sabato 23 gennaio 2021

Pensa Libero: Basta contentarsi del male minore




--------- 
Da: Pensalibero.it  
Questo testo viene mostrato quando l'immagine è bloccata

In questo numero di Pensalibero

Testo alternativo
  • Basta contentarsi del male minore
    Ci inviteranno da sinistra a guardare il brutto che c'è a destra e viceversa. Ma le due facce della medaglia sono proprio identiche, perché la degenerazione non riguarda questo o quel partito, è del sistema. di Nicola Cariglia

 

 

 
 

Mail priva di virus. www.avg.com

Oscar Bartoli blog Letter from Washington : Ma si', tutto scontato..



Da: Oscar Bartoli  
 

Ma si', tutto scontato..


Ma si', tutto scontato....!

Quando uno e' vecchio ha la lacrima facile e si commuove . Infatti mi sono commosso seguendo in televisione la cerimonia della inaugurazione della presidenza Joe Biden.

Direte: ma dove è finito tutto il tuo cinismo aggrumato in decenni di frequentazione del mondo politico e imprenditoriale in Italia e in America?

Che vi devo dire? Sono passate appena due settimane da quel 6 gennaio che resta nella storia degli Stati Uniti d'America come una infetta data che ha visto alcune migliaia di terroristi interni aggredire e devastare il Campidoglio mettendo a rischio l'incolumità dei parlamentari e dello stesso vice presidente in carica Mike Pence.

Ed oggi ci siamo ritrovati, abbracciati digitalmente, a celebrare e festeggiare una nuova presidenza che mette fine a quattro anni di pericoloso carnevale e avanspettacolo da quattro soldi.

Ma si', tutto scontato.

Anche l'appello ripetuto all'infinito dal presidente Joe Biden, un usato sicuro che almeno porta la garanzia della sua lunga esperienza washingtoniana convalidata dagli otto anni passati accanto a Barack Obama.

Ma che avrebbe dovuto dire nel suo discorso inaugurale l'anziano Joe Biden?

Viviamo da troppo tempo in un clima avvelenato fatto di reciproci sospetti, di impossibilità di parlare e confrontarci cortesemente e civilmente con chi la pensa in maniera diversa da noi, viviamo in un mondo affetto da una terribile pandemia che sta livellando l'umanità al punto che i 2996 morti delle Torri gemelle e del Pentagono dell'11 settembre 2001 diventano numericamente insignificanti se paragonati agli oltre 3000 morti giornalieri che il virus abbatte sul suolo americano.

Ma si', tutto scontato.....!


......Continua





https://oscarb1.blogspot.com/2021/01/ma-si-tutto-scontato.html

 

  

Fazi Editore: Due novità in libreria, H. Roosenburg e R. Reich



Da: Fazi Editore  

Care lettrici e cari lettori,
vi presentiamo le nostre due novità di questa settimana, da oggi in tutte le librerie: Ora che eravamo libere
 di Henriette Roosenburg e Il sistema di Robert Reich.

ora che eravamo libere

Sopravvivere alla guerra, alla deportazione e al carcere, scampare a una condanna a morte e ritrovare la libertà tramite un lento e accanito ritorno verso casa, restare in vita per testimoniare e non far dimenticare un'esperienza che ha coinvolto migliaia di resistenti contro la barbarie nazista: tutto questo è Ora che eravamo libere, l'intenso memoir che la giornalista olandese Henriette Roosenburg pubblicò nel 1957 e che, grazie all'immediato successo presso i lettori americani, documentò in modo diretto la Nacht und Nebel, la terribile direttiva emessa nel dicembre 1941 da Adolf Hitler volta a perseguitare, imprigionare e uccidere tutti gli attivisti politici invisi al regime nazista. Nata nel 1916 in Olanda, Henriette Roosenburg aveva appena cominciato l'università quando si unì alla resistenza antinazista. A causa della sua attività come staffetta partigiana prima e giornalista poi, nel 1944 fu catturata, imprigionata nel carcere di Waldheim in Sassonia e condannata a morte. Nel maggio dell'anno successivo, venne liberata assieme ad altre sue compagne di prigionia, iniziando un lunghissimo viaggio per tornare a casa, un'autentica odissea attraverso la Germania sprofondata nel caos di fine conflitto. In mezzo a soldati alleati che presidiano il territorio, nazisti in fuga e tedeschi diffidenti o addirittura ostili perché ancora fedeli al regime, tra innumerevoli astuzie, baratti e peripezie, le protagoniste di questa estenuante via crucis riusciranno alla fine a riabbracciare le proprie famiglie in patria.
Procedendo in modo limpido e preciso e con una lingua duttilissima ma priva di sbavature, guidata dall'urgenza dell'affermazione dei fatti accaduti, Henriette Roosenburg ci offre non solo un momento cruciale della propria personale esistenza, ma soprattutto un poderoso affresco della tragedia che ha coinvolto milioni di vite durante e immediatamente dopo la seconda guerra mondiale. Bestseller negli anni Cinquanta, ai tempi della prima uscita americana, questo potente memoir viene oggi riscoperto a livello internazionale.

