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venerdì 27 dicembre 2024

La Psicoanalisi nel 2025?

 https://www.spiweb.it/la-cura/la-psicoanalisi-restituisce-il-senso-della-vita-vera-s-thanopulos-presidente-spi-intervistato-da-d-dalessandro-huffpost-20-12-2024/

La Psicoanalisi restituisce il senso della vita vera. S. Thanopulos, Presidente SPI, intervistato da D. D’Alessandro, Huffpost 20/12/2024

 

A colloquio con il presidente della SPI, che traccia un bilancio del suo operato mentre si avvia a chiudere il mandato di quattro anni: “È un’esperienza che prescinde da un disagio, restituisce alle persone il senso della vita vera fatto di desideri, di emozioni e di pensieri affettivi che sentono il respiro, i colori, le forme, i profumi e la musica del mondo”


 

1 Che cosa hanno rappresentato per te questi anni di Presidenza della Spi?

Il momento più importante e impegnativo del mio lungo servizio alla “causa” psicoanalitica. La fase più intensa della mia militanza in difesa di una psicoanalisi appassionata, amante e promotrice del pensiero critico, rigorosa nella sua ricerca teorica e clinica, culturalmente aperta e dialogante, sensibile alle questioni sociali, amica e sostenitrice della Polis democratica. In prima linea nello spazio della cura psichica e nella difesa della salute pubblica. Orgogliosa della sua tradizione e del suo sapere complesso, ma anche modesta, capace di apprendere dall’esperienza e dai suoi errori, rispettosa e curiosa nei confronti degli altri saperi.

2 C’è stato un solo attimo in cui hai detto: chi me l’ha fatto fare?

Fare il presidente della Società Psicoanalitica Italiana è oneroso, a tratti davvero difficile. Devi mediare tra l’autonomia preziosa, feconda delle esperienze locali e la necessità di una composizione dei tanti fermenti in una cultura scientifica unitaria. Evitare le dispersioni e le frammentazioni del pensiero e la formazione di realtà autoreferenziali e di scompartimenti stagni.

Il presidente resta sempre profondamente legato al suo lavoro di cura e dedica alla sua attività di coordinamento dell’attività scientifica, socioculturale, formativa, che è molto complessa e ampia, il suo tempo libero. Nulla può essere considerato come suo merito personale, ma se qualcosa va male ne è il primo responsabile.

Ci sono stati momenti in cui ho affrontato un’opposizione pregiudiziale. La mia politica di “apertura” sociale e culturale è stata vista da una parte dei soci con diffidenza, era in effetti una cosa nuova come orientamento “ufficiale” della SPI. Le critiche “per partito preso” sono emotivamente difficili da gestire perché la nostra è una comunità fatta di legami scientifici, culturali ma anche molto affettivi. Tuttavia, se fare il presidente comporta lo svantaggio di essere il potenziale bersaglio di malumori e di scontenti vari, al tempo stesso ti dà il privilegio di essere esonerato dalle reazioni personali. Così le tensioni dentro di te e dentro gli altri si allentano.

Quindi non ho mai pensato “chi me l’ha fatto fare”. Anche perché per fortuna, amo l’amicizia e in questi anni non mi sono mai sentito solo.

3 Mi descrivi la comunità della Spi? Da chi è composta, cosa si agita all’interno, qual è la missione che è chiamata a perseguire?

La SPI ha 1050 soci. Distribuiti in 13 Centri nel territorio nazionale. Il suo Istituto Nazionale di Training, che si occupa della formazione dei futuri analisti, è diviso in 4 sezioni. Attualmente ha circa 300 allievi. Pubblica la Rivista della Psicoanalisi e Psiche, una rivista che affronta temi sociali e culturali.

Attraversata da tutte le correnti del pensiero psicoanalitico, la SPI è probabilmente la Società psicoanalitica più plurale come orientamento scientifico e culturale. Il suo pluralismo è la fonte della sua ricchezza, ma porta con sé il rischio della separazione delle prospettive, di una crescita disomogenea e dispersiva. C’è un’opposizione silenziosa tra un rigore teorico che rischia di cadere nell’esegesi e un relativismo clinico che rischia di cadere in una cultura della cura un po’ approssimativa. Tra queste due opposte tendenze, c’è una vasta area di contaminazioni feconde che soffre, tuttavia, della solita contrapposizione, presente oggi in ogni campo del sapere, tra la difesa acritica della tradizione e il “nuovo che avanza” con la pretesa di farsi verità.  

