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sabato 26 luglio 2014

Il poeta e filosofo Sandro Giovannini in Urfuturismo eBook

*Il seguente scritto, prima versione,  già nel cartaceo AA.VV, Al di là della destra e della sinistra..   (La Carmelina, Ferrara-Roma, 2013)a cura dello stesso Giovannini e di Roby Guerra, è stato riprodotto anche nella nuova versione eBook (uscita con il titolo completo Urfuturismo Futurismo Oggi 2000 n. 1, ebook collegato al rilancio digitale della storica rivista futurista secondo novecento di Enzo Benedetto e lo stesso Luigi Tallarico, critico d'arte specializzato per il Futurismo).  E nell'ebook, nuovi autori molto rilevanti quali Pierfranco Bruni, Miroslava Hajek, Luca Gallesi, i giovani stessi talenti Roberto Bonuglia, Sandro Battisti, Antonella Pagnotta, Luca Calselli.

Giovannini, ora, ulteriormente, ha aggiornato il medesimo scritto.


Per una volta teniamoci agli impulsi primari



di Sandro Giovannini





I



Questo scritto è stato composto volutamente a due giorni dall'esito delle elezioni italiane di febbraio 2013, quando non potevo conoscere ciò che sarebbe accaduto al proposito. Ma dovendo integrarsi nel libro collettaneo "Al di là della destra e della sinistra…", volevo provare a muovermi per una volta non al solito livello del "dover essere" ma a quello delle effettive pulsioni primarie. Il nostro usuale "dover essere" infatti corri­sponde ad una vocazione autentica di nobiltà d'animo e ad un'autoeducazione protrattasi per decenni e quindi non è affatto una "postura" inautentica, ma ha la grave carenza, nel proprio convinto volontarismo etico, di non considerare appieno quanto normalmente, dentro e fuori di noi, si muove a livello, appunto, delle pulsioni primarie. Gusti, disgusti, percezioni più o meno sensorialmente elaborate ma sulle quali hanno operato per lungo tempo contestualità esterne, compongono dei quadri pregiudiziali che divengono autentiche disposizioni ca­ratteriali. Lo sappiamo da un tempo infinito e da infinite fonti. Ma tali disposi­zioni, per quanto noi si faccia per considerarle o riportarle ad una gerarchia sovraordinata a più elevati standard concettuali, rappresentabili dalla nostra razionalità, permangono, sostanzialmente ed alquanto stabilmente, autonome. Nello specifico che ci riguarda, la ormai lunga storia delle complesse motivazioni "al di là della destra e della sinistra" che si nutre innegabilmente da tempo di un approfondito discorso teorico nazionale e sovranazionale e s'innerva in un ormai consolidato orizzonte non solo ideale e sociale ma anche storico, da una parte coglie infiniti spunti di superamento delle dicotomie di stampo ideologico, ma dall'altra necessariamente trascura, nel suo statuto eminentemente razionale, il trascinamento inestinguibile dei portati animici. In più avviene persino la possibile paradossale inversione del processo virtuoso di riconoscimento ideale nel cascame mass-mediale dei mille strepiti che sempre s'attestano su una linea "al di la della destra e della sinistra" rozza e populista, facilista ed aproblematica, che ritorna storicamente declinata brutalmente, magari alla fine di un sofferto percorso dialetticamente esistenziale, innestandosi su ogni vorticosa dinamica d'appartenenza formale e letteralista e prescindendo da ogni possibile sintesi, vera e di lunga durata. I portati animici più facilmente interpretano con immediata sicurezza i fenomeni della pesanteur (quelli che in altra sede abbiamo giudicato superabili solo in una pratica ove la partecipazione - ampiamente intesa - possa svolgere la funzione di chiave di volta e di punto di svolta delle divergenti e sempre rinnovantisi spinte centrifughe) e li collocano, se si può e se si vuole esser sinceri fino in fondo, in un contesto vivo che si rivela al fine molto meno semplificabile, anche teoricamente, di quanto spesso noi si dica o si voglia. Questa riflessione che, a prima vista, nella sua apparente plausibilità, potrebbe affacciarsi come decisamente accettabile, provenendo proprio da un modesto ma convinto alfiere di un comunque arduo percorso di superamento delle dicotomie e delle aporie ideologiche, è invece una potente dialettica messa in discussione non solo di tutto questo personale e comunitario percorso, ma dello stesso scritto che in Postfazione, (*) a mio nome, si dispiega in una logica ormai ben conosciuta e, sia pur in cerchie ancora limitate e convintamente elitarie, condivisa. Ma chi vorrà continuare a leggere coglierà il dato di tesi ed antitesi.







