giovedì 8 maggio 2025
Casalino-Storia-La I Repubblica...
venerdì 23 agosto 2024
Togliatti censore di Gramsci!
https://www.ilgiornale.it/news/quando-togliatti-censurava-gramsci-non-infastidire-compagno-2360907.html
in realtà i rapporti fra i due leader comunisti furono, a partire dal 1926, pessimi.
Nell'ottobre del 1926 Gramsci inviò (a nome dell'Ufficio politico del partito comunista italiano) una lettera al Comitato centrale del Partito comunista bolscevico, in cui egli esprimeva la più viva preoccupazione per l'asprezza della discussione in atto fra la maggioranza del partito comunista russo (capeggiata da Stalin) e le opposizioni (capeggiate da Trotzki, Zinoviev, Kamenev). Di qui la ben nota affermazione di Gramsci: «Compagni, voi oggi state distruggendo l'opera vostra, voi degradate e correte il rischio di annullare le funzione dirigente che il partito comunista dell'Urss aveva conquistato per l'impulso di Lenin; ci pare che la passione violenta delle questioni russe vi faccia perdere di vista gli aspetti internazionali delle questioni stesse, vi faccia dimenticare che i vostri doveri di militanti russi possono e devono essere adempiuti solo nel quadro degli interessi del movimento operaio internazionale». E ancora: «I compagni Zinoviev, Trotzki, Kamenev, hanno contribuito potentemente a educarci per la rivoluzione, ci hanno qualche volta corretto molto energicamente e severamente, sono stati fra i nostri maestri. A loro specialmente ci rivolgiamo come ai maggiori responsabili della attuale situazione, perché vogliamo essere sicuri che la maggioranza del Comitato centrale dell'Urss non intenda stravincere nella lotta ed evitare le misure eccessive». Gramsci non sapeva (e non avrebbe saputo) che le «misure eccessive» adottate da Stalin sarebbero stati i grandi processi di Mosca, nei quali egli avrebbe condannato a morte la vecchia guardia leninista (quanto a Trotzki, questi fu ucciso con inaudita ferocia da un sicario di Stalin, in Messico).
sabato 24 ottobre 2009
AZIONE FUTURISTA FERRARA X BERSANI
Delirium Pd
Recentemente, sintomo spettacolare di certa simbiosi Pd Ferrara... il duo Franceschini-Maisto - vedi stampa ferrarese- .ha testualmente dichiarato“Faremo dell'Italia una enorme Ferrara!” Forse preda i due della celebre euforia bipolare di cui parla da anni il Professor Cassano a Pisa (in senso politico, ovvio, traslato.)
Ecco quindi l'Italia se vincerà Franceschini al Congresso PD:
Grandi Opere: Palazzo degli Specchi, Ospedale di Cona...
Economia: modello Cenerentola Emilia-Romagna
Edilizia: Coop Costruttori
Sport Due presidenti a suo tempo in carcere e la Spal in Serie C2
Esteri: moschea davanti alla Base Nato di Vicenza o Portomarghera
Restauri Belle Arti: Esempio Piazza delle Signorie a Firenze modello Piazza Municipale
Cultura: Hermitage virtuale...monopolio Arci, Abbado Ministro della Cultura, centenari del futurismo censurati perchè arte fascista (nel 2009!)
Commercio: Made in China doc
Ecologia: Quadrante Est, primato dei tumori ambientali
Cattocomunismo .... cosmico!
e così via:
Nella ricorrenza del secondo anniversario della Fontana Rossa di Trevi, 19 10 2007/2009 noi futuristi di Ferrara in sinergia con Graziano Cecchini Rosso Trevi che ha rilanciato il futurismo con il celebre blitz romano in questione, lanciamo un appello ai compagni ferraresi.
Nel nome di Berlinguer, lo stesso Roberto Soffritti, il miglior sindaco di Ferrara, dal 1948, e magari Massimo Cacciari, votate almeno per Bersani, contro il delirium Franceschini..... Si veda anche su you tube la plailyst La Fontana Rossa Anno II, canale Futurguerra e su Controcultura Supereva il manifesto Azione Futurista vs Franceschini: libera informazione a Ferrara?
Azione futurista Ferrara-Roma
Roby Guerra, Graziano Cecchini Rosso Trevi, Maurizio Ganzaroli, Sylvia Forty, Marco Jannotta
http://www.estense.com/?module=displaystory&story_id=56202&format=html
mercoledì 26 agosto 2009
ELOGIO DEL DUCA ROSSO
Il PD a Ferrara è già in minoranza sull'affaire Hera Acqua, lo sarà anche tra la gente tra breve sullo scandalo della moschea omertosamente autorizzata nell'area del petrolchimico..... davvero campioni di sicurezza i Pieddini, ma si sa ormai non gli resta che tesserare i musulmani, visto che la gente magari li vota ancora ma certamente non li stima più (Franceschini, Tagliani, Zappaterra, Calvano e altri geni del regime ferrarese...).
