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martedì 31 gennaio 2012

Roberto Guerra "Futurismo per la Nuova Umanità" rassegna stampa

22155_18071_guerra_Image.jpgRoberto Guerra

 

Futurismo per la nuova umanità

 

Dopo Marinetti: arte, società, tecnologia (Armando Editore, 2012) *cover Marco Lodola

La storia del futurismo post 1944, dopo la scomparsa di Marinetti, fino ad oggi e in progress: l’autore di questo volume, con originale prospettiva letteraria e particolare rigore empirico, fornisce delle interessanti argomentazioni sulla più grande avanguardia italiana Una revisione sull’essenza tecnologica e futurologica del Futurismo storico, guardando agli studi di sociologi e futuribili quali McLuhan e De Kerckhove, e alle osservazioni sulla dis-continuità aggiornata del Futurismo nel secondo Novecento e inizio Duemila.... C
http://www.armando.it/schedalibro/22155/Futurismo-per-la-...-
http://www.armando.it/page-home/Home.htm

RASSEGNA STAMPA (1)

FUTUROLOGY di Ugo Spezza, futurologo e giornalista informatico
 
Futurismo per la Nuova Umanità (Armando Editore, 2012)”, U. Spezza
 
http://www.futurology.it/recensione_libri/libro_futurismo_nuova_umanita.htm *
 
http://www.futurology.it home page
 

LA NUOVA FERRARA quotidiano gruppo Espresso (di Ferrara),
 
Guerra e il Nuovo Futurismo” V. Iannuzzo
 
http://lanuovaferrara.gelocal.it/cronaca/2012/01/18/news/guerra-e-il-nuovo-futurismo-1.3082645 *edizione cartacea e on line
 

H+ WEBZINE … ASSOCIAZIONE ITALIANA TRANSUMANISTI (Milano)
 
Futurismo per La Nuova Umanità. Dopo Marinetti....” /News
 

* “Roberto Guerra, Futurismo per la nuova umanità - Armando Editore (2012)”, *Ugo Spezza

http://www.transumanisti.it/3_articolo.asp?id=90

http://www.transumanisti.it/*HOME PAGE … banner libro link



HYPERHOUSE/NeXT Hyper Obscure/ sitoblog di Sandro Battisti, scrittore di fantascienza
Futurismo per la nuova umanità – Dopo Marinetti: arte, società, tecnologia” *S. Battisti
 

RECENSIONE DINANIMISTA WEBZINE * di Zairo Ferrante, scrittore

ROBERTO GUERRA, ARMANDO EDITORE- E IL SUO NUOVO LIBRO”. * Z. Ferrante

http://recensionedinanimista.myblog.it/archive/2012/01/07/roberto-guerra-ed-il-suo-nuovo-libro.html


  OUBLIETTE MAGAZINE ON LINE
L’asino Rosso intervista Graziano Cecchini/Il Nuovo Movimento Futurista” a cura A. Mocci http://oubliettemagazine.com/2012/01/12/lasino-rosso-intervista-graziano-cecchini/

NUOVA OGGETTIVITA' (sitoblog del progetto libro manifesto Nuova Oggettività)

*a cura di Sandro Giovannini, Giovanni Sessa, Gianfranco Lami e altri)

Graziano Cecchini e il Nuovo Movimento Futurista-Intervista” a cura Nuova Oggettività (*)
http://nuovaoggettivita.blogspot.com/2012/01/graziano-cecchini-e-il-nuovo-movimento.html

e Asino Rosso giornale on line Ferrara futurista e transumanista

mercoledì 23 febbraio 2011

Antonio Saccoccio: contro la retorica ambientalista

 