II



Alcuni caustici mass-mediologi con sapiente disprezzo ironizzano sulla persuasa stupidità che s'impadronisce delle opposte tifoserie politiche, in genere all'indo­mani dell'esito elettivo, una euforica e l'altra depressa, (soprattutto nei siste­mi d'apparenza almeno bipolare, che giocoforza semplificano grandemente la rappresentazione 'amico/nemico'). Essi apparentano la scelta a fattori emi­nentemente irrazionali, dimostrati dall'incongruità parallela delle interminabili vocazioni per casacche sportive, giudiziarie, istituzionali, ormai platealmente destituite da plausibilità legate a logiche causali e di non-contraddizione. E quindi ad una necessità molto profonda basante la sua indiscutibilità sulla ne­cessità ineliminabile di un'identificazione immaginale e larvatamente mitica an­che se spesso sostitutoria e pur facilmente demistificabile, ancor più nel regime odierno d'individualismo di massa. Ora, se essi da una parte colgono l'essen­ziale sotto la compiacente cupola asettica dell'irrazionale, dall'altro trascurano di necessità l'enorme, quasi insondabile, portato delle dinamiche interiori, ap­punto animiche, sia a livello psicologico, che sociologico, ponenti e sostenenti realmente le scelte. Spesso le derubricano troppo facilmente con categorie interpretative legate alla sufficienza intellettuale. In più la sferzante disamina dell'ingannevole futilità delle tifoserie (ben rappresentabili dall'insuperabile metafora renziana dei beccantesi polli), mentre bene delinea (e ribadisce) l'irraggiungibile alterità del potere reale ormai inestricabilmente insediatosi nell'universo globalizzato, tinge di drammaticità beffarda ed umanamente crudele questa sempre tentata e mai riuscita derisione e demistificazione. Quindi visione lucida ma senza alcuna pietas, pur dolentemente consapevole del vero sistema dominante, che altrimenti resterebbe nelle nebbie interpretative del panem et circenses, ben più funzionali ed utili - da sempre ed ancor più ora che non vi sono più confini per il consumo come valore dominate - al sistema medesimo.



