Da: Pensalibero.it
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Ma si', tutto scontato....!
Quando uno e' vecchio ha la lacrima facile e si commuove . Infatti mi sono commosso seguendo in televisione la cerimonia della inaugurazione della presidenza Joe Biden.
Direte: ma dove è finito tutto il tuo cinismo aggrumato in decenni di frequentazione del mondo politico e imprenditoriale in Italia e in America?
Che vi devo dire? Sono passate appena due settimane da quel 6 gennaio che resta nella storia degli Stati Uniti d'America come una infetta data che ha visto alcune migliaia di terroristi interni aggredire e devastare il Campidoglio mettendo a rischio l'incolumità dei parlamentari e dello stesso vice presidente in carica Mike Pence.
Ed oggi ci siamo ritrovati, abbracciati digitalmente, a celebrare e festeggiare una nuova presidenza che mette fine a quattro anni di pericoloso carnevale e avanspettacolo da quattro soldi.
Ma si', tutto scontato.
Anche l'appello ripetuto all'infinito dal presidente Joe Biden, un usato sicuro che almeno porta la garanzia della sua lunga esperienza washingtoniana convalidata dagli otto anni passati accanto a Barack Obama.
Ma che avrebbe dovuto dire nel suo discorso inaugurale l'anziano Joe Biden?
Viviamo da troppo tempo in un clima avvelenato fatto di reciproci sospetti, di impossibilità di parlare e confrontarci cortesemente e civilmente con chi la pensa in maniera diversa da noi, viviamo in un mondo affetto da una terribile pandemia che sta livellando l'umanità al punto che i 2996 morti delle Torri gemelle e del Pentagono dell'11 settembre 2001 diventano numericamente insignificanti se paragonati agli oltre 3000 morti giornalieri che il virus abbatte sul suolo americano.
Ma si', tutto scontato.....!
......Continua
https://oscarb1.blogspot.com/2021/01/ma-si-tutto-scontato.html
In questi giorni il nostro ministro Dario Franceschini con orgoglio ha lanciato la piattaforma ITsArt, "il nuovo palcoscenico virtuale per teatro , musica, cinema, danza e ogni forma d'arte, live e on-demand": nei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, inventore della lingua italiana, il nostro Ministro della Cultura lancia un nome inglese per promuovere gli artisti in Italia…geniale! culturaidentita.it |
di Roby Guerra. Può sembrare off topic e incomprensibile questo nostro intervento sul futuro presente e prossimo della scienza, dal punto di vista sociale. www.corrierenazionale.net |
D- La cultura, secondo te, come può sfidare il nostro tempo contaminato dal virus?
La cultura, a parer mio, è l'unica risorsa (ovviamente dopo la Scienza) che può concorrere a salvarci realmente da questo periodo di grande confusione esistenziale dovuta alla perdita dei nostri principali punti di riferimento. Da sempre la cultura, intesa come conoscenza, contribuisce a creare in noi quegli agganci ai quali "aggrapparci" in caso di difficoltà. Quei pilastri che, come la fede, apportano consapevolezza e speranza. Soltanto aprendoci al Sapere è possibile rafforzarci ed eliminare quelle nebbie che oscurano le menti poco illuminate. I libri rappresentano gli strumenti elettivi di questa trasmissione conoscitiva. La lettura, rispetto alle altre modalità di trasmissione è, a parer mio, una delle pratiche più efficaci poiché si svolge in maniera individuale inducendo alla riflessione contemplativa. Il rapporto che si stabilisce tra lo scrittore e il lettore è univoco, diretto, intimistico. A maggior ragione, in un tempo come quello che stiamo vivendo che ci costringe alla cattività, all'isolamento sociale (sebbene l'uso delle nuove tecnologie ci stia aiutando a ricreare rapporti sociali, almeno "virtualmente") è quanto mai necessario ritrovare nei libri quel senso di completamento totalizzante che nella realtà attuale è venuto improvvisamente a mancare. Un rapporto, quello con il libro, che dobbiamo riscoprire proprio per ritrovare noi stessi.
D- I tuoi percorsi presenti creativi, come scrittrice, animatrice, anche radio televisiva?
