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Visualizzazione dei post con l'etichetta robotismo

ROBOTISM! manifesto electro video art

  Robotism! arte elettronica anni 10 (Duemila!) Are we not man? We are robots! Da Nam June Paik a Belen! Irriverente, forse, ma forse è tempo di risolvere definitivamente certa maledizione che attraversa (salvo eccezioni, guarda caso proprio pop o postpop) la cosiddetta arte sperimentale, neotranspostavanguardia del secondo novecento ed inizio duemila, arte elettronica o video, ora anche Net.., inclusa. Esordi sempre nella memoria (oggi elettronica letteralmente) delle avanguardie come rivoluzione culturale, dinamite sociale, cambiamento, rifiuto dell'elite, interfaccia e comunicazione con la gente, secondo le lezioni transparallele magari di Marinetti, Majakowskij, Gropius, Gramsci, McLuhan, De Kerckhove e.... Nam June Paik. Poi,magari dopo certo audience, scatta il sortilegio manierista. Si diventa quasi neaoaccademici, neoscolastici, neoermetici, quasi neoesoterici, chiusi al Nuovo, al divenire della storia e della tecnologia; scatta, a qualsiasi età biologica, la sindrom...

Transumanisti Super Homo Sapiens

da  La Repubblica Luca e Francesco Cavalli-Sforza SARÀ bionico il nostro futuro? Dopo l' habilis, l' erectus, il sapiens avremo l' Homo electronicus? Ci sarà un post-umano, dopo il post-moderno? Le macchine diventeranno parte dell' uomo, oppure dovremmo chiederci addirittura quanta parte di noi sarà sintetica: chip, batterie, circuiti collegati ai neuroni, organi cresciuti in laboratorio, arti metallici più versatili e potenti delle membra umane? Sono domande che affiorano alle frontiere della ricerca neurologica, dell' informatica applicata e delle nanotecnologie. Vi è chi parla di tecnoscienza, riferendosi a tecnologie ad altissimo contenuto scientifico, come quelle che ci permettono di pilotare una sonda all' interno dei nostri vasi sanguigni per installarvi un microcomputer o di viaggiare verso altri pianeti in una capsula spaziale. Vi è poi chi teme che queste tecnologie si impadroniranno dell' organismo umano, nel senso che non ne potremo più fare a ...

Io Robot da Il Giornale

DA IL GIORNALE Dopo quella sugli anni Ottanta alla Villa Reale di Monza, ci spostiamo a Lugano per godere di un’altra grande mostra «milanese» nell’anima e nel concetto. Il titolo, «Corpo Automi, Robot», sembra appena uscito dai palinsesti cinematografici natalizi, quelli che in questi giorni declamano il successo internazionale di «Avatar», fantascientifica vicenda di androidi tutti blu sul pianeta Pandora. L’attesa trepidante dell’uscita anche nelle sale italiane della pellicola in 3D sembra confermare, al di là del marketing, l’attualità del pensiero del critico d’arte newyorkese Jeffrey Deicht, che nel ’92 preconizzava «un’era postumana caratterizzata dalla ricostituzione dell’io». La ricca mostra ticinese a cura di Bruno Corà e Pietro Bellasi in corso fino a fine febbraio al Museo Cantonale si tuffa nel sogno leonardesco per sviscerare l’irresistibile fascino dell’uomo automatico o della macchina umanizzata, attraverso il pensiero e l’azione di scienziati e artisti di ogni tempo....