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domenica 23 luglio 2017

La poesia visiva di Pierfranco Bruni Una nuova poesia oltre il Novecento: da Lorenzo Calogero a Francesco Grisi la presenza forte di Pierfranco Bruni, che viene dal Futurismo, innova il linguaggio letterario con la poesia immagine Ma




La poesia visiva di Pierfranco Bruni
Una nuova poesia oltre il Novecento: da Lorenzo Calogero a Francesco Grisi la presenza forte di Pierfranco Bruni, che viene dal Futurismo, innova il linguaggio letterario con la poesia immagine

Marilena Cavallo


Nella poesia immagine di Pierfranco Bruni ci sono importanti innovazioni. La poesia resta sempre un respiro dell'anima e si legge con una visione tra l'onirico e il metafisico. Il poeta ha sempre un luogo geografico che è dato dalle sue radici, dalle sue matrici esistenziali, dalla sua mater – terra dolce e malinconica. Il poeta conosce l'appartenenza ma anche, in molti casi, la diaspora.
La poesia è fatta di diaspore. Penso a Montale. A Quasimodo, ad Alfonso Gatto, a Giorgio Caproni sul quale noi come scuola ci siamo confrontati proprio durante gli esami di Stato. In molti poeti il luogo diventa una Itaca dalla quale si parte e un destino che ha bisogno di compiersi con il ritorno. E poi ci sono i poeti erranti. Ungaretti è tra diaspora e il porto, ma il suo resta un porto sepolto come metafora di una memoria del e nel tempo.
Ho avuto modo in questi anni, grazie ai miei studi, di approfondire molti poeti, anche attraverso alcuni servizi per i programmi culturali della Rai Spazio Libero, che hanno abitato i luoghi come metafora e metafisica dell'anima. Una eredità che  ha come  interpretazione mitico letteraria un poeta di una straordinaria immensa immaginazione che vive di sublime: Kavafis. Sempre si ha in mente Itaca. Ci sono, comunque, nuovi percorsi poetici innovativi che vanno oltre il Novecento.
Mi sono soffermata su alcuni protagonisti della poesia del Novecento calabrese che hanno segnato un tracciato sicuro in una temperie letteraria conflittuale e a volte anche contradditoria. Da Corrado Alvaro, sul quale ho avuto la fortuna di realizzare un servizio Rai a confronto con D'Annunzio, a Francesco Grisi e a Lorenzo Calogero sino a toccare poeti più recenti come Corrado Calabrò e Pierfranco Bruni.
Comunque credo che le direttrici della poesia del Novecento calabrese si aprono, oltre che con l'Alvaro del viaggio (ben definito da Pierfranco Bruni in "Il viaggio accanto" per i tipi di Ferrari editore) con Lorenzo Calogero che resta il punto di sdoganamento di una poesia geografia che ha la sua robustezza baudelariana dell'invito al viaggio, ripreso dal filosofo Manlio Sgalambro insieme a Franco Battiato. Il Calogero che muore nel 1961 (era nato nel 1910) si intreccia con la grande poesia di Giuseppe Selvaggi che pubblica il suo ultimo magnifico testo nel 1984 "Corpus" e muore nel 2004 (era nato nel 1923, il libro che fa fede al poeta Selvaggi è stato pubblicato da Il Coscile e scritto da Pierfranco Bruni). 