In effetti, attualmente risulto impegnata sui tre fronti principali della comunicazione e di questo ne sono molto orgogliosa. Editoriale, con l'attività di giornalista di Redazione del Corriere Nazionale.net, radiofonico con la trasmissione culturale "Ophelia's friends on air" (ormai giunta alla sesta edizione) e televisivo con l'avvio della prima edizione di "Noi italiani", il nuovo spazio di approfondimento giornalistico di Tele7Laghi dedicato a temi di attualità, con un'attenzione particolare all'emergenza sanitaria. In questa trasmissione diamo voce alle problematiche delle varie categorie professionali colpite dalla pandemia, ponendo in essere la capacità di noi italiani di riuscire a superare le difficoltà facendo appello alle nostre risorse interiori e alla capacità di adattamento.
La comunicazione oggi è tutto, ed è importantissimo esercitarla nella maniera giusta. Nei miei programmi, così come nei miei articoli, mi prefiggo sempre l'obiettivo di veicolare la notizia, o l'argomento in questione, in una modalità il più possibile coinvolgente cercando di non imporre il mio pensiero ma tentando di farmi portavoce di quelle che possono essere le istanze di tutti. Diverso è l'approccio come scrittrice che mi vede, ultimamente, a contemplare anche la forma del saggio. A breve uscirà un volume a più voci dedicato a Leonardo Sciascia, curato da Pierfranco Bruni, che comprende un mio saggio di analisi comparata tra la rappresentazione cinematografica e quella letteraria facendo riferimento a due tra i più famosi racconti di Sciascia: "Il giorno della civetta" e "A ciascuno il suo".
D- In generale, dopo il virus, come vedi la psicologia collettiva attuale futura prossima, anche dopo i vaccini?
Ho grande fiducia nel popolo italiano. Nella preziosa peculiarità che noi italiani abbiamo di far fronte alle sventure e di riuscire a tramutare una situazione di problematicità in una opportunità per crescere e migliorarci. Ritengo che la fase più tragica sia terminata e che dobbiamo resistere ancora qualche mese per ritornare a vedere la luce o a "rivedere le stelle" come direbbe Dante. La Scienza ci sta dando una mano. Comunque la si pensi riguardo al vaccino, non vi sono dubbi sul fatto che rimanga l'unico espediente che ci consentirà di uscire da questa pandemia. Certo, i problemi sono considerevoli e molteplici. Ma è opportuno sforzarsi di essere il più possibile fiduciosi attingendo dal passato una fonte di speranza. Il passato ci insegna che dopo le grandi catastrofi vi è stata sempre una rinascita. Basti pensare al Rinascimento, al primo e al secondo dopoguerra seguiti da periodi di grande fermento ideologico e intellettuale. È fisiologico che dopo un periodo di stallo, di compressione forzata ci sia una esplosione di positività. Una frenesia costruttiva e propositiva che coinvolgerà il pensiero così come l'economia. Di questo ne sono più che certa.
https://romis2016.wordpress.com/biografia/
Davide Pagnoncelli è uno psicologo, psicoterapeuta con formazione in Teatroterapia e Arteterapia, parallelamente all'attività clinica, ha un'esperienza di vent'anni in ambito scolastico come responsabile di un originale Servizio Psicologico di sistema, dalla Primaria alla Secondaria di primo e secondo grado.
Oltre a pubblicare, per addetti ai lavori, ricerche in ambito psicopedagogico e sociale su varie riviste scientifiche, la sua vasta esperienza lo ha portato a voler condividere con altri il frutto del suo lavoro e lo ha fatto con un libro dal titolo "Figli felici a scuola" e il sottotitolo, non meno significativo, "Come migliorare l'esperienza scolastica dei propri figli con l'aiuto di un Allargacervelli", edito nell'aprile 2018.
Intervista a Davide Pagnoncelli
Cosa è l'arte per te?
Andiamo al di là delle definizioni da vocabolario… Noi siamo quello che pensiamo (testa, conoscenza, ragionamento, argomentazione), ma siamo anche quello che sentiamo (pulsioni, emozioni, sentimenti, passioni, cuore). Dobbiamo dar da mangiare e bere anche al sentire, dobbiamo nutrire il cuore, l'intelligenza emotiva…
L'arte è cibo per l'intelligenza emotiva! L'atto artistico scopre e crea un'altra prospettiva rispetto all'ordinarietà, cioè produce qualcosa di stra-ordinario: la fa col sentire, con l'intuizione, con la risonanza… Non è la razionalità che controlla le emozioni: le emozioni sono più potenti del sistema cognitivo.