Ora per non essere minimamente reticente e volgarmente generalista e per paga­re in prima persona anche di questa potenziale e dichiarata mancanza di pietas, devo, in corpore vili, provare a rimuovere quella cupola, partendo da me stesso, anche a rischio di semplificazioni pericolose. Il fastidio insostenibile che in me si crea quando (ad esempio) in televisione mi appare un volto che appercepisco come il non plus ultra della correttezza del pensiero democratista dominante, con ogni suo vezzo, furbizia, ammiccamento, discrezione e sapienza sa­lottiero/mondana e quindi inverando e superando, tra orchestrati ma forse anche ben autentici applausi, una distinta medietà che supera ben in efficienza ogni volgare improvvisazione, ogni facilmente decodificabile prossenetismo, ogni battuta o bat­tutaccia che tenda senza troppe pretese all'immediato consenso, è qualcosa che certamente potrei spiegare razionalmente. Questo (oltre a non interessare giu­stamente nessuno se non a livello sperimentale), e pur razionalizzabile se mi po­tessi trattenere approfonditamente su miei vissuti psicologici e politici, rivela che in me si determina comunque e nell'immediato, ma persino nel profondo con continuità sorprendente, una coinvolgente alterità, una sorta di "odio" po­tente e che scatta in modo irrefrenabile e che per giunta mi specchia con estrema rilevabilità nella presumibile concavità della "ragione/irragione primaria". So quindi quanto l'immagine speculare di quel volto, se fosse possibile raggiungere proprio quegli "agevoli altopiani" (esattamente contrari e non solo abbor­racciatamente o moderatamente alternativi), sarebbe altrettanto odiosa ed odiata. Anzi, tanto più essa cercasse, al di là di una pur comprensibilissima reazione, a determinarsi in un vero e proprio organico rifiuto ed in una rappresentazione del contrario perfetto di quel democraticismo imperante, di quel globalizzato pensiero unico, diverrebbe sempre specularmente di molto più odiosamente insopportabile di quanto ogni timido tentativo di reazione massmediale (il ra­gionamento di cultura alta viaggia perlopiù - seppur sempre pericolosamente - alquanto al disopra di queste paludi, ma ne risente ineludibilmente i miasmi), usualmente determini, ormai, nella nostra società. La battaglia letteralista, oscurante e martellante, che non sa (o non vuole sapere) di quali forze primarie stiamo trattando, in apparenza destrutturata di ogni verità rapportabile a fatti concreti, trascina un peso immaginale enorme ed insondato, che si combatte in primo assalto anche con cortine fumogene e shrapnels delle granate nominaliste moderate o radicali. E tanto più si riduca poi - per innumerabili motivi - il con­trollo sociale, nell'anarcoidismo orchestrato e funzionale, tanto più ogni gestua­lità complessiva (non parliamo neanche più di una logica del mentale quanto di una vera e propria fisicità primaria o motilista) si determinerà rivelatoria e di­scriminante. Ecco perché vi è una logica nell'entropia e perché ne possiamo in­vestigare - da e per sempre, con estrema attenzione - la procedura. Ma questa consapevolezza del davanti e del dietro dello specchio non consuma affatto l'o­dio, anzi in parte lo fortifica nella dimensione della sua irriducibilità e della sua incomprimibilità, oltre un certo grado e livello, seppur il super-ego determini sempre (il più delle volte a posteriori, e quando poi si realizzino realmente) le strategie stoiche di contenimento e di voluto superamento, secondo una rappresentazione gerarchica. Il viaggio al termine della notte, senza però sperabilmente compiacimenti artati né furbe semplificazioni, non impossibilita la visione apollinea (forse solo la costruzione), ma anzi ne giustifica la produttiva dialettica dionisiaca.






III





Ho costruito







Ho

costruito questa terrazza

come altre

tutte sul cielo

alcune con vista mare

altre con vista tetti

altre con vista boschi.





Sono stato spinto

da una forza

più forte

che non so a cosa attenga





O forse so

ma a chi importa una pulsione

quando siamo distratti da mille ambasce

tutte con vista inferno

e chi più fugge

più ne metta e riposi

in suo desire ...





Resta il sapore a fine ciclo

delle sfinite essenze

mille raggiungimenti

discepolati

nelle due direzioni

e mille scarti

perseguendo come molti

una via per aggiunta

un atto per levare





per prova diseguale e per affetto

ai pochi animi forti

che incontro

alle poste più impreviste

e affini

e colpevolmente forse

a quella tenerezza

ch'è segno e ruolo

di un'età che volge ormai

e che declina





Ma

dall'alto

tutto ciò che si perde

si riacquista

almeno in prospettiva

e la fisionomia sfocata

s'apre all'orizzonte esteso

alla distanza pura

ed alla chiara luce.
  



(*) in Postfazione, nello stesso libro, "Al di là della destra e della sinistra…", Edizioni La Carmelina, 2013, un altro articolo, sempre di Sandro Giovannini, dal titolo Dietro le quinte.