Così, già caduta la maschera del buon sindaco, Tagliani e compagni di ramadan... non han trovato di meglio che disturbare lo spirito del Duca Rosso, alias Roberto Soffritti, attribuendo in fondo a Lui, fine mandato nel 1999 (!), tutte le porcate di due legislature Sateriale, con Tagliani complice fino all'estrema unzione...
Ma il Duca Rosso non ha incassato: ha risposto per le rime con dati ineccepibili e soprattutto con trasparenza politica invidiabile oltre che personalità sconosciuta ai suoi eredi attuali... E il Duca Rosso ha ragione! Pur con certi chiaroscuri è stato il miglior sindaco mai apparso a Ferrara. Amava Ferrara, interagiva con i democristiani, ma comandavano Lui e il PCI...., lanciò con successo la scommessa di Ferrara città d'arte. IL primo Abbado, le grandi mostre, il restauro delle Mura eccetera non erano cazzate, ma visioni lungimiranti e futuribili, in una filosofia anche cittadina assai meno idoelogica di quanto sia dopo ...il Duca Rosso.
E in una città, nei Resti della Sinistra, dov, oggi, i nostri massimi politici si schierano - veri e propri allocchi anche in termini di futuri soggettivi- con l'ex boy scout di Azione Cattolica (reale o virtuale poco conta, il DNA è quello) Dario Franceschini, riducendo la politica ferrarese quasi ad un aperitivo del congresso fatale di Ottobre del PD nazionale, almeno il Duca Rosso opta per Bersani, magari poco leader ma almeno un poco di sostanza..... E Franceschini riprenda in mano il suo Terzo Libro, nei Dettati è bravo, a quanto pare interrotto per ragion di...stato, chiamato a furor di asini a dirigere i resti del PCI....
Per fortuna, l'era degli zombies è finita, finirà anche a Ferrara?
mercoledì 14 gennaio 2009
IL DISSIDENTE GOLDRAKE
GOLDRAKE E LA SCOMUNICA COMUNISTA
Il 4 aprile 1978, alle ore 18.45, su Rai 2 fu trasmessa la prima puntata di Goldrake, anzi Atlas Ufo Robot, il leggendario cartone animato giapponese... E posso vantarmi di averla vista, in un televisore bombato, piccolino, in bianco e nero.
Come tutti i bambini dell'epoca, ne rimasi ipnotizzato. Papà mi comprò a Natale persino un grosso Goldrake di latta capace persino di lanciare e pungni. E visto che all'epoca non che ce la passassimo splendidamente, posso immaginare che qualche sacrificio l'abbia fatto, per quel regalo.
Perchè ebbe quel successo ? Tecnicamente era molto più primitivo di quelli di Hanna e Barbera, però introduceva un'estetica del grande e del veloce, mi verrebbe da dire marinettiana, che colpiva maggiormente la fantasia.
All'ironia superficiale americana sostituiva l'azione. Al perbenismo piccolo borghese, l'etica. A storielline intrighi complessi: benchè le singole puntate avessero una struttura similare, riconducibile alla morfologia della fiaba di Propt, il loro insieme costituiva un mosaico di tradimenti ed eroismi che ricreavano una nuova mitologia popolare.
Con il senno di poi, la reazione del PCI culminata con l'intervista della Iotti che definì Goldrake "antidemocratico violentissimo", non era così scema come potesse pparire a prima vista.
A differenza di una visione del mondo che si può tranquillamente definire futurista o umanista, in cui l'Io determina se stesso, prendendosi la responsabilità di essere e di seguire la sua strada, con successi e fallimenti, quella della Sinistra è pedagogica: l'individuo è incapace di scegliere ciò che è bene e ciò che è male.
Tale compito deve essere delegato alla collettività o meglio al Partito che provvedeva a plasmarlo come molle cera. E per far questo il PCI si era impadronito di un complesso apparato di produzione culturale che, anche quando non produceva noiosissimi mattoni, certo non penetrava in profondità nella società italiana.
Ed all'improvviso, in maniera pervasiva, invece degli innocui cartoons si trovavano davanti un qualcosa che proponeva un insieme di valori totalmente opposto.
Al comunitarismo si contrapponeva il ruolo "eroico" dell'individuo, fabbro del suo destino. All'internazionalismo pacifista ed un po' vile della Sinistra, l'amore per la Patria e la lotta disperata per la sua salvezza (sorridendo, mi immagino un D'Alema a braccetto con il generale Gandal o Veltroni protestare contro la reazione sproporzionata nei confronti di Vega) Al desiderio "arcadico" del ritorno alla Natura, il primato della Tekne.
Il PCI individuò il pericolo, ma come sua tradizione, invece di analizzarlo e di prendere le contromisure, lo demonizzò.
E oggi, con la sconfitta della sua cultura, ne paga le conseguenze.
ALESSIO BRUGNOLI
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