Ogni quadro, per esempio, racconta una storia, un pezzo della biografia dell'artista con cui entrare in connessione emotiva, con cui vibrare: così si diventa -o ridiventa- vividi, si rinasce. Ri-nasce la vividezza in noi, sia interiore che esteriore, attraverso la compartecipazione emotiva con le opere dell'artista!
Ho letto da varie parti degli accostamenti tra arte e sogno, che mi dici?
L'arte è parente stretta del sogno, è sua gemella; un'opera d'arte è un sogno! L'arte è una delle porte privilegiate per accedere all'inconscio. Ciò quasi sempre a insaputa dell'artista… che nota e si accorge quando ha finito (se va bene) del significato di quanto ha prodotto e che questo prodotto lo rappresenta meglio rispetto a quanto aveva in mente all'inizio del progetto. L'anima parla attraverso le immagini, l'inconscio è artistico, è poetico… Perché noi sappiamo più di quello che comprendiamo! E i sogni non avvengono solo di notte, ma anche di giorno.
L'arte è sogno, non può essere ri-produzione della realtà, fotocopia di altro; forse meglio ancora, l'arte è scoperta degli aspetti invisibili dell'umano, dell'indicibile del cosmo. L'arte fa ri-nascere la realtà, far ri-vivere la realtà in modo nuovo e assolutamente originale. Ecco perché Picasso ha affermato: "l'artista non dipinge quello che vede, bensì quello che intravede".
Che rapporto c'è tra arte e interiorità?
Non si colleziona una cosa, un quadro, una musica: non si collezionano oggetti; si collezionano emozioni, momenti e vissuti ricchi di emozioni e di sentimenti. Davanti a un'opera d'arte si risuona, certo non si ragiona e non si argomenta: si sente, si vibra; semmai si compartecipa il sentire.
L'arte può essere terapeutica?
Rispondo con due considerazioni. La prima: certamente l'arte è terapeutica, l'arte ha valore, ha valenza terapeutica, riabilitativa ed educativa. Munch affermò acutamente: "Io dipingo perché per me è terapeutico!" L'arte si prende cura dei vissuti personali.
La bellezza ci appartiene, noi apparteniamo alla bellezza, noi siamo parte della bellezza! La bellezza dell'arte salva il mondo, lo rende più gradevole, più abitabile. Anche le tragedie, i drammi, perfino le patologie vengono rielaborate, trasformate, transustanziate. "L'ombra è il testimone della presenza della luce", scrisse Platone. Ciò che non si esprime può diventare veleno per l'anima, invece quando le emozioni prendono forma, le persone stanno bene!
La seconda considerazione: se l'arte può essere terapeutica, altrettanto si può dire che la terapia è arte (la psicoterapia, la psicoanalisi); arte e non solo scienza. La terapia è intrinsecamente artistica. Anzi, dal mio punto di vista e per la mia esperienza, la terapia non può non avere valenze artistiche, non può non avere connessioni con l'arte, come un flusso emotivo ricorrente, ri-generante.
Uno dei fondatori della psicologia del profondo, Alfred Adler, ha puntualizzato: "La coppia che si forma tra terapeuta e individuo in terapia è una coppia creativa, alla ricerca del Sé creativo". Il Sé creativo fornisce mappe di significati, universi di senso per orientare l'esistenza dell'individuo e realizzare uno stile di vita più funzionale nei tre compiti vitali essenziali (lavoro/professione, amore, amicizie/relazioni sociali di vario tipo).
Prendersi cura, curarsi, guarire è vivere rappresentando qualcosa del mondo o rappresentandosi. Il matrimonio tra arte e terapia, utilizzando diversamente quanto scrisse Alessandro Manzoni, è un matrimonio che s'ha da fare!
Una curiosità: come si arriva alle produzioni artistiche?
L'arte eterna è l'arte forte, direi talmente forte da diventare dirompente! L'arte è talora frenesia, caos creativo, fatica, lacrime e sudore; l'arte è training, un percorso di consapevolezza. Al pari di un percorso psicoanalitico, l'evoluzione artistica è un percorso esperienziale, un training tosto.
D'altronde se si vuol andare nel profondo oceano, nei profondi abissi della propria interiorità, del proprio inconscio non si può pensare di arrivarci in poco tempo. Se si vuol navigare su un laghetto, si può imparare a farlo in poco tempo, ma se si desidera navigare nell'oceano, nell'immenso oceano, non si può imparare a farlo in poco tempo. La mèta finale, però, la posta in palio ripagherà della fatica; le scoperte gratificheranno in modo… oceanico. E, tra l'altro, il messaggio che si lascerà alle prossime generazioni durerà, certo che potrà durare.