 

sabato 28 giugno 2014

Roma, Mimmo Centonze in Urfuturismo ebook (La Carmelina)

Roma, Mimmo Centonze in Urfuturismo ebook

giugno 24, 2014 • Cultura e Spettacolo
*Urfuturismo Futurismo Oggi 2000 (01)  (La Carmelina Ferrara-Roma-2014).  Nella versione ebook di "Al di là della destra e della sinistra…" (La Carmelina 2013), a cura degli scrittori Sandro Giovannini e Roby Guerra (Movimento Nuova Oggettività e Scuola romana di filosofia politica), tra i 50 autori circa intervistati e presenti (link autori completo ecc. in fondo pagina Info), molti rilevanti e di spicco, segnaliamo Mimmo Centonze, di Matera, poi lanciato da Sgarbi in quel di Salemi, protagonista al Palazzo delle Esposizioni nel 2012, nella Biennale di  Venezia di Sgarbi stesso (2011), evidenziato dalla critica tra i principali giovani artisti dell'arte contemporanea italiana, da riviste economiche persino come investimento culturale presente e prossimo venturo.

Mimmo Centonze, da tempo ben noto a Roma Capitale, dove spesso ormai "risiede", capace in piena decadenza anche trash dell'arte italiana di conciliare quasi l'impossibile nei nostri tempi liquidi e di ardua decifrazione estetologica, con l'artista spesso semplicemente eteronomo e quasi pupazzo del cosiddettto libero mercato dell'arte, gallerie incluse. 
Centonze, al contrario, mixa con disincanto e conoscenza, provocazione futuristica e genialità tecnico-pittorico e o visual: micromacchine di luce plasmano le sue opere, verso la nuova forma del XXI secolo per l'arte italiana: al di là della mera arte per l'arte, al di qua della mera – come accennato – provocazione. 
E un fare Arte con la maiuscola in progress, destinata a imprevedibili e sorprendenti evoluzioni e rotazione dalla verità fatta bellezza. 

Di seguito un estratto dall'ebook stesso in questione:

*INTERVISTA a MIMMO CENTONZE forza di luce e colore di gravità

D – L'arte contemporanea è degenerata?
R – (MIMMO CENTONZE) in certi casi, sicuramente. Ma è quello che accade quando si cerca ossessivamente di voler stravolgere tutto ostinandosi a non tener conto delle nostre origini. Non credo che questo modo di ragionare sia sempre produttivo. In Italia, per esempio, abbiamo una straordinaria tradizione artistica con la quale confrontarci e dalla quale trarre ispirazione.
Non è detto che tenendo ben conto dell'esistenza artistica di Tiziano o di Caravaggio poi si rimanga imbrigliati in un mondo antico e ormai passato. La grande arte è sempre contemporanea perché ci parla ancora adesso. Ci fa tuttora riflettere e si ricollega anche all'uomo di oggi. Per questo non diventa mai sorpassata.



D – Sgarbi, neodannunziano o grande politico e futurista?
R (MIMMO CENTONZE) - Vittorio Sgarbi è un essere geniale. Ha una mente acutissima. È un instancabile studioso sempre alla ricerca della bellezza, nelle sue varie forme. Rimane sempre al centro di in un vortice mai inattivo ma sempre in continua evoluzione.
È estremamente fattivo e odia e combatte con tutte le sue forze l'immobilità della burocrazia, i politici inutili e ingrati, le mafie del sistema dell'arte, le ingiustizie di fronte alle quali proprio non riesce a far finta di niente. E tutto questo con un coraggio e un'intraprendenza che lo fa accostare poeticamente ad un Don Chisciotte senza tempo.
Sono convinto che molti, avendo presente l'immagine di Sgarbi in tv, non sono pienamente coscienti del suo reale valore culturale ed umano. Sgarbi colma un vuoto che ancora molti non sanno che esista.

INFO
http://www.mimmocentonze.com/
https://www.youtube.com/watch?v=hH8noekB1J0
02) Vittorio Sgarbi, Giorgio Napolitano, Mimmo Centonze 8-742021

giovedì 19 giugno 2014

Il Tempo La Storia (Roma) segnala l'ebook urfuturista de La Carmelina


*photo Luca Gallesi,economista e giornalista de IL Giornale ecc.,  tra gli autori intervistati nel libro
eBook  Urfuturismo Futurismo Oggi 2000   01   "Al di là della destra e della sinistra..."