«Un libro che ti fa capire che gli esseri umani sono in grado di fare praticamente tutto. E ti rende felice del fatto che esistiamo, che l'universo ospita creature del genere».
«The Washington Post»

«Una storia che verrà ricordata a lungo per il modo in cui ritrae il coraggio degli uomini e la resistenza nutrita dalla passione per la libertà».
«The Saturday Review»

«Il libro più commovente che io abbia letto dopo il Diario di Anne Frank».
«Truth Magazine»

il sistema

In America, ma lo stesso dicasi di buona parte dell'Occidente, inclusa l'Italia, milioni di cittadini hanno perso la fiducia nei loro rappresentanti politici ed economici. A fronte di anni di salari stagnanti e mercati del lavoro sempre più precari, e del rifiuto delle classi dirigenti di prendere sul serio minacce esistenziali come la crisi climatica, si è andata radicando nelle persone l'idea che il sistema sia "truccato" per servire solo gli interessi di quei pochi che hanno abbastanza denaro per accaparrarsi una fetta della torta. E hanno ragione. Con la chiarezza e la passione che lo contraddistinguono da sempre, e che l'hanno reso una delle voci più importanti della sinistra mondiale, Robert B. Reich mostra come le élite politiche ed economiche abbiano cospirato per creare un sistema sempre più oligarchico, annientare la classe media e minare la democrazia. Prendendo come esempio Jamie Dimon, il presidente della JPMorgan Chase, una delle più grandi banche al mondo, Reich spiega come coloro che siedono al vertice della piramide sociale diffondano tutta una serie di miti sulla meritocrazia, sulla competitività nazionale, sulla responsabilità sociale delle imprese e sul "libero mercato" per distrarre i cittadini dagli osceni livelli di ricchezza dei nuovi "padroni dell'universo", dal controllo che esercitano sul sistema e dal fatto che le politiche che sostengono servono solo ad accrescere i loro profitti, a scapito della maggioranza. L'obiettivo di Reich non è quello di alimentare il cinismo e l'antipolitica, ma piuttosto quello di demistificare il sistema e mostrare come esso possa essere radicalmente trasformato, per far sì che la democrazia torni a servire gli interessi dei molti e non solo dei pochi.

«Robert Reich è una delle voci più importanti d'America; un uomo che da sempre lotta per un'economia che funzioni per tutti e non solo per quelli al vertice. Comprendere ciò che non va nel sistema attuale è il primo passo per renderlo migliore e nessuno sa spiegarlo meglio di Reich».
Bernie Sanders

«Robert Reich è uno dei commentatori più perspicaci del nostro paese in materia di politica ed economia. Il sistema mostra come la nostra economia e la nostra democrazia siano truccate per servire i ricchi, ma anche che il cambiamento è possibile».
Elizabeth Warren

 

Lord Dario Franceschini, il Ministro Ferrarese-Inglese.... by Cultura Identità...