Nella Calabria della spiritualità si evidenzia una figura straordinaria che è Ermelinda Oliva, dalla caratura di una Cristina Campo o Antonia Pozzi. Oliva muore nel 2003 e lascia un solco ben evidente nella spiritualità letteraria della Calabria della poesia.
Nella metafisica dell'onirico ci sono tre poeti che segnano una precisa visione generazionale. Tre poeti nell'Italia del Novecento nelle diverse sfaccettature, appunto, generazionali. Francesco Grisi che nasce nel 1927 e muore nel 1999. Corrado Calabrò, generazione metà anni Trenta e Pierfranco Bruni, metà anni Cinquanta. Di Grisi si conosce lo scrittore, ma è anche un poeta importante nel solco di una profonda grecità come Corrado Calabrò che si porta il mare tra le parole e il linguaggio del viaggio nel cuore.
Un discorso a parte andrebbe fatto su Pierfranco Bruni, il vero poeta nel quadro delle sperimentazioni di un nuovo Novecento, che ha saputo intrecciare la poesia, nasce, infatti, come poeta nel 1975, alla narrativa e alla filosofia oltre che ai percorsi antropologici della letteratura. chi innova il linguaggio poetico, anche con una poesia visiva, è certamente Pierfranco Bruni. Un vero e proprio rivoluzionario, nato nel 1955, negli ultimi anni, nel primo decennio dell'anno Duemila, rivoluziona completamente il linguaggio poetico sulla linea di una visione ovidiana.
Il suo ultimo testo è proprio recente: "ilcanto.vento" (in E Book per Ferrari), ma vanno ricordati "Via Carmelitani", "Viaggioisola", "Ulisse è ripartito", "Ti amerò fino ad addormentarmi nel rosso del tuo meriggio", "Fuoco di lune", che raccoglie le poesie dal 1974 al 2004, sino alla poesia mistica di "Canto di Requiem". Un poeta nella innovazione  delle rivoluzioni linguistiche.
Un profilo di vera poesia si respira tra questi "insonni viaggiatori" direbbe Sandro Penna. A questi poeti va aggiunto il futurista Geppo Tedeschi morto nel 1993, era nato nel 1907. Alba Floria e Beatrice Capizzano Verri chiuderebbero il panorama forte, ovvero quello lascia un indelebile tracciato nel Novecento poetico di una Calabria che è riuscita ad aprirsi ad un contesto europeo e internazionale.
Soprattutto oggi Calabrò e Bruni sono i poeti tradotti in molti Paesi e la loro presenza è un dato non soltanto fisico, ma letterario negli studi della letteratura italiana nella poesia estera.
Bruni è una figura costante in Albania come in Spagna. Insomma si tratta di una linea ben definita nel vissuto di una Mediterraneità che è poesia, ma è anche metafisica del pensiero e della contemplazione. Una poesia di una forte originalità infatti; nei poeti da me indicati l'originalità e l'innovazione del linguaggio restano fondamentali.
Si pensi al legame tra spiritualità sciamana e  cultura tibetana nel linguaggio poetico di Pierfranco Bruni. Poeti innovatori nella tradizione, la cui presenza è consolidata dalle pubblicazioni che hanno una forte caratura lirica e filosofica (una manifestazione che sarebbe piaciuta a de Unamuno e Machado).
Forte della lezione metafisica di Maria Zambrano ha saputo legare l'immagine, l'immaginario con l'immaginazione. Oltre ogni forma di provincialismo ha disegnato un progetto che è quello di legare la poesia ad una esistenza epistemologica superando completamente il cliché crociano. La sua poesia immagine è dato forte della sua formazione tra Futurismo e Classicismo. Il poeta completo del Novecento oltre!


lunedì 5 gennaio 2015

Le Geo-grafie visiotroniche di Dario Damato‏

Vitaldo Conte

*Le geo-grafie di Dario Damato‏
libro d'arte (uscito recentemente) sulle 'geo-grafie' (scrittura-pittura) dell'artista pugliese Dario Damato, morto nell'autunno del 2013.  Con prefazione di Vitaldo Conte  edito grazie al contributo della Fondazione Banca del Monte di Foggia., presentato il 6 novembre scorso  dalo stesso l prof. Vitaldo Conte, docente di Storia dell'Arte Contemporanea e Storia e modelli dell'Arte-Terapia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma (vedi Video)
Presentazione per la mostra tributo all'artista (30 Ottobre-22 Novembre)  presso la Galleria provinciale d’Arte moderna di Palazzo Dogana ( in Piazza XX settembre a Foggia)  “Dario Damato geo-grafie”, a un anno dalla scomparsa del grande maestro foggiano con  una selezione di  16 opere pittoriche di medie,  grandi dimensioni. 
A cura della stessa  Donatella Damato – figlia dell’artista, evidenziato come protagonista assoluto della Poesia Visiva contemporanea. 