A CURA DI ROBY GUERRA E SANDRO GIOVANNINI

INFO
http://www.iltempolastoria.it/eventi/cera-una-volta-il-futuro/
http://www.iltempolastoria.it/chi-siamo/

http://lanotiziah24.com/2014/06/roma-luca-gallesi-in-urfuturismo-al-di-la-della-destra-e-della-sinistra/
http://lanotiziah24.com/2014/06/roma-ferrara-rilancia-la-rivista-futurismo-oggi-di-benedetto-e-tallarico/
(ELENCO AUTORI)


Il Tempo La Storia di Roma, a cura di Roberto Bonuglia, giovane associazione culturale della Capitale, già premiata dal Presidente Napolitano stesso, per la sua azione culturale particolarmente creAttiva (con due t, nessun refuso), incontri culturali ad esempio con i vari Corrado Augias, Oliviero Beha, Gianni Borgna, Achille Bonito Oliva, Franco Cardini, Umberto Croppi, Ernesto Galli della Loggia, Emilio Gentile, Paolo Guzzanti, Carlo Lizzani Bruno Vespa, Luciano Violante...  ha ogg con un lungo articolo segnalato e elogiato particolarmente il nuovissimo eBook de La Carmelina di Ferrara,  Futurismo Oggi 2000  01  Urfuturismo, versione ampliata del cartaceo Al di là della destra e della sinistra, del 2013,  entrambi a cura del poeta ferrarese Roby Guerra e del filosofo Sandro Giovannini. Nello specifico evidenziata la sinergia con la storica rivista sempre di Roma, Futurismo Oggi a cura di Enzo Benedetto, secondo novecento (poi Centro Studi omonimo a cura di Luigi Tallarico, famoso storico dell'arte del futurismo, con i nuovi futuristi di oggi, tra i membri, i vari Vitaldo Conte, Riccardo Campa, Anonio Saccoccio, tutti inclusi nei volumi). Note anche del celebre Graziano Cecchini (La Fontana Rossa di Trevi del 2007) e di Marcello Francolini, giovane critico d'arte. E tra gli autori, circa 50, nomi di spicco nazionale: ad esempio Luca Gallesi, Pierfranco Bruni, Miroslava Hajek, Sandro Battisti, Giuseppe Manias (Biblioteca Gramsciana, Ales), Giovanni Sessa (Scuola romana di filosofia politica).  Non ultimo anche diversi scrittori ferraresi:   Riccardo Roversi, Zairo Ferrante, Emilio Diedo, Raimondo Galante, Mauirizio Ganzeoli, Sylvia Forty, gli stessi Laura Rossi (operatrice culturale) e Alberto Ferretti Così la testata blog de Il Tempo La Storia: (estratto minimo)"..
L'obiettivo di Roby Guerra, futurista antagonista ferrarese e Sandro Giovannini, poeta e filosofo del Movimento Nuova Oggettività e della Scuola Romana di Filosofia Politica (Università La Sapienza di Roma), è proprio riesumare il Futurismo come una fenice che risorge dalle proprie ceneri.
Questo nuovo, vecchio e sempiterno Futurismo è la voce della Cybercultura italiana, a cominciare dall'essere letto e pubblicato come ebook. Questo "Futurismo senza alcun -ismo'", come dice lo stesso Guerra: perché non è un regime totalitario dell'Arte, ma una perpetua scienza dell'invenzione e della produzione umanistica. Nell'era di Internet e della Rivoluzione Mediatica, il Web e l'Immaginazione sono al potere, anzi. Sono il Potere. "Contro la società liquida e dei simulacri. Artisti e scrittori in volo in una astronave immaginaria (…) Ognuno un nanouniverso parallelo."