M'illumino di più
Questa volta Il Foglio ha centrato l'obiettivo. Uno degli editoriali del quotidiano diretto da Giuliano Ferrara si è impegnato in una "ragionata critica agli eccessi della retorica sul risparmio energetico". Il bersaglio è la manifestazione "M'illumino di meno", giornata del risparmio energetico organizzata da Radio2, definita "diseducativa" dall'editorialista. Condividendo questa posizione, mi divertirò ad alternare le mie considerazioni a quelle del Foglio. Dedico questo illuminato duetto a chi per un giorno si è illuminato di meno.
L'energia è vita. E' difficile non rendersene conto, se si osservano quattro grafici: i consumi energetici pro capite, la crescita demografica, l'aspettativa di vita alla nascita e il prodotto interno lordo pro capite. La disponibilità di energia sempre più abbondante, economica e affidabile, ha posto le basi per lo sviluppo economico, l'aumento della popolazione e quello del reddito.
Iniziative del genere (che vengono definite "simboliche", ma che sarebbe meglio descrivere come "simbolicamente penose") mi sembrano qualcosa a metà tra l'esperienza new age e il rito purificatore collettivo. C'è chi si esalta per una cena a lume di candela, chi fomenta l'odio contro chi illumina il proprio giardino, chi approfitta per farsi semplicemente un po' di pubblicità a buon mercato e, soprattutto, politicamente corretta.
La realtà è che l'energia, l'illuminazione, l'elettricità sono il frutto delle maggiori conquiste dell'uomo. Più che pensare allo sviluppo economico e al reddito, io penserei alla qualità della nostra vita. Occorre trovare il modo per continuare a vivere in condizioni sempre migliori, non dobbiamo iniziarci a privare di ciò che abbiamo con tanta fatica conquistato.
Stare qualche minuto al buio è facile, ma proviamo a chiederci cosa significa quell'istante di oscurità, interroghiamoci su quanto gli uomini hanno sofferto prima di poter trafiggere le ombre con un raggio di luce artificiale.
Mi fanno sempre sorridere ecologisti e ambientalisti vari, seguiti immancabilmente da cortei di esaltati salvatori dell'umanità, nel momento in cui si affannano a diffondere una cotrapposizione tra l'uomo e l'ambiente. La salute dell'uomo è dipesa sempre dalla salute dell'ambiente in cui vive, come si può pensare il contrario? C'è qualcuno che forse gode a respirare aria inquinata o a mangiare cibo intossicato?
Vi riveliamo un segreto: nessuno vi vieta di comprare energia "pulita", purchè siate disposti a pagarla, e a tollerare blackout frequenti e imprevedibili quando, per esempio, il sole non brilla, il vento non soffia o lo scoiattolo è stanco di far girare la ruota. Nessuno ve lo vieta, ma voi non lo fate e non lo farete, perchè, anche se con le vostre parole invocate il passato, con le vostre azioni e le vostre scelte quotidiane anche voi celebrate il presente luminoso che l'uomo, col sudore e con l'ingegno, ha saputo costruire......

 
Continua
http://liberidallaforma.blogspot.com/2011/02/millumino-di-piu.html


venerdì 13 novembre 2009

PSICOCIBERNETICHE da Riccardo Santilli

Von_Neumann.jpgDA LA CRITICA  di RICCARDO SANTILLI

(*photo Von Neumann)

La psiche e le nuove tecnologie del cambiamento

L'applicazione del modello cibernetico alla psicoterapia non produsse la sola psicocibernetica. Negli anni '60 e '70 a  partire dalle ricerche di Gregory Bateson e della scuola di Palo Alto, sorsero una gran quantità di ricerche e di modelli di cibernetica applicata alla terapia, che potremo definire nel loro insieme come psicocibernetiche, tra queste la Programmazione neurolinguistica rappresenta con molta probabilità il risultato più rilevante.

Ciò che contraddistingue le nuove tecnologie del cambiamento è l'adozione di un differente  paradigma epistemologico. Sulla base di questo paradigma Keeney identifica una specifica classe di tecnologie terapeutiche da lui definite non lineari e contrapposte agli approcci terapeutici classici definiti lineari. Vediamo la differenza.

La tecnologia terapeutica tradizionale è definita da un approccio atomistico, riduzionista e anticontestuale. Basata sulla logica analitica che combina elementi discreti in processi sequenziali, essa opera sul disturbo specifico isolandolo dal contesto e mirando alla sua completa rimozione. Gli interventi basati sulla chimica e sulla chirurgia sono un ottimo esempio di questo modello.

La tecnologia terapeutica non lineare, considera invece il cambiamento in un'ottica sistemica. Il singolo dato è considerato nell'interazione con la complessità del contesto di riferimento. Alla riduzione e all'analisi vengono preferite la totalità e la forma. Il sintomo è compreso nell'individuo in quanto totalità, e l'individuo in un contesto di riferimento con il quale interagisce e dal quale non può essere isolato, ma soprattutto, lo stesso terapeuta è parte integrante di un processo di cambiamento che coinvolge lui e il proprio cliente in un scambio reciproco. Linearità, analisi, atomismo, sono in questo contesto sostituite da circolarità, sintesi, sistema.

Questa distinzione, apparentemente attuata tra due tecnologie, è l'analogo di una distinzione di carattere estetico, che proprio un teorico della tecnologia, Marshall McLuhan, poneva alla base della sua riflessione sui media.

