luca Gallesi, Teodoro Klitsche de la Grange, Guglielmo Maria Lolli-Ghetti, Francesco Paolo Menna, Alberto B. Mariantoni, Riccardo Scarpa, Augusto Sinagra.
    6 - Comunicazione: Marco Canestrari, Gaia Conventi, Marco Ferrazzoli, Alberto Figliuzzi, Maurizio Ganzaroli, Biagio Luparella, Elisabetta Oggero, Giuseppe Puppo, Antonio Saccoccio, Francesco Sacconi, Luigi Sgroi.
    7 - Estetica: A) Arti Figurative: Ettore Bonessio di Terzet, Mario Bozzi Sentieri, Graziano Cecchini, Vincenzo Centorame, Vitaldo Conte, Alessandro Guzzi, Giuseppe Manzoni di Chiosca, Filippo Venturini,
    B) Poesia/Letteratura: Manlio Bichiri, Brunello De Cusatis, Giuseppe Di Gaetano, Zairo Ferrante, Cesare Ferri, Sylvia Forty,
    Roberto Guerra, Bruno Labate, Anna Lamberti Bocconi, Ferdinando Menconi, Raffaele Perrotta, Miro Renzaglia, Riccardo Roversi, Paolo Silvestri,
    C) Musica: Alberto Cesare Ambesi, Stefano Balice, Paolo Melandri, Marco Monaldi.
    III PARTE - Appendice
    1 - Postfazione di Giovanni Sessa; 2 - Note biobibliografiche, 3 - Elenco adesioni, 4 - Infolio di Sandro Giovannini; 5 - CD musicale di Mario Mariani
    In retro di copertina tavola di Gianni Chiostri
    Aderenti al Manifesto:
    Gabriele Adinolfi, Massimiliano Afiero, Stefano Aiossa, Roberto Alfatti Appetiti, Alberto Cesare Ambesi, Luciano Arcella, Stefano Arcella, Renzo Arcon, Stefano Balice, Fabrizio Bandini, Gregorio Bardini, Simonetta Bartolini, Marco Battarra, Mario Bernardi Guardi, Gianni Bertuccioli, Umberto Bianchi, Manlio Bichiri, Davide Bigalli, Nicola Bizzi, Ettore Bonessio di Terzet, Giuliano Borghi, Mario Bozzi Sentieri, Marco Bulloni, Pierfranco Bruni, Domenico Caccamo, Riccardo Campa, Marco Canestrari, Fabio Capitanucci, Luigi Capozza, Francesco Cappuccio, Giuseppe Casale, Giandomenico Casalino, Lino Cavanna, Graziano Cecchini, Franco Cenerelli, Vincenzo Centorame, Giulio Maria Chiodi, Gianni Chiostri, Leonardo Clerici, Sandro Consolato, Mario Consoli, Vitaldo Conte, Gaia Conventi, Andrea Corradi, Gianpaolo Dabbeni, Giovanni Damiano, Brunello De Cusatis, Alessio De Giglio, Francesco Demattè, Emilio Del Bel Belluz, Alberto De Luca, Vittorio De Pedys, Dionisio Di Francescantonio, Giuseppe Di Gaetano, Serafino Di Luia, Susanna Dolci, Stefano Felician, Zairo Ferrante, Marco Ferrazzoli, Cesare Ferri, Francesco Saverio Festa, Alberto Figliuzzi, Silvia Forty, Francesco Franci, Giovanni Franchi, Germanico Gallerani, Luca Gallesi, Carlo Gambescia, Maurizio Ganzaroli, Luciano Garibaldi, Fausto Gianfranceschi, Sandro Giovannini, Guido Giraudo, Federico Gizzi, Giuseppe Gorlani, Mario Grossi, Roberto Guerra, Paolo Gulminelli, Alessandro Guzzi, Angelo Iacovella, Roberto Incardona, Alfonso Indelicato, Michele Invernizzi, Tomaso Invernizzi, Teodoro Klitsche de la Grange, Bruno Labate, Anna Lamberti Bocconi, Domenico Lancianese, Daniele Lazzeri, Marco Linguardo, Guglielmo Maria Lolli Ghetti, Alberto Lombardo, Andrea Lombardi, Luigi Lombardi Vallauri, Giuseppe Luciani, Biagio Luparella, Giulio Maganzini, Giuseppe Manzoni di Chiosca, Francesco Mancinelli, Simone Marletta, Gabriele Marconi, Matteo Marconi, Mario Mariani, Rita Catania Marrone, Stefano Mecenate, Oscar Mei, Paolo Melandri, Ferdinando Menconi, Francesco Paolo Menna, Marino Micich, Marco Monaldi, Gianluca Montinaro, Elisabetta Oggero, Lodovico Pace, Luisa Pesante, Raffaele Perrotta, Luciano Pirrotta, Federico Prizzi, Giuseppe Puppo, Miro Renzaglia, Luca Leonello Rimbotti, Giovanni Massimo Rinaldi, Tommaso Romano, Alberto Rosselli, Marco Rossi, Paolo Aldo Rossi, Riccardo Roversi, Gianfredo Ruggiero, Antonio Saccoccio, Francesco Sacconi, Andrea Scarabelli, Riccardo Scarpa, Adriano Scianca, Adriano Segatori, Piero Sella, Roberto Sestito, Luigi Sgroi, Primo Siena, Paolo Silvestri, Augusto Sinagra, Walter Stafoggia, Marcello Staglieno, Claudio Tedeschi, Luigi Torre, Fulvia Toscano, Giovanni Tuzet, Nicola Vacca, Piero Vassallo, Filippo Venturini, Alessandro Vicario, Ubaldo Villani-Lubelli, Ermanno Visintainer, Alex Voglino, Eduardo Zarelli.
    nuovaoggettivita.blogspot.com
    SEGRETERIA:
    Davide Bigalli (Presidente) davide.bigalli@tin.it
    Giovanni Sessa (Portavoce) Sessa_Giovanni@libero.it
    Sandro Giovannini (Segretario) giovannini.sandro@libero.it
    Francesco Mancinelli francescomancinelli@hotmail.com
    Luisa Pesante luisapesante@tiscali.it
    Luigi Sgroi luigisgroi@hotmail.com
    Ubaldo Villani-Lubelli uvillanilubelli@hotmail.com
    Francesco Sacconi francescosacconi@75@alice.it
    Roby Guerra......................................astronave3000@hotmail.it
    Vincenzo Centorame centoramevincenzo@libero.it
    Andrea Scarabelli scarabelli.andrea@yahoo.it
    Gianni Bertuccioli gianni.bertuccioli@alice.it