lunedì 3 marzo 2014

Ferrara, i futuristi per le dimissioni del Vescovo Negri *VIDEO




da Ferrara, Italia, premessa

http://lanotiziah24.com/2013/10/emilia-news-il-solito-vescovo-lefebvriano-delira-anche-su-halloween/

http://lanotiziah24.com/2013/07/emilia-news-affaire-movida-vescovo-a-ferrara-intervista-a-marco-zavagli-direttore-di-estense-com/

http://www.estense.com/?p=365388
Ennesima esternazione del Vescovo Negri, qua a Ferrara un flop costante. Ora persino un mix da D.J. Satanista tanto per restare in tema. In questi giorni non soltanto una nuova manifesta espressione del Vescovo (di Ferrara, ma mai per la comunità, sempre e solo per interferenze teocratiche cattopassatiste) fortemente antilaica: in quel di Casa Cini (a suo tempo espressione della miglior tradizione vivente e "moderna" con Don Franco Patruno della vera cultura umanistica di matrice cristiana) prima una conferenza dove Negri, manco Renzi voglia rottamare il Concordato, bolla l'informazione di manipolazione costante della verità, proclama lecita e attendibile solo una informazione basta sulla Verità (quella di Mosè, Gesu' o Maometto o Torquemada non si è quasi capito....).
Di più, nell'incontro con la stampa locale invitata, non invitata la stampa on line ufficiale: persino Scansani, de la Nuova Ferrara, non proprio la testata più libera di Ferrara (ma il Carlino mica meglio, anzi), almeno ha evidenziato e di fatto protestato per il baco solare..

Negri ha già comunicato in nome della Verità, la sua non disponibilità a qualsiasi analogo confronto con la stampa on line! Certo zelo del Vescovo quasi oscura persino lo stesso Beppe Grillo come noto molto amico dei giornalisti! Ebbene, magari a Ferrara sarebbe auspicabile (ma non certo solo qua) un bel dibattito sui condizionamenti espliciti o taciti del Potere Politico verso i mezzi di informazione: ma esclusivamente in sede laica, non certo nel cortile della Curia.

Più in generale, l'abbiamo scritto fin da subito e in particolare dall'affaire movida della Primavera/Estate 2013, non solo a Ferrara, il Vescovo Negri è semplicemente e ripetutamente nei fatti incompatibile con una città d'arte laica (almeno giuridicamente e potenzialmente) come Ferrara. Per rilanciare il turismo non crediamo che sia un buon target quello in voga nel medioevo o quello attuale dei seguaci lefebvriani, tacito o meno controeresia non ufficiale che sembra ispirare la crociata 1.0 del vescovo Negri, qua a Ferrara.

Già l'affaire movida (che ha già decretato nei suoi effetti un parziale abbandono della comunità studentesca dal rituale della Movida, desertificando un poco il Centro Storico -potenza di un poco di rumorismo di qualche versetto satanico...!) alla fine a Ferrara ha seguito, istituzioni incluse, dapprima laicissime... poi, un copione da Ponzio Pilato: e il Vescovo ancora qui, non solo, ha persino rilanciato in certo modo alla CEI (e nessuna levata di scudi qua a Ferrara)... Ora, mentre gli stessi a suo tempo Woityla e Ratzinger dichiararono Internet un dono di Dio, persino su Twitter, e sulla stessa onda anche Papa Francesco, Negri – al passo con infiniti gruppi fondamentalisti attivi nel web (i lefebvriani stessi..) bolla neppure tacitamente il Web di Satanismo!

E altro che richiamo all'Etica (Sic!): nell'era digitale... Negri si rilegga Dio & Golem del grande Norbert Wiener, fondatore della Cibern-Etica!