 Basta con questi inglesismi nelle comunicazioni ufficiali del Governo: parlate in italiano, vi prego, fatelo almeno per rispetto del Sommo Poeta. Franceschini ha ribattezzato questa piattaforma "la Netflix italiana" e il paradosso è che, per lanciarla, usa la Cassa Depositi e Prestiti insieme a una società privata, dimenticandosi però della Rai e dei suoi sterminati archivi! Lo Spettacolo, sia chiaro, ha bisogno delle vibrazioni degli interpreti dal vivo e dell'energia del pubblico: il rischio è che in questo nuovo esperimento sociale, nato con la pandemia, le poche comunità che ancora resistono nelle sale teatrali o cinematografiche siano completamente scardinate dagli interessi economici dei nuovi padroni del web. Capiamo che il nostro ministro all'inglese non ami molto gli artisti, visto che sta facendo morire un settore così importante in Italia, dove la Cultura è semplicemente chiusa, insieme ai suoi lavoratori e alle sue imprese: è stato loro chiesto, giustamente, di mettersi in sicurezza con le norme anti Covid ma, una volta fatto, cinema, teatri e musei sono stati richiusi, malgrado i dati indicassero un solo contagio su più di 350 mila spettatori.  ....................

Alla ricerca della scienza perduta? by Corriere Nazionale



di  ROBERTO GUERRA
  
Può sembrare off topic e incomprensibile questo nostro intervento sul futuro presente e prossimo della scienza, dal punto di vista sociale.  Nell'era del virus e nello specifico soprattutto dei vaccini, chi se ne frega del futuro scientifico, a parte appunto i vaccini che ci salvano dal covid 19?
Pure in certo caos, persistente, della nostra era virale e letale, dopo certo caos apparente scientifico nella stessa caotica gestione planetaria (soprattutto in Italia), la percezione psicosociale della Scienza è probabilmente compromessa, per decenni e nel probabile nuovo medioevo postvirus  minimalmente "moderno".
Lo stesso Occidente è già quasi regredito in scenari analoghi, esponenzialmente più gravi, della previsione distopica e di qualche decennio fa del matematico e futurologo Robe3to Vacca, Medioevo prossimo venturo. E nell'analogia congetturale, tutto partì da un blackout strutturale, neppure da un virus mondiale...
Si intenda bene: come prima del virus, la vera e grande scienza, nei laboratori e la ricerca continuerà, anche se almeno in certi campi rallentata. Ma la Scienza stessa si è trovata in certo senso impreparata allo scenario apocalitico, improvviso e da fantascienza in corso  dal 2020, sia ben chiaro non per limiti tecnologici o conoscitivi, ma incapace, in precedenza di condizionare l'evoluzione scientifica e conoscitiva della Politica, non è mai scesa, per certo scientismo, tecnocrazia o soprattutto riduzionismo sociale, nell'agora stesso politico-sociale. Sempre in fondo- la Scienza- un  "profeta" inascoltato dallo status quo.
Nella situazione pandemica, probabilmente ovunque,   in Italia in particolare e in Occidente, la Scienza solo apparentemente è diventata protagonista. Certo Stato Terapeutico coinvolge non l'eccellenza scientifica, in genere,  ma soprattutto professori e  letteralmente funzionari politichi, la scienza, insomma a livello minimo.
Per l'Italia basta leggere chi e che cosa è il sopravvalutato Comitato Scientifico: 
https://www.ilgiornale.it/news/cronache/solo-2-scienziati-e-zero-virologi-ecco-chi-sono-i-tecnici-1915993.html

Certo almeno relativismo se non dubbia anche scientificità (e querelle sempre più diffuse, se non indagini già in corso verso certi esperti, ad esempio che coinvolgono un pezzo grosso come Ranieri Guerra dell'OMS) lo scrivono i grandi media stessi.
Tali incongruenze  flagranti  hanno già un effetto dirompente sulla  fiducia diffusa verso la Scienza con la S maiuscola che almeno in parte ha caratterizzato il Novecento intero.
Prima e dopo la scienza,  così suona anche uno dei vertici della musica elettronica, del grande artista Briana Eno.
Speriamo di sbagliarci noi, futuristi, naturalmente, ma per il futuro scientifico psicosociale  forse meglio ricordarsi di un'altra grande band americana, Devo o Devolution che suonavano Are We Not Man?  We Are Devo!  paventando negli anni 80 proprio il Nuovo Medio Evo  già iniziato (Peste o Virus inclusi...).