McLuhan riconduce le differenti espressioni tecnologiche a due modalità estetiche fondamentali, che riconfigurano la nostra percezione e la nostra comunicazione.

La prima modalità, tipica del medium "caldo", ha come categorie di riferimento l'omogeneità, la linearità, la gerarchia e la sequenzialità. Questa forma della percezione e del senso, può essere attuata attraverso dei media che stimolino un solo canale sensoriale, la vista nel caso della scrittura o l'udito nel caso della radio, sino ad una definizione talmente elevata da innescare i processi di attenzione selettiva che limitano, in maniera proporzionale, la partecipazione totale dell'organismo e del sistema sensoriale. Come è facile intuire, in questa categoria estetica rientrano le tecnologie del cambiamento di tipo lineare, anch'esse orientate dai medesimi parametri estetici ed epistemologici.

La seconda modalità, tipica del medium "freddo" nella quale faremo rientrare le terapie non lineari, ha come categorie di riferimento la totalità (gestalt),  la simultaneità, la circolarità e l'implosione. Questa forma della percezione e del senso può essere attuata attraverso dei media o delle tecnologie che, essendo a bassa definizione sensoriale (la televisione e più ancora il computer), sviluppano i processi di attenzione diffusa che implicano un'alta partecipazione e integrazione da parte dell'organismo.

McLuhan definirebbe "freddi" i modelli di terapia psicocibernetici, e "caldi" i modelli di terapia lineari. Esistono allora tecnologie della mente "fredde" e tecnologie della mente "calde". Queste tecnologie sono forme di consapevolezza e di costituzione della coscienza. La coscienza dell'uomo rinascimentale era, sotto questo punto di vista, una coscienza "calda", legata al piano cartesiano, alle geometrie euclidee, alla prospettiva, all'atomismo meccanicista. La coscienza postmoderna è al contrario "fredda", immersa in flussi circolari che legano causa ed effetto, osservato e osservatore, elemento e sistema. Questa coscienza non è più contenuta nel tempo e nello spazio ma genera spazi e tempi propri, reali e virtuali.

Le psicocibernetiche, dunque, recepiscono e contribuiscono a costruire una nuova tecnologia della coscienza. D'altra parte, coloro che si occupano di cibernetica sono perfettamente consapevoli che essa non è una semplice estensione dei principi meccanici di frammentazione e separazione delle operazioni, ma è la riconfigurazione del mondo meccanico sulla base dei principi di istantaneità e ricorsività che l'energia elettrica (la velocità della luce) rende possibili. Non solo un modo di fare. È un nuovo modo di pensare. Per quanto ci riguarda, alla base di questo nuovo modo di pensare c'è un diverso modo di percepire e di sentire, che fa capo alla distinzione di McLuhan tra media caldi e media freddi. Ciò apre alla possibilità di pensare il rapporto tra psiche e tecnologia attraverso un più ampio paradigma: l'estetica.

http://www.lacritica.net

video http://www.youtube.com/watch?v=UZ4lMdFYOtU

domenica 16 agosto 2009

MCLUHAN E L'ORIZZONTE POTUMANO

MCLUHAN.jpgMcLuhan posthuman: Immaginatevi un anfibio....

da Comunicalab site

....Ben diversa è invece la visione mcluhaniana. L’estensione dei sensi, la loro esteriorizzazione, la conquista del senso del collettivo, del buon senso, la perdita dei confini rigidi dell’individualità sono tutti aspetti legati al ruolo forte giocato dalla corporeità. È possibile rinvenire nell’interpretazione mcluhaniana della fruizione televisiva un elemento decisivo per delineare la figura del post-uomo: la spersonalizzazione del sentire. La tesi che la fruizione televisiva sia tattile e immersiva e non visiva e frontale è una delle intuizioni più produttive e note del nostro autore. La distinzione tra media caldi e media freddi ha segnato, nella sua accettazione o nel suo rifiuto, molti discorsi mediologici. Oltre allo spostamento dalla lettura (elaborazione di concetti) al sentire (emergenza di percetti), possiamo cogliere anche un’ulteriore slittamento: dal sentire autoriferito del soggetto al sentire spersonalizzato. Di questo sentire non si può cioè predicare l’appartenenza piena al dominio del soggetto: il telespettatore non riesce a controllare le risposte tattile, submuscolari del suo corpo alle sollecitazioni del tubo catodico. Si instaura un rapporto eteroriferito tra un corpo non più controllabile e racchiuso all’interno di schemi mentali e un apparecchio, una macchina. Interno e esterno collidono e si confondono: lo spettatore televisivo “è bombardato da atomi che rivelano l’esterno come interno in un’avventura incessante tra immagini annebbiate e contorni misteriosi” (McLuhan, 1964: 349). Il fatto che McLuhan leghi questa riflessione sulla fruizione televisiva alla descrizione del rapporto tra guidatore e automobile, permette di richiamare anche i rapporti perversi ma intimi tra corpi e veicoli descritti da James Ballard in Crash (Ballard, 1973). Ma la strada ad una visione del post-uomo è aperta dallo stesso McLuhan allorché, osservando il corpo elettrizzato, immaginificamente scrive: “cercate di immaginarvi un anfibio con la sua corazza posta all’interno e gli organi posti esteriormente. Così è l’uomo elettronico con il suo cervello all’esterno della scatola cranica e il suo sistema nervoso a fior di pelle; una creatura simile può essere soltanto di cattivo umore e rifuggire dalla violenza diretta. Può essere paragonata a un ragno abbandonato e rannicchiato nella sua ragnatela sonante che risuona assieme a tutte le altre ragnatele. Non è fatto di carne e sangue, ma è solo un elemento, effimero, di una banca di dati, facilmente dimenticato e perciò frustrato” (McLuhan, Powers, 1986: 126).