La missione della SPI consiste essenzialmente in quattro punti:

  • Dialogare con la grande tradizione del suo sapere clinico e teorico per creare idee nuove (Deleuse);
  • promuovere la cura psichica a partire da un presupposto fondamentale: la soggettivazione dell’esperienza;
  • leggere in modo rigoroso e approfondito il “disagio nella civiltà”, capace di cogliere le sue caratteristiche strutturali (lontano dagli sguardi superficiali del pensiero “mainstream”);
  • trasmettere la psicoanalisi come sapere critico e dialogante indissociabile dalla cura di sé, degli altri e degli spazi sociali e culturali della convivialità nella Polis            

4 In tante istituzioni due mandati non si negano ad alcuno. Perché la Spi mantiene l’obbligo di uno solo?

Intanto è un mandato quadriennale. Fare il presidente per 8 anni comporta il rischio di personalizzazione della gestione della Società. Inoltre, è davvero un compito oneroso.

5 Quali sono le cose importanti che credi di aver fatto e che cosa non sei riuscito a fare e magari avresti tanto voluto?

Per prima cosa abbiamo riportato con forza in vigore il principio della “presenza” nella nostra attività scientifica nazionale e nella formazione, rendendo la partecipazione dal “remoto” periferica, supplementare. Abbiamo ribadito la priorità degli impegni nazionali su quelli locali, collaborando con i Centri nella loro definizione e organizzazione. Abbiamo rinforzato nella SPI lo spirito unitario che la pandemia aveva indebolito.

Dopo anni di reciproca incomprensione con le forme riformiste della Salute Mentale, attente al legame tra disagio sociale e sofferenza psichica, è stato avviato un rapporto di dialogo e di collaborazione importante. Questa collaborazione che ha il suo atto fondativo nel Manifesto della Salute Mentale ha come suo scopo la difesa della riforma Basaglia, oggi largamente abbandonata, e il rinnovamento del suo spirito di umanizzazione della cura. Per l’uso ragionevole (non puramente sedativo) dei farmaci, per il reinserimento delle persone sofferenti nel contesto lavorativo, culturale e politico della loro comunità e, questione centrale, l’elaborazione del loro dolore, l’espressione delle loro emozioni e la valorizzazione della loro esperienza soggettiva.

È attiva una collaborazione con le Università di Calabria e di Verona (dipartimenti di Filosofia), con La Sapienza (dipartimento di Lettere), con la fondazione AREL e con la Scuola di formazione Donne al Governo. Sono stati istituiti, con la convergenza di forze interdisciplinari, un Osservatorio Nazionale sulla Migrazione (con la partecipazione di psicoanalisti, esperti della migrazione, magistrati) e un Osservatorio sulla violenza nei confronti delle Donne sulla base di un protocollo di intesa tra la Corte della Cassazione, la Federico II di Napoli (Filosofia del Diritto). La SPI oggi è attiva nella vita culturale e sociale italiana e riconosciuta come un’importante voce critica e costruttiva al tempo stesso.

La nostra Società è stata la prima a segnalare con preoccupazione le grandi criticità del trattamento della disforia di genere con i bloccanti della pubertà. Si è mossa con spirito di collaborazione fedele alla sua adesione al rigore scientifico e alla sua opposizione a ogni infiltrazione ideologica della cura. Abbiamo affrontato con serenità la disinformazione di cui la nostra iniziativa è stata oggetto e insistito perché si dialogasse. I fatti ci hanno dato ragione. Più in generale la SPI si è fatta fortemente carico di una difesa dello spazio della cura psichica contro la sua medicalizzazione (la pretesa che ogni forma di malessere sia di origine biologica) e la sua psicologizzazione (la pretesa di costruire “stili di vita” capaci di produrre benessere).