Alessandro Carlini racconta la Ferrara del Dopoguerra | estense.com Ferrara

Alessandro Carlini racconta la Ferrara del Dopoguerra | estense.com Ferrara: L’autore di “Partigiano in camicia nera”, vincitore del Premio Carver, presenta “Gli sciacalli”, opera enigmatica e oscura

giovedì 21 gennaio 2021

130 di GRAMSCI Venerdì 22 gennaio 2021 Maratona streamingCanale YouTube CSCUNLAOristano

postato su asino rosso blog
---------- -----
Da: <bibliotecagramsciana 

130 di GRAMSCI 130° anniversario della nascita di Antonio Gramsci: ODIO L'ANNIVERSARIO Venerdì 22 gennaio 2021 Maratona streamingCanale YouTube CSCUNLAOristano Pagina FB Centro Servizi Culturali Oristano


Venerdì 22 gennaio, in occasione del 130° anniversario della nascita di Antonio Gramsci, Il Centro Servizi Culturali UNLA di Oristano, la Biblioteca Gramsciana e la Nur, proporrà una maratona streaming. L'evento avrà inizio dalle 9,30 sino alle 19,30, con 8 dirette e altrettanti contributi video dedicati alla figura di Gramsci. L'anniversario vuole essere l'occasione per parlare di Gramsci, non per costruire una agiografia con ausili multimediali, ma per fornire, a chi vorrà seguire, l'occasione di confrontarsi con il pensiero, la biografia e altri aspetti di Antonio Gramsci. Gli interventi, di circa 20 minuti ciascuno, avranno scansione oraria a partire dalle 9,30 e saranno seguiti da contributi video originali. La mattinata prenderà avvio con Luigi Manias che parlerà di un Gramsci sardo non del tutto conosciuto; seguirà Manlio Manca che illustrerà i luoghi Gramsciani attraverso le immagini; si proseguirà con Alessandro Ghiro che tratterà di Gramsci e la psicologia; concluderà gli interventi della mattina Maria Luisa Righi che inquadrerà un giovane Gramsci critico musicale. La sessione mattutina della maratona streaming sarà arricchita da tre contributi musicali di Stefano Giaccone, realizzati per l'occasione, e da un video di Michele Marrocu su 25x4: Contro l'abbruttimento intellettuale, mostra collettiva di 65 artisti realizzata durante il lockdown e dedicata a Gramsci e la resistenza.Il pomeriggio si inizierà alle 15,30 con Massimo Lunardelli che parlerà del Gramsci "nero", Mario il fratello di Antonio; si proseguirà con un collegamento da Carrara dove, alle 16,30, si potrà assistere alla performance LiberAzione 2.0.2.1 del Collettivo Kartaetra; seguirà Daniele Sanna con un intervento sulle Brigate Gramsci; ultimo relatore del pomeriggio sarà Francesco Giasi con un'analisi sulle Lettere del Carcere. Anche la sessione pomeridiana sarà intervallata da 4 contributi video, 3 di Stefano Giaccone e uno di Marco Scintu dedicato alla mostra Nessuna Pietà. Né martire né eroe ispirata a Gramsci dell'artista Jacopo Cau.La maratona si concluderà alle 19,30 circa.La maratona streaming sarà coordinata da Giuseppe Manias e Marcello Marras.
130 di Gramsci Programma
MATTINA
9.30: Presentazione 130 di Gramsci9.40: Gramsci Sardo - Luigi Manias (Direttore Tecnico Biblioteca Gramsciana) - 1° Canto-storia Stefano Giaccone (Cantautore - FondoGiaccone.com)10.30: Gramsci per immagini - Manlio Manca (Iskra Edizioni) - 25 X 4 Contro l'abbruttimento intellettuale – Video realizzato da Michele Marrocu per Biblioteca Gramsciana11.30: Gramsci e la psicologia - Alessandro Ghiro (Psicologo, saggista e gestore del sito www.alessandroghiro.it) - 2° Canto-storia Stefano Giaccone12.30: Un cronista musicale a Torino - Maria Luisa Righi (Fondazione Gramsci) - 3° Canto-storia Stefano Giaccone
POMERIGGIO
15.30: Gramsci il fascista. Storia di Mario, il fratello di Antonio - Massimo Lunardelli (Bibliotecario, scrittore) - 4° Canto-storia Stefano Giaccone16.30: Collegamento da Carrara per LiberAzione 2.0.2.1 performance in occasione del 130° anniversario della nascita di Gramsci - Collettivo Kartaetra - Nessuna Pietà. Né martire né eroe - Video realizzato da Marco Scintu sulla mostra di Jacopo Cau17.30: Le Brigate Gramsci - Daniele Sanna (ISSASCO) 5° Canto-storia Stefano Giaccone18.30: Le Lettere dal carcere - Francesco Giasi (Direttore Fondazione Gramsci) - Conclusione 130 di Gramsci 6° Canto-storia Stefano GiacconeCoordinano l'iniziativa: Giuseppe Manias (Direttore Scientifico Biblioteca Gramsciana) Marcello Marras (Direttore Centro Servizi Culturali UNLA di Oristano)

