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mercoledì 9 dicembre 2009

Lo scrittore Paolo Galassi Interview di Manuela Vio

 paolo[1].jpg

Intervista a Paolo Galassi, autore di Stop Rewind Replay

di Manuela Vio

 

La scorsa settimana avete letto la recensione che ho fatto sul libro autobiografico di Paolo Galassi, qui sotto il caro Paolo ha gentilmente risposto a delle curiosità sorte durante la lettura del suo libro. Dopo aver letto le risposte, ho imparato ancora di più di quando ho letto il libro e alcuni insegnamenti, sebbene indiretti, che mi ha dato Paolo, li porterò nel cuore e ne farò tesoro per il mio futuro. Grazie Pao!

 

In una parte del libro, dici di averlo scritto per gli altri, per aiutare i “tanti” ad uscire da quella “conchiglia” che considerano vita ma che in realtà non lo è ma, in qualche modo non ha aiutato anche te a scacciare i demoni che abitavano dentro il tuo essere?

Sono dell’avviso che le esperienze personali, in qualche modo, possano essere ineludibilmente un importante stimolo e spunto di riflessione per “gli altri” oltre che per noi stessi. Oggi è sempre più presente il veicolo virtuale di confronto tra la nostra vita e quella che conduce chi ci sta di fronte, o di chi vediamo in Tv o sentiamo alla radio, o leggiamo sui giornali. Questo veicolo ci porta inesorabilmente anche a decidere di affrontare o intraprendere strade che non sono propriamente “nostre”, per il semplice fatto che, quel tipo di vita o percorso ci illude di poter essere qualcun altro, alleviando per un attimo le pene di quello che sono problemi ben più profondi. Alla fine ci sforziamo così tanto di voler essere altri che non pensiamo più a chi possiamo esser realmente noi, e quello che potremo donare al mondo. L’esempio, infondo, non lo si dovrebbe cercare in altre figure a noi estranee, bisognerebbe invece tentare di conoscersi profondamente, tra mille paure e milioni di difetti, tentando di divenire esempio per noi stessi e per gli altri; questa è stata la fonte di lavoro su di me. La vita e l’intelletto ce ne danno piena possibilità, molto spesso ci sottostimiamo per la stupida paura di non riuscire. Ma se tutti dovessero copiare tutti, allora l’originale chi sarebbe? E gli esempi da chi li prenderemo? Da cloni di cloni probabilmente! Ciclicamente riproposti e funzionali a se stessi e socialmente, come umanamente, inutili. I miei demoni? Sono stati scacciati dalla volontà, dall’amore incontrato e dal vero interesse ricevuto da parte di persone che hanno compreso…me! Nonostante il “vecchio me”. I nostri demoni siamo noi, e se siamo noi, li possiamo riconoscere, gestire, combattere e scacciare, con tutte le cicatrici che ne conseguono.

Scrivere si dice che sia uno sfogo, per me lo è, durante il percorso di scrittura del tuo libro e soprattutto alla fine, non ti sei sentito più leggero, come svuotato da qualcosa che tenevi dentro da troppo tempo?

A dire il vero io ho scritto di me, quindi di quello che ho vissuto, e non c’è cosa più pesante che mettersi a nudo. Questo libro non l’ho mai visto come uno sfogo, anzi, l’ho concepito come voglia di condividere errori, emozioni ed esperienze con tutti. Io scrivo per la semplice voglia di scrivere, perché non potrei fare o essere altro. Uno sfogo? Non credo, almeno per quanto mi riguarda, un piacere di certo seppur duro e talvolta amaro da digerire. La scrittura ti da modo di esplorare universi, dimensioni e realtà differenti, che spaziano dalla fantasia alla realtà più cruda. La scrittura è magia. Quando scrivo mi sento forte, vivo, quando scrivo il mio mondo si evolve ed espande in altri mondi, nonostante ciò che nella vita stia vivendo o provando. In un libro non c’è un’anima, ma distinte anime riflesse di un singolo individuo che si chiamano a confronto e si manifestano all’unisono. Non c’è forse un miracolo in questo?