Info ulteriori
 

venerdì 3 agosto 2012

Antonio Saccoccio in “Avanguardie, poesia e caserme” al Museo Archeologico di Anzio (Roma)


 
 

Il 3 agosto 2012 alle ore 19.00 nuovo appuntamento nell'ambito di POESIA DA VERNISSAGE, Prologhi testuali per 7 mostre dell'Anno Culturale 2012, progettate da Giusi Canzoneri per il Museo Civico Archeologico di Anzio (Roma), con la cura di Ugo Magnanti.
Antonio Saccoccio apre la mostra cubofuturista di Giorgio De Santis con una sua "testuale net.futurista" intitolata Avanguardie, poesia e caserme.

giovedì 7 luglio 2011

Sandro Giovannini- Nota Biografica


SANDRO GIOVANNINI (curatore, autore- libro Manifesto Nuova Oggettività)


Nasce a Pesaro nel 1947. Figlio di ufficiale pilota pluridecorato. Ex Uff. dei Carabinieri. Studia legge, vive e lavora in molte città italiane. Scrive poesia e si occupa di critica poetico-letteraria e collabora a vari quotidiani e riviste, alcune fondate e dirette. Ritorna nella città natale nel 1974 e fonda il Centro Studi Heliopolis, che svolge un’ultradecennale attività di promozione culturale; storica la consegna a Borges, ospite dell’Heliopolis di Pesaro nel 1977, del Premio Labirinto d’Argento. Nel 1979 dà vita al Movimento Poesia Tradizionale-Vertex, che dura fino al 1991, comunità “funzionale” con molti giovani poeti italiani e corrispondenti europei, (il Vertex, nei suoi quasi 12 anni, organizza più di 15 campi di poesia, oltre 5 convegni nazionali, oltre 20 readings, 3 poemetti corali, 2 case editrici, la Edizioni Casa della Poesia in Milano, dal 1980 diretta da Enrico Squarcina e operante fino al 1990 e l’Heliopolis Edizioni, in Pesaro, fondata nel 1985 e tuttora in attività, e nell’ambito di queste, 3 riviste successive: I quaderni di Heliopolis, Letteratura, Xero). Fonda poi con Forte e Silvestri lo scriptorium heliopolis, che è la continuazione creativa della precedente ricerca. Con lo scriptorium compie un’esperienza intensissima d’indagine sulle tecniche dell’antico, ricopiando manoscritti, realizzando facsimile di rotoli e codici classici, rivitalizzando tecniche amanuensiche e miniaturistiche, studiando supporti e metodologie conservative e riproduttive e confrontandole, in chiave creativa, con le logiche di ricerca contemporanea, (poesia concreta, poesia visiva, mail art, istallazione, performance…). Ancora l’Heliopolis presenta per prima sul mercato del paraeditoriale, (Salone del libro di Torino 1989) le magliette letterarie, evento di enorme seguito… Favorisce nel 1991, un manifesto della “scrittura esterna”, che si avvale anche del supporto critico di filosofi dell’estetica e di valenti antichisti. Da metà degli anni ‘90, fondando “Letteratura-Tradizione” aggiunge all’attività poetica e grafica l’esperienza di coordinamento della rivista (di cui è caporedattore nazionale, con direttori letterari alternantisi lungo 43 numeri dal 1996 al 2009, rivista di straordinaria metodologia comunitaria tramite l’avvicendamento delle direzioni e delle sezioni autogestite) e l’esperienza del romanzo, con un primo finito ed un secondo in preparazione.



BIBLIOGRAFIA

Terra di cieli, poesia 1960-1970, inedito;

Tratti dall’ombra, poesia 1970-75, La Grafica, autoedizione;

Guardie, poesia 1976, I quaderni di Heliopolis, 1980;

La sabbia e le piramidi, poesia 1975-77, I quaderni di Heliopolis, 1980;

Kalisuite, poesia 1977-79, I quaderni di Heliopolis, 1983;

Atemporale, varia 1985, Edizioni Casa della Poesia, 1985;

Carme si-no, poesia, 1985, rivista “Parsifal”, anno III, n° 19, Gennaio-Febbraio 1986;

Il piano inclinato, poesia, 1981-1995, Heliopolis Edizioni, collana Tabulae, 1995;

L’armonioso fine, critica letteraria e metapolitica, SEB, Milano, 2005.

