https://www.ilgiornale.it/news/interni/sfratto-duce-2444126.html
il consiglio comunale di Salò, ridente cittadina del lago di Garda e
suo malgrado capitale della Repubblica sociale italiana fra il 1943 e il
'45, ha revocato la cittadinanza onoraria che fu conferita a Benito
Mussolini nel 1923, cosa che all'epoca decisero settemila comuni
italiani. Il problema della revoca si era già posto altre volte. Ma sia
la destra sia la sinistra, che qui ha governato a lungo, non avevano
fatto nulla. Oggi il vento è cambiato: l'antifascismo è diventato il
core business della Ditta e l'imbarazzante riconoscimento è stato
cassato, con orgoglio e commozione.
E così la sinistra che a
Ischia, al museo archeologico di Villa Arbusto, l'altro giorno ha
apposto una targa in memoria di Lenin, a Salò ha raschiato via il nome
di Mussolini dalla storia della città. Per inciso: è un'altra
dimostrazione dell'inutilità del Parlamento europeo. La risoluzione che
accosta e condanna i simboli del fascismo e del comunismo non la
rispetta nessuno.
Curiose poi le motivazioni di chi difende la
memoria del Duce a Salò e di Lenin a Ischia. Sono identiche: «Aiuta il
turismo». E infatti, morte le ideologie, restano a malapena gli affari.
Per il resto, noi che non abbiamo nulla né contro le cittadinanze
onorarie né contro le targhe commemorative, restiamo indifferenti
davanti a
chi, ben più pericoloso di chi lo ricorda, vuole cancellare il passato.
Contrabbandando il gesto addirittura come una rivoluzione. Che non è un
pranzo di gala, ma a volte sa di pasto freddo. Consumato dopo più di
cento anni.