https://www.ilrestodelcarlino.it/ferrara/cronaca/dieci-poeti-per-roberto-pazzi-8b33a555?live
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Un riconoscimento importante, quello a Caterina Barbieri innanzitutto per la giovane etàn (è nata nel 1990) e poi, soprattutto, per il suo essere già una personalità centrale di una scena che si è sviluppata all’interno di spazi più vicini alla dimensione del club che alla sala per concerti classici. Non a caso la sua più recente esibizione in città è stata in occasione del Festival di musica elettronica Robot, edizione 2022, quando conquistò un pubblico vastissimo con le sue sequenze tecnologiche, tra ritmi industriali e panorami naturali, all’interno dell’ambiente industriale del Dumbo. Più di recente, lo scorso ottobre, aveva partecipato a Palazzo Bentivoglio alla presentazione degli spartiti delle musiche che ha scritto per l’installazione ’Due qui/To Hear’ di Massimo Bartolini, docente all’Accademia di Belle Arti di Bologna, ospitata dal Padiglione Italia della Biennale d’Arte 2024.
A suoi studi cittadini ha sempre riconosciuto una importanza centrale per lo sviluppo del suo lavoro, ha definito il Conservatorio Martini "un luogo che, pur mantenendo un forte rigore accademico, è in realtà un laboratorio in continua trasformazione, uno spazio permeabile, dove la formazione classica, il virtuosismo, si è aperto, da quando negli Anni ’70 furono istituite le cattedre di musica elettronica e di musica d’uso, ai linguaggi della contemporaneità e della quotidianità". Dopo le aule di piazza Rossini, dove è nato l’amore per le macchine elettroniche digitali che, ha raccontato, la affascinavano per "il loro suono sporco, a volte polveroso, ma i glaciale come quello perfetto degli strumenti digitali", ha iniziato a essere contesa dalle istituzioni europee della ricerca, come gli studi EMS di Stoccolma, dove esiste la più ampia collezione al mondo di sintetizzatori Buchla. Si tratta di grandi moduli analogici, che sono adesso tornati di moda e al cui sviluppo ha contribuito l’artista di origine italiana Suzanne Ciani, che per Caterina Barbieri è una figura di riferimento. Il suo ultimo lavoro discografico è ’Spirit Exit’, che presentò n anteprima proprio a Robot: un disco, ha spiegato, che ha tre principali fonti di ispirazione, "la Santa mistica Teresa D’Avila, la poetessa Emily Dickinson e la filosofa Rosi Braidotti che studia il post umano, inteso come un superamento della nostra condizione, per arrivare a uno stadio dell’esistenza che ci permetta di abbracciare e di vivere sino in fondo, tutto quello che ci circonda, la tecnologia, certo, ma anche la bellezza primordiale della natura".
SUICIDI TENTATI
POESIE RISORGIMENTALI E NO
di
Lucio Scardino
E fanno undici! Lucio Scardino ha iniziato a pubblicare sillogi poetiche nel 1992, mantenendo la rigorosa scansione di una ogni due anni, questa sua recentissima “Suicidi tentati. Poesie risorgimentali e no” (ed. Liberty house) è dunque la sua undicesima raccolta poetica. Ma al di là delle statistiche, ciò che conta ed è indispensabile sottolineare è che l’intrigante linguaggio che l’autore ha adottato fin dal suo esordio non solo non accenna a manifestare - se non cedimenti - almeno rilassamenti, ma addirittura rinasce, si rinnova e migliora in continuazione: si ha l’impressione che Scardino abbia scovato l’inesauribile ‘Eldorado’ della (sua) poesia. Fuor di metafora, la verità è che la lirica di Scardino ha dello straordinario: per l’incredibile densità di contenuti e per la spettacolare originalità della forma. Di simile parere è Vincenzo Iannuzzo, che scrive nella sua bella prefazione al volume: «“Suicidi tentati. Poesie risorgimentali e no”, che in diversi frangenti potrebbe apparire come il prodotto di un linotipista impazzito, è altresì frutto di ‘contaminazioni’ che l’autore acquisisce da comportamenti linguistici quotidiani, schegge di costume, figure retoriche e generi letterari». Ad impreziosire l’edizione contribuiscono l’immagine di copertina: un disegno di Lorenzo Bartolini (1777-1844), del retro di copertina: un disegno di Livio Scarpella, e una singolare immagine dello stesso Lucio Scardino all’interno a pagina 10, con l’ironica didascalia: ‘L’Autore in una fotografia del secolo scorso’.