 
 

Mail priva di virus. www.avg.com

Stefania Romito Intervista : La cultura, sfida all'era pandemica?

a cura di Roby Guerra 


D- La cultura, secondo te,  come può sfidare  il nostro tempo contaminato dal virus?

 

La cultura, a parer mio, è l'unica risorsa (ovviamente dopo la Scienza) che può concorrere a salvarci realmente da questo periodo di grande confusione esistenziale dovuta alla perdita dei nostri principali punti di riferimento. Da sempre la cultura, intesa come conoscenza, contribuisce a creare in noi quegli agganci ai quali "aggrapparci" in caso di difficoltà. Quei pilastri che, come la fede, apportano consapevolezza e speranza. Soltanto aprendoci al Sapere è possibile rafforzarci ed eliminare quelle nebbie che oscurano le menti poco illuminate. I libri rappresentano gli strumenti elettivi di questa trasmissione conoscitiva. La lettura, rispetto alle altre modalità di trasmissione è, a parer mio, una delle pratiche più efficaci poiché si svolge in maniera individuale inducendo alla riflessione contemplativa. Il rapporto che si stabilisce tra lo scrittore e il lettore è univoco, diretto, intimistico. A maggior ragione, in un tempo come quello che stiamo vivendo che ci costringe alla cattività, all'isolamento sociale (sebbene l'uso delle nuove tecnologie ci stia aiutando a ricreare rapporti sociali, almeno "virtualmente") è quanto mai necessario ritrovare nei libri quel senso di completamento totalizzante che nella realtà attuale è venuto improvvisamente a mancare. Un rapporto, quello con il libro, che dobbiamo riscoprire proprio per ritrovare noi stessi. 

 

D- I tuoi percorsi presenti creativi, come scrittrice, animatrice, anche radio televisiva?

 

In effetti, attualmente risulto impegnata sui tre fronti principali della comunicazione e di questo ne sono molto orgogliosa. Editoriale, con l'attività di giornalista di Redazione del Corriere Nazionale.net, radiofonico con la trasmissione culturale "Ophelia's friends on air" (ormai giunta alla sesta edizione) e televisivo con l'avvio della prima edizione di "Noi italiani", il nuovo spazio di approfondimento giornalistico di Tele7Laghi dedicato a temi di attualità, con un'attenzione particolare all'emergenza sanitaria. In questa trasmissione diamo voce alle problematiche delle varie categorie professionali colpite dalla pandemia, ponendo in essere la capacità di noi italiani di riuscire a superare le difficoltà facendo appello alle nostre risorse interiori e alla capacità di adattamento.

La comunicazione oggi è tutto, ed è importantissimo esercitarla nella maniera giusta. Nei miei programmi, così come nei miei articoli, mi prefiggo sempre l'obiettivo di veicolare la notizia, o l'argomento in questione, in una modalità il più possibile coinvolgente cercando di non imporre il mio pensiero ma tentando di farmi portavoce di quelle che possono essere le istanze di tutti. Diverso è l'approccio come scrittrice che mi vede, ultimamente, a contemplare anche la forma del saggio. A breve uscirà un volume a più voci dedicato a Leonardo Sciascia, curato da Pierfranco Bruni, che comprende un mio saggio di analisi comparata tra la rappresentazione cinematografica e quella letteraria facendo riferimento a due tra i più famosi racconti di Sciascia: "Il giorno della civetta" e "A ciascuno il suo".