Le opere artistiche sono frutto di un training, di un percorso esplorativo appunto! L'arte è come il vento che soffia sulle vele della propria barca: certe volte può essere brezza leggera, soave, calda, calorosa, ristoratrice; altre volte può essere bufera, soffio atroce, tempesta di emozioni, uragano di vissuti che sconquassa e può -in parte- squarciare le vele.
Se la barca ha fatto un percorso approfondito, un training di resilienza si possono aprire -pur con qualche vela rotta e qualche falla- squarci inaspettati di un nuovo mondo, scorci di terre inesplorate in cui immergersi, orizzonti altri e sconfinati. Perché l'arte non ama i confini, perché l'arte tende all'infinito, appunto al non finito e al non recintabile: l'infinito se la ride degli steccati, lui vola alto, largo, lungo e… chissà fin dove. Chi può mettere i confini all'arte, alle sue forme espressive?
Si può imparare a realizzare opere artistiche?
Si può imparare a estrarre quanto si ha dentro di sé, a sollecitare la parte creativa della propria personalità. Però non si attuano corsi; io stesso non attuo corsi o incontri solo informativi, bensì percorsi di esplorazione, viaggi di ricerca con apertura prospettica.
Io li denomino "i percorsi artistici della rosa dei venti": tra occidente e oriente (orizzontalità), tra Artide e Antartide (verticalità), tra cielo e terra (immanenza e trascendenza). Insomma particolarità e universalità, preistoria e storia, fisica e metafisica, carnalità e spiritualità, matericità e aeriformità... e chissà quanto altro ancora da scoprire...
Hai accennato prima allo stretto rapporto tra evoluzione dell'artista e produzione delle sue opere, hai qualche esempio o iniziativa realizzata o da realizzare?
Ho già realizzato delle "recensioni specifiche" di opere artistiche collegate strettamente al percorso dell'artista. Ho denominato questa nuova modalità: Art Artist Therapy (AATH). È un altro modo di gustare e di rivivere la personalità, l'intelligenza emotiva e il percorso creativo dell'artista connesso alle sue produzioni artistiche. Si delinea, quindi, un percorso per scoprire il senso, la finalità, i sogni e i desideri dell'artista, partendo dalle opere, dalle originali modalità di espressione e di comunicazione.
Quando la personalità dell'artista coniuga la propria intelligenza emotiva con sentimento sociale, la sua arte diventa più connettiva (con nesso nuovo), diventa anche più comprensibile da chi ne fruisce. L'opera diventa arte con finalità e significati sociali, perché l'intelligenza è strutturalmente sociale. Noi siano esseri costituzionalmente connettivi, intimamente sociali.
L'artista e le opere sono connesse intimamente tra loro, come due facce della stessa medaglia: attraverso questo binomio chi fruisce e fa esperienza delle opere d'arte, si immerge nelle ramificazioni profonde dell'artista con le proprie opere e ne esplora il mondo interiore, assolutamente unico. L'artista non è presentato con dati anagrafici e cronologia di opere realizzate, ma diventa maestro, stimolo ed esperienza di vita attraverso modalità espressive irripetibili.
Nelle prossime settimane è in programma la seguente iniziativa all'interno di un Corso di Formazione presso il Museo Civico di Vicenza organizzato dall'Associazione Amici dei Musei di Vicenza:
Tre incontri tra Storia dell'arte e Psicoanalisi a cura di Katia Brugnolo Artista, Docente e Coordinatrice presso l'Accademia di Belle Arti di Verona e a cura di Davide Pagnoncelli.
Primo incontro 19 gennaio 2021: Joan Mirò e la Terra. La natura motivo di felicità interiore, al centro della vita e dell'espressione artistica.
Secondo incontro 16 febbraio 2021: Salvador Dalì e il paesaggio dell'Ampurdan. Il paesaggio come identificazione inconscia, specchio dell'essere.
Terzo incontro 16 marzo 2021: René Magritte e la pittura come specchio dell'inconscio. La morte della madre, il raffreddamento dei colori e il congelamento della forma.
A causa delle limitazioni per il covid19 gli incontri non si svolgeranno in presenza ma tramite la piattaforma Zoom. L'iscrizione sarà gratuita.