Riccardo Roversi
Recensione dell'E-BOOK "NUOVI FUTURISTI NUOVI UMANISTI" di Roberto Guerra (este-edition 2011) pubblicata sul quotidiano "Il Resto del Carlino (Ferrara)" del 20-9-2011.
**Articolo/recensione scritto da: Riccardo Roversi.
*** info sul prodotto:
hhttp://www.booktrailer.eu/trailer/index/id/323ttp://www.este-edition.com/prodotti.php?idProd=603
Paolo Ruffilli: Buon Natale dalla Poesia Italiana da Il Resto del Carlino
Nella pagina culturale de Il Resto del Carlino, ieri, splendida poesia per il Natale 2009 di Paolo Ruffilli, da decenni ormai tra i principali protagonisti della parola italiana nel mondo.
Tra l'altro, tra gli ultimi esponenti dell'ultima avanguardia letteraria, post Gruppo 63, post Gruppo 70, a suo tempo lanciato da figure quali Montale e Pasolini, insomma da Zanzotto agli anni duemila.
E tale avanguardia traspare persino in una poesia sublime giocattolo per l'umanità,, contingente, per il Natale, simbolo ineguagliato dell'Occidente: nulla di retorico, ma la cifra di Ruffilli, basata sulla parola come spartito musicale, le note parole quasi matematiche e pentagrammatiche, ora minimalizzata saluta e rilancia l'archetipo del fanciullo divino nel flusso del XXI secolo.
Via Bologna mi ricorda la coppia di fidanzati che mette su casa. Quando è toccato a me ero giovane e ricordo l'entusiasmo con cui sono partita alla ricerca dei mobili. Divani geometrici, tavolo dal design futurista abbinato a seggiole bicolori che facevano tanto rivista di moda, ma che niente avevano in comune con la capacità di stare seduti a tavola per più di un'ora. Il tavolo era visibilmente più alto della seduta seggiola per cui vi lascio immaginare la comodità!!!
E poi avete mai acquistato quel magnifico frigorifero uscito sulle riviste di arredamento e firmato da un nome prestigioso? Al tempo, e parlo di molti anni fa, era completamente diverso dai classici refrigeratori bianchi ecc.ecc. Peccato che la maniglia d'apertura fosse in basso e questo significava abbassare la schiena ogni volta che si voleva un sorso di acqua fresca!
Perchè scrivo tutto questo? Perchè "da grande" ho compreso che è preferibile rinunciare un tantino all'estetica, all'eleganza e favorire la vera utilità di tutto ciò che quotidianamente ci occorre e usiamo.
Ecco perchè penso alla "nuova" Via Bologna. Per carità, qualche alberello ci sta mica male e il look è carino. Ma posso io utilizzatrice quotidiana stare in coda ogni volta che l'autobus ha una fermata o una macchina davanti a me deve svoltare a sinistra, perchè è stato sarcificato il posto per la seconda corsia??????? Sto parlando di un'arteria di grande passaggio non di Vicolo Corto del Monopoli!
Il traffico si muove solo quando qualche automobilista proveniente dalla corsia opposta, mosso a compassione, lascia svoltare le macchine, perchè dato l'evidente via vai, è molto complicato trovare l'attimo libero.
Ma la viabilità non significa contare sull'altrui comprensione: DEVE PREVEDERE LA FLUIDITA' DEL TRAFFICO,LO SCORRIMENTO.
Ormai non siamo più 2 gatti, ma una città nella quale quasi ogni abitante possiede un'auto e questo significa, ripeto SCORRIMENTO/SCORRIMENTO/SCORRIMENTO.
Silvia Forti
http://www.ascomfe.it/ferrara/via-bologna-negozi-sul-piede-di-guerra.html?Itemid=5