Poesie complete (1960-2006), Heliopolis Edizioni, 2007.

Prossime pubblicazioni: “…come vacuità e destino”, critica lett. e metapolitica; La capitale del tempo, romanzo.

Nel campo del paraeditoriale numerosi prototipi pergamenacei e cartacei, da alcuni dei quali sempre derivano le edizioni in tiratura limitata della Heliopolis, molte sculture, poesie visive ed artigianato artistico vario applicato al campo della moda ed infine varie grandi “istallazioni creative” anche con forte valenza arredativa.


http://www.sandrogiovannini.com/index.php

sabato 27 marzo 2010

Gianfranco Ganzaroli Scatti Sparsi al Brindisi di Ferrara

GIANFRANCO GANZAROLI.jpgda SANDS FROM MARS

È appena cominciata la nuova mostra o forse è meglio dire la nuova  storia raccontata da Gianfranco Ganzaroli, (curriculum VEDI LINK SOTTO) attraverso le sue fotografie in bianco e nero, una raccolta di scatti, apparentemente sparsi e apparentemente “gettati” come sul piano  di un pianoforte da locale jazz, in una vera e propria poesia visuale dedicata alle atmosfere retrò e vagamente Bogardiane.

Tra anelli di fumo e frasi sussurrate da voci roche dei locali nelle vie strette di uan città che potrebbe benissimo esistere a Chigago, nella Luisiana o anche dietro casa nostra, ecco una personalissima visione bicolore del poeta visuale Gianfranco Ganzaroli, che fino a fine marzo esporrà al Brindisi 44100

 Ferrara (FE) Via Adelardi, 11 tel: 0532 209142.

Scatti di gente, città e particolari comuni, che diventano così profondamente diversi da quello che sono, che potrebbero esistere in qualsiasi posto della terra o forse nel “bar in fondo al mare” di Stefano Benni.

                               Il suo myspace:  www.myspace.com/f_oneimages

 

CONT: http://blogs.myspace.com/index.cfm?fuseaction=blog.view&friendId=316839564&blogId=531315600

lunedì 27 aprile 2009

LORENA MELIS ESTETICA DEL DUBBIO

FUTURIST EDITIONS WWW.MYSPACE.COM/EDIZIONIFUTURISTE

 

LORENA MELIS

 

...ESTETICA DEL DUBBIO....

 

La vie est le baiser d' un voleur qui ne pardonne pas à vous d' avoir aimè

(Lorena Melis)

 

 

L'effetto Internet ha già avuto esiti... devastanti per la poesia e l'editoria italiane: Beppe Grillo non è solo ciberprofeta visionario, come dimostrano numeri e dati recenti. Se per l'editoria nazionale certo bisturi è un bene, sulla Poesia dopo la Rete, qualche allarmismo è ovviamente lecito. Al di là di certa indubbia casta culturale, certo rogo quasi darwinano del fare poesia non è auspicabile per il futuro dell'umanità. In realtà, Internet, per il medium poesia è esattamente il contrario. Certa estinzione pretesa della poesia è un mito electro: proprio la Rete – sia nell'immaginario che nel reale- dà voce alla nuova poesia contemporanea, al di là del manierismo e di certo archeoumanesimo dominanti nei codici cartacei. Anche le riviste cartacee più sperimentali (vedi Anterem) segnalano il fenomeno. La poetessa sarda Norma Lorena Melis (Cagliari), tra poesia e poesia visiva, è testimonianza oggettiva del poetare postinternet. L'evocazione di Grillo non è casuale: la sua poetica è squisitamente antipolitica, corrosiva, perturbante, potente, volontà di Bellezza. Mix significativo tra sperimentazione, versi liberi del duemila e nuovo classicismo (presocratico, quasi) elettronico, quasi un futurismo paradossalmente neolirico. Non a caso, la Musica (qua alla Paolo Ruffilli) e certa Immagine musicale, attraversano, quasi come un coro costante, il fluire aperto della Parola, sulla scia appunto delle cosiddette neovanguardie del secondo novecento. Post Gruppo 63 e post Gruppo 70, soprattutto (consapevole nella poetessa anche la variabile poetico-visiva), le onde elettriche del fiume di Parole che la Melis lancia nella poesia contemporanea. Ma un'altro eco multiplo, potente, spicca: non solo un fiume alla Eraclito; input della poetica del dubbio... via beat generation via Fernanda Pivano per la singolare pro-vocazione appunto neolirica dei testi, da una penna robusta sullo sfondo persino antidogmatico del giovane Cartesio, nel volo stesso della giustamente celebre Alda Merini. Quando la Poesia, tutta la lezione dell' avanguardia, non è mai più decorazione o diario o grammatica velleitaria, ma Bellezza come Conoscenza. (Roby Guerra)