 

D- In generale, dopo il virus, come vedi la psicologia collettiva attuale  futura prossima, anche dopo i vaccini?

 

Ho grande fiducia nel popolo italiano. Nella preziosa peculiarità che noi italiani abbiamo di far fronte alle sventure e di riuscire a tramutare una situazione di problematicità in una opportunità per crescere e migliorarci. Ritengo che la fase più tragica sia terminata e che dobbiamo resistere ancora qualche mese per ritornare a vedere la luce o a "rivedere le stelle" come direbbe Dante. La Scienza ci sta dando una mano. Comunque la si pensi riguardo al vaccino, non vi sono dubbi sul fatto che rimanga l'unico espediente che ci consentirà di uscire da questa pandemia. Certo, i problemi sono considerevoli e molteplici. Ma è opportuno  sforzarsi di essere il più possibile fiduciosi attingendo dal passato una fonte di speranza. Il passato ci insegna che dopo le grandi catastrofi vi è stata sempre una rinascita. Basti pensare al Rinascimento, al primo e al secondo dopoguerra seguiti da periodi di grande fermento ideologico e intellettuale. È fisiologico che dopo un periodo di stallo, di compressione forzata ci sia una esplosione di positività. Una frenesia costruttiva e propositiva che coinvolgerà il pensiero così come l'economia. Di questo ne sono più che certa.


https://romis2016.wordpress.com/biografia/

 

JOAN MIRÒ E LA TERRA conferenza Zoom gratuita, martedì 19 gennaio ore 18,00. INTERVISTA A DAVIDE PAGNONCELLI (by R. Rusca Zargar blog)

a cura di Renata Rusca Zargar

Far ri-nascere l'arte e gli artisti 


Davide Pagnoncelli è uno psicologo, psicoterapeuta con formazione in Teatroterapia e Arteterapia, parallelamente all'attività clinica, ha un'esperienza di vent'anni in ambito scolastico come responsabile di un originale Servizio Psicologico di sistema, dalla Primaria alla Secondaria di primo e secondo grado. 

Oltre a pubblicare, per addetti ai lavori, ricerche in ambito psicopedagogico e sociale su varie riviste scientifiche, la sua vasta esperienza lo ha portato a voler condividere con altri il frutto del suo lavoro e lo ha fatto con un libro dal titolo "Figli felici a scuola" e il sottotitolo, non meno significativo, "Come migliorare l'esperienza scolastica dei propri figli con l'aiuto di un Allargacervelli", edito nell'aprile 2018.

 

Intervista a Davide Pagnoncelli


Cosa è l'arte per te?

Andiamo al di là delle definizioni da vocabolario… Noi siamo quello che pensiamo (testa, conoscenza, ragionamento, argomentazione), ma siamo anche quello che sentiamo (pulsioni, emozioni, sentimenti, passioni, cuore). Dobbiamo dar da mangiare e bere anche al sentire, dobbiamo nutrire il cuore, l'intelligenza emotiva…

L'arte è cibo per l'intelligenza emotiva! L'atto artistico scopre e crea un'altra prospettiva rispetto all'ordinarietà, cioè produce qualcosa di stra-ordinario: la fa col sentire, con l'intuizione, con la risonanza… Non è la razionalità che controlla le emozioni: le emozioni sono più potenti del sistema cognitivo.

Ogni quadro, per esempio, racconta una storia, un pezzo della biografia dell'artista con cui entrare in connessione emotiva, con cui vibrare: così si diventa -o ridiventa- vividi, si rinasce. Ri-nasce la vividezza in noi, sia interiore che esteriore, attraverso la compartecipazione emotiva con le opere dell'artista! 

Ho letto da varie parti degli accostamenti tra arte e sogno, che mi dici?

L'arte è parente stretta del sogno, è sua gemella; un'opera d'arte è un sogno! L'arte è una delle porte privilegiate per accedere all'inconscio. Ciò quasi sempre a insaputa dell'artista… che nota e si accorge quando ha finito (se va bene) del significato di quanto ha prodotto e che questo prodotto lo rappresenta meglio rispetto a quanto aveva in mente all'inizio del progetto. L'anima parla attraverso le immagini, l'inconscio è artistico, è poetico…  Perché noi sappiamo più di quello che comprendiamo! E i sogni non avvengono solo di notte, ma anche di giorno.  