C’è una delusione innegabile per l’interruzione di una collaborazione che prometteva molto con il Ministero della Salute nell’ambito dello sforzo di restituire vita e centralità all’interno del Servizio pubblico alla riforma Basaglia. Il cambio di indirizzo politico nel governo del Paese ha fatto cadere un progetto di importanza vitale e lo scoraggiamento degli operatori, il peggioramento progressivo della formazione e della qualità della cura e e l’assenza di una prospettiva credibile crea gravi danni le cui conseguenze peseranno sul futuro di tutti. In un momento di grande malessere psichico dell’intera società (in modo particolare per gli adolescenti) la situazione della Salute Mentale è davvero avvilente. Nonostante tutto, le basi per ripartire ci sono. La SPI può sere protagonista di un rinnovamento profondo della cultura e della prassi della cura che richiede ora più che mai un grande sforzo formativo.                  

6 Qual è lo stato della psicoanalisi oggi in Italia?

La psicoanalisi ha molte espressioni: la SPI, la psicoanalisi lacaniana, la psicoanalisi junghiana, diversi indirizzi di psicoanalisi di bambini e di adolescenti, varie forme di psicoterapia ad orientamento psicoanalitico di gruppo, di famiglia, di coppia, individuale. La sua grande diffusione è indice di forza e di ricchezza. Tuttavia, dove l’espansione è disordinata si crea un problema di qualità. La psicoanalisi, che è una prassi clinica inattuale, lontana dalle mode e dai dispositivi consolatori, va nella direzione opposta alla regressione culturale della nostra epoca che ha fatto della negazione del dolore il suo obiettivo. La SPI ha la grande responsabilità, perché è la Società psicoanalitica italiana con la storia, la struttura, la cultura scientifica più complesse, ricche e solide, di mantenere vivo il legame tra il rigore teorico e clinico e la libertà di pensiero che fa della psicoanalisi lo strumento più raffinato e efficace della cura psichica intesa come restituzione di un senso personale alla propria vita. 

mercoledì 4 settembre 2024

Fantascienza, Il Pianeta Proibito, recensione...

 https://www.amazon.it/Pianeta-Proibito-Restaurato-4K/dp/B0815C4ZSJ/ref=sr_1_4? fantascienza+film&msclkid=0013d37ac1d5125cbdbeb5ad987d1153&qid=1725389236&s=dvd&sr=1-4

  Vintage del 1956, un classic cult movie ispirato a Asimov e l'inconscio freudiano; molto bello, tra i piu raffinati nella storia del cinema fil si fi...Un pianeta proibito, dominato dai cosiddetti mostri dell'Id o Es, psichici... *Roby Guerra



 

domenica 13 dicembre 2009

L'Immaginale Dinanimista in James Hillman di Zairo Ferrante

ROBERTO PAZZI.jpgZairo Ferrante su JAMES HILLMAN SAGGIO SUL PUER

(A tal proposito, riporto le parole di James Hillman rilasciate in una Sua intervista tanto illuminante da divenire uno splendido saggio edito da BUR “Il piacere di pensare” conversazione con Silvia Ronchey “… ... Ovviamente questa non è cosa semplice, e riconosco che non sempre sia facile per il Poeta creare una Poesia o addirittura un intero libro fatto di “immagini pure”, quindi quello che auspico è un “semplice tendere” della Poesia verso l'anima, da me definita come ...


Fonte: http://www.libriescrittori.com

*photo Roberto Pazzi (nel 1999 curatore de L'Immaginario Contemporaneo a Ferrara; tra gli ospiti James Hillman, celebre psicanalista postjunghiano)

 http://recensionidinanimista.myblog.it

VIDEO http://www.youtube.com/watch?v=5nx8XaJOyvI

sabato 28 novembre 2009

Il Libro Rosso di Jung da Marni

JUNG.jpgDA SUPEREVA SOGNI di Marni (Guida)

http://guide.supereva.it/sogni

Il libro rosso di Jung: The red book (detto anche Liber novus ) è stato finalmente pubblicato nella sua forma integrale. Dopo essere stato chiuso per ben 23 anni in un caveau svizzero per volontà degli eredi, è ora edito in America in parallelo alla mostra celebrativa “The Red Book of C.G. Jung. Creation of a New Cosmology” aperta al Rubin Museum of Art di New York in cui è esposto per la prima volta il tomo originale.