 

norma 1 DOLCISSIMO AMORE...SWEET LOVE.jpg


DEMOCRAZIA______DEMO CRAK ZIA

alias poesia dell' amore perduto

L' acqua scroscia sonora e ingrata

sconvolge il mattino fredda e diretta

proiettile di metallo tra fili d' erba

e schiaffi di vento che lacera fiori.

 

Pianto dirotto contro le stanze

mormorare del bosco accolto

in un nido di foglie e arboscelli

piumato di creature che pigolano

.......................................................

Cristallina trasparente acqua

timpanica tintinna in torrente

sui tetti scoscesi fulminati di lampi

trafitti di antenne e controlli

intrigano la pelle degli amanti

tra braccia di tormento disperante

a galla nell' acqua in fuga di cerchi

sedentari di modernità decadente

a rantolare nelle strade del presente

lasciando cascare le braccia

sull' edonismo di sensi impigriti.

 

Noi naufraghi nel destino, amore mio

nel caminetto che arde i giorni.

 

Tutte le pagine della vita ritrovate

sfogliate dal vento della passione

in un falò di rinuncia a testa china

sulla realtà che avanza strappando

la tua identità di libertà democratica.

...............................................................

D E M O C R A Z I A

DEMO CRAK ZIA

Ci incontriamo alle soglie.. ancora

del grigio umile giorno.. lacerati di colori

come ladri che smarriscono la ragione

ad immergere gli occhi e le mani

nei pori di fiore che tremano rosei

battendo il tempo della carne

in danza di follia del cuore .

 

Le ferraglie di un treno

su un binario di illusioni future

con presbiopia del presente.

 

Tamburi e tablas battute dall' acqua

assordano il giorno ..tremano forte

pelle di canti nel sonno del tempo.

 

Nella frescura felice del bacio del mare,

rabbrividisce la luna che va via

lasciando dietro di se il profilo del sole.

 

Il mistero dello spazio che gioca

con vaghe forme di ali

l'abbraccio di vapori e pianeti

che serbano il buio di terra segreta

di tesori che nasceranno domani.

 

Nelle stanze ritrovate della memoria

risuona l' eco di voci bianche

il dormitorio di risveglio e paura

le grate di una cella...le prigioni dei dogmi

l' abitudine alla distanza d' amore

quando il tempo non concedeva diffesa

a guardare attonito la Fiera vanitas sociale

di buone maniere e burocrazia

che azzerano la libertà di vivere.

 

Un cestino di stelle trovate

ai confini dell' universo velato.

 

Poeta che danza la caduta dal cielo

come un bimbo pazzo che corre

dietro una palla di guerre e di sogni

inventando un aquilone nel petto

per portare al cielo l' amore

di un fiore che muore in un giorno.

 

 

FUNANBOLO DI INFINITO.....NELL' ALTARE DEL DENARO

La vita è il bacio di una ladra

che non ti perdona d'averla amata.

 

Maliarda incantata di piacere

in scoscese e innalzanti bellezze

graffia la gola del giglio dell' anima

dilatato in polline d' oro

chiedendo ogni giorno un' invenzione

da aggiungere nelle bianche distese

di un diario che lacera le vecchie pagine.

 

Incede flessuosa e fuggente

in mille gocce di pioggia.