L'arte è sogno, non può essere ri-produzione della realtà, fotocopia di altro; forse meglio ancora, l'arte è scoperta degli aspetti invisibili dell'umano, dell'indicibile del cosmo. L'arte fa ri-nascere la realtà, far ri-vivere la realtà in modo nuovo e assolutamente originale. Ecco perché Picasso ha affermato: "l'artista non dipinge quello che vede, bensì quello che intravede".

Che rapporto c'è tra arte e interiorità?

 L'arte è traduzione espressiva del vissuto intimo, viene da dentro, è pulsiva dall'interno. Un'opera d'arte esprime il profondo, diventa compartecipazione emotiva (come un abbraccio… un abbraccio poroso) e può anche connettersi col profondo universale delle generazioni, anche di quelle future. Le opere d'arte, infatti, spesso anticipano il futuro.

Non si colleziona una cosa, un quadro, una musica: non si collezionano oggetti; si collezionano emozioni, momenti e vissuti ricchi di emozioni e di sentimenti. Davanti a un'opera d'arte si risuona, certo non si ragiona e non si argomenta: si sente, si vibra; semmai si compartecipa il sentire.

L'arte può essere terapeutica?

Rispondo con due considerazioni. La prima: certamente l'arte è terapeutica, l'arte ha valore, ha valenza terapeutica, riabilitativa ed educativa. Munch affermò acutamente: "Io dipingo perché per me è terapeutico!" L'arte si prende cura dei vissuti personali.

La bellezza ci appartiene, noi apparteniamo alla bellezza, noi siamo parte della bellezza! La bellezza dell'arte salva il mondo, lo rende più gradevole, più abitabile. Anche le tragedie, i drammi, perfino le patologie vengono rielaborate, trasformate, transustanziate. "L'ombra è il testimone della presenza della luce", scrisse Platone. Ciò che non si esprime può diventare veleno per l'anima, invece quando le emozioni prendono forma, le persone stanno bene!

La seconda considerazione: se l'arte può essere terapeutica, altrettanto si può dire che la terapia è arte (la psicoterapia, la psicoanalisi); arte e non solo scienza. La terapia è intrinsecamente artistica. Anzi, dal mio punto di vista e per la mia esperienza, la terapia non può non avere valenze artistiche, non può non avere connessioni con l'arte, come un flusso emotivo ricorrente, ri-generante.

Uno dei fondatori della psicologia del profondo, Alfred Adler, ha puntualizzato: "La coppia che si forma tra terapeuta e individuo in terapia è una coppia creativa, alla ricerca del Sé creativo". Il Sé creativo fornisce mappe di significati, universi di senso per orientare l'esistenza dell'individuo e realizzare uno stile di vita più funzionale nei tre compiti vitali essenziali (lavoro/professione, amore, amicizie/relazioni sociali di vario tipo).

Prendersi cura, curarsi, guarire è vivere rappresentando qualcosa del mondo o rappresentandosi. Il matrimonio tra arte e terapia, utilizzando diversamente quanto scrisse Alessandro Manzoni, è un matrimonio che s'ha da fare!

Una curiosità: come si arriva alle produzioni artistiche?

L'arte eterna è l'arte forte, direi talmente forte da diventare dirompente! L'arte è talora frenesia, caos creativo, fatica, lacrime e sudore; l'arte è training, un percorso di consapevolezza. Al pari di un percorso psicoanalitico, l'evoluzione artistica è un percorso esperienziale, un training tosto.

D'altronde se si vuol andare nel profondo oceano, nei profondi abissi della propria interiorità, del proprio inconscio non si può pensare di arrivarci in poco tempo. Se si vuol navigare su un laghetto, si può imparare a farlo in poco tempo, ma se si desidera navigare nell'oceano, nell'immenso oceano, non si può imparare a farlo in poco tempo. La mèta finale, però, la posta in palio ripagherà della fatica; le scoperte gratificheranno in modo… oceanico. E, tra l'altro, il messaggio che si lascerà alle prossime generazioni durerà, certo che potrà durare.