Interessante ripercorrere la storia di questo fantomatico volume in cui Jung ha riversato sogni, fantasie, immagini, dialoghi ed “esperimenti” con se stesso, in cui si evidenziano i temi centrali del suo pensiero e che per la bellezza e la varietà delle immagini precorre il Libro dei sogni di Fellini.

Dopo una serie di visioni talmente realistiche e premonitrici da indurlo forse a ricercarne un senso con la scrittura, aveva iniziato ad annotare ciò che accadeva dentro di sè, registrandone le conseguenze, analizzando il processo e la nascita di nuovi pensieri.

Sono forse questi aspetti visionari che costituiscono le più importanti documentazioni di immaginazione attiva junghiana, ad aver indotto i suoi eredi ad un assoluto riserbo sul contenuto del Libro rosso di Jung. Forse il timore che uno dei pilastri fondatori della psicoanalisi venisse ridicolizzato, contestato o considerato una specie di schizofrenico....

continua http://guide.supereva.it/sogni/interventi/2009/10/pubblicato-il-libro-rosso-di-jung

video http://www.youtube.com/watch?v=5drUNviakdk

venerdì 5 dicembre 2008

IL POETA LAMBERTO DONEGA'

Donega_jpgMEDIA - Copia.jpgLA FARFALLA IMPAZIENTE DI LAMBERTO DONEGA'

Presentato recentemente alla Biblioteca Ariostea di Ferrara dal critico letterario e poeta Alberto Bertoni (Università di Bologna), già curatore de I Taccuini di Marinetti (Il Mulino) - tra i principali attuali studiosi del futurismo e Riccardo Roversi (scrittore e editore), il volume poetico LA FARFALLA IMPAZIENTE (Este Edition-Ferrara)  del poeta e scrittore Lamberto Donegà testimonia senz'altro un fare poesia di livello ben oltre le mura di Ferrara, con una cifra poetica che differenzia indiscutibilmente l'autore dalla cosidetta Ferrara città di scrittori. 

Non a caso, Lamberto Donegà negli anni ottanta e novanta è stato protagonista della cultura alternativa a Ferrara, direttore e curatore della rivista d'ispirazione psicoanalitica e futuribile Poeticamente, con altri scrittori tra cui  Emanuela Calura, Claudio Strano, Roby Guerra e il francese Marc Kober, direttore a suo tempo della rivista parigina La Revoltes des Chutes (oggi docente all'Università di Parigi e curatore con altri di Superior Inconnus, rivista culturale, neosurrealistica).

Donegà con Poeticamente  produsse una ventina di volumi, generalmente poetici, tra cui lo stesso Bertoni e il compianto talentuoso poeta padovano Selim Tietto; inoltre, collaborò diversi anni con il collega francese, editando sulla rivista transalpina diversi scrittori ferraresi, partecipando con la rivista e i suoi scrittori ferraresi e la stessa Revolte... a La Maison de la Poesie (nel 1991); Poeticamente, poi, curò nel 1996 la fondamentale antologia poetica d'avanguardia ferrarese Elettriche Poesie (volume dedicato al trentennale di Corrado Govoni, Librit Edizioni- prodotto dal Comune di Ferrara): inclusa una versione on line nel sito del Comune stesso. Il volume sintetizzò i 15 anni di attività poetica della rivista editoriale, caratterizzati da diverse serate poetiche a Ferrara e Bologna ( ad esempio Sala Polivalente Ferrara nel 1990) con testi degli scrittori di cui prima, più Marco Tani, Debora Villani, Luigi Perfetti, Caterina Gruber.

La Farfalla Impaziente, segue alcuni volumi di Donegà, poetici, antologici e critici, tra cui Dino Campana: La Poesia, del lontano 1985; breve ma geniale saggio critico sul grandissimo Poeta di Marradi, trasfigurato poi (*Canti Orfici di Campana) anche in performance teatrale, presentato a Ferrara, Padova e Milano.  Il nuovo volume poetico conferma e amplifica la vena peculiare di Donegà, poesia del significante e dell'immaginario (con sempre Lacan e certa Kristeva sullo sfondo), versi rarefatti e raffinati, assai musicali come le note vellutate e aggraziate di un Chopin...

ROBERTO GUERRA 

www.este-edition.com

http://literary.it/dati/literary/diedo/la_farfalla_impaziente.html