Specchi e rimandi incantevoli

ingannano con il terrore della morte

la certezza di sapienza.

 

Insinuando negli incontri amorosi

abbandoni di ruggine scarlatta....

brace ardente di frutti di passione

consumati in supremazie bestiali

nel talamo nuziale della terra.

 

Le campane e l' eco che si espande

grave.. solenne ..furtivo... giocoso

quel timido spaurito avanzare

all' alba lentissima nell' agonia del buio

che cede alla luce l' impero.

 

Il precipizio di un dubbio tra le nuvole

nel temporale che dissangua le illusioni.

 

Nebbie umide fantasticate

da azzurri e grigi imperlano

le foglie del bosco che mormora.

 

Lieve nel vento un rumoreggiare

di animali furtivi che cercano

prede incaute incantate dalla luce.

 

L' odore acre dei pini impregna

la valle che digrada verso il mare

in gridati gialli di acetosella.

 

Gli occhi del tempo che passa

si poggiano sugli ulivi assorti

svelando nodi ed ombre scure.

 

Le ore che avanzano smarriscono

il senso dell' essere uomo nella guerra

..... innocenti ignari di vivere

nella stanza di bottoni del denaro

smarriti nella morte come un refuso

...............................................................

La diplomazia del mondo in ginocchio

nell' ALTARE del denaro.....................

Un vano falso mea culpa

che non svela il gioco della mano vincente

che si abbatterà come una mannaia...

ancora disperatamente.............

 

 

TACCIO ..LE VERITÀ SPOGLIATE DALL' UOMO.....

Ascende incantando

antica melodia del tempo

la carezza della terra

che si estende nelle pianure

inseguite di agri colori digradanti

nell' acqua del mare mormorata

dalle onde spumeggianti sulla riva.

 

Involo alla tue braccia

cantando l' anima nei riflessi

specchi dei vuoti acquei

occhi anelanti infiorescenze

perduranti incauti nel precipizio

o in vetta al cielo gridato

come un vessillo in un lampo

sorprendendo il desiderio

smarrire sembianze note

nel talamo dell' universo.

 

Vieni alle messi del tempo

scegli l' abito del giorno

per vestire la verità

che credi di avere nelle tasche di ieri.

 

Dai uomo anche barando

si vince in questa banca

investimenti di cemento

e di latta fumante

oliando sempre

le macchine della guerra

si diventa condottieri......................

Altrimenti per te fesso

c' è sempre "un gratta e vinci"

 

E, ancora.......... inventando monete vaticane

di pace e religione per altri investimenti.

 

I candidati politici ridono in immagini

di vuoti di mente senza progetti

facce quasi riprodotte in serie

perfettamente inquadrate

nell' imbroglio sociale

che non ha eguali nella storia.

 

Ed i pensieri incontrano l' orizzonte

implodendo nel grigio profondo d' acqua

esplodendo nell' apertura

delle ali dei gabbiani affamati.

 

Taccio le verità spogliate dall' uomo

pazientemente rivestite per lasciare

reinterpretare alle ombre e alla luce

il gioco dell' inafferrabile libertà.

 

Nel calamaio scuro del cielo

intingo il pennello del silenzio

danzando su un pentagramma

le note di una sinfonia che sprofonda

nelle pieghe dell' essere quotidiano

sulle strade d' asfalto volitive

di ebrezze veloci di fughe

lungo i nastri di discordia

di chiacchiere e chiacchiere confuse vocianti

di informate informazioni del nulla

poiché gli intenti sono celati

da milioni di presunti innocenti,

con diritti di supremazia da accampare.

 

Una terra di prepotenti esperta

nell' arte del plagio

con una mano di gioco:

scommette il paradiso del desiderio

nella supremazia di una merce

ancora da vendere

senza pagare il dazio

alla bestia che è in lui.

 

 

DIO..PRET-A-PORTER ...CHE INVENTA L' IMPIEGO DELLO SCHIAVO

La tastiera dell' anima

apre il giorno sullo spartito del tempo consegnando all' otre dei venti

la clessidra di sabbia conta istanti

riaffiorante nell' onda che si frange.