Le opere artistiche sono frutto di un training, di un percorso esplorativo appunto! L'arte è come il vento che soffia sulle vele della propria barca: certe volte può essere brezza leggera, soave, calda, calorosa, ristoratrice; altre volte può essere bufera, soffio atroce, tempesta di emozioni, uragano di vissuti che sconquassa e può -in parte- squarciare le vele. 

Se la barca ha fatto un percorso approfondito, un training di resilienza si possono aprire -pur con qualche vela rotta e qualche falla- squarci inaspettati di un nuovo mondo, scorci di terre inesplorate in cui immergersi, orizzonti altri e sconfinati.  Perché l'arte non ama i confini, perché l'arte tende all'infinito, appunto al non finito e al non recintabile: l'infinito se la ride degli steccati, lui vola alto, largo, lungo e… chissà fin dove. Chi può mettere i confini all'arte, alle sue forme espressive?

Si può imparare a realizzare opere artistiche?

Si può imparare a estrarre quanto si ha dentro di sé, a sollecitare la parte creativa della propria personalità. Però non si attuano corsi; io stesso non attuo corsi o incontri solo informativi, bensì percorsi di esplorazione, viaggi di ricerca con apertura prospettica.

Io li denomino "i percorsi artistici della rosa dei venti": tra occidente e oriente (orizzontalità), tra Artide e Antartide (verticalità), tra cielo e terra (immanenza e trascendenza). Insomma particolarità e universalità, preistoria e storia, fisica e metafisica, carnalità e spiritualità, matericità e aeriformità... e chissà quanto altro ancora da scoprire...

Hai accennato prima allo stretto rapporto tra evoluzione dell'artista e produzione delle sue opere, hai qualche esempio o iniziativa realizzata o da realizzare?

Ho già realizzato delle "recensioni specifiche" di opere artistiche collegate strettamente al percorso dell'artista. Ho denominato questa nuova modalità: Art Artist Therapy (AATH). È un altro modo di gustare e di rivivere la personalità, l'intelligenza emotiva e il percorso creativo dell'artista connesso alle sue produzioni artistiche. Si delinea, quindi, un percorso per scoprire il senso, la finalità, i sogni e i desideri dell'artista, partendo dalle opere, dalle originali modalità di espressione e di comunicazione.

Quando la personalità dell'artista coniuga la propria intelligenza emotiva con sentimento sociale, la sua arte diventa più connettiva (con nesso nuovo), diventa anche più comprensibile da chi ne fruisce. L'opera diventa arte con finalità e significati sociali, perché l'intelligenza è strutturalmente sociale. Noi siano esseri costituzionalmente connettivi, intimamente sociali.

L'artista e le opere sono connesse intimamente tra loro, come due facce della stessa medaglia: attraverso questo binomio chi fruisce e fa esperienza delle opere d'arte, si immerge nelle ramificazioni profonde dell'artista con le proprie opere e ne esplora il mondo interiore, assolutamente unico. L'artista non è presentato con dati anagrafici e cronologia di opere realizzate, ma diventa maestro, stimolo ed esperienza di vita attraverso modalità espressive irripetibili.

Nelle prossime settimane è in programma la seguente iniziativa all'interno di un Corso di Formazione presso il Museo Civico di Vicenza organizzato dall'Associazione Amici dei Musei di Vicenza:

Tre incontri tra Storia dell'arte e Psicoanalisi a cura di Katia Brugnolo Artista, Docente e Coordinatrice presso l'Accademia di Belle Arti di Verona e a cura di Davide Pagnoncelli. 

Primo incontro 19 gennaio 2021: Joan Mirò e la Terra. La natura motivo di felicità interiore, al centro della vita e dell'espressione artistica.

Secondo incontro 16 febbraio 2021: Salvador Dalì e il paesaggio dell'Ampurdan. Il paesaggio come identificazione inconscia, specchio dell'essere.

Terzo incontro 16 marzo 2021: René Magritte e la pittura come specchio dell'inconscio. La morte della madre, il raffreddamento dei colori e il congelamento della forma.

A causa delle limitazioni per il covid19 gli incontri non si svolgeranno in presenza ma tramite la piattaforma Zoom. L'iscrizione sarà gratuita.