Questa visione del post-uomo, al di là di alcune connotazioni negative che andrebbero sviscerate, è da McLuhan inserita nel solco che si scava tra due diverse e contrapposte opzioni evolutive che segnano l’adattamento della nostra vita psichica e biologica alla velocità del cambiamento tecnologico: l’inumano e l’uomo nuovo. La prima opzione è individuata nell’esito estremo dell’industrializzazione, nel momento in cui la “macchina invisibile”, il sistema di cui l’uomo non è più padrone, sovverte la sua stessa umanità. Guardati in quest’ottica, i media si configurano come un “poderoso impianto di distacco” (McLuhan, 1999: 194), come il “grande sistema del Ciò che vuole il pubblico” (Wyndham Lewis citato in McLuhan, 1999: 195). In questa condanna nei confronti del “secolo del materialismo” è evidente l’influenza del cattolicesimo. Ma è anche evidente il rifiuto degli esiti nefasti della dottrina dell’azione, dell’“uomo dell’azione (fronte bassa, mascella d’acciaio, sguardo di pietra, cuore di marmo)”, dell’super-ismo a cui ha messo capo il mondo moderno che “procede attraverso la dialettica della violenza per privazione della materia stessa” (McLuhan, 1999: 2003). McLuhan avverte che ogni attesa rigenerativa nei confronti del superuomo è destinata allo scacco, poiché “oltre il secolo dell’uomo comune ci sono secoli di uomini sempre più comuni” (McLuhan, 1999: 203). Rispetto a questa possibile deriva, la risposta mcluhaniana (sempre inseparabile dalla sua fede cattolica) sembra a prima vista molto conservatrice: egli propone un nuovo umanesimo capace di riconoscere l’eccellenza umana e la necessità del “ritorno degli uomini all’attività razionale”. “La cosa più poetica del mondo è la coscienza umana ordinaria. Mi sembra da subito che questo sia un fondamento molto democratico e profondamente cattolico per qualunque Umanesimo. È cruciale per noi comprendere questa questione nell’era dei cosiddetti mass media” (McLuhan, 1999: 170). Dichiarazioni di questo tipo hanno giustificato letture del pensiero del mediologo canadese in chiave di umanesimo antropocentrico: è il caso nostrano di Gianpiero Gamaleri. Il quale però, pur evidenziando l’attenzione centrata sul “fattore uomo” (Gamaleri, 1976: 36, 79), sul primato dell’uomo, non può non riconoscere che si tratta di “un uomo capace sempre più di modificare la propria conoscenza e la propria azione in conseguenza dei nuovi equilibri sensoriali stabiliti dai media” (Gamaleri, 1976: 79). Ma questa metamorfosi continua provocata dai media dichiara la fine della comprensione dell’uomo definito “da un nucleo solido, una base permanente e stabile del suo essere” (Abbagnano, 1967) e padrone del proprio destino. Dichiara l’impossibilità di stabilire un modello “normale” di uomo in base al quale escludere quelle che sono state dette a lungo “anormalità” (cfr. McLuhan, 1964: 25-26).