Dopo aver finito di scrivere Stop Rewind Replay, è cambiato qualcosa nella tua vita? A parte ovviamente il fatto di averlo pubblicato…io parlo di ciò che ci hai messo dentro…ti sei guardato dentro e hai buttato giù delle righe, ripercorrendo la tua vita a ritroso, scrivendo cose che probabilmente ripensandoci ti hanno fatto star male o bene…come ti sei sentito dopo aver finito di scrivere?

Quando ho finito il libro prima di tutto l’ho proposto alla lettura di quelle che erano le figure principali e direttamente coinvolte nel testo, ovvero i miei amici, i miei “nemici” e la mia famiglia. Certo è che non è stato facile accettare le critiche e le opinioni su quanto scritto, d’altronde quello era il mio punto di vista, quello che io personalmente provai in determinate situazioni ed eventi. Il confronto è stato duro, ma la comprensione dell’intento ha avuto la prevalenza sul primo impatto della lettura. Infondo io sono una persona che ha amato sempre tutti, e quando ami davvero, indistintamente, è difficile che il dissenso possa prevalere. Nel mio libro parlo di me, non di altri, anche se gli “altri” vengono citati. Il mio libro parla di un bambino che ha faticato a diventare uomo, spesso per egoismo o voglia di rivincita su qualcuno o qualcosa e che neanche lui sapeva individuare. Alla fine ho capito che la rivincita che cercavo era solo nei miei confronti. Nessuno ci costringe a fare nulla e dare la colpa dei propri problemi ad altri significa soltanto che non si ha la forza di valutare noi stessi e le nostre volontà. Ora mi ritengo un uomo, fiero di esserlo, nonostante gli errori commessi. Pronto ad affrontarne, come sto facendo, tutte le conseguenze indotte, spesso pesantissime.

Qual è la cosa che in assoluto ti appaga di più?La vita e l’arte…e l’acqua, perché l’arte è come l’acqua…si può vivere senz’acqua? Tutti noi vorremmo lasciare un segno, un qualcosa che anche fra molti anni le persone possano ricordarsi di noi o che il nostro nome non sia del tutto sconosciuto, tu che tipo di segno vorresti lasciare? Pensi di averlo già lasciato in qualche modo con il tuo libro?

Se sulla mia lapide qualcuno scrivesse “Ve l’avevo detto che non mi sentivo molto bene” con la mia foto sorridente sarebbe già una gran cosa. E’ un segno indelebile, il marmo è eterno.

Citami la frase che più ti rispecchia…

Bisognerebbe vivere in un posto dove le parole sono come le foglie, che rubano colore alle nuvole e dondolano nel vento” (Tonino Guerra).

Secondo te, il capitolo sedici non stava bene come premessa iniziale?

Sinceramente non credo anche perché quel capitolo, a differenza di tanti altri che sono estremamente più intimi e personali, racchiude in sé una riflessione su una sensazione comune e condivisibile da tutti. Il mio lavoro sulla solitudine è stato dettato da eventi tali che mi hanno portato a considerarla non come nemica ma come alleata. La solitudine per me è diventata nel tempo un veicolo di sprono, di riflessione; se prima la consideravo come un fattore negativo con il tempo ho imparato ad innamorarmi di lei, arrivando a pensare che senza questa entità non sarei diventato quello che sono. La solitudine, vista sotto altre prospettive, può divenire anche la nostra migliore amica.

Nella tua vita, come si può leggere nel tuo libro, hai vissuto momenti, situazioni ed eventi particolari, dalla droga al vagabondaggio, dalla bella vita alla vita solitaria di un uomo che non sa cosa fare della propria esistenza. Qual è stato l’episodio che ha inciso di più nelle tue scelte importanti, la scelta che alla fine ti ha fatto diventare ciò che sei oggi?