Ebbene: proprio quando Ferrara ha le ultime chances per risollevarsi da certa decadenza che soltanto un sindaco cattolico pare incapace di vedere, con magari un Franceschini alla cultura in quel del governo Renzi, non sarà l'eccezione molto orwelliana di uno Sgarbi, a suo tempo difensore d'ufficio del Vescovo, a impedire in una città laica magari un bella petizione virtuale (ovviamente) promossa senza se e senza ma dai 100000 uomini di cultura attivi e presenti in città! Non possiamo lanciarla Noi da soli, noti fuori Ferrara ma qua quasi bannati in quanto sempre fuori da certa ben nota Casta culturale e politica stessa, certamente la sottoscriveremmo. Ma questo vescovo è anche un TEST: medioevo o rinascimento prossimo venturo a Ferrara? Da Massimo Maisto al Gramsci eccetera, che aspettano a chiedere le dimissioni di tal vescovo medievalista (non ermeneutico ma letterale...) parodia persino di... Melantone, nemico nei fatti egli stesso di certo sublime umanesimo di matrice cristiana, mi limito a citare i soli Pierre Tehilard de Chardin, Jean Guitton, lo stesso Antonino Zichichi?
Potremmo, infine,  citare futuristicamente e facilmente...  Marinetti stesso, quando ne L'Aeroplano del Papa risolse poeticamente un questione analoga nell'Italia del primo novecento, rapendo persino il Pontefice che neppure riconosceva lo Stato Italiano e poi dall'alto dei cieli lo liberò nel Mare Adriatico e  ricordare anche che a Ferrara almeno il PO è a due passi. Ma liberare nel 2014 (terzo millennio!) Gesu poeta cosmico per eccellenza e devozione autentica, ulteriormente, a Ferrara è fondamentale in nome semplicemente di Spinoza, Maestro Ekkart, lo stesso Rilke quando divinò  l'Idea del Dio Futuro venuto alla luce! 

Roby Guerra futurista

domenica 19 gennaio 2014

SANDRO GIOVANNINI Nuova Oggettività – Urfuturismo – Aristocrazia sociale





Nuovaoggettività – Urfuturismo – Aristocraziasociale





Pensiamo che giustapporre, unire, con-fondere, moltiplicare le nostre opzioni, sia una giusta risposta all’esperienza che ci ha guidato in questi ultimi anni. Qualcuno forse può presumere che una mancanza d’apparente linea guida sia un meno, anziché un più?  O forse questo nostro tempo, che precipita verso la semplificazione come parodia dell’atto rivoluzionario e non come un’assunzione di opposti risolti in sintesi, può arrogarsi la sufficienza becera ed il montarsi uno sull’altro in una frenesia finale di si salvi chi può? Rispettiamo la sofferenza autentica, ma allarghiamo anche le braccia verso l’alto nel gesto dell’accoglienza del nuovo, che però non sarà mai troppo imbellettato e compiacente.  Abbiamo cercato di portare i nostri documenti, come diceva il poeta, e ne siamo stati sovrastati ed oppressi… oppure siamo riusciti tuttononostante a fare un percorso dignitoso… a mettere insieme valenze inaudite a cercare ascolti sottili a creare convergenze corpose ed amicali, a cercare di enucleare, nell’orgia dei cachinni e delle frasi fatte, qualche poca cosa del pensiero… che so di qualche vacuità e destino, assieme, ad esempio, che non fa che riproporre, ma non stancamente e non facilmente, il millesimale sparso infinito richiamo dei grandi e degli svegliati, sempre… quelli cioè che non dormono troppo sugli allori e sulle compiacenze del già fatto, ma sono solo di una cortesia efferata, ai limiti dell’odio e della distanza rammemorante? Certamente credo che noi si sia lavorato al proposito, ed ancora saremo in grado di farlo. Cercheremo di cogliere il lavoro mentale di altri, ancora, a noi prossimi per avvicinamento dalla differenza e mai gli stessi, antichi e pur sorprendentemente nuovi lungo il percorso, ma non saremo di quelli che l’eterogenesi dei fini appaga per illudersi dell’insostanziale e per bearsi del secolo dentro se medesimi. Una gioia sorridente delle cose che abbiamo creato è l’antidoto all’usa e getta che impazza da ogni anima bella incapace di tenere il punto e piena di un sé minore, mai pervenuto al comune colore nero con dentro il singolo vuoto bianco. Una gioia sorridente che ci fa guardare al solo che viene vicino e alla massa che mugghia come una bestia ferita, finalmente consapevole delle mille offese e delle infinite omissioni. Ma questo è il nostro presente eterno e questa è la nostra Patria…



Sandro Giovannini



Autori che hanno collaborato fino ad ora ai vari libri:

Per una Nuova Oggettività, popolo, partecipazione destino”, Heliopolis Edizioni, 2011; “Per quale motivo Israele può avere 400 testate atomiche e l’Iran nessuna? - l’Impero interiore”, La Carmelina 2013;

 “Al di là della destra e della sinistra.  Per l’Italia del XXI secolo, dopo il libro manifesto

 ‘per una Nuova Oggettività’”, La Carmelina, 2013.