A questo punto, però, qualcosa non quadra: da un lato, si è detto che McLuhan apre la strada ad una visione del post-uomo, paragonandolo ad un anfibio o ad un ragno; dall’altro, si leggono richiami a un nuovo Umanesimo. Ci si potrebbe fermare qui, segnalando la compresenza di spinte eterogenee, finanche opposte nel nostro autore. Ma la questione è ben più complessa e riguarda il modo in cui McLuhan pensa la religione: il cristianesimo per lui è essenzialmente religione della carne. Su questa base, che in altra sede andrà sviluppata, si deve comprendere come l’eccellenza umana sia fondata essenzialmente su un elemento di coniugazione e vicinanza con l’alterità, sia essa la carne degli animali o quella del mondo. L’uomo per McLuhan è eccellente in quanto si apre all’ibridazione, si coniuga e si estende (anche nei media, anche grazie ai media). La razionalità o coscienza non è definita, inoltre, con le categorie astratte della metafisica, ma è concretissima (del corpo, dei sensi) capacità di mettere in relazione e non di dividere e astrarre: “la razionalità o la consapevolezza è in se stessa una ratio o un rapporto tra le componenti sensorie dell’esperienza, e non qualcosa di ‘aggiunto’ a quest’esperienza” (McLuhan, 1964: 122).

Una mediologia matura e normale non può dunque che assegnare questo ruolo decisivo alla funzione mediatrice del corpo. Non si può che constatare come in McLuhan una tale esplicita assegnazione sia una conseguenza affatto necessaria del suo tentativo di denunciare la scissione tra medium e messaggio, proposta e imposta per oltre due millenni sulle nostre squadrate lande. Una tale assegnazione ribadisce ancora come l’orizzonte di comprensione della natura umana che ci è aperto dai media non-alfabetici, sia essenzialmente legato ad un luogo -- il nostro corpo. È questo luogo che noi siamo, e non invece un punto (di vista) esterno che dall’alto lo governa o lo percorre. E, nello specifico, un luogo non dato una volta per tutte, ma sempre in continua e radicale mutazione. Un luogo che però si nega alla vista (al dominio della vista) più noi ci approssimiamo ad esso. ( antonio.tursi@unimc.it )

http://www.comuniclab.it/23606/mcluhan-e-l-orizzonte-post-umano

http://www.youtube.com/watch?v=7BGWxndfMko Video

 

giovedì 26 febbraio 2009

FERRARA LA CASTA DEI GIORNALISTI

 MCLUHAN 1.jpgASSOCIAZIONE A DIPINGERE

 

A Ferrara, come tutti sanno, tranne polititicanti, giornalisti e magistrati, i problemi sono strutturali: non solo gruppi dirigenti politici da gettare quasi tutti nel Po, anche molti della cosiddetta opposizione: ovvio, per dirla con Tarantino, nei vortici preferibilmente la casta Sateriale e pseudocompagni, parodie viventi del grande Enrico Berlinguer.

Appunto, a Ferrara, certa casta dei giornalisti è uno dei nodi cruciali: sono persino peggio dei politicanti, semplicemente ridicoli quando, come in questi giorni, volano magari a Roma, per protestare contro presunti bavagli all'informazione! Internet li spazzerà via entro 5 anni, cominciamo a Ferrara a dare una mano alla Rete e a ... Darwin, smascherandoli per quel che sono: un'Associazione a Dipingere!


Quasi come nell'antica bottega di Giotto, appartengono tutti alla stessa Bottega, Resto del Carlino o Nuova Ferrara, o il sedicente quotidiano on line del Comune: sono tutti campioni non della libera informazione, ma del peggior Informale... Signor Sì al regime rosso (ormai sempre più con l'avvento di Mastro Franceschini bianco acqua piovana contaminata). Pittori di Regime, finanche mediocrissimi pennelli, catarattici e daltonici e anzi analfabeti cromatici e mediatici(per dirla con Goethe e...De Kerckove). Soprattutto un' associazione a dipingere! Extracomunitari della Libera Informazione! La miglior prova empirica popperiana contemporanea al grande profetico aforisma di un certo Karl Marx:

"La Produzione di troppe cose inutili genera troppe Persone Inutili" Appunto la Casta dei Pennivendoli di Ferrara!

ROBERTO GUERRA

http://it.wikipedia.org/wiki/Marshall_McLuhan

http://noifuturisti.splinder.com/post/19929378/Futurismo+Live+a+Rai+2

http://noifuturisti.splinder.com/post/19929391/Arrivederci+al+2109

http://noifuturisti.splinder.com/post/19929411/Il+ritorno+dei+Futuristi+%28by+g

http://www.telestense.it/leggi_archivio.php?Id=8153

http://www.youtube.com/watch?v=JcFDetZFtZw&feature=related