Tutti gli episodi che compongono la vita di una persona sono egualmente importanti, tutti, indistintamente, forgiano l’essenza di ognuno di noi. Alla fine non ci sono eventi più o meno importanti, ci sono solo esperienze che pian piano vanno a costruire una consapevolezza del sé. Le persone col tempo cambiano, spesso anche radicalmente, ma questi cambiamenti avvengono anche e soprattutto grazie ai milioni di errori che si commettono nella vita. Se non pesti un chiodo con i piedi scalzi non potrai mai sapere quanto può far male e fidati che una volta che hai provato quel dolore guarderai sempre bene in futuro dove vai ad appoggiare il piede.

Hai scritto una frase: “finiamo sempre per circondarci di persone simili a noi” e, a parer mio è vero ma tu, chi sei in realtà?

Cucciolo dei Sette Nani, con qualche velleità da Braccio di Ferro.

Chi è uno scrittore secondo te?

Uno scrittore è un pazzo, socialmente disadatto che non rispetta canoni o vincoli dettati dalla buona creanza. Uno scrittore è colui che vive e trasmette le proprie visioni nonostante i giudizi, i pareri e la forma. Uno scrittore è colui che lascia un segno quando apparentemente tutti pensano che non ci siano più segni da poter lasciare. Uno scrittore è semplicemente un essere umano che mentalmente affronta ogni giorno diverse dimensioni. Lo scrittore per me è chiunque abbia il coraggio di esprimere i suoi sogni. Le sue idee e le sue visioni a prescindere dall’opinione altrui. Uno scrittore è un essere umano che non conosce realtà imposte.

Cosa pensi delle “case editrici” che richiedono un contributo per stampare un romanzo?

Penso che la crisi dell’editoria sia seria e inopinabile. Nel nostro paese abbiamo migliaia e migliaia di piccole realtà editoriali che tentano di sopravvivere nonostante la pressione delle multinazionali o delle grandi case editoriali. Questo è un dato di fatto che non si può sottovalutare. Molto spesso queste piccole realtà si trovano ad affrontare per pura passione costi, anche promozionali, insostenibili, sono dell’avviso che ognuno dovrebbe svolgere la propria mansione ovvero: l’artista la creazione della propria opera e l’editore la stampa e la promozione di costui, tuttavia oggi il discorso è ben più complesso; i piccoli editori che vogliono spingere opere anche e spesso alternative non ne possiedono la forza economica e quindi chiedono contributi agli autori stessi per riuscire ad ammortizzare una serie dei costi previsti. Questo non è del tutto sbagliato ma è anche vero che dal momento in cui l’artista viene economicamente chiamato in causa l’editore deve essere in grado di garantirgli una consona ed adeguata campagna promozionale che possa giustificare tale richiesta, non vincolata solo ed esclusivamente alla stampa dell’opera; il rischio c’è ma è giusto che sia ripartito in egual misura. Per questo motivo bisognerebbe unire le forze e tentare di percorrere strade differenti altrimenti rischiamo di trovarci per l’editoria nella stessa situazione in cui si trova il cinema italiano, ovvero l’universo del Blockbuster.

Svelami i tuoi progetti il futuro?

Sembrerà strano ma la mia massima aspirazione è riuscire a trovare la perfezione nella preparazione delle lasagne al forno…e questa è vita!

 

Manuela Vio

 

 

http://www.myspace.com/libro_stoprewindreplay

http://manuelavio.estro-verso.org/
 
http://www.ibs.it/code/9788861553385/vio-manuela/in-sogno-si-pu-ograve.html


Citazione: “Ogni vita è una storia…” – Manuela Vio –

video http://vids.myspace.com/index.cfm?fuseaction=vids.individual&videoid=59027533

 

martedì 1 dicembre 2009

L'ASINO ROSSO AUDIENCE OLTRE 10000

 

 ASINO ROSSO LOGO.jpgL'ASINO ROSSO AUDIENCE OTTOBRE 2009

 

 

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L'ASINO ROSSO NOVEMBRE 2009 AUDIENCE

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