 

Le note si rincorrono al limite

delineando il gioco di nuvole

che, smarriscono le sembianze,

nel sole che esplode,

azzerando il dubbio ,

con la fine della notte, che si ritrae

nella caverna esclusiva

dell' unico silenzio d' amore e morte.

 

L' universo oggi pare apprenda

a cantare con i sensi, la carne

le paure.. le conflitte ..l' essere

il tremante anelito, l' essenza assente

dell' oggi ancora da vivere

......................................................

Sguardi sospesi nel delirio vuoto

nelle parole che scorrono

.............................................

Danze tribali di sciamani

sul fiume della storia

che l' industria incarta

come prodotto di consumazione.

 

Dio viene confezionato

pret-a-porter di lusso

nei templi dell' orgia industriale

che inventa l' impiego dello schiavo

eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

..............................................................

TUMP.TUMP.TUMP...TUMPTUMPTUMPTUTTUTT

e la buona materna burocratica babele

svuota la mente dall' ansia dell' estraneo

al consumato consumatore......................

vestito griffato inculato ignorante

sempre in cerca di assenso edonistico

da consumare nel sottoscala della coscienza.

 

Il teatro della morte mette in scena

manovali arsi tra sirene di allarmi muti

o gli urli sprofondati soffocati

nelle fosse del lavoro senza tregua

dei campi agricoli di sfruttamento.

.........................................................

Anonima terra di pianti ignorati

da pigri benestanti moderni.......

RATATA....rrrrrtttaaattarrrrrrttarrr

 

 

AIZZATORI DI VIOLENZA

Giovani dissennati senza freni

incendiano la panchina

dell' innocenza che dorme

 

E..... genitori incoscienti confezionano

mostri educati allo stupro.

 

Natura che conosci

la frenesia suadente

della gola dei fiori protesi

tra fili d' erba di rugiada

INSEGNAMI LA VITA..........

 

L' archivio del cuore della terra

dimentica la notte della zolla umida

che rinserra il tesoro dell' attesa

di domani, misteriosa fontana zampillante

alle soglie del bosco della mente.

 

La sapienza cela lo scrigno della pagina

ancora da vergare negli spigoli congelati

della pausa attiva sul tremante avvenire

di un bimba che sogna la creazione della vita.

 

Microcosmo di fatti alfabetizzati

dal mormorio balbettante della scienza

dall' etica che non paga il dazio alla libertà.

 

 

MON DIEU...QUI LA GUERRE....EST JOLI

In amorosi sensi

sorprendo la luce dell' alba

cantare sui proflili azzurri baciati dei monti

le cantilene di fiori di fuoco del mio giardino

 

Rapiscono incantati di esistere

voli di piccoli uccelli vivaci

che cinguettano pigolii di versi

al desiderio di danza fremente

implosione esplosione cinetica

 

Invoco incoscienza sublime

di pene di chiodi

irridenti ataviche

archetipe tastiere di tempo

 

Si ridesta la coscienza naufragante

in sonorità di mendace

corruptus spiritus

 

Vetri che mastico

in silenzio

stritolando melograni nelle vene

corse veloci di rabbia

dal ventre al petto

della vita maledetta

 

Che mi ha insegnato

a crociffiggere

nella celebrazione beffeggiante

del sistema sociale

l' uccello condor

la tigre

supremo bisogno

di caccia della vita.

 

Lasciandomi invece

Moderni addomesticati

dal mercato di piaceri relegati

 

Società satolla di sesso facile

confezione di cervelli in scatole di latta

venduti all' indice di gradimento della stoltezza.

 

Mendaci falsi uomini

amanti del nulla

fallici sistemi di erezioni

senza anima

che vendono

ed ancora vendono

il nulla

 

Rinnego il maschio potere

che hai inventato

 

in supremo Nulla

rien de rien

Mon Dieu !

quii la guerre est Joli

 

Volontà di rintocco

di campane a morto

ieratica arma mente

che infiggo scagliando

dall' abisso della terra

 

Vulcano natura

divorante in fuoco rotolante

avvolgente

 

Fiera selvaggia di presagi di morte

attuale sacrificio di esistenza ente

con volontà ente eclissante

sempre attuale emergente

 

Sul tuo enorme ventre

conficco il fallo di una lama di fuoco

e

sulle tue troie vocianti

che fanno insulsa corona

cantanti il tuo sesso

ignare

di essere spaccate in due

 

Rendendole corpo a subire

masochiste incatenate alla

suprema stoltezza di sé.