Gabriele Adinolfi, Alberto Cesare Ambesi, Luciano Arcella, Stefano Balice, Mario Bernardi Guardi, Gianni Bertuccioli, Astelvio Biagini, Umberto Bianchi, Manlio Bichiri, Davide Bigalli, Mario Biuzzi, Giuliano Borghi, Ettore Bonessio di Terzet, Claudio Bonvecchio, Mario Bozzi Sentieri, Alessio Brugnoli, Marco Canestrari, Luigi Capozza, Francesco Cappuccio, Riccardo Campa, Seconda Carta, Giuseppe Casale, Giandomenico Casalino, Pierluigi Casalino, Graziano Cecchini, Vincenzo Centorame, Gianni Chiostri, Leonardo Alaedin Clerici, Sandro Consolato, Vitaldo Conte, Gaia Conventi, Daco, Giovanni Damiano, Francesca De Carolis, Brunello De Cusatis, Alessio De Giglio, Vittorio De Pedys, Emilio Diedo, Giuseppe Di Gaetano, Susanna Dolci, Lodovico Ellena, Mario Farneti, Federico Felloni, Zairo Ferrante, Marco Ferrazzoli, Alberto Ferretti, Cesare Ferri, Antonio Fiore, Alberto Figliuzzi, Sylvia Forty, Francesco Franci,  Marcello Francolini, Carlo Gambescia, Maurizio Ganzaroli, Roberto Guerra, Michelangelo Ingrassia, Bruno Labate, Aldo La Fata, Anna Lamberti-Bocconi, Gian Franco Lami, Domenico Lancianese, Guglielmo Maria Lolli-Ghetti, Luigi Lombardi Vallauri, Alberto Lombardo, Biagio Luparella, Luca Gallesi, Giuseppe Gorlani, Alessandro Guzzi, Teodoro Katte Klitsche de la Grange, Sandro Giovannini, Giovanna Guardiani, Roby Guerra, Giulio Maganzini, Francesco Mancinelli, Giuseppe Manias, Giuseppe Manzoni di Chiosca, Matteo Marconi, Simone Marletta, Alberto B. Mariantoni, Rita Catania Marrone, Paolo Melandri, Ferdinando Menconi, Francesco Paolo Menna, Marino Micich, Marco Monaldi, Claudio Mutti, Elisabetta Oggero, Alessandro Orlandi, Luisa Pesante, Raffaele Perrotta, Maria Antonietta Pinna, Vincenzo Pinto, Giuseppe Puppo, Miro Renzaglia,  Luca Leonello Rimbotti, Alberto Rosselli, Marco Rossi, Paolo Aldo Rossi, Riccardo Roversi, Gianfredo Ruggiero, Antonio Saccoccio, Francesco Sacconi, Sandro Salerno, Andrea Scarabelli, Riccardo Scarpa, Fabio Scorza, Adriano Segatori, Giovanni Sessa, Roberto Sestito, Luigi Sgroi, Primo Siena, Paolo Silvestri, Augusto Sinagra, Luca Siniscalco, Luigi Tallarico, Giovanni Tuzet, Stefano Vaj, Piero Vassallo, Ubaldo Villani-Lubelli, Filippo Venturini, Eduardo Zarelli.

lunedì 9 dicembre 2013

Nuova Oggettività magazine Autunno 2013 n. 13 SPECIAL VIDEO for NELSON MANDELA




    NOVEMBRE 2013




OTTOBRE 2013





PERCHE' N.O.? CRESCITA/DECRESCITA 

a cura di Stefano Vaj , Sandro Giovannini.....