In cerca di bellezza chirurgica

e belletti siliconati

di ringiovanente scemenza

 

Bruciamo al rogo dell' essere

tutti i rotocalco mercato

le classifiche mercantili del successo

 

Urlo rrrrrrrrabbbiaaaaaaaa !

Getto conati eco nella valle

 

Acuto suono di sax

Ottoni squillanti

viscere di fuoco

vera forza creativa

contro la prostituta

sedotta da Giuda

imperialismomeccanomercantesistemapotere

 

Voglio prostituta

donnaccia di passione

Bocca di Rosa

che lo fa per passione

 

lasciando in pace

nell' uno e nell' altro

 

Che di amanti idioti

sono silenziose

dolcissime pudiche

 

Amanti

di sortiilegi dell' anima

in sogni di segrete fontane

di perla colore

danzate in abissi

di sublime ignoranza di ego.

 

Volo sul tuo petto

rincorro le guerre

gambe per danzare

nel tuo ventre sterile

assolo di vergine

nell' anima tua

 

 

TEATRO SENSUALE DELL’ASSURDO...........PAROLE CON HANDICAP

Il cielo in maestà

apre le porte del sole

sulle schiene inarcate della terra.

 

Vergine di bellezza fecondante

proiettata nei sortilegi meravigliosi

avvolgenti in colori di musica animale

animica strega

in spazi di supremo inconoscibile scibile

 

Ride la luce

serpeggiando felice sull' accadere

di fenomeni immancabili

sequenziali

alla mente abbiocata

di un uomo al risveglio.

 

Congedato da sé stesso

giustificato

pedissequo esecutore

del ruolo cucito addosso

per sedurre ancora

l'ndecente mercato parassita

del bieco giardinetto di roccocò retrò all' inglese

cosi accomodante

fra le signore umettate di fumetti

e bocche rosse spalancate

a seduzioni di seni senza frutti.

 

Falsi poeti scartabellanti senso

in pasticche di tranquillanti

progestinici scrittori maledetti

comprati in bancarelle in saldi di vanità

 

Maledetti non vi ameròòòòòòòòòòòòòòòòòòòòòò

non vi amo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Progetti ricerca

Parole al vento

sollevati dalla classifica del Capitale vi barcamenate

nel civile educato falso senso tranquillizzante

nelle acque stagnanti della morte dell' ARTE

con prosopopea di parole

confusi da interessi

di masturbazioni immediate a sessi di morte di cancro

 

Fumetti di figurine di femmine

maschi giapponesizzanti

di estetismi di purulento esistere

 

Vi scaravento la malattia dell' Handicap nel petto

la realtà violenta dei monsoni scuota le vostre certezze accomadate in

divani rilucenti di bestemmia di vita

 

Sono lo storpio

sarò

sono sono ancora ancorante nello scaraventarmi in te

il monco della bestemmia

il censurato delle vostre certezze educate

sono un supremo negante

acuto in lame taglienti

l' istante rapito all' essere

che danza guerra

in mille lance di fuoco

sul castello sforzesco dell' impero

sulla massa popolo bove acquirente ab aeternum.

 

La democrazia sbrindellata

scopre l' ignobile immagine

di buontemponi che si sentono puri

recitando l' angelo Custode

e signorine di buone famiglia

che sognano sesso sul divano di casa

mentre sbottanano cerniere di incapacità

 

E che dire dei fasulli maledetti di moda

dal culo sempre caldo

verso autocompiancimento di un inutile sé

 

Sono lo storpio maledetto

il malato il disperato

e scaravento contro

il vostro ventre sazio

la protesi della deambulazione negata

 

NORMA 2 LA LUNE... ET.jpg

 

 

 

 

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